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‘Titolo criginale Das lalaele Geaichinis, Schrift, Ermnenang und poitche Lent te fitber Hoebkalinen "= ™ © 2992 C. H. Beck'sche Verlagsbuchi © 1997 Giulio Binaue edit ISBN 978-88.06-15143-2 Jan Assmann La memoria culturale Scrittura,ricordo e identit ps ica nelle grandi civilté antiche Einaudi Indice pva Prefazione xt Introduaione La memoria culturale arte prima. Fondamenti teorici 1 Lacultura del ricordo 5 x 3 3 Le op: corde «freddo» 1 Lacultura dello seritto ° 1. Dalla coerenza rituale alla cocrenza 4 12. Canone: peril chiarimento di un concet t& culturale e immaginative politica %° ne di bsse Parte seconda. Esempi storici yx Premessa av. L'Egitto e l'invenzione dello Stato 134 ura egizia dello scritto arda come canone 231 293 religione come inamento del pensiero 1, La Grecia e le consequence dela cul 2. Omero el'etnogenesi greca 5- Ipolepsi: cultura dello sereto ed evoluzione delle idee in Grecia a dello seritto Epilogo La memoria culturale: un tentative di sintesi Bibliografia Indice dei nomi Indice anaitico Prefazione Da alcuni anni stiamo sperimentando direttamente la virulen- za del tema «memoria e ticordo»: circa dieci anni fa, infatti, esso importanza é pari a quella dell’invenzione della stampa e, di essa, della scrittura, In secondo luogo, e in connessione co primo fattore, nei confronti della nostra tradizione cultural si sta diffondendo un atteggiamento da «postcultura» (George Steine in cui cid che & giunto al termine - Niklas Luhmann lo chiama «vecchia Europa» ~ continua a vivere al pid come oggetto del cordo e del commento sistematore. Infine, e qui forse risiede i tivo decisivo, attualmente sta finendo qualcosa che ci concerne personale ed esistenziale: Ia generazione di rimini e delle catastrofi pid gravinegli annali la storia umana comincia ormai a estinguersi. Nel ricordo col vo quarant’anni marcano una soglia epocale, ossia il moment cui il ricordo vivo viene minacciato dal declino e le forme del ri- cordo culturale diventano problematiche. Anche se il dibattito cir- ca la storia, il ricordo, la memoria e la mnemotecnica assume in parte forme altamente astratte ed en nucleo discorso mi sembra essere appunto questo. Tutto concorre nel far ritenere che attorno al concetto del ricordo si vada innalzando un nuovo paradigma delle scienze della cultura, il quale mostra in una nuova luce i diversi fenomeni culturali, dall’arte alla letteratura, medo parte a tale movimento: sso non pub pretendee di aver rg. giunto una qualche meta, bensiriceve il suo senso solo dal fatto di dare indicazioni e mostrare dei ness. vin Prefazione Punto di partenza di queste ricerche sono stati gli studi con- dotti insieme ad Aleida Assmann durante un soggiorno comune di tun anno, nel 1984-85, al Wissenschaftskolleg di Berlino: a questa istituzione vanno pertanto i miei speciali ringraziamenti; senza le opportunita per letture, colloqui e discussioni nelle direzioni diverse, quali sono offerte dal passare i confini della mia disc to a fare qui. In tale contesto un ringraziamento particolare va a Christian Meier, Peter Machinist e Michel Strickman, membri di tun circolo di colloqui pit ristretto, dedito al problema di una scien: za comparativa della cultura della «memoria culturale» & derivata dalle atti- vita del circolo di lavoro sull’ Archdologie der literarischen Komamau- nikation, che sono documentate nei volumi Schrift und Gediichtnis ze a Heidelberg. Questo libro & derivato dalla preparazione e dal bilancio di tali convegai, in particolare del secondo, su Kanon und Zensur, organizzato nel 1985 presso il Wissenschaftskolleg di Ber- lino. Una prima versione, progettata assieme ad Aleida Assmann come introduzione di quel volume, fu interzotta, gid a Berlino, quando aveva raggiunto le 250 pagine, poiché una trattazione ra- sionevole del tema non sembrava possibile nella stretta cornice di un’introduzione, Dopo alcuni altsi anni di collaborazione pit vol- te interrotta & apparso piti sensato elaborare separatamente le no- stre ricerche, che erano guidate dagli stessi interessi ma conduce- vano in direzioni diverse. Aleida Assmann presenteri le sue ana- lisi con il titolo Erinnerungsriume. Zur Konstruktion kultureller Zeit: esse si riferiscono alle forme e alle funzioni della memoria cultu- rale dall’antichita fino al (post)moderno, e rappresentano quindi in un certo senso la prosecuzione del presente libro, il cui centro di gravita & costituito dalle antiche culture dello seritto del Vici- no Oriente ¢ del Mediterraneo. Lclaborazione degli esempi storici della seconda parte dellope- ra stata resa possibile da un semestre sabbatico, nel 1987-88; la preparazione dei cicli di conferenze su Kultur und Gedaichinis (1986- 1988), insieme a Tonio Halscher, su Kultur und Konflikt (1988-90) su Revolution und Mythos (1990), insieme a Dietrich Harth, non- ché dei convegni su Kultur als Lebenswelt und Monument (1987-91) © Mnemosyne (1989-91), insieme ad Aleida Assmann e Dietrich Harth, ha favorito l’elaborazione della prima parte de! libro, che Prefasione ox ha carattere teorico. A tutti i compagni di lavoro questo libro é de- bitore di infiniti stimoli e insegnamenti. Le conferenze presso il i ifelichkeit, quelle presso Jo Stuttgarter Zentrum fiir Kulturtheorie, presso il Graduier- tenkolleg di Friburgo su Vergangenbeitshezug antiker Gegenwarten, presso il Kulturwissenschattliches Institut di Essen, pet lo pit in- sieme ad A. Assmann, hanno offerto gradite opportunita pet la di- . Ma in definitiva sono incoraggianti ‘Wieckenberg che - forse ancora sempre prematuramente ~ hanno fatto di questi in- certi tentativi un libro Introduzione Nel Pentateuco per quattro volte ricorre l'esortazione a istrui- re i figli sul senso dei riti e dele leggi: Se tuo figlio domani ti chieder «Che coss sone le testimonianze le eg- sie gli stati che d Signore, nostro Dio, vi ordind 2», di’ a tuo filo: «Noi Fumo schiavi del Farsone in Egitto i Signore ei fee usire dal E awverzh che i vostei ‘tuo, in quel giorno dicendo: « a causa sci dall'Egitto Cid che abbiamo di fronte & un piccolo dramma concernente i pronomi personali e il ricordo storico. Il figlio dice ora « «noi» («il nostro Dio»), e il padre risponde usando ora «noi «me», Nella liturgia dei banchetto ebraico del séder, il quale non 2 altro che una grande lezione per i bambini sull'esodo dall’Egit- to, tutto cid assume la forma del Midraé dei Quattro Fanciulli. Le quattro domande (anche quella non posta esplicitamente di Es. artite fra altrettanti bambini: il bambino sag- gio, quello cattivo, quello ingenuo c quello che ancora non in gra do di fare domande. La saggezza del primo bambino si manifesta tegra il «vi» con «nostro Dio»: che coinvolge anche * (Tutte ectanioni della Bibbia sono tate da Le Bibbieconconate, Mondadori, Mi lano 1982. NATH xu —_Introduzione terpellante. La cattiveria del secondo bambino siesprime nel «voi» esclusivizzante: nia?» «Per voi», non anche per lui! Orbene, dato che si esclude dalla co ‘muni, fagli abbassare la crestae rispondigli: «Percid Dio ha fatto questo per me, quando usci dal Egitto»: «per me», non per li lagged) Jn questo piccolo dramma sono anticipate tem della nostra sco Mesto picec Bias ee titi; il acconto dell'esodo dall’Egitto, che fonda e costituisce que- il tema del ricordo; la costellazione di pa- dee figlio preannuncia il tema della perpetuazione e della ripro- duzione. Nella festa del séder il bambino impara a dire «noi» forma e contenuto a questo «noi a di un problema e di ‘un processo che sono alla base , ma che solo rara- a forma di evidenza cos{ neta, ¢ della «perpetuazione culturale» (0 costituirsi ‘Ogni cultura sviluppa quella che si potrebbe de- finire la sua struttura connettiva, Questa agisce istituendo collega- ‘ment e vincoli, entro due diverse dimensioni: quella sociale e quel- Ja temporale. Essa lega !'uomo al suo prossimo creando, in quan- to «universo simbolico» (Berger ¢ Luckmann), uno spazio comune perienze, di aftese e di azioni, il quale conferisce stamento grazie alla sua forza legante e vincolante; nei testi antichi questo aspetto della cultura & espresso con il termine «giu- ». Ma la cultura lega anche lo ieriall'oggi, modellando e man- tenendo attuali le esperienze immagini e le storie di un altro tempo entro 'orizzonte sempre avanzante del presente, cosi da generare speranza e sto aspetto della cultura é alla base dei racconti mit Entrambi gli aspetti, quello normative ¢ quello narrativo, quello del criterio direttivo e quello del racconto, stabiliscono le fonda- menta del!’ appartenenza o dellidentis | di dire «noi». Cid che lega insieme i singoli individui in un tale «noi» 2 la struttura connettiva di un ‘un’immagine di sé * Sulla cateches come foro di scardo sotico ed istinusione delenit, fs. Pury Ramer 1585, Introdusione comuni: tale strutturaé basata da un lato sul vincolo di comuni re- gole e valori, dall’altro sul ricordo di un passato condiviso. Il principio di base di ogni struttura connettiva & 2 garantisce che le linee dell’azione non si finito ma che vengano ordinate secondo sche possano identificare come elementi di una «cultura» co- mune. Anche questo principio pud essere reso pti chiaro dall’esem- pio del banchetto del séder. La parola ebraica séder significa ‘ordi- ne della festa, la one e aseguire» indicano gii quale sia il nucleo della que- ne: il tempo. In tal modo, 0 si viene a fissare un oF- dine temporale interno per la singola celebrazione, ¢ dallaltro si riallaceia ogni celebrazione a quella precedente. Seguendo lo stes- so «ordine», ogni celebrazione si ripete all’ tern ornamentale: chiameremo questo principio «coerenza ritua- le». Ma la cena del séder non ripete soltanto la festa dell’anno pre- cedente seguendo le medesime presci anche unt evento molto piti remoto: l'esodo dall’Egitto. « ipetizione» (Wie- derbolung) e catcualizzazione(Vergegentiirtigung) sono due form: di riferimento fondamentalmente distinte. Il concetto di séder ri guarda solo il primo di questi aspetti; l'aspetto dell’ attual ne viene espresso dalla parola Hagg si definisce bretto che viene letto la sera del séder. una raccolta, spesso riccamente illustrata, di bene i lie, che ruotano tutti attorno all’esodo dall'Egitto. Essa va intesa alla stregua di un’eseg , mirante a spie- gare, soprattutto ai bambini, il significato di queste procedure. Scopo della Haggaddh & anche di prescrivere; ma qui’accento bat- te sullo «scrivere»: essa éI'esegesi di un testo. Iricordo attualiz- zato trova compimento quando la tradizione viene interpretata. io aspetto di ripetizione ¢ ito, tar = pitt raavele Tee della ripetizione. Quanto mag- giore, invece, @ la libert& accordata alla singola celebrazione, tan- to pid & l'aspetto dell'attualizzazione a porsi in primo piano. Que- sti due poli delineano il campo d’azione di una dinamica entro cui lo seritto diventa sig vv Introduzione ione al prevalere dell’attualizzazione, dalla «coerenza rituale» a quella «testuale». In tal modo si crea una struttura connettiva di vazione, neutica, cord. Alla liturgia subentra 'erme- Gli studi riuniti in questo volume cercano di utilizzare in ma- niera feconda questo concetto di cultura ai fini di un’analisi tipo- logica. Cid che qui ci interessa sono le trasformazioni e le espres- sioni concrete della struttura connettiva nella sua varietAe ricchezza di confronti. Le domande verteranno sulla dinamica culturale, ossia sull’intensificazione e sul rafforzament tamentoe sulla disgregazione della strutrura connetti po ¢ dell'invarianza. Il canone & la mémoire volontaire di una so- Cietd, il suo ricordo dovuto; esso si contrappone sia al «flusso del- Ja tradizione» delle grandi civilta antiche, il quale scorre pit libe- ramente, sia alla «memoria» autoregolatrice e autoy cultura postcanonica, dove i contenuti non hanno pit il loro carat- tere di obbligazione né la loro forza vincolante. Le societa creano un'immagine mentale di sé e perpetuano la loro identita attraver- so la successione delle generazioni sviluppando una cultura del ri- cordo; e cid avviene ~ un punto per me decisivo ~ in modi comple- smente differenti. Questi studi vogliono analizzare come le societd icordano se stesse, e'tomerrt ricordo esse si immaginano.-——~ ‘Ariche se'tdibattito contemporaneo sulla postbistoire e sul po- stmoderno potrebbe offrire punti di riferimento a sufficienza per ica, i lavori che seguono si limit snde per un verso dalla limitatezza delle dell autore, per I'altzo dal fatto che tali studi so- smann € con le sue ricerche sulla memoria culturale dell’eta mo- derna: in vista del suo libro Erinnerunesrdume. Zur kuleurellen Konstruktion von Zeit und Ident i abilitazione, r991), qui imi limiterd alle originie alle fasi iniziali del fenomeno. Ma anche con questa restrizione la presente opera oltrepassa l’orizzonte di competenze di un egittologo in un modo che a qualcuno brare illecito e comunque necessitante di una parola di spiegazio- ne: le tesie i concetti sviluppati nella prima parte, infatti, verran- no illustrati nella seconda in base ad alcuni esempi, dove la Me- ntradusione xv ele ¢ la Grecia saranno presi in conside- razione allo stesso titolo dell'antico Egitto. A mia gius wed etnogenes- don que un contributo alla teoria generale della cultura Contributi del genere si devono a studiosi delle tendenze pit disparate. Tra questi vi sono Johann Gottfried Herder e Karl Marx, Jacob Burckhardt, Friedrich Nietzsche, Aby Warburg, Max Weber ed Ernst Cassirer, Johan Huizinga eT. S. Eliot, Arnold Gehlene A. L. Kroeber, Clifford Geertz, Jack Goody e Mary Dou- lista potrebbe continuare all’infinito. Poeti ¢ letter: gi, etnologi... gli antich questo dibattito solo in casi rari immediatamente evidente che proprio dallo studio delle gran vilt& antiche si possono ottenere chiarimenti ziosi circa la natura, il funzionamento, la nascita, la trasformazione della cultura. Il presente lavoro intende esse- re un primo tentativo in questo senso. Le definizi llocano di solito allinizio di una ricerca. 1 lettore ha quindi diritto a una spiegazione su cosa si intende il concetto di «memoria culturale», sul perché esso sia legittimo funzionale, sui fenomeni che con il suo aiuto si possono d Tlconcetto di «memoria culturale» concerne una delle dimension‘: della memoria umana. Noi fendiamo a immaginarci la memoria come un fenomeno puramen- te interiore, localizzato nel cervello dell’individuo, dunque ogget- todella a cerebrale, della neurologia e della psicolo non delle scienze storiche della cultura. Eppure i contenuti di que- questione non di controllo o di capacita zioni quadro esterne, ossia sociali e culturali alle cui tesi # dedicato il capitolo iniziale, fu il primo a richiamare energicamente l'attenzione su questo fatto. In questa dimensione esterna della memoria distinguerd quattro ambiti, di cui la «me- moria culturale» non & che uno’ \ | \ xt Tntroduzione 1) La memoria mimetica. Questo ambito concerns, Pagire. Noi impariamo ad apie copiando, L'impiego di guide sive Po° fare qualon some Te istruzioni per uso, t cucina, Ie indicazioni di montaggio ~ rappresenta uno sviluppo re lativamente tardo e mai davvero compiuto. No ‘tual pos caer aaclificare completamente | agite: vasti ambiti del!’ eg spi ouidano, dell'us e del costume continuano e basa xe elizioni mimetiche. Suil'aspetto della memoria rite: alto, René Girard ha imperniato in nameros libs vice Pe della cultura che proprio dalla sua unilateralita trae gran parte della sua efficacie’. 2) Lav temora delle cose, A parte dagli oggetei quotidian! © Pessonal come iletoe la sedi, le stovighee gli utensil Pt favare, il vestiario e pli attre ad arrivare a case, vil- ta, strade, veicoli e n ja sempre l’uomo & cir- idee di funzionalita, co- wue in certo qual senso anche se stes- OGIi opgett, quindi, gli mandano di rflesso un’ immagine Bice, gi Heordano se stesso, il suo passato, i su i ae ifmondo concreto in cui egli vive é dotato di w « SSiporale che rimanda, oltre che al presente, anche a diverse stratificazioni del passato. Ia memoria comunicativa. An- ta di comunicare non sono svi- ferno, da se stesso, ma solo nello circolare o retroatti coe rene t.o nel aingolo solo in vires della sua partecipazio- strultely interazioni. Non & necessario ora esporre ulterior: ne A questo aspetto, dato che ce ne oceuperemo pi indet- saets ih connestione con la teoria della memoria di Mauri ce Halbwachs. 4) La tesmiasione del senso: a memoria culture, La nemo culturale costitui io i i iti Sopracitai trapassano pit o meno senza fr soPrpratica mimetica assune lo status di Ho esposto questo caso in relaione ilu des Heqaib. Dar glint © cogente que teases dela XIl Sasa sao a in vieaa spans ag -Aznold nella necropoli di Lisht. i La cultura del ricordo 9 scono culti dei loro predecessori regal, codificano le tradizioni letterarie del passato’, adottano come modello un re della IV di- i a creare il «Regno offre senso di co- gittimita, autorita e fiducia. Questi stessi ré mostra- no, nelle loro iscrizioni architettoniche, quel pathos dell’eternita certo qual modo I’esperienza primor- « I’oggi, il luogo dove si pone la scel- e il conservare, & la morte, Solo con ta decisiva tra lo scomp: Ja sua fine, con Ia sua non prolungabilita, la vita assume quella for- 1a del passato sulla quale si pud fondare una cultura del ricordo: si potrebbe parlare addiriteura della «scena archetipica» della cul- tura del ricordo. Il dall’esercizio o integrato tecnicamente) da parte quale dall’etd a cui & giunto getta uno sguardo. vita, & cose diversa dalla commemorazione di cui tale vita fatta coggetto da parte della posterita dopo la morte dello stesso: tale di ferenza mette in risalto I’elemento specificamente culturale del cordo collettivo, Noi diciamo che il morto «continua a vivere» ne ricordo dei posteri, come se si trattasse di una prosecuzione qua- si nturale, autonoma, dell’esistenza; in realt& si tratta di un atto intenzionale di rianimazione che il defunto deve alla ferma volonta del gruppo che non vuole abbandonarlo al dissolvimento, eI invece come membro della comunita con I'aiuto del rico tandolo con sé nel progredire del presente i eloguente di questa forma della cultura del romani di portare gli antenati nelle pro- famiglia sotto forma di ritratti e maschere (lat. perso- na)’. Particolarmente singolare appare in questo contesto l’usanza cegizia di assicurarsi da sé a, questa cultura del ricordo wvocata dalla morte. Il fun- tituire la propria tomba € sapevole superamento della frattura zionario egizio provvede di perso les silpp® ne Repro Antico anche in Egtto (ft. H. Kees 1941, pp. 233 ap) durante le grand ese procesionallvenivano fate sare estate ligne di ro Parte prima morie», bensi come un necrologio anticipat memorazione del defunto come la forma originatia e di cultura del ricordo rende al contempo evidente che a mo a che fare con fenomeni che il concetto usuale di «tradiz non riesce a cogliere in maniera adeguata. Questo concetto, in- fat imula la frattura che conduce alla nascita del passato € lacontinuita, del progre- dire e del proseguimento. Senza dubbio esistono alcuni aspetti, de- scritti qui con i concetti di cultura del ricordo e memoria cultura- Ie, che possono essere chiamati anche con il nome di «tradizione» ‘Ma questo termine limita il fenomeno sia per quanto riguarda aspetto della ricezione, della ripresa al di la della rottura, sia in relazione al suo rovescio, ossia all’oblio e alla rimozione. Abbia- sogno di un concetto che comprenda entrambi que- motti, ovveto il loro ricordo, non sono «traditin. Che ci siricordi o meno di loro & una questione di legami affettivi, di formazione culturale e di riferimento consapevole al passato ai di 1a della frattura; questi stessi elementi improntano cid che chia- ‘miamo memoria culturale, ponendola al di sopra della sfera della tradizione. 2. La costruzione sociale del passato: Maurice Halbwachs Negli anni Ve logo francese Maurice Halbwachs el bord il concetto di «mémoire collective», sviluppandolo sop: tutto in tre libri: Les cadres sociaux de la mémoire (2925, 1952 La topographie légendaire des évangiles en tere sainte. Eiude de mé. moire collective (1941, 1971') e La mémoire collective (r950, ope- ra postuma la cui stesura risale in gran parte agli anni Trenta; 1968')®. Al Lycée Henri IV, Halbwachs fu allievo di Bergson, nel- tema della memoria occupa un posto centrale tudid inoltre con Durkheim, il cui concetto di agli fornt le basi per il tentativo di superamen- to del soggetzivismo bergsoniano e per linterpretazione della me- moria come fenomeno sociale. Halbwachs insegnd sociologia pri- "A questo proposito cf. J. Assmann 19834 € 19878 una valuterone circostansiata dels teoria della memoria di Halbwachs ct. Ne- mer 2987 "Per una bbliogeaia deli sere di M. Halbwachs clr. W. Bernsdorf (acura d), fe steraionales Sxiologen Lesion, Stttgatt 1959, p. 204 ‘cultura del ricordo rx ma a Strasburgo, poi alla Sorbona. Nel 19.44, contemporaneamente alla sua nomina al Collége de France, fu deportato dai Tedeschi e 1x6 marzo 1945 fu uceso nel campo di concentramento di Bu- chenwald”. 2.1. Memoria individuale e memoria coll va i Halbwachs ha tenuto fermo in tutte le carattete socialmente condizionato della i prescinde completamente dalla base fisica (ossia neuronica e cerebrale) della memoria, mettendo invece in risalto yuadri di riferimento senza i quali nessuna memoria in- iduale potrebbe cos Talbwachs x9; . dine totale - questa la sua tesi, che perd non & mai formula tale chiarezza ~ non possederebbe memoria. La memoria si tae cresce nell’uomo solo nell’ambito del suo processo di socia- one; & vero che & sempre solo il singolo ad «avere» una me- fiuenzata dalla collettivie’, Il fntro il quadro di un gruppo sociale. Noi no: ‘che veniamo a sapere dagli altri mntano e cid che da essi ci ativo; soprattutto, viviamo le nostre esperienze git ne degli alt ntesto di quadri di significati . non esiste ricordo senza per- doncetto dei «quadri sociali» (cadres sociaus) chs collima in maniera sorprendente con la teoria della fra- pis elaborata da E. Goffman, che studia la struttura, ov- i i delle esperienze of Sl biografia di M, Halbwachs cfr, Karady 1972, con id dal dualismo bergoniano di spittoe corpo: fe, Bergson 1836, 22 Parte prima juadri dell’esperienza di Goffman; ¢ questo impiegando la stessa costituisco- noe rendono stabile il ricordo corrispondono ai framzes che in Gotf- man organizzano le esperienze quotidiane. Halbwachs si spinge fi- no a fare della collettivia il soggetto della memoria e del ricordo, coniando conct -ome «memoria del gruppo» e «memor nazione», dove l'idea di memoria sconfina nel metaforico”. Non @ necessario seguirlo fino a que soggetto della memo- tia e del ricordo rimane sempre re umano, anche se in subordine ai «quadri» che org fella teoria t cche essa @ in grado ai spiegare, assieme al ricordo, anche Poblio: se un essere umano = e una societd umana ~ & capace di ricordare solo cid che si pud ricostruire come passato all’interno dei quadri di riferimento di un se questa si intetrompe, ovVer0 3 3p ento della realta comunicat s Si ricorda solo cid che si comunica e eid che si pud localizaare en- tro il quadro di riferimento della memoria : 1952, cap. 1v. La localizzazione dei ricordi]. Dal punto di pdell'individuo la memoris Vrante dalla sua pareecipazion - ;; dal punto di vista del gruppo, essa si pone come un pro- blema di ripartizione, come un sapere che si dstribulsceall'inter. |no del gruppo, ossia tra i suoi membri. I vari ricordi |olta in volta un si idipendente» i cui elem: gonoe sideterminano a vicenda, tanto nel singolo individuo quan- to nel quadro del gruppo. Per Halbwachs @ quindi importante di- ‘Questo lesscale (nel quadro dun appeoesio per iesto simile) stato fortemente 0 da Bartlet 1933, Lacultura delricordo 5 stinguere tra memoria individuale e memoria collettiva, anche se Ja prima ® comunque sempre un fenomeno sociale. Essa indivi- duale solo in quanto combinazione di volta in volta unica di me. ‘morie collettive, in quanto luogo delle memorie collettive dei i gruppi e delle loro 5, 133]. Solo le sensazi stretto: «la corrente delle impress fatti, «2 stretramente Iegata al nostro corpo», mentre i ricordi necessariamente «hanno Ja propria sorgente e la maggior parte del loro corso nel pensiero dei gruppi diversi ai quali siamo legati». 2.2. Figure di ricordo. Tanto astratto pud essere il processo del pensiero quanto con- cretorquells del ricardo. Te idee devono diventaré taterlalmente serisibilf prima di trovare accoglienza nella memoria come suoi og- getti. In questo modo si ottiene una fusione indissolubile tra con. cetto immagine. «Per potersi fis a ‘grup: leve presentarsi nella forma concreta di un evento, di una persona, di un luogo» 1972, p. raq]. Viceversa, perd, an. che un evento, per continuare a vivere nella memoria del gruppo, deve arric lelle pienezza di senso di una verita significative, «Al suo ingresso in tale memoria, ogni personaggio ¢ ogni fatto storico viene trasposto in una teoria, in una nozione, in un sim- tun senso, diventando un elemento del sistema '952, p. 296]. Da questa interazione di con- cetti ed esperienze" nascono quelle che chiameremo figure di ri condo”. Possiamo determinare pidi da vicino la loro particolarita sulla base di tre caratteri: iI concreto riferimento temporale e spa- Zale, il concreto riferimento al gruppo, la loro «ricostruttivitiy intesa come processo autonomo. 4) II riferimento temporale e spaziale, Noi abbiamo sempre biso- ano di vedere le figure di ricordo materializzate in un determina. Questa copa narraent fa pensure a quella di Bef Amchecung in Kant fence, queso cone tl sneag odo iow ‘erin: le. speciimente 1952, pp. 16 a9, Con efgure di tordans aver, lattes arvinmugls eros enitrane iactne ge efrano tel imagines perhe cso non fe leone, per epi, dacs quella see 1g Parte prima que sempre concrete, sia spazialmente che temporalmente, anche se non ogni volta in senso storico e geografico. Questa dipenden- za della memoria collettiva dall’orientamento concreto crea, pet cost dire, dei nuclei posseggono una dimensione temporale ‘si a eventi remoti o eccezionali, rispecchia un «tempo vissuto» (erlebte Zeit meget un spe us ole 22 : viico, di quello ecclesiastico, di quello contadino o di quello mili- tare. Un analogo ancoramento del ricordo vale per lo «spazio po- lato» (belebler Raum): cid che la casa & per la famiglia, i paese Serville lo sono per la comuniia rurale, civica, il paesaggio per quella nazionale: spazial i quali fissano il ricordo an sentia, Dello spazio fa parte do to attorn ad esso pertinente, il suo entourage matériel che gli appartiene co- me sostegno e veicolo del proprio sé. Anche questo mondo con- creto ~ fatto di utensili, mobili, ambienti, e della loro specifica di- } sposizione (cose le quali «ci offron: edi stabilita» (1968, trad, te; il valore di que | me status symbol iu denza alla localizzazione vale per qualsiasi tipo di comunita: ogni ‘gruppo che vuole consolidarsi come tale cerca di crearsi ¢ assicu- tarsi dei luoghi i quali non costituiscano solo un teatro delle sue forme di interazione, ma anche dei simboli della sua identita e dei ‘punti di aggancio per il suo ricordo, La memoria ha bisogno di luo- hi, tende alla spazializzazione”. Halbwachs ha illustrato questo punto sulla scorta della «topografia leggendaria della Terra San- iG nel dettaglio in altro contesto): il grup- po elo spa cono una comunanza di tipo simbolico a cui il gruppo si attiene anche quando & separato dal proprio spazio, ri producendo simbolicamente i luoghi santi b) Id rferimento al gruppo. La memoria collettiva ®insita nei suoi | detentoti e non si pud trasferire a piacere; chi ne partecipa atvesta, | Auguste Comte; cfr. anche i concerto di «punelloestrno» (Aujenhal intro ‘Gehlen £958, pp- 25-26 «pasi. ia Cicerone’ stant vis admonitions nerfs foes, ut non sine causa exis me La cultura del corde 5 in tal modo la sua appartenenza al gruppo. Essa & dunque concre- ta non solo spazialmente e temporalmente, ma anche in relazione «all’identita: cid significa che essa si riferisce esclusivamente alla prospettiva di un gruppo reale e vivo. I concetti di spazio e di tem- po della memoria collettiva si pongono in un rapporto vitale e den- so di affetti e valori con le forme di comunicazione del gruppo cor- rispondente: essi vi compaiono nelle sembianze della patria e del- la propri catichi di senso e di importanza per l'immagine di sé gli obiettivi del gruppo. Le figure di ricordo «sono al tem- po stesso modelli, esempi ¢ una sorta di dottrina. In esse si espri- ‘me I’atteggiamento generale del gruppo; esse non riproducono sol- tanto la sua storia, ma definiscono anche la sua natura, le sue qua- lita e le sue debolezze» {Halbwachs 1952, p. 151]. I nesso fra la collettiva, "immagine di sé di un gruppo e la funzione sociale @ illustrato da Halbwachs mediante la getarchia dell'ordi- namento feudale medievale, il cui sistema di stemmi e ti boleggia una rivendicazione di dicitti e privilegi. Qui il rango di tuna famiglia & in alta misura edefinito da cid che essa stessa e le altre famiglic sano del suo passato» [ibid., p. 231]. In questo ca- so si deve «fare appello alla memoria della societa per ottenere quell’obbedienza che in seguito verra reclamata richiamandosi all'utlica dei servizi prestatie alla competenza del magistrato e del funzionario» [ibid., p. 224). 0 pi sociale che si costituisce come comunitd del ri co Foprio passato soprartuito da due pur 1 ‘specificitd Ta durata. Anzitutto, nell'immagine che e380 costrui- sce dt $€ Soni sottolineate le differenze rispetto all’esterno, men. tre quelle interne vengono attenuate. Inoltze, ess0 produce «una coscienza della propria identita attraverso il tempo», cosicché fatti ricordati vengono costantemente selezionati e inquadrat base a corrispondenze, somiglianze e continuita. Nel momento cui un gruppo divenisse consapevole di un proprio mutamento cisivo smetterebbe di esistere come tale, lasciando il posto a un gruppo diverso. Ma poiché ogni gruppo aspira alla ermanens 330 tende a smorzare per quanto possibile i cambiamenti e a per. | cepitre la storia come una durata inalterabile, ‘moriae duct sit dciplina» (De fib, a: «Tanto grande la forza evocativa de Bhi che non la mnemotecnicas). Quest rande opera, Let Hau de memoie, 1984, 16 Parte prima ¢) La ricostruttivita. Strettamente connesso con il riferimento al gruppo é un ulteriore carattere della memoria collettiva: la sua ricostruttivita. Con cid si intende che il passato non @ in grado di Peonservarsi come tale in nessuna memoria, ma che di esso rimane solo «cid che in ciascuna epoca la societa, operando sui suoi qua- dri attuali, pud ricostruire» [ibid., p. 296]. Per dirla con il filosofo H. Blumenberg, «non esistono fatti puri del ricordo». Niente mostra in maniera pit efficace Voriginalita e la versati- lita del pensiero di Halbwachs del fatto che egli,filosofo ¢ socio- logo, abbia dimostrato la sua tesi usando del materiale cos{ incon- sueto come la storia dei luoghi santi del cristianesimo in Pal }na. La topografia cristiana @ una pura finzione: commemorano non fatti accertat imoni \denze che vi hanno messo rad \123]. La memoria collettiva autentica, basata ne viva della comunit’ dei discepoli 0, come Jesus-Bewegung (TheiBen 1977] intesa come communauté. si limitd, con la selettivita tipica del coinvolgimento affettivo, ai , alle parabole, ai detti ¢ agli assiomi del maestro, L’elabora- zione biografica dell'immagine di ricordo inizid solo pit tardi, do- 1po che si furono attenuate le attese di un’ apocalissi imminente; al ora si rese necessario collocare i légia, tramandati nel ricordo, alPinterno di episodi biografici, disponendoli nel tempo e nello spazio. Non esistendo luoghi fosse conservato | spontaneamente, esso vi fu collegato solo in un secondo momen- to, attorno al 100 d.C., ad opera di conoscitori della geografia pa- ‘Testinese. Con Paolo, perd, il centro di gravita del ricordo si era spostato dalla Galilea a Gerusalemme: qui non esistevano affatto «ricordi autentici», poiché il proceso e l’esecuzione di Cristo pro- babilmente si erano svolti in assenza dei discepoli. Gerusalemme venne ad occupare il punto centrale perch€ ora, mutando la foca- lizzazione teologica, la vita di Gest venne ricostruita ex novo par- tendo dalla passione e risurrezione come eventi decisivi, e sospin- ‘gendo sullo sfondo come antefatto l'intero operato in Galilea La nuova idea che si affermd come vincolante con il Concilio di Nicea fu la redenzione dal peccato del mondo mediante il sa- ctificio del Dio fatto uomo; essa acquistd una forma memorizza- bile (diventd «figura di ricordo») come storia della passione. Par- tendo dalla croce e dalla risurrezione, si ricostrut il ricordo di Ge- \st.¢ Gerusalemme venne organizzata come spazio commemorative, i | dungue, localizzazione| in cui trovavano espressione i cambiamenti della dot ede in maniera ricostruttiva; il pas- sato non é in grado di conservarsi in essa in quanto tale: e3so vie~ ne continuamente riorganizzato dai m » P. 291]. La societa non adotta idee cn struisce solo il passato, ma organizza La memoria collettiva opera pertanto in fa ritroso che in uutevoli quadri di riferimen- to del presente sempre avanzante. Anche il nuovo pud presentarsi sato: essa adotta il passat finora: «ln questo se contempo un ricordo de anti: essa non rico- anche I'esperienza del pre- sente ¢ del futuro, Avrebbe poco senso, quindi, opporre un «prin. cipio di 2.3. Memoria vs Storia anza» al «principio del ricordo>: essi si determinano a "uno non é pensabile senza I'altro [Ritschl 1967] Halbwachs & dell'opinione che un gruppo presenti a se stesso il proprio passato in una forma da cui & escluso ogni cambiamen. to. Viene qui spontaneo pensare alla caratterizzazione delle societ’ che C. Lévi-Strauss ha chiamato «fredde»®. In effe zione del cambiamento occupa un ruolo cosf centrale nell memoria collettiva di Halbwachs che egli pud contrapporle gl balmente il concetto di «storia». Secondo Halbwachs lav cede proprio al contrario della memoria collet guarda solo alle somiglianze e alle cont esclusivamente le differenze e le discontinui idea di inuita, la prima percepisce| . La memoria col- tea it. pp. 63:66. Alla luce di que- "orge la demand se non eistano an viuppace una cosciensa del proprio 18 Parte prima lettiva vede il gruppo «dal di dentro», cercando di porgergli un’im- magine del suo passato in cui esso possa riconoscersi in ogni suo stadio e dove quindi ogni cambiamento troppo profondo @ stato attenuato; da parte sua, la storia elimina dalla propria scena que- sti periodi senza mutamenti in quanto intervalli «vuoti», facendo come fatto storico solo cid che, in quanto processo 0 even ice di cambiamento. Viceversa perd, come gid accennato, i sppo sottolinea la differenza della propria storia, fondata su di essa) rispetto a ogni altra memo- ia, invece, livella tutte le differenze del ge- uno spazio storico completamen- te omogeneo: in esso nient , ma anzi tutto ¢ confrontabi- le con tutto, ogni singola storia pud essere collegata all’altra e, soprattutto, ogni dato @ importante e significativo allo stesso mo- infatti,esistono molte memorie collettive, ma una sola Sto- ‘ha abbandonato ogni relazione a gruppi, a identiti 0 i di riferimento specific, e la quale ricostruisce il passato allinterno di una scena «astratta dall’identita»: qui, come dice Ranke, tutto @

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