You are on page 1of 3

1. Cos’è?

L’Apoxyòmenos, significa letteralmente ‘colui che si deterge’.Questa statua


è stata realizzata da Lisippo, uno scultore e bronzista greco antico. È un’opera
realizzato in bronzo verso la fine del IV secolo, intorno al 320 a.C. L’originale è
andato perduto ma disponiamo di un’ottima replica romana in marmo, oggi
situata nel museo Pio-Clementino della città del vaticano. La scultura è
sostanzialmente integra: le più gravi mancanze sono quelle relative al naso,
alle dita della mano destra e alle parti intime.

4. Storia
La statua bronzea dell'Apoxyómenos, assieme ad un'altra statua di Lisippo
che rappresentava un leone giacente, si trovò, in epoca successiva, ad
abbellire e ornare le terme di Agrippa in Roma. Tiberio, affascinato dall'opera,
provò a portarla nel suo palazzo sul Palatino, ma dovette poi ricollocarla a
posto per le proteste dei Romani.
Una versione marmorea fu rinvenuta nel 1849 nel quartiere romano
Trastevere,[1] nel vicolo delle Palme, che da quel ritrovamento, prese poi il
nome di "vicolo dell'Atleta".[2][3] Unitamente alla statua furono ritrovate anche le
statue del Toro frammentario e il Cavallo di bronzo.
L'opera venne esposta, quasi subito, nei Musei Vaticani[3] (Città del Vaticano),
inizialmente nella camera del Mercurio, nel cortile ottagonale, quindi fu
rimossa e spostata al Braccio Nuovo. Nel 1924 fece il percorso a ritroso e
ritornò nella Camera dell'Hermes, dove ci fu un nuovo, più accurato restauro
effettuato dal Galli. Questi, tra le altre cose, tolse il dado posto dal Tenerani
nella mano destra, provvide a rifare lo strigile, effettuò la sostituzione di vari
perni esistenti e infine, vi integrò molto accuratamente le dita distese. Nel
1932 la statua trovò la sua collocazione definitiva nella stanza più
propriamente detta Gabinetto dell'Apoxyómenos. Nel 1994 la scultura fu
oggetto di una profonda e completa opera di pulitura.

2. Descrizione
La statua raffigura un atleta nel momento in cui si sta raschiando la pelle
dallo sporco, dopo la gara o l’allenamento, con lo strìgile, uno strumento in
metallo impiegato, nell’antichità, e in assenza di sapone, per eliminare la
mistura di olio e polvere che si veniva a creare. L’Apoxyòmenos è la prima
statua greca dove un torso maschile non è completamente visibile. Lo
sportivo, infatti, si copre in parte i pettorali in quanto è impegnato a raschiare
via l’olio dal suo braccio destro, sollevato e parallelo al suolo, usando il
sinistro, piegato ad angolo retto davanti al busto.
Il fisico dell’atleta è elegante ed elastico, le gambe sono muscolose e sottili.
Le spalle larghe e la testa minuta conferiscono al suo corpo un profilo vivo e
nervoso. Anche le sue proporzioni non sono più quelle policletee: l’artista ha
infatti aumentato il rapporto tra la testa e il resto del corpo da otto a nove.
L’Apoxyòmenos, insomma, non è propriamente ponderato. Il suo
atteggiamento, al contrario, è dinamico: gli basterebbe spostare l’anca
dall’altra parte per invertire la posizione assunta. Lisippo è stato il primo a
mostrarci il volto umano dello sport. A quanto ci risulta, infatti, un atleta non
era mai stato presentato, in una scultura monumentale, nell’atto di compiere
un gesto così quotidiano, come quello di pulirsi. Lisippo non volle
rappresentare l’idea di un atleta ma un atleta vero. Un atleta senza nome ma
comunque reale. Quest’uomo, infatti, ha un corpo praticamente perfetto ma
non idealizzato come quello del Doriforo. Inoltre, il suo atteggiamento, così
intimo e occasionale, non ha nulla di divino. L’Apoxyòmenos si pulisce dalla
polvere e dal sudore. Il suo gesto ci parla di fatica, di muscoli indolenziti, di
membra doloranti, dell’impegno quotidiano e del sacrificio che stanno dietro la
costruzione di uno sportivo agonista.

3. Movimento e struttura
Immagine a sinistra
le statue di lisippo introducono un nuovo tipo di connessione fra le parti che si
riconosce come antitetico: l’azione si fissa sempre in una metà del corpo
lasciando così il riposo all’altra. Infatti nella statua è evidente che al lato
sinistro, in moto, si oppone quello destro, a riposo.
Immagine a destra
A differenza delle opere di policleto, la gamba destra non è tesa. Le spalle
sono posizionate quasi su una linea orizzontale dato le le braccia sono alzate,
la testa invece, leggermente inclinata verso destra. Dato che l’uomo poggia il
peso del corpo in gran parte sulla gamba sinistra, gli assi del bacino e delle
spalle sono inclinati verso questa parte.

4. Storia
La statua bronzea dell'Apoxyómenos, assieme ad un'altra statua di Lisippo
che rappresentava un leone giacente, si trovò, in epoca successiva, ad
abbellire e ornare le terme di Agrippa in Roma. Tiberio, affascinato dall'opera,
provò a portarla nel suo palazzo sul Palatino, ma dovette poi ricollocarla a
posto per le proteste dei Romani.
Una versione marmorea fu rinvenuta nel 1849 nel quartiere romano
Trastevere,[1] nel vicolo delle Palme, che da quel ritrovamento, prese poi il
nome di "vicolo dell'Atleta".[2][3] Unitamente alla statua furono ritrovate anche le
statue del Toro frammentario e il Cavallo di bronzo.
L'opera venne esposta, quasi subito, nei Musei Vaticani[3] (Città del Vaticano),
inizialmente nella camera del Mercurio, nel cortile ottagonale, quindi fu
rimossa e spostata al Braccio Nuovo. Nel 1924 fece il percorso a ritroso e
ritornò nella Camera dell'Hermes, dove ci fu un nuovo, più accurato restauro
effettuato dal Galli. Questi, tra le altre cose, tolse il dado posto dal Tenerani
nella mano destra, provvide a rifare lo strigile, effettuò la sostituzione di vari
perni esistenti e infine, vi integrò molto accuratamente le dita distese. Nel
1932 la statua trovò la sua collocazione definitiva nella stanza più
propriamente detta Gabinetto dell'Apoxyómenos. Nel 1994 la scultura fu
oggetto di una profonda e completa opera di pulitura.

You might also like