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Un metodo sul dax è usare un grafico a 10 minuti con uno zigzag settato a 0,30%,che

è risultato utile dal 2016 e poco dipendente dalle variazioni di volatilità, rimanendo
affidabile.

Lo ZigZag altro non è che una semplificazione di una tendenza, tracciando segmenti
che cambiano direzione solo al superamento di un parametro prefissato.

In sostanza rappresenta un andamento semplificato, senza il cosiddetto “rumore di


fondo”, evidenziando solo alcuni punti nodali.

Lo ZigZag viene pensato in questa trattazione come fine di un trend e inizio


del suo contrario, non viene preso in considerazione il trading sulle onde
intermedie, che possono stabilizzare e/o continuare un trend.
L’inizio di un trend decrescente è caratterizzato da una formazione 1-2-3 ,
nel quale il punto 1 è il piu’ alto, il punto 2 è un minimo intermedio, il punto 3
è un massimo piu’ basso del punto 1 o al piu’ alla stessa quota, come in
questo caso.

Entry alla rottura del punto 2 dell’1-2-3, Long se la formazione è in fondo a un


down-trend precedente, Short ( come nel caso 1-2-3 verde sopra citato) se in
fondo a un up-trend. Si puo’ entrare al solo ritorno del prezzo a quota del
punto 2 ( piu’ rischioso), oppure a segnale consolidato , cioè con chiusura
candela a quota minore o uguale del punto2 ( rischio di slippage). Si puo’ ,
dopo segnale consolidato impostare un prezzo a favore ( RR) che, nel caso
sempre del 1-2-3 verde di Fig2, vuol dire tentare di shortare a partire da una
quota maggiore di qualche punto a quella del punto2 ( chiaramente questo
accade non sempre ,ma in circa la metà dei casi esaminati).
Stop fisso sopra la quota del punto 1.
Target statistico dopo studio specifico individuale su dati colti in tempo reale
sui grafici.
Severamente vietato muovere target e stop in corsa : bisogna avere la
disciplina ferrea nel rispetto di tali parametri.
Per il caso specifico attualmente è sconsigliato aprire posizioni se il rischio, la distanza 1-2,

è maggiore di 150 punti. Lo stop medio studiato su 250 casi è circa 80 punti di dax,

si è ottenuto sperimentalmente un profitto potenziale stabile nel tempo di circa 40 punti ( la metà

rispetto al target) circa nell’83% circa dei casi, 5 volte su 6.

E’ un’operatività quindi che approssimando, in 5 casi su 6 guadagna 40 punti, in 1 caso su 6 ne perde 80.

Il totale medio in punti, comprendendo gli stop, è di 20 punti di utile per operazione.

Stop fisso al punto 1 e profitto statistico, si era detto. I 40 punti di profitto

non massimizzano la linea degli utili, il top potenziale si trova nell’area dei 65 punti, ma con casi

positivi che forzatamente diminuiscono. Il relativo piccolo aumento dell’utile aumentando il profitto

medio cercato da 40 a 65 punti fa aumentare parecchio anche i casi di perdita consecutiva,

quindi non è consigliabile, ricordiamo che la statistica prevede che se non si riesce a prendere il profitto

potenziale cercato, si vada in stop al punto 1, con la distanza 2-1( punto d’entrata- stop) come rischio

pre calcolato. Va calcolato l’importo da mettere a rischio considerando possibili almeno 3 stop consecutivi.

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