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Mappa punto per punto sulla crisi del 1929:

1. Contesto storico: la crisi del 1929 si verifica in un'epoca caratterizzata da grandi trasformazioni
sociali, politiche ed economiche.

2. Cause della crisi: tra le cause principali della crisi del 1929 ci sono l'eccesso di produzione, la
saturazione del mercato, il crollo del settore agricolo americano e la speculazione finanziaria.

3. Svolgimento della crisi: la crisi inizia il 24 ottobre 1929 con il crollo dell'indice di Wall Street,
causando una spirale discendente che dura quattro anni e porta al fallimento delle banche, alla crisi
di liquidità, alla disoccupazione di massa e alla recessione economica.

4. Effetti della crisi: la crisi del 1929 ha effetti profondi non solo sull'economia americana ma anche
sulle economie europee, causando una significativa riduzione del commercio internazionale e
l'attuazione di politiche protezionistiche.

5. Il New Deal: il presidente Roosevelt introduce il New Deal, un nuovo corso politico ed economico
volto a contrastare la crisi. Tra i provvedimenti del New Deal ci sono il controllo del sistema
bancario, il sostegno ai prezzi agricoli, la creazione di posti di lavoro attraverso lavori pubblici e la
formalizzazione del rapporto di scambio e collaborazione con i sindacati.

6. La propaganda di Roosevelt: per creare un clima di fiducia nella nazione, Roosevelt avvia una vasta
opera di propaganda, utilizzando i discorsi settimanali trasmessi alla radio per conquistare il cuore
dei cittadini americani.

7. L'importanza storica del New Deal: nonostante i risultati inferiori alle aspettative, il New Deal
rappresenta una risposta democratica alla crisi economica che ha attraversato i paesi occidentali
dopo il 1929.
Ecco una mappa punto per punto del testo:
1. Politica del regime: consolidamento dei possedimenti in Africa (Libia, Eritrea e parte
della Somalia).
2. In Libia: repressione feroce verso i ribelli, confiscate terre e date ai contadini italiani.
3. In Eritrea e Somalia: create imprese di colonizzazione con lavoro coatto per costruire
infrastrutture.
4. Dal '32 al '34: tentativo di conquista dell'Etiopia con obiettivi di prestigio
internazionale, aumento della produzione industriale e mobilitazione del consenso.
5. Invasione dell'Etiopia: condotta con mezzi non convenzionali, uso di gas tossici,
guerriglia interna duratura e compatta.
6. La Società delle Nazioni reagisce all'invasione dell'Etiopia, sanzioni economiche
imposte accelerano la politica autarchica.
7. Caratteristiche della politica autarchica: battaglia del grano, controllo e limitazione
delle importazioni, indebolimento del potere produttivo e consolidamento del
rapporto con la Germania.
8. Campagna propagandistica per gloriare l'impresa italiana in Africa, caduta della
campagna "oro per la patria".
9. Dal '38: malcontento per salari bassi e restrizioni ai consumi, Mussolini fa leva sulla
propaganda e scatena una violenta campagna antiborghese.
10. Leggi razziali del '38: obiettivo di escludere gli ebrei dalla comunità nazionale, vietati
anche i matrimoni misti, sentimento antisemita non radicato nella società italiana.
11. Difficoltà a misurare il consenso al regime, movimento radicato nella classe media,
critiche velate soprattutto alla corruzione dei gerarchi.
12. Idolatria per la figura di Mussolini, diventa un mito per molti giovani.
13. Regime fascista: esempio di totalitarismo imperfetto, centri di potere alternativi al
regime (corona e chiesa), opposizione attiva rappresentata dal movimento giustizia e
libertà, dai comunisti e dagli intellettuali antifascisti. Alcuni esponenti del mondo
cattolico non aderiscono al regime ma non danno vita a una opposizione organizzata.
La dittatura totalitaria

1. Nel 1922, Mussolini ottiene il mandato governativo a seguito della marcia su Roma.

2. Nel discorso alla Camera del 3 gennaio 1925, si assume la responsabilità morale e politica del delitto
Matteotti, diventando il momento di passaggio alla dittatura fascista.

3. Negli anni seguenti, si avvia la fascistizzazione dello stato e della società civile.

4. A partire dalla seconda metà degli anni venti, il fascismo divenne una dittatura totalitaria.

Il concetto di totalitarismo

1. Il totalitarismo è un sistema politico che ambisce a realizzare il completo controllo da parte dello
stato sulla società e sugli individui.

2. I principali caratteri del totalitarismo includono:

• la presenza di un'ideologia ufficiale, che pretende di porsi come assoluta e indiscutibile;

• potere assoluto di un partito unico di massa e del suo capo;

• l'impiego sistematico della violenza nella repressione del dissenso;

• il monopolio, da parte del partito al potere, dei mezzi di comunicazione di massa, utilizzati in
un'opera assidua di propaganda;

• il controllo, da parte del partito-stato, di ogni settore della società e dimensione della vita
quotidiana;

• l'obiettivo di forgiare una società e un uomo "nuovi".

3. Nel totalitarismo, lo stato tende a penetrare nel sistema sociale, privandolo di ogni autonomia e
proponendosi di manipolare e trasformare la stessa coscienza degli individui.

4. Il totalitarismo tende a mobilitare e a "politicizzare" le masse, attribuendo a ogni fenomeno ed


evento un carattere politico.

La costruzione del totalitarismo fascista

1. Le leggi dette fascistissime del 1925-26, ispirate dal giurista Alfredo Rocco, furono il punto di
partenza della trasformazione del fascismo in dittatura totalitaria.

2. Le leggi prevedevano:

• il capo del governo reso responsabile solo di fronte al re, non più di fronte al parlamento;

• il parlamento privato della facoltà di discutere alcuna legge senza il preventivo consenso del
governo;

• tutta la legislazione riguardante lo stato sottratta al parlamento e attribuita al governo;

• elezioni amministrative abolite e autonomie locali soppresse;

• i sindaci elettivi sostituiti con podestà nominati dal sovrano, su proposta del capo del governo, e
direttamente subordinati ai prefetti;

• chiusura dei giornali antifascisti e sottoposizione di tutta la stampa a un severo controllo;


• reintroduzione della pena di morte per reati come l'attentato alla vita del re o del capo del governo,
la cospirazione contro l'indipendenza e l'unità nazionali, l'insurre

I. Il Gran Consiglio

• Organo supremo del Partito Fascista

• Creato nel 1923

• Organismo a metà fra Partito e Stato

• Nel 1928 acquisì compiti di rilevanza costituzionale

• Parere obbligatorio in importanti questioni come la designazione del capo del governo e la
successione al trono

II. L'irregimentazione della attività sindacale

• Abolizione di ogni libertà di contrattazione

• Fine del sindacalismo socialista e cattolico

• Accordi stipulati dai sindacati fascisti

• Magistratura del lavoro per arbitrare i conflitti di lavoro

• Proibizione dello sciopero per legge

III. Il corporativismo fascista

• Realizzazione dell'ordinamento corporativo

• Carta del lavoro del 1927

• Istituzione di 22 corporazioni nel 1938

• Riunione dei prestatori d'opera dei diversi settori economici e produttivi

• Obiettivo di subordinare i rapporti di lavoro agli interessi delle corporazioni

• Evitare il conflitto sindacale

• Sostituzione della Camera dei Deputati con la Camera dei Fasci delle Corporazioni nel 1939

IV. I Patti Lateranensi

• Conciliazione fra Stato e Chiesa

• Riconoscimento della sovranità dello Stato italiano da parte della Santa Sede

• Convenzione finanziaria

• Concordato che regolava i rapporti tra Stato e Chiesa

• Limitazione dell'autorità della legislazione civile su alcuni punti importanti come il matrimonio o
l'istruzione

• La religione cattolica come unica religione dello Stato

V. I rapporti tra Stato e Chiesa


• Riconoscimento da parte della Chiesa e di Mussolini come uomo che pose fine al dissidio fra Stato e
Chiesa

• Garanzie date dal Fascismo alla Chiesa sulla lotta al comunismo, la conservazione e stabilità
dell'ordine sociale, la tutela dei valori tradizionali e della famiglia

• Scontro aperto nel 1931 per la pretesa totalitaria del Fascismo e l'autonomia delle organizzazioni
cattoliche

VI. Il problema dell'instabilità della lira

• Politica economica liberista dal 1922 al 1925

• Crescente intervento dello Stato nell'economia dal 1925 al 1930

• Difficoltà economiche: debolezza dei consumi interni, squilibrio della bilancia dei pagamenti,
svalutazione della lira, ripresa dell'inflazione

• Priorità alla stabilizzazione economica e finanziaria per la stabilità del regime.

Durante gli anni '30, lo stato italiano diventa protagonista in ambito economico a causa della crisi del 1929,
che ha portato alla riduzione della produzione industriale, del commercio estero e all'aumento della
disoccupazione.

Nel 1933, l'Istituto per la Ricostruzione Industriale (Iri) acquisisce la proprietà delle maggiori banche e dei
pacchetti azionari delle imprese, diventando proprietario di oltre il 20% dell'intero capitale azionario
nazionale.

Decine di imprese vengono salvate grazie all'intervento del bilancio pubblico tramite l'Iri.

Nel 1925 viene lanciata la "Battaglia del grano" per aumentare la produzione agricola e rendere l'Italia
autosufficiente. L'obiettivo viene raggiunto, ma con effetti positivi solamente nelle pianure settentrionali
dove si accentua la produttività attraverso nuovi investimenti. Nel meridione, l'aumento della produzione
viene favorito dall'estensione della cerealicoltura.

Nel 1918 viene lanciata la bonifica integrale, un progetto di bonifiche idrauliche e di risistemazione dei
terreni agricoli con lo scopo di aumentare l'occupazione nelle campagne. Nel caso delle bonifiche integrali, il
territorio risanato viene abbandonato e lasciato nel degrado, mentre questo nuovo modello prevede la
risistemazione del territorio con la costruzione di infrastrutture e di nuovi insediamenti. Tuttavia, le opere di
bonifica realizzate sono solamente un decimo di quelle previste e solamente nell'Agro pontino si realizza un
intervento di vaste dimensioni con la nascita di nuovi centri quali Sabaudia e Littoria.

Il regime fascista diventa uno stato assistenziale simile a quello di altri paesi europei, ma con l'obiettivo
principale di estendere il potere dello stato e il consenso presso i cittadini in una dittatura. Vengono presi
provvedimenti specifici a favore della famiglia, come gli assegni familiari, gli sgravi fiscali per le famiglie
numerose e l'istituzione dell'Onmi per assistere madri e bambini bisognosi.

Il regime sostiene la famiglia perché la vede come il fulcro di una società stabile, ordinata, ancorata ai valori
tradizionali e uno strumento fondamentale per realizzare una politica demografica espansiva.

La crescita della popolazione e la potenza del paese sono identificate come obiettivi cruciali, con l'obiettivo
di avere otto milioni di baionette a disposizione. Il regime promuove la "famiglia numerosa" come un ideale
e un dovere morale e patriottico, e addirittura introdusse l'imposta sul celibato per colpire i maschi celibi tra
i 25 e 65 anni. Nel 1930, ogni pratica per il controllo della natalità fu classificata come crimine
• Il fascismo cercava di inquadrare i giovani nel regime attraverso vari enti e associazioni,
organizzando anche colonie estive con attività.

• La riforma scolastica Gentile creò una scuola selettiva, basata sulla cultura umanistica e con il liceo
classico come indirizzo privilegiato per l'università.

• La scuola elementare era considerata un momento fondamentale per la formazione del nuovo
italiano fascista e nei libri di testo si dominava la propaganda dei valori del fascismo.

• Nel 1931 il fascismo impose ai docenti universitari di sottoscrivere un giuramento di fedeltà al


regime, solo 12 professori su oltre 1200 si rifiutarono.

• Il fascismo sosteneva un modello di famiglia patriarcale, fondata sul primato del capofamiglia e sulla
sottomissione della donna all'uomo, ma allo stesso tempo cercava di "mobilitare" anche le donne,
riconoscendo il ruolo della maternità nella potenza della nazione e favorendo l'inserimento delle
donne nella vita pubblica del regime. Tuttavia, combatté ogni forma di eguaglianza di genere.

CRISI DELLO STATO LIBERALE E MARCIA SU ROMA


1. Nel 1919 inizia un passaggio dallo stato liberale allo stato fascista.

2. La crisi delle istituzioni liberali e la complicità delle classi dirigenti spaventate dal comunismo sono
le cause principali.

3. Anche le divisioni interne al movimento socialista contribuiscono.

4. Fino al 1920 il fascismo ha una presenza politica marginale ma le simbologie, i canti e i rituali fascisti
sono ampiamente diffusi sia nei ceti popolari che borghesi.

5. La violenza squadrista si abbatté sulle leghe bianche e sulle leghe rosse.

6. Le squadre fasciste erano composte per lo più da giovani che sapevano maneggiare le armi e
agivano di notte distruggendo luoghi simbolici.

7. Il fascismo trova simpatia e complicità a livello locale e non incontra resistenza da parte delle forze
dell’ordine e della magistratura.

8. Nel 1921 si tengono le elezioni in un clima di violenze fasciste e i fascisti ottengono 31 seggi.

9. Mussolini firma un patto di pacificazione con il quale si impegna a rinunciare ad atti di violenza.

10. La pratica della violenza è radicata nel partito e molti degli adepti continuano ad utilizzarla
indisturbati.

11. Nel novembre del 1921 il Partito dei fasci è sostituito con il Partito Nazionale Fascista.

12. Nel 1921 nasce il Partito Comunista e il partito socialista si indebolisce.

13. Nel 1922 Mussolini si prepara alla marcia su Roma.

14. Il 28 ottobre il Governo prepara lo stato di assedio ma Vittorio Emanuele III si rifiuta di firmarlo.

15. Vittorio Emanuele III incarica Salandra di formare un nuovo governo offrendo a Mussolini un
ministero importante.

16. Il primo Governo Mussolini è un esecutivo di coalizione fondato sull'alleanza elettorale tra i fascisti e
i liberali.

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