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Luigi Piran dello 1

1. Cenni biografici

Luigi Pirandello nacque a Girg enti (l'attuale Agrigento) nel 1867. Il padre era, un facoltoso
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proprietario di miniere di zolfo, antiborbonico e favorevol e all'Unità d 'Italia (la famiglia della
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madre era stata anche in esilio). Il giovane Pirandello si rifiutò di seguir e la p rofessione del padre e si
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iscrisse alla Facoltà di Lettere d ell'Università di Palermo, ma presto si trasferì a Roma. Poc o dopo,
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però, a. causa di un contrasto con un professore, andò a studiare a Bonn, in Germania, dove si laur e ò 1 1

nel 1891. In G·ermania conobbe i testi della filosofia tedesca e le opera fondamentali di Nietzsche e
Schopenhauer, ch e ancora. non erano _stati tradotti in italiano.
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Nel 1892 tornò in Italia e andò a viv er e a Roma e qui grazie a. Luigi Capuana, entrò in contatto
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con l 'ambiente culturale romano. N e l 1 9 0 2 P i r a n d e l l o s p o s a M a r i a A n t o n i e t t a


Portulano, figlia di un socio in affari del padre da cui avrà tre figli.
Nel 1903 la m i n i e r a di zolfo in cui il padre di Pirandello aveva investito tutti i suoi averi e cui, il
giovane Luigi aveva destinato anche il patrimo nio d ella moglie, si allagò, rovinando econ omicamente 1 1 oo 1

tutta la famiglia. Per lo choc la moglie cominciò a manifestare disturbi psichici e, nel 1919, 1

Pirandello fu costretto a ricoverarl a. La vita privata dello scrittore fu segnata quindi dal dramma della
convivenza con una moglie instabile di mente e ossessionata da un’immotivata gelosia che sfociava
nella pazzia.
Nonostante Pirandell o - per via delle cattive condizioni e conomiche - fosse costretto a dare
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lezioni private, nel 1904 pubbl icò il suo capolavoro Il fu Mattia Pascal che ottenne un notevole
successo.
Nel 1908 p ubblicò il saggio L' Umorismo ch e può essere considerato la b ase di tutta l a sua
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p oetica. Intanto, anch e grazie a questo ,scritto, ott enne la supplenza della cattedra di Lingua
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italiana presso l’Istituto superior e di Magistero di Roma e diede inizio alla sua collaborazione
con il Corriere della Sera.
A partir e 1
dal 1915 Piran dello,
1 spinto dalle ristrettezze economiche, decise di
d e d i c a r s i al teatro: in un primo momento scrisse commed ie dialettali e in seguito mise in
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scena alcuni drammi borghesi che gli die dero fama int ernazionale, soprattutto quando, nel 1921, fu
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rappresentato a Roma uno dei suoi capolavori, Sei personaggi in cerca d 'autore. Quest opera, dopo 1

alcuni ,gravi insuccessi iniziali, fu poi portata e messa in scena in tutto il mondo.
Nel 1924 Pirandello ,aderì al fascismo, ,anche se fu un 'adesione teorica, perché lo scrittore non
prese mai p arte ad alcun progetto fascista e non ricopr ì mai alcun incarico. La sua adesione al
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fascismo può essere spiegata con la sua forte avversione nei confronti dell 'Italia giolittiana, 1

consider ata debole e corrotta e comunque mossa da motivazioni opportunistiche; infatti s empre nel 1

1924, con fondi statali, Pirand ello cre ò la compagnia d'Arte di Roma con la quale fu in tournée
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in tutto il mondo, fino a suscitare l'interesse di Hollywood. In questa compagnia teatrale conobbe la
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giovane attrice Marta Abba,. della quale si innamorò teatralmente e umanam ente, senza per ò mai 1 1

avere alcuna relazione con lei.


Nel frattempo aveva iniziato anche la stesura del romanzo Uno, nessuno, centomila che verrà
completato e pubblicato solo nel 1925 e che gli valse fama internazionale. Nel 1934 gli venne
conferito il Premio Nobel per la letteratura. Lo scrittore muore a Roma nel 1936.
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2. Il pensiero

Luigi Piran dello è uno degli autori più geniali di tutta la letteratura mondiale ed è conos ciuto,
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letto e studiato ovunque, ,sop rattutto per il su o teatro.


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La poetica di Pirandello si basa sull 'Umorismo , saggio pubb licato nel 1908 e sulla relativa teoria
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dell’Umorismo che illustra la sua concezione della realtà e della natura e gli scopi che deve avere la
letteratura.
Pirandello con questa teoria vuole evidenziare le enormi contraddizioni dell’esistenza umana.
Lo scrittore sostiene che il compito dello scrittore è quello di diventare interprete del disagio
dell’uomo che vive in una realtà inautentica dove dominano la falsità delle convenzioni sociali e gli
autoinganni che ciascun individuo si crea per essere accettato dalla società. Il fine dell’artista è quello
di mettere in luce le menzogne della rigide regole sociali e di smascherare la loro vacuità.
Per questo motivo Pirandello afferma che l’arte umoristica deve fonndarsi sull’analisi e sulla
riflessione, per mettere in luce il contrasto tra ciò che appare e ciò che è.
Lo scrittore divide l 'umorismo dalla. comi cità; la comicità è la percezione del contrario,
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l'umorismo è il sentimento del contrario. Se percepiamo due cose lontane tra di loro, come ad
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esempio una vecchietta che ,si è a.gghindata, truccata e vestita come una ragazza - esempio che fa lo
stesso P'irandello - in un p rimo momento ridia.mo (la c omicità è infatti più istintiva), ma se poi
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cer chiamo di capire perché la v e cchietta si è vestita in quel modo, nasce una r iflessione più amara,
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più ironica. Qu esta. riflessione non è più istintiva, ma è razionale, è l 'umorismo . L'umor ista è chi
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non si illu de più, chi ha capito come va la vita dell 'uomo moderno e ride .
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I personaggi di Pirandello sono molt o simili tra loro: sono degli sconfitti, non hanno possibilità
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alcuna di cambiare il loro destino, sono tragici, ma nello stesso tempo sono anche grotteschi e
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c omici. Non c'è nulla di eroico in loro, _sono sempr e quotid iani e insignificanti ed è questa la
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p arte tragica.
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Per comprend ere il pensiero e la pro duzione di Pirandello si deve consid erare, come in Verga, la delusione
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post-risorgimentale. Anche la famiglia di Pirandello - così come quella di Verga - era patriottico-
risorgimentale, favorevole all 'Unità d 'Italia quindi. Secondo questa fede politica, l'Unità d Italia 1

avrebbe aggiustato tutti i problemi della Sicilia ma le cose non andarano così.
Dopo l'Unità, infatti, i problemi per la Sicilia non solo non furono risolti, ma addirittura aumentarono
e di conseguenza la delusio ne di un' intera generazione fu cocente. Bisogna partire da ques.ta profonda
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delusione per comprendere l 'adesione di Pirandello al Fascismo, mov imento politico in realtà
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lontanissimo dal suo modo di vedere la realtà.


Secondo Pirandello la l etteratura .aveva una funzione filosofica, cioè doveva svelare la 1

condizione disperata dell 'uomo moderno e quindi doveva essere lontana dalla retorica e dall'enfasi
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dannunziana.

3. ·Caratteristiche del pensiero di Pirandello 1


a),Vita e forma
In Pirandello c'è un perenne contrasto tra vita e forma: la vita è un flusso continuo, è l'istinto, la
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passione, l 'irrazionalità che però , per essere vissuta, deve essere racchiusa in una forma, in una
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prigione, una sorta di maschera che ogni uomo deve indossare per essere accettato dalla società.
La vita vorrebbe uscire dalla forma ma non può farlo. Una cosa è come vorremmo essere,
un 'altra è come dobbiamo essere perch é la società ci impone una seri e di r egole che non possiamo
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non rispettare.
..

Ad esempio, qualunque forma di aggregazione sociale (tipo la famiglia) è vista da Pirandello


come un carc ere, come una forma, perché è il luogo nel quale si è più obbligati a recitare un ruolo
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e quindi è un luogo di falsità.

b) La maschera
Strettamente legato al contrasto tra vita e forma, c'è il tema della maschera. La maggior parte
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d elle p ersone, secondo Pirand ello, immaginano di viver e liberi e non sanno invece di r ecitar e una
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parte, come se indossassero una specie di maschera. Gli obblighi familiari o le convenzio ni sociali 1

borghesi ci impongono dei valori dai quali no n si può scappare, come la famiglia, la fedeltà coniugal e
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e il lavoro. Se si capisce la falsità della vita e ci si toglie la maschera, la società ci emargina, ci


definis ce pazzi o si vive senza ii dentità, come è accaduto a Mattia Pascal, uno dei suoi personaggi più
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famosi. In fondo ''pupi siamo'' -· dice Pirandell o - e come i pupi siamo manovrati dalla società che
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tiene i nostri fili e ci fa agire come dei burattin i in base alle convinzioni so ciali e religiose. Alcune
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volte questa ma,schera si può rompere inaspettatamente , basta un suono - co me nella novella Il Treno
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ha fischiato - per prendere coscienza della propria condizione. Ma dopo av er preso atto di questa 1

condizione però, non si può cambiare il proprio stato, il proprio essere nel mondo e per questo motivo, 1

Pirandello definisce la condizione umana come assurda.


Chi ha scoperto il gioco, non riesce più a ingannarsi e vive in una condizione di desolazione, di non- 1

senso; chi non lo ha ancora scoperto e non è consapevole di questa triste verità invece, vive una
''vita finta''. Come dice lo stesso Pirandello, la sua arte è dedicata a chi s'inganna.

c) La verità
Secondo Pirandel lo conoscere la realtà è impossibile, perché la realtà è fortemente soggettiva e
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ognuno di noi la vede in modo differente. Di con.seguenza la verità - così come la inten deva il 1

Positiv ismo - non esiste, perché esistono tante verità, tutte ''vere”) . Nel caso del dramma teatrale Così
è se vi p are, il signor Ponza e la signora Fro la portano avanti due verità differenti, contrapposte tra
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loro, ma paradossalmente entrambe vere. Quan do alla fine entra in scena la donna che avrebbe potuto
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risolv ere il mistero, sostiene che entrambi dicono la “verità”.


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d) La dissoluzione dell'io
Se non esiste la verità, anche la persona cioè l’individuo non esiste, perché ognuno di noi ha tanti
volti quanti sono gli osservatori. Il tema della dissoluzione dell'io è affrontato nel romanzo Uno,
N essuno, Centomila, nel quale il protagon ista, Vitangelo Moscarda, improvvisamente si accorge
di avere un piccola malformazione al naso. Lui non se ne era mai accorto, ma forse gli altri sì. Lui
credeva di essere ''uno' ' - uguale per tutti -· e invece ha centomila volti differenti, in base a
quanti osservatori lo considerano, lo guardano.
Alla fine egli si accorge di essere nessuno. L'ind ividuo si illude di avere una consistenza univoca e
invece è frantumato in centomila parti differenti.
4. La produzione letteraria
All' inizio Pirandello pubblicò delle novelle che sembravano vicine al Verismo, soprattutto per lì
l’ambientazi one – come ad esempio Ciaula scopre la luna - ma in realtà erano distanti dal Verismo
sia dal punto di vista linguistico, sia da quello della tecnica narrativa, perché mancava l’ 1

impersonalità.
I temi delle novelle sono quelli tipici di tutta la pr oduzione pirandellian a, come la maschera, la
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vita intesa come finzione e la solitudine dell 'uomo moder no.


Nelle novelle Pirandel lo affronta un ''caso umano'' dal punto di vista psicologico e non da
quello sociale attraverso una situazione assurda e grottesca dalla quale il prota.gonista non riesce a
venire fuori.

Pirandello 1 intende mostrare tutta l 'assurdità della vita, intesa come caos. I personaggi delle
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novelle sono sempre costretti a vivere una vita triste e grigia, dalla quale all'improvviso cercano
di uscire, senza però mai riuscirci .
Lo scrittore siciliano abband ona le novelle quando si dedica al romanzo e al teatro e riprende a
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scriverne soltanto nell 'ultima parte della sua vita;


Pirandello scrisse sette romanzi; quelli che ebbero più successo furono Il fu Mattia Pascal e
Uno, Nessuno e centomila.

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