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CADAVERI E COLONNE DI FUMO NEI PRESSI DEL COMPOUND DI BAB AL-AZIZIYA /FOTO REUTERS
INFORMAZIONE | PAGINA 7
LA FINE DI UN MONDO
Gian Paolo Calchi Novati l secolo breve nella misurazione di Hobsbawm compreso fra linizio e la fine della rivoluzione per eccellenza. La data di partenza il 1917, lOttobre russo, e la data conclusiva il 1990, come media fra il 1989 di Tienanmen e del collasso del socialismo reale nellEuropa dellest e il 1991 dellammainamento della bandiera rossa dalla torre pi alta del Cremlino. Accanto al secolo breve, nel Novecento si dipanato per anche un secolo lungo. Se il secolo breve si svolto allinsegna della classe, il secolo lungo ha avuto come termine di riferimento quel genere un po confuso e un po ambiguo che una volta si declinava senza perifrasi come razza e che proprio nel Novecento si cominci a chiamare colore. Allinizio del secolo, William E. Burghardt Du Bois, uno dei padri del panafricanismo, che partecip da comprimario al primo Congresso panafricano organizzato a Londra nel 1900 da Sylvester Williams, profetizz che il Novecento sarebbe stato caratterizzato dalla linea del colore. Per colore, ovviamente, Du Bois intendeva nero o negro ma in ultima analisi quel colore era una metafora per identificare gli uomini e le donne inferiorizzati, periferizzati e oppressi dagli imperi coloniali, dal mercato e dal pensiero dominante. Il Novecento stato unordalia di emancipazione pi ancora che di indipendenza o sovranit per i popoli di colore che sarebbero andati a costituire, verso la met del secolo, il Terzo mondo. Probabilmente il Terzo mondo finito da un pezzo o finito molte volte nel logorio di episodi piccoli o grandi. Il secolo lungo stato testimone di tante speranze, tante vittorie e tante sconfitte. Alla luce della storia, le responsabilit dellinvoluzione che lha chiuso vanno divise, con tanti intrecci in andare e in venire, fra lavidit dei gruppi dirigenti che hanno promosso la decolonizzazione, la difficolt dei ceti sociali dei paesi afroasiatici di definire i loro rispettivi diritti e la sproporzione dei poteri delle forze che detengono i capitali, la tecnologia e la disponibilit della manodopera su scala mondiale. Ogni data destinata a fare la storia convenzionale. Ma ci sono buoni motivi per pensare che questo 2011 abbia marcato la fine suprema del Novecento che doveva celebrare il riscatto delle vittime dellespansione dellEuropa con i suoi apparati di controllo militare, politico e finanziario nelle aree esterne al di l dei mari e degli oceani. Ormai chiaro a tutti che il trionfo dellideologia e della prassi liberal-democratica seguito al fallimento, brusco o vigilato, del socialismo in Russia e in Cina, equivale allaffermazione di un sistema denominato globalizzazione o Nuovo ordine mondiale che esporta ovunque, in un crescendo di violenza, lunilateralismo eurocentrico, lesatto contrario dello spirito della decolonizzazione, sacrificando la libert a un modello di sicurezza e organizzazione sociale a misura degli interessi del Centro. CONTINUA |PAGINA 6
Duro a morire
A Tripoli caccia grossa a Gheddafi. Lo cercano gli insorti e le forze speciali della Nato. Il Colonnello parla alla radio chiamando i libici alla resistenza. La Lega araba riconosce il Cnt, il Consiglio di sicurezza dellOnu consegna 500 milioni al governo provvisorio, Berlusconi ne offre 350. Liberati i giornalisti PAGINE 6, 7, 8
EDITORIA
MANOVRA
FUOCO AMICO
PARADISO FISCALE
Fioccano dichiarazioni anti-piazza. E da Bersani mezza retromarcia: Il partito in tutti i cortei anti-manovra
DANIELA PREZIOSI
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il manifesto
FUOCO AMICO
In crisi
Rapporti tesi tra il Pd e la Cgil: causa di attrito lo stop generale del 6 settembre
Il Pd sbaglia dice senza dubbi Stefania Crogi, segretaria degli agroindustriali Flai Capisco che debba tener conto di tutte le sue anime interne, alcune di riferimento alla Cisl, ma non tempo di bilancini. La manovra pesantissima e adesso si devono fare scelte chiare. Il Pd capisca che stiamo usando le armi proprie del sindacato, le uniche che abbiamo. Loro come noi hanno presentato una contromanovra, ma possono agire con gli emendamenti. Ma noi con che cosa se non lo sciopero? Quanto a Cisl e Uil continua Crogi io sono per perseguire l'unit fino alla morte, ma qui non siamo noi a rompere l'unit. L'accordo del 28 giugno era firmato anche da loro, e quello che ha scritto il governo nell'articolo 8 un totale stravolgimento. Si mettono diritti indisponibili come l'articolo 18 nelle mani delle rappresentanze aziendali, dicendo che queste ultime possono derogare a leggi e contratti. Ma rappresentanze di chi? Non c' neanche scritto confederali, si cancellano tutti i paletti conquistati con l'accordo del 28 giugno. Maurizio Landini (Fiom, metalmeccanici) non comprende come non si possa essere daccordo con uno sciopero che difende il lavoro e la Costituzione. Il problema spiega che si continua ad avere una visione antiquata dei rapporti tra i sindacati, non prendendo atto del fatto che l'unit di azione non c' pi: e che, se ci deve essere, sar da ricostruire sul merito. Il governo per legge cancella tutto il diritto del lavoro: non solo elimina di fatto l'articolo 18, ma d retroattivit all'accordo del 28 giugno. Come mai Cisl, Uil e Confindustria non difendono un testo siglato anche da loro?. Il vero nodo conclude Landini non sta oggi nel sommare le sigle, sapere chi viene o no allo sciopero della Cgil. Si deve individuare il disagio delle persone, i loro bisogni, e lopposizione ha la debolezza di non riuscire a farlo. Il Palazzo lontano dai lavoratori, dai precari, dai pensionati, non vede che la societ esprime un grande desiderio di cambiamento. Il sindacato tenta di farlo, con lo sciopero e non solo con quello, ed gi un punto di partenza.
Il leader riaggiusta: i nostri saranno in piazza Ma torna lo spettro della divisione sindacale
Daniela Preziosi
ROMA
BONANNI (CISL)
on sar una marcia indietro - a largo del Nazareno negano vigorosamente - ma una correzione di linea c stata. Fatta di parole, aggettivi, sfumature. Quei dettagli in cui talvolta si nasconde il diavolo. Non un caso che per la terza volta in due giorni Bersani deve precisare la posizione del Pd sullo sciopero generale della Cgil convocato il 6 settembre, con manifestazioni in cento piazze. Accolto, allinizio, da qualche scetticismo sullefficacia delliniziativa anche da quei dirigenti (come Stefano Fassina, responsabile economico Pd) da sempre vicini al sindacato. Ma soprattutto da Bersani, che mercoled si detto preoccupato per la tenuta dellunit ritrovata con laccordo del 28 giugno. Una freddezza, quasi una presa di distanza che ha lasciato perplesso mezzo partito. E che sembrava dare il nulla osta a una serie di iniziative anti-sciopero. Non solo le critiche alla Cgil di Franco Marini, gi segretario Cisl, e lauspicio che il Pd si schieri addirittura contro lo sciopero, come vorrebbero i cattolicissimi Beppe Fioroni e Lucio DUbaldo. Non solo Europa, lelegante quotidiano margheritino che con i cortei non mai troppo indulgente e parla di regalo al divisivo Sacconi . Ma anche iniziative anti-piazza da parte di dirigenti che di solito si occupano daltro. Come il tesoriere Antonio Misiani che, secondo il Foglio di ieri, prepara un documento a nome di un gruppo di quarantenni (lo stesso autore del pezzo, Claudio Cerasa, ieri su Panorama li ha chiamati i carrozzieri, in opposizio-
ne agli ex rottamatori di Matteo Renzi) in cui si chiede ai dirigenti Pd di non esserci, non cascarci, non aderire ad uniniziativa della sola Cgil perch giusto che in un momento delicato come quello che sta attraversando il nostro Paese non perdiamo di vista lorizzonte dialogante e responsabile suggeritoci dal presidente Napolitano. Al Nazareno c chi giura che il documento non andr avanti. Ma intanto il segretario per la terza volta torna a specificare la posizione del Pd. Che non aderisce mai alle manifestazioni sindaca-
Dopo lo scetticismo iniziale, fioccano le dichiarazioni contro la manifestazione. E il tesoriere Misiani, ex Ds, sul Foglio: Non andiamo, non caschiamoci
li alle quali pure i propri dirigenti e militanti vanno. Rispetta lautonomia di ogni scelta sindacale. Bersani ecumenicamente annuncia che il partito sar presente a tutte le diverse iniziative che i sindacati e le forze sociali dovranno assumere per chiedere correzioni alla manovra nel senso dellequit e della crescita. Quelle di Cgil, ma anche di Cisl e Uil, auspicando che anche le ultime due ne organizzino. Per correggere Marini (che a Repubblica si dice stupito della scelta della Cgil) Bersani spiega che con tutto quello che il Pd stesso pensa e dice della manovra dovrebbe forse
stupirsi di uno sciopero o di una qualsiasi altra forma civile di mobilitazione o di protesta?. Cos cominciano a arrivare i nomi di quelli che parteciperanno al corteo, il bersanianissimo Fassina in testa. Bersani cerca come sempre lequilibrio impossibile fra Cgil Cisl e Uil. Una verit meno nota che il suo partito ha lavorato pancia a terra per creare le condizioni della firma della Cgil sullaccordo del 28 giugno, quello sui contratti e sulla rappresentanza. Oggi le proposte del Pd sullarticolo 8 della manovra (licenziamenti) sono molto vicine a quelle della Cgil. Ma la mobilitazione solitaria (si fa per dire, aderiscono i sindacati di base e mezzo paese), nonostante il sicuro successo a cui si avvia, un calcio sui denti allunit faticosamente riconquistata. I lavoratori uniti sono pi forti, predica sempre Bersani. Che sa anche che le divisioni dei sindacati si ripercuotono dritte dritte sul suo partito. La ridda di dichiarazioni intorno al 6 settembre, con il segretario costretto a correggere il vecchio sindacalista Franco Marini, ne lennesima prova. Lo scetticismo iniziale con cui la stessa area bersaniana ha accolto la manifestazione rischiava di esporre troppo anche la segretaria della Cgil Susanna Camusso, che con Bersani ha un asse privilegiato e cementato proprio sul comune obiettivo di mantenere lunit fra i tre sindacati. Ieri Camusso ha mantenuto laplomb: La posizione di Bersani corretta. uno strano dibattito questo, non che agli scioperi generali delle organizzazioni sindacali debbano aderire i partiti. Cercando di coprire le molte voci che dalla Cgil si sono alzate contro Bersani.
il manifesto
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FUOCO AMICO
Governo
Divisioni e malumori nel Pdl crescono ogni giorno di pi. Luned alle 20 scade il termine per la consegna degli emendamenti
INFORTUNI DOMESTICI, BOSSI CADE E SI ROMPE UN BRACCIO Dopo Berlusconi infortunio domestico anche per Bossi. Il ministro leghista (70 anni tra un mese) ieri notte scivolato e si rotto il braccio sinistro. Il senatur si era operato alla cataratta pochi giorni fa. Anche il premier - chiuso ad Arcore per la dieta - il 15 luglio aveva raccontato di una caduta notturna in bagno che gli aveva procurato un vistoso livido in testa. Bossi ieri stato curato nello stesso ospedale di Cittiglio (Varese) che gli salv la vita dopo lictus del 2004. E stato ingessato, sta bene, ed tornato a casa sua a Gemonio. I medici valuteranno in seguito la necessit di un eventuale intervento. Confermati, per ora, tutti gli impegni in agenda.
CONFINDUSTRIA
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TRA RIMINI E IL G7 Domani Tremonti sar a Rimini e romper il silenzio sulla manovra. Il 9-10 settembre vola a Marsiglia per un importante meeting del G7.
un limite a tutto. Per questo diciamo al governo: 'Fai altre scelte. Gianni Alemanno, capo di una minicorrente alla camera (11 deputati Pdl), non risparmia la stizza contro la manovra bis firmata Tremonti. Il sindaco di Roma in buona compagnia, perch le divisioni e il malumore nel Pdl, se possibile, crescono ogni giorno di pi. Sar interessante confrontare il florilegio di proposte e diktat dal tono perentorio affiorati sui giornali con il testo finale di un decreto, che ormai pratica-
Prosegue la guerra degli emendamenti. Tutti contro tutti e tutti contro il ministro. In attesa del vertice di Arcore di luned i conti non tornano e la fiducia inevitabile
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SI VENDONO PURE I FARI Secondo La Russa da fari e caserme inutilizzati si potrebbe ricavare 1 miliardo in tre anni. Poca roba, non a caso si torna a parlare di vendita delle spiagge.
mente inevitabile, sar approvato a met settembre col voto di fiducia anche in senato. A poche ore dal termine della consegna degli emendamenti (luned alle 20) la confusione indescrivibile. Roberto Calderoli - allacciate le cinture propone una tassa sullevasione, una specie di patrimoniale detraibile dallIrpef. Una nuova tassa sui beni che chi paga le tasse si scalerebbe, e chi evade invece sarebbe costretto a pagare. Il ministro leghista (tra i pochi a fare da sponda con Tremonti) esclude interventi sullIva, chiede di aumentare i tagli alle regioni e diminuirli ai comuni. Poi se la prende con vedove e handicappati e propone di diminuire le pensioni di reversibilit e gli assegni di accompagnamento. Almeno uno spiraglio al dialogo, commenta prudente Quagliariello del Pdl. Decisamente pi prosaico invece il frondista Crosetto. Dopo aver sentito e letto le dichiarazioni di Calderoli lascio campo libero agli esperti e magari mi metter a trapanare denti o a estrarre molari (Calderoli un chirurgo maxillo facciale, ndr). Crosetto d voce a quello che pensano molti berlusconiani doc: Tra dodici mesi, quando vedr un Pil ridotto di 3 o 5 punti vedr le stesse persone che oggi rifiutano ogni dialogo dire che necessaria un'altra manovra correttiva da 20, 30 o 40 miliardi, e allora chieder personalmente conto a lui e a Tremonti. Il cantiere della manovra, insomma, resta aperto. Molto aperto. Nel mirino di tutti - da Bondi allultimo dei peo-
nes - c un ministro dellEconomia fin qui silenziosissimo. La manovra raffazzonata, scritta male, incerta nei saldi, giuridicamente e politicamente non sta in piedi. Lo certificano le commissioni di merito del senato, lo denunciano le parti sociali, lo grida lopposizione. Si cambia, ma come? SullIva difficile intervenire perch gi previsto un suo aumento a copertura della delega sul fisco. Dalla privatizzazione di immobili pubblici - visti il fiasco delle cartolarizzazioni tremontiane Scip1, Scip 2 e Scip 3 - si ricava poco. La Russa sostiene che fari e caserme dismesse valgono 1 miliardo. Ma per fare cassa, i rumor parlano di una Robin tax allargata a Tlc e autostrade mentre lintero settore sul piede di guerra. Cos torna ad affacciarsi la (s) vendita delle spiagge (per fortuna lEuropa e la Costituzione forse non lo consentirebbero). Come nel pi trito dei governi balneari, immancabile la richiesta di un vertice di maggioranza per fare chiarezza. Lo invoca il responsabile ex finiano Silvano Moffa. Il tempo stringe. Luned ci sar un incontro e sicuramente fra Berlusconi e Bossi si trover un'intesa, assicura il ministro Altero Matteoli. Nessuno aggiunge - deve fossilizzarsi sulla convinzione di essere il portatore del Verbo. Sono anni che si parla di una possibile rottura tra il Pdl e la Lega e poi il rapporto si consolida sempre di pi. Questo sempre accaduto e anche questa volta l'intesa si trover. Sicuramente. In fondo, il centrodestra ha sempre fatto cos: litiga, litiga e poi lasse del Nord trova la quadra. Ma Bossi e Berlusconi non sono pi quelli di un tempo. Dopo lintervento alla cataratta dei giorni scorsi, ieri il senatur si rotto il braccio sinistro cadendo dal letto. Anche il premier - a suo dire - il 15 luglio era caduto di notte in bagno procurandosi un vistoso livido in testa. Barcollano ma non mollano. Il premier deve convincere gli alleati del nord e del sud senza mortificarne le posizioni. E soprattutto decidere fino a che punto tirare la corda con Tremonti, unico garante in Europa dei conti italiani. Il super-ministro presto sar costretto a rompere il silenzio. Domani sar a Rimini per il meeting di Cl. E in pieno bailamme sulla manovra il 4 settembre sar al forum annuale di Cernobbio e il 9 a Marsiglia per un vertice dei ministri del G7 che non si annuncia rituale. Margini dunque ce ne sono sempre di meno. La temperatura tanto alta che in serata Alfano convoca precipitosamente Calderoli a via dellUmilt per vederci chiaro. r. pol
a Confindustria insiste: no al contributo di solidariet previsto dalla manovra. Sarebbe profondamente ingiusto, ha detto ieri il direttore generale Giampaolo Galli in audizione al Senato. Meglio piuttosto alzare l'Iva ordinaria al 21% ha continuato Galli Questa misura darebbe un gettito aggiuntivo di circa 3,7 miliardi e permetterebbe di evitare la Robin tax (sulle societ energetiche, ndr) e il contributo di solidariet. Pi articolato il giudizio su unaltra norma calda della manovra, larticolo 8 (quello che permette a un accordo aziendale di derogare a leggi, contratti e perfino allarticolo 18, e che d retroattivit allaccordo del 28 giugno): Confindustria non esattamente contraria, dice anzi che tende a favorire lo sviluppo e la diffusione della contrattazione di secondo livello in coerenza con quanto Confindustria ha concordato con i sindacati, ma nel contempo ritiene che sia necessaria una riflessione con i sindacati che hanno sottoscritto laccordo interconfederale del 28 giugno, perch le disposizioni si prestano a interpretazioni che potrebbero non essere coerenti con laccordo stesso. La Confindustria, insomma, sia per non deteriorare lintesa faticosamente raggiunta con la Cgil (che chiede lo stralcio dellarticolo 8, a differenza di Cisl e Uil che invece lo accettano), sia per avere una maggiore certezza delle relazioni sindacali, richiama lesigenza di un approfondimento. Galli sollecita quindi una riflessione comune con particolare riferimento alla questione delle intese modificative: Siamo convinti che una materia complessa come quella delle intese modificative delle norme di legge e di contratto vada concordata con le organizzazioni sindacali firmatarie dellaccordo. essenziale conclude un sistema di relazioni sindacali regolato, in grado di garantire certezze quanto allefficacia dei contenuti della contrattazione collettiva.
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il manifesto
ITALIA
Carlo Lania
ROMA
ENTI LOCALI Le modifiche del ministro Calderoli per i piccoli comuni creano un ente in pi
he il giudizio fosse negativo gi si sapeva ma la sentenza emessa ieri da Province e Comuni dopo una giornata trascorsa in incontri (prima il segretario del Pdl Alfano poi le commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato), lascia pochi margini alla trattativa: Cos com la manovra inaccettabile, perch iniqua e penalizzante per il paese, hanno detto praticamente allunisono il presidente dellUnione province italiane Giuseppe Castiglione e quello dellAnci Osvaldo Napoli. Una bocciatura che riguarda sia gli ulteriori tagli agli enti locali previsti con il decreto di Fer-
Province e Comuni bocciano il governo. Oggi la protesta dei sindaci che rischiano di vedere sparire i propri comuni
ragosto, sia la soppressione delle 29 Province e dei circa 2.000 Comuni con meno di mille abitanti che il governo vuole sacrificare in nome di un presunto risparmio. Cosa che a dar retta a Napoli, che anche deputato del Pdl, Berlusconi neanche vorrebbe. Ho sentito il presidente e non c dubbio che lui desideri che i piccoli comuni rimangano, anche per preservare le identit specifiche e locali, ha detto. Oggi sotto palazzo Chigi arriver la protesta degli amministratori dei piccoli comuni, mentre luned a Milano si terr la manifestazione indetta dallAnci contro la manovra e alla quale hanno aderito, tra gli altri, anche i sindaci di Roma, Milano, Genova, Torino, Verona, ma anche i governatori di Lombardia Roberto Formigoni ed Emilia Romagna Vasco Errano e il presidente della Provincia di Milano Guido Podest. La preoccupazione degli amministratori locali molto diffusa e profonda - spiegano allAnci - non solo per i comuni condannati a essere governati da un podest, ma anche per i ripetuti tagli decisi a livello centrale sempre a danno degli enti locali e che rischiano di privare i cittadini di servizi importanti. LAnci ha preparato una sua contromanovra che intende presentare a Ber-
EX AREA FALCK
lusconi e che punta sullaumento dellIva, lincremento della lotta allevasione fiscale, la dismissione di quote di partecipazioni statali senza intaccare il controllo pubblico e laumento dellautonomia finanziaria dei comuni. Proposte che sicuramente verranno illustrate anche al segretario del Pd Pierluigi Bersani luned prossimo, nellincontro fissato assieme allUpi. Ieri ad Alfano stato chiesto invece di stroncare gli articoli del decreto che prevedono la soppressione degli enti locali, e una riduzione dei tagli ai finanziamenti che complessivamente colpiscono le Province per 2,1 miliardi di euro e i comuni per altri 6 miliardi. Senza avere alcun accordo preventivo con la Lega, per, Alfano non ha potuto fare altro che ascoltare e garantire un generico impegno. Decisamente pi utili, per Province e Comuni, sono
Commento
zione Appalti). Domenica, sempre a Bussoleno, interventi di Elena Camino, professoressa di Scienze Naturali, del filosofo Gianni Vattimo e della costituzionalista torinese Alessandra Algostino. Seguir, alle 15, lassemblea finale del Forum. Nel weekend sar presente il comitato Stuttgart sorbito dal contribuente in modo ocist berall che si batte contro la reaculto, senza che vi sia una chiara inlizzazione della stazione sotterranea dicazione di quanto pesa il gigantidi Stoccarda costruita nonostante smo infrastrutturale sulla finanza la popolazione non lo voglia e impopubblica. E i danni diventano cos irsta con ogni mezzo, anche la violenreversibili: debito pubblico, cementiza brutale. Nelle giornate sono preficazione del suolo agrario, frammenvisti concerti serali e proiezione di tazione dei biomi, inquinamento deldocumentari (come i lavori della regilaria, dellacqua e dei suoli, sperpesta Adonella Marena e le puntate del ro di energia e materie prime pregiaTg della Maddalena) e, luned, te, produzione di rifiuti, devastaziounescursione culturale e un ne del paesaggio. Poi, Mercalli agtrekking naturalistico in valle. Tornando alla lotta sul campo, dopo gli scontri di A Chiomonte continua mercoled, stato arrestato e la mobilitazione No Tav. portato nel carcere torinese delle Vallette un attivista del Arrestato e incarcerato, di dopo gli scontri di mercoled, centro Sociale Acrobax33 Roma, Giorgio Barbieri, anni. Le ipotesi di reato formuun attivista romano late dal pubblico ministero giunge: In Val di Susa con settantaManuela Pedrotta sono resistenza e mila cittadini contro la dannosa liviolenza a pubblico ufficiale, lesioni nea ad alta velocit Torino-Lione, in concorso con altri e detenzione di c ancora qualche speranza di ravvemateriale esplosivo (bombe carta). dimento. Nessuno dei No Tav denunciano Sabato, al liceo di Bussoleno, si terCsoa Askatasuna, Comitato di Lotta r, dopo lassise dei movimenti, un Popolare di Bussoleno e il circolo dibattito con Domenico Finiguerra, del Prc di di Bussoleno - per ha visindaco di Cassinetta di Lugagnano sto il fermo di Giorgio, neanche chi e fondatore del movimento Stop al si trovava alle reti per le azioni di diconsumo di territorio, Sergio Ulgiasturbo e questo ci porta a pensare ti, docente di Scienze ambientali alche ci troviamo di fronte a unaltra rilUniversit di Napoli e Ivan Cicconi, costruzione parziale e fittizia creata direttore di Itaca (Istituto per la Traad hoc dalla Questura per criminalizsparenza Aggiornamento e Certificazare il movimento.
il manifesto
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PARADISO FISCALE
RADICALI Ici alla Chiesa, ecco lemendamento
Daniela Preziosi
ROMA
a fraternit religiosa di don Giussani e il paradiso fiscale della holding. Comunione e liberazione, generata a Milano con succursale storica a Padova, e la Compagnia delle Opere che a Nord Est si incistata ad ogni crocevia dei finanziamenti pubblici. Cos i soldi viaggiano dal quartier generale di via Forcellini verso il Lussemburgo, fino agli antipodi. Dallimpresa edile di famiglia documentato lorganigramma che approda alla societmadre intestata ai tre padri fondatori per poi aprire la cassaforte nel Granducato e da quattro mesi far scattare il trust in Nuova Zelanda. Mattioli il cantiere per antonomasia dei ciellini padovani, che dagli anni 70 hanno coltivato rapporti privilegia-
In aprile nata Solfin International, il trust ciellino che gestisce il business delle rinnovabili
ti nei palazzi della politica come nella Diocesi, nellUniversit come nella fabbrica-ospedale, nella pubblica amministrazione come a Bruxelles. Limpresa edile ha costruito la nuova base operativa nellex collegio dei padri Verbiti, dove abitano Graziano Debellini (leader carismatico e co-fondatore della fraternit), Ezechiele Citton e Igino Gatti. Mattioli colleziona appalti pubblici e fa da perno alla galassia di societ, imprese e scarl. anche lanima di Consta, il consorzio stabile che il centro nevralgico con il cervello a Roma (in piazza Ungheria 6), il cuore a Padova (in via Crimea 94), un braccio
operativo a Milano (in via Achille Papa 30). Ha consegnato 312 appartamenti a Brazzano, dopo il terremoto in Abruzzo. Nel 2008 aveva partecipato a 270 gare dappalto per un importo totale di 2,2 miliardi di euro. Ma in cima alla catena di comando finanziario, gestionale, politico della holding ciellina c Solfin Edilizia Spa costituita nel 2002 con un capitale sociale di un milione 16.770 euro. La stessa sede (in via Sorio 120 a Padova) di altre societ del Consorzio come Ste Energy e Compagnia risorse energetiche. Solfin la societ-madre affidata ai tre boss ciellini padovani. Ed proprio Citton che compare nel Journal Officiel du Grand-Duch: il documento che certifica il passaggio in Lussemburgo. Con la societ anonima Aiglon Holding con sede in Avenue de la Faiencerie 38. la cassaforte dei ciellini che risulta formata il 1 ottobre 2001 (con sede in Rue du Fort Dumoulin) davanti al notaio Christine Doerner di Bettembourg. Con 901 azioni da 100 euro ciascuna sottoscritte, come recita larticolo 17, da Delta Erre Spa (900 azioni) rappresentata con procura dallavvocato Michele Canepa e dalla Fipal S.A. di Montevideo in Uruguay (1 azione) convenuta con Roberto De Luca e Michele Canepa. Insomma, da un decennio Solfin preferisce appoggiare il denaro fuori dallItalia. Ma non basta, perch pi utile fare il giro del mondo e trovare lisola del tesoro. Cos dal 19 aprile 2011 nasce Solfin International S.A. ovvero il trust ciellino. La Nuova Zelanda rappresenta lultima frontiera delloffshore: non un paese nella lista nera della finanza internazionale, tuttavia offre esattamente gli stessi vantaggi dei paradisi fiscali. Basta appoggiarsi a una fiduciaria neozelandese per evitare la revisione contabile annuale della societ a prevalenza estera. Una scatola perfetta che si pu attivare
nel giro di 24 ore con le giuste conoscenze. In buona sostanza, si ricompare agli antipodi con i soldi senza pi preoccuparsi di controlli, tracce e tasse. Una via percorsa - insieme ai ciellini padovani - anche dal San Raffaele di Milano e da molti imprenditori italiani. Il 17 marzo 2011 davanti al notaio Jean Joseph Wagner compaiono madame Val rie Wesquy (la stessa che ha gi costituito la cassaforte ciellina in Lussemburgo) e Humilitas Charitable Trust (riconducibile a ISC Trust Company Ltd con sede sociale a 280 Parnell Road nel sobborgo finanziario di Auckland). in quella sede che si conviene il cambio della denominazione sociale: muore la societ anonima Aiglon Holding per dar vita a Solfin International S.A. con riscrittura completa degli statuti societari e conseguenti obblighi legali. Il capitale della joint ven-
ture con la Nuova Zelanda risulta di 110.100 euro con azioni al portatore. Resta immutata la sede: Avenue de la Faiencerie 38 a Lussemburgo. Lapprodo in Nuova Zelanda si dimostra funzionale alle operazioni annunciate dal quartier generale di Padova: Sorgent.e ovvero il business delle energie rinnovabili in alleanza al 32,5% con gli americani di Amber Capital guidati da Joseph Oughourlian. Nel quartier generale di Padova, i ciellini accarezzano l'ambizione di farsi quotare in Borsa. Ormai si sentono nel giro che conta, allaltezza di Marchionne e con la benedizione istituzionale di Napolitano. Compagnia delle Opere davvero unimmensa certezza: erano i Cattolici Popolari di Andreotti, i sostenitori di Cossiga, gli entusiasti berlusconiani alla Mario & Lupi. Pronti a sbarcare nella Terza Repubblica sulla scia di Bersani, Renzi e Penati?
COSA LORO
li. Una formulazione introdotta nel 2006 dal ministro Bersani che, per Bonino, apre cantieri di ambie mense della Caritas guit. Lemendamento invece non sono in discussiolapidario: Lesercizio a qualsiasi ne. Emma Bonino attitolo di unattivit commerciale, tacca cos, per chiarire: chi dice anche nel caso in cui abbia caratteche i radicali vogliono togliere ai re accessorio rispetto alle finalit poveri al servizio di poveri (Rocistituzionali dei soggetti e non sia co Buttiglione) vuole solo alzare rivolta ai fini di lucro, comporta la un polverone. Per non affrontare decadenza immediata dal benefisul serio il tema delleccesso di cio dellesenzione dellimposta. esenzioni fiscali riservate alle attiSe la legge vigente lascia spazio vit commerciali della Chiesa. a una casistica di confine come La Caritas, e le altre associaziodice oggi Bersani pudicamente inni e enti e onlus del volontariato dicando le migliaia di esercizi che cattolico e laico, distribuiscono paingrassano esentasse allombra sti gratis a chi non ne ha: che cendei santuari, questa formulazione tra lIci? Bonino chiarisce il punto chiara come un colpo daccetta: allindirizzo di Avpaghino tutti. venire, il giornale Per capire le cidella Cei che in Bonino: Non deve fre del mancato inquesti giorni martroito, i radicali pagare chi tella contro le prochiedono a tutti i poste radicali; ma distribuisce pasti ai sindaci di quantifianche allindirizzo care le perdite in poveri, ma chi fa del leader Pd Bertermini di mancasani che ha invitacommercio, come to gettito. A Roto chi parla del tema Alemanno nel ma a farsi prima 2009 ha risposto a tutti. Risulta un giro nelle Cariuninterrogazione che nei palazzi tas diocesane. I popolare, dice radicali sono anti- di Propaganda Fide Staderini. 25,5 clericali per religiomilioni di euro, e si faccia sit, dice il segre8 di arretrati pertario radicale Masi. Non poco: ai beneficenza? rio Staderini, cio comuni oggi si tagenerosamente vogliano 6 miliardi. gliono aiutare la Chiesa a restare Quanto all8 per mille, ci sar in povera e occuparsi di anime. un ordine del giorno che chiede di Certo, nel bellissimo palazzo di rendere pubbliche le relazioni delvia di Torre Argentina di cui i radila commissione paritetica Italiacali hanno acquistato un piano, Vaticano che avrebbe dovuto calfra le suore benedettine e le suorimierare il gettito dell8 per mille, ne operaie (tutte deliziose coinquitesoretto che in ventanni si quinline esent-Ici), il cartellone che tuplicato e ora di un miliardo di campeggia nella sala-riunioni euro lanno, spiega Staderini, un po ammazzapreti: foto di procinque volte il finanziamento ai cessione di monaci buddisti scalpartiti. E per cancellare il cosidzi, in cui Oliviero Toscano ha fotodetto inoptato (i soldi prelevati montato il Papa in paramenti anche a chi, grazie a un meccanidoro e babucce Prada. smo inventato a suo tempo da TreE qui ieri i radicali hanno premonti, nella denuncia dei redditi sentato lemendamento alla manon firma per l8 per mille). novra bis, quella che taglia a tutto Quanto alla riduzione dellIres e a tutti tranne che alle prebende per gli immobili, gli enti ecclesiali di Oltretevere. Riguarda lIci, perne beneficiano a priori, perch ch le altre voci, 8 per mille e Ires, equiparati a enti di beneficenza non possono essere modificate (lo spiega il tesoriere Michele De con una legge ordinaria. Lucia). Nei palazzi di Propaganda Lemendamento corregge la legFide, a casa Bertolaso, nel palazzo ge in vigore, che esenta gli immodi Lunardi si faceva beneficenza? bili destinati ad attivit di enti ecNon esclusivamente. Ma questa clesiastici e di beneficenza anche sarebbe unaltra storia, scritta alnon esclusivamente commercialarticolo 29 del Concordato.
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il manifesto
DURO A MORIRE
A Tripoli
Via anche lultima foglia di fico: forze speciali e teste di cuoio della coalizione dei volenterosi sul terreno per prendere Gheddafi
coppe quando briscola denari) per cercare di non restare tagliata fuori dalla divisione della torta. Jalloud, che dice di voler formare un partito laico e liberale, ha detto al Times che Gheddafi talmente ubriaco di potere che si illude di poterlo riprendere una volta uscita di scena la Nato, e ha messo in guardia i ribelli che se non stanno attenti si vestir da donna e scapper verso lAlgeria o verso il Ciad. Il destino del Colonnello segnato ma lui duro a morire e Tripoli ancora lontana dalle apparenze di una citt pacificata. Ierimattina una tv satellitare, al Urubah e qualche stazione radio vicine al regime hanno ripreso a trasmettere, dopo essere state messe a tacere il giorno prima. E hanno trasmesso un nuovo appello di Gheddafi, dal tono di sfida: un appello alla resistenza contro i crociati e i traditori e lavviso che la Libia non sar mai n della Francia n dellItalia. Secondo gli insorti non solo a Tripli che sono in azioni forze speciali britanniche e francesi, ma anche a Misurata, sistemate in una base nei pressi del porto di Kasa Ahmed, per preparare l'assalto finale su Sirte, la citt natale la roccaforte popolare di Gheddafi. A un centinaio di km da Sirte erano segnalati scontri a colpi di missile, sulla citt si stranno concentrando le residue forze lealiste (1500-2000 uomini), la Nato ha compiuto nuovi raid per proteggere i civili, sembra che siano in corso negoziati fra i ribelli e i leader locali invitati alla resa. La sorte della guerra decisa ma la guerra non finita e queste, a Tripoli e altrove, sono le ore pi pericolose (come dimostra la vicenda dei 4 giornalisti italiani). Le ore della resa dei conti, delle vendette. Le ore del vuoto di potere. Ieri, nella conferenza stampa congiunta con Berlusconi a Milano, Mahmoud Jibril, il primo ministro (e unico visto che il presidente del Cnt, Mustafa Jalil, ha sciolto il governo dopo lassassinio del ministro della difesa, Younes), ha dato la soprendente notizia che il misterioso Consiglio nazionale di transizione si gi trasferito da Bengasi a Tripoli fin da mercoled. Sar. Per ieri pomeriggio Jalil ha dato una conferenza stampa, ma a Bengasi. Ieri Cnt stato riconosciuto anche dalla Lega araba (che fin dallinizio aveva invocato lintervento della Nato), mentre lUnione africana (i cui tentativi di mediazione sono stati sprezzantemente frustrati dalla Nato, dallOnu e dallOccidente) doveva riunirsi a Addis Abeba per decidere il da
farsi. Anche il Sudafrica furioso. Ieri allOnu ha bloccato lo scongelamento di 1.5 miliardi di dollari degli asset libici in favore del Cnt (ne sono passati solo 500 milioni), il vice-presidente della repubblica Motlanthe ha chiesto che la Corte penale internazionale indaghi non solo su Gheddafi ma anche sui crimini di guerra sui civili commessi dalla Nato e 200 prominenti figure sudafricane hanno firmato una lettere di condanna contro la falsa guerra umanitaria.
IN ALTO, DA SINISTRA A DESTRA, LOSPEDALE DI TRIPOLI E I RIBELLI PRONTI ALLO SCONTRO NELLA CAPITALE. SOPRA, GLI INSORTI ESULTANTI PATTUGLIANO LE STRADE. DI FIANCO, A DESTRA, PRENDONO IL CARCERE DI ABU SLIM/REUTERS
DALLA PRIMA
Gian Paolo Calchi Novati
to in Germania di cui fu dichiarato colpevole Gheddafi, in realt per farla finita una volta per tutte con il pazzo di Tripoli. La Libia non usufru di soccorsi prima o dopo. LUrss, al pi, aument la fornitura di armi presto obsolete. LOnu si trincer nel mutismo salvo decretare tutte le sanzioni possibili per punire gli illeciti commessi dalla stessa Libia, cos da rendere evidente a tutti che, malgrado le pretese del leader libico, la gestione della diplomazia internazionale restava pi che mai a senso unico. LOnu inadempiente da tempo immemorabile. La sua impotenza davanti allinvasione anglo-americana dellIraq nel 2003 lha screditata per sempre. A confronto, il caso libico un pulviscolo perch il dossier a carico di Gheddafi comunque pesante. Ma la messinscena di questultima guerra per procura, affidata alla Nato per proteggere i civili e culminata nella marcia vittoriosa fino a Tripoli dei ribelli sostenuti dagli elicotteri da battaglia francesi e inglesi dopo cinque mesi di bombardamenti e assistiti da 007 di tutte le potenze del pianeta ha superato davvero ogni precedente. Per questo, la data ha una caratura storica. Almeno pari, allinverso, al 1956 di Suez. Nessuno, nel 1956, avrebbe scambiato per liberatori le truppe anglo-francesi che attaccarono lEgitto dopo la nazionalizzazione del Canale di Suez. Naturalmente, i tempi erano diversi. Mentre Nasser stava percorrendo la sua fase ascendente e impersonava lidea della liberazione in atto, Gheddafi era entrato in un tramonto senza scampo oscurato dai troppi abusi. I libici avevano davanti a s o Gheddafi o i bombardamenti della Nato. Fra la Jamahiriya e lOccidente hanno scelto lOccidente anche se realisticamente con pochissime possibilit di sfuggire a un altro giro di una stessa ruota. E questo il marchio pi esplicito della disfatta, che dalla Libia si estende a tutto lex-Terzo mondo. Gheddafi non era riuscito a tradurre in pratica nessuno dei suoi progetti di liberazione. Anche il suo anticolonialismo, per quanto sincero possa essere stato, si spuntato in un faccia-a-faccia con lItalia, magari necessario per ristabi-
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DURO A MORIRE
In Libia
LOccidente ha infierito contro lanello pi debole e pi ambito per mostrare a chi spetta lultima parola
scopi di addestramento, 15-20 militari italiani per laddestramento di alcune unit di forze armate libiche, ossia dei ribelli, militari che addestrano militari, esattamente come in Afghanistan. Presto ne arriveranno altri per addestrare la polizia, con particolare riferimento alla polizia di frontiera e alla guardia costiera libica, che poi quello che pi sta a cuore allItalia. Per tutti questi mesi il mellifluo Frattini e il balilla La Russa hanno giurato e spergiurato che mai la Nato e soprattutto lItalia avrebbero mai inviato truppe di terra in Libia. Questi 15-20 italiani non sono truppe di terra? No, solo addestratori. Chiaro, no? (m.m.)
COMMENTO
Il mellifluo Frattini disperatamente proteso a mostrare che anche lItalia ha fatto la sua parte nella guerra contro Gheddafi e che ora ha diritto a salire sui vagoni (di coda) del treno partito per la spartizione della torta, ieri a Milano, dopo lincontro Berlusconi-Jibril, ne ha detta unaltra. Ora che divenuta ufficiale (fonte Nato), in sprezzante violazione della risoluzione Onu, la presenza sul terreno di special forces, military advisors, contractors francesi, inglesi, americani, qatarioti impegnati a guidare i ribelli alla conquista finale di Tripoli, arriva (tardi) anche lui a dichiarare che da due mesi a Bengasi un ream di militari italiani con
lire la dignit della Libia sottraendo il paese che aveva in mente al ricordo di un colonialismo particolarmente odioso, ma a costo di rinchiudersi in un gioco a somma zero per le contropartite che gli venivano richieste dallaltra parte. In Libia, come in gran parte del Terzo mondo, la creazione dello stato e della nazione ha faticato troppo per realizzarsi, degenerando nellarbitrio di un uomo o di un clan senza progresso e senza libert. Si pu capire la diffidenza verso principi che lOccidente brandisce come unarma impropria per colpire selettivamente gli avversari dipinti come mostri, ma ironico che unideologia, il nazionalismo arabo o africano, che tanto deve al retaggio occidentale, sia pure appreso nelle forme peggiori durante il colonialismo, si sia dimostrata cos impervia proprio nei confronti dei valori meno dubbi. Dopo tutto, nessuna conquista definitiva se non viene garantita dalla legalit. un po triste sentir dire che a difendere la rivoluzione ci sono solo coloro che ne hanno approfittato indebitamente, non coloro che in teoria dovevano beneficiarne. I dirigenti del Terzo mondo hanno illuso a lungo i loro popoli come se quel misto di meriti acquisiti (lindipendenza) e di promesse (lo sviluppo) fosse il massimo che potessero aspettarsi. Il modello oppositivo si chiuso in se stesso. Davanti al bunker di Gheddafi distrutto c poco da festeggiare. Gi si intravedono gli avvoltoi, ben consapevoli che sotto le macerie ci sono tante risorse per soddisfare i loro appetiti. Anche le primavere arabe, che non sono passate per una tragedia paragonabile a quella della Libia, ne escono ridimensionate. LOccidente ha battuto un colpo infierendo contro lanello pi debole e pi ambito affinch tutti capissero a chi spetta lultima parola. Anche se a suo tempo lUrss ha contribuito a coltivare gli equivoci battezzando socialisti o democrazie nazionali i regimi del Terzo mondo che applicavano una forma dirigistica e autocratica di capitalismo dipendente, si fa sentire la mancanza di unalternativa credibile e di un contrappeso adeguato. E qui il secolo breve e il secolo lungo tornano a coincidere.
confusione che regna nella capitale, e la difficolt di reperire informazioni nel pieno di una guerra militare e mediatica. La guerra orribile perch persone buone e amiche poi diventano nemiche, ha dichiarato ieri Sarcina. Sul rapimento dei quattro reporter, la procura di Roma ha aperto un fascicolo per sequestro di persona con finalit di terrorismo e rapina, basato su una prima informativa dei carabinieri del Ros. una notizia di grande conforto, anche se permane molta preoccupazione per le difficolt e i rischi in cui operano testimoni dellinformazione nel teatro libico, ha affermato ieri il segretario della Federazione nazionale della stampa italiana, Franco Siddi, alla notizia della liberazione dei 4 reporter. Soddisfazione e sollievo da tutto il mondo politico italiano, a cominciare dal presidente Giorgio Napolitano e dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Pisapia, che aveva rivolto un appello ai sequestratori per la liberazione dei rapiti, ieri ha espresso anche la sua profonda tristezza per luccisione dellautista. Anche Bruxelles - che aveva lanciato un appello per il rilascio immediato degli inviati, sottolineando la disponibilit a offrire aiuto e assistenza alle autorit italiane se richiesto - ha accolto con favore la notizia della liberazione dei quattro giornalisti italiani in Libia. Dopo il ferimento di due reporter francesi, Parigi ha dal canto suo raccomandato agli inviati in Libia la massima prudenza. Anche un giornalista statunitense, scomparso in Libia lo scorso marzo, stato rilasciato dalla prigione di Abu Salim a Tripoli. Si fatto sentire con la famiglia. Ha raccontato di essere stato in isolamento e liberato dai ribelli che hanno occupato la prigione. Secondo il Dipartimento di stato Usa sono 4 gli americani catturati in questi mesi dalle forze di Gheddafi che sono usciti da Abu Salim.
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SCENARI WikiLeaks: la preparava fin dal 2008
guida della Libia sar pi sensibile agli argomenti di chi pi di tutti lo ha sponsorizzato, i francesi, e un po' meno nei confronti di chi lo ha avversato fino all'ultimo. In ogni caso, gli sherpa libici e francesi sono gi all'opera per preparare una fitta agenda di incontri bilaterali tra Sarkozy e i rappresentanti del Consiglio nazionale di transizione. E l'Europa? LEuropa ne esce malino, perch se da un lato non ha giocato nessun ruolo nel promuovere veri processi di democratizzazione (dopotutto, per capire quanto interessi all'Europa la democrazia, basta vedere quel che sta succedendo in Ungheria) dall'altro lato sembra essere lacerata da conflitti interni che ricordano pi il periodo che precedette la deflagrazione della prima guerra mondiale (quando gli stati europei con righello e compasso alla mano si spartivano l'Africa) che non la vigilia della costruzione di una vera unione politica. Ci si dovrebbe quindi interrogare su quale sia il ruolo che intende giocare la Francia (destra e sinistra in politica estera non sembrano molto diverse) sullo scacchiere internazionale. Le burocrazie del Fondo monetario internazionale e dell'Organizzazione mondiale del commercio sono a salda guida francese, rispettivamente Christine Lagarde e Pascal Lamy. In particolare rispetto all'Italia c' da rilevare come la Francia, dopo avere comprato, tra le altre cose, la Banca nazionale del lavoro e dopo la conquista sempre pi probabile di Alitalia, minacci ora di allargare, almeno indirettamente, il suo controllo su Unicredit e mettere un piede in Finmeccanica. Non superfluo sottolineare il fatto che comprare banche significhi non solo acquisire influenza, ma anche informazioni molto riservate relative alle imprese e al tessuto economico di un paese. Dato per morto forse troppo frettolosamente, lo stato-nazione sembrerebbe continuare giocare un ruolo fondamentale di aiuto e supporto di quello che una volta veniva definito il suo blocco dominante, insomma niente di nuovo sotto il sole a essere sinceri. Contrariamente a quanto vorrebbe la teoria neo-liberista, senza una politica autorevole non pu esistere una economia forte. Cos nel vuoto politico che regna oramai in mezza Europa, e che in Italia dura da un ventennio, Francia (e Germania) hanno gioco facile a imporsi e a imporre le proprie regole.
MILANO, BERLUSCONI CON IL PRIMO (E UNICO) MINISTRO DEL CNT DI BENGASI, JALIL/FOTO REUTERS
MILANO Dopo aver reso omaggio alla Francia, il primo ministro del Cnt incontra Berlusconi
Un insorto che bacia la bandiera americana ringrazia Berlusconi, ma solo per Minzolini
Daccordo che la prima vittima della guerra la verit, ma se poi ci si mette il Tg1 diretto da Minzolini la querelle sulle tante notizie bufala che arrivano dalla Libia si riduce a un farsa. La sua piaggeria nei confronti di Silvio Berlusconi non conosce limiti. Nelledizione del Tg1 delle 13,30 durante unu servizio firmato da Annapaola Ricci intotolato Le voci dal fronte compare un insorto con in mano la bandiera americana (vedi foto a fianco). Luomo in inglese ringrazia Obama, lAmerica e Sarkozy: Thank you Obama, thank you Mr President, thank you America, thank you Mr Sarkozy, thank you. La frase riportata senza un parola in pi n una in meno per iscritto nella descrizione del video dellagenzia giornalista internazionale Aptn. Nella traduzione italiana del Tg1 per la frase suona cos Grazie Obama, grazie presidente, grazie signor Sarkozy, grazie signor Berlusconi. Unaggiuntina tanto per non avere partecipato ai bombardamenti Nato contro lex amico del baciamano per nulla. Il video del Tg1 viene subito rilanciato da Twitter dove la piaggeria di Minzolini conquista subito lonore della notiziola pi votata. Il Tg1 controbatte e sul suo sito precisa invece che i tre nomi sono riportati anche nello script che accompagna lagenzia trasmessa nel circuito Eurovision alle 21,43 e dal titolo Tripoli Flag. A meno che gli attenti osservatori del nostro lavoro, non vogliano sostenere che lo sconosciuto cittadino di Tripoli sia un pericoloso adulatore. Forse lo sconosciuto cittadino di Tripoli, al di l di quello che ha detto o meno, non sar un adulatore, ma Minzolini ancora una volta non ha perso occasione per esserlo eccome.
Andrea Oskari Rossini * menti efficaci per il mantenimento della pace. Guerra e interposizione, guerra e mantenimento della pace sono categorie differenti. Vale la pena ricordarlo. Sofri scrive che la contraddizione largamente inevitabile nel sistema di relazioni internazionali. vero. Questa per vale come constatazione, non come programma. Eccessive iniezioni di realismo portano a perdere la bussola. In una situazione di conflitto aperto, la comunit internazionale deve intervenire a protezione dei civili. Ma lintervento non pu che avvenire per il mantenimento della pace, non per creare altre vittime e altri lutti. Dopo Srebrenica, invece, il massacro dei bosniaci stato utilizzato per giustificare nuove guerre, condotte da autoproclamate polizie internazionali. Gli interventi di queste forze (1999 Kosovo, 2001 Afghanistan, 2003 seconda guerra del Golfo, 2011 guerra di Libia) hanno per lasciato alle loro spalle, oltre ad una lunga scia di morti, una lunga scia di problemi irrisolti. Non ci sono i buoni da una parte e i cattivi dallaltra. Dopo lintervento Nato in Kosovo, i serbi sono dovuti fuggire, come prima fuggivano gli albanesi. La crisi di questestate a Mitrovica nord, gli scontri a Jarinje e Brnjak, mostrano che, dieci anni dopo, la si-
tuazione tuttaltro che risolta. Un conto mettersi in mezzo, altro schierarsi con una parte contro laltra. Dal punto di vista delle possibilit reali di elaborazione di un conflitto, di costruzione di una societ accogliente per le sue diverse componenti, cambia molto. Nessuno piange per la scomparsa di Gheddafi dalla scena politica. Ma su quali basi si fonda la nuova Libia? In questi mesi, purtroppo, non abbiamo assistito alla rappresentazione della giustizia internazionale, della protezione dei diritti umani. Se le navi e gli aerei della Nato fossero state nel Mediterraneo per difendere i diritti umani, non avrebbero lasciato morire centinaia di profughi sulle loro barche, violando oscenamente il diritto del mare oltre che le pi elementari norme del diritto internazionale umanitario, secondo quanto denunciato dai pochi sopravvissuti, da questo giornale e dallinchiesta del Guardian. La nuova Libia, purtroppo, nasce sulle stragi dei migranti, cos come 15 anni fa la Bosnia Erzegovina nasceva sulle fosse comuni. La comunit internazionale ha fallito in entrambi i casi. Discutiamo di come creare meccanismi efficaci di interposizione, torniamo a chiedere una Organizzazione delle Nazioni Unite che sia coerente con il suo patto fondativo. Il feticcio della guerra ha gi troppi adepti. * Osservatorio Balcani e Caucaso
blocco di 350 milioni di euro libici congelati nelle banche italiane, un piccolo comitato d'accordo tra Italia e libia e un pi consistente accordo tra Eni e Cnt. E' questo il modesto risultato dell'incontro tra il primo ministro del Comitato di transizione libica, Muhamad Jibril, e Silvio Berlusconi. Mentre Sarkozy sfoggia tutta la grandeur francese e lancia la conferenza di pace per il post Gheddafi il primo settembre a Parigi, L'Italia costretta a fare catenaccio, spaventata dalle tante incertezze di un conflitto tutt'altro che risolto e costretta a inseguire le iniziative politiche, militari e economiche delle altre potenze occidentali pronte a passare all'incasso. L'incontro con Berlusconi nella prefettura di Milano per Jibril sembrato solo una tappa di passaggio tra Parigi e Istanbul. Un atto dovuto nei confronti degli italiani. L'impressione che la sua visita pi che per il Cnt fosse importante per Berlusconi e per il suo governo traballante. E' stato infatti il primo ministro italiano a illustrare i risultati del vertice mentre Jibril ha elencato le difficolt e le priorit del Cnt, ha chiesto ancora una volta l'appoggio generico a tutti i paesi amici, e solo dopo un evidente cenno del premier italiano, ha detto quello che tutti volevano sentire: Ringrazio il presidente del consiglio italiano per aver dato immediate istruzioni per lo scongelamento di 350 milioni con cui si possono avviare attivit di emergenza. La nostra aspettativa che gli amici italiani svolgano un ruolo importante nel prendersi cura dei nostri civili. Poi Jibril ha annunciato che il suo governo si trasferito da Bengasi a Tripoli. Un trasferimento che per sembra essere un'intenzione pi che un fatto. Ieri il presidente del Cnt Abdel Jalil ha parlato ancora da Bengasi. Jibril era il ministro delleconomia di Gheddafi ed ora l'unico rappresentante di un governo che stato dimesso dal presidente Jalil dopo l'assassinio misterioso da parte degli stessi insorti del generale Abdel Fattah Younes. Data la debolezza degli interlocutori e la situazione confusa sul terreno libico ogni rassicurazione da parte del governo italiano sul fatto che gli interessi nazionali saranno mantenuti al livello dei tempi del Colonello appare poco credibile. Mentre gli altri paesi, Francia, Gran Bretagna in testa, dettano la linea al Cnt, lItalia costretta a inseguire e a puntare ancora sul passato, sui vecchi amici e sui precedenti floridi rapporti di affari. Ieri a Milano il vero protagonista stato l'amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni. Al ministro degli esteri Franco Frattini stata affidata la gestione per parte italiana del
comitato d'accordo tra i due paesi (lo stesso Berlusconi lo ha definito piccolo comitato). Scaroni invece, luned voler in Libia per siglare un accordo che prevede forniture di gas e benzina da parte di Eni ai libici in cambio di una futura contropartita in petrolio non appena gli impianti libici ripartiranno. Con Jibril non abbiamo parlato di nuovi contratti, ha ammesso l'ad di Eni Paolo Scaroni che per, come gi dichiarato nei giorni scorsi, ha detto di non essere particolarmente preoccupato della concorrenza di imprese petrolifere stranieri. Un atto di fiducia basato sulla forte e storica presenza di Eni in Libia ma che tutto da verificare alla luce dellevolversi della situazione. Nellimmediato lItalia rischia un'eventuale mancata fornitura di gas dalla Libia all'Italia per il blocco del gasdotto sotto il mediterraneo. Il gas libico pesa per il 10-12% dei nostri consumi ha detto Scaroni possiamo passare l'inverno senza queste forniture ma non che le altre fonti di approvvigiona-
LItalia sblocca 350 milioni di euro Eni offre gas e benzina in cambio di petrolio
mento ci diano totale tranquillit. Al di l degli affari e del rituale diplomatico ieri Berlusconi e Jibril non hanno parlato pubblicamente del trattato di amicizia tra Italia e Libia del 2008 che Frattini aveva dichiarato di voler ravvivare , e dunque neppure del muro contro l'immigrazione che Gheddafi garantiva senza alcun rispetto dei diritti umani. E' invece stato annunciato l'invio di trainer italiani in Libia per affiancare le forze di polizia e di sicurezza. Non proprio una novit visto che ieri stato lo stesso Frattini ad ammettere che gi da due mesi presente a Bengasi un team di circa venti militari italiani. E proprio sul fronte militare ieri intervenuto Ignazio La Russa in visita alla base dell'aeronautica di Trapani-Birgi. Il ministro non ha escluso l'eventualit di un intervento di terra dei caschi blu arabi e africani. Anche perch l'ipotesi di truppe Nato in Libia ventilata dagli inglesi metterebbe il governo italiano in forte imbarazzo sul fronte interno, dove nessuno vuole una guerra, e sul fronte internazionale, con l'Italia che non riesce a smarcarsi dalla linea dei paesi alleati i quali per mantengono saldamente il comando delle operazioni. Quanto coster tutto questo agli interessi italiani in vista della ricostruzione lo chiarisce un messaggio del presidente Jalil: Tratteremo ciascun paese amico in proporzione a quanto ci ha aiutato.
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INTERNAZIONALE
Pio dEmilia o fatto tutto il possibile per cambiare questo paese, ma non cerano pi le condizioni per andare avanti. Ho preferito trattare la mia resa, e penso di esserci riuscito. Raggiunto al telefono, per raccoglierne, da vecchio amico, lo sfogo, pi che una vera e propria intervista, Naoto Kan, che oggi annuncer formalmente le sue dimissioni e marted 30 agosto verr sostituito dal sesto premier in cinque anni, sembra tuttaltro che depresso. Anzi. La sua uscita di scena (ma resto in politica, sto pensando ad un nuovo partito), da tempo annunciata e caparbiamente negoziata con amici (i dirigenti del suo partito, che ne hanno sempre temuto leccessiva autonomia ) e nemici (lopposizione, che da sola non avrebbe mai potuto farlo cadere) sembra pi che onorevole. Dopo lapprovazione avvenuta marted scorso alla Camera bassa, oggi anche la Camera alta destinata ad approvare il pacchetto verde da lui proposto. Si tratta di tre leggi molto importanti, e di una serie di decreti collegati (compresi quelli che prevedono limmediata copertura finanziaria) che salvo non improbabili piroette future da parte di futuri governi (ma dovranno passare comunque almeno tre anni prima di poter rimettere mano alla materia) dovrebbero e potrebbero cambiare il volto energetico del Giappone. Nessuno, nemmeno loramai ex premier lo vuole chiamare laddio al nucleare, ma certamente ci va molto vicino. Non solo viene confermato il congelamento del vecchio piano energetico, che prevedeva la costruzione di 20 nuovi reattori e laumento della percentuale nucleare del fabbisogno dallattuale 29% al 50%. Alla progressiva uscita dal nucleare si contrappone una grande spinta nei confronti delle rinnovabili. Aprendone, politicamente, e finanziarimante, il mercato. Dal prossimo luglio (gli undici mesi, molto delicati e pericolosi, saranno necessari per predisporre strutture ed istituire i nuovi enti di vigilanza e controllo, compresa la nuova authority governativa che dovr decidere i prezzi ai quali le nuove energie dovranno essere acquistate dalla compagnie elettriche) quello che fino ad oggi era uno dei pi efficaci e redditizi monopoli verr di fatto scardinato. Le dieci utilities (le societ elettriche interregionali che si spartiscono lenorme mercato dellenergia, dalla progettazione alla produ-
GIAPPONE Naoto Kan lascia, il 30 agosto verr sostituito dal sesto premier in cinque anni
GAZA
INDIA
Anche la Camera alta approver il pacchetto verde destinato a cambiare la fisionomia del paese
babilmente infatti Seiji Maehara, 49 anni, soprannominato il Blair giapponese. Quello che nel 2004, quando divenne per la prima volta segretario del partito, si dimise per aver pasticciato con una mail privata, e che lanno scorso, quando era ministro degli esteri, ha colto la prima occasione (laver accettato, inconsapevolmente, un contributo economico di 500 euro da una straniera, una ristoratrice di origine coreana di 70 anni nata e sempre vissuta in Giappone) per sganciarsi da Kan e accreditarsi presso il Pentagono. Di lui dicono solo che non una cima, e che facilmente manovrabile. Quello che ci vuole, per un paese che rischiava davvero di cambiare. Lui, per sicurezza, ieri andato a casa di Ichiro Ozawa, imputato e sospeso dal partito, per chiederne la benedizione. Se lotterr, avr certamente un prezzo. Che come al solito pagheranno i giapponesi. Meriterebbero di meglio.
EGITTO
CORNO DAFRICA/CARESTIA
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CULTURA
PROTAGONISTI DELLEDITOR
LAUTORE Direttore editoriale della Garzanti
In un mondo perfetto, i magazzini degli editori dovrebbero essere vuoti. O meglio, dovrebbero custodire brevemente solo copie che un editore sicuro di vendere. Per raggiungere questo obiettivo, si sedimentato un meccanismo complesso e raffinato, che scatta ogni volta che si decide di stampare un nuovo libro. Una prima idea la deve avere leditore, o leditor che decide di pubblicarlo: in base alla sua sensibilit ed esperienza, un libro pu aspirare a vendere mille copie, oppure centomila, a seconda dellargomento, del nome dellautore, della qualit... Ma un solo parere non basta. Ad affinare la previsione intervengono la direzione commerciale e poi gli ordini dei librai, interpellati uno per uno: sorretti da una enorme fiducia nella capacit di editori e distributori di rifornire un libro allistante, se esplode, spesso preferiscono limitare i rischi. La tiratura finale, decisa sulla base di questi feedback, per la gran parte degli editori ormai pari al totale delle prenotazioni, pi quel che serve allufficio stampa e per i primissimi rifornimenti. Inutile esagerare con le scorte: se il libro funziona, lo si ristampa. Se non funziona, c lincubo delle rese. Perch il libraio ha diritto di restituire alleditore nel momento che ritiene pi opportuno, dopo un giorno o dopo un anno i volumi che non ha venduto, e che sa-
ranno destinati al magazzino. Purtroppo, malgrado queste cautele, gli errori ci sono. Inevitabili. A volte clamorosi. La regola laveva gi enunciata Denis Diderot, mentre lavorava a un grande successo editoriale come lEncyclopdie. Su dieci libri, spiegava Diderot, ce n uno ed gi molto che ha successo, quattro che recupereranno le spese in tempi lungi, e cinque che restano in perdita. La regola di Diderot, per un bravo editore, resta valida. Gli editori meno bravi, inguaribili entusiasti, fanno peggio. Anche perch (non soltanto nelleditoria) il ciclo di vita di un prodotto si accorciato, e i tempi lunghi non esistono pi, salvo rare eccezioni. E poi non basta indovinare la tiratura giusta: per una distribuzione perfetta e senza rese, bisognerebbe indovinare quante copie di quel libro verranno vendute in ogni libreria, in ogni supermercato, in ogni stazione Altrimenti da qualche parte andr presto esaurito, mentre altrove la pila delle copie rester alta fino al momento delle rese. Che non risparmiano nemmeno i libri di successo, quelli che vengono ristampati pi volte: a un certo punto entra in vigore unaltra delle leggi di Murphy per leditoria: lultima ristampa sempre sbagliata (e dunque torna in resa). Insomma, fisiologico. Ogni anno leditore deve alleggerire il magazzino, lasciando uno stock ragionevole. E purtroppo ne fanno le spese i libri che restano in perdita. Una casa editrice come una mongolfiera, leggera e fragile. Il vento del successo la fa volare e la porta in alto, ma c una zavorra che la attira verso terra. Tenere in magazzino ampie scorte di invenduto (e invendibile) peggio che inutile: costa, dopo qualche anno le copie si deteriorano, largomento perde di attualit, i lettori vengono distratti dal flusso delle novit. Cos le copie di quel libro cos bello, importante, geniale ma incompreso devono essere drasticamente ridotte. Quel successo garantito grazie allautore amatissimo da grandi e piccini, per lo scandalo che avrebbe suscitato, in virt del tema di scottante attualit finisce al macero oppure sulle bancarelle del secondo mercato. il momento forse pi doloroso per chiunque ami i libri, la loro concretezza, il loro significato. Gli editori sanno meglio di altri quante speranze, quanta fatica, quanto denaro costi fare un libro... Che quelle stesse persone debbano distruggere il frutto di tanto lavoro, oppure svenderli (se qualcuno li vuole), un paradosso e insieme un atto di fiducia nel futuro. una lezione di realismo o di cinismo? Il mercato impone la sua dura legge anche alla cultura, con il corollario della distruzione creativa? la teoria dellevoluzione applicata alla cultura o lennesimo promemoria dellimperfezione umana? Per favorire lincontro tra autore e lettore, leditoria libraria ha funzionato a lungo in questo modo. un meccanismo che comporta certo alcuni sprechi, ma per ora rappresenta il punto dequilibrio meno peggio degli altri. Se il mondo fosse perfetto, se gli editori e i librai avessero la sfera di cristallo, se i lettori avessero una fame infinita di libri, i maceri non esisterebbero. Forse Ora, sotto la spinta del print-on-demand e degli e-book che promettono di eliminare le scorte, la situazione potrebbe cambiare (anche se finora, almeno in Italia, gli effetti sul consumatore sono quasi irrilevanti salvo un ulteriore aumento dei libri stampati e presumibilmente non venduti). Questanno ci andata molto bene. La giornata che qualche settimana fa abbiamo dedicato ai maceri stata difficile e dolorosa, ma non troppo: alla Garzanti stiamo stati attenti a non esagerare con le tirature, e soprattutto abbiamo portato diversi libri in classifica. Per il futuro, si vedr.
Continua la serie sulleditoria e, nella pagina di destra, riprendono le recensioni. Alla sesta tappa ci imbattiamo nelle difficili valutazioni relative alle tirature, che devono essere necessarie e sufficienti a non esaurire troppo presto un titolo e a non intasare i magazzini con le rese. Inoltre, un editor scientifico sottolinea la necessit di adeguarsi allera digitale. E una storica protagonista delle relazioni esterne riflette sulla fragilit emotiva degli autori, che quasi sempre si espongono al pubblico dopo anni di lavoro solitario
Autori, editori, lettori non sono pi in una catena a trazione verticale ma orizzontale
gere la stampa si diffuse in unepoca in cui la maggior parte delle persone era analfabeta e non aveva alcuna ragione per preoccuparsi della stampa e del suo potenziale pian piano impar, e lesse quello che gli piaceva. La realt attuale del mondo editoriale per certi versi simile: le vecchie regole abitudini? sono state dichiarate fuori gioco, le nuove sono ancora in corso di definizione e la paura serpeggia, ma in realt stiamo attraversando un momento molto fertile e interessante per chi si occupi di produzione di contenuti, categoria in cui occorre probabilmente iniziare a considerare a pari livello le varie figure
che di questo mercato fanno parte: autori, editori e lettori non sono pi in una catena a trazione verticale, ma orizzontale. E in qualche modo ne risentono tutte le figure professionali coinvolte in questo ciclo produttivo, che devono imparare a dialogare in una nuova narrativa, nata attraverso la navigazione e laggregazione online. I blog, i social network, le tante reti in qualche modo sociali che stanno nascendo sono molto pi che un modo per condividere foto, opinioni o perdere tempo: stanno creando nuove comunit e nuove necessit, cambiando profondamente il modo in cui le offerte dei media giungono ai lettori: un pubblico che ha ormai una voce pari a quella della carta stampata e non vuole pi restare passivo mentre i media dettano lagenda. La lettura di questa matrice, composta da un pubblico condiviso di autori e lettori unito in un dialogo che
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CULTURA
IA/7
IVAN OLINSKY, A WOMAN READING
REPORTAGES Due libri emblematici per sondare quanto accade oggi in Russia
Esce per le edizioni e/o un libro di Valerij Panjushkin e da Zandonai il resoconto di Susanne Scholl, per ventanni corrispondente austriaca da Mosca
thos (ispirato alla memorialistica di fine 800 dei terroristi di Narodnaja Volja e alla figura del rivoluzionario che si sacrifica per redimere il popolo) e osservazioni lapidarie non di rado indirizzate verso i propri stessi compagni, come nel passo in cui Masha Gajdar e Marina Litvinovic si contendono la scena per essere inquadrate accanto a Garri Kasparov, leader della coalizione Unaltra Russia, appena scarcerato. Per non parlare delle frecciate ai colleghi delle televisioni occidentali che per le loro riprese prediligono lo sfondo di scassate macchine depoca sovietica sempre pi introvabili, almeno nella capitale ( evidente che, secondo loro, nel filmato Mosca deve sembrare LAvana su cui per piombato un ghiacciaio). Troppo lucido per nutrire soverchie illusioni sulla possibilit di trasformare lopposizione al regime in un fenomeno di massa, Panjushkin concentra la propria attenzione sullatto di ribellione o di dissenso individuale e sul valore ideale di tali testimonianze. Esemplari in questo senso le esperienze della stessa Gajdar che nellinverno del 2006 si cal dal ponte prospiciente il Cremlino per protestare contro lannullamento delle elezioni alla carica di governatore, o Ilja Jashin, coordinatore dei giovani democratici di Jabloko, che dopo la dbcle subita nel 2003, si addentr nella provincia pi remota per capire che razza di paese fosse quello in cui non si riusciva a trovare un 5% che votasse per un partito che sosteneva la pace, la libert, la democrazia, il rispetto della dignit umana. Da questo punto di vista interessante confrontare le sue conclusioni con le testimonianze raccolte della Scholl. Se, in fondo, non appare pi di tanto bizzar-
ro il paragone istituito dai due anziani contadini, che hanno accolto Jashin nella loro izba, tra il presidente Putin e un fenomeno atmosferico come la neve o la grandine, che imperversa per poi cessare, ben pi sconcertante ritrovare la stessa immagine sulle labbra di una delle pi celebri scrittrici russe contemporanee, nientemeno che Ljudmila Ulickaja. La politica come il tempo. A volte molto brutto, ma non ci si pu fare niente, taglia corto di fronte a una domanda provocatoria della giornalista austriaca, che le aveva chiesto se il suo rifiuto di pronunciarsi sulla situazione russa non equivalesse a un esilio volontario nella sfera privata. Metafore meteorologiche a parte, Russia senzanima? alterna inedite incursioni nelle storie quotidiane della gente comune a incontri con volti pi o meno noti dellintelligencija come Galina Mursalieva (giornalista di Novaja gazeta e vicina di scrivania di Anna Politkovskaja), o Alla Gerber, presidentessa della semisconosciuta Fondazione per lOlocausto, la figlia adottiva di Chruscev Svetlana e la stessa Ulickaja. Sullo sfondo di questa nutrita rappresentanza femminile (non a caso, la Scholl torna ripetutamente sulla presenza assai effimera della figura paterna nella societ sovietica e russa) si proietta la visita alla famiglia Erofeev, qui presentata nelle sue tre ipostasi maschili: il capostipite Vladimir, diplomatico nonch interprete personale di Stalin; Viktor, primogenito reprobo che nel 1979 mise in imbarazzo il genitore con la sua criminale partecipazione allalmanacco samizdat Metropol, e infine il figlio minore Andrej, ex direttore della sezione contemporanea della galleria Tretjakov, caduto in disgrazia per aver curato una mostra tacciata di blasfemia. Ma il pregio maggiore di Russia senzanima? risiede probabilmente nelle sue osservazioni allapparenza pi frivole e disimpegnate, nella capacit di evocare i realia meno noti di Mosca megalopoli asfissiante creata non per le persone, come amano ripetere i suoi stessi abitanti con una punta di masochismo. Un dono che fa somigliare il libro della Scholl a una madeleine proustiana per chiunque abbia avuto la ventura di confrontarsi con la capitale russa in tempi recenti.
prescinde dallesistenza di un editore, richiede da parte di tutti noi una diversa disposizione danimo. Il lavoro di chi si occupa di editoria deve mutare. Prima di tutto valutando la diversa grammatica sociale e cognitiva che si sta componendo: scavare in una indistinta massa di utenti e consumatori, individui che rivendicano una centralit prima sconosciuta e con una voce collettiva senza precedenti, cosa diversa rispetto al leggere seduti al proprio tavolo qualcosa che sia stato scritto su un tavolo altrettanto solitario. Una prima fase dellarricchimento di chi si occupa per mestiere di tutto ci sta nellentrare in questa dinamica, condivisa, sociale e non pi solitaria. Pubblicare il lavoro originale di Amedeo Balbi, Il buio oltre le stelle, autore conosciuto attraverso il suo blog keplero. org, ha implicato un percorso completamente diverso rispetto a quello necessario a un libro che pubblicheremo il prossimo anno, un lavoro che nasce pi dentro a un blog, lorologiaiomiope.com di Lisa Signorile, curiosissima e piacevolissima galleria di pillole di stranezze naturalistiche ad opera di una biologa convertitasi alla zoologia, insegnante allImperial College.
I prodotti saranno diversi: il libro di Balbi nasce da un incontro online, che ha prodotto un originale a sua volta avvantaggiato dalla rete sociale preesistente dello stesso autore, mentre il lavoro che stiamo facendo con Lisa Signorile avr probabilmente pi attinenza con i materiali gi presenti sul suo blog; ma entrambi nascono da una nuova fiducia, costruita digitalmente, fra autori, editori e pubblico. Siamo agli inizi, ma un editore votato al dialogo come Codice deve avere nel suo dna la voglia di accettare la coesistenza di ecosistemi informativi diversi. Semplificando, e molto, in fondo la faccenda sempre la stessa: trovare e raccontare storie per piccoli pubblici e conquistare la loro fiducia. Vendere moltissimo di pochi prodotti una prassi pi consona e anche qui con qualche distinguo allindustria cosmetica o dei detersivi, insomma ad ambiti in cui oggettivamente un solo prodotto pu soddisfare i bisogni di molti. Ma non alla produzione culturale: le risposte che in molti cercano, in fondo, le conosciamo gi, le abbiamo solo dimenticate. E il mestiere che dobbiamo fare pu tornare a occupare una centralit, e un piacere, dimenticati.
loro diffusione. Lautrice, richiamandosi allo spettro pressoch infinito di suggestioni raffigurative che ci sono state consegnate dalliconografia cristiana, indaga sui modi con i quali, a cavallo tra il XIV e il XVI secolo, donne e uomini costruirono lidea di Dio e ridefinirono quella del soprannaturale che le si accompagnava. Unidea che richiamava non solo il principio di un ordine, quello che dominava il mondo, ma anche un criterio di senso e di significato nel quale era forte il rinvio a una dimensione pi affettiva che non razionale. Il testo non si presenta come un libro di storia dellarte, piuttosto come una riflessione a cavallo tra pi discipline sulle categorie mentali di una lunga epoca, assolutamente eterogenea, nel-
ne, quella offerta dagli occhi. Linvestimento emotivo era per fortissimo poich limmagine, cos intesa, assumeva una fisionomia autonoma, sospesa tra la funzione di rivelazione e quella di risarcimento: rivelazione della autentica conoscenza, del giusto credere, del fondato confidare nel risarcimento dai dolori dellesistenza quotidiana. Si trattava quindi di vedere non solo con gli occhi del corpo ma anche del cuore poich un orizzonte devozionale si apriva dinanzi al credente. Lo sguardo dellimmanenza evocava la presenza del trascendentale negli eventi quotidiani. La potenza diffusa da ci che non era inteso in quanto arte bens come elemento dellarredo domestico, o di quello degli spazi pubblici, era tale da generare vere e proprie visioni, sia individuali che collettive. Lidentificazione poteva essere cos forte da dare origine al convincimento tale per cui dalla rappresentazione si potesse passare alla materializzazione del raffigurato. Le figure si animavano, sembravano vivere una esistenza autonoma, raccontavano di s, accompagnavano donne e uomini nella loro vita. In questo gioco di percezioni, impressioni, proiezioni e idee si articol quindi il rapporto tra la collettivit popolare e la cristianit nel momento in cui alla seconda veniva conferita la funzione di dare significato alla coesione della prima. Il nesso tra il vedere e il credere fu tuttavia bruscamente rimesso in discussione nel Cinquecento, dal momento in cui laffermarsi oltralpe della Riforma richiam la Chiesa, tridentina e post-tridentina, alla necessit di disciplinare il ricorso allimmagine. Da una parte la vulgata luterana e quelle che le si apparentarono denunciavano la natura distorta, basata sulla superstizione e sulla corruzione mentale, del copioso ricorso alle immagini. Dallaltra il cattolicesimo avvert lobbligo di riconsegnare lintera prassi della religiosit al proprio magistero, vincolando ogni produzione al severo vaglio delle sue autorit curiali. Non ne sarebbe morta limmagine ma di certo ne deriv la cristallizzazione di una immaginazione che alla visione del cuore sostituiva quella del potere.
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il manifesto
VISIONI
cinema
DETECTIVE DEE E IL MISTERO DELLA FIAMMA FANTASMA DI TSUI HARK, CON ANDY LAU E DENG CHAO, CINA 2010
Al
IL CONFORMISTA RESTAURATO TORNA NELLE SALE Dopo la prima di Cannes e a una settimana dalluscita milanese al cinema Anteo, arriva da oggi anche al Greenwich di Roma, al Massimo di Torino e dal 2 settembre al cinema Lumire di Bologna, Il conformista di Bernardo Bertolucci in una nuova versione restaurata digitalmente. Liniziativa a cura della Cineteca
di Bologna - che ne anche il distributore - e del gruppo Minerva/Raro Video che hanno curato una nuova versione del film, sulla base del lavoro di Vittorio Storaro che ne fu il direttore della fotografia. Luscita del film nelle sale - sottolinea il direttore della Cineteca di Bologna Gian Luca Farinelli - fanno di questa operazione un tentativo di ridare nuova vita ai grandi film del nostro passato.
HONG KONG Esce lultimo capolavoro di Tsui Hark passato a Venezia nella scorsa edizione
ROCKUMENTARY SU CHICAGO
Roberto Silvestri n film storico in costume sulla Cina durante la dinastia Tang. Ma non il solito polpettone in costumi antichi in gloria dei buoni sentimenti eterni. estremamente particolare il modo di trattare il passato politico dellAsia (e i suoi miti) quando un copione di genere arriva tra le mani di una dei poeti del cinema punk, Tsui Hark, indimenticabile regista di Incontri pericolosi del primo tipo, Shanghai Blues e Peking Opera Blues. Non a caso lopera stata una prima scelta della Mostra di Venezia 2010... L'acqua, il fuoco, la terra e l'aria, come sappiamo aggrediscono sempre l'umanit con provocazioni apocalittiche. E anche recentemente. In questo film i 4 elementi diventano armi di combattimento primarie per la giustizia e la libert, vengono strappati cio dalle mani di chi li usa contro l'uomo comune (e ci ride pure sopra, come successe a LAquila e forse a Fukushima, dove i primi ad arrivare e a soccorrere furono, non a caso, gli yakuza). Non la vendetta il punto. il rosselliniano riequilibrio delle risorse a vantaggio di tutti, non dell'3% dell'umanit, quel che conta. Senza terra, acqua, aria e fuoco, di propriet comune, che stato si pu costruire, che vita si pu pretendere di vivere? Ed davvero sorprendente sentircelo spiegare da un magistrato (!), da una toga
La Cina di oggi dietro la fiaba in cappa e spada. Fanatismo religioso e localismo celibe: ecco i nemici
rossa rossa del 700 d.C, da quella sorta di Toni Negri dell'epoca Tang, il nemico n.1 dell'Impero, il capo dell'opposizione, il pi sovversivo degli imprigionati che, liberato per salvare la vita in pericolo dell'Imperatrice - non meno omicida di qualunque presidente degli Usa o di Gheddafi, sa interpretare come Sherlock Holmes e Mario Tronti la nuova fase, fiancheggia lo stato globalizzato contro il gretto localismo feudale o il fanatismo opportunista religioso, falsamente spirituale. Comprende la legittimit sia della violenza che della tattica del Sistema quando dotato di un punto di vista etico superiore. E questo detective Dee, nello stesso tempo, come artista-teorico, cio come simbolo stesso della societ civile e del movimento dal basso, pretende pi diritti e pratica la dissidenza e la deriva della libert di coscienza. Ed interpretato superbamente dalla super star Andy Lau, protagonista di uno dei capolavori di Venezia 67, un testo di filosofia politica che gioca leggiadramente con la fantasia. Il detective Dee e il mistero della fiamma fantasma, diretto dal Nicola Tesla dell'immaginario hongkonghese (nel senso che Tsui Hark che si pronuncia tsui hoc, il cineasta che ha trasformato in realt il sogno dell'inventore serbo: impressionare lo schermo direttamente, e velocemente, con il pensiero e le emozioni). Chi non ha letto Adam Smith a Pechino non ne perder un paragrafo, ora che Detective Dee arrivato nei multiplex e non dovreste perderlo (a prescindere dallafa). Gi, quasi un requiem a Luciano Arrighi. vero, un film in costume,
con i soliti combattimenti con le spade e il kung fu, i guerrieri ninja e i cerbiatti che parlano, i malefci che rafforzano la nostra credulit e superstizione (pare che la magia sia un'altra delle sciagura della Cina amaoista di oggi), e tutto quel digitale dilagante per ricostruire le metropoli mozzafiato del Grande Impero frenando un po' la spregiudicatezza dinamica di un visionario mobilissimo che stato il creatore di immagini pi copiato dai colleghi Usa, dagli anni 80 a oggi. Ma non cos. Tsui Hark connette come non mai, ieri e oggi. Sconvolgente il raccordo con l'attualit di quegli eventi storici, quasi impressionante: c' l'Imperatrice donna (Obama/Hillary?), ci sono le Twin Towers e anche la statua gigante del Buddha, fotocopia di quelle di Bamyan abbattute dai talebani dell'epoca (e anche qui utilizzata dai terroristi come simbolo) e c' la polemica sulla lotta armata che, utilizzabile a secondo della fasi storiche, non deve comunque mai trasformarsi in pratica terroristica monomaniaca, e che colpisca indifferenziatamente civili o simboli del Potere. La Cina di allora costru la basi per una civilt non aggressiva, fondata sull'agricoltura dei piccoli appezzamenti familiari che sosteneva una paziente crescita industriale, un capitalismo secondo Smith, naturale, opposto a quello perverso dell'industrializzazione in Europa. E con una rete commerciale fantastica che unificava l'intero oriente. Proprio quellarea integrata che, qualche secolo dopo, l'occidente (o meglio gli inglesi) tent di destabilizzare e terroristicamente distruggere. E non fu certo la magia a salvarla, perch anche su questo piano il film - spiritoso e commuovente - schierato dalla parte del filosofo modernista-maoista Lu Shun, compreso l'appoggio a quelle metamorfosi nelle identit sessuali che, nelle scene digitalmente pi riuscite, ci offrono il morfing inquietante delle ambiguit sessuali di una magnifica super star cinese...
R.S. ome fare a pagarsi due tette nuove? Costose, a dir un eufemismo, ma indispensabili alla sopravvivenza decente in questo mondo? il problema filosofico di Elisabeth Halsey, appena ripudiata da un ricco maritino che non le ha lasciato il becco di un quattrino n la fuoriserie ma solo qualche paia di scarpe Christian Louboutin con le suole rosse. E che adesso a caccia grossa di un sostituto, altrettanto ricco. Un giorno appare, in forma di supplente, ma un sicuro ereditiere. Scott Delacorte, cio lattore Justin Timbarlake, subito accalappiato, per, dalla sua nemica numero uno, la collega ipocrita e intrigante Amy Squirrel (Lucy Punch), notare il cognome da scoiattolo. Ma con un paio di super tette nuove, forse... Professoressa di scuola media, Elizabeth (Cameron Diaz, qui anche nelle vesti di produttrice, e si vede dalla quantit industriale di primissimi, meritati, piani) non ha che tre sole virt. Beve molto, fuma, anche in classe, eccellenti miscele illegali. E, da autentica cinefila, utilizza il cinema, i dvd, per le sue lezioni, cos pu dormire in aula e non rompere la testa dei ragazzi con stupidaggini repressive. E via a Stand by me, Dangerous mind... roba forte, educativa ma che andrebbe un po conte-
stualizzata. Invece lei, tra i pochi vizi, ha la distrazione. Lavidit. Loziosit. Repellenza per i padroni di casa. Cinismo. Dolcezza con i colleghi brutti e rigetto di chi vorrebbe redimerla. Riluttanza a usare parole per bene quando quelle volgari compiono cos bene il loro dovere... eppure questa contro-eroina sexyssima (vedi la scena del lavaggio auto) e sboccata, attrae, piace seduce. Perfino il preside. Il regista di questa commedia di successo costata 20 milioni di dollari e che ne ha incassati 100 (scritta dalla coppia Gene Stuptnitsky
e Lee Eisberg, in Italia esce il 31 agosto) il figlio di Laurence Kasdan (che fine ha fatto?) e lavora molto in tv (dove si pu sperimentare di pi, oggi). Ed riuscito a far parlare di s i giornali e non solo il box office nellestate americana con questa commedia ispirata a Bad Santa (l inqualificabile era unaltra istituzione intoccabile, addirittura Babbo Natale) che sembra nel retrogusto una cupa meditazione in forma di grottesca sul miserabile stato delle scuole nel mondo occidentale. Per tagliare sui costi pubblici via i prof normali, e a scuola solo insegnanti sexy, incapaci, oziose e che, sottopagate, prendono mazzette dai genitori degli alunni copiando lo stile degli alti papaveri... Gelmini non sola. I giornali hanno molto discusso su questo film, vietato in Usa ai minori di 17 anni (speriamo che in Italia non lo abbiano censurato) a proposito della tendenza alla metamorfosi irreversibile degli eroi del cinema oggi. Gli uomini sono ormai brufolosi, insignificanti, inesistenti, occhialuti desessualizzati ed eterni perdenti, se non succedesse qualcosa di davvero straordinario che li trasformer in super eroi. Invece le donne stanno subendo un processo di mascolinizzazione, forse iniziato con Sex in the City (scritto e congegnato da una band di sceneggiatori gay drastici). Insomma stanno travestendo le donne, che assumono sempre pi i tic, il linguaggio scurrile e lo stile comico maschile, a retrogusto eternamente sessuale, meglio se volgarissimo. E questo film una perfetta dimostrazione della tendenza Sorelle Farrelly. Diaz per controlla la materia con la dovuta ambiguit. E, soprattutto nella scena della scopata semi simulata coi jeans, quando deve inventaree al telefono le frasi pi hard per ingelosire la rivale (voglio succhiartelo con tutta la furia che ho in corpo...) solo chi privo di senso dellumorismo si rifiuta di capire il triplo gioco.
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VISIONI
GIARDINI GIAPPONESI Si aprir il 1 settembre e durer un mese la mostra sui giardini del Sol Levante - presso l'Istituto giapponese di cultura di Roma (via Antonio Gramsci 74). Una rassegna fotografica alla scoperta dei migliori esempi di architettura dei parchi made in Japan, nei quali lutilizzo di pietra e acqua, elemento vegetale e artistico svelano e nascondono leggende, miti e ancestrali rituali che traggono ispirazione dalle filosofie orientali, dove fa da regina la concezione zen dell'universo. 30 le immagini, sfilano i giardini di templi, quelli di Ryoanji e Kinkakuji (Kyoto), edifici residenziali, come nel caso delle rappresentazioni della natura che si trovano presso villa Katsura (a Kyoto). Il Sakuteiki (Annotazioni sulla composizione dei giardini), cui si attiene la mostra, un saggio dal nobile Toshitsuma Tachibana (1028 - 1094). Il testo fornisce una serie di regole sulla disposizione delle pietre e sui vari utilizzi degli altri elementi, fra cui l'acqua, nellottica della riproduzione, della natura. Tali principi sono quelli che influenzano ancora oggi larchitettura dei giardini giapponesi nel mondo.
CONCERTI Un supergruppo nel segno delle due culture, nato da un progetto di cooperazione
Ciro De Rosa
CARBONIA
hadal un uccellino migratore dalla livrea variopinta che viaggia tra Mediterraneo e Africa. Chadal il nome dellorchestra sardo-senegalese, un ottetto nato da un progetto di cooperazione culturale, che si esibito in varie citt del Sulcis Iglesiente. Capofila delliniziativa Carbonia, citt propensa allaccoglienza poich dalla sua nascita ha accolto migranti dalla Sardegna e dal Continente, e la cui amministrazione oggi pone al centro della politiche sociali anche la reale integrazione delle nuove comunit migranti africane. Il supergruppo coordinato dal chitarrista e cantante Alberto Balia che ricordiamo nel trio Argia e con i favolosi Ritmia
CALCIO
FRANK DI LEO
LA BAND IN SALA DI REGISTRAZIONE CON LOSPITE BAH MOODY ALLA CHITARRA
mento disponibile un cd, sorta di diario sonoro che raccoglie frammenti dellincontro musicale in Senegal. La cascata di note cristalline della kora di Cissokho, proveniente da una nota genia di griot, incrocia la chitarra del sulcitano Balia in Ita ddoi est, in origine una canzone per bambini; xalam e balafon dialogano con le launeddas di Pisu tra i massimi esponenti della nuova generazione isolana dellaerofono a tre canne leccellente tromba di Pittau disegna fraseggi ora asciutti ora roventi, Scano procede con un solido, controllato lavoro armonico al piano. Velieri un caleidoscopico viaggio guidato dalle chitarre di Balia con incastri di piani melodici e ritmici, Sabbie sonore unimmaginifica composizione dai tratti cangianti, ispirata al suono della sabbia del deserto. Il ballo sardo si fonde con gli stilemi della tradizione mandinga, la sezione ritmica fa propria la lezione del suono urbano del mbalax, ma non mancano virate reggae e una forte impronta jazz. Da parte sua il peul Moody porta-
tore di nuance sahariane sullandamento afro-blues di Diaruu, rivisitazione di un brano tradizionale sui ricordi della passata giovent. Sulcis un incastro di ritmi da ballo, jazz e venature flamenco. Ore e ore di musica condivisa hanno dato vita ad un disco, registrato sotto la regia tecnica di Ouzin Ndoye, e ad un concerto fortemente originali con intense sequenze improvvisative, in cui le diverse visioni sonore si
mescolano con immediatezza e spontaneit. Dopo i concerti-festa di Carbonia, Perdaxius, Siniscola e Selargius, Chadal live vola al Carroponte di Sesto San Giovanni il 28 Agosto, poi si libra ancora nellisola dei nuraghi, prima a Castiadas il 3 settembre allinterno del Festival Ethnicus, ed il giorno successivo di nuovo nel Sulcis, a Santadi, terra di eccellenze naturalistiche, archeologiche ed enogastronomiche.
BORGIA, FEBBRE DA SERIAL Intrighi e corruzione, passioni e tradimenti. E poi orge, ricatti, innominabili incesti, morti misteriose, ossessioni. La storia dei Borgia, la famiglia spagnola che fra il 1492 e il 1503 domin incontrastata le vicende dentro le mura vaticane, diventata una serie televisiva dopo ben tredici adattamenti per il grande schermo. Anzi due, perch a The Borgias, nove episodi (42 milioni di dollari investiti), regia affidata a Neil Jordan, trasmessi sull'americana Hbo dallo scorso 3 aprile, con un sontuoso Jeremy Irons nei panni di Rodrigo, si contrappone una coproduzione franco-tedesca in dodici episodi, I Borgia, diretta da Oliver Hirschbiegel e scritta da Tom Fontana, che SkyCinema1 hd trasmetter a partire da venerd 2 settembre alle 21.10. Una Roma papalina
e corrotta ricostruita interamente nei Barrandov Studios di Praga dove sedici pittori si sono messi all'opera per trasformare le bianche mura del Martinichy Palac in un palazzo rinascimentale, una delle 200 location in cui la lussuriosa produzione dal costo di 30 milioni dollari stata girata in sei mesi. Fra verit
storica e (molte) licenze, ci si concentra nei primi due episodi sulle vicende che portarono Rodrigo Borgia (un ottimo John Doman, visto in The Wire), uomo di fede ma con una sconsiderata lista di amanti e figli illegittimi al seguito, ad arrivare al soglio pontifico, sotto il nome di Alessandro VI. Intorno a lui, il creatore Tom Fontana si concentra in particolare sulle figure dei figli Giovanni (Stanley Weber), linquieto e violento Cesare (Mark Ryder) la giovane Lucrezia (Isolda Dychauk) e la rampante Giulia Farnese (Marta Gastini). NellItalia assediata da francesi, spagnoli e con i turchi alle porte - altro che Federalismo - in Vaticano la battaglia per chi succeder al moribondo Innocenzo VIII. Cos sulla scia di unaltra serie di successo lanciata dallo Showtime come i Tudor, nulla ci viene risparmiato, anzi se
possibile tutto viene amplificato. Duelli allultimo sangue, orecchie mozzate, amplessi con dovizia di particolari e terrificanti esecuzioni sul patibolo. Per Fontana: I Borgia sono lequivalente delle famiglie mafiose: le dinamiche e le motivazioni sono le stesse. Quello che ho cercato di fare creando la serie stato cercare di rendere i personaggi il pi possibile contemporanei. E la loro caratterizzazione fondamentale nel lavoro di scrittura: Penso che i personaggi forti siano in realt ci che la gente vuol vedere. Possiamo immaginare in mille modi come la storia andr a finire, ma penso che ci che davvero interessante siano i personaggi, sono quelli che davvero ci spingono a seguire uno show in tv, settimana dopo settimana. stefano crippa
la radio
la pi grande enciclopedia mai concepita nella storia dell'umanit ma non mai stata scritta su carta. l'enciclopedia on line Wikipedia, che esiste solo nella rete e non potrebbe essere diversamente, dato che conta pi di 10 milioni di voci. disponibile in circa 200 lingue e tutti possono partecipare alla sua crescita, ma nel rispetto di regole precise. Se ne parla della puntata di Radio3Scienza alle 11.
Rai1
15:00 UN MEDICO IN FAMIGLIA 6 Fiction Con Giulio Scarpati, Lino Ban 16:55 PREVISIONI SULLA VIABILIT Notiziario 17:00 TG1 Notiziario 17:10 CHE TEMPO FA Previsioni del tempo 17:15 HEARTLAND Telelm Con Amber Marshall 17:55 IL COMMISSARIO REX Telelm Con Gideon Burkahard, Wolf Bachofner 18:50 REAZIONE A CATENA Gioco Conduce Pino Insegno 20:00 TG1 Notiziario
Rai2
14:50 ARMY WIVES Telelm 15:35 SQUADRA SPECIALE COLONIA Telelm Con Jophi Ries 16:20 THE GOOD WIFE Telelm Con Julianna Margulies 17:05 LIFE UNEXPECTED Telelm 17:40 METEO 2 Previsioni del tempo 17:45 TG2 FLASH L.I.S. Notiziario 17:50 RAI TG SPORT Notiziario sportivo 18:15 TG2 Notiziario 18:45 COLD CASE Telelm 19:35 SENZA TRACCIA Telelm 20:30 TG2 - 20.30 Notiziario
Rai3
15:00 THE LOST WORLD Telelm Con Peter McCauley, Rachel Blakely, William Snow 15:45 SON CONTENTO FILM Con Francesco Nuti 17:25 GEOMAGAZINE 2011 Documentario Conduce Marco Castellazzi 18:55 METEO 3 Previsioni del tempo 19:00 TG3 Notiziario 19:30 TG REGIONE - TG REGIONE METEO Notiziario 20:00 BLOB Variet 20:15 ALICE NEVERS PROFESSIONE GIUDICE Telelm Con Marine Delterme
Rete4
15:35 SENTIERI Soap opera Con Kim Zimmer, Robert Newman, Beth Chamberlin 16:10 ASSASSINIO SULLORIENT-EXPRESS FILM Con Albert Finney, Sean Connery, Jacqueline Bisset, Lauren Bacall 18:55 TG4 - METEO Notiziario 19:35 TEMPESTA DAMORE Soap opera 20:30 RENEGADE Telelm Con Lorenzo Lamas
Canale5
14:45 ALLA SCOPERTA DI MIO PADRE FILM Con Tim Matheson, Sean Young 15:15 TGCOM - NAVIGARE INFORMATI Notiziario 16:20 IL MAMMO Telelm Con Enzo Iacchetti 16:50 CAKE - TI AMO, TI MOLLO... TI SPOSO FILM Con Heather Graham, David Sutcliffe, Taye Diggs 17:30 TG5 MINUTI - NAVIGARE INFORMATI Notiziario 18:50 LA STANGATA Gioco 20:00 TG5 - METEO 5 Notiziario 20:40 PAPERISSIMA SPRINT Variet Conduce Giorgia Palmas, Vittorio Brumotti con il Gabibbo
Italia1
15:00 HOW I MET YOUR MOTHER Telelm 15:30 GOSSIP GIRL Telelm 16:20 THE O.C. Telelm Con Benjamin McKenzie, Adam Brody, Mischa Barton 17:10 HANNAH MONTANA Telelm Con Miley Cyrus, Billy Ray Cyrus 18:05 LOVE BUGS Sit com 18:30 STUDIO APERTO - METEO Notiziario 19:00 STUDIO SPORT Notiziario sportivo 19:25 C.S.I. MIAMI Telelm 20:20 STANDOFF Telelm
La7
16:25 SHAMWARI SAVANA HOSPITAL Documentario 17:00 LISPETTORE BARNABY Telelm Con John Nettles, Jane Wymark 19:00 RELIC HUNTER Telelm Con Tia Carrere, Christien Anholt, Lindy Booth 20:00 TG LA7 Notiziario 20:30 IN ONDA Attualit Conduce Luisella Costamagna e Luca Telese
Rainews
19:03 IL PUNTO SETTIMANALE Attualit 19:27 AGRIMETEO Notiziario 19:30 TG3 Notiziario 20:00 IPPOCRATE Rubrica 20:30 TEMPI SUPPLEMENTARI Rubrica 20:57 METEO Previsioni del tempo
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SUPERCOPPA EUROPEA 2011 BARCELLONA - PORTO Evento sportivo 23:10 TG1 60 SECONDI Notiziario 23:20 TV7 ESTATE Attualit 00:25 LAPPUNTAMENTO Rubrica Conduce Gigi Marzullo
21:05
N.C.I.S. Telelm Con Mark Harmon, Michael Weatherly, Pauley Perrette 23:25 TG2 Notiziario 23:40 TERRA DELLE MERAVIGLIE Rubrica 00:30 MASTER OF MAGIC Rubrica
21:05
LA GRANDE STORIA Documenti 23:15 TG REGIONE Notiziario 23:20 TG3 LINEA NOTTE ESTATE Attualit 23:35 METEO 3 Previsioni del tempo
VENTO DI PASSIONI FILM Con Brad Pitt, Anthony Hopkins, Julia Ormond, Aidan Quinn, Henry Thomas, Karina Lombard, Gordon Tootoosis, Christina Pickles, Paul Desmond 21:50 TGCOM - METEO Notiziario 00:00 CUORI IN ATLANTIDE FILM Con Anthony Hopkins, Anton Yelchin, Hope Davis, Mika Boorem, David Morse
21:10
21:10
21:20
O PROFESSORE Fiction Con Sergio Castellitto, Luisa Ranieri 23:30 TG5 NUMERI IN CHIARO Notiziario 00:00 LA PROFEZIA
IL PRINCIPE CERCA MOGLIE FILM Con Eddie Murphy, Arsenio Hall, James Earl Jones, John Amos, Madge Sinclair, Shari Headley, Paul Bates 23:40 BLADE: TRINITY FILM Con Wesley Snipes, Kris Kristofferson, Ryan Reynolds, Jessica Biel,
NIKITA FILM Con Anne Parillaud, Jean Reno, Philippe Leroy, JeanHugues Anglade, Tchky Karyo, Jeanne Moreau, Jean Bouise, Roland Blanche, Jacques Boudet, Philippe Du Janerand, Marc Duret 23:30 TG LA7 Notiziario 23:45 VERDETTO FINALE - IL THRILLER FILM Con Denzel Washington, John Lithgow, Ice T, Kevin Pollak
NEWS LUNGHE DA 24 Notiziario 21:27 METEO Previsioni del tempo 21:30 MERIDIANA - SCIENZA 1 Rubrica 21:57 METEO Previsioni del tempo 22:00 INCHIESTA 3 Attualit 22:30 NEWS LUNGHE DA 24 Notiziario 22:57 METEO Previsioni del tempo 23:00 CONSUMI E CONSUMI Rubrica 23:27 METEO Previsioni del tempo
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COMMUNITY
IL BENPENSANTE
Marina Forti
le lettere
terraterra
Fino a pochi anni fa il bar sotto casa era un covo di benpensanti, argomenti: Meglio il Milan o lInter? Dove si mangia bene e si spende poco e argomento che infiammava le serate Meglio il culo di Letizia o quello di Giulia. La parte finale di tutte le serate era allegra e divertente, perch il culismo una malattia endemica. Ma alluna ci si salutava male, ridendo, ma in fondo quasi felici. Ho cambiato quartiere, ho cambiato caff, un posto elegante, nel senso che costa il doppio del mio vecchio bar, ma qui non parla mai nessuno. Affamato di conversazioni sul tempo e sui culi, son tornato al bar covo di allegri benpensanti. Arrivo allimprovviso, mi accolgono come Scipione lAfricano dopo la vittoria di Zama. Poi silenzio: non parla pi nessuno. Io: Ma che succede? Vi sento spenti? Interviene il barman in persona: Dotto questi non parlano perch non capiscono esattamente quello che dicono quelli della casta politica, hanno paura, sono anziani e hanno paura del futuro.
per opere di bene! A parte il fatto che solo il 20% delle entrate dell8 per mille (pi di un miliardo di euro) vanno ad opere assistenziali, su quale vangelo scritto che le opere di bene si fanno con i soldi dello stato, dei privilegi, delle esenzioni fiscali? Caro Avvenire, invece di accusare come sempre - chi critica la Chiesa di essere anticlericale; invece di scambiare la critica con lodio, questo il punto su cui rispondere. Luigi Fioravanti
La privatizzazione continua
C' chi non smette di suggerire il ricorso alle privatizzazioni, anche di ci che rimane al Tesoro di Eni ed Enel, per combattere la crisi economica che l'Italia attraversa. E' il caso di ricordare ai parlamentari l'esistenza del Trattato sulla carta europea dell'energia, fatto a Lisbona il 17/12/94 e ratificato dal nostro parlamento con legge 415 del 10/11/1997. All'art. 18, intitolato Sovranit sulle risorse energetiche,
PIEMONTE
Venerd 26 agosto, dalle 15.30 ISRAELIZZAZIONE Presidio per la giornata di Al Quds (Gerusalemme) contro la israelizzazione di Gerusalemme Est. Organizza ISM-Italia Piazza Carlo Felice Torino (To) Sito web: http://www.ism-italia.org/
PUGLIA
Venerd 26 Agosto, ore 21 LIBRI Presentazione del libro Senza tacchi di Francesca Lancini. Lautrice dialogher con Luisa Ruggio, scrittrice e giornalista. Piazzetta delle Erbe Nard (Le)
viene data la possibilit agli stati membri di conservare partecipazioni dirette del governo o attraverso imprese statali. Sar utile ricordare che, ad oggi, la partecipazione del Tesoro in Enel, scesa sotto il 30% mentre quella dello Stato francese in Edf (Electricit de France) dell'84%. Che dire della notizia diffusa il 10 agosto dal Sole 24 Ore secondo la quale le ferrovie dello Stato si preparano a vendere la rete elettrica, migliaia di chilometri che attraversano l'Italia da Nord a Sud. Purtroppo sulle privatizzazioni in Italia non c' stato mai un serio confronto pubblico o parlamentare. Sull'indagine conoscitiva che le commissioni congiunte di Camera e Senato tennero negli anni 2004-2005 fu deciso che non ci sarebbe stata la relazione conclusiva. Ai parlamentari nominati che insistono nel voler modificare l'art. 41, affinch vi si affermi che qualsiasi iniziativa privata libera se non vietata, ricordo che esiste l'art. 43 che sancisce il principio per il quale la legge pu riservare allo Stato determinate imprese che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale. Infine da segnalare che la Cassa depositi e prestiti ha approvato lo
statuto del Fondo strategico italiano con l'obiettivo di accompagnare le aziende strategiche italiane nella crescita dimensionale, nella maggiore efficienza e nella competitiva internazionale. La Cdp manterr una quota non inferiore al 51% e al restante 49% potranno partecipare azionisti pubblici e privati. Il primo consiglio di amministrazione si terr in agosto e l'operativit entro poche settimane (Sole 24 Ore, 29/7/2011). Sembra una nuova strada per continuare a privatizzare senza dare nell'occhio. Con l'augurio che questa lettera stimoli un dibattito di approfondimento che ponga fine alla privatizzazione degli utili e alla socializzazione delle perdite, invio distinti saluti. Giacomo Buonomo, segretario Centro studi e coordinamento della partecipazione democratica
Amicizie pericolose
Il 18 agosto scorso, la quarta sezione della Cassazione, ha depositato la sentenza con la quale conferma il non risarcimento a una persona che ha scontato due anni di carcere ingiustamente, confermando il giudizio della corte dappello di Roma. La Cassazione, ha motivato la sentenza sostenendo che la persona ricorrente, frequentando amicizie pericolose, ha tratto in inganno gli inquirenti. Il reato, per il quale questa persona stato arrestato e poi assolto quello di banda armata. Qualche mese fa, episodio analogo e stessa accusa e non risarcimento da parte della corte dappello di Milano. Tanti altri casi, sembra quasi che chi viene assolto dallimputazione di banda armata non debba usufruire del risarcimento per ingiusta detenzione. Il reato di banda armata, nei fatti escluso dalla possibilit di risarcimento per ingiusta detenzione. Io che da anni mi batto per lapplicazione retroattiva degli articoli 314 e 315 del c.p, che stabiliscono il risarcimento per ingiusta detenzione, penso che se un giorno questa battaglia, supportata anche da tante persone e democratici dovesse passare, poi troverei, per ottenere il risarcimento, un altro enorme e grande problema: quello di essere stato assolto, dopo sei anni di carcere ingiusto, dal reato di banda armata, per cui mi vedrei sbarrata la strada. Mi consola idealmente solo lidea che le battaglie vere non si perdono mai, si vincono sempre, al di l del risultato concreto. Giulio Petrilli, L'Aquila
VUOTI DI MEMORIA
Drammatico
Alberto Piccinini
Pi tardi quella sera mi hanno fatto una biopsia, hanno fatto scendere un endoscopio gi per la gola, attraverso lo stomaco e l'intestino, e un ago nel pancreas ha prelevato alcune cellule del tumore. Ero sedato, ma mia moglie, che era l, mi ha raccontato che i dottori quando hanno scoperto che si trattava di una rara forma di cancro curabile chirurgicamente, si sono messi a piangere. Sono stato operato, e ora sto bene. E' stato il momento in cui ho visto la morte pi da vicino, e spero che sia cos per qualche decina d'anni ancora. Essendoci passato, posso dirvi quel che segue con un po' pi di convinzione di quando la morte era per me un fatto chiaro ma puramente concettuale. Nessuno vuole morire. Anche quelli che voglio andare in paradiso non vogliono morire per arrivarci. Eppure la morte il destino che tutti condividiamo. Nessuno l'ha mai evitata. Ed giusto che sia cos perch la Morte molto probabilmente la migliore invenzione della Vita. E' l'agente che la Vita usa per cambiare. Spazza via il vecchio e fa posto al nuovo. In questo momento il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo lontano diventerete gradualmente il vecchio e sarete spazzati via. Mi spiace essere cos drammatico, ma la pura verit. Il vostro tempo limitato, non sprecatelo vivendo la vita di qualcun'altro. (Steve Jobs, discorso inaugurale agli studenti della Stanford University; 12 giugno 2005)
TOSCANA
Sabato 27 agosto, ore 15 MARX E LA CRISI Nuovo appuntamento con gli incontri di approfondimento tecnico, il terzo, in cui verranno analizzati alcuni tra i pi importanti elementi che formano il contributo teorico di Karl Marx: la teoria del valore-lavoro e la legge della caduta tendenziale del saggio di profitto, due temi che si collocano nel cuore stesso del funzionamento generale del modo di produzione capitalistico. Gli incontri sono ad invito o a richiesta di partecipazione: per partecipare necessario essere invitati dagli organizzatori oppure farne richiesta inviando un'email a: antiper@antiper.org. Centro Culturale Pablo Neruda ia Stradella 57d, Ronchi Massa (Ms) Inviate a: eventiweb@ilmanifesto.it
Opere di bene
il manifesto
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AMBIENTE VIZIATO
Un paradosso contemporaneo la convinzione di poter controllare la natura ma non i mercati. Si manipola un organismo che opera magistralmente da tre miliardi e mezzo di anni, ma si ritiene impossibile cambiare un tipo di economia creata dalluomo stesso. Leconomia che fa girare il mondo infatti uninvenzione recente, coeva della Rivoluzione industriale. I mercati sono sempre esistiti ma non leconomia del laissez-faire, del lavoro salariato e delluso insostenibile della natura. Nella "Grande trasformazione" Polanyi definisce un atto di fede il mercato che si autoregola perch il lasciar fare da solo non approderebbe a nulla. Per affermarsi deve essere imposto, e lo fa con laiuto dello Stato. Valutazione condivisa da Fernand Braudel in "Civilt materiale, economia e capitalismo, XV-XVIII seco-
Leconomia dellimpoverimento
Giuseppina Ciuffreda
lo": i capitalisti non hanno mai usato liberi mercati ma un regime di monopolio, appoggiati dagli Stati contro il resto della popolazione. I padri fondatori delleconomia di mercato erano convinti che seguendo le sue leggi "naturali" ci sarebbe stato benessere per tutti. Furono molto sorpresi quando si resero conto dei poveri. La distruzione della societ rurale inglese aveva trasformato dignitosi contadini privati del reddito agricolo e del loro ambiente culturale in una folla di mendicanti e di ladri (Polanyi). Nonostante le misure sempre pi dure adottate per eliminare la protezione sociale e della natura, ostacoli al libero mercato e alla sua necessaria affermazione su scala mondiale, i poveri aumentavano. Alla fine fu chiaro che la crescita della ricchezza della societ e delle classi al potere portava con s la miseria di ampie fasce di popolazione e lera vittoriana vide una forte reazione di autodifesa della societ: legislazioni sociali, filantropi, pionieri ambientalisti, socialisti, movimento operaio Leconomia del libero mercato dunque una creazione umana datata, che in poco pi di due secoli ha portato benessere materiale a parti consistenti di popolazione mondiale producendo allo stesso tempo catastrofi ambientali e sociali planetari. Per Braudel, Polanyi e Marcel Mauss, teorico delleconomia del dono, il suo difetto di fondo laver messo al centro della vita sociale il guadagno, ritenendo caratteristica principale dellagire umano la vocazione a perseguire il proprio interesse materiale. Ma leconomia non mai stata al centro delle culture pre-industriali. Relazioni, riti e simboli sono sempre stati al primo posto, accanto alle attivit tese a soddisfare bisogni di base.
Lesempio pi citato, anche da Mauss e Polanyi, lo studio di Bronislaw Malinowski "Argonauti del Pacifico Occidentale", pubblicato nel 1922 dopo due anni di permanenza nellarcipelago delle Trobriand. Osservando le relazioni commerciali intertribali degli indigeni, Malinowski distinse due tipi di commercio: per i bisogni materiali delle comunit e il Kula Ring, un commercio cerimoniale ben pi importante. Le spedizioni rituali, con radici nel mito, seguivano un circuito chiuso tra le isole per scambiare lunghe collane di conchiglia rossa e braccialetti di conchiglia bianca, indossati soltanto per occasioni eccezionali. Un possesso a tempo, poi gli ornamenti tornavano a circolare. Lobiettivo era la coesione sociale e la creazione di relazioni permanenti tra donatori.
il manifesto
pagina 15
COMMUNITY
Il kolossal di un fallimento
DALLA PRIMA
Christian Raimo
Quei telefonini tipo la Foxconn questa immensa comunit operaia di 300.000 dipendenti (e qualche decina di suicidi lanno) dove la paga media di 130 dollari al mese. Il secondo. In un certo senso non faceva altro che prendere alla lettera qualche slogan visto in giro, tipo quello della Nike con Wayne Rooney del Manchester che la spara grossa: Dont be the target, be the weapon. Oppure quello della nuova Lancia Ypsilon che campeggia anche sulla met dei cartelloni sei per tre in Italia. Che rimproverargli? Come molti suoi coetanei probabilmente cresciuto con il mito del Vincent Cassel che si scontra contro la polizia nelle banlieue dellOdio, ne ha magari seguito la carriera, cattivo dopo cattivo, e ora sarebbe in grado di interpretare meglio di chiunque altro il senso di quel ghigno sfoderato sempre da Cassel alla fine dello spot girato da quello stesso Aronofsky che lha diretto nel Cigno nero: A cosa serve il lusso se non riesci a godertelo? Il lusso, pausa attoriale, un diritto. Figuriamoci un bel settimana, per esempio, cera quella dellimprenditore Briatore, dellimprenditore Lucio Presta, o dellex-direttore generale della Rai Mauro Masi: persino a una prima occhiata uno si accorge che c una differenza tra tutte queste barche e i pedal che uno continua a affittare nonostante i rincari del 15% rispetto allanno scorso. Per anni ci stato detto che funzionava come la temperatura. Non si trattava di una crisi reale; era una crisi "percepita". Ora si ammette che possiamo fidarci dei sensi. Cos forse qualcuno di voi non si stupir a sapere che anche questanno c stato un aumento nelle richieste di rateazione delle tasse. Siamo circa a un milione di italiani, che finanziano Equitalia e altre compagnie di giro con un paio di miliardi di interessi allanno. E nemmeno vi risulter strano immaginare come i piccoli e grandi enti locali reagiranno allennesimo saccheggio: utilizzando sempre di pi i vigili urbani come agenti di recupero crediti (quanti di voi hanno preso una multa questestate su una amena provinciale isolata alle tre del pomeriggio?). Il senso di collettivit non si inventa da un giorno allaltro. Mi dispiace. Altrimenti sembra quello che : un
La manovra economica fa acqua perch chiama a una responsabilit collettiva demolita in nome dei piccoli tornaconti personali coltivati dai governi
mucchio di iPhone. Ci sono queste due ragioni (ragioni che non riescono a far empatizzare in parte con quella rabbia?) alla base della mia sicurezza che siamo alla fine di unepoca politica anche per lItalia. E che questa manovra di Ferragosto il cappio al collo con il quale il governo Berlusconi si sta impiccando da solo senza neanche rendersene conto o non potendo fare altrimenti. Questa la sensazione. Ogni giorno che viene fuori unulteriore dichiarazione ufficiale o ufficiosa su una correzione aggiuntiva, ogni giorno che i mercati subiscono una tempesta che lascia anche ilmanifesto a corto di titoli apocalittici, si sente pi nitido il rumore di una sega concentrata sul ramo sul quale questo governo e questa classe politica si seduta. E allora d un piacere macabro ascoltare le conferenze stampa di Tremonti e andare a rileggersi le parole che utilizzava nel suo libro La paura e la speranza, giusto un paio di anni fa. La crisi era finita, il futuro era alle porte, gli economisti una manica di menagrami Come crea dei cortocircuiti niente male vedere Fiat Industrial sprofondare a meno 12% e ricordarsi che saranno mesi che ci siamo dimenticati: non abbiamo ancora ringraziato luomo col maglioncino La strategia politica di chi ha gestito e sta ancora cercando di gestire questa crisi si sta rivelando un kolossal del fallimento, una scena tipo una Letizia Moratti che aspetta fiduciosa larrivo provvidenziale di un Gigi DAlessio. Inizia a risultare imbarazzante questillusione pervicace dei nostri ministri. Riuscire ancora a incantare qualcuno di essere capaci di guidare un paese: una convinzione che affonda le sue fondamenta su un castello di sabbie mobili. Oltre i sorrisi laccati, i ghe pensi m, i siamo solidi, i risorgeremo, va a un certo punto tenuto conto di un principio di realt. E la realt che limpianto economico, politico, e anche retorico, di questa finanziaria demergenza fa acqua: fa acqua per molti motivi strutturali da un punto di vista economico, ma ancor di pi si rivela una fata morgana perch fa appello a un senso di responsabilit collettiva che stato progressivamente smantellato esattamente da chi lo sbandiera ora come un valore comune, assoluto, scontato; demolito in nome di piccoli e grandi tornaconti personali, dei tamponi per salvare i governicchi, dellincompetenza brada, del menefreghismo rivendicato, dellevasione fiscale la page. Sono stati gli anni delle inaugurazioni dellanno scolastico del Cepu e ora si chiede senso di responsabilit tagliando i fondi alle province: che dove prenderanno i soldi per rinnovare la scuola? Sono stati gli anni in cui il venticinque aprile qualcuno lo festeggiava a minorenni e barzellette riciclate, e ora a noi viene chiesto di lavorare? successo neanche un annetto fa che i capitali (un centinaio di miliardi di puro non-ve-dico-come-lho-fatti) sono tornati dallestero scudati fiscalmente al 5% e ora si pretende una tassa di solidariet? Allimprovviso, come Lochness ferragostani, riemergono spiriti nazionali, europeismi leghisti, Tobin Tax salvatrice delle banche, patriottismi emergenziali, Napolitani santificati ai meeting. Ora pare, si dice, che la barca la stessa. Ma qualche dubbio uno pu continuare a averlo, no? Anche perch basta sfogliare un qualsiasi giornale di gossip estivo per capire che la barca non la stessa. Su Chi di questa
Si speculato sul debito pubblico senza la minima idea di cosa significa "pubblico". Il trucco scoperto, lemergenza sociale sociale conclamata
tentativo goffo, quasi patetico, di mascherarsi da terza classe per poter accedere alle scialuppe. Non credibile chiedere una legittimazione ulteriore a una rapina perpetrata sulla spesa sociale da parte chi ha speculato per trentanni sulla deriva del debito pubblico senza unidea neanche minima di cosa volesse dire "pubblico". Come dire, un trucco scoperto. La finanziarie di emergenza, le tasse di solidariet si costruiscono predicando per un welfare da difendere, per i beni comuni, per la giustizia sociale, non razzolando sulla intangibilit di privilegi acquisiti. Altrimenti la prossima volta che uno compila la dichiarazione dei redditi forse sarebbe bene che trovasse vicino allotto per mille anche una casella per la causale per poter inserire una noticina tipo: Grazie mille dellimpegno profuso nel cercare trucchi da commercialisti balneari, ma questa crisi non la pagherei, gradirei invece destinare queste mie tasse a qualcosa che si possa chiamare Stato; nel frattempo che capiate cos, decido di destinarli alle scorte di carta igienica utili per lanno scolastico imminente dei miei figli, cos evito di fargliela portare da casa.
A Novellara c il pi grande tempio religioso sikh dItalia. Lo hanno voluto, pagato, creato gli indiani che vivono nel reggiano, impiegati, per lo pi, nellallevamento. Per linaugurazione del tempio stato invitato un reggiano famoso, lex presidente del consiglio Romano Prodi.