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INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO 2000-2001 23-24-25 gennaio 2001 ZA: Roma Tre LEZIONE MAGISTRALE PROF. ALESSANDRO D’AMICO. Per una storia delle “Maschere nude” Cominciai a occuparmi di uti allo studio di Pirandello riguardano soprattutto il suo teatro ¢ sono di carattere prevalentemente storico-biografico, storico- artistico € filologico. Storico-biografico. Nel '61 si sapeva poco sulla vita di Pirandello. L'unica biografia a disposizione (L'womo segreto) Vaveva scritta un dannunziano, l’architetto Vittore Nardelli, ed era il frutto dei suoi colloqui con Jo stesso Pirandello: un racconto suggestivo dei momenti culminanti d'un itinerario spirituale, privo di connessioni e di date. Per riempire i vuoti ci saffidava largamente all'aneddotica e alle testimonianze di chi l'aveva conosciuto. Ma l'aneddotica ha bisogno di riscontri, ¢ le testimonianze si basano sulla memoria che a volte fa brutti scherzi (un esempio minimo ma sintomatico: un intimo amico di Pirandello, Arnaldo Frateili, ha pit volte scritto che Pirandello aveva occhi cerulei, chiari, ‘svevi’, mentre li aveva scurissimi). Come mai nessuno aveva pensato di risalire alle fonti documentarie? Non so. Certo dovette influire l'atteggiamento dei Figli, che invitavano sempre a studiare opera, lasciando stare la vita anche perché, dicevano, era tutto perduto. ‘Ma non era vero. Esistevano almeno tre archivi pirandelliani, carichi di document (e tuttora solo parzialmente esplorati). 1. Le carte restate nella casa di via Bosio, dove Pirandello era morto, Proprieta dello Stato, che non se nera mai occupato. Casa, arredi, biblioteca, carte: tutto lasciato in custodia alla vecchia portinaia, che aveva le chiavi e apriva a chiunque. Con quali esiti @ possibile immaginare. 2. Le carte conservate presso il figlio Stefano, che perd negava di averle. 3. Liarchivio Amministrazione Eredi Pirandello, inattingibile per ovvii motivi. Esisteva poi il carteggio-tabt Pirandello-Abba, presso la Abba. E moltissime lettere presso privati, eredi di Martoglio, di Ojetti, di D'Ambra, ece. Ma di queste non si supponeva neppure I'esistenza, Gli argini ben muniti di questo fiume si incrinarono quando io misi mano su un primo blocco di 52 lettere di Luigi alla sorella Lina, in possesso dei nipoti, e seppi da Elio Providenti che ne esistevano 400 ¢ pit indirizzate ai genitori, in possesso di altri nipoti a Bagnoli. Lettere importantissime perché risalivano al periodo di formazione e della prima maturita, tra i 18 ¢ i 30 anni. Ne detti annuncio in alcune trasmissione radiofoniche intitolate Pirandello da scoprire nel marzo 1961 (vedi "Terzo Programa’, 1961, n. 3, pp. 273-280), e le descrissi pid diffusamemte in due conferenze - Luigi Pirandello ieri ¢ oggi (Ivrea, Centro Culturale Olivetti, 16 maggio 1961) ¢ Pirandello secondo Pirandello (Milano, Centro Culturale Turati, 9 dicembre 1961). Da queste prime centinaia di lettere ai famigliari a me interessd soprattutto constatare che il teatro era stato tra le 'passioni’ del giovane Pirandello studente a Palermo, Roma e Bonn (non meno della poesia e della novellistica) che nel periodo di formazione frequenta i teatri e scrive una ventina di drammi senza rappresentare. Venne cos sbugiardata la leggenda (accreditata dall'amico Lucio d’Ambra) di un Pirandello professore, litteratissimo e totalmente digiuno di teatro fin quasi a 50 anni, che un bel giorno, sotto gli occhi dello stesso d’Ambra, si svegliO peritissimo drammaturgo, imitazione di Minerva nata armata dal cervello di Giove. La successiva scoperta che feci del carteggio con Martoglio mi permise di delineare qualche anno dopo un inedito Itinerario di 1 mai riuscire a farl Pirandello al teatro (lezione tenuta il 16 settembre 1967 a Venezia, V Corso Internazionale Storia del Teatro, pubblicata su "II Veltro", n. 1-2, 1968, pp. 81-95). Altri miei contributi sul piano biografico sono sparsi in tutto quanto ho scritto su Pirandello, a mano a mano che si aprivano nuovi archivi (quello del figlio Stefano, ¢ poi quello dell’Amministrazione), Nel frattempo, nel 1963, usci finalmente una biografia di Pirandello degna di questo nome, ad opera di Gaspare Giudice, ma oramai sarebbe anche quella da correggere € integrare in moltissimi punti. Storico-artistico. I miei contributi pit consistenti sono nelle Notizie premesse a ogni singolo dramma nei primi due volumi delle “Maschere nude” (collana “Meridiani” di Mondadori, 1986 e 1993). 1.La precocissima passione di Pirandello per il teatro, i suoi entusiasmi per certi attori (Duse, Salvini), la conoscenza minuziosa della vita teatrale romana (attestata da vari suoi articoli pubblicati ai primi del secolo) mi convinsero che continuare a vedere 1a genesi del suo teatro nella sua narrativa era un errore fuorviante. II teatro in Pirandello ha origini autonome e coeve con la poesia e la narrativa. Il cosiddetto ‘passaggio' dalla novella al dramma, dalla pagina narrativa a quella teatrale, in Pirandello non esiste mai (salvo qualche caso, di nessun peso). E' sempre un parto nuovo. Pirandello non Verga, non & Capuana. Il personaggio di Santuzza é identico nella novella e nel dramma. I personaggi delle 'Maschere nude’ non hanno quasi nulla a che vedere con i loro ‘omologhi’ delle ‘Novelle per un anno’, Pirandello non ‘adatta’ un bel niente. Riprende il germe radicalmente originario ¢ lo nutre di tuttaltri alimenti e lo fa crescere e organarsi in parole e az diverse 2, Dalla documentazione da me esaminata risulta che tutte le 'Maschere nude! sono state scritte pensando a un attore determinato. Molte sono state scritte su commissione. Inutile scandalizzarsi di questo, come fece Gobetti, che non sopportava si appaiasse Pirandello a un qualunque ‘poeta di compagnia’. Nella vicenda di Pirandello @ invece un punto a suo favore. Una perfetta strategia. Gobetti non poteva rendersi conto che Pirandello, quando si mette a scrivere per Ruggeri e per Musco ha gia ripudiato in sé la concezione dell'attore 'terzo incomodo’, non crede pil al teatro come ‘diminuzione’ dell'opera poetica, ma riconosce all'attore una creativita ¢ alla scena il luogo ideale ove far vivere i suoi fantasmi. Ho cercato, nelle mie ricerche, di mostrare l'osmosi tra i personaggi dei drammi pirandelliani e i rispettivi ruoli delle compagnie del tempo; ruoli che Pirandello mostra di conoscere a perfezione, dei quali si serve ma dai quali anche condizionato (molti personaggi delle 'Maschere nude’ nascono dall'esigenza di coprire certi ruoli). Tra i ruoli maschili Pirandello predilige il ‘promiscuo’ e il ‘brillante'. Quasi tutti i suoi protagonisti (Laudisi, Gala, Lori, il Padre ... ) sono dei 'promiscui' o dei ‘brillanti’, e mai dei ‘primi attori (salvo Enrico IV). 3. Un altro aspetto da me affrontato ¢ quello dei rapporti tra Pirandello e gli attori, le prove, la messinscena. Soprattutto nel quadriennio della Compagnia del Teatro d’Arte da lui diretta (1925- 28), ma anche dopo, quando si dedicd a mettere in scena i propri drammi per la Compagnia di Marta Abba. Anche qui il pessimismo di chi sosteneva che non si poteva saper nulla di nulla @ stato smentito, Tra il 1967 ¢ il '75 il Museo Biblioteca dell'Attore di Genova acquisi tre fondi: Guido Salvini, che fu aiuto regista di Pirandello al Teatro d'Arte; Lamberto Picasso che n'era stato a lungo: il primo attore; e Virgilio Marchi, suo principale scenografo. Sulla base dei documenti scritti e iconografici contenuti in questi fondi relativi al Teatro d'Arte, con la collaborazione di Alessandro Tinterri, progettai ¢ realizzai una mostra "Pirandello capocomico" e un libro con Io stesso titolo. 2 Resta tuttora da definire un eventuale ‘metodo’ di Pirandello, Sta di fatto (lettere, tes egli non invita mai l'attore a ‘immedesimarsi' nel personaggio ma piuttosto a farsene possedere. - Una notevole sorpresa s' avuta scoprendo le ambientazioni realizzate da Pirandello regista per le sue commedie: tutte assai diverse dalle didascalie di stampo naturalistico scritte da lui stesso: libere, ispirate a essenzialita espressiva ¢ a volte decisamente simboliche. Filologico. Negli apparati dell'edizione dei Meridiani sono registrate le varianti desunte dall’esame dei manoscritti e delle varie edizioni. Costituiscono una documentazione di base su come Pirandello lavorava ai suoi testi drammatici: » 8 vero che Pirandello (specie nei primi anni) era rapido nel comporre una commedia, ma la riprendeva spesso in mano sulla base della prova del palcoscenico: quasi tutti i testi scritti tra il ‘10 e il ‘25 hanno subito revisioni lungo l'arco di dieci o venti anni - di norma Pirandello aggiungeva le didascalie dopo aver scritto il dialogo; in successive notevolissima, come per esempio in Cosi é (se edizioni le vi pare) teneva gran conto del parere dell” attore (specie di Ruggeri); seguiva i suoi cconsigli ¢ in parecchi casi ha accettato i suoi ‘soggett' e mutato i finali - dall'esame dei manoscritti si rileva la fungibilita delle battute del dialogo_pirandelliano; i casi pitt clamorosi sono nei manoscritti di Enrico IV e di Non si sa come dove larghi brani dialogici sono in bocca a un personaggio diverso da quello dell'edizione a stampa. jascalie aumentano, a volte in quanti

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