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bre 81 reeconto- documento duno del fenomeni pit agi @ ons, srs, Movado date ogi ri dl 0 - iy Sica nog nl del atfendam.@ ile prone errs, autora gunge fino ak most gir ll ion ala morte. nico Mav 2tsequesto de gioralist De svete vcende che denotane fi eescone racers dl pote nelle nuowe trutre police od economiche, ie prospetva & figeroeo seal, Giuseppe Buta onde ie tompononta nevaive (atta epaod che cbbecsoono, zpos sito signet 04 esorpa @ t teparodo dl ni che dela tora dota mafia friseano Il contest ¢ Te raion visuta @ non so}-un Horo 4) avincente letra, me un'opera mena rotela ¢ eal, uno sumantooconosconea 8 comprar epenabie 8 glyani 6 a Tore educator —— i pubblicati: - «EL LOCO - LA LUNA NELLE BARACCHE 7 GIORNI DELLA VIOLENZA ova - STORIA DIMIRO. ova - IL VENTO SULL'ERBA NUOVA aneta - PROFESSIONE POLIZIOTTO i IL POSTO: jewice - MAJA E MICHELE “ id LA CITTA’ SENZA SOLE soher ~ IL CONFINE NELLA METROPOL! DUE MATTONI DI-CASA nches-Vierset - QUEL GIORNO A STALINGRADO i= QUELL! DELL’ SETTEMBRE fi- PEZZO DA NOVANTA j-Gatteschi - VENTO DEL NORD, Vf jn - ALIOSCIA, rong - SOUNDER n- LA DIGA DEI TISE” ibuzione Le Monnier roar iB5 0.0 MARCO IN SICILA 3 E ‘SBN 99-00-0223 (Cosa Ed, F. Le Monoter _DA_NOVANTA GIUSEPPE BUFALARI PEZ70 SALANI NARRATIVA acura di Romano Mastromattei ISBN aBon330025 . 1 edizione scolastica V ristampa cM, 330224 Copyright © 1971 by Felice Le Monnier, Firenze ilzone su licenza della Casa. .ditrice Le Monier | 8 Umberto ‘© Simonetta Festi Questo libro non & un'nchiesta, anche ‘ contiene molti documenti storii Persone © fatti talvolea sono immagi- nari, oppure libere interpretation della veal Tntroduzione Quest opera di Giuseppe Bufalari ci porta nel vivo dion problema tragico ¢ umiliante che afligge il nostro Paese e alire 1 del mondo dove esistono grosse colonie di italiani: 1a ma- Fi Liantore trata i suo pubblico di govani con tata rancheran senza nulla di quella condiseendenza che cost spesso si rinviene in opete che dovrebbero servire a uno scopo didattico Ta descrisione e lacuta interpretazione stotica ed economica del fenomeno della mafia seguono una. linea apparentemente spezzata 0 meglio parecchie linee che si intersecano. ‘La mafia & un fenomeno attuale: nelle prime « notizie Lam po », In vediamo impegnata nel trafico della droga, nella specu- Tizione edilzia, nelPagricolturs, nella pesca, nonché in quella sua attivita sussdiatia c eollaterale che & Vomicidio. Le sue origini: Ia roca e mossa ricostruzione di Bufalati cl rivela come la vecchia classe ditigente siciliana gid in epoca lon- tana abbia rinunciato a ogni ativita economia, persino al meto Control parsssiatio delle propre sendie, c/s sia alidata a ln proprio corpo di « politia», bande armate di delinguenti incaricati di taglieggiare © spremere in ogni modo i contadini dei Iatifondi. Tn quella socictt a piramide iI governo si trovava.na turalmente assai pit vicino ai latifondisti che non ai contadinis ¢ la polizia uficiale, quella in divisa, non si trovd mai in fonda Imentale conttasto con Ia malia, Questa spesso ha collaborato con Te forze dell'ordine dei vari governi succedutisi in Sicilia, garan tendo la cateura o Puccsione dei piccli fuorilegge « non inqua dati», come gli scassapagghiar o i anit tradizionall NNella seconda meth del secolo scorso, la mafia si fa avanti, cormai come nuova classe dirigente, e non pit) come braccio seco: fare della vecchia aristocrazia: Ia nuova Italia ha un Paslamento,, 1 ‘¢ Ia mafia vi manda i suoi deputati che si schiereranno sempre ¢ in ogni occasione col governo in catica, I contadini, che non hanno trato alcun vantaggio dalla caduta del governo borbonieo, Chiedon le tere, si ibellan: la mafia colibor, volnteros mente alla sanguinosa repressione del governo italiano, Mafia egoverno non sono alla occasional: a Villa, nel 1900, viene eletto un sindaco repubblicano, non gradito al hini- stero degli Intern; la sua clezione viene acbitrariamente invalic data e si installa un candidato di fiducia, ceando una solida trad zione mafioss. Tl govetno parlamentare si trasforma in governo fascsta: i siciliani sono minacciti da due forme di terrorismo autoritaio, che sembrano trovarsi in concorrenza tra loro, T deputati di pat glia, gli « ascari » di Giolitti non servono pit; Ia mafia vorrebbe fornire gerarchi al nuovo regime, ma esso decide di fare a meno dell'aiuto dell’onorata societa; la vecchia aristocrazia terriera sa- uta con sollievo Varrivo del prefetto-questurino con poteri spe- Ciali Cesare Mori, spetando di affrancarsi dallesosa e pericolosa pprotezione dela mafia. Per la massa dei sciliani Ia durissima re pressione di Moti signifcava, nel migliore dei casi, In restaurs aione del potere del vecchio padronato, nel peggiore una perse ‘cuzione vastae indiscriminata, spesso senza nessun rispetto della legalitl. Quando poi Mori voile colpire quel settore della mafia che per livello sociale o per vatie benemerenze eta riuscito a inse- ritsi comodamente nel fascism, fu liquidato. Il ventennio faseista vedeva allora a mafia attestarsi sulle posizioni pit antiche € si: ure, sulle attivith tradizionali e radicate nella veechia societa feudale, agricola e pastorale: esazione delle gabelle, tagliesgiae mento dei pastori, furto del bestiame e — unico tocco di moder: mit Harel indstaalimentare delle cari inact fa Ia mafia doveva rifiorite e raggiungere un alto grado di splendore grazie anche alla sua giovane e vigorosa radice americ ‘ana: nel luglio del 1943, don Calo — cui Bufalart dedica una delle pagine pit immaginose ed eflcaci dl libro — trata ditet- tamente con Tesercito americano, tutto pullulante di gangster i origine italiana, gia utilizzati dal governo degli Stati Uniti contro lo spionaggio tedesco. Le alte linfe che nuttirono la mala pianta della mafia, provennero dalla veechia clase dirigente — ‘ofa separatista, per timore di una svolta democratic in Ttalia — « dallo stesso Stato italiano, che, come sempre, trai due mali, 4 progresso e la mafia, seeglieva la mafia. Don Cal, soddisfato della sua opera, poteva marie in pace, ricco stimato. La mafia ta diventata ancora tna volta una classe ditigente a pieno d- Fito, che veeideva o rapiva i laifondist, tratava alla part con veseovi, poizioti, uomini di govern, assasinava sindaalsti da tin lato ¢ bandit ottoenteschi, tipo Giuliano, dallalro, rega- Tandone i cadaver alle forze dei ordine Bufalari deserive assai bene il terrore muto di coloro che 00 serivano, non hanno amici gioenalisti, non hanno soldi per pa- gare riscatti, che non « fanno titolo », insommas a diflerenea dei Commissari, Direttori d'ospedale, Procuratori della Republica, che dallaldila, prima di vedere tegolarmente archiviato il loro fa80, godono almeno della meritata pubblicia Liolsima parte del libro teatia della nuova mafia, legatai tempestivamente allo sviluppo industriale dell'sola e dita al tralfco della droge, praticato con grande proftto con vina cea teanguillta, garantita dalle vecchie immunita e franchigie con quistate con la collaborazione allo sforzo bellico negli anni Que ranta, Questa mafia ha fatto giustizia — a modo suo — della vee chin mafia essenzialmente agricola, che non intendeva passare Je onsegne; ha consolidato ulteriormente i rapporti con le mafia americana, imbatcandosi in affari e imprese omicide di livelo internazionale; si compiace di clargite pubblicamente il soo ap posgio ai candidati alla presidenca del Paese pit potente. del mondo. E-un'ultima girandola di nuovi, recenti omicidi conclude Popera di Bufalai, Romano Mastromarrer Notizie sull’Autore Giuseppe Bufalari & nato a Fitenze nel 1927. 11 suo primo, tomanzo & La masseria, gid ttadotto in molte linge. Il secondo, La barca gialle, ha avuto il Premio internarionale Andersen pet il miglior libro italiano per la gioventt. Bufalari vive a Firenze, dove insegna in una scuola ele: mentare, ° Notizie lampo ed sceovi una moira sensazionsla. Un‘esceusione coptale ‘ocisn dala mafia 8 Stata esequita ong con incredible auacla flventi alle polieia eda continia uh persone. Poco dopo mezza- hott un commande matioso & peroteto nolTospedale evicn dl Palermo o quatto hile st sono presontt!l roparo. cra Indossando i eamicn Binco det me, col volt nastoat dalle Iaschere dl garze doi chiraahi eM kl sparava col mitra Quash @ brucapol. Sparava ak Toor eoperto di bende editex9 no feito dangplo 6 Vuomo sa bateava senca‘un gio, rina Ye Bonde, pol te Tonauola sl sono oorte a sanguey dk mgcchie sempre pl larghe s. aN insoepetebll personaggt cho réndono. possible a atte dl eapaeares i Goreano sono Impieat na trio dlla ‘ropa e formeno og una supermata In grado dl coafondere og Indagine “essa Sica ® In cris politcae smministrativa, Non. st salva neppare In pals, ta Gul rangh & Insite una vere rv Tezine= +. avste la mafia del posco, avalla de {abivicabiy, della droge, del contabbando, del'cqua, 8 perino Train do mort cum swvetinanto.& stato. dato allindustralo Cleslo Ca ~ pann. ‘lori fa aloun! womint con una mscchina agricola sono ar ‘vat sulla sua propriet un ogo vein al ume Toro, un grande ‘moder carafe, che Lavra per I EC () TE novembre, earcitl sono core bozcol! dt rosa Gi umn st sono fest Bu una taszora (non era nee su gorvegtant, Paequa bila ‘oto la tune. — Bu, vente — ha Matt apo. {Cosa devo fore, rompere tuto? — ha ehiesto Tuomo che gue ava la ruspa "2 tyo 6 an avertinento, quel burgia (non ha ahora vo lute page a don Calogero Cactus he he pleghisty eu cium () Pens facie, lor? = Ethe dew far, fool ul campo la erace del Simore, da buon efistano. Ee non paga gl bruceremo la eas Ta rus € entra na sorloete | soreglant eran stall av ‘antl che eta mepio per loro dinon fest trovare. La ruspa con {o'pala'e tora @-andata sue id nella plore splacccando 1 eclto, ch he aperto une e008 =.» auto & stata trovata sbbandonsta sul vate dt Vila Se ona, viei alla oasn fi Tod Groso, | funzinar sl sono Cinali hanno aperto I portabajaali, Subito& satata in ata on lolence inaudite, brenda gh cadaver sono stall acco) ache Sul rami dag ber. ( Merete, Comune topo. 6) Bisa campo 6} Bros ul de easing, gl ntesa in sano diepreg {3 Een he fsa He (sr oat sta at Sicilia XIX secolo Sui pascoli vicino al cielo Quando Salvatore apri la porta agli womini che erano arrivatt a eavallo s'sccorse che erano i mafiosi dell'onorata societ li cox fosceva. Erano Vannoz20 Minsadoro detio la belva, e Sasa di Trabia T cavalli scalpitavano mentre Minnadoro li Tegava all'aello del maro, — ‘SVaneddu fice 'a ruggine, Turi () — disse Vane hhozzo a mo’ di saluto. — E che, non viene pitt nessuno a tro varti dopo la disgrazia? Salvatore strinse gli oeehi e non rispose. Ogni volta che ve- ddeva Vannozzo lo stomaco gli si rivoltava e gli veniva voglia di Fimettere — Che mi rnceontl? — disse Vannozzo. Salvatore Ii aveva [atti entrare, sedevano vicino al fuoco, Sash di Trabia aveva proso uno stecchino ¢ si ripuliva i dent. Tl fuoco era acceso, era primavera ma faceva ancora fresco, T due indossavano il mantello e la coppola @. Vannozzo Minna: oro si guardava intorno apparentemente schifato di vedere la, Droprieta ridotia in simili condizioni. La cucina era in abban- dono, col sudiciume ammucchiato da ogni parte, © Salvatore stesso aveva i vestitt sporchi e strappati Salvatore sempre pit diventava simile a una bestia. () Questo anetlo ha fatto la raggine, Salvatore, (9 Abbigliamente ‘det matiosi, In campagna; Tal coppola & una specie dh bareo ‘Minnadoro disse a Sash: — Nessun pezzo da novanta() pro- tegge questa masseria, non c% pitt nessuno, né uomini né ane ‘mall, cos finisce chi si mette contro ‘gna Sabetta() ‘Sash guardava il compare. Molti non stimavano Minnadoro perché parlava troppo; Sasa perd sapeva che a lul le parole frano necessarie come il respiro, non cl faceva caso. [Nella stanza il furno era denso, catene per le pentole erano appese a un braccio orizontale che s‘appogziava alla parete; Cferano sgabelli, panchettl. Ma tutto vecchio © sporco ¢ polve oso, Formiche nere correvano sul piancito. Sasi fumando le “contava, intanto che il compare seguitava a sfogarsi '— Tu 's ci cride conto gioiva la masseria un tempo, Sasa @) = dicova Minnadoro. — A ogni ora del giorno in cucina chi ar | tivava poteva mangiare e sla, cerano tante vacche nelle salle ‘Tu non eri con noi a quel tempo ma devi sapere che la sorella, di Turi era fidanzata con don Andrea, il figio di ‘gna Sabela Si chiamava Maruzza. Salvatore a sentire sl nome della sorella corrug® Ja fronte, vvagamente ricordando qualeosa di spaventoso. — Della famiglia ora 8 rimasto soltanto questo ragazz0, que- sto mezzo scimunito — disse Minnadoro a Sas, ‘Sash seguitava a guardare le formiche. Incredibile quante ce erano in quella stanza. Gid avevano preso possesso del mur, presto la masseria sarebbe crollata = Sono tutti morti, morti ammazzatl, non & cosi, Turi? — disse Minnadoro. Di colpo Salvatore rivide Ia sorella ridere, rivide Puddu Gucciaria mentre faceva impennare lo stallone fuori della porta, Ricord che Maruzza aveva lascisto don Andrea e si era fidane zata con Pudd, Si 8 fatto tardi — disse Sash pazientemente, — E ora di spicgarglt quello che vogliamo. © Con in Sicilia si chiama Vulume F000 eli uno spettacoto piroteenico, il pit alto e forte. Cosi Ia gente usa chiomare i capi mata. () La signora Sabeli {© Non puoi efedere in tempo conyers allegra Ia vita, qui =F spiegagiso, sane di Dio, spegolilo bene Sash di Trabis'i vole gue ragarzo son grande che ef ceva quasi compassone, «gl disso! Fra poco patsramo fe mmandrie di don Giuseppe, E primavera, le vache torsano dl piano, Quando passeranno avi vino lascile stare, nom tex tart, & i avviso, hak canto? ‘Salzarono e se n'andarono via. Saltando a cavallo Minnadoro disse al compare: — La sorella era mala femmina,"ha. amo’ quello che si meritava (Om che se nerano andatl lo stoniaco si calmeva, Salvatore poteva respirare ibrament, Creo di dimenticare Sash di Trabla e Minnadoro e di pené sare comvera un tempo la cucina, al padre e alla madre, alle bestie che cerano nelle stale. A Salvatore piacevano le Besta, sopraitutio le vacche, ¢ avrebbe volutaaverne I! una per poterla sccudive y Gli ronzavano ancora neta testa te ultime parole di Min naudoro quando a un tratto ricord® quello che era sucesso, St spaventd, gli accadeva cos! ogni volta: SI prese la testa tea le than Era successo molto tempo fa ma gli Jembrava che fosse ie Era andsto a Petralia nel vtomno vsino al leccione aveva visto Puldu al suolo, colpito alla testa dalla Iupara, ol eranio se0- perchiaio e nuvole dt mosconi sulla testa e per terra sulla chiazen del sangue. Maruzza era subito pit I, Li avevano ammazzat ine seme. La sorella stava per terra supina, con gi indumentt strap pai, la gonna aperta, Dalla gola spaceata le era uscito tutto i Sangue. Sul yentre le avevano mesto una pannocchia dl. grano- turco per farlesireyio. E anche su di lei volavano sciami dl mo- Salvatore non riordava per quanto tempo fose rimasto im Pictrio a guardare due mort Po wrlando era corso van Ma lla massria Taspetava pelo. Campi devsiath i bestame cio, i padre ela madre Freda anchess! a olp di Tupara Salvatore rvide ratio quest, og volta Tn seena gi st pre ‘sentaya nello stesso modo; corse fuori a vomitare. oe Da quel giorno i campi erano rimasti incolt, non cers piit nessun amico, Salvatore aveva lascinto perdere tutto. Non pre parava pitt neppure i pall per gli stecconat Pit tardi si diresse nella selva per fare i giro delle trappole ‘6 de lace. Salvatore viveva con quello che gli dava il boseo, Is foresta era In sua seconda casa, ne conosceva ogni angolo ‘Cammind fra i certi del sottobosco € pot nel follo, per se ticri appena tracciats, Invisbili a ogni altro vechio. ‘Avera messo un laecio vicino alla sorgente dell’Aequ ® spid carponi davanti ai cespugli La lepre cera stata, fato il Jaceio e poi era passata da unaltra parte, Yo capi dalla diterione che avevano le impronte. Trovd il nuovo passagyio © ‘mise un Taceio anche D, ‘Cammind pitt in basso, in un pulito di tronchi radi, tn Ton: tananza cerano colli ondulati e sidi, fino a perdita d'ocehio, tutti inondatl dal sole, Passondo fra gli albert si sentiva con- edd, eva fit tento ‘Ala trappola dictro al faggione trovo una lepre ancora vive: cereava di fuggite, ma hui Yammazzb e se la ase nella camicia ‘Quando arrivd alla fontana bevve, poi sedette per terra. Quello era un Inogo che Faffascinava, non sapeva neppur Tui Ii perché. Fra gli alberi cerano mucchi di piete coperte di mu: schio e di altri sterpi, Un tempo dicevano che Ni ci fosse stato fun potente castello, una dimora patrizi, ed eli si Gaurava gh ‘uominie gli animell andare e venire, utto un correre Si sdraid al sole e si addormentd. Lo sveglid un rumore che conosceva, un suono lontano él ‘campanacei, det mugs ‘Sarrampicd stl sasso pit alto vide in Jontananza una fla ‘di vacche che risalivano la montagna, vide delle groppe bianche brillare al sole Stette a hungo a guardarle, ¢ soltanto quando, altima vacea fu passata riprese la via del ritoro. ‘Mentre camminava pensava alle bestie che gli erano sfilate avant! agli vechi, Per essere contento a lui sarebbe bastato, vere una sola vacea 18 Comined a penste a cosa ne avebbe fat. 1 olla sila, avrebbe accomedato Il tto la aces aaebe sata al rparo delle intemperie. Oppure Tesrebbesistemsta som Tul eucina ii parve un buon penser. Ep aft ie os viveva, dormiva, mangiava. * tp Die M dss «ung cea spr css fear dj loro mandant. ra acl far noml mu nesuna aieea iat, nessuno aveva sentito. a Quando infine i gendacmi ae n’erano andati Salva nitromta solo nella massa © stern scordat dl ates tn ce iran penta. jn cucina eon ut tna vaca ct srchbe stata be stata benisimo, Net ampi dt erba ee afer in abbondanea forage ‘non sarebbe mancato, 5 ea Arivo casa com quest penser ust pensir, mise Ia lpr sulla letra ema alla porta e comincid a spellarla. pee entre lvorav git pusava devant gl xc la process due vache Bae dle vant il che io a lr ma fevano vst paseo montan.» Ua wtla forse seta ani « Una vtlla fore pote pre In preds allapiteione and su e git nella sa andb su pit nella stanza quel pen- slero, appena formulto, ingrand subito ©, prese Rona el articoar, «Lo farel un letto Werba gu in ucla, so vena qualcuno la nasconderei ». 3 et 1 ormo pas lentimente, Salvatore st seniva Darla on Pod come sees pon scolar, ade ¢ veniva per la casa non osando pensare a ut Vendetta por baronia offese cll 21 6 i 28 agoto 1820 al grid Viva santa Rosalia | plccoiti“del berone aesaltarono i! Comune cl Pole! Generos, he evovarivendleato | it ullo torre. in Comino. quel ome crane gli amminstrator: §pioeon ucclsoro don Gandolfo | ill Glusoppo, Michale © Andrea. Que: ttultino ‘ra emministratore del patimonio. lic, Ls aera furona azces! fuoshl por la campagna perch tut ‘contain I vedessera e.sapessero leonoscore qual ea ta sola Wore legge dolla Silla, Por dv slr To tooto dog ucla! fi ono eoposta dave al carcae. I terz In plaza le teste furono Inasaa in una calls © ottenolTacoto, poste qundl ad exsleare tra to zioche al eole deogosto. Gusndo dopo lun! gor la pola jtervenne i colonello Costa fece arresar gil assassini ma appena trad « Cllesano Tile Ger cot spat erate gute stnle et Sopetae Co on fer um ako intrventa frome acl Aci mel ot rom pega! rcoeagna meni Ee egal! ad eventual TV eho non arvenne ma. Una muova classe dirigente: i gubellot M delegato Vonnazz0 al capo della polizia del Regno delle Due Sicilie in Napolis sion sul Pelanento per shiscelare il movimento contading 8 tela ata Home eopogpo cel ti, venga eam ae min lsat loro cap sono del par da ovana Go| baroni, clo® gabellotl, compr ote prope @ Yanga ad toners a! nb Toran in mura close sect ‘lassi dngent sono viuscite a debellare ton ese age “ebel adel che vole Ta fine di un teaitore este del teens ppl Gil, in Monel morte di Salvatore D’Amico; ee ter mar ha a mer oat A i anol aon sept eo a tia wes Sos See Fe rested ml Shei et Sgt coma «ra la vostra autor né tutte fe pollaia lian iascrete = sa var mi ootonte Io atetto serio villanzn dopo unde girl Dinca bvatate arvato ervllto da colpi Hara. Avova un ase, bocce, Net inguaggo della malls questo. wo! se che {aoe og ee ha pelto fon deve scie pl neppure In BUD a bar eva dette nota del mandente del 300 pxeaunto fot er ne, tule di un onarovele depute dela ie fee aasthe 8 aneha eapomata. Chiedo pertento autorzzrion® fe ovolgererlservatendagin Collusione con la paix Ondine ai servizio, legione di Palermo: sc,Soapendore Indagini... tL tenente lpalto Gialo te sfoito de Monrealo a Termini imerese...prenderd sors, J Broglieletorl ssosin Panini 1 plciat! sane passat dl casa In cata a verte tango it votsre pari candiato ami. "Sata soheds che vi dann et ara un seqnae © sapremo st bite come avate votato — han det. — Alensone dl votre bene, M' gorno precedente qialo dele votriot grup di amie 0 cate eee passat nelle we del paese, saranda in aia perche {unt codeasero git avertinent 1 esemats reciamato i rigltato delle votaion| 6 tata rants Testa perch 11 candidat amieo aveva vito. te errata ho non avevn votato bene ha ato conto peceeayaretes (), don Carmelo ha, avto la frmacls een eco seeing ttt toga! li albert dolla proprit®..n ‘Avere in mano In polisia ¢ i funxiona «Dopo unit aia fa afi 8 sompre suscta a far og gerd soar eputat, he ata Camere eran chiamat! deputatl 1) Ae beni it tgio dst gurat porta cansepuen more 26 eli, Voavine cusses! co88 che Govern pre i ero poten Sere conte a re, No eyvano In camo et ot favor alco nate an dla Sa daar tnt pte aici Ivor erate dst ha nt pon ero tania dal funsona aml che fosero ta: Stora ual mies © gg we pan he on a sivolte det contadini Le condaon dot pore sai conti ano tuto tranche he oo a2 rina eee a amare 5 on irda prone | id roa 090 dalla at. Stnballona wportamente moo ca 1 Sito oeverare I sella mato Go ind alesereto dintervenite pr rpsiare Vordng cos Riservats personae ll ganerale Mora dl Ln lala aur Inman tutto cara dh ‘eontadina 2 inset i tbinale spe imprlonare cap de La glustria 8 sogno premicre il controll dalla situazione eid ees ene Ponsa Soe ere sect ee ae le arml, Vagguato ¢ Ia morte... (9). : (©. Novaceo, «eos sls mat, Miao, 26,9, 230, La casa era ancora aywolta nel busio ma in cucina Antonia si era alzata, aveva acceso Vacetlene,e fuori i terracceri ef vaceari ‘si movevano nelfafa notturna, si preparavano al lavoro. dei camp Quasi subito Vito andd a svegliare il nipote. — Su, vient — ali disse stringendogli un poco la caviglia del piede perché si svepliasse. “Erano d/aecordo di andare a eaecia, Roccuccio aprt gli occ, Si gird ancora una volta sotto ls coperta, e balzd in pied, Alla sorgente i vaccari avevano visto tacce del cinghisle, Vito aveva deciso di ammazzarlo perché non sciupasse 4 x90. colt Ne avevano parlato lui e il ragazza, avevano decisa di far tutto da soi Vito e Roceuccio in cucina fecero gli ultimi preparativi, Roe ceuccio afild alla cote il eoltello-a serramanico, Vito contd le car tucee. Era veechio curvo. Aveva posato la pipa sulla pictra del focolare ¢ parlava al nipote dei cinghiali, gli raccontava le cae: ciate fatte da lui quando era pit giovane. “= Ogni volta il cinghiale vol vedere il sangue — diceva il vyeechio. La fiamma del fuoco gli arrossava il vieo, Era una etc ‘cina nera, il fumo rientrava dal camino. La lampada ad_aceti- Tene attaccata ai graticei dei pomodori buttava luce gialla sul fumo, sulle pareti dove erano atlaceate le imm lorava Varia di sloni concentric ‘Stetiero a lungo a prepararsi ¢ il veechio parlava di cine ghiall, — Hai paura? — gli chose, infin. Roccueclo disse di no. Antonia gli consegnd il pane e Ta sal- sicela, — Attenti, potrebbe essere pericoloso — disse fermandosi avanti al veechio, — Ci sono in giro cattive persone in queste holt C’ stata confustone ad Alcamo, soldati hanno sparato iNessuno dei nostit ha partecipato alla sommossa, not pon el eccupiamo di questo, nol rispettiamo il barone, not rispet- tiamo gli amici, non pud accaderci niente. “anna st chind sul veechlo, che seguitava a contare Le car. tucee, —- Hanno visto nel boseo 1 pieciotti del barone, aspet tano { contadint che tomano da Aleamo. Roceuceio ascoltava; era un ragazzo sveglio, aveva_tredi ‘anni, Mentre afilava i coltello sentiva Yodore della pietra. Ol ‘dori gli piacevano. Guarda In sorella e disse: — Andremo a taecia To stoss0, il nonno € io. “Avevano deciso, © non ei avrebbero rinanziato per nulla al mondo. Bra la prima grande caccia del ragazzo, e forse ultima faceia del veechio, Non ascoltarono Antonia, niente Ii avrebbe format ‘Vito dal ganeio dietro Ia porta prese il fice e dette a Roe- cucclo un tromboncine () pit piccolo, — Ricorda di tirare alto, Guestarina ha la canna bass, ricordalo! ‘Gli disse anche altre cose, mentre uselvano. Fuori cera In hina, Rocenccio send ledore det cani alle ca tene e, pit intenso, quello delle stall. ‘Vito ai ferm® per ascegnare ai terrazzer i lavoro che avrebs ‘vero dovuto fare quel glorno sulla propriet PMSe accade qualcasa come cl comportiame? — gli chiese Santino, che era il eapo degli worn. ne Niente avete visto, niente avete sentito, a voi nessuno dard noi. — Don Vito benedica, — Vai al cinghiale,allora, Roccuccio, — disse Santino. uit at uomini si erano accortt del ragazzo, del fuclino, € ‘dal suo aspetto marziale, sorvidevano. — Se artiva il cinghiale () Arma del XVIII seco, con Ta canna cortaallargats a tromb 30 sala presto su un cielo — dise uo, Gi at seo aller mente, Quando pero Il chi I guard sone andaron aia, Vito ¢ Rosseio pesero perm sate, fev edo, la cas scompave distro la olen, + rumor 3 atenurono, st trovarono in aera campagna Com slo gro de gil ‘Aline dei cami, trap ser rover la prea de ocqu quel pono la gone ela nasser ayera visto Te ore del opie Andarono ad appostars sotto un cio sevatco, non fon tano da li. ee : : AL ie della fans ta machin sembrava ner, camp dt to pic ceva, Cera una nabbotna di nl: ole ral! Rose So dv rc a Yeh Okc vache) Gua viene pore To senti dal rumore. Se ae a ee laggit vido dle ombre cores atrveso le stopies — Be solo — mormon ~ Stn foro, str Non era il engl, erano vomini, corevano svolarzndo come eel. Passronn breve deta, per un momento Row ‘cuccio sent) il loro odore. : a Quast subio are ombreapparero nel prt, vomin che ft Insgivano. Tut in senso coneano ile stopp una Galina, Tosogit © ieeglon scamparreto, Recess ora pe un poco sent It smote della cores“ Ch sno? smormord. s . "Non ha visto nulla, non si nulla — dise s1nonno Bassa voce. : % TI ragaz2o nom oxd isntere, Mail veichlo sl chind sopra di hi at mise una mano sulla sella; deendogi gravemert = Sono't comtadin! det barone, x sono riblla,€ tpleltt fora gil stanno dando In exci, = Colla faranno a slvara, 9 fag? 1 vcs I tex I non & grande abe stanza per loro Il vecclo teva che {soldat avevano messo in priglone | capi dei contadini in rivota, e che ¥piceothaveebbere into ee he eee: opera, ma era abbastanza tranquil, Nella sua casa non c'erano. state sommosse, egli si era accordato col campieri del barone Se wuol vivere non ribellarti mai ai nobili — disse al ragazzo, Prese la pipa e se la mise in bocca, Non cera pit nessun rrumore, pensarono solo alla caccia. — Ci appostiamo, tu qu, fo nella vigna lageid, ‘Réccuecio rimase tra | cllig! al limite della brughiers; alzd Sl cane dal fucile per essere pronto ad ogni cvenienza. Intanto, ‘mentre aspettava il cinghiale, pensava agli uomini che corre vvano, ai loro inseguitori, La luna era sopra il suo capo. SL spostd pit volte, sempre cercando una posizione pitt comoda ‘tava in una specie di buca, completamente nascost. ‘11 nonno si sari addormentato » pensd. Vito era vecchio © ormiva ogni volta che gliene capitava Toccasione, Stava in eu ‘ina nel canto del fuoco, parlava di qualeoss © magari improv. visamente non rispondeva pile russava, Forse in quel momento stava nella vigna a russare, col fucile tra le gambe. Roceuceio pens® al cinghiale, — Guol se non Vammazzi al primo colpo, te lo trovi addosso quando meno te lo aspetti © 1 sbrana — aveva detto i nomne. Sent ancora il rumore di vomini in corsa, i picsiotti torna- ‘vano indietro, Traversarono il prato © seomparvero. ‘Roccueeio quasi subito avvert Fodore di qualeuno che stava ‘vicino a lui St immobiliz® nella buca, senza osar di chiamare {i nonno, Non aveva paura, Vieinissimo un ramo si spezzd. Roc: ‘cuceio fissava le frasche della siepe. Le vide muovere, apparve la festa di un domo, Nel chiaroze lo vedeva benissimo, Era un contadino molto lovane, scrutava i campi c la brughiera. Roceucclo sentiva il ‘suo adore, un misto di sudore e di paura. Un animale braceat, ecco a chi somigliavn, Era cost vicino Jul che ne sentiva il respiro. ‘Cera anche un altro uomo; lo vide solo per un momento, era tun altro contadino, Scomparvero entrambi, ¢ le frasche si rk chiusero, plccoli rumori glindicarono che se n’erano andati, Sopra il fondo valle le stelle impallidivano; fra gli alberi ppassb una lieve brezza, 2 Roceuecio non ebbe pit tempo di pensare ai due, alliinprov: viso sentl un grugoito ¢ subito un forte odore di sclvatico, Awe vertl un lieve trottare di zoccolie poi pit niente, e poi ancora nella brezza il puzzo violento ai un animale [Non riusciva a vedere, Ia bestia si confondeva col colore det ‘campo, Pens’ che fosse nascosta nel fostato, Guard® verso la gna dov'era il nonno. Con tina mano laseld il facile € tastd il coltello a serramanico. « Se ferisct un cinghiale non cercare mel lucciderlo, salta su un eliegio e mettit in salvo » gli avevano Aaetto. Tiliegi erano I, con Vocehio givdict quale Fosse il tronco pitt facile per salirct. Ma dentro di sé era risoluto a non rifugiars sullalbero, ‘Nella vigna nulla indicava che il nonno fosse svegtio e pronto f sparare, «Se dorme e il cinghiale lo sorprende lo fara a ppezal» penso, e temette per Ii Pens® anche che se davvero il nonno dormiva egli era solo ad affrontare il cinghiale. La vigna era illuminata dalla Tana, @ dal lieve chiarore del giorno. Finalmente riusel a individuare il punto da dove veniva il rrumore. Sotto Ia grande ficsla in mezzo al campo una massa ‘scura avanzava plano verso i eiliegl. Roccuecio spiand i Facile, To appogeid al ramo dun cespuglio. Nella luce delfalba nel rato si materializzavano altre ombre, il cinghisle lo perse dt vista. Poi, violentissimo, avverd il suo puzzo e sent wn grugnito. Una forma massiceia sidelined davanti lui a non pit di vent cinghiale passd sul fanco del prato, diretto alla vigna do- vera il nonno. Roccuccio era tutto sudato. Punt® il fucile con calma e spard; Ja bestia fees uno searto, si Taneid verso In vigna con un trottare rapido, con un grugnito selvagglo, Roccucclo avtebbe voluto ricarieare ma aveva le mani moll Mai aveva provato sensszioni cosl fort. Il cinghiale «allonta- nava verso Ta vigna, avrebbe assalito il nonno che dormiva col fucile tra le gambe, Urld a gran voce, contemporaneamente sent una fucilata f pol un'altra, quasi insieme, Roceucelo vide Is hgura nera del nonno uscire dalla vigna Corse verso di Iui, quasi che qualcuno lo inseguisse, A met petcorso talent, stingendo i fuclle II nono era seduto si na pietra, acendeva la pipa, il ci ghiale era steso ai suoi pled. 11 ragazzo sedette accanto aT I nonno si chind, — Bravo, hai tirato bene. Forse hat tira n po’ basso, ma & i Fucile che ha quel difetto, "hai preso troppo Indietro. Ovi dovesi prenderlo, vedi questo punto, ricordalo, Era un punto sopra le zampe davant. 11 il nonno Vaveva colpito, Roceuccio stava a sentire, guardava e imparava, Si era del tutto calmato. — Mai sprecare due colpt quando ne basta uno — gli disse ancora il nonne. I cinghiale alla luce dell'alba ern ispido, brillava, Sorseil sole ed erano ancora sul prato, sedutl. — Scommetto che non hai ricarieato — disse il veechio. TInsieme presero un palo della vigna © et legarono il cine ghiale per Te vampe. Il veechio mostrava come fermare le corde, ‘come fare i nodi, — Non & grosso, forse ce la facciamo noi stesi 2 portale, Tl sole usci dagli slberi, nel caldo le motche st levarono a’ sciaini, Quando ebbero accomodato il einghiale, il veechio © il Tagazzo mangiarono la salsiccla e il pane che avevano portato. =" ora di andare — disse infine il vecchi. Riuscivone a sollevare il cinghisle. Era pesante, ma ferman- dosialcune volte ce la fecero a portarlo. Né maj avrebbero con sentito di farlo portare ad altri ‘Acrivarono alla casa che il sole era git alto. Antonia era an- data a prendere acqua 8] porz0. Quando li vide i chiamd a gest Del cinghiale non disse nulls, plangeva, Disse che due contadint ‘erano stati impiceati dai piceiotti al quercione della curva Sicilia XX secolo Prima che Ja Ditta del Nord calasse nel paese coi camion per sventrare la forests, Nofriu Mascalucia col suoi mali por tava giornalmente la Tegna dal paese alla stazione ferrovisra, ‘Nino Papé, il ragazzo che faceva da garzone, si guadagnava Ta selomata con quei viaggi attraverso la montagn. NNegli ultimi tempt le cose erano camblate. La Ditta aveva portato dalltalia | suot eamion e le sue ruspe; per i mult non Cera stato pitt lavoro, Era cominciata una lotta fra le due famigle della zona tra i barone di Torrefugata e don Cicclo Spera. Tre morti a lupara, nell ultimi mesi, perché ognuna delle due cosche () intendeva, are protezione alla Ditta ed ai lavori che doveva fare. ‘Una notte fu detto in paese che il barone era scomparso, Fu la notte durante la quale venne tanta neve e tutti ancora la rk cordano. Quando Ia mattina Nino use di casa trovd il paese tutto ‘coperto. I burgisi erano usciti a spalare. Le donne con lunghe pertiche sgombrarono i teti, che altriment! col peso sarebbero. rola Per sciogliere In neve exano stati accesi grandi fuochi, Fumo stagnava sulle case Nino si calcd il berrettuccto sulla testa © cammind per Ie strade, osservando ogni cosa. La campagna ¢ i sentieri ano ir €) Famiglia mafiosa riconosebill. Sullo stradello che andava alla cava abbandonata cra gia passato queleuno. La neve era pesticciata, c'erano orme pprofonde © una specie di soleo. « Chi sara?» pensd Nino, © subito incuriosit, decise di soguire quelle tracce. Cammind fra Ta neve, divertendosi a fare scivolonl, a tare palate a un branco di passeri. Aveva gia fatto un bel pezzo di strada quando, girata Ia collina, sent delle voei. Saffaccd tra ‘ cespuglie vide due womini che aecendevano un fuoeo. Li cono- sceva di vista, erano Giovanni Parwarasa e Ceechino di Monreale Dalla prima occhiata gli parve un bel fuoco ai legna, bril Java in mezzo alla cava, Stava per usclre allo scoperto per an- dare a scaldarsi quando s'accorse di quslcosa di strano. TL fumo era nero, | due non avevano dato fuoco alle frasche ma bruciavano nafta, Vieino alla fiamma cera wn lungo fa otto, doveva essere stato quello a lascare il soleo sulla neve, Giovanni con tun barattolo ci butava della nafia, subito sav. volse nel oso Nino non ebbe tempo di rilettere, Intanto che Tinvolto bruciava vide un braccio ta le fiamme, pol la testa di un uomo. ‘Sant Antonio aiutami, oh SantAntonio aiutaml » preg®. Giovanni Panzarasa e Cecchino di Monreale erano due pic: clot di don Ciccio Spera. Tl barone era stato ammazzato, non avevano potuto portarlo via a causa della neve, € ne stavano bbruciando il corpo per disperdere ognl traccla. Alora si sent le gambe tremare, era in pericolo, si volse per fuga. eve cosl in fretia che la neve intorno a lui smottd alzando ‘uno spolverio blanco. I due se n'avvidero e Giovanni si levd la lupara di spalla. — Chi 82 ‘— Uno mi vit €) — usd Cocchino di Monreate [Nino fugiva, Conosceva Ia zona meglio delle proprie tasche, Ja paura gli raddoppiava le forze, in breve Ii distanal. Arivato al paese s'infild correndo fra Te ease, e per far perdere le sue ‘tracee per un po! and> dove clera pitt gente, entrd in un bar a radio diceva di tempeste che clerano state um po' dovun- que, che San Mauro e Palermo exano bloceate, tanto che a mala. ©) Qualeuno ct ha visto pena ci poteva transitare il treno, Tutte le strade erano inter role. Nino spiava dai vetri. Aveva il cuore in tumulto, stentava a calmarsi. Non poteva topliersidagli occhi la scena e ora sapeva the Tavrebbero cereato per ammazzarlo, Non riusciva a pen fare, non riusciva a vedere nessuna via di seampo. « A casa no? ormo, saranno Ni che m'aspettano », pens®, Nelle strade cera gente, In trombetta ¢ Ia voce di compare ‘Tito di cantonata in eantonata bandiva la riunione degli operai della Dita Qualeuno disse che Mingegnere doveva partite e che fra poco sli operai avrebbero cercato di lberare la strads, gi comincla- ano’ radunarsi Liingegnere era un uomo del nord, alto ¢ bella, in pacse tu sll volevano bene. Raccolse gli operai in squadre, ce salir gli autist sulle macchine, { motort rombarono tuttl insieme, Nino teneva docchio Ta strada. Non scorgeva ancora i due picciotti che avevano fatto il fuoco alla cava. abbandonata, Liingegnere seguitava a ditigere lavorl. Bra vestito di plliela, ai suoi comandi le ruspe areancavano, gli tomini si davano da fare coi badi Due vecchi parlavano col naso ai vetsi. — Non ce la farenno 1 partire — diceva il pit. basso, che ogni poco si sofiaya jl aso con un fazzolettone blu, Ta neve era troppa, le muspe e § camion dovettero Fermarsi, ali operai smisero di lavorare Viingegnere urlo che quel pomeriggio doveva prendere il treno e fece chiamare il Sindaco per studiare Ta situavione, ane darono tutti in Comune a stazione ferrovinria era dall'sltra_ parte dei monti, era un viaggio del tutto impossibile perché Ia montagna, bastava ‘uardarla, appariva tutta bianca, deserta ¢ abbandonata, Nino sentl i due vecchi dire che l'ingegnere avrebbe dovuto rassegnarsi a rimanere bloccato per almeno due giorni. Si guar- davano ammiecando. Che Vingepnere con tutta la sua potenza dovesse rimanere fermo come qualsiasi altro mortale sembrava, non dispiacerg Ouasi subito entrd nel bar il figlio dt Ganzirri¢ disse a Nino 9 che Nofriu Jo voleva in Comune per un lavoro con i mul. — Su, allora, addormiscinto, ehe aspetti — gli urld il fio di Ganzirs, — Aspettano a tia. In Comune pensano che solo tu e Nofriu coi ‘muli ruseirete a portare l'ingegnere fino alla stazione. = Noi, cot muli? = E chi altri potrebbe muoversi con questo tempo. = Quando il cielo si mette storto le loro machine non vale fgono niente — disse uno dei veech, sputando, — Se durante il viagglo et saprai fare lingegnere ti prende 4 lavorate nella Ditta e pud essere ta tua fortuna, Guardavano lui, Nino s'aggiustd il berrettucco, use correndo dal bar. 1 mult passarono per la strada del paeee con le sonaglicre festantie tutti corsero a guardare. Nofriu, alto e dinoccolato, conduceva Ia fila; Vingegnere stava in sella sull'ultimo mulo, e Nino intabarrato nellorbace ‘ottava a pied dietro a tutt, ogni poco dando alla folla occhiate furtive Nofriu era wn uomo nero con un cappello floscio sulla testa, che non faceva mai parola Fra stabilito che dovevano accompagnare Vingegnere « fare {in modo che potesse prendere il treno alla stazione ferroviara Prima sarebbero saliti a Casetta Bianca, da Ni sarebbero.scesi dalfaltra parte della montagna fino alla stazione di Abriol, 1 mull si laseiarono dletro le ultime case, in testa Fioravant, ol il mulo zoppo, e poi Gagliarda e Poppina. Una volta, quando era da portare legna, la fila tuti | giorni aveva eamminato cost per quel sentiero [Nino si volse indietro, nessuno li seguiva. Passavano fra 4 pini, Vingegnere stava in sella alto © imponente, Non tirava vento, il cielo era limpido, — Come ti chiami? Nino mormord il proprio nome, disse — Voscenza bene. ica — ¢ stava per approfitare delloccasione per fare amicizia, mma il mulo fece uno scarto e dovette correre avanti pet cal. marlo, Era una salita scivolosa, Fingegnere dovetie scendere & pro- seguire a piedl. Camminavano sulle péste delle beste. In cima alla fila Nofria teneva le briglie di Fioravant, scegliendo la ‘trada senza mai voltatsi. — Pieghiat! acura, () vossia — disse Nino allingegnere, e gli parve che quel cristiano ora fosse un 1amico. CominciD a dargli consili perché si stancasse meno, gli disse il nome del posti da dove passavano. — Qui si chiama il pratone, qui il pozzo dell'anatra, ‘Si volse ancora indietro, aveva Vimpressione che qualeuno i seguiste, a trattisentiva in basso scrichiall,lontani rumor ‘Dopo il fasopiano arrivo di tra gl alberi il mormorio del vento, comineld la montagna. — Ci siamo — disse allora Nino. ‘Man mano che salivano diventava freddo, la neve era pit alt Pot il vento sollevd intorno a loro un pulviscolo bianco « i ghinceio seriechiold sotto le zampe dei mull. Pu su udicono un rumore di accette, det taglialegna taglir vano alberi su un pendio. Brano avvolti nel mantelli © lavo- ravano di buona lena, nonostante quel freddo, — Sono impazuitt,.. a lavorare... con questo tempo... — urlo Fingegnere. —Non vogliono perdere Ia glornata, vossia, Pia sopra incontrarono gruppi di earbonarl che preparavano le piaezole per fare il carbone e st movevano nel bianco come fombre. — Fra poco siamo a Casetta Bianca! — urlb Nino. ‘Ancora pi in alto videro lo stecconato di una masseria se- ‘isepolta fra Ia neve, — To mi fermo qi, non ce la faccio a pro- sequire — disse Vingegnere. Balbottd qualcosa, laseib Ia coda del mulo e cade, = Sant’Antonio, oss, che fai, perché hai lasciato il mulo — li urld Nino, B subito fischid forte eereando di richlamare Yate tenzione di Nofriu, Ma il vento era contrario, Nofriu non sc corse di nulla, la fila prosegu per In sua strada Er un brutto posto, il vento Faceva come un turbine, Le bestie lentamente #allontanarono nel nevischio, asciandoli soi ‘— Voglio andare a quella masseria — diceva Vingewnere, fesausto, Nino gli urld di non perderst d'animo; a quella masseria ‘non potevano fermarsi perché nonno Fede, che abitava Ti, era (©) Prondete Is coda del mo. un veechio pazzo e dopo che gli era morta Ia moglie sparava a chiungue glt venisse a tic. Lisiutd facendolo camminare sulle péste det mull, Ma Yin- gegnere si buttava ogni momento gi, dicendo che non ce lsvreb- bye fatta ad arrivare. Nino lo spinse fnché gli parve di vedere 1 ‘mull fermi vieino a una fila di faggi; alloa fischid forte, urlando alingegnere che stesse di buon animo perché tra poco sareb- bero stati al riparo, a Casetta Bianca. — Su, ecco 4 mull, vedi — gli urlava, autandolo a rialzarsi Nofriu aveva il mantello e il vito coperti ai neve, — Che & successo, alloral — url Nino accenn® la coda dell'yktimo malo. — Su, prenditi qui, vossia, Bisogne levarsi da questo venta! Lo dovettero issare a forza sul mulo, perché quasi non st ‘movers. Nofriu ce lo fermd con le fini. — Attento che non. cada — urlo al ragazzo, Tornd in testa alla fla e ripresero i Viaggio. Nino non perdeva di vista Vingegnere, che sulla sella dondo- Java come se fosse stato un saceo di patate. Lentamente prose- gulrono nella tormenta finché a ridosso della cima apparve il Dosco di Casetta Bianca, Entrati fra le querce si sentirono subito protett; di Id dagti albert infuriava il vento ma I cera poca neve e sembrava un altro mondo, Casein Bianca era distro gi alberi, del fumo usciva dal co- ‘mignolo. Lingegnere poté rialzarsi sulla sella; quasi subito i ‘ull scalpitarono davanti lla cass, — Cumph Turi — pridd Nino, 1 mull fumavano per il sudore, Nofrlu Ii mise al riparo nella stalls. In eueina nel camino ardeva la amma, il vento e il freddo sembravano lontanl. — Senti eome si sta bene, vossia. Cumpane ‘Turi, cummare! ‘Ma non c'era nessuno, la casa era vuota ¢ silensiosa, — Si ranno a Tavorare sulla strada, cumpd Turi & casellante Lingegnere non poteva sentiro, si era laseiato andare sulla panea, nel eanto del fuoco, stava con gli occhi chiusi, Nofria gli ‘portd un boccale di vino che aveva trovsto sul tavolo, [Anche Nino bevve, disse che il vino era buono © Fece schioc 2 care Ia lingua, ridendo soddisfatto. Ora che Vocchio gli si abe {uava al buiovedeva la cassapanca, | eannlecat! del formaggo, Ie tmmagini sere appese Intorno al quadro di Santa Rosl Era una ccinaricen, ngombra di massrise © di prowiste, ‘easelant hanno una Buona paga » pensd. Appesi al solfitto erano rotlt di salscee, due vesciche di lard; aleune file di peperon Nofria taglid i pane ¢ il formaggio che avevano portato Mangiarono,fniono il vino, poi Nofri s'alzb © disse che sa febbe stato bene riprendere fa srada se volevano fare In tempo 2 reno — Non mimporta del treno — mormord Vingegnere. Tata 'che ditt sembra dificie ma devt parte, tava Lo eonvigeo a srs, — Devi camminar, con sali — disse Nin, cgi most come si pots saldarslbatendo fe Braccin in ere. Saliono sulle bese, appena ust dl fag furono dl mua nel vento. Neppre il tintinnare delle sonaglete sl sen pid. Fischlava sult orci, moray I respi. irato coll fx muattora shoot sulla provincial, dove it Yeno trae tno, LA videro compare Tot in moglc ¢ 4 Suot fii tat avo pel mantle spar Ta neve ce amo dl lberre la stada, lt snidarono Iacono. Quando i texto riconobe Fingers, led sl eappllo urlando qua tom cho slo in parte ruslrono a capi Dicoa che per ul tra_un ono es ammarieaa don ese rovato nella a Sta Compare Tur stava fra la neve con la testa gig € sco: perta, per rspelto,c Nofra gl disse del vino che avevano be toe che ingegnere I prossina volta al sarebbe poss pb Smgo acasn suo na ce ora avevano feta peri eno Passat il culmine, di [adsl paso, lasiarono Ia, provinlle, tornarono. sll, matte, Sotsro pena 2ona con fento, dove a neve ser accumslna ince che acnillvane AT ask: Tra un ammast Talo scorgevano In asso la val, Ta fomora en lontaranz, case ot Abril, Nino disse allingegnere che laggid, © indicava col dito, cera Ja stazione ferrovisria, 1 mall slllvano i tavorto, szariavano con vlleta, sok lean ol Ia et endeaoreo, Uo mal et Yano nella neve fino al elt e lt uomiol dovevano atacarl alle bestie per uscirne. i : il gi rg albert I vento dma, le domalere delle be sti tlarono regslarmerts,c sllora'a Nino tarmarono tem Sir. Ricord> quello che ava visto alla cave, al Vole todetra Dr vedere se qusleuno i seuiva, B alloa vino a Catt Blancs vide brillare qulcosa, Sent un tf al cuore, bilaano eanne di fell, Guardando meglio Vide degli uomini che sendovano sul setiero da, dove fre trato pasitl. Erano tm due, Grovann! Pansaranae Costing dt Monreale.avevano tqito perehe non avesse tempo di andare dal carabinieri, e ora volevano ammazzarlo. ne Mente scendevano la meontagna Kino pensava a come sak vars gl parve dl vedere una via us Rimase accanto allngegere. Alla prima masera che in conirarono Nofiu non si fermo, con quella masera cctano Stati contrast interes; ala rastria. dopo, Nofria nom st fimo en nt de rag pe ating sa pre trotandogt scant, Lingegnere lo ascltava, nae ‘stanco per parlare. es Ogni poco Nino st voltva vedovs {de sempre alla ststa distanza. . Artvaron sul fondovalle,totarono per la fumar, eta versaronoe dopo aver pertrso un sentir insta sbocearon faimanie la terns, rosin davant alla stron Alloa no alutd ingepnere s teendere, Samo arvval ek = li disse. a La stazione era un edificlo isolate nella campagne. Silla strada Tentmente un camion savvicinatay andi” Fermarst vicino al marcapiede dl tno, dove la neve er meno all Giovanni Cecchino sarebberoacrval fra poco “Legato un anllo crs un cuco con gl rece penolni, piu nun caro. Davant alla stations eran exstiant er, ve: 4 ‘ati dalle masserie; aleune donne aspettavano vicino al loro far fgotti,stringendosi addosso Jo scalle, 'Nofriu leg) i muli a un anelo, prese il fieno dal sacco eT fece mangiare, Col treno doveva arrivare un carico di zucchero di pasta che { bottegai del paese gli avevano detto di prenderes hesstno poteva prevedere quando i camion avrebbero potuto di ‘nuovo transitare da Casetta Bianca, Lingegnere si era riposato, riprendeva colore. Si accomodd dignitosamente i berretto sulla testa, indossb meglio Is pelliccia, fammind sulla banchina. Tutti le guardavano, Nino stava ac: feanto a lui, Voleva parlargli ma il capostazione, che stava. sul Iarciapiede, accortosi di quel sigmurone, lo preg daccomo- darsi nella sua casa, al caldo, — Vieni — disée l'ingegnere al ragazo, [Nino non ayeva paura, Ceochino e Giovanni finché et si tro vvava fra la gente si sarebbero limitati a sorvegliarlo. Avrebbero Cereato di ammazzarlo durante il ritorno. Gli prese paura di thon riuseire a portare a termine il suo piano. ‘Dentro la casa cera caldo, i vetri appannati, non si respiravas 1 capostazione Ii aveva fatti sedere e raccontava allingegnere Ja propria disgrazia, Disse che per una punizione ingiusta Vave- vvano trasferito da poco in quella stazione miserabile, parld din- iganni, raccont® tutta Ia storia, L'ingegnere ascoltava, senza i+ spondere ‘Quando udirono in Jontanarza il fschio del treno if eapo chiese scusa, alferrd il herretto € usc. Anch'essi_ tornarone fuori : ‘Silla banchina vomini ¢ donne si erano alvati. Lingegnere disse che quella notte satebbe artivato a Roma, — Sei mat stato ‘ Roma? ‘Senva aspettare risposta domandd quanto Nofriu gli avrebbe dato per quel lavoro coi mull ‘— Ascolia voscenza wgegnere Tinterruppe, Uro fuori Ie sigarette © gli disse di ui fece cenno che prenderle perché Ini ne aveva delle alte fon fumava. Non cera pid tempo, ormai Giovanni e Ceochino ‘davevano essere in agguato da qualche parte, Arrivo i ischio del 46 ‘reno, pit vieino. Ancora il conyoglio non si vedevai ma’ la gente sulla banchina cominciava a prepararsi. Finalmente, dopo il terzo fschio, I treno spuntd lage in fondo, tra gli alberi, e venne avanti sulla neve sbattendo dol comente Nino impaurito afferrd Yingegnere per la manica della pel Iiecia. — Voscenra devi salvarmi — gli disse. Gli spiegd tutto ‘brovemente, gli disse quello che lo aspettava se fosse rimasto, I treno era davanti al marciapiede ed ora sullo sterrato era tutto un correre, un chiamare, un urtars; gla eli sportlli si frano aperti, scendevano uomini e donne, da ogni parte sbuifi di fumo, di vapore. — Che aspetti,alloral — disse Tingegnere. Si hind e gli mormord qualcosa, Solo un momento, voscenza! ‘Nino si mosse pit veloce d’uno scoiattolo, Corse dove Nofriu sit scaricava dal bagagliaio I sacchi della pasta e dello ucchero,, = Nofriy, al paese non ei torno — urld, — Diglielo a mamma = Che dict = Nofriy, i picciotti i don Ciecio mi ceteano per ammaz- zarmi, ma io vado collingegnere. Ha detto che mi trovera un Posto, diglielo a mamma, al paese non ci torno, Corse indietro © di colpo salt® sul treno dove L'ingegnere Vaspettava, Dal finestrino vide la banchina e i cristiani terra, Vieino al sentiero c’erano Giovanni e Cecchino. — Becoli, sono loro — disse allngegnere, Per un po' ebbe paura, ma allimprovviso il treno sfavvolse fn una gran nube che naseose tutto, Un fischio lacerd Varia, 1 vvagoni si mossero, Quando la nube si dissipd il treno correva, tra le montagne 46 Dichiarazioni della madre di Paolino Riccobono” i Dalla prima dichiarazione fatta ai carabinieri + sane fila Prowiden, subito dope evere sontito all spar ie sulla montagna Blom Giovanl Chit) grmato. Succes: vamonte ho sapito che insiome a Giovanni hi tuo! giomo lasedencho su fratello. Angiolo fanto Fu f anche Glovonnt Chifer a sparare a Paolino ‘La mafia awertt la donna di cambiare la deposizione se non vyoleva che la sua famiglia fosse ammazzata. Ecco la nuova di Chiararione della donna in sede di giudizi: Maa: 8 at on at Giudice: = nitruttoria 800 fais? Como ih saput? ‘Madre! =,..era stato Wn sogno che fecl, un brut. somno, sigor Giudice, Mera apoarso. mio Ngo stsso emo ll evove att mio filo aeeassinato = () Da M. Pantalcone, «Hl sass in boesa», Bologna, 1970, pp. 108 s 103 Villalba 1900: come la mafia controllo il Comune Dal Ministero degli Internt al prefetto Codronchi, Caltanis- setta: portant Taba, swvocato Pa considerate = ona ‘ine i codes, Pret Ondinanze prefttizia solto II nuovo Consiglio Comunale df Vilsba,.. Net ter: Init dt logge saranno Inde nuove slesan Per i asbrgo ell normale arvminstasone ‘orek nominsto” wn Conmissrlo Rogio. Beco come, per ordine del Governo di Roma, fu liquidato i repubblicano Pantaleone, sindaco liberamente eletto di un Comune dove la mafia ancora non esisteva: 1 Prefetto scelse un candidato da opporgli, Yavvocato Vine ‘enzo Vizzini, perché solo lui avrebbe potuto vincere. Vincenzo Vizzini era infatti eugino del grande capomafia Calogero. Viz- (9M Pataloon, 9.938. Nel 1901 Vincenzo Vizzini si present® alle elezioni. Gli msi avevano seatenato il tervore, cos) poté vincere. La famiglia Vir- Zn} i affermd sostenutn dal regio potere. Elezione di un capomafia Da wo'inchieste giomalstice, Villalba 1970 +. Vilaba ogg la captale dell mafia. Cl ® natoe vissuto f on Gaiogoro Viz capo del cap. Cl rato Angelo Bru, bose ‘ela famiglia Coan Nostra ai Fladelfa. Ei! paoso ch forlsco Imoggior numero at cori Golfer la droga dopo Castellommare del cco come nel 1908 venne eleto il nuovo capo assoluto della Sicilia: ‘A Monreale era morto don Giuseppe uereio, eapomafia del- sola, onorato dai fratelli per aver risolto il difficile caso Nox tarbartolo (). Nonostante che il corpo di don Giuseppe Guercio andasse in decomposizione esso fu tenuto per vari gorni nella bara aperta. La tradizione vuole che il vecchio capo non sia seppel- Iito finché non ha dato Iinvestitara al. snceessore. Emanuele Notarbarolo, presidente del Banco di Skits, ne fu alfontanato per intrighi della mafia. Avera seoperto le prove che Vonorevole Patizolo | suet amie della famiglia Caceamo wish ‘ano {soldi della banca per | prop Sn Fu aasassinato il P feb braio 1893 sul treno Termini Palermo, Benché la mala fos20 fy far chindere Mstruttoria alla magistrators,dellsola per Insuficienza indi, lo scandalo denne. nazionale. Ml proceso apni a Milano, La Protara di Palermo apparve tanto impleata da. rifttarst di consegnare al magistratt milanest le carte igtardant IH Paluzolo. La mafia vivelo tentacol potenti a Roms, dove. scam: parvero atti pubblis, document, prove, «perf. decret_ Gem fal re. Collaborando_ alla repressione anticontadina dsl 1894 Imalia seppe ‘equistarsl grosse benemerenve di fronte al Governo, Don Gluseppe Guero fece capite al Governo regio che | depuiat 4 poglia della rata ght sarebbero stad wil Alla ne gh tre pro- ‘est tutto and® come'Ia mafia volevs: sscolion! per insuleisnzs ai prove. iq ‘A Monreale fir atieso Varrive di don Calogero’ Vizink. Era tun glovane eapocosca che gid si era distinto ed aveva trovato Jntese con In gente di Roma. Doveva arvivare in carrorza da Vil. alba. Nonostante il fetore del corpo i preti salmodiarono, le prifiche plansero e si strapparono { capell. ‘Alfarrivo di don Cal le donne fuori sulla strada forma. vano tna nera processione. Solo gli uomini stavano nella stanza Don Calo davanti alla bara si fece il segno di eroce, poi pos) le labbra sulla fronte del morto, per indicare a tutti Fassorbi. ‘mento del potere. Uno dopo altro gli uomini andarono a ba Clargli Ia mano. Bra il nuovo capo. ‘Come don Calogero Vierniottene i «rspetto » Due piceiotti erano dovuti fuggite in America © don Cal, nella sua prima richiesia, prego un rieco borghese di aiutare con tna somma le famiglie dei doe. ‘Quel borghese si chiamava Li Vecchi, era detto cosce larghe per il suo modo di camminare a gambe divaricate. ‘Quando Li Vecchi rifiutd ei pagare Ja tassa stabilita don Calo gli fece dire queste parole: — Sicte libero di fare come, credete, il don non vi obbliga e non vi obbligher’ mai Una sera due mafios armati To prelevarono vieino a casa Li Vecchi stava rientrando, s'accorse troppo tardi delle ombre ppoggiate al tronco del platano. — Vossia venisse con nol — disse uno dei due, avvicinan- oglisi, E subito Li Vecchi scorte sotto il mantello un facile a Era caldo, e finesire della sua casa erano aperte, sentiva Ia figlia cantare. Preso dalla disperazione pens® di gridare. — Vos. sia non lo faccia — disse ['uomo, seoprendo i denti in un sortso, Li Vecchi non Taveva mai visto. 1 secondo uomo era i ‘colo, con dei capelli che sembravano lana. — & solo una pas seagiata, vossial = Voalio parlare con don Cald, ho cambiato idea, voglio dargli'u pieeu @, (0) La tossa che In mafia rehiede — Vossia chi & don Cala, non lo conosciame, ¢ ai che pieew A ‘Allora Li Vecchi segu! i due, che lo portarono su uno spiazzo Tontano dal paese. Lo legarono & un palo. — Che mi fate, vogllo parlare con don Calb, lo conosco, & amico mio Gridava ma nessuno poteva sentirlo; quanto al due noa dicevano parela Dopo che Tebbero legato al palo gli misero ai lati enormi ‘barattoli inflati su pali pit plecol. Presero 1 fucili ¢ andarono fad appostarsi a venti metri, Li Vecchi nel buio Ii guardava. con tli occhi fuori delle orbite. -- Non sparate! — urlava ‘Quando tirarono la prima fucilata pensd di essere morto, sent un rumore spaventoso. Poi le fuellate seguitarono. Nel bbuio vedeva la fiammata del colpo che partiva, sentiva scoppi lacerant due travano ai barattoli, ma gli ci volle del tempo per ren- ‘dersene conto, ed anche dopo ogni volta che sparavano git sem- brava di morice Passd Tintern notte fra quelle fucilate La mattina per rincorarlo gli fecero bere del caffe, non si rexgeva in pedi. — Vossia bevi che tt fa bene, & stato uno scherzo fra amici Calearono bene sullultima parola perché non ci fossero dubbi, ma Li Vecchi di dubbi non ne aveva Quando lo Insclarono tomd subito a casa, quella mattina stossn spontaneamente pagd 'w piceu, dopo avere ritirato una ‘grossa somma alla banca inati giunco che passa la piena ‘Quando il fascismo and al potere sl eapo det capi giungevano dda Roma notizie contrastanti. Qualeuno diceva che il faselo si. rebbe stato contrario all'onorata societa, altri che Vavrebbe porgiat Ci fu una riunione a Palermo, nell'albergo dove ogni volta si sitrovavano, Oltre a don Cald vi presero parte don Vito Cascio, Ferz0 (), il don di Corleone che era dottore, etre capi dell'ovest, 1 don di Corleone prese per primo la parola. 1 pezzi da no- vanta volevano notizie sulla situazione, — La nostra forza stava tun tempo nella politica, Yelezione dei deputati ci dava il con- trollo della polizie, ma ora che le elexioni non ci sono pit come: andra a finite? — chiese a don Calo Era caldo, nelfaria le mosche si muovevano pigramente, i ‘convenuti bevevano acqua e zaymit@®. Tl veechio don Vito Caseio Ferro disse: — In genete coi go- vverni di destra non é difficile trovare Faccordo, — Se gli amici entreranno nel fascio avremo di nuova il potere a Eee re a Fmavano, era una stanza tranquil, di tanto In tanto pas yo sava una macchina sulla strada, i. b a > (!) Tl capomafia che nel 1909 uccise a é il leggendario poliziotto americano. ¥ 3 (ease con anise,» ws Ua molto ifom in ica i Be. — Vito Genovese) ha portato a Mussolini 1 soldi delle fa ‘miglie americane — disse il don di Aleamo. S'asclug® il sudore Aspettavano che don Calo parlasse. Infine il don di Pai leo gli chiese: — Ci sono notizie da Roma? Don Cald alzd gli occhi, e disse semplicomente: — Le cose andranno male, non ho nessuna notizia "= Bisogna entrare nel faselo, secondo me, usare la solita — Ho molto rispetto per voi don Vito, ma non credo che ‘questa volta ci sari un accordo, Spero di sbygliarmi ‘Ma allora.. come faremo? — Entrate nal fascio, poi staremo a vedere 1a seconde sivnone 1 pecsé da novanta non st siuniscono mal pit di una volta per Sistemare una questione. In quel mese le riunioni furono due, entrambe nell'albergo.palermitano. ‘Quando i camerieri fe ne anvdarono, dopo avere servita i rin freschi, | eapmafia sedettero ognuno al suo, posto, pido meno Tontand dl Capo a secon della gerarchia: alla destra di don Calo cera don’ Vito Cascio Ferro = Vi ho disturbato perché ei sono novith — disse don Cald con voce atona, — Siamo stati avvertiti che il fascisma Totter’ omtro di not Nessun pals = Mussolini ha firmato fri Il deereto di nomina per un pre Fetto con poteri straordinari, e gli ha ordinato dl liquidlare la mafia, La mafia non & possibile Hiquidarla, & In stessa Sicilia — disse il don di Monresle. — Siamo not la forza del sangve, (0) Traficante di stupefacenti,ricercato dlls poliia americana per assassinio. I! gangster fu ricevuto da Mussolini a Palazro Ve- hezia gil dete 281000 dollart per Teresi dela casa del fascia i Nota. I re lo nomind commendatore della corona, Con Vinvasione lmericana torn tn Sieia come interprte del sovritendente ame. reana in Kalin 8 Yonore dei sciliani, B i baroni che dicono, Ii abblamo sempre alutath Don Antonio, i baroni non moveranno un dito per noi = mormoro don Calb. — Il prefetto si chiama Cesare Mori, © arviva. domani, — Al treno potrebbe suecedere una disgratia — disse il don i Aleamo, Don Calb non prese in considerszione quella proposta, am- rmazzare il prefetto non sarcbbe servito a niente, Don Vito prese Ia parola. — Ho sbagliato nelle prevision = disse. — Abbiamo tutti sbagliato, tranne il « don ». Faremo. sapere che sono io il capo della mafia del'sola e prenderanno ‘me, forse si accontenteranno, — Non si aecontenteranno, sari una lotta dura, niente pos- siamo fare. Non siete stato voi a sbagliare, don Vito, né altri E irata la forza delle cose e ora ei & contratia, Gli uomini di pancia(}) si vedranno in questa oceasione, Don Calogero sembrava tranguillo, sorvideva, Per la prima volta si alzb davanti al consiglio. Fu allora che fece il discorso che doveva essere ricordato per la profezia del ventanni, peril buonsenso e la Iingimiranza = Che vomini siamo dunqve, se non usiamo la ragione — eo rincid a dire. — Una lotta inutile a noi non serve, dobbiamo stare al tempi. Possiamo vivere solo se sempre sappiamo ade- ‘guarci alle situazioni. Noi non siamo i pezzt da novanta della religione, né siamo quel peze! da yownnta dello Stato che sc fenano guerre per salvaguardare aleuni interessie fanno miliont di morti. Noi non abbiamo accettato le regole che essi hanno posto alla societh a nostro danno, noi siamo liberi uomint dlaffari. Lasciatemi dire pereid che’ dobbiamo avere sempre: di mita i nostri interessi. Ora dobbiamo essere pazienti e astuth ctiati juncu, ca passa la china Q). Forse ei vorranno vent’anni rma alla fine avremo noi la vittoria, ©) Appellativo che Indica & vert mast ©) Pletati giuneo, perehé passa la pena Cosi disse don Calogero Viezini cil discorso fece impressione; spleg® quello che secondo lui avrebbe dovuto fare la malia, ri peté il proverbio che cost bene esprime la sopportazione © Ta Saggezza dei sicilianl, GH amict avrebbero dovato sparite. — Chinon pud vivere sard accolto in America e tornerd quando Al governo fascista sara inito, in America gli amici ci ajuteranno ‘a mettere fe basi per tornare da vineitori e non da vinti, Sark tina battaglia lunga, come ho detto, ma chi ha vinto wna guerra, Si sa solo alla fine, Quando questo governo cadra la mafia de essere pit forte di prima, pronta ad affrontare i tempt nuovi. La represione + .1.010 che scoadde 4 pia toribilo dl quanto lo stesso don Cals vevaprovsto Il prefetio Mort fece nesumare | process fhe le magistrate sctiana colnvota nella mata sveve. con fluso per ineuficiena. di prove. Molt, mafos! farono. manda fl confine. I grandl mafios| efano att per Testero, Alcuni Veco peral da novanta Turon iprigional, Net tribunal ¥ ma Uiotrat dovevano gudiare tree quatroceno impatlper volta Areata ta tortura, fu falta votonea ale persone © alle cose Un peredo ol torare por la Sills...» La fine di don Vito Cassio Ferro 11 Prefetto stava alla scrivania © aveva dictro di sé Ja ban icra italiana. In piedi accanto a lui cera il commissario dt ppolzin che per tre glorni aveva interrogato don Vito Cascio. ‘Don Vito stava seduto, gli avevano rimesso camicia © cra yatta ¢ da quando era stato introdotto nella stanza non aveva pronunziato parol, — Sappiamo che siete vo! il capo della matia dell'sols — gli disse infine il Prefetto, alzando Ja testa dalle sue carte. =, eccellenza, 1a mafia non so neppure cosa sia, Hl commissario allungd la mano, mise due dita nel colletto {el mafioso, sopra il nodo della cravatta, e diede uno strappo. = con Sua Eccellenra ti consiglo di usare altre parole. o 11 Prefeto fece un gesto, come a dire che Ja cosa ormai non’ ‘aveva importanza, — In passato vi hanno messo in earcere un dict volte per altretianti dlitt, sempre siete stato assolto per inguficienza di prove. Ora la mafia & fnita siete fini '— Per quale imputazione sarb condannate, eccellenza, con che prove? — chiese don Vito — Al nuovo governo basta Ja certezza morale della vostra colpa, Voi siete colpevole, una prova o Yaltra non ha impor ‘Mentre lo portavano via don Vito incontr il don di Monreale. Lavevano torturato, avevalividt sl viso, Gli mise una mano st) bracclo facondogli un cenno dincoraggiamento. y ‘Anche don Vito Cascio Ferro quella notte venne plcchiato © nesso alla tortura della « cassetta» Due ore dopo dette segai di non farcela. — Basta, levatemt 4; qui, riconosco ai essere il capo della mafia sicliana — disse Alora lo liberarono e gli fecero firmare un fogli, che su Dito mandarono a Roma, I giomali seppero che il capomafia, dellisola era stato imprigionato, Gli agenti fabbricarono prove: fasulle di colpevolerza per contrabbando e den Vito fu pro- cessato per diretssima 4 Durante il processo si trineerd nel silenzio. Quando alla fine I presidente gli chiese se aveva niente da agglungere si alzd uardando in viso i suoi gludici disse, scandendo le parole = Signori, vol non potendo procurarvi le prove del miel nume- rosi deliti, siete ridotti a condannarmi per il solo reato che non ho commesso Mosh quasi subito in carcere, forse in seguito alle torture subite Poco dopo fl duce annunzid alla Sicilia, alla nazione e al mondo che Ia mafia era morta, che nessuna forza «mai pit avrebbe potuto farlarivivere» (9 La tortura consisteva nel costringere le membra dentro ung asset di legno finehé il dolore diventava insostenibile. Ved Pentaleone, ops cit, p. 15 6 Lettera a Nitto Laforgia, Harward University: + .-awal ormei capito che il fasclemo, erodendo di poter rk Solera la quostione con la frza, ha commesto un alr. erore el quale moti tn fluro paghoranno Il conto. Le repressiane & fries solo ad approfendire il solea Wlacampcensine che @ som pe esistito ta note Ital, In Halla non eaplezono V nost pro bom, noni hanno mal capi, oredono he Ta mata passa essere ‘eliminsta on unperaziono_ dt polite. La mata & un fatto so: {alee eaist por malt mati, principale di west & che le chezza dollsola © poce. Chl he poseeduto questa rlechozza ho ‘sempre dovuto cfenderla con ls forza. Non eb rlechozr por tut {dopo WI 1812 1 richt solo sppogaiandsi st malas! henna. po tuto mtimigie I pope tenero in servi ‘Duemla anni fa Sepione se volle fare Ia spediione contra silln, | ich dt quel eg ara porché a a uot Solo so saranno scoporte nuove font dl leohezea in Sica Yorgenizzzione aconomieo-ociale otra cambioe, © elo allora |a'mafa sprit, almeno la veschs mafia. ‘30 cho In America t nostr! mallet hanno in mano gren parte ‘et pore, qul molt parla fondre un partto separatist, di staceare Ia Sila dal tali.- 1a fine del facismo s-Losercto americana vonne dal’Afea# sccup® Is Si ila. La rosistonza dello nostra truppe fa rina, anche perch Alla popoleione non ebboro alto. 1 siitanh accoleero invece ‘watakmente git amerieant oho arrivavano guide del" mates! Tl foselemo nl rovinosamente 11.20 tao 1949 gl Aleat eran Vila ¢ st uficall ame ean! presoro contatto con don Calogero Vizzn, it soo eho tose In grato dl eesiurare Vordine deol, tn ogni passe furono. tominatsindacl notl moi. Vito ‘Genovese ore interprate ai Charles Poet, sowintendente a ricano ogi far allan, I falocco biontl La Seis ert mero samen, non sl rovava lun te timone. noppure | familiar dalle itime eolaboravano con. Ero una terra ballsima, sembrava Il paoso doall de, era invece II pacce del demoni. Facevama un lavoro masacrant, eravamo tanchi ol corer, d nterverre inutlmenta a tute te chlamate; faceva aldo, Cerone maseye @ Inset da ogni pare er quanto rgunedaGiuliono posso dre questo: tin giovane di Montolegre cha ra stato orpreso da due ntti dat Arma mento con la mula tasportva contraband the saechl ot gran. Nella coluasione ne aveva ucciso uno da host pot lla mocchio, Aveva eastitito una banda, 1 suol 1 fotenentiorano Pistons, Manno, Cucinells, Badelament e ab fr. Quando stovo a Partinico Giuliano divenne comandante del. v EVIs (ora imaligerte sito. Perla logge Halana eran ti sev ‘obi aveesero unto etotbe ot Ge Teva con | corbin, ditrutee halt cx Bites tinct trot nso ns i ir ch | sini vominerana soldat © nn cant bend ' Glomall‘lcovano” « attacea dalEVIS dsaccarnt delle fo dlfrane imino acute Inmente seta St tn reat nol carsbinienbrancotevamo nel buo, Soto pit tr bo soeuto che era la mais trove lea dutta PY Antonio Maggio, uno dei psclotti di Gest Sontvo li amie pare a bass vac, ecarcovano et clch { mitre le anion. Oonunaprenda lo socso mere eae catori — ci disse Pisciotta. E Da Maonino aver clascano un mite, Salvatore Guano far brvemerte Si vot po a eraroe dl Si fla ch dece.~ blova cole c's I baoe Gri H namics ‘s0n0 | carabinier. ee Una volta Gano er babina 4 crainler svevono messo In arcere mio pare perche evra preso'un pando bottoge del Kero: caine ste sangre con poe A la testo fornaio che cl alfameva ol presi oppo at hon face tml ont Stina i elo © i properly fl. gram re {oreo aura colina er ote, condone la casera Non Crane Wt i pease dori. for atccre eopetano Forsne di Turd, Cuando aid te iar pr cn patna oe Ines del ererma 1 popoesone fa con oat cara now fu a, psaun ‘ut, Doo ar cho | rl st deaoro bone: rego shale me i soprattacemeno. e Gicinlia iI misors, si but ln coppola sulle sini Becedete tut Si apn paseo 8 aca mr, ei Tose {pants por prio naa casera. Cl enranmo comm unchon ‘id Tua frogee olrciv, buttamno por ane oe, cate: — Quest sno le tas lop che homo Sone Sieg Into pover—urlotno dl note apled lec, resvene y fossero distrutte per sempre. . (0 Eserito Volontario Indpennza Sista, % Me, segretario din partite politico = Avot frit, siete pronti? — dle Pigiota sd alent che stovano lla stones del marescilo, ano Badalawenti-€ duo sit. Quando ental anchio vl che ‘evevnpiturato sul sure Ta nostra leo. Avavano dlsegnato Un imo armoto ah mitra che con une scarica tage | topemt con Mala, cece Videa che tut dovono conaseere Ero rmasta della Hela, prima dsl ecris W ciULANO. Ww GhiSe T'pornallcovevano aapare che dal eran passat i soldat! del separatism. eto Turd, aye! tro It ist ists dara tinitiche ot alorl'nn al lmonrrao cho polite | crate! ten sal nalvr onomere dl bandana al ar tans eta, eendet et eoneal a see'Mtionn naperine plies pe seer cool @ see ea Non aver alta va Govern a can he Croke ZS ce oe aro sete posto rier in ala fe stan enna da Rome Prvone ilies cho Bee {Gro pla amo grams. Title cones seer non pote oxsrer- hime che oa es morse ipa et ga a rene apunzen HT seprnsra ei bane Cueo, rds eyenn rani seue preonalth roman eto alla onesie} Inu rsa sia la moto porecla asse cea Sh Cus vale a mobil ete ero veo vino ‘tery Totten ton oi srebero sat Sela canbe “een jc a da utr aco rane cle. rae ments Guest vtec Ge | nal srebero eo sa Paar auto tal grass i robil arr 8 mata simp arto ae ose fat pray sto aren | sere Stato, Finglas Rove 8 Vario he rlegamno SMasta a onc: Ct asureor cho po pane avebor a ahs inc lal crop Rvslionr epandenza itn Gh ReRiag Sp Be oS Pamalone, p18, Sant Cala onde ented Nope Sultve « combatere, Faxone dt Monaape avene tn ‘ue tomo. ‘Avevom0 fog Ges Informatio por conscare | movinent doi rain dep rvara rs sel fle noe fonise «tolerate die Fre ale St “Tuna a ung stud In itaone 8 Meta |o vidi insiome a Pisciotta osservar sa thon ol Broo gusrdavao Ia gent © 1 pana rae ¢ itd Mole on

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