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Carme 72 riassunto

Nel carme 72 il poeta si tormenta ricordando le contraddizioni della sua amata,


Lesbia, e confessando di avere ancora una passione ardente per lei, passione che
tuttavia da un lato fa crescere in lui il desiderio di lei e da un altro lo porta a volerle
sempre meno bene; queste due emozioni sono chiamate da Catullo, con
un’espressione famosa, Amare e Bene velle (“Amare“, in senso sessuale, e “Voler
bene“, nel senso di affetto e di stima reciproca), e rappresentano un significato
profondo del dualismo catulliano.

Carme 87 fedeltà di ctaullo

In questo carme il poeta afferma l’intensità e la sincerità insuperabili del suo amore
per Lesbia.
Una serie di figure retoriche concorre a rendere solenne e perentoria l’affermazione:
il poliptoto
amatam/amata, la figura etimologica a me / mea, l’anafora di nulla che apre i due
distici, la figura
etimologica fides/foedus e l’allitterazione fides, fuit, foedere. Il medesimo
accostamento di fides e di
foedus si trova al v. 3 del carme 76, la preghiera agli dèi in cui Catullo afferma di aver
sempre rispettato
fedelmente il patto d’amore, mentre lamenta amaramente l’ingratitudine e
l’infedeltà di
Lesbia. Nel carme 109, invece (molto probabilmente anteriore), il poeta si augurava
e chiedeva
agli dèi che le promesse di fedeltà di Lesbia fossero sincere e che fosse lecito ai due
amanti conservare
un aeternum … sanctae foedus amicitiae (“il patto eterno di un sacro affetto”).
Si può notare che Catullo applica alla sua relazione con Lesbia, “irregolare” dal
punto di vista sociale,
un termine della lingua giuridica e politica, foedus, del quale sottolinea il rapporto
etimologico
con la fides, “lealtà”, “rispetto della parola data”, “fedeltà”. «Questo vincolo morale,
che impegna
i due amanti a una fedeltà lunga quanto la vita (109, 5) e che il poeta affida alla
garanzia degli
dèi (109, 3), ci appare il surrogato di un altro vincolo, giuridico e religioso, che
sarebbe potuto essere
– Clodia era vedova – e che forse egli avrebbe voluto, il matrimonio» (A. Traina). In
questo,
ossia nel desiderio di un legame esclusivo, saldo e duraturo, il poeta, che altrove ci
appare spregiudicato
e trasgressivo, sembra recuperare un valore proprio della morale romana
tradizionale.

Carme 76 amore come una malattia

Questa poesia può essere definita un monologo interiore, in quanto Catullo si


rivolge costantemente a se stesso, come si evince dall'uso ripetuto del pronome
personale di II persona singolare "tibi, te, a te, te, tu" in tutto il carme, e il ricorso
alle forme verbali alla II persona singolare "excrucies, offirmas, reducis, desinis" e, in
particolare, al verso 5 s'apostrofa con il vocativo "Catulle".
II poeta fa riferimento a Lesbia nel testo, apostrofrandola con l'aggettivo
latino ingratus, a, um = ingrato, irriconoscente; l'aggettivo si trova in abbinamento
alle parole amor e mens "ingrato amore, ingratae menti" 
Nella poesia compaiono i due termini significativi che descrivono l'idea di amore di
Catullo: fides e foedus. 
Per Catullo, l'amore è il sentimento più importante in assoluto, ma l'amore per
Catullo deve essere basato sulla fides e sul rispetto del foedus: il foedus, il patto
sacro d'amore che lega i due amanti e che deve essere basato sulla fides (l'assoluta
fedeltà fra i due amanti). Purtroppo, però, Clodia non si impegna minimamente in
questo patto, dedicandosi ai suoi tanti amanti occasionali, e confonde l'amore con la
passione (amare) dimenticando che invece è più importante l'affetto (bene velle),
l'affetto che lega i padri ai figli e ai generi, e i vari familiari tra di loro.

Csrme 5 dammi mille baci

Nel carme 5 del Liber catulliano assistiamo al trionfo dell’amore tra Catullo e
Lesbia; anzi, nell’ordinamento dell’opera, è questo il primo componimento che
celebra la forza delle passioni in maniera spensierata e gioiosa (con toni antitetici a
quelli, ad esempio, del carme 85). La poesia si costruisce così su due perni
fondamentali: la celebrazione dell’equazione vita-passione - così che le critiche dei
benpensanti siano da paragonarsi ad un assis, cioè ad una moneta di pochissimo
valore - e la consapevolezza della fugacità dell’esistenza: se quest’ultima è breve
come un giorno, allora conviene non perdere nemmeno un istante di possibile
felicità.

Il corpo centrale del testo è allora occupato dall’accumulo dei baci scambiati con
Lesbia, che il poeta si diverte a contare ed enumerare sotto forma di elenco. Il tutto
si risolve, negli ultimi versi, nella “beffa” nei confronti di chi augura il peggio ai due
amanti felici: Catullo e Lesbia gettano all’aria le somme dei baci, per non far sapere a
nessuno quanti essi davvero siano.

Carme 11 la fine di un amore


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