Professional Documents
Culture Documents
detrazioni fiscali
Sommario
Le detrazioni e gli incentivi fiscali messi a disposizione del contribuente ................................................... 2
1.1 Interventi di recupero del patrimonio edilizio ................................................................................................. 4
1.2 Interventi di riduzione del rischio sismico, il sisma bonus ........................................................................ 12
1.3 Bonus arredo ................................................................................................................................................................ 18
1.4 Bonus verde .................................................................................................................................................................. 21
1.5 Interventi di risparmio energetico ...................................................................................................................... 24
1.6 Conto termico .............................................................................................................................................................. 40
1.7 Iva agevolata ................................................................................................................................................................ 48
1.8 Quadro sinottico riepilogativo .............................................................................................................................. 52
Le detrazioni e gli incentivi fiscali messi a disposizione del
contribuente
Le detrazioni fiscali per gli interventi di ristrutturazione della casa sono un argomento di
competenza principalmente dei commercialisti. Ma se questo è un aspetto innegabile, lo sono allo
stesso modo anche altri due punti:
il primo riferimento per un committente che affronta questi argomenti è senza dubbio il
tecnico che lo sta accompagnando in tutto il processo di ristrutturazione;
accedere alle detrazioni fiscali richiede sempre di eseguire nel modo corretto anche (e
soprattutto) tutte le pratiche edilizie legate alla ristrutturazione.
Quindi, a fronte di queste considerazioni, risulta fondamentale anche per il progettista avere chiari
almeno gli elementi basilari delle detrazioni fiscali e in particolare tutti i parametri e le procedure
che deve rispettare per non rischiare di doversi scontrare con committenti a cui sono state negate
o revocate.
In questo capitolo faremo una panoramica generale sull’argomento, senza la pretesa di trattarlo
nella sua completezza, in modo tale comunque da fornire tutte le nozioni di base necessarie per
avere un quadro completo. In particolare affronteremo i seguenti argomenti:
1‐ Quali sono le detrazioni/incentivi fiscali messi a disposizione
2‐ Quali sono le opere che incentivate
3‐ A quali requisiti deve rispondere la progettazione
4‐ Come devono essere realizzate le pratiche edilizie
Naturalmente tutti gli argomenti saranno affrontati con particolare attenzione alle casistiche
legate alla ristrutturazione della casa. Da questo punto di vista il compito ci viene facilitato anche
dal fatto che le detrazioni fiscali sono pensate principalmente per la riqualificazione residenziale.
La disciplina fiscale mette a disposizione del contribuente i seguenti sistemi di incentivo legati alla
ristrutturazione della casa:
interventi di recupero del patrimonio edilizio (art. 16‐bis del TUIR)
interventi di riduzione del rischio sismico (art. 16, comma 1‐bis del D.L. 63/2013)
bonus arredo (art. 16, comma 2 del D.L. 63/2013)
bonus verde (art.1, commi 12, 13, 14, 15 Legge 205/2017
interventi per il risparmio energetico (legge 296/2006)
conto termico (decreto 28/12/2012)
iva agevolata (d.P.R. 633/72 e L. 191/2009)
Come vedremo a breve i primi tre incentivi sono strettamente legati tra loro, in particolare il
bonus arredo a cui non si può accedere se non viene effettuato un intervento edilizio
sull’immobile che non sia agevolabile secondo i primi due incentivi.
Questi incentivi, come quello legato agli interventi per il risparmio energetico, sono sotto forma di
detrazioni fiscali sulle tasse IRPEF (o in alcuni casi anche IRES) che il contribuente deve pagare e
vengono spalmati su più periodi di imposta.
Il Conto Termico invece, sebbene non molto conosciuto e diffuso, è di natura differente rispetto ai
precedenti: infatti non si tratta di una detrazione fiscale, ma di un rimborso per le spese sostenute
che viene corrisposto a chi decide di usufruirne e tramite gli interventi che compie raggiunge
determinati parametri.
1.1 Interventi di recupero del patrimonio edilizio
Le detrazioni fiscali relative agli interventi di recupero del patrimonio edilizio sono state
introdotte per la prima volta con la legge 449/1997.
Originariamente dovevano durare solo due anni (1998 e 1999), ma sono state prorogate di anno in
anno per entrare definitivamente a regime nel 2012. Il decreto‐legge n. 201 del 6 dicembre 2011,
cosiddetto manovra salva Italia, ha infatti introdotto l’articolo 16‐bis nel TUIR (Testo Unico delle
Imposte sui Redditi), relativo a “Detrazione delle spese per interventi di recupero del patrimonio
edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici”.
Pertanto il riferimento di legge principale per tutto quanto attiene alla detrazione di cui stiamo
parlando in questo paragrafo è l’articolo appena citato. Nonostante ciò gli aspetti che andremo ad
approfondire in questa e nelle successive parti del capitolo derivano dalla lettura combinata di più
leggi e soprattutto di molteplici provvedimenti e circolari dell’Agenzia delle Entrate.
Le detrazioni previste nell’articolo 16‐bis del TUIR sono in misura differente da quelle attualmente
in vigore: infatti la legge prevede una detrazione del 36% su un limite massimo di spesa di 48.000
€, ma già nel 2012, pochi mesi dopo l’entrata a regime delle detrazioni per il recupero del
patrimonio edilizio, queste sono state alzate al 50% su un limite massimo di spesa di 96.000 €. Tali
limiti dovevano essere limitati al solo 2012, ma da allora sono stati prorogati di anno in anno con
le leggi di bilancio che si sono susseguite.
Attualmente sono state prorogate fino al 31 dicembre 2018 con la legge di bilancio 2018, L.
205/2017, art. 1, comma 3, lettera b.
1.1.1 Immobili che possono usufruirne
Questa tipologia di detrazione è dedicata esclusivamente agli immobili residenziali e alle relative
pertinenze, oltre che alle loro parti comuni. Gli immobili devono essere esistenti, cioè iscritti al
catasto, e devono pagare regolarmente l’IMU.
Possono usufruire dell’agevolazione anche gli immobili utilizzati promiscuamente, cioè in cui si
eserciti anche attività di lavoro autonomo o impresa. In questo specifico caso la detrazione viene
dimezzata. Un esempio di questa fattispecie sono i bed&breakfast.
Una nota sulle pertinenze incluse nella detrazione a cui abbiamo accennato poco sopra. Per
definirle compiutamente bisogna fare riferimento all’articolo 817 del codice civile:
“sono pertinenze le cose destinate in modo durevole a servizio o ornamento di un’altra cosa.”
Quindi, a titolo di esempio, una pertinenza può essere tanto un box auto quanto un giardino.
Come evidenziato nella risoluzione 14/E del 2005 dell’Agenzia delle Entrate, anche il sottotetto che
viene recuperato ai fini abitativi può usufruire di questa detrazione fiscale, anche nel caso in cui
originariamente sia accatastato con destinazione diversa da quella residenziale (i nuovi sottotetti
devono essere accatastati come C/2 se non abitabili). Requisiti fondamentali sono però che dopo i
lavori venga ri‐accatastato con destinazione abitativa e che si trovi a copertura di un edificio con
prevalente destinazione abitativa.
Un’ultima nota relativa agli interventi agevolabili, sebbene non ricada specificamente nel campo di
interesse della ristrutturazione della casa: rientrano in questa misura anche l’acquisto o
costruzione di box auto o di posto auto pertinenziale.
1.1.2 Soggetti che possono usufruirne
Possono accedere alle detrazioni fiscali di cui all’articolo 16‐bis del TUIR i contribuenti che
“possiedono o detengono, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile sul quale sono effettuati gli
interventi”.
Chi possiede è il proprietario, il nudo proprietario, l’usufruttuario, etc. Chi detiene è l’inquilino, il
comodatario, etc.
Inoltre la circolare 57/1998 dell’Agenzia delle entrate precisa che sono i soggetti passivi IRPEF
quelli che possono fruire della detrazione. Quindi le persone fisiche. In realtà, sempre la medesima
circolare specifica che anche alcune tipologie di società possono usufruire della detrazione.
Se le spese sono sostenute da più soggetti possono essere portate in detrazione da tutti,
naturalmente esclusivamente per la parte di loro competenza. In sostanza una somma non può
essere portata due volte in detrazione ma solo per la quota di spesa realmente sostenuta dal
soggetto.
Possono portare in detrazione le spese anche i familiari (coniuge, parenti entro il terzo grado e
affini entro il secondo grado – art. 5 TUIR) anche se non hanno diritti reali sull’immobile, purché
conviventi del possessore/detentore del diritto e partecipanti alla spesa.
Con risoluzione n. 64 del 28 luglio 2016 dell’Agenzia delle Entrate può usufruire della detrazione
anche il convivente di fatto non familiare del possessore/detentore dell’immobile.
1.1.3 Le opere che possono essere detratte
Arriviamo alla parte centrale per quanto ci riguarda: cioè le opere che possono essere detratte.
È il comma 1 dell’articolo 16‐bis del TUIR a fornirci un elenco di tali interventi:
a) Di cui alle lett. a) b), c) e d) dell'articolo 3 del decreto del presidente della
repubblica 6 giugno 2001, n. 380 effettuati sulle parti comuni di edificio
residenziale di cui all'articolo 1117 del codice civile;
b) Di cui alle lettere b), c) e d) dell'articolo 3 del decreto del presidente della
repubblica 6 giugno 2001, n. 380 effettuati sulle singole unità immobiliari
residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali, e sulle loro
pertinenze;
d) Relativi alla realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali anche
a proprietà comune;
g) Relativi alla realizzazione di opere finalizzate alla cablatura degli edifici, al
contenimento dell'inquinamento acustico;
j) Di bonifica dall'amianto e di esecuzione di opere volte ad evitare gli
infortuni domestici.
Gli interventi che, nella maggior parte dei casi, risultano più attinenti alla ristrutturazione della
casa sono quelli che rientrano nella lettera b) dell’elenco (manutenzione straordinaria, restauro e
risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia). Si faccia riferimento ai capitoli 2 e 7 del libro
“Procedure per le ristrutturazioni edilizie residenziali”, di cui la presente appendice fa parte, per un
approfondimento delle opere rientranti nelle tre categorie di intervento richiamate. Evidenziamo
che gli interventi di manutenzione ordinaria non sono agevolabili ad eccezione di quelli eseguiti
sulle parti comuni di un edificio (lettera a del precedente elenco).
Risulta comunque utile approfondire alcuni aspetti degli interventi sopra elencati, che potrebbero
non essere del tutto chiari nella formulazione dell’articolo 16‐bis:
Gli interventi per favorire la mobilità interna ed esterna all’abitazione (e) non hanno una
precisa definizione. Gli aspetti che emergono dalla circolare esplicativa 13/2001 dell’ADE
sono che ci stiamo riferendo ad interventi di tipo edile e non di semplice acquisto di
strumentazione.
Le misure di prevenzione degli illeciti di terzi (f) sono quelle che servono per prevenire atti
illeciti. A mero titolo esemplificativo rientrano in questa tipologia di interventi
l’installazione (o sostituzione) di cancellate o recinzioni murarie, di grate sulle finestre,
porte blindate, rilevatori di apertura e di effrazione, fotocamere collegate con centri di
vigilanza.
Tra le opere finalizzate al contenimento dell’inquinamento acustico (g) ad esempio
rientrano la sostituzione degli infissi, ma non ne viene dato un elenco completo degli
interventi (cfr. circolare 57/1998). In questo specifico caso è necessario acquisire “idonea
documentazione” che dimostri il raggiungimento di determinati requisiti, come una scheda
tecnica del produttore.
Sugli interventi di risparmio energetico (h) invece dobbiamo spendere qualche parola in più.
Abbiamo già detto che non sono quelli relativi alla riqualificazione energetica (disciplinata dalla L.
296/2006) e rispondono a caratteristiche differenti.
Per comprendere quali interventi rientrano nella tipologia di cui alla lettera h possiamo fare
riferimento a quanto riportato nell’articolo 1 del d.m. 15 febbraio 1992 (“Agevolazioni fiscali per il
contenimento dei consumi energetici negli edifici”):
b) opere di coibentazione di reti di distribuzione di fluidi termovettori;
c) impianti di climatizzazione e/o produzione di acqua calda sanitaria
utilizzanti pannelli solari piani;
d) impianti che utilizzano pompe di calore per climatizzazione ambiente e/o
produzione di acqua calda sanitaria;
e) impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica;
f) generatori di calore che, in condizione di regime, presentino un rendimento,
misurato con metodo diretto, non inferiore al 90%;
g) generatori di calore che utilizzino come fonte energetica prodotti di
trasformazione di rifiuti organici e inorganici o di prodotti vegetali a condizione
che, in condizione di regime, presentino un rendimento, misurato con metodo
diretto, non inferiore al 70%;
h) apparecchiature per la produzione combinata di energia elettrica e calore a
condizione che il fattore di utilizzo globale del combustibile non sia inferiore al
70%;
n) sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua alimentati a combustibile;
o) sorgenti luminose aventi un’efficienza maggiore o uguale a 50 Lumen/Watt,
nel limite massimo annuo di una sorgente luminosa per vano dell’unità
immobiliare. »
Evidenziamo un aspetto che emerge da questo elenco: a differenza di quello che vedremo per
l'eco‐bonus in questo caso non vengono riportati specifici requisiti prestazionali da raggiungere
per poter accedere alle detrazioni.
Tra gli interventi incentivabili ricadenti in questa fattispecie dobbiamo includere anche il
climatizzatore inverter a pompa di calore in classe energetica A (il classico climatizzatore da
ambienti), come specificato nelle f.a.q. dell’Agenzia delle Entrate.
Per avere un ulteriore elenco degli interventi agevolabili con puntualizzazione delle singole opere,
è possibile fare riferimento a quello pubblicato nella guida alle agevolazioni per le ristrutturazioni
edilizie messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, il cui ultimo aggiornamento risale a
settembre 2017. Tale guida è reperibile sul sito dell’Agenzia al seguente indirizzo:
http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/content/nsilib/nsi/agenzia/agenzia+comunica/prodotti+ed
itoriali/guide+fiscali/agenzia+informa
1.1.4 Le spese che possono essere detratte
Oltre a tutti i costi relativi all’esecuzione dei lavori, possono essere detratte anche le spese
sostenute per:
progettazione, direzione lavori e tutte le altre prestazioni professionali
l’IVA, l’imposta di bollo e i diritti
gli oneri di urbanizzazione (p.e. per le ristrutturazioni edilizie)
tutti gli altri costi inerenti agli interventi realizzati
1.1.5 Gli adempimenti necessari per accedere correttamente alle detrazioni fiscali
Gli adempimenti necessari sono contenuti nel decreto del Ministero delle finanze n.41 del 18
febbraio 1998 (Regolamento in materia di detrazioni per le spese di ristrutturazione edilizia).
Viene richiesta l’acquisizione e conservazione di documentazione di vario tipo oltre a venire
disciplinata la metodologia di pagamento dei lavori:
1. deve essere acquisita e presentata la necessaria documentazione edilizia per realizzare
l’intervento. Quindi devono esserci una CILA, una SCIA o un PDC se necessari.
Come abbiamo visto nell’elenco dei paragrafi precedenti non tutte le opere che possono
essere detratte richiedono la presentazione di una pratica edilizia, come ad esempio la
sostituzione degli scaldaacqua. In questi casi è necessaria un’autocertificazione da parte
del contribuente;
2. notifica preliminare all’ASL prima dell’inizio dei lavori nel caso in cui sia necessaria (cfr.
capitolo 6 sulla sicurezza). Come abbiamo già detto, nella quasi totalità delle Regioni, la
notifica preliminare deve essere inoltrata anche all’Ispettorato del Lavoro;
3. fatturazione di tutte le spese che devono essere portate in detrazione. Per le spese che
non possono essere fatturate, come ad esempio gli oneri di segreteria richiesti dagli uffici
tecnici per l’istruttoria delle pratiche, è sufficiente la ricevuta di pagamento;
4. pagamento con bonifico bancario o postale. In questo caso bisogna utilizzare il modello
messo a disposizione specificamente per le detrazioni fiscali.
Il bonifico deve essere compilato con particolare attenzione infatti devono essere indicati
chiaramente il riferimento alla detrazione a cui si sta accedendo, in questo caso l’articolo
16‐bis del d.P.R. 917/1986 (è il TUIR), il codice fiscale della persona che effettua il bonifico
(e che quindi beneficerà della detrazione) e la partita Iva del soggetto a cui è effettuato il
pagamento.
N.B.: la circolare 43 del 18 novembre 2016 dell’ADE ha chiarito che le spese possono essere
pagate anche con bonifico ordinario purché il beneficiario del bonifico rilasci una
dichiarazione sostitutiva di aver correttamente contabilizzato tali somme.
Questa è la documentazione basilare da acquisire, conservare ed esibire in caso di richiesta di
verifica. Vi sono poi alcuni documenti che non sono sempre necessari ma nel caso in cui lo fossero
devono essere conservati ed esibiti su richiesta:
l’avvenuta variazione catastale
ricevute di pagamento dell’IMU
dichiarazione di consenso da parte del possessore dell’immobile (nel caso in cui i lavori
siano fatti dal detentore)
La legge di stabilità 2018 ha introdotto una novità rispetto agli adempimenti da effettuare per gli
interventi agevolabili rientranti nel risparmio energetico (lettera h dell’elenco di cui all’articolo 16‐
bis del TUIR).
All’articolo appena citato viene aggiunto infatti il comma 2‐bis che recita così:
«al fine di effettuare il monitoraggio e la valutazione del risparmio energetico
conseguito a seguito della realizzazione degli interventi di cui al presente
articolo, in analogia a quanto già previsto in materia di detrazioni fiscali per la
riqualificazione energetica degli edifici, sono trasmesse per via telematica
all’ENEA le informazioni sugli interventi effettuati. L’ENEA elabora le informazioni
pervenute e trasmette una relazione sui risultati degli interventi al Ministero
dello sviluppo economico, al Ministero dell’economia e delle finanze, alle regioni
e alle provincie autonome di Trento e Bolzano, nell’ambito delle rispettive
competenze territoriali»
Nella sostanza introduce anche per gli interventi di risparmio energetico agevolati ai sensi
dell’articolo 16‐bis del TUIR l’obbligo di effettuare una comunicazione, con l’invio telematico dei
dati, come previsto per le agevolazioni del cosiddetto Eco‐Bonus, di cui parleremo a breve, per le
quali la comunicazione è sempre stata obbligatoria.
Attualmente però non sono state fornite linee guida in merito alle modalità con cui le
comunicazioni ai sensi dell’articolo 16‐bis del TUIR dovranno essere effettuate e nemmeno quali
dati dovranno essere comunicati.
Rimane comunque chiaro il fatto che gli interventi per il risparmio energetico che verranno
agevolati ai sensi del presente articolo non richiedono il raggiungimento di specifici valori come
invece avviene per l’Eco‐bonus.
1.1.6 Regime di detraibilità
Vediamo come è possibile detrarre le spese e alcuni aspetti di cui il committente dei lavori di
ristrutturazione deve essere consapevole prima di decidere se sfruttare o meno questa misura di
agevolazione fiscale.
Abbiamo già detto che il limite di spesa massimo agevolabile è pari a 96.000 € e l’agevolazione è
del 50%. Quindi possono essere portati in detrazione fino ad un massimo di 48.000 € per unità
immobiliare.
Tale somma deve essere ripartita in 10 quote annuali.
Siccome le spese possono essere sostenute in più periodi fiscali diversi, come ad esempio per
lavori che vengono eseguiti a cavallo tra due anni, ai fini del calcolo delle somme da detrarre si
utilizza il cosiddetto criterio di cassa. Cioè possono essere portate in detrazione solo le spese
realmente sostenute durante l’anno.
Questo non significa che, in relazione ad un unico intervento edilizio spalato su più anni, il limite di
spese detraibili possa essere calcolato su 96.000 € ogni anno. Tale somma è relativa alle spese
complessive sostenute per unità immobiliare e relative pertinenze, all’interno di un unico
procedimento edilizio.
L’aspetto importante da sottolineare è che la detrazione a cui il contribuente ha diritto non va a
formare “credito di imposta”. Cioè se la detrazione risulta maggiore rispetto alla tassazione ai fini
IRPEF che il contribuente deve pagare in un determinato anno, la quota non sfruttata di
detrazione per quello specifico anno viene persa.
Ultimo aspetto da evidenziare è la non possibilità di cumulare tale detrazione con altre
agevolazioni: in sostanza la medesima somma spesa non può essere portata in detrazione due
volte. Questo caso potrebbe verificarsi, ad esempio, se viene effettuato un intervento di
efficientamento energetico consistente nella sostituzione degli infissi: le somme spese potrebbero
essere portate in detrazione sia come ristrutturazione edilizia (art. 16‐bis) sia come
efficientamento energetico (legge 296). In questo caso bisogna scegliere a quale delle due
detrazioni aderire.
Risulta invece possibile, all’interno di un unico procedimento edilizio, detrarre ad esempio le spese
per opere come la demolizione e il rifacimento dei muri interni (manutenzione straordinaria)
applicando l’articolo 16‐bis del TUIR sulla ristrutturazione, e contemporaneamente la sostituzione
degli infissi, applicando in questo caso la legge 296/2006 sul risparmio energetico. In tal caso è
necessario suddividere e contabilizzare correttamente le spese sostenute.
1.2 Interventi di riduzione del rischio sismico, il sisma bonus
Come abbiamo già accennato gli interventi che rientrano in questa particolare tipologia di
agevolazione sono disciplinati nell’articolo 16‐bis del TUIR, che abbiamo analizzato nel paragrafo
precedente.
Ci stiamo riferendo agli interventi di cui al comma 1, lettera i):
Rispetto alle previsioni introdotte originariamente dall’articolo 16 del d.l. 63/2013, la Legge di
Bilancio 2017 ha disposto ulteriori e sostanziali modifiche nell’articolo 1, comma 2.
Le disposizioni attualmente in vigore prolungano tale incentivo fino a tutto il 2021, ampliando le
tipologie di immobili che possono accedervi e rimodulando la detrazione in base a specifici casi.
Di seguito riportiamo il testo attualmente in vigore dell'articolo 16 del d.l. 63/2013, per le parti
relative al sisma‐bonus, comprensivo delle ultime modifiche:
«Articolo 16 ‐ Proroga delle detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione
edilizia e per l’acquisto di mobili
[…]
1‐bis. Per le spese sostenute dal 1º gennaio 2017 al 31 dicembre 2021 per gli
interventi di cui all’articolo 16 ‐ bis , comma 1, lettera i) , del testo unico di cui al
decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, le cui
procedure autorizzatorie sono iniziate dopo la data di entrata in vigore della
presente disposizione, su edifici ubicati nelle zone sismiche ad alta pericolosità
(zone 1 e 2) di cui all’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274
del 20 marzo 2003, pubblicata nel supplemento ordinario n. 72 alla Gazzetta
Ufficiale n. 105 dell’8 maggio 2003, riferite a costruzioni adibite ad abitazione e
ad attività produttive, spetta una detrazione dall’imposta lorda nella misura del
50 per cento, fino ad un ammontare complessivo delle stesse spese non superiore
a 96.000 euro per unità immobiliare per ciascun anno. La detrazione è ripartita in
cinque quote annuali di pari importo nell’anno di sostenimento delle spese e in
quelli successivi. Nel caso in cui gli interventi di cui al presente comma realizzati
in ciascun anno consistano nella mera prosecuzione di interventi iniziati in anni
precedenti, ai fi ni del computo del limite massimo delle spese ammesse a fruire
della detrazione si tiene conto anche delle spese sostenute negli stessi anni per le
quali si è già fruito della detrazione;
1‐ter . A decorrere dal 1º gennaio 2017 e fi no al 31 dicembre 2021, le
disposizioni del comma ‐bis si applicano anche agli edifici ubicati nella zona
sismica 3 di cui all’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del
20 marzo 2003, pubblicata nel supplemento ordinario n. 72 alla Gazzetta
Ufficiale n. 105 dell’8 maggio 2003.
1‐quater . Qualora dalla realizzazione degli interventi di cui ai commi 1‐bis e 1‐ter
derivi una riduzione del rischio sismico che determini il passaggio ad una classe di
rischio inferiore, la detrazione dall’imposta spetta nella misura del 70 per cento
della spesa sostenuta. Ove dall’intervento derivi il passaggio a due classi di
rischio inferiori, la detrazione spetta nella misura dell’80 per cento. Con decreto
del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, da adottare entro il 28 febbraio
2017, sentito il Consiglio superiore dei lavori pubblici, sono stabilite le linee guida
per la classificazione di rischio sismico delle costruzioni nonché le modalità per
l’attestazione, da parte di professionisti abilitati, dell’efficacia degli interventi
effettuati.
1‐quinquies. Qualora gli interventi di cui al comma 1‐quater siano realizzati sulle
parti comuni di edifici condominiali, le detrazioni dall’imposta di cui al primo e al
secondo periodo del medesimo comma 1‐quater spettano, rispettivamente, nella
misura del 75 per cento e dell’85 per cento. Le predette detrazioni si applicano su
un ammontare delle spese non superiore a euro 96.000 moltiplicato per il
numero delle unità immobiliari di ciascun edificio. Per tali interventi, a decorrere
dal 1º gennaio 2017, in luogo della detrazione i soggetti beneficiari possono
optare per la cessione del corrispondente credito ai fornitori che hanno
effettuato gli interventi ovvero ad altri soggetti privati, con la facoltà di
successiva cessione del credito. Rimane esclusa la cessione ad istituti di credito e
ad intermediari finanziari. Le modalità di attuazione del presente comma sono
definite con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate, da adottare
entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione.
1‐sexies. A decorrere dal 1º gennaio 2017, tra le spese detraibili per la
realizzazione degli interventi di cui ai commi 1‐ter , 1‐quater e 1–quinquies
rientrano anche le spese effettuate per la classificazione e verifica sismica degli
immobili […]».
Ecco i punti salienti:
periodo di validità: da gennaio 2017 a dicembre 2021;
applicabile per interventi di cui al comma 1, lettera i) dell’articolo 16‐bis del TUIR;
si può applicare agli immobili situati in zone sismiche 1, 2 e 3;
detrazione del 50% su una spesa massima di 96.000 €;
detrazione del 70% su una spesa massima di 96.000 € per riduzione di una classe di rischio;
detrazione dell’80% su una spesa massima di 96.000 € per riduzione di due classi di rischio;
le detrazioni dei due punti precedenti aumentano al 75% e all’85% nel caso in cui gli
interventi vengano eseguiti sulle parti comuni degli edifici;
sono detraibili anche le spese per la classificazione e verifica degli immobili;
Approfondiamo ora questi aspetti per vedere come applicarli nella pratica.
1.2.1 Immobili che possono usufruirne
Le unità immobiliari su cui vengono eseguiti interventi volti a migliorare l’edificio dal punto di vista
sismico hanno diritto ad accedere al sisma‐bonus se si verificano contemporaneamente queste
due condizioni:
2. sono ubicate nelle zone ad alto rischio sismico, cioè quelle individuate con i codici 1, 2, 3
nell’allegato A dell’O.P.C.M. (ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri)
3274/2003.
Di seguito la mappa sismica del territorio italiano aggiornata al 2015 da cui si può evincere come
una fetta realmente estesa dello Stato sia potenzialmente interessata da questo bonus.
1.2.2 Soggetti che possono usufruirne
Rientrando nella disciplina generale dell’articolo 16‐bis del TUIR, quindi quella riguardante le
detrazioni per il recupero del patrimonio edilizio, possono usufruire di tale agevolazione tutti i
soggetti passivi IRPEF, con tutte le possibilità già viste precedentemente.
Questa specifica detrazione viene però estesa anche a tutti i soggetti IRES, quindi anche le società
di capitali.
1.2.3 Le opere che possono essere detratte
La definizione dell’articolo 16‐bis, comma 1, lettera i) del TUIR fornisce tutte le indicazioni in
merito agli interventi che possono essere detratti secondo la disciplina del sisma bonus.
Le opere sono quelle di messa in sicurezza statica dell’edificio, quindi sono opere
prevalentemente strutturali.
Naturalmente in base alla tipologia di intervento che si prevede di eseguire possono rientrare nella
manutenzione straordinaria da eseguirsi con SCIA oppure nella ristrutturazione edilizia da
eseguirsi con SCIA o PdC.
1.2.4 Le spese che possono essere detratte
Oltre a tutti i costi per l’esecuzione delle opere di messa in sicurezza statica dell’edificio, possono
essere portate a detrazione anche la redazione della documentazione necessaria per provare la
sicurezza degli edifici e le conseguenti opere necessarie per ottenere tale documentazione. Tra
queste rientrano la classificazione e verifica sismica come riportato dal comma 1‐sexies
dell’articolo 16 del D.L. 63/2013.
1.2.5 Gli adempimenti necessari per accedere correttamente alle detrazioni fiscali
Anche in questo caso ci sono adempimenti tecnico‐documentali e adempimenti procedurali per
poter usufruire delle detrazioni fiscali previste dal sisma‐bonus. Come indicazione generale vanno
rispettati tutti gli adempimenti obbligatori che abbiamo già analizzato in relazione alla detrazione
per le ristrutturazioni edilizie.
Inoltre il decreto n. 58 del 28 febbraio 2017 del Ministero dei trasporti ha fornito le linee guida per
accedere correttamente alle detrazioni fiscali del sisma‐bonus delineando un procedimento‐tipo.
Di seguito un estratto delle slide messe a disposizione dal MIT relativamente alla procedura da
seguire:
«Operativamente, per accedere al beneficio fiscale:
Il proprietario che intende accedere al beneficio, incarica un professionista
della valutazione della classe di rischio e della predisposizione del progetto di
intervento;
Il professionista, architetto o ingegnere, individua la classe di Rischio della
costruzione nello stato di fatto prima dell’intervento;
Il proprietario può procedere ai primi pagamenti delle fatture ricevute;
Il direttore dei lavori e il collaudatore statico attestano al termine
dell’intervento la conformità come da progetto.»
1.2.6 Regime di detraibilità
La disciplina generale del sisma bonus (in merito agli importi e alla percentuale di detrazione) è
molto simile a quella della detrazione per le ristrutturazioni edilizie.
Possono essere detratti al 50% gli interventi necessari a conseguire una riduzione del rischio
sismico per un importo massimo di 96.000 €. Quindi la cifra massima che è possibile portare in
detrazione è di 48.000 €.
La prima differenza la troviamo nel numero di anni in cui tale importo può essere portato in
detrazione: è abbreviato a soli 5 anni.
Questo significa una detrazione maggiore che quindi deve essere valutata attentamente dal
committente in relazione alla sua “capienza”. Nel caso in cui il contribuente non riuscisse a
sfruttare la detrazione può decidere di cedere la propria quota di detrazione in forma di credito
fiscale sia a chi ha eseguito l’intervento sia ad altri soggetti privati che possono cedere a loro volta
il credito.
La legge fornisce degli incentivi premianti nei casi in cui gli interventi eseguiti vadano a ridurre il
rischio sismico dell’immobile, rispetto alla classificazione sismica effettuata precedentemente
all’intervento:
Se il rischio sismico scende di una classe la detrazione sale al 70% (per interventi su parti
comuni di edifici condominiali al 75%).
Se il rischio sismico scende di due classi la detrazione sale all’80% (per interventi su parti
comuni di edifici condominiali all’85%).
Rimane invariato il limite di spesa di 96.000 €, che in caso di interventi condominiali vale per ogni
singola unità immobiliare.
La legge di stabilità 2018 (l. 205/2017) ha introdotto ulteriori novità per gli interventi sulle parti
comuni condominiali unendo di fatto il sismabonus con l’ecobonus ed elevando al percentuale di
detrazione. Ne parleremo dettagliatamente nel paragrafo 1.5.6.
1.3 Bonus arredo
Come il sisma bonus anche il bonus arredo è stato introdotto dal d.l. 63/2013. L’articolo di
riferimento è sempre il 16 che nella sua formulazione originaria, cioè prima della conversione in
legge, era riferito esclusivamente a quest’ultimo incentivo. La legge di bilancio 2018 ha prolungato
la sua validità fino al 31/12/2018.
La versione attualmente in vigore del bonus arredo è quella della legge di bilancio 2017 (legge
232/2016) che ha modificato l’articolo 16 del d.l. 63/2013 nel seguente modo:
«2. Ai contribuenti che fruiscono della detrazione di cui al comma 1,
limitatamente agli interventi di recupero del patrimonio edilizio iniziati a
decorrere dal 1º gennaio 2016, è altresì riconosciuta una detrazione dall'imposta
lorda, fino a concorrenza del suo ammontare, per le ulteriori spese documentate
sostenute nell'anno 2017 per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di
classe non inferiore ad A+, nonché A per i forni, per le apparecchiature per le
quali sia prevista l'etichetta energetica, finalizzati all'arredo dell'immobile
oggetto di ristrutturazione. La detrazione di cui al presente comma, da ripartire
tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo, spetta nella misura del
50 per cento delle spese sostenute ed è calcolata su un ammontare complessivo
non superiore a 10.000 euro, considerato, per gli interventi effettuati nell'anno
2016 ovvero per quelli iniziati nel medesimo anno e proseguiti nel 2017, al netto
delle spese sostenute nell'anno 2016 per le quali si è fruito della detrazione. Ai
fini della fruizione della detrazione dall'imposta, le spese di cui al presente
comma sono computate indipendentemente dall'importo delle spese sostenute
per i lavori di ristrutturazione che fruiscono delle detrazioni di cui al comma 1».
1.3.1 Immobili che possono usufruirne
Non viene indicata una tipologia precisa di immobili che può usufruire di queste detrazioni fiscali,
ma vengono date delle condizioni imprescindibili per accedervi:
1. devono essere state sostenute delle spese per interventi di recupero edilizi come
individuati all’articolo 16‐bis del TUIR, comma 1.
Stiamo quindi parlando di tutti gli interventi che abbiamo già visto nella prima parte del
presente capitolo. Vi sono però alcune precisazioni fatte in varie circolari dall’Agenzia delle
Entrate in merito. Ad esempio l’acquisto di box auto pertinenziale non costituisce valido
presupposto per la fruizione del bonus mobili (circolare 11/2014); mentre gli interventi di
risparmio energetico possono essere presupposto valido solo se rientrano almeno nella
manutenzione straordinaria (circolare 10/2014). Come regola generale il presupposto per
usufruire di questo bonus è la realizzazione di interventi edilizi rientranti nelle categorie di
intervento b, c e d come definite dal d.P.R. 380/2001;
2. l’acquisto di mobili ed elettrodomestici deve essere stato fatto per l’arredo dell’immobile
oggetto di intervento.
1.3.2 Soggetti che possono usufruirne
Sono esattamente gli stessi soggetti che possono usufruire degli incentivi sulle ristrutturazioni
edilizie in quanto il bonus mobili, come abbiamo appena visto, è strettamente (e
indissolubilmente) legato ad essi.
1.3.3 Gli acquisti che possono essere detratti
I beni agevolabili sono di due tipi:
Mobili
Grandi elettrodomestici di classe energetica almeno A+ o A per i forni.
Risulta necessario fare alcune precisazioni che sono state date dall’Agenzia delle Entrate in alcune
circolari.
la circolare 29/2013 riporta un elenco esemplificativo dei mobili agevolati:
letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone,
credenze, materassi, apparecchi di illuminazione;
non sono agevolabili porte e pavimentazioni che però possono essere agevolati con gli
incentivi per il recupero del patrimonio edilizio;
i mobili e i grandi elettrodomestici devono essere nuovi (circolare 29/2013);
possono essere agevolati anche trasporto e montaggio (sempre circolare 29/2013);
per quanto riguarda i grandi elettrodomestici si può fare riferimento all’allegato II del d.lgs.
49/2014 in cui è presente un elenco indicativo e che di seguito riportiamo:
«1. GRANDI ELETTRODOMESTICI
1.1 Grandi apparecchi di refrigerazione
1.2 Frigoriferi
1.3 Congelatori
1.4 Altri grandi elettrodomestici utilizzati per la refrigerazione, la conservazione e il
deposito di alimenti
1.5 Lavatrici
1.6 Asciugatrici
1.7 Lavastoviglie
1.8 Apparecchi di cottura
1.9 Stufe elettriche
1.10 Piastre riscaldanti elettriche
1.11 Forni a microonde
1.12 Altri grandi elettrodomestici utilizzati per la cottura e l'ulteriore trasformazione di
alimenti
1.13 Apparecchi elettrici di riscaldamento
1.14 Radiatori elettrici
1.15 Altri grandi elettrodomestici utilizzati per riscaldare stanze, letti e mobili per sedersi
1.16 Ventilatori elettrici
1.17 Apparecchi per il condizionamento come definiti dalle disposizioni di attuazione
della direttiva 2002/40/CE dell'8 maggio 2002 della Commissione che stabilisce le
modalità di applicazione della direttiva 92/75/CEE del Consiglio per quanto riguarda
l'etichettatura indicante il consumo di energia dei forni elettrici per uso domestico
1.18 Altre apparecchiature per la ventilazione, l'estrazione d'aria e il condizionamento»
Evidenziamo che tra questi non rientrano i televisori;
se l’elettrodomestico non rientra tra quelli per cui è prevista l’etichetta della classe
energetica può essere comunque agevolato.
1.3.4 Le spese che possono essere detratte
L’importo massimo agevolabile viene calcolato su una spesa complessiva di 10.000 € tra costi dei
mobili e dei grandi elettrodomestici. Di questa somma può essere detratto il 50% spalmato su 10
anni.
1.3.5 Gli adempimenti necessari
A differenza di quanto abbiamo visto finora per le altre detrazioni, gli acquisti di mobili e grandi
elettrodomestici possono essere pagati con un maggior numero di metodi:
bonifico bancario o postale ordinario. In questo caso devono essere comunque rispettate
le regole di compilazione già viste per le ristrutturazioni edilizie, quindi devono essere
inseriti il codice fiscale di chi beneficia della detrazione, la partita IVA del fornitore e la
causale relativa ai lavori di recupero edilizio, cioè l’articolo 16‐bis del TUIR;
carta di credito o di debito. Possibilità introdotta con la circolare 29/2013;
finanziamento rateale a patto che la società che emette il finanziamento paghi con
bonifico e che una copia di tale bonifico venga data al contribuente.
Per poter usufruire della detrazione del bonus mobili bisogna poter documentare, in caso di
controllo, l’acquisto di beni tramite fattura, il pagamento con le modalità previste, tutta la
documentazione che attesti l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione (documentazione edilizia e
notifica ASL se dovuta) e un’autodichiarazione che attesti la destinazione dei beni per l’immobile
oggetto di intervento edilizio.
1.4 Bonus verde
La legge di bilancio 2018, n. 205/2017, ha introdotto per il solo anno 2018 una nuova agevolazione
fiscale relativa alle spese sostenute per:
a) «sistemazione a verde» di aree scoperte private di edifici esistenti, unità
immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazioni e realizzazione
pozzi;
b) Realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili
Tale detrazione, subito chiamato bonus verde, è disciplinata all’articolo 1, commi 12, 13, 14 e 15
della legge 205/2017.
L’ammontare complessivo delle spese che può essere portato in detrazione è pari al 36% calcolato
su un loro ammontare complessivo non superiore a 5.000€.
Evidenziamo che tale detrazione fiscale è assolutamente autonoma ed indipendente rispetto a
quelle che abbiamo visto nei paragrafi precedenti.
1.4.1 Immobili che possono usufruirne
Il comma 12 sopra richiamato specifica che possono usufruire di tale detrazione solo le spese
sostenute su immobili a destinazione abitativa.
Al comma 13 viene chiarito che tale detrazione può essere usufruita anche per interventi
effettuati «sulle parti comuni esterne degli edifici condominiali di cui agli articoli 1117 e 1117‐bis
del codice civile» evidenziando che comunque la detrazione può essere usufruita solo le unità
immobiliari ad uso abitativo.
Quindi l’elemento centrale che emerge dalla legge è che tale detrazione è dedicata
esclusivamente agli immobili ad uso abitativo, escludendo pertanto tutti gli altri.
1.4.2 Soggetti che possono usufruirne
Questa detrazione, come chiarito nel comma 12, può essere portato in detrazione solo «ai fini
delle imposte sui redditi delle persone fisiche», quindi sono escluse le attività imprenditoriali.
Le spese sostenute possono essere detratte solo dai soggetti che hanno sostenuto le spese e che
contemporaneamente «possiedono o detengono, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile sul
quale sono effettuati gli interventi».
1.4.3 Le opere che possono essere detratte
Le opere che possono essere detratte sono quelle che abbiamo già richiamato all’inizio del
paragrafo e riportate nel comma 12:
a) «sistemazione a verde» di aree scoperte private di edifici esistenti, unità
immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazioni e realizzazione
pozzi;
b) Realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili
A differenza di quanto abbiamo visto per le detrazioni fiscali legate alla ristrutturazione edilizia
(paragrafo 1.1 del presente approfondimento) qui non viene data nessuna indicazione in merito
alla categoria di intervento in cui rientrano le opere di sistemazione a verde: i lavori che vengono
eseguiti, per poter usufruire delle agevolazioni fiscali ai sensi delle presenti disposizioni, non
devono essere necessariamente di manutenzione straordinaria ma possono rientrare in qualsiasi
categoria.
Tale scelta risulta coerente con le indicazioni del D.PR. 380/2001 che all’articolo 6, quando
definisce le opere rientranti nell’edilizia libera (senza la necessità di alcuna comunicazione al
Comune), riporta anche:
«e‐ter) le opere di pavimentazione e di finitura di spazi esterni
e‐quinquies) le aree ludiche senza fini di lucro e gli elementi di arredo delle aree
pertinenziali degli edifici.»
Naturalmente, come evidenziato più volte nel libro, la non necessità di effettuare pratiche edilizie
non solleva dagli obblighi ed adempimenti eventualmente necessari ai sensi di altre disposizioni di
legge.
1.4.4 Le spese che possono essere detratte
Oltre alle opere necessarie per eseguire le opere sopra riportate, il comma 14 della legge chiarisce
che possono essere portate in detrazione anche le spese di progettazione e manutenzione
connessi agli interventi.
È interessante evidenziare che anche le spese di manutenzione rientrano nel bonus verde.
1.4.5 Gli adempimenti necessari per accedere correttamente alla detrazione
L’unico adempimento obbligatorio per poter accedere correttamente alla detrazione è utilizzare
«strumenti idonei a consentire la tracciabilità delle operazioni» (comma 15).
Qui non viene data indicazione in merito a quali siano tali strumenti, pertanto verosimilmente
oltre ai bonifici possono essere considerati strumenti tracciabili anche carte di credito e assegni.
Chiaramente, sebbene non espressamente indicato nei commi, è importante conservare tutta la
documentazione relativa all’intervento svolto.
1.4.6 Regime di detraibilità
Come per le detrazioni fiscali per la ristrutturazione edilizia la detrazione viene ripartita in dieci
quote annuali costanti di pari importo.
Il comma 15 fa riferimento ai commi 5, 6, 8 dell’articolo 16‐bis del TUIR (quello che abbiamo già
visto e disciplina le detrazioni fiscali per il recupero del patrimonio edilizio), specificando che
possono essere applicati solo «per quanto compatibili». Per completezza di trattazione li
riportiamo:
«5. Se gli interventi di cui al comma 1 sono realizzati su unità immobiliari
residenziali adibite promiscuamente all'esercizio dell'arte o della professione,
ovvero all'esercizio dell'attività commerciale, la detrazione spettante è ridotta al
50 per cento.
6. La detrazione è cumulabile con le agevolazioni già previste sugli immobili
oggetto di vincolo ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, ridotte
nella misura del 50 per cento.
8. In caso di vendita dell'unità immobiliare sulla quale sono stati realizzati gli
interventi di cui al comma 1 la detrazione non utilizzata in tutto o in parte è
trasferita per i rimanenti periodi di imposta, salvo diverso accordo delle parti,
all'acquirente persona fisica dell'unità immobiliare. In caso di decesso dell'avente
diritto, la fruizione del beneficio fiscale si trasmette, per intero, esclusivamente
all'erede che conservi la detenzione materiale e diretta del bene.»
1.5 Interventi di risparmio energetico
Abbiamo già visto, nel paragrafo dedicato agli interventi di recupero del patrimonio edilizio, come
gli interventi finalizzati al risparmio energetico rientrino già tra quelli compresi nelle detrazioni
fiscali per le ristrutturazioni edilizie; infatti sono disciplinati all’interno dell’articolo 16‐bis del TUIR
al comma 1 lettera h).
Con la legge finanziaria del 2007, l. 296/2006, è stata introdotta una nuova disciplina speciale
dedicata esclusivamente alla detrazione per gli interventi di risparmio energetico, il cosiddetto
ecobonus, che prevedeva una detrazione del 55% per una serie di interventi volti a diminuire i
consumi degli edifici. Nel testo di legge i commi di riferimento sono dal 344 al 349 dell’articolo 1.
Sebbene gli interventi agevolabili ricalchino a grandi linee quelli presenti nell’articolo 16‐bis del
TUIR, che abbiamo già analizzato, è importante sottolineare come quelle di cui parliamo in questa
parte risultano essere detrazioni autonome rispetto alle prime e quindi permettano di essere
sfruttate parallelamente a queste, come già spiegato nel paragrafo 1.1.6, sempre rimanendo
intesa l’impossibilità di portare a detrazione contemporaneamente con entrambe le discipline la
medesima spesa sostenuta.
Ognuno dei commi della legge 296/2006 sopra richiamati si riferisce ad una particolare tipologia di
intervento e per ognuno di essi è previsto un differente importo massimo da portare in
detrazione. Un aspetto particolare è che, a differenza della detrazione per il recupero del
patrimonio edilizio, non viene riportato l’importo massimo di spesa su cui calcolare il 65% di
detrazione, ma viene riportato direttamente l’importo massimo che può essere detratto e che
corrisponde al 65% della spesa totale massima ammissibile a detrazione per quel determinato
intervento.
Quindi, come vedremo, se per una tipologia di intervento la somma massima detraibile è di 60.000
€, questa cifra è già il 65% della spesa massima su cui calcolare la detrazione. Per conoscere i
massimali di spesa previsti dalla legge è quindi necessario fare un ragionamento inverso e, nel
caso specifico, si arriverà a determinare che 60.000€ sono il 65% di una spesa massima di
92.307,69€. Se gli interventi previsti e agevolabili secondo il comma che prevede tale limite
superano questo importo, la detrazione massima sarà comunque pari a 60.000€, diminuendo di
conseguenza la percentuale di detrazione. Al fine di facilitare il compito del lettore, nel paragrafo
1.5.6 viene riportata una tabella con evidenziati sia i massimali di spesa che gli importi massimi
che è possibile detrarre.
Le previsioni della legge 296, originariamente valide per il 2007, sono state di anno in anno
confermate dalle successive leggi di stabilità, anche con alcune significative variazioni come ad
esempio l’aumento della detrazione dal 55% al 65% con la legge 90 del 3 agosto 2013
(conversione in legge del D.L. 63/2013); però non sono mai entrate a regime, cioè diventate stabili,
come successo per le detrazioni relative agli interventi di recupero del patrimonio edilizio.
La legge 90/2013 appena citata è centrale per il tema della prestazione energetica degli edifici in
quanto recepisce la Direttiva 2010/31/UE (per i contenuti fare riferimento al capitolo 5 del libro),
però assume un ruolo importante anche in relazione alle detrazioni fiscali legate agli interventi di
risparmio energetico: nell’articolo 14 sono fissati i termini (sia percentuali che temporali) per le
detrazioni e le modalità di monitoraggio demandate all’ENEA. A conferma di tale importanza tutte
le leggi di bilancio successive che sono intervenute in materia di ecobonus hanno apportato
modificazioni a questa legge e non all’originaria finanziaria 2007.
La legge di bilancio 2018 (l. 205/2017) affronta il tema delle detrazioni fiscali legate
all’efficientamento energetico nell’articolo 1, comma 3, lettera a. Come già accennato si tratta di
modifiche all’articolo 14 della legge 90/2013 e, oltre ad aver protratto l’ecobonus fino al 31
dicembre 2018, ha introdotto alcune importanti novità che hanno reso ancora più articolata di
quanto già fosse l’applicazione di questa detrazione. L’innovazione più significativa riguarda
l’abbassamento della detrazione, per alcune tipologie di interventi, dal 65% al 50%. Inoltre sono
state demandate a decreti attuativi che devono ancora essere pubblicati i requisiti tecnici per gli
interventi che beneficiano delle agevolazioni. Nell’attesa di tali decreti si applica quanto contenuto
nel D.M. 19 febbraio 2007, Disposizioni in materia di detrazioni per le spese di riqualificazione
energetica del patrimonio edilizio esistente.
1.5.1 Immobili che possono usufruirne
La circolare 36/E del 2007, pubblicata dall’Agenzia delle Entrate, chiarisce quali sono gli immobili
che possono usufruire della detrazione per il risparmio energetico.
Emerge una prima sostanziale differenza rispetto a quanto abbiamo visto per le detrazioni relative
alla ristrutturazione edilizia: in questo caso non viene fornita alcuna limitazione catastale, quindi
anche gli immobili “strumentali” possono accedervi. L’unico limite è il fatto che devono essere
esistenti.
Naturalmente tutti gli immobili residenziali possono accedere a tale detrazione.
La medesima circolare chiarisce un aspetto essenziale relativamente ad una caratteristica che
devono possedere gli immobili per poter accedere alla detrazione: cioè l’obbligo di preesistenza di
un impianto di riscaldamento all’interno della casa, anche per interventi che non riguardano tale
tipo di impianto. Al punto 2 della circolare infatti viene espressamente chiarito che:
«In relazione ad alcune tipologie di interventi, inoltre, sulla base di quanto si
deduce dalle disposizioni concernenti la certificazione energetica degli stessi, si
rende necessario che gli edifici presentino specifiche caratteristiche quali, ad
esempio:
1. essere già dotati di impianto di riscaldamento, presente anche negli
ambienti oggetto dell’intervento, per quanto concerne tutti gli interventi
agevolabili, ad eccezione della installazione dei pannelli solari;
L’impianto di riscaldamento a cui si fa riferimento però non deve essere inteso esclusivamente
come il classico radiatore più termosifoni. Per una più chiara definizione risulta utile fare
riferimento alla definizione di “impianto termico” che troviamo nel d.lgs. 192/2005, all’articolo 2,
comma 1, lettera i‐tricies):
«"impianto termico": impianto tecnologico destinato ai servizi di climatizzazione
invernale o estiva degli ambienti, con o senza produzione di acqua calda
sanitaria, indipendentemente dal vettore energetico utilizzato, comprendente
eventuali sistemi di produzione, distribuzione e utilizzazione del calore nonché gli
organi di regolarizzazione e controllo. Sono compresi negli impianti termici gli
impianti individuali di riscaldamento. Non sono considerati impianti termici
apparecchi quali: stufe, caminetti, apparecchi di riscaldamento localizzato ad
energia radiante; tali apparecchi, se fissi, sono tuttavia assimilati agli impianti
termici quando la somma delle potenze nominali del focolare degli apparecchi al
servizio della singola unità immobiliare è maggiore o uguale a 5 kW. Non sono
considerati impianti termici i sistemi dedicati esclusivamente alla produzione di
acqua calda sanitaria al servizio di singole unità immobiliari ad uso residenziale
ed assimilate.»
1.5.2 Soggetti che possono accedere alla detrazione
Anche in questo caso vi sono delle differenze rispetto alle detrazioni per la ristrutturazione edilizia:
infatti possono accedere alla detrazione sia i soggetti “non titolari di reddito di impresa”, sia i
soggetti “titolari di reddito di impresa”.
In sostanza tutti possono accedere a tali detrazioni con la limitazione, per i soggetti titolari di
reddito di impresa, che gli interventi siano eseguiti su immobili strumentali all’esercizio
dell’attività.
Il testo di legge in cui viene chiarito questo aspetto è il già citato decreto interministeriale 19
febbraio 2007, nel quale vengono inoltre confermate alcune precisazioni relative all’accesso alla
detrazione: infatti possono usufruirne sia i soggetti possessori dell’immobile che i detentori,
analogamente a quanto abbiamo già visto in merito alla detrazione per gli interventi di recupero
del patrimonio edilizio.
1.5.3 Gli interventi che possono essere detratti
Abbiamo già detto come la legge di riferimento per quanto riguarda le detrazioni fiscali legate al
risparmio energetico sia la finanziaria del 2007, legge 296/2006. In questa legge ai commi dal 344
al 347 vengono elencati gli interventi agevolabili e i relativi limiti di spesa.
In realtà negli anni sono stati aggiunti altri interventi agevolabili, precisamente con la legge di
stabilità del 2015 (legge 190/2014), con la legge di stabilità del 2016 (legge 208/2015) e da ultimo
con la legge di stabilità del 2018 (legge 205/2017).
Attualmente pertanto possono essere detratti i lavori che riguardano:
1. interventi di riqualificazione energetica su edifici esistenti (l. 296/2006, art. 1, comma 344)
2. interventi sull’involucro degli edifici per riduzione della trasmittanza termica (l. 296/2006,
art.1, comma 345)
3. interventi di installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda (l. 296/2006,
art.1, comma 346)
4. sostituzione di impianti di climatizzazione invernale (l. 296/2006, art. 1, comma 347)
5. acquisto e posa in opera di schermature solari (l. 190/2014, art. 1, comma 47)
6. acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di
generatori di calore alimentati da biomasse combustibili (l. 190/2014, art. 1, comma 47)
7. dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti termici (l. 208/2015, art. 1,
comma 88)
8. acquisto e posa di micro‐cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti (l.205/2017,
art.1, comma 3, lettera a, numero 3).
Inoltre la legge di stabilità 2017 ha introdotto un regime particolare fino al 2021 per gli interventi
di riqualificazione energetica su parti comuni condominiali, elevando le detrazioni fino al 75% al
soddisfacimento di determinati requisiti.
Sebbene le definizioni degli interventi risultino di per sé già sufficientemente chiare, l’ENEA ha
fornito nel tempo ulteriori approfondimenti particolarmente utili, consultabili direttamente dal
sito dedicato alle detrazioni ai sensi della legge 296/2006
(http://efficienzaenergetica.acs.enea.it/).
Nei prossimi paragrafi riassumeremo, per ognuno degli interventi sopra elencati, gli aspetti più
significativi comprensivi delle ultime modifiche apportate dalla legge di stabilità 2018.
Interventi di riqualificazione energetica su edifici esistenti (l. 296/2006, art.1, comma 344)
Vediamo la definizione degli interventi ricadenti in questa tipologia data nel comma 344:
«interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti, che conseguono un
valore limite di fabbisogno di energia primaria annuo per la climatizzazione
invernale inferiore di almeno il 20 per cento rispetto ai valori riportati
nell'allegato C, numero 1), tabella 1, annesso al decreto legislativo 19 agosto
2005, n. 192»
In questo caso bisogna sottolineare che si parla di edifici esistenti e non di parti di edifici esistenti.
La circolare 36/E del 2007 dell’Agenzia delle Entrate chiarisce che bisogna intendere in questo caso
l’intero edificio e non le singole unità immobiliari.
Quindi, in relazione ad interventi di ristrutturazione di appartamenti che si trovano in condomini o
in palazzine plurifamiliari, tale comma non è applicabile a meno che le opere di efficientamento
energetico non coinvolgano tutto il fabbricato.
La tabella a cui si fa riferimento nel testo di legge è quella dei valori limite di prestazione
energetica per la climatizzazione invernale. Dal 2010 vanno rispettati i valori di cui all’allegato A al
decreto 11 marzo 2008 (modificato dal d.m. 26 gennaio 2010).
Di seguito riportiamo la tabella relativa ai limiti attualmente in vigore per gli edifici residenziali:
Oltre a questi riferimenti non viene data alcuna indicazione sulla tipologia di interventi che
possono essere agevolati, quindi devono essere intese tutte le opere necessarie a raggiungere
l’obiettivo di abbassare l’indice di prestazione energetica invernale di almeno il 20%.
Interventi sull’involucro degli edifici per riduzione della trasmittanza termica (l. 296/2006, art.1,
comma 345)
La definizione esatta di questa misura non si trova all'interno del comma 345 della legge
296/2006, ma nel decreto attuativo del 19 febbraio 2007:
«Per interventi sull’involucro di edifici esistenti realizzati a partire dal periodo
d’imposta in corso al 31 dicembre 2008, si intendono gli interventi su edifici
esistenti, parti di edifici esistenti o unità immobiliari esistenti, riguardanti
strutture opache verticali, strutture opache orizzontali (coperture e pavimenti),
finestre comprensive di infissi, delimitanti il volume riscaldato verso l’esterno e
verso vani non riscaldati, che rispettino i requisiti di trasmittanza termica U,
espressa in W/m2K, definiti dal decreto del Ministero dello sviluppo economico 11
marzo 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.66 del 18 marzo 2008»
Gli interventi sono individuati in modo abbastanza chiaro. Vi sono però alcune precisazioni da fare:
la circolare 36/E 2007 dell’Agenzia delle Entrate, in merito alle strutture accessorie degli infissi,
dice che esse sono i sistemi di oscuramento (scuri o persiane) e i cassonetti che fanno parte del
telaio dell’infisso.
Anche il portone di ingresso è agevolabile purché delimiti un volume riscaldato da uno non
riscaldato (l’esterno o un pianerottolo ad esempio).
La legge di bilancio 2018 ha portato una modifica sostanziale alla detrazione spettante agli
interventi di acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi, riducendolo al 50% (l.
205/2017, articolo 1, comma3, lettera a, punto 2). Quindi per il 2018 vi è una doppia aliquota sugli
interventi ricadenti in questo comma a seconda che riguardino componenti opachi o componenti
trasparenti.
Interventi di installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda (l. 296/2006, art. 1,
comma 346)
«installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda per usi domestici
o industriali e per la copertura del fabbisogno di acqua calda in piscine, strutture
sportive, case di ricovero e cura, istituti scolastici e università»
Come abbiamo già anticipato questa tipologia di intervento è l’unica per cui non è richiesta la
preesistenza di un impianto di riscaldamento all’interno dell’immobile (come chiarito nella già
citata circolare ADE 36/E del 2007).
Dal 2011 sono stati fatti rientrare in questa casistica anche l’installazione di sistemi termodinamici
a concentrazione solare per la produzione di acqua calda o di acqua calda ed energia elettrica.
Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale (l. 296/2006, art. 1, comma 347)
Anche questa tipologia di intervento, come quella relativa all’efficientamento dell’involucro
edilizio, ha subito importanti modifiche con la finanziaria 2018 vedendo abbassate le detrazioni dal
65% al 50% per alcune tipologie di interventi ricadenti al suo interno. Vediamo quindi prima le
disposizioni generali e poi le eccezioni poste dalle ultime disposizioni normative.
Per avere una definizione precisa di questa tipologia di intervento dobbiamo fare riferimento al
decreto ministeriale 19 febbraio 2017 del Ministero delle finanze, recante Disposizioni in materia
di detrazioni per le spese di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, che
nell’articolo 1, comma 5 riporta:
«Per interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale di cui
all'art. 1, comma 347, della legge finanziaria 2007, si intendono gli interventi, di
sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con
impianti dotati di caldaie a condensazione e contestuale messa a punto del
sistema di distribuzione, nonché, di impianti di climatizzazione invernale con
impianti dotati di pompe di calore ad alta efficienza e con impianti geotermici a
bassa entalpia e contestuale messa a punto ed equilibratura del sistema di
distribuzione realizzati a partire dal periodo d'imposta in corso al 31 dicembre
2008»
Quindi le opere detraibili rientranti in questa misura sono la sostituzione totale o parziale
dell’impianto di climatizzazione invernale e la messa a punto del sistema di distribuzione. Il nuovo
impianto deve avere un generatore a scelta tra caldaia a condensazione, pompa di calore ad alta
efficienza o pompa di calore geotermica.
Il d.m. 19 febbraio 2007all’ articolo 9, comma 1, lettera b, precisa che, nel caso di installazione di
caldaia a condensazione vanno installate, ove possibile, anche le valvole termostatiche.
Dal 2012 inoltre è agevolabile secondo questa misura anche la sostituzione di scaldacqua
tradizionali con scaldacqua a pompa di calore.
La legge di bilancio 2018, come abbiamo già accennato poco sopra, ha posto delle eccezioni, cioè
dei casi in cui la detrazione viene abbassata al 50% o addirittura non corrisposta. Tutte le
modifiche riguardano, nella sostanza, le caldaie a condensazione. L’articolo di riferimento è lo
stesso che abbiamo già visto relativamente agli infissi, art. 1, comma 3, lettera a), punto 2), e le
novità sono:
Sono esclusi dalla detrazione gli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione
invernali con impianti dotati di caldaia a condensazione avente efficienza inferiore alla A
La detrazione è ridotta al 50% nel caso di sostituzione dell’impianto di climatizzazione
invernale con impianti dotati di caldaia a condensazione avente efficienza pari almeno alla
classe A
La detrazione rimane del 65% nel caso di sostituzione dell’impianto di climatizzazione
invernale con impianti dotati di caldaia a condensazione avente efficienza pari almeno alla
classe A e contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti (appartenenti
alle classi V, VI o VII della comunicazione della Commissione 2014/C 207/02)
La detrazione rimane del 65% nel caso di sostituzione dell’impianto di climatizzazione
invernale con impianti dotati di apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata
con caldaia a condensazione (assemblati in fabbrica e concepiti per funzionare in
abbinamento tra loro)
La detrazione rimane del 65% nel caso di acquisto e posa in opera di generatori di aria
calda a condensazione
Per le specifiche tecniche degli interventi agevolabili attualmente bisogna ancora fare riferimento
all’articolo 9 del d.m. 19 febbraio 2007 del Ministero dell’economia, in attesa dei nuovi decreti che
dovrebbero uscire entro sessanta giorni dall’entrata in vigore delle disposizioni della legge
205/2017.
Acquisto e posa in opera di schermature solari (l. 190/2014, art. 1, comma 47)
È il comma 47 dell’art.1 della legge di bilancio 2015 che introduce le detrazioni ai fini del risparmio
energetico per questa tipologia di interventi, e li individua in questo modo: “schermature solari di cui
all'allegato M al decreto legislativo 29 dicembre 2006, n. 311”.
L’allegato M al decreto 311/2006 però risultava obsoleto già al momento della pubblicazione della
legge (2015) in quanto è stato sostituito con l’Allegato B del decreto 26 giugno 2009 “Linee guida
nazionali per la certificazione energetica degli edifici”. Nell’Allegato B sono presenti due specifiche
norme (UNI‐EN ‐13363) per il calcolo della trasmittanza solare e luminosa per dispositivi di
protezione solare in combinazione con vetrate.
Per un approfondimento relativamente agli aspetti tecnici si rimanda al vademecum scaricabile dal
sito dell’ENEA di cui si è già riportato il link. In questo vademecum, che ricordiamo non costituisce
giurisprudenza ma ha valore tecnico, troviamo elencate alcune caratteristiche che potrebbero
aiutare a definire le “schermature solari” che possono essere detratte ai sensi del citato comma:
devono essere a protezione di una superficie vetrata;
devono essere applicate in modo solidale con l’involucro edilizio e non liberamente
montabili e smontabili dall’utente;
possono essere applicate, rispetto alla superficie vetrata, all’interno, all’esterno o
integrate;
possono essere in combinazioni con vetrate o autonome (aggettanti);
devono essere mobili;
devono essere schermature “tecniche”;
per le chiusure oscuranti (persiane, veneziane, tapparelle, ecc.), vengono considerati validi
tutti gli orientamenti;
per le schermature non in combinazione con vetrate, vengono escluse quelle con
orientamento nord.
La legge di bilancio 2018 ha ridotto la detrazione per questa tipologia di interventi al 50% (art. 1,
comma 3, lettera a), punto 2).
Acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di
generatori di calore alimentati da biomasse combustibili (l. 190/2014, art. 1, comma 47)
Questa misura, introdotta con la legge di stabilità del 2015, rientra come tipologia nella
sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale; a conferma di ciò il già più volte richiamato
vademecum messo a disposizione dall’ENEA la riporta come parte del comma 347 della legge
296/2006. Viene inoltre ritenuto compatibile con gli interventi di efficientamento globali
sull’edificio per come definiti al comma 344 della medesima legge.
Un aspetto interessante dell’interpretazione tecnica dell’ENEA è che viene inquadrato sia come
sostituzione di impianto preesistente che come nuovo impianto, purché effettuato in un edificio
esistente:
smontaggio e dismissione dell’impianto di climatizzazione invernale esistente;
fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature termiche, meccaniche, elettriche ed
elettroniche, delle opere idrauliche e murarie necessarie per la sostituzione, a regola
d’arte, dell’impianto termico esistente con un generatore di calore a biomassa.
Anche la detrazione per questo intervento è stata oggetto di modifiche con la finanziaria 2018 che
l’ha ridotta al 50% (art. 1, comma 3, lettera a), punto 4)
Dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti termici (l. 208/2015, art. 1,
comma 88)
Questi interventi, introdotti dalla legge di stabilità 2016, sono classificati anche come “building
automation”. Il vademecum dell’ENEA riporta:
«L’intervento deve configurarsi come fornitura e messa in opera, nelle unità
abitative, di dispositivi che consentano la gestione automatica personalizzata
degli impianti di riscaldamento o produzione di acqua calda sanitaria o di
climatizzazione estiva, compreso il loro controllo da remoto attraverso canali
multimediali, eseguiti indipendentemente dalle installazioni e sostituzioni di
impianti di climatizzazione invernale.
I dispositivi devono:
a. Mostrare attraverso canali multimediali i consumi energetici, mediante la
fornitura periodica dei dati;
«fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature elettriche, elettroniche e
meccaniche nonché delle opere elettriche e murarie necessarie per l’installazione
e la messa in funzione a regola d’arte, all’interno degli edifici, di sistemi di
building automation degli impianti termici degli edifici.
Non si ritengono ricomprese tra le spese ammissibili, l’acquisto di dispositivi che
permettono di interagire da remoto con le predette apparecchiature quali
telefoni cellulari, tablet e personal computer o dispositivi similari comunque
denominati.»
Acquisto e posa di micro‐cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti (l.205/2017, art.1,
comma 3, lettera a, numero 3)
Questi interventi rappresentano l’ultima novità introdotta dalla legge di stabilità del 2018
all’articolo 1, comma 3, lettera a), numero 3.
Come vedremo il valore massimo della detrazione è consistente, 100.000€, però l’intervento deve
garantire un risparmio di energia primaria pari almeno al 20% per poter essere agevolato.
Il metodo di determinazione del risparmio di energia primaria nei processi di cogenerazione
(abbreviato in PES) viene chiarito nell’allegato III (Metodo di determinazione del rendimento del
processo di cogenerazione) del decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 4 agosto 2011.
1.5.4 Le spese che possono essere detratte
Per avere un quadro chiaro delle spese sostenute per interventi di risparmio energetico su cui
calcolare la detrazione, è necessario fare riferimento all’articolo 3 del D.M. 19 febbraio 2007
(Disposizioni in materia di detrazioni per le spese di riqualificazione energetica del patrimonio
edilizio esistente) che riportiamo in quanto estremamente chiaro:
«3 . Spese per le quali spetta la detrazione.
1. La detrazione relativa alle spese per la realizzazione degli interventi di cui
all'art. 1, commi da 2 a 5 (n.d.a. l’articolo richiamato è il primo del medesimo
decreto in cui si fa riferimento ai commi da 344 a 347 della legge 296/2006 che
ha istituito l’ecobonus), spetta per le spese relative a:
2. fornitura e messa in opera di materiali ordinari, anche necessari alla
realizzazione di ulteriori strutture murarie a ridosso di quelle preesistenti, per il
miglioramento delle caratteristiche termiche delle strutture esistenti;
3. demolizione e ricostruzione dell'elemento costruttivo;
c) interventi impiantistici concernenti la climatizzazione invernale e/o la produzione
di acqua calda attraverso:
1. fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature termiche, meccaniche,
elettriche ed elettroniche, nonché delle opere idrauliche e murarie necessarie
per la realizzazione a regola d'arte di impianti solari termici organicamente
collegati alle utenze, anche in integrazione con impianti di riscaldamento;
2. smontaggio e dismissione dell'impianto di climatizzazione invernale esistente,
parziale o totale, fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature
termiche, meccaniche, elettriche ed elettroniche, delle opere idrauliche e
murarie necessarie per la sostituzione, a regola d'arte, di impianti di
climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione,
nonché, a decorrere dal periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2008, con
impianti dotati di pompe di calore ad alta efficienza e con impianti geotermici
a bassa entalpia, ovvero, con impianti di climatizzazione invernale di cui al
citato decreto del Ministro dello sviluppo economico 11 marzo 2008. Negli
interventi ammissibili sono compresi, oltre a quelli relativi al generatore di
calore, anche gli eventuali interventi sulla rete di distribuzione, sui sistemi di
trattamento dell'acqua, sui dispositivi controllo e regolazione nonché sui
sistemi di emissione;
d) prestazioni professionali necessarie alla realizzazione degli interventi di cui alle
lettere a), b) e c), comprensive della redazione dell'attestato di certificazione
energetica, ovvero, di qualificazione energetica.»
Quindi anche in questo caso, come per le agevolazioni legate al recupero del patrimonio edilizio,
sono agevolabili, oltre all’acquisto dei materiali, anche le opere necessarie per l’installazione e le
prestazioni professionali tecniche.
1.5.5 Gli adempimenti necessari
Rispetto alle detrazioni per la ristrutturazione edilizia gli adempimenti da svolgere
necessariamente per accedere alle detrazioni sul risparmio energetico sono più articolati e
richiedono di produrre in quasi tutti i casi della documentazione tecnica aggiuntiva.
La legge di stabilità 2018, come abbiamo già accennato, ha stabilito che debbano essere emessi
dei decreti attuativi che stabiliranno, tra i vari aspetti, anche gli adempimenti necessari per
accedere correttamente alla detrazione. Tali decreti non sono ancora stati emanati, quindi nel
frattempo bisogna fare riferimento al d.m. 19 febbraio 2007, precisamente l’articolo 4.
Prima di vederne i contenuti risulta importante fare una premessa relativamente ad un aspetto
che non viene affrontato e chiarito sufficientemente all’interno del decreto stesso: come per le
detrazioni per il recupero del patrimonio edilizio, anche per accedere alle detrazioni sul risparmio
energetico è necessario predisporre correttamente tutta la eventuale documentazione edilizia.
Quindi va preliminarmente individuata la categoria di intervento in base alle opere da fare e di
conseguenza presentata la pratica (se necessaria).
A differenza di quanto abbiamo visto per le ristrutturazioni edilizie, in questo caso la legge non
esclude dagli interventi agevolabili la categoria della manutenzione ordinaria, in relazione alle
singole unità immobiliari. Se le opere da eseguire rientrano in questa categoria di intervento è
comunque sempre bene che il committente rediga un’autocertificazione con la data di inizio lavori
e la dichiarazione che i lavori eseguiti sono agevolabili ai sensi della legge 296/2006.
Allo stesso modo è indispensabile anche presentare, quando necessaria, la notifica preliminare
all’azienda sanitaria locale.
Fatta questa necessaria premessa sugli adempimenti vediamo cosa prevede l’articolo 4 del d.m. 19
febbraio 2007.
Asseverazione del tecnico
Questa asseverazione viene redatta da un tecnico abilitato, che può essere anche il direttore dei
lavori, il quale certifica che l’intervento eseguito è conforme ai requisiti tecnici previsti dallo stesso
decreto ministeriale.
L’asseverazione, come vedremo nella tabella riepilogativa, è necessaria praticamente per tutti gli
interventi agevolabili rientranti nell'eco bonus.
Attestato di prestazione energetica
Tale attestato deve essere redatto successivamente all’esecuzione dei lavori ed è disciplinato dal
successivo articolo 5 del d.m.
Risulta interessante evidenziare come non venga richiesto l’attestato per i seguenti interventi
considerati minori, ai sensi del comma 4‐bis del citato articolo:
sostituzione di finestre e infissi (in singole unità immobiliari)
installazione di pannelli solari
acquisto e posa in opera di schermature solari
Invio della documentazione all’ENEA
Attraverso il portale www.acs.enea.it devono essere inviati dei dati relativi alle opere di risparmio
energetico eseguite.
L’invio della documentazione può essere eseguito solo dagli utenti registrati che possono essere:
tecnici abilitati e amministratori di condominio per l’invio delle pratiche complete
utenti generici per l’invio di dichiarazioni semplificate.
Le dichiarazioni semplificate sono solo quelle relative alla sostituzione di infissi in singole unità
immobiliari (comma 345), installazione di schermature solari (comma 345) e installazione di
pannelli solari (comma 346).
Devono essere compilati due modelli:
Allegato A – con i dati dell’attestato di prestazione energetica
Allegato E – cioè la scheda informativa dell’intervento eseguito con i dati “tecnici” delle
prestazioni raggiunte
Tutta la documentazione deve essere trasmessa entro 90 giorni dalla fine dei lavori. Al momento
della trasmissione il portale dell’ENEA rilascerà una ricevuta.
Modalità di pagamento
Come per le detrazioni dedicate alla ristrutturazione edilizia, i pagamenti devono essere fatti
tramite bonifici bancari o postali per i soggetti IRPEF. I titolari di reddito di impresa possono
pagare anche con modalità diverse (ad esempio con assegni).
Il bonifico deve essere specifico per detrazioni fiscali (legge 296/2006) e deve riportare:
la causale del versamento con riferimento alla legge 296
il codice fiscale del contribuente
la partita IVA di chi riceve il bonifico
Infine la lettera d) del comma 1 dell’articolo 4 chiarisce come tutta la documentazione, sia quella
che viene inviata all’ENEA, sia quella tecnico‐amministrativa, deve essere conservata dal
contribuente ed esibita in caso di controllo.
Tabella riassuntiva
Di seguito si riporta una tabella riassuntiva con gli adempimenti necessari per accedere alla
detrazione sul risparmio energetico.
L. 296/2006, Interventi di
SI SI SI SI NO
riqualificazione
art.1,
energetica su edifici
comma 344 esistenti
Come già sottolineato in più punti la legge di stabilità 2018 ha ridotto, per alcuni interventi, la
detrazione al 50%.
Prima di approfondire altri aspetti è fondamentale chiarire quali sono i limiti di spesa per ogni
singola misura e per quali la detrazione massima corrisponda al 65% o al 50%. Riepiloghiamo tali
informazioni in una tabella:
L. 296/2006, Interventi sull’involucro degli Strutture opache verticali e 65% 60.000,00 € 92.307,69 €
art.1, edifici per riduzione della orizzontali
comma 345 trasmittanza termica Finestre 60.000,00 € 120.000,00 €
50%
Nel caso in cui gli interventi di risparmio energetico coinvolgano l’edificio nel suo complesso
bisognerà fare riferimento alla detrazione massima di 100.000€, «nel caso in cui siano stati attuati
più interventi agevolabili, sempreché cumulabili ai sensi dei chiarimenti forniti dalla presente
circolare, il limite massimo di detrazione applicabile sarà costituito dalla somma degli importi
previsti per ciascuno degli interventi realizzati» (circolare Agenzia delle Entrate 36/E del 2007).
L’importo totale detraibile è considerato per unità immobiliare mentre per quanto riguarda la
rateizzazione attualmente gli importi devono essere spalmati su 10 anni con rate uguali.
Anche in questo caso, come per le detrazioni sulle ristrutturazioni edilizie, vige il principio della
capienza secondo cui gli importi possono essere realmente detratti fino al raggiungimento della
massima imposta da pagare in un determinato anno. Eventuali importi aggiuntivi non
costituiscono credito di imposta e vanno persi.
Il regime speciale per i condomini
Sebbene l’oggetto del libro di cui questa appendice fa parte non siano le procedure per i lavori da
effettuare sulle parti comuni condominiali, è importante, nell’ambito della trattazione delle
detrazioni fiscali, accennare brevemente ai regimi speciali in vigore dedicati alle spese sostenute
da questi soggetti.
La legge di bilancio 2017 (legge 232/2016) ha incrementato la percentuale dell’incentivo sulle
spese di efficientamento energetico sulle parti comuni condominiali. L’articolo 1, comma 2, punto
3 ha introdotto un nuovo comma all’articolo 14 della legge 90/2013:
«2‐quater. Per le spese sostenute dal 1º gennaio 2017 al 31 dicembre 2021 per
interventi di riqualificazione energetica di parti comuni degli edifici condominiali,
che interessino l'involucro dell'edificio con un'incidenza superiore al 25 per cento
della superficie disperdente lorda dell'edificio medesimo, la detrazione di cui al
comma 1 spetta nella misura del 70 per cento. La medesima detrazione spetta,
nella misura del 75 per cento, per le spese sostenute per interventi di
riqualificazione energetica relativi alle parti comuni di edifici condominiali
finalizzati a migliorare la prestazione energetica invernale ed estiva e che
conseguano almeno la qualità media di cui al decreto del Ministro dello sviluppo
economico 26 giugno 2015, pubblicato nel supplemento ordinario n. 39 alla
Gazzetta Ufficiale n. 162 del 15 luglio 2015. Le detrazioni di cui al presente
comma (n.d.a. la parola “comma” è stata introdotta con la legge di bilancio 2018
in sostituzione della parola “articolo” del testo originario) sono calcolate su un
ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 40.000 moltiplicato per
il numero delle unità immobiliari che compongono l'edificio.»
Con questa disposizione le novità introdotte per i condomini sono due:
Una detrazione maggiorata al 70% per interventi di efficientamento dell’involucro che
interessino più del 25% della superficie disperdente dello stesso;
Una detrazione maggiorata al 75% per interventi di efficientamento che permettano di
raggiungere i requisiti tecnici medi individuati nell’allegato 1 al Decreto del MISE citato.
Risulta importante sottolineare altri due aspetti: tale regime speciale è in vigore fino al 2021; per
questi interventi l’ammontare complessivo delle spese su cui viene calcolata la detrazione è di
40.000€ per ogni unità immobiliare. In questo caso non viene fornita la detrazione massima ma il
limite di spesa su cui calcolare la detrazione massima (28.000€ per unità immobiliare nel caso di
detrazione al 70%, 30.000€ per unità immobiliare nel caso di detrazione al 75%).
Legge di bilancio 2018: bonus condomini
L’ultima legge di bilancio ha ulteriormente aumentato le percentuali di detrazione per i cndomini
unendo due agevolazioni: il sismabonus e l’ecobonus. Tale scelta è un tentativo, da parte
dell’amministrazione statale, di incentivare il sismabonus, che non ha avuto la diffusione sperata.
Il punto di riferimento è il 7) dell’articolo 1, comma 3, lettera a), che introduce un nuovo comma
all’articolo 14 della Legge 90/2013:
«2‐quater.1. Per le spese relative agli interventi su parti comuni di edifici
condominiali ricadenti nelle zone sismiche 1, 2 e 3 finalizzati congiuntamente alla
riduzione del rischio sismico e alla riqualificazione energetica spetta, in
alternativa alle detrazioni previste rispettivamente dal comma 2‐quater del
presente articolo e dal comma 1‐quinquies dell'articolo 16, una detrazione nella
misura dell'80 per cento, ove gli interventi determinino il passaggio ad una classe
di rischio inferiore, o nella misura dell'85 per cento ove gli interventi determinino
il passaggio a due classi di rischio inferiori. La predetta detrazione è ripartita in
dieci quote annuali di pari importo e si applica su un ammontare delle spese non
superiore a euro 136.000 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari di
ciascun edificio»
Anche in questo caso abbiamo due soglie di detrazione:
80% se gli interventi di riduzione del rischio sismico comportano il passaggio ad una classe
di rischio inferiore;
85% se gli interventi di riduzione del rischio sismico comportano il passaggio di due classi di
rischio inferiori.
Vediamo come non vengano date prescrizioni relative agli interventi di efficientamento energetico
effettuati in concomitanza con quelli di riduzione del rischio sismico, quindi rimangono valide
quelle che abbiamo già affrontato nei paragrafi precedenti.
Un altro aspetto importante è la suddivisione delle detrazioni in 10 quote annuali (per il
sismabonus sono 5) e l’ammontare massimo delle spese pari a 136.000€ per ogni unità
immobiliare, pari alla somma dei 96.000€ previsti per il sismabonus e i 40.000€ previsti per
l’ecobonus che abbiamo visto poco sopra.
Anche in questo caso non viene data la detrazione massima ma la spesa massima su cui calcolare
la detrazione (108.800€ per unità immobiliare nel caso di detrazione all’80%, 115.600€ per unità
immobiliare nel caso di detrazione all’85%).
1.6 Conto termico
Il conto termico è un incentivo introdotto recentemente; infatti la sua prima versione è stata
approvata con decreto del Ministero dello sviluppo economico del 28 dicembre 2012 ‐
Incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili ed interventi di efficienza
energetica di piccole dimensioni.
Il 16 febbraio 2016 è stato emesso un secondo decreto da parte del ministero contente
Aggiornamento della disciplina per l’incentivazione di interventi di piccole dimensioni per
l’incremento dell’efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili.
Questo decreto ha sancito la nascita di quello che viene chiamato Conto Termico 2, che è quello
attualmente in vigore.
Ci troviamo di fronte ad un tipo di incentivo profondamente diverso dai precedenti, sebbene nelle
intenzioni ricalchi quello sulle prestazioni energetiche (ma, come vedremo, nella sostanza se ne
distacca in modo significativo).
L’aspetto maggiormente innovativo rispetto agli altri incentivi è il regime di sostegno in conto
capitale: cioè, invece di detrarre una percentuale delle spese sostenute dalla dichiarazione dei
redditi, accedendo a questo specifico incentivo l’agevolazione viene rimborsata materialmente sul
conto del richiedente tramite bonifici. In sostanza è un contributo a fondo perduto.
Risulta evidente come, per poter attuare correttamente una procedura di questo tipo, sia stato
necessario predisporre un’impostazione globale differente rispetto a quanto abbiamo visto finora.
Oltre a stabilire parametri maggiormente stringenti è fissato un tetto di spesa annuale di
contributi a fondo perduto, e la percentuale della spesa sostenuta dal singolo richiedente che
viene incentivata non è fissa ma variabile a seconda del raggiungimento di determinate prestazioni
dell’immobile.
L’importo complessivo messo a disposizione annualmente è individuato nell’articolo 1, commi 3 e
4, del d.m. 16 febbraio 2016:
«3. Trascorsi 60 giorni dal raggiungimento di un impegno di spesa annua
cumulata pari a 200 milioni di euro per incentivi riconosciuti ad interventi
realizzati o da realizzare da parte dei soggetti di cui all’articolo 3, comma 1,
lettera a), non sono accettate ulteriori richieste di accesso agli incentivi di cui al
presente decreto, da parte di tali soggetti, fino all’entrata in vigore
dell’aggiornamento di cui al comma 2.
4. Trascorsi 60 giorni dal raggiungimento di un impegno di spesa annua
cumulata pari a 700 milioni di euro per incentivi riconosciuti ad interventi
realizzati da parte di soggetti di cui all’articolo 3, comma 1, lettera b), non sono
accettate ulteriori richieste di accesso agli incentivi di cui al presente decreto, da
parte di tali soggetti, fino all’entrata in vigore dell’aggiornamento di cui al
comma 2.»
I soggetti di cui all’articolo 3, comma 1, lettera a) sono le amministrazioni pubbliche.
I soggetti di cui all’articolo 3, comma 1, lettera b) sono i soggetti privati.
Quindi annualmente c’è una somma di 900 milioni di euro messa a disposizione quale incentivo
per gli interventi individuati dal decreto; di questi 900 milioni 200 milioni sono destinati alle
pubbliche amministrazioni e 700 milioni sono destinati ai privati.
Nonostante la tipologia degli incentivi, cioè un contributo in denaro versato direttamente nei conti
correnti di chi esegue gli interventi incentivabili, il conto termico non ha avuto particolare successo
in relazione alla quantità di denaro messa a disposizione. Le statistiche del 2016 parlano di 30
milioni di euro incentivati per le pubbliche amministrazioni e 40 milioni di euro incentivati per i
privati.
1.6.1 Il ruolo della società GSE S.p.A.
Una caratteristica distintiva di questa misura di incentivo è la sua gestione, che è totalmente affidata alla
società GSE S.p.A. (Gestore Servizi Energetici).
All’articolo 2 comma 1 del d.m. 16 febbraio 2016 viene chiaramente riportato che:
«g) GSE: Gestore dei Servizi Energetici S.p.A., soggetto responsabile della
gestione degli incentivi e delle attività di cui al presente decreto»
È tale società che si impegna a riconoscere gli incentivi ai soggetti che ne fanno richiesta fino al
raggiungimento della somma massima messa a disposizione annualmente. Le richieste di accesso agli
incentivi vengono gestite sempre dal GSE attraverso il Portaltermico.
L’articolo 8 del decreto riporta tutti gli adempimenti a carico del GSE. Oltre a quelli già brevemente
richiamati è significativo il seguente:
«4. Il GSE, entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, al
fine di facilitare la conoscenza dei consumatori sui prodotti ad alta efficienza
presenti sul mercato e rispondenti ai requisiti tecnici richiesti per l’accesso agli
incentivi, pubblica sul proprio sito e aggiorna semestralmente, anche in
considerazione dell’evoluzione della normativa tecnica di settore e/o dei requisiti
richiesti per l’accesso, il Catalogo degli apparecchi idonei, finalizzati per
installazioni ad uso domestico, nel rispetto dei principi di non discriminazione,
parità di trattamento e tutela del libero mercato dei prodotti. I produttori di
apparecchi e tecnologie possono presentare al GSE richiesta di iscrizione dei
propri prodotti al Catalogo, secondo modalità e tempistiche definite dallo stesso
nelle regole applicative di cui al comma 2. Accedono al Catalogo suddetto solo
gli apparecchi per i quali sia verificata positivamente, sulla base della
documentazione fornita dal produttore, la rispondenza ai requisiti tecnici di cui
agli Allegati al presente decreto. Resta fermo il valore esemplificativo e non
esaustivo del Catalogo con riguardo ai prodotti in possesso dei requisiti tecnici
richiesti.»
L’elenco di cui a questo comma è pubblicato al seguente link:
http://www.gse.it/it/Conto%20Termico/catalogo/catalogoapparecchi/Pagine/default.aspx
Utilizzare gli apparecchi presenti in questo elenco non è prescrittivo, ma consente di accedere ad
una procedura semplificata per gli incentivi, come chiarito all’articolo 6 comma 2 del decreto.
1.6.2 Immobili ammessi alla detrazione
L’articolo 4 comma 2 del decreto dice che non vi è nessuna limitazione di categoria catastale in
merito agli immobili che possono usufruire del conto termico. L’unica limitazione che viene data è
la presenza obbligatoria di un impianto di climatizzazione preesistente. Questo aspetto, tra l’altro,
è in linea con quanto abbiamo già visto per gli interventi di efficientamento energetico.
1.6.3 Soggetti che possono usufruire della detrazione
I soggetti ammessi sono individuati all’articolo 3 comma 1:
«Sono ammessi ai benefici previsti dal presente decreto:
a) le amministrazioni pubbliche, relativamente alla realizzazione di uno o più
degli interventi di cui all’articolo 4;
b) i soggetti privati, relativamente alla realizzazione di uno o più degli interventi
di cui all’articolo 4, comma 2.»
I soggetti privati sono indifferenziati, quindi possono accedervi sia i soggetti IRPEF che i soggetti
IRES.
Evidenziamo che per i soggetti privati non tutti gli interventi previsti dal decreto sono incentivabili,
ma solo quelli del comma 2 dell’articolo 4, che analizzeremo nel prossimo paragrafo.
Prima di proseguire bisogna evidenziare anche un altro aspetto: il comma 3 dell’articolo riportato
fornisce la possibilità ai soggetti privati di accedere agli incentivi anche tramite una ESCo.
Il termine ESCo sta per Energy Service Company. Si tratta di società che, tramite dei contratti, si
assumono tutti gli oneri di realizzazione dell’intervento di efficientamento energetico. A fronte
delle spese a cui andrà incontro il contratto naturalmente saranno previsti degli utili per la società.
1.6.4 Gli interventi incentivabili
Gli interventi incentivabili vengono definiti all’articolo 4 del decreto. Per la nostra trattazione ci
interessano solo gli interventi riportati al comma 2 in quanto quelli del comma 1 sono riservati
esclusivamente alle pubbliche amministrazioni.
«Sono incentivabili, alle condizioni e secondo le modalità di cui agli Allegati I e II,
ivi comprese le spese ammissibili di cui all’articolo 5, i seguenti interventi di
piccole dimensioni di produzione di energia termica da fonti rinnovabili e di
sistemi ad alta efficienza in edifici esistenti, parti di edifici esistenti o unità
immobiliari esistenti di qualsiasi categoria catastale, dotati di impianto di
climatizzazione:
a) sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con
impianti di climatizzazione invernale, anche combinati per la produzione
di acqua calda sanitaria, dotati di pompe di calore, elettriche o a gas,
utilizzanti energia aerotermica, geotermica o idrotermica, unitamente
all’installazione di sistemi per la contabilizzazione del calore nel caso di
impianti con potenza termica utile superiore a 200 kW;
c) Installazione di impianti solari termici per la produzione di acqua calda
sanitaria e/o ad integrazione dell’impianto di climatizzazione invernale,
anche abbinati a sistemi di solar cooling, per la produzione di energia
termica per processi produttivi o immissione in reti di teleriscaldamento e
teleraffreddamento. Nel caso di superfici del campo solare superiori a 100
m è richiesta l’installazione di sistemi di contabilizzazione del calore;
2
d) sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa di calore;
e) sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con sistemi
ibridi a pompa di calore.»
Da questo elenco risultano chiari gli obiettivi del Conto Termico per i soggetti privati: infatti sono
previsti incentivi esclusivamente nell’ambito di interventi finalizzati alla produzione di energia
termica da Fonti Energetiche Rinnovabili (FER), e non per interventi di efficienza energetica
generici. Invece per i soggetti pubblici vengono incentivate entrambe le tipologie di interventi.
Probabilmente questa limitata quantità di opere incentivabili è uno dei fattori che ha portato il
Conto Termico a non riscuotere tanto successo quanto gli altri incentivi fiscali dedicati alla
ristrutturazione.
1.6.5 Le spese ammesse alla detrazione
Le spese ammesse alla detrazione sono elencate all’articolo 5 del decreto. Per quanto riguarda gli
interventi eseguibili dai soggetti privati troviamo:
i) prestazioni professionali connesse alla realizzazione degli interventi di cui alle
lettere da a) a h) e alla redazione di diagnosi energetiche e di attestati di
prestazione energetica relativi agli edifici oggetto degli interventi, come
specificato all’articolo 15.»
Quindi è chiaro come l’incentivo possa essere calcolato su tutta la spesa necessaria per dare il
lavoro completo e funzionante dall’inizio alla fine.
A differenza di quanto visto per gli altri incentivi in questo caso non vi è un limite di spesa
incentivabile. Tutto l’importo può essere detratto in relazione alla percentuale spettante, però
all’articolo 6 comma 8 viene specificato che, prima di corrispondere l’incentivo, viene effettuata
una verifica di congruità dei costi dell’intervento.
1.6.6 Gli adempimenti necessari
La procedura per accedere agli incentivi prevede la presentazione della domanda al GSE attraverso
il Portaltermico entro 60 giorni dalla fine dei lavori.
Non approfondiamo in questa sede tutti gli aspetti legati alla compilazione delle domande quanto
piuttosto la documentazione che deve essere prodotta e conservata a cura di chi presenta la
richiesta di incentivo.
Tale documentazione è elencata nell’articolo 6 al comma 7. Di Seguito riportiamo solo gli obblighi
per i committenti privati:
Diagnosi energetica Nel caso di realizzazione di interventi di cui all’articolo 4
b
comma 2, lettere da a) a d), quando l’intervento stesso è
realizzato su interi edifici con impianti di riscaldamento di
potenza nominale totale maggiori o uguali a 200 kW, le
richieste di incentivo sono corredate da diagnosi energetica
precedente l’intervento e da attestato di prestazione
energetica successivo. La diagnosi e la certificazione
energetica dell’edificio non sono richieste per installazioni di
collettori solari termici abbinati a sistemi per la produzione di
calore di processo e ad impianti asserviti a reti di
teleriscaldamento o teleraffrescamento.
c Schede tecniche dei componenti o Se non ricomprese nel catalogo messo a disposizione dal GSE
apparecchiature installate
e Fatture attestanti le spese sostenute e Devono riportare il codice fiscale di chi li esegue e la partita
ricevute dei bonifici bancari o postali IVA del beneficiario
i Dichiarazione di non incorrere nel Ai senti dell’articolo 12 comma 1 del decreto gli incentivi
divieto di cumulo degli incentivi sono concessi solo se non siano stati concessi altri incentivi
statali.
j Titolo edilizio ove previsto
Tutta la documentazione è sottoposta ad una verifica di rispondenza ai requisiti minimi richiesti
e di congruità dei costi (articolo 6, comma 8); inoltre il GSE effettua delle verifiche sia documentali
che con sopralluoghi sugli interventi incentivati per un totale non inferiore all’1% delle richieste
approvate (articolo 14, comma 1).
1.6.7 Regime degli incentivi
Come già evidenziato, gli incentivi del conto termico, relativamente alle opere realizzate dai privati
che possono essere incentivate (articolo 4, comma 2), non sono soggetti ad un importo massimo.
Per i privati risulta infatti incentivabile qualunque spesa sostenuta per gli interventi che abbiamo
visto nei paragrafi precedenti fino ad un massimo del 65%, ad eccezione della sostituzione degli
scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore per i quali invece è previsto un importo
massimo.
Il riferimento è l’allegato II – Metodologia di calcolo degli incentivi, che per ogni intervento
individuato dall’articolo 4 del decreto fornisce la modalità di calcolo dell’incentivo massimo
attraverso l’applicazione delle formule riportate al suo interno.
L’importo ottenuto è espresso in € e non può in nessun caso superare il 65% delle spese sostenute
e dichiarate (art. 7 comma 3). Da un’analisi del 2015 in merito agli interventi che hanno usufruito
di questo incentivo è emerso che l’incentivo medio è del 48%, con un minimo del 20% per le
pompe di calore e un massimo del 52% per il solare termico.
Come già accennato solo nel caso di scaldacqua a pompa di calore vengono dati dei valori
all’incentivo massimo: 400 € per prodotti con capacità inferiore o uguale a 150 litri e 700 € per
prodotti con capacità superiore ai 150 litri.
Anche per le spese tecniche relative alle diagnosi energetiche preliminari e agli attestati di
prestazione energetica viene riportato un valore massimo incentivabile, riportato nella tabella 19
di cui al punto 3 dell’allegato II:
1.6.8 Durata degli incentivi
Nel caso in cui l’importo totale dell’incentivo non sia superiore ai 5.000€ il GSE corrisponde
l’incentivo in un’unica rata. Se invece la somma da corrispondere è superiore l’incentivo viene
spalmato su più anni secondo quanto riportato nella seguente tabella, allegata all’articolo 7 del
decreto, da cui è stata estrapolata solo la parte relativa agli interventi privati:
Come è possibile vedere, per ognuno dei cinque interventi previsti dall’articolo 4 comma 2 sono
previsti due livelli di corresponsione dell’incentivo, a seconda della potenza installata: in 2 anni per
gli interventi più contenuti e 5 anni per quelli più consistenti.
Una casa raramente supera i 35 kW installati, quindi nelle ristrutturazioni residenziali
verosimilmente si può configurare un ritorno in due anni, il che significa la ricezione di due bonifici
annuali del medesimo importo.
1.7 Iva agevolata
Quando parliamo di IVA agevolata ci stiamo riferendo all’aliquota del 10% invece di quella del 22%
(aliquote valide nel momento in cui questo testo viene scritto ma soggette a modifiche a partire
dal 2019) che può essere applicata per una serie di interventi edilizi.
Il primo riferimento normativo è il d.P.R. 633/1972 e successive modifiche relativo alla “Istituzione
e disciplina dell'imposta sul valore aggiunto”(IVA).
Nella tabella A ad esso allegata, alla parte III sono riportati tutti i beni e servizi per cui è prevista
l’IVA agevolata al 10%, tra cui troviamo:
La legge 488/1999 (la finanziaria 2000) ha introdotto l’IVA agevolata al 10% anche per gli
interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria:
«Art. 7. Disposizioni in materia di imposta sul valore aggiunto, di altre imposte
indirette e per l'emersione di base imponibile.
1. Ferme restando le disposizioni più favorevoli di cui all'articolo 10 del decreto
del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e delle tabelle ad esso
allegate, fino alla data del 31 dicembre 2000 sono soggette all'imposta sul
valore aggiunto con l'aliquota del 10 per cento:
[…]
b) le prestazioni aventi per oggetto interventi di recupero del patrimonio
edilizio di cui all'articolo 31, primo comma, lettere a), b), c) e d), della legge 5
agosto 1978, n. 457, realizzati su fabbricati a prevalente destinazione abitativa
privata. Con decreto del Ministro delle finanze sono individuati i beni che
costituiscono una parte significativa del valore delle forniture effettuate
nell'ambito delle prestazioni di cui alla presente lettera, ai quali l'aliquota ridotta
si applica fino a concorrenza del valore complessivo della prestazione relativa
all'intervento di recupero, al netto del valore dei predetti beni. »
In questa legge viene anche chiarita la prevalente destinazione abitativa dell’immobile su cui
vengono eseguite le opere.
Vediamo anche però come questa legge sia ancora un provvedimento a carattere temporaneo e
non a regime.
È solo con la legge 191/2009 (cosiddetta finanziaria 2010) che avviene l’ultimo passaggio: viene
portata a regime la detrazione del 10% anche per la manutenzione ordinaria e straordinaria.
Quindi attualmente l’IVA agevolata al 10% è applicabile per gli interventi di ristrutturazione
eseguiti all’interno di edifici utilizzati ai fini abitativi, che ricadono nelle categorie di intervento di:
manutenzione ordinaria
manutenzione straordinaria
restauro e risanamento conservativo
ristrutturazione edilizia
Attenzione ad un aspetto: stiamo parlando di sole opere, le prestazioni professionali non rientrano
nell’agevolazione, quindi si applica l’iva al 22%.
Il committente che decide di usufruire dell’IVA agevolata deve comunicarlo tramite
un’autocertificazione all’impresa che eseguirà i lavori.
1.7.1 La disciplina dei beni significativi
L’iva agevolata però, anche in caso di manutenzione straordinaria su una casa, potrebbe non
essere applicabile sul totale delle spese sostenute. Risulta quindi importante comprendere a cosa
può essere applicata l’iva agevolata e quali soggetti possono beneficiarne. Riportiamo
nuovamente l’estratto dell’articolo 7 della legge finanziaria 2000:
«b) le prestazioni aventi per oggetto interventi di recupero del patrimonio edilizio di cui all'articolo
31, primo comma, lettere a), b), c) e d), della legge 5 agosto 1978, n. 457, realizzati su fabbricati a
prevalente destinazione abitativa privata. Con decreto del Ministro delle finanze sono individuati i
beni che costituiscono una parte significativa del valore delle forniture effettuate nell'ambito
delle prestazioni di cui alla presente lettera, ai quali l'aliquota ridotta si applica fino a
concorrenza del valore complessivo della prestazione relativa all'intervento di recupero, al netto
del valore dei predetti beni.»
Concentriamoci sulla seconda parte del comma 1 lettera b): ci dice che, all’interno di una
ristrutturazione che ricade nelle categorie di intervento sopra riportate, vi sono dei beni
significativi, individuati da uno specifico decreto (che vedremo tra poche righe), per i quali è
possibile applicare l’iva al 10%.
Però l’aliquota IVA agevolata al 10% non si applica all’intero valore di questi beni, ma su un valore
massimo equivalente all’importo complessivo dell’intervento di recupero a cui va sottratto
l’importo complessivo dei beni significativi. In sostanza per ricadere nel regime agevolato iva i
beni significativi non possono superare il valore del resto dei lavori.
Tra poco faremo un esempio per essere più chiari, prima però vediamo quali sono questi beni
significativi. Il decreto che li ha chiariti è stato emesso il 29 dicembre 1999 dal Ministero delle
finanze (Individuazione dei beni costituenti parte significativa del valore delle forniture effettuate
nel quadro degli interventi di recupero del patrimonio edilizio realizzati su fabbricati a prevalente
destinazione abitativa, ai sensi dell'art. 7, comma 1, lettera b), della legge n. 488 del 1999).
Questo è il testo del decreto:
«Sono soggette all'imposta sul valore aggiunto con l'aliquota del 10 per cento le
cessioni dei seguenti beni che costituiscono una parte significativa del valore
delle forniture effettuate nell'ambito delle prestazioni aventi per oggetto
interventi di recupero del patrimonio edilizio di cui all'art. 31, primo comma,
lettere a), b), c) e d), della legge 5 agosto 1978, n. 457, realizzati su fabbricati a
prevalente destinazione abitativa privata:
Ascensori e montacarichi;
Infissi esterni ed interni;
Caldaie;
Video citofoni;
Apparecchiature di condizionamento e riciclo dell'aria;
Sanitari e rubinetterie da bagno;
Impianti di sicurezza.»
Tutti i beni che non rientrano in questo elenco, come ad esempio i rivestimenti, gli intonaci, le
pitture, etc., non sono considerati beni significativi. Per tutti i beni non significativi si applica
comunque l’iva al 10% ma non ci sono limitazioni sul loro costo.
Attenzione ad un aspetto: l’Iva al 10% sui beni significativi può essere applicata indifferentemente
se ad acquistarli è l’impresa o il committente; invece l’Iva al 10% sui beni non significativi può
essere applicata esclusivamente se ad acquistarli è un’impresa nell’ambito di un contratto di
appalto. Il committente (l’utente finale) pagherà all’impresa le fatture che comprendono sia la
quota‐parte di lavori che quella di beni non significativi applicando sempre l’Iva al 10%. Se invece è
il committente stesso ad acquistare autonomamente i beni non significativi verrà applicata l’Iva al
22%.
Un esempio pratico
Per chiarire fino in fondo questo punto facciamo un esempio.
Consideriamo la ristrutturazione di un appartamento eseguito con opere che ricadono nella
manutenzione straordinaria.
L’importo complessivo dei lavori comprese tutte le forniture è di 100.000 € al netto dell’IVA.
Di questi 100.000 € una quota‐parte sono beni significativi rientranti tra quelli dell’elenco sopra
riportato. Vediamo due possibili casi.
Caso 1: i beni significativi corrispondono ad un importo complessivo pari a 40.000 €, mentre il
resto della spesa è per prestazioni e beni non significativi per un ammontare di 60.000 €.
Calcoliamo il regime IVA.
Sui 60.000 € di prestazioni e beni non significativi applichiamo l’IVA al 10%
Per capire che aliquota iva possiamo applicare ai beni significativi dobbiamo prendere l’importo
totale dei lavori a cui sottrarre il valore dei beni significativi: 100.000 € ‐ 40.000 € = 60.000 €.
Quindi in questo specifico caso i beni significativi potrebbero usufruire dell’IVA agevolata al 10%
fino ad un importo massimo di 60.000 € (chiaramente è un caso impossibile in quanto sommando
i due importi verrebbe una cifra superiore ai 100.000 € totali spesi. Ma prendiamolo per quello
che è: un esempio). Abbiamo acquistato beni significativi per un importo di 40.000 € quindi può
essere applicata l’IVA agevolata a tutto l’importo.
Caso 2: i beni significativi corrispondono ad un importo complessivo pari a 60.000 €, mentre il
resto della spesa è per prestazioni e beni non significativi per un ammontare di 40.000 €.
Calcoliamo il regime IVA.
Sui 40.000 € di prestazioni e beni non significativi applichiamo l’IVA al 10%
Per capire che aliquota iva possiamo applicare ai beni significativi dobbiamo prendere l’importo
totale dei lavori a cui sottrarre il valore dei beni significativi: 100.000 € ‐ 60.000 € = 40.000 €.
Quindi, in questo specifico caso, i beni significativi possono usufruire dell’IVA agevolata al 10%
fino ad un importo massimo di 40.000 €. Abbiamo acquistato beni significativi per un importo di
60.000 € quindi può essere applicata l’IVA agevolata solo su parte della spesa per beni
significativi. Sui restanti 20.000 € deve essere applicata l’IVA al 22%.
Nella sostanza sarà possibile applicare l’iva al 10% su tutto l’intervento di ristrutturazione solo se i
beni significativi incidono per non più della metà dell’intero importo speso.
1.8 Quadro sinottico riepilogativo
INCENTIVO REGIME SOGGETTI TIPOLOGIA DI OPERE DETRAIBILI SPESE DETRAIBILI ADEMPIMENTI
DESTINATARI IMMOBILI NECESSARI
Recupero del Detrazione dalle Soggeti Residenziali e Interventi di recupero Tutti i costi relativi Deve essere acquisita
Patrimonio imposte del 50% passivi IRPEF relative edilizio di cui alle lettere all’esecuzione dei e presentata la
Edilizio delle spese pertinenze da b) a d) dell’art. 3 del lavori necessaria
sostenute d.P.R. 380/2001, documentazione
(Art. 16-bis calcolato su un Progettazione, edilizia
TUIR) importo Interventi per la direzione lavori e
massimo di ricostruzione o il ripristino tutte le altre Notifica preliminare
96.000€. di immobili danneggiati da prestazioni all’ASL (se necessaria)
eventi calamitosi se è professionali
Suddiviso in 10 stato dichiarato lo stato di Fatturazione di tutte le
rate annuali. emergenza L’IVA, l’imposta di spese
bollo e i diritti
Eliminazione delle Pagamento con
barriere architettoniche Gli oneri di bonifico bancario o
urbanizzazione postale
Opere finalizzate a
prevenire il rischio del Tutti gli altri costi
compimento di atti illeciti inerenti gli
interventi realizzati
Interventi di contenimento
dell’inquinamento
acustico
Interventi finalizzati al
risparmio energetico
Bonifica dell’amianto.
Riduzione del Detrazione dalle Soggetti Residenziali o Misure antisismiche con Tutti i costi relativi Tutti gli adempimenti
Rischio imposte del 50% passivi IRPEF Strumentali particolare riguardo all’esecuzione dei per il recupero del
Sismico delle spese e soggetti nelle zone all'esecuzione di opere lavori. patrimonio edilizio
sostenute passivi IRES sismiche 1, 2, per la messa in sicurezza
(D.L. 63/2013, calcolato su un 3 statica, in particolare sulle Classificazione e Adempimenti
articolo 16) importo parti strutturali verifica sismica aggiuntivi:
massimo di Individuazione della
96.000 €. classe di Rischio della
Suddiviso in 5 costruzione nello stato
rate annuali. di fatto prima
dell’intervento
Attestazione della
conformità delle opere
realizzate come da
progetto e della nuova
classe di rischio da
parte del direttore dei
lavori e del collaudatore
statico
Bonus Detrazione dalle Soggeti Residenziali Acquisto di: Tutti gli adempimenti
Arredo imposte del 50% passivi IRPEF per il recupero del
delle spese Mobili patrimonio edilizio
(D.L. 63/2013, sostenute
articolo 16) Grandi Metodi di pagamento
calcolato su un elettrodomestici di
importo accettati:
classe energetica
massimo di almeno A+ o A per Bonifico bancario o
10.000 €. i forni. postale ordinario.
Suddiviso in 10 Effettuati per Carta di credito o di
rate annuali. immobili per cui si debito.
usufruisce della
detrazione per il Finanziamento rateale
recupero del
patrimonio edilizio
Bonus Verde Detrazione dalle Soggeti Residenziali «sistemazione a verde» di Spese per opere, Tutti gli eventuali
imposte del 36% passivi IRPEF aree scoperte private di progettazione e adempimenti edilizi.
(l. 205/2017, delle spese edifici esistenti, unità
articolo 1, sostenute immobiliari, pertinenze o manutenzione Pagamento con
commi 12, 13, calcolato su un recinzioni, impianti di strumenti idonei alla
14 e 15) importo irrigazioni e realizzazione tracciabilità.
massimo di pozzi;
5.000 €.
Realizzazione di
Suddiviso in 10 coperture a verde e di
rate annuali. giardini pensili
Risparmio Detrazione del Soggetti Residenziali o Interventi di Tutti i costi relativi Predisposizione di tutta
Energetico 65% o del 50% a passivi IRPEF Strumentali riqualificazione energetica all’esecuzione dei la documentazione
seconda degli e soggetti su edifici esistenti (l. lavori edilizia correttamente
(L. 296/2006 interventi passivi IRES 296/2006, art.1, comma come per il recupero
realizzati delle 344) Le prestazioni del patrimonio edilizio
L. 190/2014 professionali
spese sostenute
L. 208/2015 su un importo Interventi sull’involucro necessarie Inoltre:
massimo degli edifici per riduzione comprensive della
L. 205/2017) della trasmittanza termica redazione Asseverazione del
variabile a tecnico sulla conformità
seconda degli (l. 296/2006, art.1, dell'attestato di
comma 345) certificazione dell’intervento
interventi
realizzati. energetica, ovvero, Redazione
Interventi di installazione di qualificazione
di pannelli solari per la dell’attestato di
Suddiviso in 10 energetica. prestazione energetica
rate annuali. produzione di acqua
calda (l. 296/2006, art.1, ad eccezione dei casi
comma 346) previsti dalla legge
Conto Rimborso in Soggetti Residenziali o Sostituzione di impianti di Tutte le opere Presentazione della
Termico conto capitale passivi IRPEF Strumentali climatizzazione invernale necessarie per domanda al GSE
variabile a e soggetti esistenti con impianti di dare il nuovo attraverso il
(D.M. 16 seconda degli passivi IRES climatizzazione invernale impianto Portaltermico entro 60
febbraio 2016) interventi e dlle dotati di pompe di calore perfettamente giorni dalla fine dei
prestazioni funzionante lavori
raggiunte, fino Sostituzione di impianti di
ad un massimo climatizzazione invernale Le prestazioni Attestato di Prestazione
del 65% della esistenti con impianti di professionali Energetica
spesa sostenuta. climatizzazione invernale connesse alla
dotati di generatore di realizzazione degli Diagnosi Energetica
La spesa calore alimentato da interventi e alla Schede tecniche dei
massima non è biomassa redazione di componenti
fissata ad diagnosi
eccezione degli Installazione di impianti energetiche e di Asseverazione di un
scaldaacqua a solari termici per la attestati di tecnico abilitato
pompa di calore produzione di acqua prestazione
calda sanitaria Fatture attestanti le
(700€) e delle energetica relativi
spese sostenute e
spese tecniche Sostituzione di agli edifici oggetto
ricevute dei bonifici
(18.000€). scaldacqua elettrici con degli interventi,
scaldacqua a pompa di Se presenta una ESCo
Il rimborso, a
calore copia dell’accordo
seconda della
contrattuale
tipologia di Sostituzione di impianti di
intervento, viene Dichiarazione di non
corrisposto da climatizzazione invernale incorrere nel divieto di
un minimo di 2 esistenti con sistemi ibridi cumulo degli incentivi
anni fino ad un a pompa di calore
massimo di 5 Titolo edilizio
anni. Dichiarazione di
conformità dell’impianto
Certificato di
smaltimento degli
impianti dismessi
Certificato rilasciato dal
produttore in merito ai
livelli emissivi in
atmosfera
NB: verificare caso per
caso la necessità della
documentazione
Iva agevolata Iva al 10% su Soggetti Residenziali o Manutenzione ordinaria Spese sostenute Comunicazione tramite
opere e passivi IRES e Strumentali per l’esecuzione autocertificazione
(legge forniture. Soggetti Manutenzione delle opere. all’impresa che
191/2009) passivi IRPEF straordinaria eseguirà i lavori.
Spese per
Restauro e risanamento l’acquisto di beni
conservativo significativi
Ristrutturazione edilizia effettuate
nell'ambito delle
prestazioni di cui
alla precedente
colonna fino a
concorrenza del
valore complessivo
della prestazione
relativa
all'intervento di
recupero, al netto
del valore dei
predetti beni.
Sono escluse le
spese professionali