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LA CORDIERA (tav. 1, n° 11 - tav.2 - tav. 3) La cordiera trattiene i capi delle quattro corde del violino da una parte & dall'altra 2 a sua volta trattenuta dal bottone mediante un laccio, detto staffa, che passa sul reggicordiera. Essa si trova cosi in sospensione perché non tocca la tavola armonica. Il materiale usato @ solitamente legno d'ebano, ma pud essere di bosso, pero, acero, palissandro o, per esercitazione scolastica, di faggio. Costruzione. (tav.2) -Su una tavoletta adeguatamente dimensionata (fig.1) si disegna il contorno e con la sega si asportano le parti eccedenti con l'avvertenza di lasciare qualche millimetro di legno in pit dalla parte delle corde e del reggicordiera, perché essa possa essere messa in morsa senza che il legno si schiacci o deformi (fig.2). Con la lima si va sulle tracce del contorno, quindi si rovescia la tavoletta e si esegue lo scavo di alleggerimento della parte anteriore con la sgorbia. Tornati alla parte superiore, si esegue l'arrotondamento (fig.4) © T'insellatura (fig.5) prima a sgorbia e poi a lima. Si rivolta di nuovo il pezzo spessorandolo dai lati perché non abbia ad oscillare durante la lavorazione e si esegue lo scavo per il supporto del laccio (fig-6) con coltello e sgorbia. Fare attenzione, nella foratura del supporto per il passaggio del laccio, che i dadi di ritenuta siano ben sistemati perché non spuntino sotto il fondo della cordiera, e che i suddetti fori siano lievemente divergenti dalla parte del bottone. Parallele alla testa dalla parte delle corde si tracciano alcune righe (fig.2, a-b-c-d) che delimitano i bordi del cordoncino, i limiti dei tagli di aggancio delle corde ¢ quella su cui insisteranno i centri dei quattro fori. La scanalatura d'incastro del cordoncino si esegue a coltello e bedano e sara di profondita costante eccetto che agli estremi dove si ridurra quasi a zero. La trapanazione dei quattro fori va fatta con estrema cautela per non rovinare il pezzo e con la massima precisione possibile perché i fori risultino perfettamente allineati e gli spazi tra i fori e tra i bordi della cordiera risultino uguali. Per far cid, si misura la lunghezza della linea “centro fori", si sottrae la somma dei diametri dei quattro fori e si divide il risultato per cinque: il risultato rappresenta lo spazio di legno compreso tra i fori e tra fori e bordi (fig. 7). Col compasso si segnano i centri dei fori: i due centri estremi saranno ad una distanza dal bordo pari allo “spazio legno" pid il raggio del foro (fig. 7b), mentre i due centri interni disteranno fra loro ¢ fra i due precedenti di una lunghezza pari allo "spazio legno" pid il diametro del foro (fig. 7c). I tagli (fig. 8a) 4 saranno innanzitutto proporzionati alla grossezza della corda che dovranno reggere e lievemnte divergenti verso il ponticello, cost che risultino allineati con le rispettive corde quando esse saranno montate (fig.2, fig.3). Il taglio sara profondo di pid sulla facia superiore cosi che Y'angolo formato dalla corda tra punto d'aggancio e cordoacino risultera ottuso, garantendo una migliore sicurezza alla rottura della corda. ‘A questo punto si finisce la levigatura della cordiera, tenendo presente che la sua coda (verso il bottone) dovra avere linee morbide , perché yenendo spesso a contatto del mento, non debba arrecare fastidio (fig.9). La leyigatura dell'ebano si pud ottenere usando carta abrasiva finissima e leggermente oliata, ovvero con una striscia di cuoio leggermente cosparsa di pasta abrasiva finissima. In commercio si trovano cordiere lavorate a macchina e che pertanto hanno i difetti tipici di quella lavorazione. Nel caso di un loro utilizzo sara allora necessario rifinirle, badando soprattuto all'inarcatura del dorso ed alla perpendicolarita della faccia interna della traversina di supporto del laccio bottone (fig. 5h), cost che i dadi di ritenuta risultino perfettamente in asse col laccio stesso. Il cordoncino si inserisce nel suo incastro, preparando una lastrina d'ebano, avorio, osso ecc., dello spessore dovuto e con la base perfettamente combaciante col fondo dell'incastro. Dopo la sua incollatura, si toglie con Farchetto la parte superiore in eccesso ¢ si finisce arrotondando i bordi (fig. 10). Nel montaggio, la cordiera va agganciata al bottone cosi che essa sia a contatto col reggicordiera, in modo che quando le corde saranno tesate, essa se ne discostera quel tanto perché non “frigga" durante il suono. La sua coda comunque non dovra in nessun caso sporgere oltre il bordo dello strumento (fig. 9). . Vi sono anche cordiere di forma diversa da quella descritta, che di diverso hanno solo la particolarita del dorso a diedro, cio@ a due spioventi, col colmo coincidente con la mezzaria della cordiera stessa; larghezza e altezza rispettano quelle tradizionali. FIG. FiG.40 FIG.9 vioLiNo ni5 40 fejzo_| aa 45/5 6 20 afr] O] am) oO] of e i> 412 Z lo £5 vo} zz pA REGGICORDIERA (av. 1, n° 12 - tav. 4, fig. Si pud considerare una parte della montatura anche se € incastrata_nel pordo della tavola. La sua funzione é quella di sopportare la tensione esercitata dalla legatura del bottone-cordiera quando le corde sono tese, oltre a quella di tenere sufficientemente sollevata la cordiera perché non tocchi mai la tavola. Esso @ in legno duro, quasi sempre ebano, 0 pid raramente di bosso o palissandro. Costruzione (tav. 4) Si incide ¢ si asporta il legno del bordo della tavola per 33 mm di lunghezza in corrispondenza del tassello inferiore-e con una larghezza tale da superare di circa un mm Ja filettatura (fig. 3a). Vi si inserisce un parallelepipedo di ebano predisposto come in fig. 2 ¢ lo si incolla. A presa avvenuta si asporta il legno eccedente la linea del bordo della tavola (fig. 3b) ¢ con lo scalpello si smussa il primo terzo dello spessore del reggicordiera verso la cordiera e si arrotondano i restanti due terzi verso il bordo, abbassando man mano I'altezza del pezzo cosi che la cordiera montata risulti sollevata dalla tavola di circa 4 mm. Si raccorda infine il colmo del reggicordiera col bordo della tavola mediante una sguscia di 1 cm di lunghezza (fig. 4a). Si leviga e si lucida. Il filo di collegamento della cordiera col bottone, detto “staffa", anticamente di minugia, rame o ferro, @ ora di nylon filettato che fa capo a due dadi che restano nascosti nell'incavo della cordiera ¢ che servono a regolare la lunghezza. [REGGICORDIERA iolino Wiola ello 1A B3 mm BS mm 55 mm B 10 mam, 10 mm 15 mm Cc oO mm. 0 mm iS mm TAY. 4. BOTTONE Elemento tornito troncoconico di ebano, bosso o palissandro (vedi reggicordiera) che serve ad ancorare la cordiera allo strumento mediante la staffa. Esso trova sede nel blocchetto inferiore, al centro delle fasce € sulla mezzaria dello strumento. La sua testa dovra risultare lievemente inclinata verso il fondo per meglio contrastare la trazione cui é soggetto. Di cid si terra debito conto quando si fara il primo foro col trapano, cosi che successivamente I'alesatore ne seguira l'inclinazione. Il foro nel blocchetto @ passante all'interno dello strumento e servira anche per Vispezione o T'introduzione di qualche attrezzo utensile quando lo strumento & chiuso (vedi posizionatura dell'anima). I bottoni si trovano facilmente in commercio; essi vanno comunque passati al temperino cosi che la loro conicita sia assolutamente identica a quella dell'alesatore. INCA VO DELLA STAFFA PONTICELLO (tav. 5) E' quell'elemento della montatura che trasmette le vibrazioni della corda alla tavola. Somma @ quindi l'importanza che riveste e che qui ovviamente non si tratta, demandando a ben pid illustre ingegno Tindagine ¢ la motivazione delle sue caratteristiche. Esso @ in legno di acero platanoide (con raggi midollari molto evidenti), normalmente in commercio in forma semilavorata, sulla quale si dovra intervenire per lassestamento dei piedini onde ottenere la loro perfetta aderenza alla tavola, per l'appropriata curvatura della sua sommita ¢ per la formazione di una lieve bombatura sferica della faccia rivolta verso la tastiera. Si davrenee inoltre rifinire le parti traforate per ottenere l'eleganza della forma. - Rifinitura. Tenuto ben presente che il ponticello dovra risultare in asse con la bisettrice dell'angolo formato dalle corde, che normalmente comporta il suo strapiombo verso la cordiera di circa 3 mm, si interviene con molta pazienza e cautela sui piedini perché risultino perfettamente appoggiati alla tavola e dello spessore di 1 - 1,5 mm. Fatto cid si corregge l'arcatura compresa fra i due piedini (fig. 1a), cosi che il suo arco risulti parallelo a quello della tavola, arrotondando poi a semicerchio il suo raccordo con i piedini. Anche gli incavi ¢sterni dei piedini saranno a semicerchio ma si raccordano alla linguetta superiore secondo due sistemi a scelta: 1° a linguetta’ piatta (fig. 1b) e di spessore uniforme: dal raccordo semicircolare del piedino si inizierd ad asportare legno sotto la linguetta cosi che essa risulti ben modellata e lievemente slanciata verso I'alto. Parimenti si asportera legno sulla faccia superiore della linguetta, al suo inserimento nel corpo del ponticello, cosi che risulti parallela a quella inferiore. Cid comportera una lieve incisione del ponticello per ottenere un buon innesto della curva della sagoma successiva sopra la linguetta. 2°- a linguetta appuntita e ricurva a becco (fig. 1c): per ottenerla bastera allargare ¢ prolungare il semicerchio di raccordo col piedino ¢ rastremare la faccia superiore della linguetta appuntendola verso Vestremita libera con una curva armoniosa cosi da ottenere un becco. Superiormente alla linguetta si trova una sagoma tondeggiante che normalmente va ritoccata a seconda del tipo di linguetta scelto. Proseguendo ancora verso I'alto, si trova una voluta traforata che si spinge nel corpo del ponticello e che termina con una puntina che va pure ritoccata: a partire dalla sua base (fig. 1d) si iniziera gradualmente una rastremazione che formi dapprima una sezione trapezoidale con la base minore rivolta verso i piedini e che si concluda poi con la punta a coltello 10 fastremazione che formi dapprima una sezione trapezoidale con la base minore rivolta verso i piedini e che si concluda poi con la punta a coltello il cui filo risulter ovviamente inclinato verso un punto sopra il centro della curvatura superiore del ponticello (fig. 1, sez. x-x). Anche la linguetta mediana del "cuoricino" traforato al centro del ponticello (fig. le) va convenientemente ritoccata e qui si raccomanda ancora di pid la massima cautela per la particolare sua fragilita: dalla parte della faccia del ponticello che andra bombata, si deve prima togliere a coltello il legno della linguetta affinché, passando, successivamente il ferro della Pialletta non lo possa toccare perché in quel caso la romperebbe Sicuramente. La curvatura superiore del ponticello dovra essere leggermente inclinata (circa 1 mm) verso il cantino perché sia facilitato Tuso dell'archetto. Le incisioni in cui passeranno poi le corde devono essere proporzionali alle dimensioni delle stesse e tali da contenerle non oltre al diametro; all'appoggio del cantino si potra inserire un piccolo cuneo d'ebano per una migliore resistenza al taglio. Il ponticello va ricavato da uno spicchio radiale del tronco, nel qual caso la venatura e la sezione dei raggi sara giusta su ambedue le facce. Non risultera cost se, come spesso accade, una sola delle facce @ di taglio corretto (fig. 2). Si tenga presenta che la misura dell'altezza del ponticello influisce in modo determinante sul suono dello strumento: di norma pid esso @ alto pid sonorita acquista ma a scapito della qualita del timbro, cioé della pastosita e delicatezza del suono. MISURE PONTICELLO VIOLINO A 40/42 Cc 32,5/33 D 45/5 E R 15 RAGGIO DI CURVATURA 42 TAY. 5 ! 1 I ! ' ' ' Lt; WTI Te fee LD Sima A «adic: coretto B xtaglio scerretto ANIMA (tav. 6, fig. 1) Altro elemento di particolare importanza agli effetti del suono @ I'anima, la sua connessione alle superfici interne della tavola e fondo e la sua posizione nello strumento. Essa trasmette la vibrazione della tavola al fondo in modo simultaneo cost da farli vibrare all'unisono. Essa assolve contemporaneamente la funzione di controspinta alla pressione del Piedino del ponticello ¢ sta dalla parte del cantino per trasmettere le vibrazioni di frequenza pid alta. E' un cilindretto di abete a fibra preferibilmente stretta ¢ va piazzata con I'apposito ferro in modo che la sua venatura risulti perpendicolare a quella della tavola. Dal foro del bottone si potra controllare !'aderenza delle due facce alle superfici interne della tavola ¢ del fondo, quando la si infilera dentro allo strumento passando dall'occhio pid grande della effe. Normalmente 1a sua posizione, rispetto al piedino del ponticello, & leggermente spostata verso la cordiera (circa 5 mm in senso longitudinale), mentre in senso trasversale essa potra essere piazzata pill verso i! centro dello strumento per accentuare i suoni pid gravi, oppure verso le fasce per esaltare quelli pid acuti (fig. 2) Costruzione. Si prepara un‘asticciola a sezione quadrata di lato leggermente superiore al diametro, con fibre parallele ed intere (ricavate a spacco), indi si smussano a pialla gli spigoli formando un prisma ottagonale, poi ancora gli spigoli formandone uno a sedici facce, infine la si pone nel mandrino di un trapano e con la cartavetra la si tornisce portandola a misura, Negli strumenti di nuova costruzione le teste saranno piane mentre, dovendo adattare una nuova anima ad uno strumento usato, si dovra avere l'accorgimento di arrotondarle quanto basta perché si adattino alle ammaccature della tavola e del fondo che inevitabilmente l'anima originale avra prodotto. Violino viola [violoncello A 55-60 {70 150 B 6 12 CATENA (tav. 7) Altro elemento complementare all'anima é la catena. Anche essa svolge il duplice ruolo di trasmettitore delle vibrazioni pid gravi a tutta la superficie della tavola e di contrasto alla pressione del ponticello, non per nulla viene chiamata anche "barra dei bassi". E' di legno d'abete sagomata secondo il momento flettente derivante dal carico del ponticello, Essa viene piazzata lateralmente all'asse di mezzaria dello strumento e leggermente convergeate su di esso dalla parte del manico, cost da mediare in qualche modo le superfici della tavola poste al di sotto e al di sopra dell CC. Anticamente essa aveva dimensioni pid piccole di quelle attuali. La posizionatura pud essere eseguita con due procedimenti: 1° Misurata la massima distanza tra la mezzaria della tavola ¢ il bordo in corrispondenza delle superfici superiore ed inferiore rispetto alla C, si segnano i punti coincidenti ad un settimo di tali distanze dall'asse ovvero a sci settimi di distanza dai rispettivi bordi. Tali punti indicheranno la linea di posizionatura della catena (fig. 1a). 2°- Sul prolungamento dell'asse di mezzaria della tavola verso il manico, si segna il punto di intersezione con la retta tangente il bordo superiore ed inferiore della tavola medesima. Da questo punto si tracci la retta che passa a circa 1 mm di distanza dall'occhio superiore della effe. Su tale retta giacera la catena (fig. 1b). Rispetto alla tacca inferiore della effe, la catena sara per 4/9 al di sotto € per 5/9 al di sopra di essa. Uno dei metodi per ottenere la sua perfetta aderenza con la superficie della tavola é il seguente: sgrossata in qualche modo ja curvatura e la lunghezza, si traccia sulla tavola, in _ corrispondenza alla linea di piazzamento della catena, una riga sufficientemente larga di gesso, la pid magra pssibile di spessore, e vi si appoggia il lato della catena che vi dovra aderire. Forzando leggermente © facendo scorrere di qualche decimo di millimetro, la catena si sporchera di gesso dove tocca. Con pazienza si asportera quella parte con la pialletta (poco ferro), finché si otterra l'appoggio pid perfetto possibile. Normalmente, anche se controversa, ¢ buona norma_che gli estremi della catena siano_predisposti lievemente sollevati dalla tavola. affinché, incollandoli poi, essa eserciti una certa_pre: centro _a contrastare meglio la spinta del ponticello (fig. 2a).. IMISURE CATENA. iolino iola Wioloncello lA 70 IB 14 3 55-6 TAV. 6 LA TASTIERA (tav. 8) Tl nome stesso ne indica la funzione: il dito vi preme sopra la corda per cavare la nota. Infatti premendo la corda sulla tastiera se ne pud via via accorciare la lunghezza vibrante ottenendo un suono via via pid acuto. La tastiera dev'essere realizzata con legno duro (ebano) perché con I'uso, le corde premute sempre in determinate posizioni, ne potrebbero incidere la superficie, con conseguenze disastrose per il suono. ; E’ fondamentale che la tastiera corrisponda rigorosamente alle misure caratteristiche poiché la mano ¢ le dita det violinista vi si adattino con la massima facilita, anche perch’, mancando la tastatura come sulla chitarra, le note vengono trovate con un preciso studio della posizione della mano sul manico del violino. Costruzione. (tav. 9) Si predispone una tavoletta di legno d'ebano di dimensioni superiori a quelle di finitura (per 'uso della morsa) e si forma un piano perfetto sulla faccia "A". Vi si traccia con la punta da segno il contorno della tastiera e si asporta dai lati il legno eccedente (fig. 2). Formare i fianchi ben levigati ed ortogonali col piano "A". Ottenuti cosi i fianchi "B" e "B" si traccia col graffietto una linea a 5 mm dal piano "A" ¢ si raccordano i punti ottenuti ai lati delle testate con la sagoma predisposta di raggio “F" (fig. 3). Si asporta il legno eccedente, tenendo presente di formare sul dorso convesso, in senso longitudinale, una lieve depressione (tav. 8), sicch@, riscontrandola con una riga sull'asse principale della tastiera e poggiante sulle testate, risulti un abbassamento del dorso di circa 1 mm al centro fra le due teste. Essa serve ad ottenere un migliore angolo di incidenza fra corde ¢ tastiera in corrispondenza delle note pid lontane dal ponticello. Si capovolge quindi la tastiera e si forma l'incavatura di alleggerimento. Si asportano le eccedenze delle testate e si provvede infine alla levigatura e lucidatura del pezzo. fquote iolino ‘iola rioloncello \A 270. 05, 90, IB 2 5 5 4,5 B1 125 140 70, J. 2S 2 2 10. iG a q lt b3 i ie CAPOTASTO (TAV. 10) Al limite della tastiera, dalla parte del ricciolo, si trova il capotasto. Esso consiste in una barretta d'ebano, su cui si appoggiano le corde e delimita, col ponticello, la perfetta lunghezza del segmento vibrante delle corde: il cosiddetto diapason. Cosi come per il ponticello e la tastiera la sua curvatura sara lievemente inclinata verso la mano e I'archetto e cid anche in funzione della diversita dei diametri delle corde che vi si appoggiano. A tale Proposito si ricorda che la incisione su cui troveranno sede le suddette corde non dovra in nessun caso risultare pid profonda del raggio della rispettiva corda. La distanza sul capotasto tra le due corde estreme, il MI e il SOL, @ fissata per convenzione intemazionale in mm 17.5, la spaziatura netta fra le corde dovra risultare uguale a corde montate, cioé si dovra tener debito conto della diversita dei diametri delle corde. La distanza tra il Ml ¢ il bordo della tastiera dovra essere inferiore a quella tra il SOL ed il bordo opposto e cid perché la pressione esercitata dalle dita che tastano le corde tende a spingerle nel senso dal MI verso il SOL che, in questo modo, trovera pid spazio disponibile. Come gia accennato la maggior altezza del capotasto rispetto alla tastiera in corrispondenza delle corde, sara proporzionale al diametro delle medesime (ed inversamente proporzionale alle tensioni). Detto dislivello non dovra risultare cosi basso che la corda “frigga" né cosi alto da comportare eccessivo sforzo (0 addirittura la stonatura della nota) lo schiacciamento della corda sulla tastiera. Vincisione delle sedi delle corde sul capotasto terranno conto delle loro convergenze ai rispettivi piroli (vedasi capitolo). Costruzione Si predispone un blocchetto d'ebano come indicato in fig. 1. Curando con la massima attenzione la perfetta aderenza alla superficie del manico ed alla testa della tastiera. Lo si incolla provvisoriamente, lo si rifinisce e, se risulta corretto, lo si incolla definitivamente. CAPOTAST O ]vIOLINE: ae a PIROLI Costituiti d'ebano, bosso, palissandro, pero 0 giuggiolo, ae troncoconica, devono corrispondere esattamente alle rispe deguato ricavate nelle ganasce, Percid si finiranno a temperino adess all'alesatore. La tempera va eseguita attentamente affinché 6 pi fuoriescano dalle ganasce rispettivamente 11,5 -1L - 10 - dee 1 nel'ordine dal capotasto al riceiolo, Portati cost a misura, si procedtte taglio della parte che fuoriesce dalla ganascia opposta, arrotondandola successivamente a lima o cartavetra cosi che essa sporgera lievemes quando il pitolo sark forzato nella sua sede (fig. 3). Contemporaneamente al suddetto taglio si procedera alla forzatura del pirolo per I'inserimento della corda, cosi che il forellino, del diametro di 1 mm, venga a trovarsi ad una distanza dalla ganascia di 3 mm. Le corde si fisseranno ai rispettivi piroli avvolgendole di alcuni giri che vanno ad occupare il suddetto spazio di 3 mm, cosi che la corda stessa favorisca la forzatura del pirolo nella sua sede. Il forellino dovra essere sul diametro del pirolo, parallelo alle sue fibre ¢ lievemente svasato all'imbocco ¢ one (Col caltello 0 con ta punta del trapano pid grossa) (fig. 4, sez. x- x). I piroli di fabbrica possono risultare ovalizzati in conseguenza al ritiro del legno. Una passata al temperino dara loro nuova € corretta rotondita. Nella terminologia pid scientifica il pirolo viene definito "cavicchio di intonazione". ser xX ) 21 LA FORMA (tav. 11 - tav. 12 - tav. 13) Non é un pezzo dello strumento, ma un attrezzo per costruirlo. Essa é una struttura intomo alla quale si formera il telaio del violino (il complesso delle fasce) e quindi la linea dello strumento. La forma interna pud essere di legno di latifoglia duro (noce) o di "multistrato" di pregio onde evitare deformazioni 0 ritiri. Essa presenta due superfici piane parallele ed uno spessore di 13 mm. Sul suo perimetro si notano sei incavature ove troveranno sede i tasselli o blocchetti cui faranno capo i vari segmenti delle fasce. All'interno altri fori per l'applicazione dei morsetti e per l'impugnazione della forma stessa. Oltre che per il fissaggio delle estremita delle fasce, i tasselli servono: quello superiore per il fissaggio del manico, quello inferiore per l'ancoraggio del bottone, i quattro Jaterali per il supporto delle punte delle CC. La lunghezza dei tasselli superiori delle C sara di 26 mm, quella dei tasselli inferiori di 24 mm (tav. 13, fig. 1). I tasselli (tav. 13) Anticamente di salice o pioppo, ora normalmente di abete, devono avere una venatura regolare e possibilmente stretta. E’ buona norma rilevare con attenzione, durante la loro preparazione, come la venatura si comporta al taglio verticale, cioé a dire se "tira dentro" il ferro o se lo _ “manda fuori"-Allora si orientano i tasselli in modo che il ferro sia " naturalmente spinto verso l'interno dello strumento quando lo si tagli nel senso della tavola verso il fondo. Cid facilitera il lavoro quando, estratta la forma, si dovranno sagomare i tasselli verso l'interno. Nei tasselli superiore ed inferiore Ja venatura dovra essere preferibilmente parallela all'asse di mezzaria della forma, mentre quella dei blocchetti delle punte dovra risultare orientata nel senso della rispettiva punta (fig. 1). Dopo averli ben squadrati nell'angolo che entrera nella sede della forma, i quattro blocchetti delle punte andranno fissati alla medesima con poche gocce di colla poste sul lato pid lungo, ed ugualmente sporgenti al di sopra e al di sotto della forma. Sui blocchetti delle punte si traccera con l'ausilio di due apposite mascherine, il contorno delle punte (fig. 2) e si asportera in primo luogo il legno eccedente all'interno delle CC (fig. 3a). Fare molta attenzione alla perpendicolarita del taglio. Si predispongono ora quattro "controblocchetti" che riproducano la curva appena fatta dell'interno delle CC, per utilizzarli, con i morsetti, a dare perfettamente le fasce al 24 blocchetto; pud giovare per questo anche I'eventuale interposizione di un leggero spessore di sughero morbido (tav. 15, fig. la). Stessa attenzione all'armoniosit4 della curva ed alla verticalita del taglio va prestata pet la messa a punta dei blocchetti del manico e del bottone. Ad operazione finita, sara opportuno passare con ja lama di una sega sottile tra i fianchi laterali dei tasselli e 1a forma (non incollati tra loro ma semplicemente a contatto) per creare un certo spazio tra essi che facilitera pid tardi l'estrazione della forma (tav. 13, fig. 1a). TAV.12 25 13 TAV. LE FASCE (tav. 14) Di acero, raramente di pioppo (solo se anche il fondo é dello stesso legno), con le marezzature orientate in modo che guardando il violino di fianco, esse, se non sono perfettamente verticali, rispettino il senso di quelle del fondo (tav. 17). Sara opportuno prepararle di altezza superiore di 405 mm a quelle di finitura. Costruzione Si deve disporre di un piano d'appoggio perfettamente piano e levigato su cui si morsetta alternativamente ad una estremita la fascia sgrossata ¢ la si spiana su di una faccia con la pialla (o col rabotto), indi la si leviga perfettamente con la rasiera. Si rivolta quindi la fascia e la si finisce facendo molta attenzione alla regolarita dello spessore. Preparati cosi alcuni pezzi, si sceglieranno i pit marezzati per le parti convesse, gli altri per l'interno delle CC. Applicazione delle fasce (tav. 15) Si inizia con quelle interne alle CC, dove i bloccheti sono gia predisposti, tagliandole di lunghezza di 16 cm circa, affinché, una volta applicate alla forma, le estremita fuoriescano abbondantemente dalle punte dei blocchetti. Preparato il ferro ben caldo (ma non bruciante) si inumidisce il pezzo di fascia con l'acqua e, con I'aiuto di uno straccio pulito e ben bagnato, si accosta la fascia al ferro lasciandola scaldare qualche attimo, indi si comincia a forzare leggermente, sagomando le curve e provando di volta in volta sulla forma, finché non risultino perfettamente identiche alle CC, o di qualche decimo di mm pit piane, cosi che morsettando, le estremita forzino leggermente contro le curve dei taselli. Se le fasce si presentano perfettamente asciutte, possono essere addirittura incollate, altrimenti @ bene fissarle a secco con i morsetti e controblocchetti ¢ lasciare che si asciughino in quella posizione (tav. 15, fig. 1). Prima di mettere la colla sui blocchetti, é bene proteggere con una striscia di carta la forma adiacente al blocchetto affinché non accada che alcune sbavature di colla possano fissare la fascia alla forma medesima (tav. 15, fig. 1b). Posta la colla sui blocchetti, montare rapidamente la fascia morsettando senza sttingere troppo, battere col martello le estremita della fascia (fig. 1c) finché non si ottenga la sua perfetta ~ aderenza alla forma ed ai blocchetti, controllando la verticalita ed infine stringere i morsetti. Identico procedimento si ripetera per l'applicazione 27 della fascia inferiore e superiore alle punte delle CC (tav. 15, fig. 2 - tav. 16, fig. 1-2). TAV. 14 tr FASCIA. (mieure in mim.) , FIG.2 B - Lunghezze medie fasce violino — A- fascia superiore em./i? B: fascia delle "C* cm./l3.5 C. fascia in[eriore cm/22.5 28 Bo wt a > < B OUT MOM ny AU EMD 30 34 TAV. 15 sees ee FIG.D TAV. 16 lak CJ w La scultura della curva esterna della punta va fatta comprendendo l'estremita della fascia della C (tav. 15, fig. 2), cosi che risulti ben affilata. Questa @ un'operazione delicata perché bisogna rispettare la verticalita del taglio e non rompere la fascia quando la sgorbia esce a fine taglio. Si traccia con la squadretta una linea verticale sulla fascia della C vicino a quella dove presumibilmente verra tagliata, che servira da guida al lavoro della sgorbia (fig. 2a); per non rompere il legno della fascia bisognera che essa sia perfettamente appoggiata ad un piano (se si lavora con la forma distesa sul banco) ovvero, se la forma é verticale perché in morsa, non portare mai la sgorbia ad uscire dall'altro capo della fascia, perché infallibilmente gli ultimi millimetri si spezzerebbero compromettendo cosi il lavoro appena iniziato. Se non ha importanza che le fasce si congiungano sul blocchetto superiore perché verranno comunque tagliate per l'innesto del manico, é invece importantissimo che la giunta sia molto ben eseguita sul blocchetto del bottone. Per far cid si dovra tracciare sul blocchetto medesimo la. linea di mezzaria dello strumento, montare a secco una fascia predisposta (ed abbondante), riprodurre sulla fascia la linea di mezzaria, morsettarci sopra una riga metallica e tagliare a coltello la parte di fascia eccedente, tenendo il coltello un po! inclinato cosi che il taglio vada un po' sotto la riga medesima. Cid permettera di ottenere un accostamento pil efficace con la fascia successiva che invece sara tagliata tenendo il coltello ben verticale. Ovviamente questa seconda fascia andra montata iniziando a incollare sui tassello del bottone, forzando bene sul giunto. Il taglio delle fasce eccedenti le punte (tav. 16, fig. 2), sara meglio farlo, o almeno finirlo, dopo l'incollatura del fondo, per non rischiare lesioni alle punte cosi delicate prima della chiusura della cassa; verificare continuamente l'ortogonalita delle fasce rispetto alla forma con la squadretta (tav. 15, fig. 3). 32 LE CONTROFASCE (tav. 14, fig. 1 - tav. 17) Terminata l'incollatura delle fasce, si inizia quella delle controfasce, gi solo dalla parte della forma dove si vorra applicare il fondo. Si predispongono le asticciole di abete a fibre regolari sopprattutto nello Spessore (perché non si spezzino durante la piegatura) € si modellano con lo stesso procedimento a caldo usato per le fasce. Poiché le controfasce delle CC vanno incastrate per circa 10 - 8 mm rispettivamente nel blocchetti superiori ed inferiori delle CC, si predispongono gli incastri tagliando sui fianchi a coltello (tav. 17, fig. 3a) e asportando lo spessore del legno col badano, tagliandolo prima a piano della forma, pot spingendo il ferro verso I'alto (fig. 2b). Per ottenere una buona chiusura delle estemita delle controfasce nel loro incastro é buona norma predisporle con un taglio leggermente strapiombante, cosi che inserendole nell'incastro esse vadano a spingere sulle teste. Provato il montaggio a secco e verificata la bonta dell'esecuzione se ne smussa lo spigolo verso la forma e si incollano le controfasce negli incastri e contro le fasce, morsettandole rapidamente con le molle a forbice. Con un pennello intinto d'acqua calda lavare le sbavature di colla. Le controfasce che partono dai blocchetti del manico e del bottone, si appoggiano normalmente a questi e pertanto le teste avranno un taglio perpendicolare alla faccia pid lunga mentre le teste che si appoggiano ai blocchetti delle punte avranno un taglio un po' inclinato a cuneo contro la fascia. Per questo si smusseranno un po' i blocchetti per formare Ia sede (fig. 3b). Si possono predisporre le controfasce dalla parte della tavola ma non incollarle se non dopo aver estratto la forma. Preparazione delle fasce all'incollatura del fondo Impugnando la forma passare il piano delle fasce che aderiscono al fondo, su di un foglio di cartavetra sufficientemente grande e pianeggiante per togliere i pid evidenti dislivelli delle fasce e dei blocchetti; quindi passare alla finitura del livello (quando il fondo sara pronto per verificare la perfetta aderenza) usando la pialla con pochissimo ferro. Fare attenzione di non asportare troppo legno sull'altezza delle fasce, da farle risultare troppo basse. 33 FIG.4 PREPARAZIONE DEL FONDO L'acero adatto alla liuteria si trova in commercio in due tipi di taglio: di scorza per un fondo a pezzo unico, radiale per un fondo unico 0 giuntato in mezzeria. II fondo a pezzo intero va perfettamente spianato su una faccia, operazione che si dovra fare anche sull'altro tipo di fondo ma solo dopo la giuntura delle due meta, operazione abbastanza complessa ¢€ di precisione che qui si descrive (tav. 18). . ‘ Lo spicchio di tronco d'acero si presenta normalmente segato in mezzerla ma non completamente (fig. 1 - 2) perché € indispensabile che la marezzatura di una meta corrisponda all'altra. In particolare deve corrispondere la marezzatura della parte convessa del fondo, percio SI osservi bene la successione delle operazioni rappresentate sul disegno (tav. 18). Quando le due meta sono in morsa (fig. 5) si deve eseguire una perfetta piallatura perché tra le due meta accostate prima di incollare, non deve trapelare la minima luce. La incollatura delle due meta si pud eseguire con la seguente procedura: passata la colla sulle due facce da saldare, si stringono dolcemente in morsa tra i cani in corrispondenza della meta, con I'awvertenza di proteggere il banco con un foglio di carta (fig. 6) e di aver la giunta leggermente aperta verso l'alto. Spingendo uno dei cani verso I'alto col martello, esso trascinera con sé la meta fondo portandolo a chiudere la giunta. La chiusura sara evidenziata dalla espulsione in superficie della colla superflua. Stringere i cani e applicare almeno due strettoie (fig. 6 - fig. 7). Una volta eseguita la giunta, si deve spianare perfettamente la faccia pianeggiante con la pialla, usando la niga di costa come riscontro sulle diagonali. Rivoltato il pezzo, si spiana con la pialla in corrispondenza della giunta formando un piano parallelo alla faccia sottostante e distante 15 mm da essa. Con due morsetti si fissa sulla faccia spianata la forma con le fasce montate e con matita dura e punta fine si traccia il contorno. Con un’‘altra matita opportunamente calibrata si ripercorre il contorno in modo che la traccia risulti distante 3 mm dalle fasce. Si taglia col voltino il legno del fondo eccedente la seconda traccia e si pulisce il taglio con la lima. Col graffietto apoggiato sulla faccia piana, si incide una traccia ben segnata nello spessore del bordo e distante 4 mm ad eccezione che per le punte, dove la traccia dovra essere di 5 mm. Si pone il fondo sulla controforma con la parte convessa in alto e, partendo con una sgorbia molto piatta dalla traccia del graffietto, si forma un pianetto regolare largo circa 2 cm tutto intomo al perimetro, raccordando il maggior spessore delle punte col resto del bordo, Con sgorbia pid curva e pid o meno larga a seconda della durezza del legno, si inizia la scultura della faccia estemma del fondo, utilizzando per riscontro la "sesta" (profilo longitudinale) € le “quinte" (profili trasversali) opportunamente predisposti per il modello che si é scelto. L'antico metodo prevedeva l'inchiodatura del fondo ai blocchetti superiore ed inferiore delle fasce, invece della descritta morsettatura, 35 chiodo che veniva infisso a lat distante 3 mm all'in fondo nella fase 0 della incollatura mediana del fondo e temo delle fasce. Tale chiodo dava la posizione fasce- TAV. 18 con un di incollatura. I forellino del chiodo veniva poi otturato arte dalla cilindretto di legno duro, le cui teste venivano ricoperte in Pp filettatura. ‘ , Terminata la sbozzatura dell'esterno del fondo, lo si finisce pressoche totalmente con rebotto, rasiera e carta vetrata affinché serva da riferimento, nello scavo della faccia interna, per ottenere gli spessot voluti. Come per I'esterno, anche I'interno viene scolpito a sgorbia, partendo perd 2 o 3 cm all'interno del bordo, con sgorbiate regolani e parallele, perpendicolari all'asse di mezzeria, scavando puma sulle quinte, per avere sempre sott'occhio il regolare andamento della concavita. Finire lo scavo col rebotto e rasiera controllando costantemente con lo spessimetro i vari spessori del legno. Lisciare bene con la rasiera, badando a formare un piano regolare dove andra ad appoggiare l'anima. A questo punto, secondo il metodo scelto (pag. 12) si pud incollare il fondo delle fasce, ovvero procedere alla filettatura e sgusciatura del bordo. 37 TAY. 19 SPESSORI Sy 0 2 38 FILETTATURA (tay. 20) Si passa attentamente il contorno del bordo con la pialla e con le lime, finendo perfettamente il perimetro: la regolarita di questa operazione determinera quella della filettatura. Si predispone il filettatore che tracci due tagli paralleli distanti fra loro 1,2 mm il pid esterno dei quali a 4 mm dal bordo. Si percorre il contorno facendo molta attenzione nelle curve delle punte. I tagli dovranno essere leggeri per poter essere corretti in caso di errore, poi ripassati. La profondita dei tagli sara eseguita a coltello, con l'avvertenza di tenere la lama piuttosto coricata nel taglio affinché non sfugga lateralmente specie quando ne fosse invitata dalla venatura. Eseguite le incisioni profonde circa 2,5 mm vi Si passa il bedano per togliere il legno interposto. Fare attenzione che i fianchi del bedano non asportino legno sui lati dell'incavatura. E' molto -importante che i tagli praticati col coltello siano verticali e non sdoppiati (come accade nelle prime esecuzioni) specie approfondendo il taglio, perché sara quello che si evidenzierA quando si eseguira la sgusciatura. Si predispone il filetto cercando di evitare giunte nei tratti continui. Si inizia inserendolo nelle CC, incollandolo e riducendolo nelle teste per raccordarlo perfettamente nella giunta sulle punte delle CC, con I'altro filetto. {l filetto si pud acquistare gia predisposto e da rifinire solo sugli spessori neri (che dovrenno essere la meta di quello bianco), oppure pud essere costruito preparando una fascia alta a piacere di spessore di 0.6 mm di acero, pioppo, salice o faggio per il bianco ed altre due di spessore 0.3mm di acero, pero o salice da colorare in nero e da incollare alla bianca. Col graffietto e coltello si taglieranno listelli di filetto alti 3 mm. Se il filetto risultera pid largo di 1.2 mm si ridurranno i lati neri con la rasiera quanto occorre per rimediare anche ad eventuali imperfezioni dello scavo. Una delle operazioni pid delicate sara la congiunzione delle punte, da essa si evidenzia la scuola e l'abilita del liutaio. Classiche sono le punte stradivariane. Posta la colla nello scavo vi si inserisce il filetto indi si lavano con pennello e acqua tiepida le sbavature, lasciando in sito lacqua collosa che, permeando il legno, lo indurira rendendolo pid adatto alla sgusciatura. La sguscia si esegue con apposita sgorbia, ben centrata sul filetto e che asporti meta del legno compreso tra filetto e bordo. Con pialletta e rasiera si raccordera il piano del filetto al resto del dorso, in modo da creare una morbida ed armoniosa curva. Il bordo sara arrotondato partendo dal segno della sguscia fin sotto contro la fascia. 39 LA TAVOLA Di abete, a fibre regolari, parallele, preferibilmente strette, senza nodi, bolle di resina, cipollature ecc. Essa riceve l'impulso sonoro del Ponticetlo € perché essa possa vibrare nella sua massima superficie, é necessario che esista in qualche modo una proporzione tra spessore & superficie, percid & indispensabile osservare gli spessori indicati, vaniandoli a discrezione di qualche decimo di mm in pid o in meno a seconda che si usi un legno particolarmente debole o forte. Il procedimento della scultura @ lo stesso gid usato per il fondo, con l'avvertenza di traforare le FF prima di completare la finitura (per riparare eventuali sbavature o piccoli strappi del legno) e di incollare la catena. Tracciatura delle FF (tav. 21 - 22) Trattasi di operazione particolarissima che va studiata per ogni modello dovendo tener conto dei centri di gravita ed acustico della tavola dello strumento. Un procedimento empirico approssimativo per la ricerca del baricentro é@ quello della sospensione della tavola ad un filo a piombo con due operazioni successive (tav. 21, figg. 1 - 2) (il punto sara influenzato dal peso del legno compreso ‘tra le controfasce e il bordo esterno, che dovrebbe essere escluso) di cui la prima potrebbe verificare la coincidenza dell'asse baricentrico con quello di simmetria (fig. 1). Trovato il baricentro "G", si traccia su di esso la perpendicolare all'asse di simmetria (longitudinale di mezzeria) che incontrera la linea interna delle fasce ed il bordo in "A" e "C" (tav. 22). Si costruisce il triangolo equilatero "CDE". Con centro in "C" si porta "CA" su "CE" trovando il punto "F". Con centro in "E" e raggio "EF" si traccia l'arco "FO" trovando "OQ" che é il centro fonico. Sulla perpendicolare all'asse di simmetria passante per "0", giaceranno le tacche pid basse delle FF, e i piedini del ponticello. Esso, in ogni caso, dovra trovarsi a 195 mm dal bordo superiore della tavola. Con vertice in "E" si traccia un angolo di apertura 40° che intersechera l'arco "FO" nel punto "H". Con centro in “O" ed apertura "OA" ed "OH" si tracciano i due cerchi concentrici, fra i quali si sviluppano le FF. In particolare I'occhio inferiore sar{ tangente alla circonferenza passante per "A" ed alla retta congiungente i punti pid bassi delle curve delle CC delle fasce. ° = Ay 1 B x 2 eilieeeboee 42 TAV. 22 on) = — 43 TAY. 23 FIG. 4 Aewresamam, we Ahan tes Sa PRE en —. FIG. 2 Aa Traforo delle FF {tav. 23) Disegnata la F su un foglio di carta, fa si riporta sulla tavola (per un dato modello si possono utilizzare mascherine) indi, praticato un forellino al centro dell'occhio pid basso, col seghetto da traforo si esegue il taglio lungo la testa della paletta (1); (2) tommando un poco indietro si esegue ul giro dell'occhio fino ad incontrare il taglio (1); (3) si incontra col taglio (2) lungo il margine esteno della F; (4) tornati indietro si esegue il taglio jungo il margine interno della F; (5) si taglia lungo la testa della paletta superiore proseguendo un po' dentro l'occhio; (6) tornati un po indietro si esegue il giro dell'occhio medesimo fino ad incontrare il taglio (3). La finitura della F per giungere esattamente sulla traccia, si esegue con la lima tonda negli occhi e col coltello molto appuntito nelle restanti parti facendo estrema attenzione alla verticalita del taglio. La difformita di durezza del legno delle venature pud facilmente produrre delle deviazioni del coltello, da ovviarsi con I'estrema pazienza ed eventualmente con l'uso di una lima semirotonda, la pid larga possibile. Lesecuzione della F successiva comportera in pid la necessita di modellarla identica alla prima. La paletta inferiore sara lievemente incavata in superficie. Le tacche (tay. 23) Misurata la distanza tra le punte delle palette che chiudono gli occhi "D", con apertura "D"/2 puntando il compasso sulle punte delle palette (a - b), si ottengono sui bordi dele FF dei riferimenti in cui si valutano i punti medi (c - d). La congiungente di detti punti medi sara la linea su cui si praticheranno le tacche. Col coltello si pratica um'incisione perpendicolare all'asse di mezzaria della tavola e profonda circa 1,5 mm indi con tagli laterali equidistanti, si formano le incisioni a V che fanno vertice al capo della prima incisione (fig. 2). Si arrotonda il raccordo tra le tacche ed i bordi delle FF. Per la buona riuscita dell'estetica delle tacche é importante che le incisioni siano fatte con sicurezza e senza correzioni successive che guasterebbero la pulizia e la freschezza del taglio. j Estrazione della forma Per prima cosa si deve provvedere al distacco dei tasselli dalla forma agendo con leggeri colpi di martello striscianti sulla forma stessa, ovvero inserendo fo scalpello nel giunto, ovvero, se l'incollatura é forte, inumidendo con acqua calda e, nei casi pid difficili, con alcool etilico, ma 45 facendo ben attenzione comunque a non compromettere I'incollatura delle fasce e controfasce tra di esse e tra esse e il fondo. Impugnata quindi la forma con una mano, si danno con [altra leggeri colpi di martello altemativamente su tutti sei i tasselli, cosi che la forma pian piano si sfili fino a uscire. CHIUSURA DELLA CASSA Estratta la forma, si applicano le controfasce della tavola usando la stessa procedura che per il fondo, si controlla bene I'altezza delle fasce, portandole a misura con la pialla e verificando la perfetta loro aderenza al piano del bordo della tavola. Si esegue la pulitura interna asportando il legno esuberante dei tasselli ¢ modellando con grazia il loro raccordo alle fasce; si tolgono le sbavature di colla e di legno, si lava il tutto con acqua fredda. Sul fondo, in corrispondenza della F della catena, si incolla l'etichetta del Liutaio, indi si passa una leggera mano di silicato di sodio diluito in 4 parti d'acqua (per la conservazione del legno) e, quando @ tutto asciutto, si stende rapidamente la colla sulle fasce e i tasselli e si morsetta la tavola. Per ottenere una buona incollatura @ spesso necessario far bere i tasselli con precedenti mani di colla perché non si verifichi la scollatura della tavola (e del fondo) a causa dell'eccessivo assorbimento dei tasselli. Se i bordi della tavola e del fondo sono ancora da finire con la filettatura e sguscia, si possono usare i morsetti a vite; se viceversa essi sono rifiniti, occorre predisporre due sagome di legno (compensato di legno) morbido per difendere i bordi dall'applicazione delle molle a C o dei morsetti di cui sopra. Immediatamente dopo il fissaggio della tavola, lavare con pennello ed acqua tepida le sbavafure di colla. A presa avvenuta, tolti i morsetti, yerificare la bonta della incollatura battendo con la nocca lungo i bordi. COSTRUZIONE DEL MANICO (tav. 24) Esso viene ricavato da un blocco di acero di taglio radiale della stessa pianta del fondo o il pid similare possibile. La direzione della marezzatura é quella stessa delle fasce. Scelto pertanto il blocco di legno, si spiana con la pialla la faccia su cui poggera la tastiera (fig. 2a), indi un fianco (fig. 2b), curando la perfetta perpendicolarita alla faccia, poi l'altro fianco (fig. 2c) fino a raggiungere, oltre che la stessa perpendicolarita, lo spessore di 42 mm. A questo punto si applica sul fianco che meglio si adatta, il modello del manico (fig. 3), morsettandolo con sicurezza, facendo coincidere il piano della tastiera con quello del modello. Con la punta da segno si traccia il contorno del manico e della spirale della chiocciola, segnando con attenzione la posizione del 46 capotasto (fig. 3a). Si porta con la squadretta la linea del capotasto fino all'altro fianco e, con questo riferimento, si ripete la tracciatura del manico. Col voltino,sega a nastro verticale o sega a traforo,si toglie il legno eccedente sul piano dell'incastro cassetta piroli,ricciolo TAV. 24 ie nea SF impugnatura, ottenendo cosi la sagoma del manico, ma tutta larga mm 42. Pulito il taglio (con scalpello e lima), appoggiando il graffietto alternativamente sui due fianchi,si trova e poi si traccia leggermente la tinea di mezzaria su tutto il contomo ad esclusione dell'impugnatura (tav 25 x - x). E’ bene, nel corso delle prime esecuzioni, lasciare un po' di legno attorno all'incastro, cosi da non rovinare il manico con il frequente uso della morsa.E’ parimenti consigliabile a questo punto di procedere al piazzamento ¢ foratura delle sedi dei piroli, perché disponendo dei fianchi in squadra @ facile praticare i relatiyi fori con un trapano verticale. Ovviamente si monterd una punta grande quanto quella dell'alesatore che conferira la debita conicita a tali sedi. Questa operazione pud anche salvaguardare dai possibili guai che la punta del trapano pud produrre al legno sia in entrata che in uscita. Guai difficilmente reparabili qualora si operasse sul pezzo quasi finito. Con riferimento alla linea di mezzeria, si traccia il contorno dei fianchi del manico ( fig. 1, AB-CD-EF) e se ne asporta il legno superfluo, fatta eccezione che per la chiocciola e con l'avvertenza di lasciare poco pid di | mm.di legno ai lati esterni delle ganasce in considerazione al fatto che se sul capotasto la larghezza del manico é di 24,5/25 mm., al tallone, sotto di esso, la larghezza @ di 26 mm., cid a dire che i fianchi delle ganasce divergono verso il dorso del ricciolo ed in modo pid accentuato via via che ci si avvicina alla gola dove tale divergenza sara di circa 1 mm. per parte (tav.27, fig. 3). Per la chiocciola si usa un apposito modellino flessibile che, puntato sul tallone sotto il capotasto, si avvolge fino alla cassetta dei piroli. Esso da il contorno del dorso della prima voluta (tav.26 fig; 1). Col voltino od altra sega ad arco ¢ Sasciando le debite tolleranze, si asporta il legno eccedente ai lati della chiocciola, compreso tra la prima e la seconda voluta,procedendo a spicchi (fig.2). E' importante in questa operazione che Ja lama non vada mai oltre le linee prestabilite, specie quelle tangenti alla punteggiatura del ricciolo. Dal punto in cui non @ pid possibile continuare l'operazione con la sega si procede a sgorbia.Sbozzato il Ticciolo se ne inizia la finitura usando solo le sgorbie, pulendo il giro della spirale con la sgorbia ben ortogonale all'asse del manico,facendola scortere, oltre che in senso verticale, anche in senso circolare, cambiando la larghezza dell'attrezzo man mano che si allarga la voluta. Questa operazione deve dare il risultato di un taglio pulito e regolare, senza riprese, correzioni o altri difetti in quanto esso é da considerarsi finito. Eventuale ulteriore pulitura pud essere effettuata con rasiere sottili appositamente modellate. Indispensabile aiuto alla buona esecuzione dei fianchi della chiocciola é dato dalla smussatura dello spigolo fra il dorso e il fianco che evidenzia bene eventuali discontinuita della regolarita del fianco. per questo é bene osservarla ¢ ripristinarla subito ove per necesita venga asportata. 48 Lo scavo della cassetta dei piroli si pratica asportando pid legno possibile con una punta di trapano (tav.27,fig.I)lasciando sul fondo abbastanza legno per la spusciatura del dorso svuotando ¢ pulendo con lo scalpello. La sguscia del ricciolo e del dorso va eseguita a sgorbia,facendo molta attenzione nella parte concava dove la venatura del legno € T'uso alternativamente contastante della sgorbia,induce spesso a scavare troppo.Nella parte pit sottile del dorso,la sgusciatura pud essere eseguita con una piccola lima tonda. Curare con pazienza che la sguscia si Prolunghi il pid possibile sotto la gola del ricciolo. 49 TAV.25 = Ricciole = Testa = Cassetta pireli Aste © impusnature = Piede o taliene am oaaP = Manice X-X Mezzaria 50 Incastro del manico ( tav. 28) lesecuzione di questa operazione dela tavola e le tacche inferior la cassa armonica nell'assoluto I punti di riferimento fondamentali per sono: il capotasto, il bordo superiore “delle FF.ll manico verra incastrato nel sa armonica Me ee rispetto delle misure caratteristiche dei suddetti riferimenti (tav.28, fig). Predisposto il manico col piano d'appoggio della tastiera leggermente inclinato verso il lato del MI (fig.2c) ed incollata la tastiera con due o tre gocce di colla (essa dovra essere staccata per la verniciatura), si Tifinisce Timpugnatura alla giunta con la tastiera e si predispone il piede per Vincastro (fig;2 - 5 f), badando di lasciare misure abbondanti . Si predispone poi I'incastro nella cassa armonica facendo costantemente riferimento all'asse di simmetria.Tracciata sulla tavola la linea H-H d'appoggio del manico (fig. 4) e riportata sulla nocetta la rispettiva larghezza del piede, si tracciano le congiungenti (K-K fig.3 che delimiteranno i lati dell'incastro. Contrassegnata cosi la cassa,se ne potra iniziare lo scavo dell'incastro partendo con precisione sulla linea della tavola e tagliando bordo e fascia con effetto lievemente negativo,allargando cioé l'incastro verso il tassello, Cid infatti consentira una perfetta aderenza alle fasce quando si forzera il manico nella sede del suo incastro. Estrema cautela si dovra usare nel togliere il legno del tassello per non finire sottosquadro. Essendo quindi definite le linee d'incastro sulla fascia e sulla tavola,restera da perfezionare l'inserimento del manico smagrendolo sui lati per successivi tentativi e fermandosi a qualche decimo prima che esso tocchi la nocetta ed in secondo luogo restera da perfezionare lo scavo del tassello affinché la linea di prolungamento della mezzaria della tastiera vada a trovarsi ad una distanza dal piano armonico della tavola di mm. 26-27 in corrispondenza delle tacche inferiori delle FF. Giunti felicemente a questo punto si incolleré abbondantemente data la presenza di fibre di testa, ¢ si morsettera il manico alla nocetta forzando fino ad otteneme I'adesione. Ad incollatura avvenuta si disegnera sul fondo il contomo della nocetta tenendo presente che il suo centro di curvatura si trova mm. 1-2 all'estemo della linea del bordo. Nel corso della operazione di adattamento del manico nel suo incastro, non si dovra mai perdere di vista I'allineamento dell'asse del manico con quello di mezzeria della cassa armonica. 53 a D FIG.4 a 26-27 b 32, +33 Figwe da a5 32/33 23 05 45/455 us -6 bs Too speseretoolat fa scia 4 nolo me pore 54 MONTATURA DELLO STRUMENTO IN BIANCO 1) Anima = a ¥S circa della sua lunghezza dall'alto si infigge la punta dell'apposito ferro nel senso della venatura e la si introduce all'interno della cassa armonica passando per la F. Tenendola orizzontale la si porta in corrispondenza del centro dello strumento, dove vi sara sufficente spazio per girarla in verticale senza urtare le teste rischiando di farla cadere dal ferro. Si colloca i! piede dell'anima sul fondo nella posizione il pid possibilmente corvette, badando che la sua venatura sia perpendicolare a quella della tavola.Si forzera I’altra testa contro la tavola e si stacca il ferro. Girato il ferro dalla parte delle “foglie", si procede alla corretta posizionatura dell'anima tirando o spingendo alternativamente le teste e controllando l'assetto tenendo lo strumento col ricciolo appoggiato alla spalla 0 con la fascia della C di fronte, cosi che la visuale trovi sempre un riferimento all'asse dello strumento 0 alla giunta delle fasce sulla punta della C, per controllare la verticalita dell'anima. 2)Bottone = tolte dalla sede le eventuali materie che nel corso della lavorazione possono essere depositate, si inserisce il bottone. 3) Staffa = si monta la staffa sulla cordiera provandone la lunghezza finché la cordiera vada in contatto col reggicordiera. 4) Cordiera = si pone sulla tavola un panno e vi si depone la cordiera agganciata al bottone. 5) Corde = si fissano alla cordiera le corde del SOL e del MI e si monteranno le altre dopo aver collocato il ponticello. 6) Si porranno nelle rispettive sedi i piroli del SOL e del MI, si fa passare la corda per il forellino fino a farla uscire dall'altra parte di circa mezzo centimetro indi si fara fare un giro al pirolo in senso antiorario (SOL-RE) ovvero orario (MI-LA) avvolgendo | corda verso il centro della cassa. Si procede poi alla tensione della corda,avvolgendolaaa al di qua del foro verso la testa del pirolo. 7) Ponticello = sostenuto dalle corde estreme,si colloca il ponticello osservando che i piedini siano centrati sulle tacche inferiori delle FF,che sia ben in asse con la tastiera e che sia convenientemente inclinato verso la cordiera cosi che il suo asse coincida con Id bisettrice dell'angolo formato dalle corde . 8) Si montano le due corde intermedie RE e LA e si mettono in tensione accordandole sulle rispettive note.Successivamente si accorderanno il MI e il SOL. 55 La montatura in bianco e la successiva prova acustica dello strumento,rivestono particolare importanza perché si possono solo cosi evidenziare eventuali difetti strutturali o timbrici che se riparati dopo la verniciatura potrebbero essere causa di graffi o crepe € di conseguenza di antiestetici ritocchi. Se lo strumento suonato "frigge" si dovranno controllare le incollature, la presenza di schegge o residui di lavorazione nell'interno della cassa ovvero eventuali difetti di montatura. Se lo strumento evidenziera particolari inflessioni sulle note alte o su quelle basse,si potra spostare o addirittura rifare I'anima. Va tuttavia ricordato che la verniciatura produrra di per sé una leggera variazione del timbro. 56

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