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Riassunto tracciare le vie del turista:

1. La via delle terme.


Nel XIX secolo osserviamo come le stazioni definitesi con il turismo moderno si presentarono
come modello di riferimento caratterizzato dalla presenza di quattro elementi fondamentali:

- Data e modalità d’invenzione

- Nome degli inventori

- Diffusione della fortuna della stazione secondo delle tappe precise comunque racchiuse tra la
fine del settecento e la prima guerra mondiale

- Esistenza di una stagionalità ben precisa

- Progressiva perdita di attrattività per la vita mondana causata dal successo e dalla
conseguente presenza di un’eccessiva frequentazione da parte dei membri di ceti inferiori.

Le stazioni termali definiscono un modello di destinazione turistica proiettata ben oltre l’ambito
curativo divenuto spesso secondario.

Un’analisi più dettagliata del prodotto termale ci permette di mettere a fuoco i servizi di base che
compongono tale offerta.

Le imprese chiamate ad erogare l’offerta dei servizi necessari li costruiscono tenendo in


considerazione la domanda della clientela. L’offerta è perciò tarata sui turisti termali in modo tale
da mettere a loro disposizione dei servizi in grado di soddisfare le esigenze della domanda.

Una stazione termale offre quindi un prodotto che è la risultante di tre tipologie di servizi turistici:

- I primi sono i servizi fondamentali che comprendono le prestazioni curative proprie dello
stabilimento termale, esse sono di tipo: terapeutico, salutistico e medico.

- In secondo luogo i servizi complementari offerti da imprese del settore ricettivo, della
ristorazione, delle attività sportive e ricreative, dello svago…

- Per ultimi incontriamo i servizi ausiliari, le prestazioni indispensabili per rendere accessibile la
stazione termale: settore dei trasporti, dell’informazione e delle varie forme di assistenza ai
turisti termali.

Nel momento in cui i servizi complementari sono proposti da tutte le stazioni termali essi
diventano una componente ormai necessaria del prodotto offerto dato che il cliente si è ormai
abituato a fruirli, osservando le voluzione delle stazioni termali risulta così evidente lo
spostamento delle lancette dell’offerta verso la dimensione ricreativa.

La sistemazione e codificazione del fenomeno turistico nella tappa che si indica come moderno,
secoli 18º e 19º, andrà quindi letta come l’effetto di una profonda e progressiva trasformazione
che porta alla nascita di servizi dedicati a chi si trasferisce in un luogo diverso da quello di
residenza per motivi di piacere e allo sviluppo di città la cui struttura urbanistica e pensata in
funzione del tempo libero.

Fin dalla sua fase più elitaria, il turismo si affermò quindi in quei contesti dove l’offerta ha saputo
opportunamente adeguarsi alle esigenze espresse dalla domanda.

—> Sì è venuta imponendo in modo sempre più chiaro un’organizzazione turistica capace di
orientare l’offerta alle esigenze della domanda. <—

Dall’aprirsi dell’ottocento i modelli di sviluppo spaziale, economico e sociale adottati dalle località
termali tesero perciò a riprodurre quanto inventato nel 700 enfatizzando e diffondendo i dettami
dei medici in merito alle proprietà curative presenti nelle diverse sorgenti.

Tali materiali scientifici assunsero una valenza comunicativa determinante per sancire la
frequentazione e quindi il successo di una stazione termale.

Il momento chiave dello sviluppo delle località termali andrà perciò identificato nel momento in
cui, nei primi decenni del XIX secolo, la domanda dei turisti richiede sempre più l’offerta non solo
di acque curative ma anche di svaghi e divertimenti.
Si plasmò quindi un modello di sviluppo articolato su un nuovo snodo in grado di amalgamarsi
con quanto già sperimentato: l’impresa alberghiera.

Il segmento di domanda costituito dai membri della classe agiata dimostrò infatti di andare alla
ricerca non tanto delle qualità terapeutiche delle acque termali quanto della giustificazione,
socialmente accettabile al desiderio di svago, divertimento, evasione, consumo ed interazione
esclusiva, che l’elemento terapeutico da sempre aveva come sua prerogativa naturale.

A indirizzare la domanda non potevano essere solo le proposte squisitamente salutiste, quanto
piuttosto la qualità complessiva dei servizi turistici a disposizione degli ospiti.

Gli imprenditori coinvolti si caratterizzarono infatti per la capacità di sapersi adeguare alle
mutevoli richieste dei vari segmenti della domanda senza però abdicare alla possibilità di
orientarle e indirizzarle.

Un progressivo mutamento interessò così costantemente tutto l’arco cronologico del turismo
moderno che assunse i connotati di un fenomeno di massa.

In pochi anni la città moderna si caricò così di una nuova funzione: soddisfare il bisogno di ozio.

L’idea di città dell’ozio riassunse quindi in sé la realtà di spazi urbani magnifici e perfetti pensati e
costruiti per dare una risposta ai desideri crescenti di riposo, svago, affermazione sociale espressi
da coristi in costante incremento.

Azione terapeutica, ospitalità e intensa vita sociale ebbero perciò fin dal 700 un punto di
sintesi all’interno delle stazioni termali prima inglesi e poi continentali: un incontro che apri la
strada ad un fortunato connubio destinato a ripetersi in un modello di sviluppo di successo per
la costruzione delle destinazioni turistiche.

La località termale offri uno straordinario esempio della congiunzione di idee, attori, spinte, azioni,
che coesistettero trovando un loro equilibrio in una nuova struttura, quale risulta la storica Bath:
l’antico insediamento romano di acquae sulis.

Fin dal 500 le terme inglesi videro inizialmente la netta supremazia dell’elemento curativo ma ad
ogni modo già nel 600 Bath , la principale località frequentata dalla nobiltà, registrò il raddoppio
della sua capacità ricettiva rispetto al secolo precedente.

Nel XVIII secolo Bath dopo una serie di trasformazioni divento così la stazione termale più alla
moda e influente al mondo.

Questo luogo aveva guidato la transizione da luogo di cura a luogo di svago e di consumi da
ostentare con lo scopo di affermare o raggiungere uno status.

Le località termali si sostituirono alla campagna mettendo a disposizione di corti, aristocratici,


ricchi borghesi, e loro imitatori, non più dei luoghi solitari ed ameni, ma delle vere e proprie città
pensate per il divertimento: luoghi alla moda, adatti a illuminare una posizione sociale esclusiva,
peraltro rapidamente minacciata, dotati di strutture ricettive accoglienti e di molteplici forme di
intrattenimento.

Tra queste ultime ci fu la pratica abituale del gioco d’azzardo.

La città termale pian piano divenne una città teatro, miscuglio di distinzione sociale e di spazi
verdi atti a rigenerare: strade, piazze, luoghi pubblici furono il palcoscenico sul quale andò in
scena lo spettacolo di una società dell’ozio e della sua sociabilità.

A fine 700 Bath venne frequentata più che per salute per gli svaghi commercializzati sempre
disponibili in quantità illimitata.

L’evidenza di quanto fossero effettivamente importanti queste cose si può notare addirittura
perché molti medici autorevoli analizzavano le acque e ne garantivano le capacità curative,
assegnandone un valore universale e terapeutico ma oltre a inserire questi particolari dati
all’interno dei loro scritti inserivano anche la presenza di tutte queste pratiche mondane che
erano presenti all’interno delle strutture proprio per attirare ancora più gente presso questi luoghi.

Un problema sorse nel momento in cui la progressiva apertura alla frequentazione da parte delle
classi medie generò insoddisfazione da parte di quelle agiate restie all’abbassamento di status
che la mescolanza sociale comportava.

Per l’aristocrazia britannica a fine 700 i tempi si rivelarono maturi per andare alla ricerca dello
status perduto ricorrendo sia ad altre pratiche, i bagni di mare, che ad altri luoghi.

Analizzando ora la trasformazione della località di Bath come un modello di riferimento per la
costruzione delle destinazioni turistiche osserviamo che 3 possono essere i passaggi chiave sui
quali concentrare la nostra attenzione:

- Il primo fu l’invenzione attribuibile a Nash dell’idea di una sorta di casinò termale per aumentare
con il gioco d’azzardo l’attrattiva ludica della destinazione.

- Il secondo riguardo invece il paesaggio che fece del soggiorno termale una pratica non solo
curativa ma anche di distrazione legata ad attività mondane. Proprio la mondanità si definì
attorno alle feste, gli spettacoli, le danze e naturalmente all’autorizzato il gioco d’azzardo.

- Il terzo aspetto fu di natura legislativa, perché il parlamento inglese nel 1945 proibì il gioco della
roulette: una scelta determinata sia da ragioni morali che di ordine pubblico. Il ruolo delle
stazioni termali in rapporto alla fondamentale presenza del casinò si sarebbe meglio delineato
nei decenni seguenti allorché nel XIX secolo divenne sempre più appetibile aggiudicarsi la
redditizia concessione per la gestione delle strutture costruite appositamente per il gioco.

Ci furono tre elementi, strutture, che segnarono la trasformazione da luogo di cura a centri di
villeggiatura:
- Il parco termale

- La diffusione di strutture ricreative come teatri, teatrini, caffè concerto, ristoranti, punti di ristoro
di vario genere…

- La realizzazione di alberghi di grandi dimensioni

Se l’esistenza di una fonte termale era necessaria per proporsi come città per la villeggiatura , è
chiaro che solo l’intervento e gli investimenti privati pubblici ne potevano decretare il successo.

Per incrementare il loro vantaggio competitivo le stazioni termali dell’Europa centrale iniziarono ad
essere punteggiate da lussuosi ed innovativi profili architettonici.

2. La via verso la destinazione turistica


È noto che l’inizio vero e proprio del turismo moderno si può datare a partire dal 700.

Alla diffusione del turismo hanno decisamente dato il loro contributo sia la trasformazione della
società che la forte crescita economica registrata nel 700 nel secondo dopo guerra , senza però
tralasciare l’identificazione tra turismo e sviluppo economico locale ottenuto utilizzando strategie
di marketing del territorio finalizzate sia ad attrarre investimenti che a soddisfare i bisogni di
tutti gli attori interni od esterni del territorio che erano coinvolti nel processo.

La presenza di almeno tre fattori chiave caratterizza una destinazione turistica:

- Il primo è naturalmente dato dalle attrattive di diversa natura: ambientali e paesaggistici,


storico-archeologici, artistici, artificiali.

- Il secondo sottolinea l’importanza delle strutture turistiche presenti che svolgono un ruolo
complementare alle attrattive.

- Il più complesso è il fattore dell’accessibilità: se il dato immediato lo offre la geografia con la


vicinanza o meno della destinazione ai mercati da cui si generano i flussi, l’accessibilità
geografica tiene poi immediatamente conto del sistema dei trasporti che rendono la
destinazione comunque facilmente raggiungibile. Vista in termini economici, l’accessibilità
qualifica invece la destinazione turistica in rapporto al costo del viaggio e dei servizi utilizzati
per il soggiorno. Vista ancora in termini psicologici l’accessibilità indica anche il livello di
familiarità della destinazione.

Una prima distinzione tra le destinazioni riguarda quelle community, in cui le attività turistiche
sono svolte da differenti unità imprenditoriali indipendenti e dagli enti pubblici, e quelle
corporate , che sono il risultato della pianificazione di un’impresa di grandi dimensioni la quale
controlla l’offerta dei diversi servizi.

Nel primo caso sono gli attori locali che in assenza di una deliberata strategia locale acquistano
consapevolezza dalle nuove opportunità di reddito e sono disponibili ad abbandonare e/o
integrare le loro attività abituali.

Le caratteristiche delle destinazioni di tipo community riguardano il territorio che è proposto con
il suo sistema di attrazioni naturali e artificiali in modo unitario sul mercato turistico. In secondo
luogo è presente una diffusione sul territorio delle imprese che forniscono i servizi turistici, il ruolo
dell’attore pubblico risulta molto importante dato che esercita un’azione di sostegno all’offerta e
di controllo delle risorse presenti.

Le destinazioni corporate includono, accanto i villaggi, parchi tematici, degli spazi in cui sono
sorte dei complessi, spesso alberghieri e residenziali, posizionati in prossimità di un’attrattiva
quale può essere ad esempio (in riferimento al turismo balneare) o una spiaggia o un insenature.

In una destinazione turistica possiamo indicare , partendo dalle condizioni della nascita, una
tripartizione:

- La prima è quella delle destinazioni inventate, esse nascono in modo non intenzionale non
essendo il frutto di nessuna forma di pianificazione, detto semplicemente queste destinazioni
sono il frutto della capacità di alcuni individui di influenzare i comportamenti degli altri.

- In un secondo caso la destinazione può invece essere scoperta o valorizzata nelle sue
maggiori potenzialità turistiche, in questo frangente vengono infatti identificate nuove
potenzialità turistiche che non erano ancora state valorizzate ma in località già note e già
frequentate.

- In ultima analisi incontriamo la destinazione costruita in cui non agisce tanto il meccanismo
della casualità quanto quello della programmazione, pianificazione, strategica.

In tutti i casi il processo della nascita di una destinazione turistica richiede un arco cronologico
variabile a seconda dei singoli casi e dei contesti di riferimento.

In generale comunque la metodologia della ricerca nel campo dei clienti consiste nel sottoporre
ad un’attenta analisi le risorse presenti per valutarne l’effettiva capacità di attrazione, dopodiché si
creano dei percorsi che sono incentrati su un’offerta il più possibile ampia e completa delle
attrattive e su ricchezze specifiche quali l’archeologia, l’enogastronomia,… In grado di valorizzare
al meglio lo specifico del territorio differenziandolo così dei suoi competitor .

Il marketing del turismo è l’applicazione dei concetti di marketing al fine di pianificare una
strategia per attrarre visitatori in una destinazione.

Per quanto riguarda quindi la vendita della destinazione occorre ricordare che l’obiettivo
principale non è solo quello di far arrivare i turisti, ma di farli ritornare in quanto la priorità della
destinazione-prodotto è proprio data dal saper rispondere alle esigenze e alle attese del turista.

Il marketing del luogo prevede il fatto di affermare la posizione della marca del proprio paese e
area geografica nel mercato globale, ciò implica conoscere e comprendere gli elementi che
possono migliorare o peggiorare l’efficacia delle strategie di marketing, le forze e le debolezze
dell’area geografica, La presenza di incentivi o di agevolazioni fica fiscali, il costo del lavoro, il
livello di sicurezza, le infrastrutture…

Implicano inoltre di monitorare costantemente l’ambiente esterno per individuare in anticipo le


opportunità, le minacce e le forze che muovono la competizione.

Si tratta di elementi dinamici che possono mutare in base all’epoca e alla posizione sul mercato
assunta dalle destinazioni concorrenti.

La D.M.O è l’organizzazione che disegna l’offerta e la porta sul mercato, più nel dettaglio è
definibile come un’organizzazione complessa che ha il compito di coordinare, analizzare,
pianificare , sviluppare l’offerta e portarla sul mercato, attraendo in modo organizzato i turisti con il
fine ultimo di aumentare le presenze turistiche e di creare un utile economico da reinvestire
nella destinazione.

I suoi compiti si possono riassumere in:

- Far incontrare la domanda e l’offerta

- Capire cosa chiede il visitatore

- Coordinare le varie attività proposte dalla destinazione

In più gli elementi che determinano la competitività delle destinazioni e il loro posizionamento
rispetto ai competitor sono raggruppabili in cinque opzioni:

- Accessibilità, Sistema dei trasporti.

- Amenities ,Attività commerciali e servizi turistici.

- Accoglienza, strutture ricettive.

- Attività, intrattenimento.

- Accessibilità commerciale, presenza sul mercato.

La destinazione è giudicata competitiva quando offre ai turisti le esperienze che ricercano,


soddisfa i residenti, attrai investimenti e sviluppa un adeguato marketing rivolto all’accoglienza dei
visitatori.

Esiste una strategia legata allo sviluppo della marca della destinazione turistica, il Destination
branding, fatto recentemente in quanto risale alla seconda metà degli anni 90 , e può essere
definito come: l’utilizzare di strategie di marketing per promuovere l’immagine della destinazione, i
suoi prodotti e la sua attrattività come meta turistica.

È l’insieme delle azioni finalizzate a modellare, manipolare e influenzare l’immagine che il mercato
ha della destinazione.

Lo sviluppo della destinazione turistica come brand sicuro e identificabile ha bisogno di un


processo di costruzione che incrementerà la percezione positiva di un territorio, una percezione
che associata all’immagine sarà la molla determinante per far spostare il turista.

Nel delineare gli scenari del turismo c’è uno energetica azione che svolge la creazione dei luoghi
turistici, si tratta di luoghi esistenti che però assumono un aspetto nuovo adattandosi ai bisogni
dei turisti.

Butler fa un modello di ciclo evolutivo di una destinazione: si tratta di una schematizzazione


che consente di individuare diversi stadi nell’ambito dei quali si riscontrano diverse tipologie di
turisti, un diverso grado di utilizzo delle risorse, un diverso atteggiamento della comunità locale.

Nel mettere sotto la lente dell’osservazioni le varie fasi di sviluppo che interessano la destinazione
turistica a partire dalla sua origine, il modello del ciclo di vita permette di identificare
l’evoluzione all’interno delle singole fasi temporali di alcuni indicatori.

Il primo concerne l’offerta di strutture e infrastrutture proposte dagli attori locali, il secondo è
invece relativo alle attrattive ed al posizionamento della destinazione rispetto ai mercati di
riferimento, infine risulta determinante conoscere l’impatto delle attività turistiche sul settore
produttivo.

Tale evoluzione comporta anche la presenza di una forte interazione con la popolazione, che
genera accanto alle trasformazioni economiche e sociali anche quelle di natura paesaggistica e di
modifica del territorio.

Venendo ora al ciclo:

Ciclo espansivo:

-Esplorazione

-Coinvolgimento

-Sviluppo

-Consolidamento

Ciclo recessivo :

-stagnazione

-declino

-rinnovamento

1. Venendo alla prima fase, l’esplorazione, notiamo che essa concerne una località ancora
priva di attrezzature turistiche, scomoda da raggiungere, ma ricca di attrattive naturali e
trattino o artificiali, il luogo è completamente incontaminato e questo momento coincide
con l’invenzione del luogo turistico. Il territorio non ha nessuna posizione sul mercato turistico.

2. La seconda fase è quella del coinvolgimento che trova il suo volano proprio nella funzione
comunicativa messa in atto dei primi viaggiatori attraverso i loro scritti o testimonianze,
diventa importante l’intervento privato per realizzare le infrastrutture indispensabili per
organizzare una qualche forma di politica del settore. In questa fase sono poi attivate le prime
iniziative di comunicazione: strategie di marketing.

3. Terza fase, quella dello sviluppo, si attirano turisti e investimenti anche esterni in modo
costante e crescente: un risultato che è il frutto della sinergia tra imprenditori e
amministratori. Il prodotto ha un posizionamento preciso sul mercato, si tratta di una fase
molto delicata perché facilmente si arriva al sovraffollamento oppure allo scadere della qualità
dei servizi, come alterazione definitiva del paesaggio urbano e culturale, è necessario
aumentare l’attività promozionale.

4. Quarta fase, quella del consolidamento, la destinazione è pienamente posizionata anche se


si registra l’arrestamento degli arrivi , L’attività promozionale diventa ancora più importante ed
è il momento conclusivo della fase espansiva prima che inizi la fase di decrescita.

5. La stagnazione, i tratti possono essere riassunti con: esaurimento dell’effetto novità,


concorrenza di prodotti simili a prezzi inferiori, necessità di notevoli campagne promozionali,
stabilizzarsi di una clientela abitudinaria, perdita del richiamo internazionale, degrado
ambientale, problemi di natura sociale…

6. Il declino è allora dietro l’angolo, la località registra una forte emorragia di visitatori ma nel
momento in cui i manager pubblici ritengono di non lasciar far frenare il richiamo turistico
completamente ci si imboccano le maniche e si va verso la strada del…

7. Rinnovamento, consiste nell’intervenire sul prodotto-destinazione con azioni mirate per


modificarlo, segmentarlo, rilanciarlo sui mercati.

Questo modello permette di cogliere in modo chiaro la componente dinamica presente in un


sistema turistico territoriale, mettendo inoltre l’accento sui fattori specifici e concreti che
caratterizzano un determinato luogo turistico nei confronti degli altri con cui inevitabilmente ci si
pone in competizione.

3. La via di Homburg
Le acque termali di questo luogo si affacciarono nell’Europa delle destinazioni nella prima metà
del XIX secolo, fu il medico locale Edward Christian Trapp il primo a valorizzare le sorgenti
identificandone le proprietà curative, mentre fu il chimico tedesco Liebig a certificarne gli effetti
benefici dopo averle utilizzate.

I fratelli Blanc , due imprenditori, iniziarono un percorso imprenditoriale che gli avrebbe condotti a
dar vita a delle destinazioni turistiche a tutti gli effetti.

Dopo diversi viaggi per provare ad inserirsi all’interno del mondo dell’economia i blanc scelsero
nel 1830 la città di Lussemburgo per aprire la loro prima piccola sala da gioco.

I due fratelli iniziarono la loro fortuna di imprenditori del gioco d’azzardo interpretandolo con una
chiave che si sarebbe rilevata sostanzialmente innovativa: un volano per lo sviluppo economico e
turistico di sistemi produttivi depressi e privi di altre potenzialità di crescita che non fossero quelli
offerti dal sempre crescente settore dell’arrivo dei forestieri richiamati dalle sorgenti termali e dal
casinò.

La trasformazione degli spazi deputati alle cure termali messo in atto nelle città tedesche
attraverso la costruzione dei Kursaal non tardò a manifestarsi anche qui .

Il Kursaal, la sala di cura, era però un edificio più adatto per fortificare lo spirito sociale e il
prestigio del curista che la salute del corpo, infatti i concerti, danze, letture, conversazione, gioco
d’azzardo, connotavano questo luogo…

Questi edifici con tutte queste novità assicuravano così un indiscutibile marcia di distinzione alla
destinazione che era determinato dalla qualità degli intrattenimenti proposti, dal tipo di
frequentazione e dal livello della vita sociale che vi si svolgeva.

Il carattere fortemente innovatore delle operazioni messe in atto dai due fratelli si manifestò
subito con una scelta relativa al gioco della roulette, i due infatti modificarono le regole
tradizionali sopprimendo uno dei due zeri presenti in modo tale da rendere estremamente più
semplice la possibilità di vincita.

In più i proventi derivanti dal gioco determinarono così la fortuna di questa località che si arricchì
di alberghi, ristoranti, sale di lettura e di nuovi stabilimenti per i bagni.

Nacque una vera e propria nuova città pensata urbanisticamente per l’attrazione delle persone e
per farsi che l’impresa dei due fratelli continuasse ad espandersi e portare ricchezza sia interna
che a tutta la comunità.

A costruire la fama internazionale di questa città contribuì , accanto all’intreccio tra divertimento
e dimensione terapeutica , anche il ruolo decisivo assunto dal meccanismo dell’imitazione che
infatti trasformò questo luogo in una linfa per tutti i modelli di comportamento e gli stili di vita che
dovevano essere ovviamente imitati da chi non intendeva rimanere escluso dalla cosmopolita
società dei turisti che affollava le destinazioni termali.

Per sfruttare al meglio tutte le potenzialità dell’imitazione uno dei due fratelli decise infatti di
comunicare le attrattive della località ma soprattutto la presenza di artisti, re, principi e uomini
d’affari… Che erano abituali frequentatori di questo luogo, questo proprio perché era ben
consapevole del ruolo strategico della comunicazione e infatti egli lavorò in modo efficace per
incrementare questo fattore determinante per velocizzare lo sviluppo della capitale del
langraviato. (Questo luogo)

I Blanc come abbiamo detto viaggiarono molto per motivi amministrativi e di salute senza
tralasciare di andare a vedere anche le altre case da gioco, e si mossero l’attenzione sopra le
mosse dei potenziali concorrenti sempre però stando alla ricerca di soluzioni innovative e
proprio queste cose si rivelarono un altro degli aspetti vincenti della loro strategia.

Allo scadere del XIX secolo venne anche costruito uno spazio forzoso e moderno che iniziò ad
essere molto frequentato, la capitale del langraviato può quindi essere presa ad emblema nei
processi di valorizzazione dei luoghi di cura termali ottenuta mettendo a fuoco le potenzialità del
gioco d’azzardo e del Kursaal.

Un elemento che fu decisivo per l’utilizzo di Homeburg come modello di turismo internazionale fu
la sostituzione della vecchia struttura con l’elegante Kursaal.

Un altro discorso da affrontare è quello relativo alla stagionalità: nelle stagioni più mature nella
gestione dei flussi è presto compresa questa problematica i cui effetti sono molteplici.

Sotto l’aspetto gestionale essa comporta un andamento differente nel corso dell’anno del quale
tenere conto per l’organizzazione dei servizi a partire da quelli di natura ricettiva, un secondo
fattore è invece determinato dalla composizione sociale della clientela: un dato di natura
qualitativa che si unisce a quello quantitativo.

La stazione, nei diversi periodi dell’animo, attrae quindi una clientela abitudinaria in cerca di quel
particolare microcosmo ludico ed elegante i cui tratti non rimangono però costanti nel corso
dell’anno.

Uno dei compiti degli attori privati, come sono gli imprenditori del settore, e di quelli pubblici
coinvolti nello sviluppo dell’attività turistiche coincide con l’allungare la stagione.

Al fine di raggiungere questo obiettivo a metà ottocento la destinazione termale tedesca offrì, per
soddisfare la domanda dei turisti, due poli architettonici distinti seppur capaci di integrarsi e di
interagire perfettamente tra di loro: il Kursaal e lo stabilimento dei bagni.

Quest’ultima costruzione accolse le varie forme di bagni da quelli con docce a quelli con vapore,
grazie a questo i coristi ebbero a loro disposizione 24 sale per i bagni fornite di una vasca con un
apparecchio per la doccia e lo stabilimento venne aperto tutti i giorni e risultò ben areato in tutte
le sue parti, venne anche riscaldato in inverno grazie ad un calorifero.

Purtroppo però l’avventura dei Kursaal tedeschi finì con l’unificazione tedesca, un anno
dopo la proclamazione del II Reich Guglielmo I decretò infatti la fine della tolleranza nei
confronti del gioco d’azzardo in Germania.

4. La via di Monte-Carlo
Il nuovo quadro storico definitosi nella seconda metà del XIX secolo come conseguenza del
processo di unificazione italiana ebbe profondi effetti trasformativi.

Questi effetti toccarono anche il principato di monaco che, se il suo territorio si ridusse
drasticamente da 24 a 2 km², il principato monegasco dimostro però una sorprendente capacità
di mettere in moto una radicale processo di trasformazione sia del suo assetto politico che
soprattutto della sua struttura economica e sociale.

La costruzione della nuova destinazione turistica stimolo infatti un importantissimo processo


innovativo che si manifestò con due caratteristiche fondamentali:

- Da un lato emerse l’importanza decisiva di creare qualcosa in grado di attrarre, in assenza di


particolari richiami climatici e terapeutici, i flussi turistici.

- Dall’altro si colse immediatamente il bisogno di completare quello che era destinato a divenire
un vero e proprio modello di riferimento di risonanza internazionale con un’offerta ricettiva
adeguata.

La valorizzazione turistica del principato è una tipica vicenda che riunisce aspetti storici,
economici e dinamiche sociali.

Nel principato di monaco la sola attrattiva naturale da prendere in considerazione poteva offrirla
solo la posizione: la riviera frequentata dall’alta società europea a partire da Nizza.

Il principato di monaco aveva sempre avuto, fino al 1848, nell’agricoltura e nell’esportazione dei
suoi prodotti principali (i limoni e l’olio d’oliva) la sua risorsa economica fondamentale.

In conseguenza del trattato di Torino del 24 marzo 1860 esso divenne poi una enclave nella
Francia di Napoleone III.

Infatti fu proprio con la Francia che si ottenne anche per il principato la realizzazione di due
importanti infrastrutture: una strada carrozzabile lungo la costa in direzione di Nizza e una
stazione sulla linea ferroviaria Nizza-Genova che sarebbe stata realizzata transitando attraverso il
territorio del principato.

Cosa importantissima fu che nello stesso periodo la madre del principe, la principessa Carolina,
riprese in mano un’idea che già era circolata: autorizzare a monaco l’apertura di un casinò.
Il principato infatti aveva bisogno di idee e imprenditori che sapessero sfruttare al meglio l’unica
opportunità realmente rimasto: la posizione a stretto contatto geografico con le destinazioni del
turismo internazionale rappresentato dai flussi degli hivernants a Genova .

Blanc, seguito da un avvocato, si informa su quali fossero le leggi riguardanti le forme di gioco
d’azzardo nei vari Stati, e una volta ottenuta la conferma che in Italia questa cosa non fosse
realizzabile si spostò a Parigi nel 1850.

Una volta che si diffuse la notizia dei grandi successi delle città termale tedesche il principe
Charles III iniziò a cogliere le potenzialità e come prima cosa identificò il primo dei tre attori
coinvolti nella nascita di Montecarlo, cioè la diffusione e il permesso del praticare il gioco
d’azzardo, come seconda cosa ci fu la legislazione prima sarda e poi francese che, al pari di
quella di altri stati europei acquisti aggiunse unificato Germania, vietava il gioco d’azzardo.

Il terzo ed ultimo fattore a favore del nascita di Montecarlo fu naturalmente blanc.

Proprio a monaco infatti nacque una nuova società (l’attuale SBM) che ereditò tutta l’esperienza
acquisita da Blanc e come primo intervento fondamentale volle introdurre il miglioramento dei
trasporti per prendere più accessibile monaco.

Il processo di costruzione della destinazione monegasca fu così strettamente associata alla


visione di Blanc maturata sulla base dell’esperienza acquisita prima: una prospettiva che assunse
così un valore paradigmatico.

Egli colse infatti i pilastri su cui far poggiare la costruzione della nuova monaco.
In primo luogo si preoccupò di migliorare i trasporti, determinante risultò poi la grande attenzione
posta lo studio delle strutture ricettive e un terzo aspetto che toccò invece l’attrattiva principale, le
sale da gioco, fu che esse dovevano essere più luminose ed accoglienti.

Ovviamente a tutto ciò si unirono anche interventi diretti sull’esterno delle costruzioni, vennero
aggiunti splendidi giardini con fiori, ville…

Nacque poi quello che viene definito il triangolo magico:


Il primo vertice del triangolo logicamente è alla nascita del casinò unita a tutti gli interventi fatti
da blanc.

Il secondo vertice del triangolo venne completato l’anno seguente: la diffusione larga e profonda
delle idee dell’ospitalità europea si intrecciò infatti inevitabilmente con la costruzione del
principato come destinazione turistica.

I lavori per la costruzione del casino e del vicino grande albergo iniziarono così simultaneamente e
il 14 gennaio 1864 aprì il primo hotel, HOTEL DE PARIS.

Nei mesi seguenti bene poi anche cambiato grazie a Charles III il nome della città che diventò
ufficialmente Monte-Carlo.

Il terzo vertice del triangolo magico di Montecarlo, dopo il casinò e l’hotel de Paris, fu il cafè
Divan: uno spazio elegante per la vita sociale. (Che prenderà poi il nome di Cafè de Paris)

Agli occhi dei contemporanei Montecarlo appariva ormai un luogo dedicato solo alla mondanità e
alla vita sociale sviluppata a partire dal casinò .

Blanc voleva operare una selezione di tipo qualitativo tra la clientela in modo tale da non
accrescerla troppo e infatti, grazie anche al contributo della moglie che prese il timone alla morte
di Blanc, la riviera a fine ottocento si ridefinì una nuova identità turistica unitaria e facilmente
identificabile: diventò ufficialmente la pregiata Côte d’Azur.

Gli effetti del successo del casinò di Montecarlo non tardarono ad irradiarsi sull’intera Riviera,
infatti il piccolo Stato alimentò presto un pendolarismo dalle località vicine a partire da Nizza.

I benefici economici generati da Montecarlo si diffusero infatti sul territorio circostante grazie
al continuo flusso di visitatori generato sia dalla sente campagna di stampa orchestrate da blanc
che dalla chiusura delle sale da gioco delle città termali tedesche.

Da lì a poco maturò anche l’idea e la consapevolezza che fosse necessario elaborare una serie di
proposte, sportive e mondane, per aiutare gli ospiti a gestire il tempo a loro disposizione al di fuori
dell’attrattiva esercitata dal gioco.

5. La via dell’ospitalità
La crescita di alberghi di grandi dimensioni ha come effetto quello di generare sviluppo e di
attrarre investimenti, si tratta di un processo che si caratterizza per i suoi molteplici e complessi
effetti sia economici e sociali.

Le imprese dell’ospitalità si collocano nel macro settore dei viaggi e del turismo dove l’insieme
delle aziende che producono o concorrono a produrre servizi destinati a soddisfare la domanda
turistica appare assai variegato nelle forme e nello soluzioni istituzionali, organizzative, tecniche
gestionali.

Ciò significa che le imprese alberghiere hanno sempre avuto una posizione determinante per
sostenere la crescita del viaggio e del turismo considerando quest’ultimi sotto il duplice aspetto
sociale ed economico, la ricettività è infatti un comparto basilare per lo sviluppo dell’attività
turistiche, senza di essa non ci sarebbe lo snodo chiave per sostenere sia l’invenzione di una
destinazione che le voluzione delineata dal ciclo di vita della località turistica.

Il servizio offerto dall’impresa alberghiera ruotano attorno a servizi essenziali, centrali e accessori
che possono essere suddivisi in tre categorie:
- I primi sono definiti come servizi strettamente connessi al servizio centrale quali la pulizia delle
camere, i servizi di prenotazione ricevimento…

- Una seconda categoria è rappresentata dei servizi come ad esempio bar, ristorante, aree per
incontri, servizi di cortesia…

- I servizi ulteriori sono quelli che permettono sia di differenziare il prodotto che di acquisire
nuovi segmenti del mercato, come ad esempio i servizi di Catering oppure di
accompagnamento.

Posti questi servizi di base base possiamo iniziare chiarendo subito quelle che sono le
caratteristiche dell’ospitalità intesa come prodotto elencandone rapidamente i tratti fondamentali
non prima però di aver ricordato l’importanza di alcuni indicatori determinanti: l’ubicazione, la
location, la stagionalità, il numero medio di pernottamenti di transito o di soggiorno, la loro
vocazione preminente cioè la vacanza o di affari e la dimensione.

Esistono diversi fenomeni e qualità che sono importanti definire:


- Prima di tutto è ovvio che la capacità di offerta di una struttura è relativamente fissa perché il
numero delle camere a disposizione non può essere modificato nel breve periodo

- Importante poi è che una camera non venduta implica ovviamente una grande perdita

- Il menagemente è costantemente chiamato a prevedere ed eventualmente anticipare le


aspettative dei clienti

- L’ospitalità è un prodotto che risente dell’instabilità della domanda perché legata ad una
fluttuazione e a diverse variabili.

- La stagionalità è sicuramente uno dei problemi principali

In pratica per avere un’industria alberghiera funzionante si deve agire sul mercato sia per
incrementare il numero di chi utilizza l’albergo al posto di altre forme di accoglienza sia per
aumentare le volte in cui si utilizza il servizio del pernottamento durante un arco di tempo
definito.

Riuscendo a prevedere con la maggiore precisione possibile l’andamento dei flussi di


domanda si possono ottenere due vantaggi:
- Il primo consiste nell’adattare la capacità produttiva per poter soddisfare la domanda nei
periodi di maggior flusso.

- In secondo luogo risulterà più facile gestire la domanda con opportune politiche di marketing
basate sul prodotto, prezzo, immagine, per sostenerla nei periodi di criticità.

È ovviamente fondamentale ricordare che accanto la parte tangibile del servizio, la struttura
dell’albergo, la qualità del cibo del ristorante,… L’ospite valuta anche la componente intangibile
presente quale può essere l’esperienza offerta.
La qualità del processo di erogazione, per quanto riguarda la parte che richiede il contatto diretto
con gli ospiti, è di enorme rilievo nel conteggiare i rapporti costi-benefici.

Le risorse umane sono perciò uno snodo chiave per incrementare la competitività e la
differenziazione dell’impresa alberghiera.

L’evidente disponibilità del personale nei confronti dell’ospite rientra quindi tra i fattori virtuosi che
innalzano il livello di soddisfazione e gradimento della costruzione, ai diversi target e della
clientela occorre infatti erogare dei servizi curati e anche personalizzati.

In sintesi possiamo allora riassumere le fondamentali caratteristiche di fondo dell’industria


alberghiera un settore economico importante:

- Il primo fattore è dato dal fatturato generali del settore alberghiero che per i suoi numeri fa una
delle spine dorsali del settore turistico.

- In secondo luogo l’impresa alberghiera, date le tipologie di sistemazioni offerte, è in grado di


operare con successo in un mercato variegato intercettando, con la sua offerta differenziata, i
diversi flussi di domanda.

- Un terzo aspetto da mettere in risalto è il saldo legame esistente con il territorio-destinazione


turistica da parte di un’impresa che fa della posizione, la location, e della sua proiezione
all’esterno i suoi tratti peculiari.

L’impresa alberghiera quindi è dinamica dato che richiede agli imprenditori del settore di avere
una grande flessibilità supportata da una notevole capacità di innovazione e di adeguamento
all’offerta alle esigenze della domanda.

Tutte le imprese alberghiere perseguono la qualità dei servizi in modo tale da poter rimanere
competitive sul mercato.

Per incentivare la diffusione sul territorio delle imprese alberghiere ovviamente gli interventi per
definire un’offerta adatta ad intercettare questa domanda richiedono la capacità del territorio di
attrarre investimenti unita ovviamente all’adozione di una mentalità gestionale che sia in linea con
le esigenze del mercato.

6. La via dell’Engadina : gli alberghi e le stagioni di St.Moritz


Come abbiamo detto l’importanza degli alberghi è fondamentale infatti sono proprio questo
tipo di imprese che molte volte sono in grado di essere decisive e di essere l’innesco per dare il
via alla strutturazione dei territori per renderli accogliente per i turisti.

Rivolgiamo ora il nostro sguardo al turismo alpino e a quel processo di addomesticamento della
montagna che troverà, nell’area Svizzera del XIX secolo, un convincente scenario apicale.

L’interazione tra il paesaggio alpino e il vocabolario dell’ospitalità daranno inizio ad una serie di
trasformazioni di natura spaziale, storica, sociale ed economica, destinate poi a ricomporsi in un
quadro unitario.

Le aree montane, che saranno rese accessibili grazie all’evoluzione della rete dei trasporti,
diventeranno perciò maggiormente fruibili anche in seguito alla diffusione di nuovi modelli di
ospitalità orientati sia dalla ricerca della comodità che della distinzione sociale.

Lo stretto rapporto tra industria alberghiera e costruzione della destinazione turistica trovo a St.
Moritz un efficace interazione.

Le antiche fonti termali a base di acqua ferruginose presenti nella località furono note fin dal
periodo romano e continuarono ad essere conosciute nel medioevo e poi in età moderna.

A trattare probabilmente per primo delle proprietà delle acque di questo luogo fu Teofrasto
Paracelso che nel 1535 disse: “ colui che berrà questa acqua come medicina otterrà piena salute
e non risentirà più del sasso ne della sabbia e non soffrirà più ne di Gotta ne di dolori reumatici“.

Sappiamo che nei primi decenni dell’ottocento alla sorgente non c’erano né stabilimenti balneari
ne alberghi, fatto che obbligava i curisti a risiedere nel villaggio fluendo però di un’ospitalità
largamente privata.

I prezzi ovviamente data la situazione erano elevati e chi cercava prezzi più bassi doveva
accontentarsi di un servizio scadente e di una sistemazione molto modesta.

Proprio per questi motivi sorse una modesta costruzione, nella fase iniziale la popolazione locale
si tenne però in disparte non condividendo le abitudini sociali di chi usufruiva dell’acqua termale.

Nei primi decenni dell’ottocento la stagione estiva fu quindi un richiamo a fasi alterne fin quando
nel 1831 Flugi impresse il primo passo verso la modernità avviando lo sfruttamento delle otto.

La convenzione stipulata con degli abitanti del villaggio contemplò sia la concessione della
fontana termale per vent’anni che la costruzione di un edificio semplice, comodo ed economico
per svolgervi le attività termali.

L’efficacia curativa attribuita ai bagni termali di questo luogo si diffuse poi grazie agli scritti sia in
tedesco che in italiano di un dottore che riportava analisi chimiche, indicazioni sulle malattie da
curare con Esse e quelle su cui si registravano invece gli effetti contrari.

Con il miglioramento della situazione generale a partire da quella delle strade, si arrivò così ai
primi anni 50 del XIX secolo dove il quadro complessivo parlò allora del bisogno di investire per
far crescere il profitto che si poteva trarre da quella importante risorsa naturale.

Si arrivò così ad un grande tornante decisivo dettato dall’azione di tre famiglie determinato a fare
con gli investimenti consistenti che erano mancati fino ad ora.

Il meccanismo risultò avviato, l’ affluenza crebbe portando con sé la necessità di sempre nuovi
miglioramenti, si trattò di una trasformazione che non tardò ad essere registrata da chi raggiunse
la località termale negli anni seguenti.

Iniziò appunto una serie di miglioramenti come ad esempio nel 1866 l’inizio dell’attività di un hotel.

Considerevole investimenti, prima esterni e poi interni, dimostrarono che le attività turistiche
avevano iniziato ad attrarre flussi di denaro verso il settore dell’ospitalità , infatti successivamente
l’hotel venne ingrandito e rinnovato e soprattutto arricchito di nuovi particolari che potevano
senz’altro solo migliorare la presentabilità di questo luogo.

Negli anni 70 dell’ottocento il valore terapeutico definì l’azione congiunta di due agenti: le acque e
il clima.

A dar lustro a st.Moritz e ad accogliere chi arrivava per consumar degli ozi della villeggiatura
provvede l’albergatore da Badrutt: un interessante figura di imprenditore dell’industria alberghiera
che si rivelò fondamentale per valorizzare la località.

Quest’ultimo iniziò la sua impetuosa carriera nel 1856 prendendo in affitto una pensione che poi
ristrutturò completamente e ampliò aggiungendovi due piani, l’albergo così si presentò come un
posto molto più accogliente e destinato ad un maggior numero di persone.

Fu proprio la vocazione all’ospitalità intesa come impresa che consentì a questa persona di
intraprendere un percorso fatto di coraggio, competenza e attenzione all’innovazione.

Infatti nel 1878 lo incontriamo a Parigi come visitatore, dove, rimasto affascinato dall’elettricità,
decise di far costruire una piccola centralina idroelettrica per illuminare il suo albergo.

Oltre a questo ovviamente l’albergatore inserì nella sua struttura numerose novità come opere
d’arte, servizi vari per gli ospiti e distrazioni eleganti per attrarre sempre più persone.

L’albergatore inoltre ragionò sulla necessità di ampliare il periodo di apertura del suo albergo
per migliorarne sia la redditività economica che l’utilizzo delle risorse umane.

Al fine di raggiungere questo obiettivo l’albergatore fece una scommessa con quattro ospiti inglesi
presenti d’estate all’interno della struttura, a cui disse che se si fossero presentati in inverno e che
se l’albergatore non avesse accolto loro in maniche di camicia gli avrebbe rimborsato oltre il
soggiorno anche il costo del viaggio.

Nel momento in cui questi ultimi arrivarono d’inverno presso questa azienda, questa location,
l’albergatore si presentò fuori dall’albergo aspettandoli in maniche di camicia e da questo
momento (grazie al passa parola ) si diffuse la conoscenza che ci si potesse condurre presso
questa location in tutto il periodo annuale, creando così dei benefici economici apportati dallo
sfruttamento della doppia stagionalità turistica.

Visto il vertiginoso aumento di gente in arrivo presso questa località, in questo contesto di
mutamento si inserì il nuovo grande albergo destinato ad identificarsi con la consolidata idea di
poter sviluppare un’offerta competitiva avvalendosi delle potenzialità date dalla presenza di
un’offerta ricettiva di alto livello.

La scelta di localizzare questa struttura ricettiva vicino al lago fece emergere il valore centrale, per
la competitività di un’impresa alberghiera, della sua posizione rispetto alle attrattive della
destinazione turistica.

Proprio per questo motivo il nuovo albergo aprì nel corso della stagione estiva del 1896 con un
ballo inaugurale e da quel momento venne sempre più frequentato e soprattutto da sempre più
persone.

Proprio allo scadere del XIX secolo l’apertura di questo albergo, autentica icona
dell’ospitalità di lusso internazionale, certifico che la trasformazione di St. Moritz in
destinazione turistica poteva definirsi compiuta.

La componente più dinamica dell’offerta turistica nei mesi invernali vide fiorire il pattinaggio sul
lago ghiacciato favorito dalla presenza di un cielo azzurro e soleggiato.

L’illuminazione elettrica del villaggio, le rappresentazioni teatrali, concerti, conferenze e balli


animavano e soprattutto ampliavano le persone raggiungibili e che soprattutto volevano
raggiungere questo luogo.

Ingenti capitali furono investiti per dotare la località di acque potabili adoperate per le fontane
pubbliche e di seguito negli alberghi e nell’abitazione, un nuovo edificio postale provvede invece
alle necessità di una località in cui la corrispondenza non era di certo di poco conto, banche,
librerie, attività commerciali non mancarono, mentre il telefono permise di comunicare sia
all’interno del territorio che con i principali centri abitati della Svizzera.

Il turismo invernale necessitò di strutture ricreative e sportive determinanti per richiamare gli
ospiti, oltre allo sport praticato su laghi gelati infatti iniziarono a sommarsi piste per lo slittino, lo
sci e infine anche luoghi per praticare, al chiuso, tennis, football, cricket, tiro al piccione e golf.

Da lì a poco ci fu quello che può essere definito come un evento straordinario cioè
l’inversione della stagionalità.

Analizzando la nascita e la diffusione di questo luogo possiamo capire che più che l’improvvisa
esplosione, come si verificò per le già ricordate Homburg e Montecarlo, risulta invece quella di
una graduale trasformazione accompagnata da una costante crescita.

Vista la sempre più grande frequentazione di questo luogo arriviamo ormai nel 900 dove l’elitaria
società internazionale cercò di allontanarsi da quei luoghi in cui, con l’aumento della
frequentazione, la prossimità sociale si era fatta sempre più evidente mimando così lo status delle
classi agiate.

Vennero pertanto concepiti degli alberghi per dare una forma concreta al bisogno di un
aristocratico distacco, che si configurarono come delle vere proprie Oasy del lusso facilmente
identificabili sia per la posizione che per le forme architettoniche.

Nella ricerca dei capitali necessari per realizzare il nuovo albergo lussuoso Ginger si orientò verso
la costruzione di una società in nome collettivo della quale Joseph detiene la quota di
maggioranza (Joseph era un signore che si era lanciato nella progettazione di questi nuovi hotel).

Trovati i fondi innocua. In Questa nuova struttura caratterizzata da uno stile che rimandava al
lusso sfarzoso dei Palace, non si trascurò l’introduzione di tutte le innovazioni tecniche
applicabili a partire dal illuminazione elettrica e dalla presenza di 40 bagni privati per proseguire
con due censori, la suoneria elettrica con la quale gli ospiti potevano chiamare direttamente dalle
loro camere…

Il 15 giugno del 1908 questa struttura venne ufficialmente inaugurata e iniziò ad accogliere i
suoi ospiti.

Le attività degli ospiti presenti nella stagione estiva inclusero le passeggiate, le escursioni, in
barca remi sul lato di seals, le partita a tennis utilizzando i campi dell’albergo… Inoltre essi ebbero
anche la possibilità di raggiungere, a bordo di un battello, il campo da golf.

Inoltre dal Natale del 1924 questa struttura aprì anche nei mesi più freddi sfruttando così al
meglio i positivi effetti impressi alla mobilità dalla maturazione del turismo invernale avvenuta non
solo in questo luogo ma nell’intero spazio alpino.

Ulteriormente entrò in scena in questo luogo un altro imprenditore dell’industria alberghiera


Svizzera: Anton Sebastian bon.

Affascinato dal imprenditoria alberghiera e dalle innovazioni tecniche e architettoniche che sta
sapeva interpretare, affittò un hotel e lo comprò in seguito.

Attento a quelli che oggi definiremmo gli aspetti del marketing esso si recò in giro per tutta
l’Europa a studiare i dettagli delle dimore dei Lord inglesi e dei principi tedeschi, la sua opera
infatti ricordò i castelli della Baviera e le proprietà di campagne inglesi.

Il suo spirito di iniziativa lo condusse presto a mettere al modo un ardito costoso programma di
costruzione di un albergo montano pensato sia per unire il lusso alla familiarità dell’ambiente che
per lasciare agli ospiti grande libertà.

In poche parole egli concepì un moderno resort in grado di assicurare un completo relax da
godere soggiornando in un sontuoso castello immerso nella natura.

Realizzato senza badare a spese l’albergo offrì ai suoi ospiti: 250 camere, 370 letti, 110 bagni,
quest’ultimi furono in un numero altissimo dato che all’epoca l’abitudine era di prevederne
decisamente pochi anche per gli alberghi di livello più elevato.

7. La via del tour operator


A partire dalla prima metà del XIX secolo prese l’avvio un grande processo di trasformazione del
turismo i cui effetti maturi si sarebbero saldamente consolidati nella seconda metà del novecento
configurandosi come turismo di massa.

In questo passaggio storico un ruolo di primo piano lo giocò anche un’impresa di intermediazione:
il tour operator.
Si diffuse l’uso dei voli Charter.
Negli anni del secondo dopo guerra si consolidò così un’integrazione tra l’espansione della
domanda e dell’imprese in grado di soddisfarla.

La svolta che avrebbe aperto le porte a nuove forme di organizzazione di viaggi si verificò nel
secondo dopo guerra e fu generato dalla concomitanza di due fattori: un radicale cambiamento
dell’organizzazione dei trasporti che portò alla comparsa e poi alla rapida diffusione dei voli
charter e l’esplosione del turismo di massa.

Quella che sarà definita come l’industria delle vacanze avrà alla base la necessità di espandersi
geograficamente per inserire nel circuito dei viaggi organizzati nuove mete ancora intatte sulle
quali far convergere investimenti dei grandi tour operator.

La definizione dei tour operator: essa in sintesi è un’impresa che si incarica di programmare,
organizzare e offrire al pubblico viaggi e soggiorni, quindi con il termine “viaggio programmato“ o
“tutto compreso“ si intende quell’insieme prestabilito di almeno due servizi considerati in modo
strettamente correlato che danno vita ad un prodotto finito offerto ad un prezzo forfettario, che
consenta al turista di raggiungere una determinata località o aria, soggiornarvi e usufruirne delle
risorse ambientali presenti.

L’idea di fondo su cui si regge questo tipo di impresa è dunque quella di fornire alla domanda di
attrattive di tipo turistico uno strumento in grado di aiutare il turista a soddisfarla positivamente: il
pacchetto turistico.

I tour operator con la loro struttura specifica creano quindi un beneficio economico tanto ai clienti,
in quanto possono offrire dei pacchetti a prezzi decisamente inferiori rispetto ai soggiorni
individuali, quanto alle imprese, che vendono i servizi prodotti direttamente nelle località di
destinazione.

La riduzione del prezzo del viaggio è determinata dalla riduzione dei costi ottenuta con il ricorso
alle economie di scala.

Accanto a quello economico, ottenuto anche in conseguenza del potere contrattuale del tour
operator nei confronti dei fornitori locali dei beni e servizi, il turista ottiene anche altri consistenti
benefici rispetto al viaggiatore individuale.

Il processo produttivo posta la base del viaggio organizzato offerto dal tour operator si configura
come un’operazione lunga e complessa iniziata con l’analisi delle esigenze della domanda per
proseguire con la conoscenza dei territori.

Le variabili di natura politica, religiosa, climatica, sociale, sanitaria, possono rivelarsi


dell’opportunità da sfruttare oppure delle minacce da prevedere e fronteggiare adeguatamente.

Per tutti questi motivi occorre che il tour operator non dimentichi di mettere in atto un’accurata
operazioni di natura esplorativa della futura destinazione da inserire nella propria offerta.

Trattandosi di costruire e commercializzare un prodotto complesso, nel settore si è naturalmente


andato incontro ad una progressiva settorializzazione dell’attività motivo per cui, riferendosi ai
tour operator, abbiamo una fondamentale distinzione tra:

- Outgoing , Che organizzano viaggi all’estero.

- Incoming, Che offrono tutti servizi necessari ai clienti interessati all’offerta turistica del paese in
cui hanno sede.

Considerando gli outgoing possiamo vedere, all’interno della loro strategia di differenziazione,
alcuni degli elementi chiave determinati per renderli competitivi quali:

- Alto livello qualitativo dei servizi offerti ed elevato prezzo medio

- Capacità di anticipare nel tempo le tendenze del mercato

- Elevato grado di specializzazione su alcuni prodotti-destinazione dove collocarsi imposizione


leader

- Elevata immagine di prodotto e consolidato immagine dell’impresa

La possibilità di scegliere, se pur rimanendo all’interno di un offerta commercializzata da un tour


operator, ha permesso alla domanda di poter avere a disposizione un ventaglio di prodotti
differenti.

Per fare questo l’impresa di intermediazione seleziona servizi in modo tale da poter offrire uno
stile di vacanza in grado di soddisfare la domanda di un’esperienza unica e in linea con le attese
di chi la sceglie.

Lodge e Piccoli resort possono perciò attrarre chi è alla ricerca di una vacanza rilassante ed
intima mentre invece tarati sulla formula all inclusive sono i villaggi, dove la vacanza è dinamica,
arricchita però dalle escursioni, da trascorrere in compagnia degli animatori.

Anche in questo caso il fattore dell’intangibilità è una caratteristica che si affianca a quella della
soggettività dell’esperienza del turista data dal suo approccio, irripetibile, con: il territorio, i
compagni di viaggio, le persone chiamate di interagire con lui nelle diverse fasi del consumo dei
servizi…

Nell’Europa del secondo dopo guerra sarebbe toccato alle innovazioni introdotte da altri
imprenditori modificare ancora una volta il modo di spostarsi , infatti da lì a pochi decenni il
viaggiare diventerà non solo un rituale collettivo, ma soprattutto un bisogno da soddisfare.

Per dare delle risposte alle variegate esigenze dei viaggiatori il mercato del turismo ha trovato
nell’evoluzione del trasporto aereo il mezzo più efficace per aumentare esponenzialmente l’offerta
di mobilità abbattendo drasticamente i costi grazie all’impiego di voli a domanda o charter: aerei
interamente noleggiati da un tour operator per coprire una o più tratte prescelte ad un prezzo
inferiore rispetto ad un volo di linea regolare.

In questo modo il tour operator sfrutta al massimo la capacità di trasporto di passeggeri in modo
tale da ridurre l’incidenza dei costi del trasferimento nell’ambito del pacchetto turistico.

Facendo ricorso al volo charter si introdusse quindi un nuovo fattore di sviluppo che portò alla
costruzione di pacchetti turistici includenti il trasferimento in aereo accanto ai servizi in loco, in
pratica a partire dagli anni 60 si andava ormai distinguendo nettamente la struttura imprenditoriale
che il viaggio lo organizzava, il tour operator, da quello che lo doveva commercializzare: l’agenzia
di viaggio.

Negli anni 50-60 del 900 si manifestò una seconda rivoluzione nell’industria turistica che ebbe
anche l’effetto di ridefinire lo status del turista: un attore sociale vincolato da precise norme
comportamentali e da un modo di agire codificato in un complesso di azioni attese che ne
costituiscono il ruolo sociale.

Questa pratica turistica di massa consentì però di diventare attori del processo turistico ad una
percentuale molto elevata della popolazione dei paesi generatori dei flussi.

In pieno miracolo economico sarà la genialità di un imprenditore che operava nella vendita per
corrispondenza e nella grande distribuzione ad innovare il viaggio , cioè Joseph Neckrrmann.
Quest’ultimo riuscì infatti ad abbassare i costi aumentando al massimo le vendite di un
prodotto totalmente ripensato: riduzione del prezzo dei pacchetti, nuovi canali per ampliarne la
distribuzione, uso esclusivo dei voli charter, imposizioni di località nuove puntando sulla forza del
catalogo per ottenere la fiducia dei clienti.

Rimanendo sul discorso relativo ai tour operator è giunto il momento di volgere lo sguardo alla
situazione italiana, che registrò un ritardo nella diffusione delle imprese degli operatori di viaggio.

Ricordiamo infatti che nel nostro paese le prime agenzie viaggi si affermarono a Milano nel 1878 e
a Roma, mentre nel 1912 a Torino poi dopo una fase di espansione nel 1927 e verrà creata la Cit e
sarà necessario per ulteriori sviluppi attendere il 1947 dove rispettivamente a Milano e a Cuneo
nasceranno hotel Plan Italia e Alpitour.

Il viaggio nel mondo di milioni di abitanti della penisola condotti tranquillamente in località da
sogno iniziò come detto a Cuneo nel 1947 quando Lorenzo Isoardi costituì Alpi: ufficio di viaggi e
turismo.

Con il passare degli anni anche in Italia si fece spazio una nuova filosofia del movimento , infatti
pochi anni più tardi gli italiani si sarebbero imbarcati su voli charter: anche per loro era
incominciata l’era del turismo di massa.

Furono proprio l’organizzazione e l’assistenza del turista dalla partenza al ritorno che resero il
viaggio Alpitour una comoda e confortevole vacanza.

8. La via del mare


Se il viaggio per mare si sviluppa con la storia stessa dell’umanità, l’idea di crociera è
decisamente più recente in quanto è nata a partire dagli anni 60 del 900.

Fino all’ottocento infatti muoversi in nave era dettato, al di là del viaggio in oriente, più da
necessità economiche o militari.

Più della velocità inizio a contare sempre di più l’atmosfera a bordo dei piroscafi che
solcavano l’Atlantico: una settimana di gala, una festa itinerante, in cui si mescolavano
aristocratici europei e ricchi americani, star del cinema e glorie letterarie.

Periodi di crisi, causati dei conflitti mondiali, non interruppero i viaggi atlantici che proseguirono
fino agli anni 60.

Lo sviluppo del settore delle linee da crociera apparve come una risposta delle compagnie
marittime a questa svolta epocale nel modo di viaggiare: una risposta che sostituì, attraverso
una ristrutturazione del settore è un rapido sviluppo, avvenuto negli anni 70-80 del 900, alla
tradizionale idea del viaggio in nave come trasporto da una località all’altra quella dello
spostamento fine a se stesso effettuato in un complesso turistico galleggiante.

Per ottenere tale conversione del viaggio per mare le imbarcazioni stesse si modificarono
seguendo la nuova concezione e si adattarono sia a soddisfare un nuovo bisogno espresso
dall’esigenza di una domanda turistica che per essere lo strumento, l’impianto, la struttura
necessaria per ottenere un nuovo prodotto: la crociera.

La trasformazione delle navi avvenne tra gli anni 60-70: sparì la distinzione in classi, sostituita da
quella tra ponti (superiori e inferiori) e tra cabine (interne, prive di oblò ed esterne) fino ad arrivare
alla suite.

Invece della velocità acquistò importanza la scelta dell’itinerario e degli scali intermedi,
soprattutto in un’ottica turistica, in aree geografiche attrattive come ad esempio il Mediterraneo e i
Caraibi .

Di una vera e propria svolta si iniziò a parlare partendo dal mercato americano con la creazione,
nel 1970 della Cruise lines International association per proseguire con:

- La distribuzione del prodotto attraverso una maggiore sensibilizzazione dell’agenzia di viaggi

- L’uso della formula tutto incluso

- Aggiungendo poi al pacchetto crociera il volo, fly e Cruise, ampliò così le potenzialità
dell’offerta di un prodotto sempre più concepito per intercettare i nuovi segmenti di domanda.

Nacque così un prodotto incentrato su navi del divertimento e dunque non più impianti solo extra-
lusso dedicati ad una domanda di nicchia.

Dagli anni 80 del 900 si verificò quindi la trasformazione della crociera da un prodotto
dell’Elitè ad un prodotto Mass market.

Nuovi concetti di divertimento, di attività a bordo e nei porti di scalo, dovevano stimolare
segmenti di domanda sempre più giovani e con un reddito medio, affiancando così i tradizionali
segmenti composti da persone in età anziana e con le notevoli disponibilità finanziarie senza
dimenticare le famiglie e i loro bambini, che costituiscono oggi uno dei segmenti più importanti
dell’attività croceristica.

Più in dettaglio possiamo definire il prodotto croceristico come una somma di servizi articolati
in un nucleo centrale, costituito dal servizio di trasporto e dei servizi alberghieri erogati sulla
nave, e una serie di altri elementi periferici che sono presenti in ciascun prodotto in modo
diverso e con differenti livelli qualitativi: l’area geografica traversata, le caratteristiche della nave,
l’itinerario percorso, la varietà delle visite ed escursioni proposte, le attività ricreative organizzate a
bordo…

La crociera si pone come uno stile di vacanza nuovo, un nuovo turismo con la facilità di fidelizzare
il cliente, trasformandolo in un frequent Cruiser, fedele al tipo di prodotto anche se non
necessariamente alla stessa compagnia, perché stimolato dal desiderio di conoscere inedite rotte
e imbarcazioni innovative.

Il porto, ma sostanzialmente le località visitabili con un’escursione, costituiscono uno dei


fondamentali fattori di attrattività che contribuiscono a definire la composita offerta dell’impresa
croceristica e quindi di uno degli elementi principali su cui si fonda il processo di scelta da parte
del potenziale cliente del prodotto crociera.

Nella definizione dell’offerta sono infatti coinvolti diversi attori, aziende portuali e amministrazioni
locali, che interagendo con le compagnie devono cogliere L’opportunità di crescita, per lo scalo e
il territorio, che deriva dall’attività croceristica.

Per un porto, l’essere scelto come home port da una impresa del settore comporta una serie di
benefici!!

Determinante è quindi il coinvolgimento dei vari settori della pubblica amministrazione nella
predisposizione delle infrastrutture portuali necessarie, dei trasporti, collegamenti con aeroporti,
stazioni ferroviarie e autostrade, strutture ricettive e commerciali.

La crociera che è una vacanza in qualche modo unica interagisce strettamente con i territori
localizzati nell’area geografica interessata dando delle notevoli possibilità di sviluppo.

Risulta quindi determinante per rendere un porto appetibile ad essere scalo l’investire in strutture
di imbarco pensate appositamente per il settore, accoglienti e funzionali.

Proprio le tappe della crociera poste lungo l’itinerario percorso dalla nave individuano
l’aspetto che più ci interessa prendere in considerazione.
Le attrattive, naturali ed artificiali, offerte dal percorso costituiscono infatti una delle componenti
fondamentali di differenziazione del prodotto croceristico e allo stesso tempo incentivano la
clientela a permanere in una determinata località oppure anche solo a visitarla con conseguenti
benefici economici a tutta l’area.

L’offerta delle escursioni è un elemento che orientano domanda nella scelta delle crociere al posto
di altri prodotti turistici e allo stesso tempo soprattutto per i Port of call rappresenta la vera e
propria ricchezza che arriva dal mare: semplice shopping nelle vie adiacenti il porto, domanda di
tour organizzati all’agenzia incoming locali, stimolando così una discreta offerta.

L’insoddisfazione del crocerista acquista un effetto negativo duplice: una macchia sulla crociera
diventa fattore ben più grave, un danno, spesso irrecuperabile, per l’immagine del territorio.

Un’escursione scarsamente interessante, affidata a personale non qualificato e demotivato,


finisce per trasmettere un’immagine piatta, poco intrigrante e spesso negativa del territorio,
perché legata solo allo shopping, nel quale si vuole coinvolgere ad ogni costo il crocerista,
incapace di suscitare il desiderio di un altro viaggio.

In sintesi quindi se il crocerista al termine del viaggio deciderà di tornare in una delle località
visitate baserà la sua scelta su quanto le attrattive scelte gli avranno comunicato nelle poche ore
trascorse a terra prima di tornare nello spazio principale della sua vacanza multidestinazionale: la
nave!

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