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I Romani furono politeisti ed ebbero un approccio contrattualistica, come gli Etruschi,

verso gli dèi- do ut des. Infatt i, i Roman i offrivano un sacrificio in cambio di qualcos a,
escludendo la gratui tà a un dio. Propr io per questo , i Romani dividevano il loro calendar io
in:

- NEFASTI : giorni nei quali era pro ibito lavor are, sicc ome bisognava solo r ipo sarsi e pr egar e.
Ciò derivava dal fat to che er ano terro rizzati di dare un dispiacere agli dèi .
- FASTI: giorni in cui si lavorava

Un’altra caratteristica della religione romana era la superstiziosità e molt o


frequentemente svolgevano sacr ifici , organ izzavano dei giorni di festivit à in cui
onoravano gli dèi come i ludi Apollinares o i Saturnalia oppur e adottavano formul e anti-
malocchio . Per capir e, bast i pensare alle Vestali, sa cerdotesse che dovevano costudire
il fuoco della dea Vesta, se no sarebbe stata la fine dell ’Impero.

I Roman i essendo una societ à contadina , composta prevalentemente da pastori e


agricoltori, per ciò persone molto concrete, reali,
chiedevano un aiuto trascendentale utile per la vita
terrena. Di fatto, si trattava di un a religione naturalistica ,
che adottava gli elementi della natur a e gli antropizzava ,
dandogli car atteristiche umane. Tr a queste la più
importante e una delle più antiche è GIANO, divinit à
autoctona che s econdo I Romani possedeva due fronti, una
rivolta verso nel passato men tre l’ altra nel presente. Per
questo motivo è anche il proprietario delle soglie e dal suo
nome deriva il mese Gennaio- Ianuarius, ossia il mese che
apre l’anno e anche il termine porta Ianua. In fatti anche il
31 dicembre viene rappresentato come una festa che
guardiamo sia al passato sia al presente. Oppure la divinità,
scarsamente conosciuta, PALE, che proteggeva i campi e il
bestiame.

Con le conquiste romane , la religione venne influenzata enormemente. Es:

► MARTE in origini era legato alla vit a contadina, ma con il contatt o greco assunse anche
il ruolo del dio Ares, ossia della guerra .

► SATURNO il suo corrisposto è Crono, uno dei titani e padre di Zeus .  da questa divinit à
derivano i “Saturnalia” , ossia una festività in onore di Saturno, che incominciava il 17
dicembre e ter minava il 23. Ricordano il nostro Natale come perio do, ma soprat tutto il
carnevale. Inoltre, questi giorni er ano definiti “di trasgr essione ” poiché le attività
lavorative venivano fatte cessar e e nelle strade le persone organizzava spettacoli,
dove regnava il caos.
► DIANA er a ispir ata ad Artemide , protet trice dei boschi.

I Greci trasmisero ai Romani l e questioni esistenziali, riguardanti l ’aldilà, dato che


avevano una ment e più astratta, filosofica, aperta.

In età imperiale l’ influenza aumentò en ormemente con l ’espansione nelle pr ovince


orientali, in cui regnavano divinità come O siride e Iside, ma soprattutto un culto di or igine
persiana molto prat ica to dai sol dati, quello di Mitr a. DI conseguenza, c i fu un ’osmosi
culturale che consent ì un numeroso scambio cultur ale che permise a Roma di diventare
multiculturale e di accett are il diverso. Nonostante ciò, con l’avvento del Cristianesimo
si creò un paradosso tra imper atori: alcuni li perseguitarono mentre altri distrussero i
templi pagani (PAGUS-coloro che praticavano una religione naturalistica) per la
costruzione di chiese .

La struttura e la posizione del templum romano


hanno subito le influenze de gli Etruschi e dei Greci .

Il nome templum viene da una radice in doeuropea


comune al termine greco témeros “recinto sacro ” .
Nel mondo roman o identificava, originariamente,
una struttura quadr ata, delineata da cippi ( tronchi
di colonne) , oggetto atto di una consacrazione -
INAUGURATIO c ompiuto da spe ciali sacerdoti gli
àuguri- AUGURES. Ciò deriva dalla fissazione dei
Romani nel delineare confini . Gli àuguri erano anche
indovini che avevano il compito di scrutare le
viscer e degli animali, gli astri , il volo o il canto degli
uccelli e gli agenti atmosferici per inter pretare i mess aggi inviati dagli dèi agli uomini.
Anche la porzione di cielo oggetto alle loro os servazioni divinatorie era chiam ata
templum- sia terra ch e cielo .

Per creare un luogo di culto è su fficiente che un edificio sia consacrato a una divinità
dal PONTIFEX con la CONSACRATIO e intitolato con la DE DICATIO a chi detiene una carica
pubblica.

 AEDES: edificio in t utto e per tutto di culto, mancante di una consacr azi8one
augurale alla nascit a. L ’aedes può essere anche di piccole dimensioni - AEDICULA e
posta ai crocicchi delle vie.
 TEMPLUM: edificio di culto inaugurato, cons acrato e dedic ato, acquista quest o
termine e anche quello di aedes. È adibito al culto ma può diventare anche luogo
per le più alte funzioni ci vili.

ARCHITETTURA
Il templum romano visto architettonicamente recuper a dai templ i greci la piant a
rettangolare con colonne, spesso pròstila (colonne solo facciata) e non per iptera (b
colonne tutt ’ attorno). Sono anche presenti dei templi a pianta rotondaTHOLOS.

Dalla Grecia il tempio romano importa gl i ordini architettonici dorico, ionico e corinzio .
L’ordine tuscanico , invece, deriva dagli etruschi , come la posizione sopraelevata , la
gradinata d’accesso e il portico profondo davanti alla CELLA stanza rettangolare c on
una sola apertur a decorat a con affreschi e pilastri addos sati alle pareti. Nella cella, in
una rientr anza a nicchia, è col locata su un basamento la statua della divinit à. Alle spalle
della statua , in un piccolo vaso na scosto- PENETRALE sono costuditi gli oggetti sacri e
rappresentativi della divin ità. Il tempio romano non è il luogo in cui i fedeli si r accolgono
a pregare, ma solamente la “casa della divinità ”; pertanto, sol o i sacerdoti potevano
entrare nel tempio e nella cella. I fedeli, in vece, partecipavano ai riti raccoglien dosi
attorno all ’ altare, posto generalmente davanti ai tempio o sulla gradinata esteriore.

La vita degli antichi Roman i, privat a e pubblica, è per meata d i ritualità. Ogni pat er
familias fa quotidianament e dei sacrifici d ove la sua aedicula, in cui ci sono il Genio
tutelare- GENIUS , i lari- LARES e i Penati - PENATES. Ci sono solenni riti pubblici , celebr ati
in occasione delle varie f esti vità. In epoca repubblicana è scelto dal popolo anche il
pontefice massimo - PONTIFEX MAXIMUS, la massima car ica delle prat iche religiose dello
stato, che aveva an che il compito d i stabilire i giorni nefasti. Più tardi l e sue mansioni
furono traferite all ’imperatore. Le cerimonie pubbliche iniziavano sempre con la
preghiera, che qualsiasi sacerdote pronunciava in piedi , con il capo coperto da un lembo
di tog a- Segue il solito rito di sacr ificio con vittime an imali, le cui carni sono consumate
durante il banchetto. Pubblica è anche la cerimonia di purificazione - LUSTRATIO ch e ha lo
scopo di rendere puri , quin di graditi agli d èi qualsiasi cosa. Il rituale comincia con una
processione attorno all ’oggetto o al l’area da purificare; segue la cerimonia vera e
propria, realizzat a per mezzo dell ’acqua o del fuoco

Con marzo , il mese dedicato a Marte (guerra marziali), inizia il nuovo anno secondo
l’antico calendario romano. Il 1° marzo , il giorno di Marte per eccellenza, si celebr ano
numerose cerimonie, ma la più importante è quella dei sacer doti Salii . L’ordine dei Salii è
di or ig ine antica e presiede ai rit i legati alla guerra , al principio e a alla fine dell ’ anno in
cui si svolgono le campagne militare. I Salii si riuniscono nel Campo Marzio e,
attraversando in pr ocessione i luoghi significativi della cit tà, provocano molto baccano
battendo con fo rza le lance sugli scudi. Il loro per co rso viene interrotto dall ’esecuzione
di una danza rituale : i sacerdot i danzano battendo i piedi a un ritmo sist ematico, privi di
accompagnamento musicale, intonando a voce inni mist eriosi, forse arcaici.

La meta finale della processione è il Tempio di Marte nel Foro di Augusto . La dedica di
Marte Ultore= vendicatore ce lebra la vendetta sugli assassini di Cesare , sconfitti nella
battaglia di Filippi. L’ imponente edificio è su un podio rivestit o di marmo raggiun gibile per
mezzo di un’ampia scal inat a, interrotta al centro da un altare ; ai piedi della scalinat a ci
sono 2 fontanelle. Salendo i gradini ci sono 8 snelle colonne della facciata, alte almeno 15
metri che terminano con capitelli corinzi. Sul frontone le s tatue rappresentano varie
divinit à: MARTE+ lancia- VENERE, CUPI DO, ROMOLO+ volo degli uccelli - DEA FORTUNA+
cornucopia- DEA ROMA+ armata - alle 2 estremità personificazione MONTE PALATINO e
FIUME TEVERE = re ligione natur alist ica .

Arrivati i Salii, annunciati dal loro rumore, si raggiunge


il centro della piazza, accanto alla statua di August o sul
carro trionfale. I Salii indossano una lunga tunica
colorata- TUNICA PI CTA, un pettorale e una cintura di
bronzo, un corto mantello bordato di rosso e l’APEX
copricapo conico con una punta di legno prerogat iva
anche dei FLAMINI  sacerdoti gener ali . Portano in
processione i dodici ANCILLA - antichi scudi a forma di
“otto” fatti costruire dal re Numa, per confondere e proteggere l ’ unico scudo che si
crede caduto dal cielo, come dono da Giove- numero mistico, amato dai romani.

Dopo che le danze e i canti si fermano , con or dine e compostezza i sacerdoti salgono i
gradini del tempio e si dispon gono attorno all ’altare. Uno di lor o si copre il capo come
segno di rispetto e accoglie le vittime per il sacrificio . Compiuto il rito , i sacerdoti si
ritirano nella cella, dove avviene il banchetto con le carni delle vittime .

La processione e il rituale saranno rinno vati anche il 23 di marco, giorno in cui i Salii
celebrano il TUBILUSTRIUM, fest a per la purif icazione delle trombe usate per le
celebrazioni sacre.

Anche il poeta Orazio per indicare i festini suntuosi palava di SALIARES DAPE - banchetti
degni dei Salii.

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