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KARL MARX (pag. 341-354) 1.

Vita e opere Nacque a Treviri, in Germania, nel 1818, da una famiglia ebrea, convertitasi per convenienze politiche al protestantesimo, ma di posizione agnostica. Riceve una educazione razionalistica e liberale. Frequenta la facolt di Giurisprudenza dove entra in contatto con la filosofia di Hegel. Passa poi a Filosofia, dove si laurea e diventa giornalista politico. Nel 1843 costretto a trasferirsi a Parigi per la chiusura del giornale, del quale era diventato direttore, da parte del governo prussiano. A Parigi si sposa ed conosce Engels, unamicizia che durer tutta la vita. Nel 1844 escono due saggi suoi (La questione ebraica e Per la critica della filosofia del diritto di Hegel. Introduzione) che testimoniano il passaggio di Marx al comunismo; inoltre approfondisce gli studi economici. Su spinta del governo prussiano deve lasciare anche Parigi e si trasferisce a Bruxell dove, insieme ad Engels, scrive trattati che si staccano dalla filosofia hegeliana. Nel 1848 scrive, sempre con Engels, il Manifesto del partito comunista, un documento programmatico della cui stesura era stato incaricato dalla Lega dei Comunisti che avevano tenuto a Londra il primo congresso nellanno precedente. A Londra Marx visse fino alla morte con gravi difficolt economiche. Nel 1867, pubblic il primo libro del Capitale (gli altri due volumi saranno pubblicati postumi ad opera di Engels). Mor nel 1883. 2. Caratteristiche del marxismo - Col suo pensiero Marx abbraccia lintera organizzazione strutturale e sovrastrutturale del capitalismo, ossia il mondo borghese, considerandone la dimensione filosofica, sociologica ed economica. - Contrassegno del marxismo il legame con la prassi, cio la tendenza a fornire uninterpretazione delluomo e del suo mondo che sia anche impegno di trasformazione rivoluzionaria. Ha perseguito per tutta la vita lideale dellunione tra teoria e prassi, cio lideale di tradurre in atto lincontro tra realt e razionalit che Hegel aveva solo pensato e che Marx cerca di attuare con ledificazione di una nuova societ. - Le influenze culturali che stanno alla base del marxismo sono 1. la filosofia classica tedesca da Hegel a Feurbach 2. il pensiero socialista 3. leconomia politica borghese Marx le collega con una sintesi creativa che, muovendo da esse, produce una nuova visione del mondo. 3. La critica al misticismo logico di Hegel Il pensiero marxista legato alla filosofia hegeliana, che Marx contrasta per limpostazione idealistica, ma considera una valida fonte di riflessioni e di confronto. Nella Critica alla filosofia hegeliana del diritto pubblico (1843), Marx critica il metodo hegeliano perch rende realt empiriche delle manifestazioni necessarie dello Spirito, per esempio, anzich limitarsi constatare lesistenza della monarchia, Hegel afferma la necessit nello Stato di una sovranit, che si incarna necessariamente nel monarca. Inoltre dal momento che ci che necessario anche razionale, egli deduce la piena logicit della monarchia. Questo procedimento definito da Marx misticismo logico, perch grazie ad esso le istituzioni anzich essere ci che di fatto sono, finiscono per essere delle personificazioni di una realt spirituale che sta dietro di esse. Il misticismo logico il risultato del rovesciamento idealistico operato da Hegel tra soggetto e predicato, tra concreto e astratto (mentre per luomo comune esistono prima la mela, la pera , e poi il concetto generale di frutto, per Hegel prima esiste il frutto di cui la mela e la pera sono semplici manifestazioni). perci necessario capovolgere di nuovo ci che Hegel aveva invertito, riconoscendo realmente ci che soggetto da ci che predicato.

Questo procedimento idealistico errato non solo sul piano filosofico, ma anche su quello politico, dove si dimostra conservatore, perch santifica la realt presente, arrivando a considerarla come manifestazione razionale e necessaria dello Spirito 4. La critica della civilt moderna e del liberalismo: emancipazione politica e umana - Alla base della teoria di Marx e della sua adesione al comunismo c una critica globale della civilt moderna e dello Stato liberale. Parte dalla convinzione che nello stato moderno ci sia una scissione tra societ civile e Stato: mentre nella polis greca lindividuo era tuttuno con la comunit di cui faceva parte, nel mondo moderno luomo vive due vite una in terra come borghese, cio nellambito degli interessi particolari, e una in cielo cio nella sfera superiore dello stato e degli interessi comuni. Il cielo dello Stato per illusorio perch lo Stato non condiziona la societ civile innalzandola a perseguire linteresse comune, anzi questultima che condiziona lo Stato rendendolo semplice strumento degli interessi particolari. La civilt moderna rappresenta contemporaneamente la societ dellegoismo e dei particolarismi reali e della fratellanza e delle universalit illusorie. - La falsa universalit dello Stato deriva dal tipo di societ che si formata nel mondo moderno, che ha i suoi tratti essenziali nellindividualismo, cio nella separazione del singolo dal tessuto comunitario. Lo Stato post Rivoluzione Francese legalizza questa situazione riconoscendo come diritto delluomo la libert individuale e la propriet privata, quindi una proiezione politica di una societ strutturalmente a-sociale. Egli rifiuta in blocco le civilt liberali comprendendo il principio della rappresentanza (che presuppone la distinzione tra individuo e Stato) e quello della libert individuale - Lideale di societ che Marx ha in mente un modello di democrazia sostanziale o totale, in cui c immedesimazione tra individuo e comunit. Lunico modo per realizzarlo leliminazione delle diseguaglianze tra gli uomini ed in particolare la propriet privata. Per raggiungere tale scopo sostiene prima (1843)il suffragio universale, poi (1844) larma a cui fa appello la rivoluzione sociale, il cui soggetto sar il proletariato. - Allideale dellemancipazione politica, che mira ad una uguaglianza formale, contrappone lideale di una emancipazione umana che mira alluguaglianza e alla democrazia sostanziale. 5. La critica delleconomia borghese e la problematica dellalienazione Con i Manoscritti economico-filosofici (1844) Marx si avvicina alleconomia politica. Nei confronti delleconomia borghese ha un duplice atteggiamento : - la considera unespressione teorica della societ capitalista; - laccusa di fornire unimmagine falsa del mondo borghese. Leconomia politica considera il sistema capitalista viene considerato non come uno dei possibili sistemi economici tra i tanti della storia, ma come il modo naturale di distribuire la ricchezza.; inoltre non evidenzia la conflittualit che caratterizza il sistema capitalistico e che si basa sullopposizione tra capitale e lavoro salariato, tra borghesia e proletariato. esprime tale contraddizione come alienazione la condizione storica del salariato allinterno della societ capitalistica, ha quattro aspetti fondamentali collegati tra loro: 1. il lavoratore alienato rispetto al prodotto della sua attivit produce un oggetto (il capitale) che non gli appartiene e anzi una forza che lo domina; 2. il lavoratore alienato rispetto alla sua attivit prende la forma di un lavoro forzato in cui strumento per scopi estranei (il profitto del capitalista); 3. il lavoratore alienato rispetto alla sua essenza infatti prerogativa delluomo rispetto allanimale il lavoro libero, creativo e universale, mentre nella societ capitalistica costretto ad un lavoro forzato, ripetitivo, unilaterale;

4. il lavoratore alienato rispetto al prossimo perch laltro per lui solamente il capitalista che lo tratta come un mezzo e lo espropria del frutto della sua fatica, suscitando cos un rapporto conflittuale con lumanit in genere. - La causa del meccanismo globale dellalienazione (che fa s che loperaio sia ridotto a strumento per produrre una ricchezza che non gli appartiene) sta nella propriet privata dei mezzi di produzione, perch il proprietario della fabbrica (capitalista) pu servirsi del lavoro di un gruppo di individui (salariati) per accrescere la propria ricchezza secondo una dinamica di sfruttamento e logica del profitto. - Il superamento dellalienazione si avr con leliminazione della propriet privata e lavvento del comunismo; la storia quindi il luogo della perdita e della riconquista, da parte delluomo, della propria essenza e il comunismo ne diventa la soluzione. (Influsso della teoria hegeliana della Fenomenologia dello Spirito come la coscienza dopo essersi perduta in tante figure, ritrova se stessa nelleticit e nello spirito assoluto, cos per Marx, luomo, dopo essersi smarrito nella civilt di classe, si ritrova nella societ assoluta del comunismo). - Se lalienazione economica alla base di tutte le altre alienazioni (politica e religiosa), lunico modo per abbatterla latto reale della rivoluzione e dellinstaurazione del socialismo (umanesimo giunto al proprio compimento). 6. Il distacco da Feurbach e linterpretazione della religione in chiave sociale 7. La concezione materialistica della storia 7.1 Dallideologia alla scienza Lintento di Marx quello di svelare, al di l delle ideologie, la verit della storia, attraverso il raggiungimento di un punto di vista obiettivo sulla societ, che permetta di descrivere come gli uomini siano in realt e non come possano apparire dalle rappresentazioni di altri. Questa posizione prende le distanze dalla vecchia filosofia idealistica e inaugura una nuova scienza. Lumanit, secondo questo metodo scientifico e non ideologico, una specie evoluta, composta da individui associati, che lottano per la sopravvivenza la storia quindi un evento materiale fondata sulla dialettica bisogno-soddisfacimento. Questa azione materiale distingue luomo dagli animali, perch comincia a produrre i suoi mezzi di sussistenza. Alla base della storia vi dunque il lavoro, che Marx intende come creatore di cultura e di civilt, attraverso il quale luomo si rende tale, distinguendosi dagli altri esseri viventi. 7.2 Struttura e sovrastruttura La storia costituita da due elementi di fondo: 1. le forze produttive cio tutti gli elementi necessari al processo di produzione gli uomini che producono (= la forza lavoro) i mezzi (terre, macchine ) che utilizzano per produrre (= i mezzi di produzione) le conoscenze tecniche e scientifiche che servono per migliorare la produzione 2. i rapporti di produzione cio i rapporti che si instaurano fra gli uomini nel corso della produzione. Trovano la loro espressione nei rapporti di propriet. Linsieme dei rapporti di produzione, cio la base economica, costituiscono la struttura, cio lo scheletro economico della societ e rappresenta il piedistallo su cui si eleva una sovrastruttura giuridico-politicaculturale. Secondo il materialismo storico per sovrastruttura si intendono i rapporti giuridici, le forze politiche, le dottrine artistiche, religiose e filosofiche che vanno intesi come delle espressioni dei rapporti che definiscono la struttura di una determinata societ storica, e non sono da intendersi, come per lidealismo, delle realt a s stanti.

Non sono quindi le leggi, lo Stato, le forze politiche, le religioni, le filosofie che determinano la struttura economica della societ (come era per lidealismo storico), ma la struttura economica che le determina (materialismo storico). Marx usa il termine materialismo non secondo la filosofia tradizionale, secondo cui la materia la sostanza e la causa delle cose, ma nel senso che le vere forze motrici della storia non sono di natura spirituale, ma di natura socio-economica. Riguardo al rapporto tra struttura e sovrastruttura, Marx sottolinea questi tre punti: 1. usando il termine sovrastruttura Marx vuole dare unimmagine visiva della dipendenza dei fenomeni politici e culturali dalla base economica, ma non intende ridurli a qualcosa di superfluo o poco importante; 2. per indicare tale rapporto usa i termini determinare e condizionare, sottolineando cos la dipendenza della struttura dalla sovrastruttura, ma evitando di concepirla in modo meccanico; 3. non nega che le idee possano influire sugli avvenimenti storici, lunico elemento veramente determinante della storia, che si auto-determina, la struttura economica, mentre la sovrastruttura ne solo un riflesso. 7.3 La dialettica della storia - Forze produttive e rapporti di produzione, oltre a dare una chiave di lettura di una societ, sono anche la spinta per il suo divenire, ossia la legge stessa della storia ad un determinato grado di sviluppo delle forza produttive tendono a corrispondere determinati rapporti di produzione e di propriet (es. a rapporti di produzione di tipo feudale corrispondono forze produttive agricole). - I rapporti di produzione si mantengono solo fino a quando favoriscono le forze produttive, vengono distrutti quando diventano un ostacolo dal momento che le forze produttive legate al progresso tecnico si evolvono pi rapidamente dei rapporti di produzione, ne deriva periodicamente una situazione di contraddizione dialettica fra i due elementi, che genera unepoca di rivoluzione sociale. - Le nuove forze produttive sono sempre legate ad una classe in ascesa, mentre i vecchi rapporti di propriet sono legati da una classe dominante al tramonto risulta inevitabile lo scontro, alla fine del quale riesce quasi sempre a trionfare la classe espressione delle nuove forze produttive, che riesce cos ad imporre la propria maniera di produrre ricchezza e la propria visione del mondo (le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti). Attraverso la legge della corrispondenza e contraddizione Marx delinea diversi periodi che hanno caratterizzato la storia dellumanit : - la comunit primitiva (comunismo primitivo) - la societ asiatica - la societ antica - la societ feudale - la societ capitalistica - la societ socialista Queste epoche non sono tappe necessarie, ma sono gradini che procedono dal grado inferiore al superiore. Inoltre la storia procede dal comunismo primitivo al comunismo futuro, attraverso una fase intermedia della societ di classe, la quale si basa sulla divisone del lavoro e sulla propriet privata. Il comunismo lo sbocco inevitabile delle civilt. Il materialismo storico di Marx ha un carattere dialettico, come per Hegel la storia si definisce come un cammino dominato dalla forza della contraddizione, che giunge ad un risultato finale. Marx per ritiene di aver fatto camminare la sua dialettica sui piedi e non sulla testa, come Hegel: - il soggetto della dialettica storica non pi lo Spirito, ma la struttura economica e le classi, - la dialettica dei fatti riscontrabile empiricamente, cio osservabile, - le opposizioni che muovono la storia non sono astratte e generiche, ma concrete.

7.4 Economia e dialettica Nel Capitale Marx si propone di studiare le leggi economiche della moderna societ borghese capitalistica; egli convinto che non vi siano leggi economiche universali, ma che ogni societ abbia le sue caratteristiche leggi storiche ed economiche. Queste leggi hanno una struttura di carattere dialettico che rende possibile prevedere il suo evolversi; in particolare la societ borghese ha nel suo interno delle contraddizioni strutturali che rendono possibile prevederne la fine. Il capitalismo deve inoltre essere studiato come una totalit organica, cio una struttura i cui elementi sono strettamente connessi. 7.5 Merce, lavoro, plus-valore - La caratteristica specifica del modo capitalistico di produzione di essere produzione di merci. La merce possiede - un valore duso cio deve essere utile - un valore di scambio cio la possibilit di essere scambiata con altre merci. Dipende dalla quantit di lavoro necessario per produrla: pi lavoro necessario per produrla, pi vale. Il valore non si identifica con il prezzo della merce, perch su di esso influiscono altri fattori come labbondanza o la scarsit del prodotto, per cui il prezzo di una merce pu stare al di sopra o al di sotto del suo reale valore: il prezzo NON il valore, ma ha alla base il valore. - Nelleconomia capitalista la produzione non finalizzata al consumo, ma allaccumulazione di capitale. Mentre nella societ pre-capitalistica il ciclo di produzione economica si formulava in M.D.M. (merce-denaro-merce), cio la merce veniva prodotta per ricavare denaro e quindi acquistare altra merce; nelleconomia capitalista la formula D.M.D (denaro-merce-pi denaro), secondo cui il capitalista con il denaro acquista merci per ricavarne pi denaro, cio il plus-valore. - Lorigine del plus-valore non va ricercato a livello di scambio di merci, ma livello della produzione capitalistica, cio in quella merce umana (loperaio) che ha la caratteristica di produrre valore. Il capitalista compra la forza-lavoro delloperaio pagandola come una qualsiasi altra merce, cio secondo il valore corrispondente alla quantit di lavoro necessario (il salario). Loperaio per produce un valore maggiore di quello che gli viene corrisposto, perch, per ottenere il suo guadagno, il capitalista deve per forza pagare un salario inferiore al valore globale prodotto dalloperaio. Il plus-valore discende quindi dal plus-lavoro delloperaio e si identifica con il valore offerto gratuitamente al capitalista. Il capitalista possiede i mezzi di produzione, mentre loperaio dispone della sola sua energia lavorativa e, per vivere costretto a vendersi. - Dal plus-valore deriva il profitto: i due concetti non coincidono, perch il profitto la differenza tra il plus-valore e le spese affrontate dal capitalista. Le spese affrontate vengono suddivise in capitale variabile cio il capitale investito nei salari capitale costante cio il capitale investito nei mezzi di produzione Il tasso, o saggio, del plus-valore pari al rapporto tra plus-valore e capitale variabile. Il saggio tanto pi elevato quanto maggiore il numero delle ore di lavoro delloperaio, o quanto minore la spesa del capitalista per i salari. Nel conteggio del saggio del plus-valore da tenere in considerazione anche il capitale speso per i mezzi di produzione. Il profitto dellimprenditore tanto pi elevato quanto maggiore il numero delle ore di lavoro delloperaio, o quanto minore la spesa del capitalista in salari e macchinari 7.6 Tendenze e contraddizioni del capitalismo Secondo Marx, il capitalismo, nella sua espansione, genera alcune contraddizioni che lo destabilizzano e ne causeranno la fine. Lobiettivo del capitalismo il raggiungimento del profitto privato, a discapito dellinteresse collettivo, quindi il capitalista cerca di conseguire la maggiore quantit di plus-valore possibile. I mezzi ai quali ricorre il capitalista sono diversi: - aumentare la giornata lavorativa (ma oltre un certo limite loperaio cessa di essere produttivo); - introdurre macchinari e procedimenti lavorativi sempre pi nuovi ed efficienti.

Nella fabbrica la macchina rappresenta il mezzo pi potente per generare plus-valore, per la sua capacit di produrre grandi quantit di merci e di risparmiare sulla forza-lavoro. Luso delle macchine produce due tipi di conseguenze: 1. relativo agli operai loperaio diventa un servo della macchina, che suscita nei lavoratori alienazione e ostilit nei confronti della meccanizzazione 2. relativo alla produzione e al mercato luso delle macchine la causa di crisi periodiche di sovrapproduzione, che sono una caratteristica tipica del capitalismo. Mentre nei secoli precedenti le crisi erano causate dalla scarsit di beni, nellet moderna esse sono generate dalleccessiva abbondanza di merci: i capitalisti, infatti, spinti dalla logica del profitto, concentrano la produzione in quei settori in cui i profitti sono pi alti, suscitando una crisi per un eccesso di offerta rispetto alla domanda. Queste crisi hanno come conseguenze sia la distruzione dei beni in sovrabbondanza, sia laumento della disoccupazione. Il continuo rinnovamento tecnologico, inoltre, causa di un progressivo aumento delle somme investite in macchinari (capitale costante) che, a sua volta, comporta una diminuzione progressiva del saggio del profitto. Tale fenomeno, che Marx definisce caduta tendenziale del saggio del profitto, unitamente alla concorrenza tra le diverse imprese, alle crisi di sovrapproduzione, allostilit del proletariato, prepara la fine del capitalismo stesso. A livello mondiale la societ si scinde in due classi, tra loro opposte: una classe industriale, composta da un numero limitato di individui, possessori di immense ricchezze, e unenorme massa proletaria sfruttata. Il Capitale termina con queste parole : Suona lultima ora per la propriet privata capitalistica. Gli espropriatori vengono espropriati.

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