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Infermieristica Clinica
Infermieristica Clinica
il farmaco è una sostanza in grado di influenzare i processi fisiologici o patologici di un organismo vivente.
L’infermiere nella somministrazione dei farmaci è “l’agente” responsabile ovvero non è solo l’esecutore alla
prescrizione del medico, ma un esecutore cosciente e responsabile della sua competenza.
Responsabilità dell’infermiere
Riguardo le ultime due, il nostro agire non è esclusivamente legato a un comando, ma è pienamente
cosciente e consapevole, le nostre azioni sono guidate da conoscenze pregresse, dalla nostra formazione e
dalla nostra esperienza. Dunque, si potrà affermare che l’infermiere agisce secondo autonomia e secondo
competenza.
Autonomia: capacità di agire, ovvero la facoltà di prendere decisioni (è giusto? Cosa sto facendo?) essere
quindi ragionevolmente autonomi, e decidere se fare o non fare. Se si hanno dei dubbi, bisogna sempre
confrontarsi con il medico, e decidere insieme il piano terapeutico, perché l’infermiere ha le sue
responsabilità .
Competenza: si realizza unendo la conoscenza e l’abilità acquisite con la formazione e l’esperienza, infatti il
nostro profilo professionale ne declama la specificità, l’infermiere deve sapere quali sono le sue
competenze, deve saper riconoscere i limiti delle sue conoscenze e della sua abilità.
PROFILO PROFESSIONALE
(D.M. 14 sett./’94, n.739) Identifica qual è la figura dell’infermiere in generale, è importante che ci siano dei
punti che specificano bene qual è il ruolo, la responsabilità, l’autonomia e la competenza dell’infermiere.
(…)
• Giusto paziente (sempre prima di qualsiasi manovra, terapia, accertamento ecc. identificare il
paziente, chiedendo NOME, COGNOME E DATA DI NASCITA)
• Giusto farmaco ( verificare il bugiardino, per accertarsi che quel farmaco sia il giusto farmaco per
quel giusto paziente)
• Giusta dose (dose eccessiva, o inferiore possono causare un danno)
• Giusta via (in base alla via utilizzata il farmaco viene assorbito più velocemente o meno, dunque ha
un importanza per l’effetto terapeutico)
• Giusto orario
• Giusta registrazione (prescrizione scritta chiaramente, controllare sempre ciò che ha scritto il
medico, registrare bene le precedenti G e firmare la cartella infermieristica)
• Giusto approccio con il paziente ( regola delle 10 G, nel giusto approccio del paziente ci sono 3
categorie di valutazione: 1) GIUSTA ISTRUZIONE: il paziente va istruito e educato su come
effettuare autonomamente la procedura di somministrazione del farmaco, con consapevolezza e
sicurezza. 2) Valutare lo stato del paziente: ad esempio farmaci che non posso essere somministrati
senza valutare i parametri vitali, o gli esami di laboratorio. 3) GIUSTE AZIONI DEL NURSING: che
include il controllo del paziente dopo la somministrazione, valutando effetti collaterali.
DIRITTO DI RIFIUTO:
il paziente ha il diritto di rifiutare una terapia, non si può avvallare questo diritto, poiché si tratta di
autodeterminazione, in questo caso, il ruolo dell’infermiere è importante poiché bisogna accertarsi
che il paziente sia pienamente informato sulle potenziali conseguenze di rifiuto di quella terapia,
avvertendo il medico, e annotando il tutto sulla cartella infermieristica.
AZIONE DEI FARMACI: oltre la normale interazione
• Idiosincrasia (risposta soggettiva, non prevedibile di intolleranza al farmaco, ovvero la risposta del
singolo soggetto è anomala)
• Allergia: 1) semplici= rush cutaneo prurito e sintomatologia tollerabili 2) complesse: coinvolge
l’apparato respiratorio: shock respiratorio.
• Tolleranza: è il caso in cui l’organismo non riceve l’effetto ricercato, o perché prendendo il farmaco
per tanti anni è difficile contrastare la problematica con un determinato farmaco.
• Dipendenza: si manifesta con l’assuefazione, ovvero il soggetto è immune all’effetto del farmaco,
portano il paziente anche a crisi d’astinenza.
Interazione tra Farmaci: È la modificazione dell’azione di un farmaco per effetto della azione simultanea di
un altro farmaco.
La somministrazione dei farmaci: VIA ORALE. (sistema gastroenterico) Somministrata attraverso il canale
orale, e attraversa il canale digestivo.
Vantaggi:
• Economica
• Confortevole
• Facile esecuzione
• Modulazione dell'assorbimento
Svantaggi:
METABOLISMO→ EPATICO
L’insieme di questi fenomeni va a determinare la biodisponibilità del farmaco a livello del nostro corpo,
importante saperlo poiché si può comprendere la tossicità o l’efficacia del farmaco, per valutare
l’eliminazione dello stesso dall’organismo o per valutare gli effetti collaterali.
Valutazione per la Somministrazione:
Procedura:
Valutazione Finale:
Registrazione:
La somministrazione con effetto topico consiste nell’applicazione del farmaco sulla parte interessata o
comunque in prossimità dell’obiettivo della terapia. La molecola non entra nel sistema circolatorio, ma
esplica la sua azione solo a livello locale.
Procedura: NO STERILE
• Applicare il farmaco secondo la tecnica adatta per la forma farmaceutica (cerotto, pomata, lozione, spray,
polvere)
• Riposizionare il paziente
Valutazione:
• Osservare la zona trattata e chiedere al paziente se ha avuto delle difficoltà o se ha bisogno di ulteriori
informazioni
Somministrazione per via topica: Instillare gocce nell’orecchio -→ Soluzioni che possono essere instillate
nell’orecchio per il trattamento di infezioni esterne o rimozione del tappo di cerume. È un trattamento via
mucosa.
• Schede di terapia
• Farmaci da somministrare
• Quadratini di garza/cotone
• Guanti monouso
• Reniforme
• Contenitore rifiuti.
• Presenza di dolore o ipoacusia (sospetto tappo di cerume e allora il farmaco non riuscirà a penetrare)
• Capacità di apprendimento
• Autosufficienza
• Posizionamento(pz. supino o seduto con la testa girata con l’orecchio da trattare rivolto verso l’alto).
Avvertenze:
La somministrazione di farmaci oculari comporta l’applicazione nel sacco congiuntivale di gocce, pomate o
dischi intraoculari. Il farmaco non va instillato direttamente nella cornea in quanto la ricca innervazione le
conferisce una particolare sensibilità. Prima di applicare le soluzioni è necessario liberare l’occhio da
secrezioni. (ispezionare occhio e detergerlo, l’applicazione non deve essere causale ma seguire la superficie
interessata, è una procedura fastidiosa ed è necessario educare il paziente; farmaco per via mucosa)
• Schede di terapia
• Farmaci da somministrare
• Quadratini di garza/cotone/bende oculari
• Sol. Fisiologica o acqua tiepida
• Guanti monouso
• Bacinella o reniforme
• Cerotti
• Contenitore rifiuti
Tecnica:
Nella via rettale il farmaco viene introdotto all’interno dell’ampolla rettale sotto forma di supposta o
clistere ideale per ottenere effetti locali o sistemici. L’entità dell’assorbimento del farmaco è massimo se la
somministrazione è preceduta dall’evacuazione, vantaggi: evitare l’irritazione del tratto gastro intestinale
superiore; liberazione del farmaco a frequenza lenta ma costante; fornisce una maggiore contrazione di
farmaco nel flusso sanguigno poiché il sangue venose del retto inferiore non è filtrato dal fegato; è una via
alternativa a quella orale, se è presente vomito, se la persona non è cosciente o se il farmaco non è
tollerato a livello gastrico; nei bambini è una alternativa alla terapia intramuscolare.
• Scheda di terapia
• Farmaco da somministrare
• Lubrificante in gel
• Quadratini di garza/cotone
• Guanti monouso
• Reniforme
• Contenitore rifiuti
• Se necessario materiale per igiene intima ( importante perché il paziente può evacuare)
Tecnica:
• Lubrificare il dito indice della propria mano dominante e la punta della supposta
• Divaricare le natiche con la mano non dominante
• Introdurre delicatamente la supposta attraverso l’orifizio anale.
• Estrarre il dito e pulire la zona perianale da eventuali residui
• Invitare il paziente a rimanere sdraiato per 5-10m’ ( per evitare l’espulsione)
AVVERTENZE:
Farmaci Vaginali
Questi farmaci esplicano il loro effetto direttamente con la mucosa vaginale, sono di solito utilizzati per
disturbi dell’apparato genitale femminile. PROCEDURA NO STERILE e varia in base alla composizione del
farmaco, le creme vengono applicate con un applicatore. Vengono somministrati in una varietà di forme:
- Schiuma
- Crema
- Irrigazioni
- Ovuli e tavolette
le preparazioni nasali sono preparazioni liquide, semisolide o solide da somministrare nelle cavità nasali per
ottenere un effetto sistemico o locale. I più utilizzato sono ad effetto decongestionante (effetti collaterali:
tachicardia e cefalea); è importante evitare la dispersione del farmaco, stimolando il paziente ad inalare.
Tecnica:
- Lavarsi le mani
- Pz in posizione di Fowler con la testa leggermente iperestesa
- Il flaconcino di farmaco è tenuto in una mano, con il beccuccio posto all’interno della
narice.
- Il tappo erogatore va premuto mentre il paziente inala
- Decongestionante
- Allergie o Processi infiammatori
- Fluidificare secrezioni bronchiali
- Trattamento delle infezioni polmonari
- Diversi metodi di somministrazione: liquido o gassoso.
- Diffuso il pouf, per il trattamento delle sindromi allergiche, ed è inoltre utilizzato per la
somministrazione dei gas anestetici o per l’ossigeno terapia.
Aerosol: Consiste nell’introduzione nell’apparato respiratorio di una sostanza terapeutica sotto forma di
Sol, intermedio fra lo stato liquido e gassoso, le particelle che lo compongono non sono dispese come
quelle di un gas, ma neanche concentrate come quelle si una soluzione liquida, raggiunge le vie aeree
medie e alte, grazie al diametro delle goccioline che può raggiungere 10 micron. Tecnica molto diffusa in
ambito ospedaliero e pediatrico.
Apparecchiatura:
Tecnica:
AVVERTENZE:
La via sottocutanea è comunemente utilizzata per farmaci non assorbibili a livello gastrointestinale (quali
l’eparina, l’insulina etc.), che richiedono somministrazioni in piccole quantità, con una diffusione lenta, ma
costante nel tempo.
Vantaggi: assorbimento delle soluzioni acquose molto rapida dipendente dal sito di amministrazione scelto;
si può ridurre l’azione utilizzando un vasocostrittore; ed è una via d’impianto di compresse da
somministrare lentamente; va adattata per somministrazioni frequenti (insulina).
Svantaggi: potrebbero esserci farmaci irritanti, che potrebbero provocare dolore o necrosi; non permette
l’introduzione di grandi volumi ed è possibile una certa variabilità di assorbimento.
Siringhe ed Aghi
Il tipo di siringa da utilizzare per le iniezioni sottocutanee varia in base al farmaco, generalmente vengono
utilizzate siringhe da 1-2ml. Le misure della lunghezza degli aghi vengono scelte in funzione:
Generalmente viene utilizzato un ago da 26G e 16mm per un adulto normopeso mentre per l’insulina lo
standard è 30G.
Metodo per stabilire la lunghezza dell’ago: pizzicare la sede dell’iniezione e prendere l’ago che corrisponde
alla metà della plica cutanea.
Terapia insulinica: L’insulina è l’ormone prodotto dal pancreas indispensabile per la regolazione del
metabolismo dei carboidrati, dei grassi e delle proteine; è inattivata a livello gastrointestinale da alcuni
enzimi per questo non può essere assunta per via orale, ma dev’essere iniettata; inoltre per garantire un
assorbimento costante l’iniezione dev’essere fatta per via sottocutanea.
Nella pratica clinica la terapia insulinica è il principale trattamento per il diabete di tipo 1, mentre può
essere usata nel diabete di tipo 2 qualora il controllo della malattia non sia adeguato o possibile con la dieta
e i farmaci antidiabetici orali.
• Tipo di insulina
• Dieta
• Stile di vita
• Compenso glicometabolico.
L’obbiettivo della terapia insulinica è quello di mantenere una concentrazione insulinica costante che
permette di controllare la glicemia senza andare in contro a momenti di Iper glicemia o ipoglicemia che
sono dannosi e pericolosi per il paziente.
Siringhe da Insulina:
Le siringhe da insulina (100 unità/ml) sono facilmente utilizzabili in ogni situazione. Sono chiuse in
confezioni sterili che garantiscono un’ottima sicurezza igienica e sono abbastanza precise permettendo
anche di frazionare le unità.
Penna da Insulina:
Le penne sono i dispositivi più accettati dai bambini e dai soggetti in trattamento intensivo perché l’ago è
nascosto e piccolo per cui l’iniezione è meno dolorosa. Sono dotate di una cartuccia contenente insulina e
di una scala graduata per misurare la dose da somministrare. Se viene selezionato un numero eccessivo di
unità e possibile correggere la penna senza perdere il principio attivo.
In commercio ci sono 2 tipi di penne da insulina:
• le penne riutilizzabili: dispositivi che devono essere caricati con una cartuccia di insulina, dopo la
somministrazione della prima dose possono essere riutilizzate sostituendo l’ago.
• le penne pre-riempite non riutilizzabili: dispositivi di iniezione pronte per l’utilizzo; questi strumenti
evitano di dover inserire la cartuccia al momento dell’iniezione ma non possono essere ricaricati.
possono essere utili per la somministrazione di insulina lontano da casa, sono utili per bambini che
praticano un regime insulinico di somministrazione multipla o con insuline premiscelate. Le penne sono più
accurate rispetto alle siringhe.
La zona di somministrazione delle iniezioni cutanee deve ruotare in modo ordinato per ridurre i danni al
tessuto cutaneo, per favorire l’assorbimento ed evitare disagi al paziente. La lipodistrofia è una tra le
complicanze più frequenti nelle persone con diabete che seguono la terapia insulinica. Si manifesta come
un’alterazione del tessuto sottocutaneo nelle zone in cui viene effettuata la somministrazione dell’insulina,
sia con le penne che con il microinfusore. In genere si sviluppa proprio a causa di una non corretta tecnica
di somministrazione sottocutanea. in presenza di una lipodistrofia l’assorbimento dell’insulina può subire
variazioni significative, provocando sbalzi glicemici con il rischio di ipoglicemia o iperglicemia.
Tecnica:
Conservazione dell’Insulina
Per la corretta conservazione dell’insulina è importante attenersi sempre alle indicazioni del produttore, in
genere tuttavia l’insulina va conservata in frigorifero (2-8 °C), non deve essere congelata, non va esposta a
temperatura superiore ai 30 °C e deve essere conservata al riparo della luce. Se è previsto un consumo
rapido (per esempio in ospedale, dove il flacone viene utilizzato su più pazienti) il flacone può essere tenuto
a temperatura ambiente, facendo però attenzione a evitare l’esposizione a temperature estreme. Su ogni
flaconcino è sempre riportata la data di scadenza ma i flaconcini aperti vanno consumanti entro un mese
dall’apertura indipendentemente dalla data riportata sulla confezione.
Il ruolo più importante dell’infermiere nella gestione pz diabetico e terapia insulinica è l’educazione.
Il pz va educato:
- Autosomministrazione
- Corretto regime alimentare
- Attività Fisica
- Compilazione diario per monitorare livelli di glicemia e dosi
Terapia con Eparina
L’Eparina Sodica a basso peso molecolare ha azione anticoagulante ed è il trattamento di prima scelta per la
prevenzione di TVP (fluidificazione del sangue). È utilizzata come terapia sostitutiva agli anticoagulanti orali
nel pre-post-operatorio, in particolar modo se sono pazienti che sono a letto per tanto tempo. È
somministrata per via sottocutanea (a lento rilascio) per via endovenosa (effetto rapido)
Somministrazione:
Introduzione di un farmaco attraverso i tessuti muscolari. Questa tecnica permette un assorbimento più
veloce ed è un’ottima alternativa alla terapia orale, se impossibile o non raccomandata. La Terapia
Intramuscolare avviene tramite l’introduzione del farmaco attraverso i tessuti muscolari. È una terapia
funzionale per la ricca vascolarizzazione delle fibre muscolari e per la presenza di poche terminazioni
nervose.
Vantaggi:
Muscolo Deltoide: Le iniezioni vanno fatte nella parte più compatta del
muscolo deltoide. Il sito è facilmente accessibile in posizione seduta, in piedi
o distesa. La sede di iniezione si definisce tracciando una linea immaginaria
lunga 2,5-5 cm sotto il limite inferiore del processo dell’acromion della
Scapola. Non utilizzare questo sito sui pazienti molto magri o se il muscolo è
molto piccolo. Volume iniettabile: max 2 ml
Aghi:
La posizione prona con i piedi ruotati internamente, in modo da ruotare il femore, garantisce un buon
rilassamento muscolare. Se l’iniezione viene fatta in posizione laterale occorre far flettere al paziente le
gambe di 20º. Se l’iniezione viene fatta con il paziente in posizione supina occorre fargli flettere il ginocchio
del lato in cui sarà somministrato il farmaco oppure entrambe le ginocchia se non è possibile fletterne una
sola. Per le iniezioni a livello del deltoide è consigliata la posizione seduta o in piedi, con il braccio flesso e
appoggiato al torace. Le iniezioni in sede Ventrogluteale possono essere fatte con il paziente seduto, in
piedi, supino o in posizione laterale. Per una maggiore sicurezza (rischio di cadute, ipotensioni e
svenimenti) è preferibile evitare di fare l’iniezione intramuscolare quando il soggetto è in piedi.
• dolore,
• contratture muscolari,
• paralisi,
• lesione di nervi periferici,
• irritazione locale,
• infezione,
• neuropatia,
• sanguinamento,
• noduli persistenti,
• punture arteriose,
• danno permanente del nervo sciatico
La complicanza più frequente delle iniezioni nel muscolo dorsogluteale è la lesione del nervo sciatico.
L’iniezione fatta sul muscolo Ventrogluteale non è in genere associata a complicanze. Le iniezioni nel retto
femorale nell’adulto sono dolorose e poco gradite al paziente. Per prevenire le complicanze è importante la
scelta della sede Ventrogluteale, dell’ago e del volume del farmaco da iniettare. Non ci sono molte
indicazioni in letteratura su che cosa fare in caso di complicanze (sappiamo cosa fare: allertare il medico per
sospetta allergia)
Procedura:
Vi sono degli accorgimenti di fondamentale importanza nella somministrazione della terapia per via
intramuscolare:
- La velocità di iniezione del liquido deve essere lenta per favorire l'assorbimento e ridurre il
dolore
- Tecnica del tratto Z: è la best Practice per effettuare un’iniezione intramuscolare; con la
mano non dominante si deve tirare la cute e il tessuto sottocutaneo di circa 3-4 centimetri
da un lato rispetto al punto di inserzione. La mano dominante invece introduce l'ago
tenendolo a 90° rispetto la cute. Una volta terminata la somministrazione del farmaco,
estrarre l'ago velocemente rilasciare il tessuto ed esercitare una leggera pressione (senza
eseguire il massaggio post-iniezione). Questa tecnica impedisce al liquido di risalire perché
si crea un percorso non lineare rispetto al punto di inserzione dell’ago
- Complicanze in caso di esecuzione non corretta di una iniezione intramuscolare: emorragia
nei soggetti con disturbi della coagulazione, dolore, infiammazione del nervo sciatico,
infezioni.
SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE: importante seguire le procedure per evitare la sindrome nei pazienti. È
una condizione del paziente che risconteremo spesso. Una persona che è obbligata in una posizione a causa
di una patologia o una condizione può andare in contro a questa sindrome, che comporta delle
conseguenze a livello sistemico coinvolgendo diversi apparati e funzioni fisiologiche.
Si definisce Sindrome da immobilizzazione il complesso di segni e sintomi a carico dei vari apparati, che si
manifesta quando una persona è costretta all’immobilità (a letto o altro tipo di decubito obbligato) per un
lungo periodo. Questo comporta numerose complicanze tra cui segnaliamo le più importanti di gestione
infermieristica:
1) Lesioni da pressione
2) Contratture
3) Rischio Tromboembolico
4) Polmoniti da stasi
5) Edema da stasi
È la posizione assunta dal malato a letto. La posizione a letto può essere di tre tipi:
- Attiva
- Passiva
- Obbligata
Le posizioni a letto sono diverse ed ognuna di esse ha delle indicazioni per la quale viene assunta, SUPINA-
PRONA- LATERALE e anche altre.
PROFILASSI
Per quanto riguarda un paziente immobilizzato, la profilassi sarà relativa ai 5 aspetti che sono stati
menzionati all’inizio.
LESIONI DA PRESSIONE: Definizione: è una lesione di tipo ischemico degenerativo ad evoluzione necrotica.
La causa principale è la pressione dei tessuti prolungata tra una superficie e una prominenza ossea, ciò
causa una vasocostrizione prolungata e provoca una necrosi localizzata.
Suddivisione in 4 Stadi:
1) Stadio: ARROSSAMENTO che non scompare alla digitopressione
2) Stadio : PERDITA DI SPESSORE, ovvero un affossamento con esposizione del tessuto sottocutaneo.
3) Stadio: DEGENERAZIONE fino all’esposizione dei muscoli, ma non oltrepassandoli.
4) Stadio: esposizione del tessuto osseo, coinvolte articolazioni e tendini.
CAUSE - FATTORI
Le cause principali sono da ricercare nei fattori di rischio che possono essere:
• INTRISECI causati dal paziente( stato nutrizionale, stato patologico, infezioni frequenti, lipomobilità
in pazienti psichiatrici ed età)
• ESTRINSECI: forze di taglio, la macerazione, la pressione, la frizione e l’immobilizzazione, dovuti a
fratture, interventi o pazienti allettati.
PREVENZIONE: La profilassi delle LDP è da ricercare nel trattamento dei fattori di rischio. Basiamo la nostra
assistenza sull’evidenza. Usiamo le scale di valutazione (Norton e Braden).
Scivolamento→ Supporti (attrito che si esercita sul corpo del paziente nello scivolamento all’interno del
letto)
Macerazione→ Idratazione, cura della cute, dieta, ecc (ambiente umido, continua esposizione del corpo
all’acqua; dieta iperproteica tranne se presenta controindicata)
LDP: DOVE?
Decubito supino:
• zona occipitale
• scapole
• gomiti
• zona sacro-coccigea
• zona poplitea
• calcagno
Decubito laterale:
• padiglione auricolare
• Spalla
• gomiti
• grande trocantere
• ginocchia
• malleolo
Decubito prono:
• Padiglione auricolare
• clavicola
• zona sottomammaria (donne)
• cresta iliaca
• ginocchia
• dorsale del piede
• dita del piede
CONTRATTURE: La contrattura è un prestiramento del muscolo con successivo indurimento che avviene in
genere perché l'azione meccanica del muscolo è sfuggita al controllo del Sistema Nervoso Centrale
(SNC).mal posizionamento di un articolazione prolungata. (piede equino: dita del piede piegate in avanti
richiamando la forma di uno zoccolo, avviene per un rifacimento del letto errato, lenzuola superiori
eccessivamente strette; profilassi: controllo del paziente, e se la contrattura è già insorta intervenire con
fisioterapia)
RISCHIO TROMBOEMBOLICO: La trombosi venosa profonda (TVP) è per definizione l'ostruzione parziale o
completa di una vena della circolazione venosa profonda di un arto, da parte di un coagulo di sangue o
trombo. Maggiormente interessati sono gli arti inferiori (90% dei casi).Pazienti a rischio: anziani, post-
operati, neurologici, coma, fratture. Profilassi: posizionamento del paziente, e mobilizzazione frequente con
intervalli di pausa di 2 ore; posizione declive e un altro accorgimento è posizionare dei cuscini sotto il
materasso per evitare che comprimano la vascolarizzazione dell’arto; presidi: calze e bende elastiche,
posizionate dal distale al prossimale, quindi si inizia la fasciatura dal piede salendo verso la coscia e
l’inguine; Ginnastica passiva o una leggera fisioterapia in base alla patologia. I farmaci che vengono
prescritti in casi di rischio tromboembolico sono:
• Eparina BPM ed eparina APM (A PESO MOLECOLARE BASSO/LENTO RILASCIO) (ALTO PESO
MOLECOLARE) terapia d’urto dove occorre un trombolitico immediato quindi lì dove vi è un trombo
preformato e non solo un rischio. Sono farmaci che vanno a intervenire a monte della patologia e
vengono gestiti con attenzione perché potrebbero scoagulare il paziente in maniera eccessiva
(effetto rimbalzo).
• Cumarinici
POLMONITE DA STASI: La polmonite è la malattia dei polmoni e del sistema respiratorio in cui gli alveoli
polmonari si infiammano e si riempiono di liquido, ostacolando la funzione respiratoria. Il liquido può
ristagnare all’interno dei polmoni infiammandoli, anche in questo caso è importante la profilassi
EDEMA DA STASI: L'edema o stasi linfatica è una condizione patologica in cui si assiste ad un aumento del
volume del liquido interstiziale. Gli arti inferiori sono quelli maggiormente colpiti. Normalmente il
contenuto dell’acqua corporea extracellulare è mantenuto costante entro precisi limiti, i liquidi tissutali e i
soluti in essi accumulati vengono raccolti e rimessi in circolo, grazie al sistema dei vasi linfatici, quando vi è
un alterazione di questo sistema si formano gli edemi; la localizzazione degli edemi può essere :
GENERALIZZATA oppure DISTRETTUALE che può essere dovuto a ostruzione venosa e viene chiamato
FLEBEDEMA, o linfatica LINFEDEMA. Le cause dell’edema possono essere:
• Insufficienza cardiaca.
• Insufficienza renale
• Insufficienza epatica
• Malnutrizione
• Disordini endocrini
• Assunzione farmaci antipertensivi, antiinfiammatori.
• posizionare gli arti in posizione declive per favorire il ritorno venoso e facilitare la corretta fisiologia
del sistema linfatico
• cuscini e coperte sotto il materasso per evitare la compressone degli stessi arti.
Sintomi:
• arti gonfi e arrossati e alla digitopressione si presenta un solco che impiega più di qualche secondo
a scomparire.
• Paziente edematoso soggetto a lesioni da decubito
LA SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE
SALUTE La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale dell’uomo e non
semplicemente l’assenza di malattia o di infermità. O.M.S (1948) questa definizione ha trovato difficoltà a
diffondersi, a tradursi in politiche di salute che coprano il suo intero significato, la maggior parte degli
interventi per migliorare lo stato di salute si è concentrata principalmente sul benessere fisico, senza tener
conto che per raggiugere un buon livello di salute, bisogna avere altri requisiti : pace, benessere, istruzione,
cibo, giustizia ed equità sociale.
Legislazione
Art. 4: L’infermiere presta assistenza secondo principi di equità e giustizia, tenendo conto dei valori etici,
religiosi e culturali, nonché del genere e delle condizioni sociali della persona.
Costituzione
Il I° comma dell’art. 32 recita: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e
interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti».
Nursing transculturale (Leininger): L’obiettivo è di conoscere le differenze culturali insite in ogni
popolazione in quanto la cultura è uno strumento ampio e olistico che permette di comprendere la totalità
della vita affinché si possa personalizzare l’assistenza
-Testimoni di Geova