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LATINO-La Religione Romana e Il Tempio
LATINO-La Religione Romana e Il Tempio
verso gli dèi- do ut des. Infatt i, i Roman i offrivano un sacrificio in cambio di qualcos a,
escludendo la gratui tà a un dio. Propr io per questo , i Romani dividevano il loro calendar io
in:
- NEFASTI : giorni nei quali era pro ibito lavor are, sicc ome bisognava solo r ipo sarsi e pr egar e.
Ciò derivava dal fat to che er ano terro rizzati di dare un dispiacere agli dèi .
- FASTI: giorni in cui si lavorava
► MARTE in origini era legato alla vit a contadina, ma con il contatt o greco assunse anche
il ruolo del dio Ares, ossia della guerra .
► SATURNO il suo corrisposto è Crono, uno dei titani e padre di Zeus . da questa divinit à
derivano i “Saturnalia” , ossia una festività in onore di Saturno, che incominciava il 17
dicembre e ter minava il 23. Ricordano il nostro Natale come perio do, ma soprat tutto il
carnevale. Inoltre, questi giorni er ano definiti “di trasgr essione ” poiché le attività
lavorative venivano fatte cessar e e nelle strade le persone organizzava spettacoli,
dove regnava il caos.
► DIANA er a ispir ata ad Artemide , protet trice dei boschi.
Per creare un luogo di culto è su fficiente che un edificio sia consacrato a una divinità
dal PONTIFEX con la CONSACRATIO e intitolato con la DE DICATIO a chi detiene una carica
pubblica.
AEDES: edificio in t utto e per tutto di culto, mancante di una consacr azi8one
augurale alla nascit a. L ’aedes può essere anche di piccole dimensioni - AEDICULA e
posta ai crocicchi delle vie.
TEMPLUM: edificio di culto inaugurato, cons acrato e dedic ato, acquista quest o
termine e anche quello di aedes. È adibito al culto ma può diventare anche luogo
per le più alte funzioni ci vili.
ARCHITETTURA
Il templum romano visto architettonicamente recuper a dai templ i greci la piant a
rettangolare con colonne, spesso pròstila (colonne solo facciata) e non per iptera (b
colonne tutt ’ attorno). Sono anche presenti dei templi a pianta rotondaTHOLOS.
Dalla Grecia il tempio romano importa gl i ordini architettonici dorico, ionico e corinzio .
L’ordine tuscanico , invece, deriva dagli etruschi , come la posizione sopraelevata , la
gradinata d’accesso e il portico profondo davanti alla CELLA stanza rettangolare c on
una sola apertur a decorat a con affreschi e pilastri addos sati alle pareti. Nella cella, in
una rientr anza a nicchia, è col locata su un basamento la statua della divinit à. Alle spalle
della statua , in un piccolo vaso na scosto- PENETRALE sono costuditi gli oggetti sacri e
rappresentativi della divin ità. Il tempio romano non è il luogo in cui i fedeli si r accolgono
a pregare, ma solamente la “casa della divinità ”; pertanto, sol o i sacerdoti potevano
entrare nel tempio e nella cella. I fedeli, in vece, partecipavano ai riti raccoglien dosi
attorno all ’ altare, posto generalmente davanti ai tempio o sulla gradinata esteriore.
La vita degli antichi Roman i, privat a e pubblica, è per meata d i ritualità. Ogni pat er
familias fa quotidianament e dei sacrifici d ove la sua aedicula, in cui ci sono il Genio
tutelare- GENIUS , i lari- LARES e i Penati - PENATES. Ci sono solenni riti pubblici , celebr ati
in occasione delle varie f esti vità. In epoca repubblicana è scelto dal popolo anche il
pontefice massimo - PONTIFEX MAXIMUS, la massima car ica delle prat iche religiose dello
stato, che aveva an che il compito d i stabilire i giorni nefasti. Più tardi l e sue mansioni
furono traferite all ’imperatore. Le cerimonie pubbliche iniziavano sempre con la
preghiera, che qualsiasi sacerdote pronunciava in piedi , con il capo coperto da un lembo
di tog a- Segue il solito rito di sacr ificio con vittime an imali, le cui carni sono consumate
durante il banchetto. Pubblica è anche la cerimonia di purificazione - LUSTRATIO ch e ha lo
scopo di rendere puri , quin di graditi agli d èi qualsiasi cosa. Il rituale comincia con una
processione attorno all ’oggetto o al l’area da purificare; segue la cerimonia vera e
propria, realizzat a per mezzo dell ’acqua o del fuoco
Con marzo , il mese dedicato a Marte (guerra marziali), inizia il nuovo anno secondo
l’antico calendario romano. Il 1° marzo , il giorno di Marte per eccellenza, si celebr ano
numerose cerimonie, ma la più importante è quella dei sacer doti Salii . L’ordine dei Salii è
di or ig ine antica e presiede ai rit i legati alla guerra , al principio e a alla fine dell ’ anno in
cui si svolgono le campagne militare. I Salii si riuniscono nel Campo Marzio e,
attraversando in pr ocessione i luoghi significativi della cit tà, provocano molto baccano
battendo con fo rza le lance sugli scudi. Il loro per co rso viene interrotto dall ’esecuzione
di una danza rituale : i sacerdot i danzano battendo i piedi a un ritmo sist ematico, privi di
accompagnamento musicale, intonando a voce inni mist eriosi, forse arcaici.
La meta finale della processione è il Tempio di Marte nel Foro di Augusto . La dedica di
Marte Ultore= vendicatore ce lebra la vendetta sugli assassini di Cesare , sconfitti nella
battaglia di Filippi. L’ imponente edificio è su un podio rivestit o di marmo raggiun gibile per
mezzo di un’ampia scal inat a, interrotta al centro da un altare ; ai piedi della scalinat a ci
sono 2 fontanelle. Salendo i gradini ci sono 8 snelle colonne della facciata, alte almeno 15
metri che terminano con capitelli corinzi. Sul frontone le s tatue rappresentano varie
divinit à: MARTE+ lancia- VENERE, CUPI DO, ROMOLO+ volo degli uccelli - DEA FORTUNA+
cornucopia- DEA ROMA+ armata - alle 2 estremità personificazione MONTE PALATINO e
FIUME TEVERE = re ligione natur alist ica .
Dopo che le danze e i canti si fermano , con or dine e compostezza i sacerdoti salgono i
gradini del tempio e si dispon gono attorno all ’altare. Uno di lor o si copre il capo come
segno di rispetto e accoglie le vittime per il sacrificio . Compiuto il rito , i sacerdoti si
ritirano nella cella, dove avviene il banchetto con le carni delle vittime .
La processione e il rituale saranno rinno vati anche il 23 di marco, giorno in cui i Salii
celebrano il TUBILUSTRIUM, fest a per la purif icazione delle trombe usate per le
celebrazioni sacre.
Anche il poeta Orazio per indicare i festini suntuosi palava di SALIARES DAPE - banchetti
degni dei Salii.