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L'Annunciazione di San Nazzaro della Costa a Novara

Author(s): Paolo Venturoli


Source: Arte Lombarda, nuova serie, No. 86/87 (3-4), Bramante a Milano (1988), pp. 43-58
Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
Stable URL: https://www.jstor.org/stable/43132672
Accessed: 22-08-2022 12:41 UTC

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L'Annunciazione di San Nazzaro della Costa
a Novara
Paolo Venturoli

Quando nel 1985 la Fondazione Varzi ha pro- Inoltre un'indagine nella parte alta della pa-
posto alla Soprintendenza per i Beni Artistici e rete, sempre nella fase di demolizione degli intona-
Storici del Piemonte di finanziare un restauro in ci di restauro, ha portato allo scoprimento di una
territorio novarese per ricordare la memoriagrande del finestra di cui esistono ancora murati i car-
padre della fondatrice, signora Alida Varzi, sen. dini
Er- di ferro che reggevano l'imposta lignea, aper-
cole Varzi, nativo di Galliate, Giovanni Romano hatura tamponata prima dell'esecuzione degli affre-
subito suggerito un intervento nella bella chiesa schi (figg. 3-4). Un'indagine all'interno del sottotet-
francescana di San Nazzaro della Costa a Novara. to sovrastante le cappelle del lato destro della chie-
Precedenti restauri avevano già messo in lucesa ha permesso di ritrovare intatta la parte alta
all'esterno della seconda cappella di destra alcuni
della finestra murata. Infine, dopo la completa eli-
frammenti ad affresco databili verso la fine del sec. minazione degli scialbi, si è potuto stabilire che
XV di stretto ambito zenaliano (fig. 1). La eccezio- contemporaneamente alla costruzione della gran-
nale importanza e qualità della decorazione della de finestra la parete della chiesa era stata comple-
chiesa erano già note agli studi specialistici sulla tamente decorata con un intonaco bianco a grana
pittura novarese del Quattrocento e quanto affio- molto grossa che continua in parte anche al di sot-
rava dai saggi già eseguiti prometteva la scoperta to degli arconi trasversali della chiesa. Da tutte
di qualcosa di ancora più significativo. La Fonda- queste minute osservazioni è possibile stabilire
zione, nelle persone del suo presidente Signora Ali- che al momento del passaggio della chiesa ai Mi-
da Varzi e del suo segretario Avvocato Enrico Ca- nori Osservanti, nel 1444, l'edificio medioevale a
bella, ha subito accettato il rischio dello scopri- tre navate era stato trasformato in un edificio a na-
mento di una parete dove si ignorava quanta fosse vata unica con tetto a vista, decorato da un intona-
la superficie dipinta ancora conservata. I risultati co bianco e illuminato da una grande finestra
sono stati ancora più soddisfacenti del previsto in aperta nel mezzo della parete di destra (fig. 5). In
quanto è venuta alla luce una Annunciazione tra un periodo successivo si è deciso di costruire le
due angeli musicanti raffigurata sopra una impo- cappelle laterali e di sostenere la chiesa con alcuni
nente architettura prospettica. arconi trasversali. Solo in questa fase si è dato cor-
Il lavoro di scoprimento e restauro è stato af- so alla decorazione ed è stata eseguita l'Annuncia-
fidato a Caterina Motta e a Franco Crescenzi, la zione che è appena venuta alla luce.
documentazione grafica a Giorgio Rolando Perino Il pittore ha finto all'esterno della cappella
e la documentazione fotografica a Giacomo Galla-una grande architettura classicheggiante formata
rate. da due pilastri decorati da nastri intrecciati sui
La prima fase dell'intervento, oltre a scoprire quali poggiano altri due pilastri a sezione quadrata
tutta la superficie dipinta, ha portato ad una serie che sorreggono a loro volta una monumentale tra-
di importanti scoperte sulla storia dell'edificio beazione
e decorata da testine di angeli, intarsi di
sulle sue trasformazioni nel corso del tempo. Infat- marmo e pietre dure di diverso colore (fig. 6). Tra i
ti nella demolizione degli intonaci di restauro nella pilastri laterali e l'arco d'ingresso della cappella,
parte bassa dei due pilastri di ingresso della cap- decorato a sua volta da cornucopie intrecciate
pella è emersa la muratura a mattoni della chiesa (motivo ripreso dall'architettura intorno all'Assun-
francescana e si è potuto così constatare che la zione della Vergine del Mantegna nella cappella
muratura primitiva, con tutta probabilità risalente Ovetari agli Eremitani di Padova) sono due oculi
sal sec. XIII, formata da una bella cortina di matto- dove si affacciano due Profeti; i pennacchi ai lati
ni stilati (fig. 2), era stata demolita per l'aperturadegli oculi sono a loro volta decorati da girali di
della cappella e per la costruzione degli arconi tra- acanto di marmo bianco su un fondo di porfido
sversali della chiesa che si pongono così sicura-(figg. 7-8).
mente in una fase posteriore di costruzione. Al di sopra di questa finta architettura è rap-

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presentata l'Annunciazione tra due angeli musican-
ti posti proprio sui due corpi sporgenti dall'archi-
tettura sottostante (figg. 9, 14, 16). Il pittore ha vo-
luto rappresentare l'Arcangelo Gabriele e la Vergi-
ne Annunciata come se l'evento miracoloso avve-
nisse veramente all'interno della chiesa sullo sfon-
do dell'intonaco bianco che doveva decorare tutto
l'edificio.
La rigorosa costruzione prospettica del-
l'architettura, ricostruita da Giorgio Rolando Peri-
no sulla base dei segni incisi sull'intonaco (figg. 10-
1 3), si pone all'interno della stessa logica naturali-
stica: si trattava di rappresentare illusionistica-
mente sulla parete non solo lo spazio finto al di là
della superficie dipinta, ma anche di trovare il mo-
do di rappresentare l'architettura che invade lo
spazio reale dello spettatore. In altre parole si vole-
va dare l'impressione di trovarsi di fronte ad un'ar-
chitettura reale abitata da figure che vivono in uno
spazio uguale al nostro. La «finestra» albertiana di-
venta così uno spazio aperto privo di limiti tra
mondo reale e mondo rappresentato. Ne viene di
conseguenza che l'architettura dipinta modifica
l'architettura reale dove viene a trovarsi di fatto lo
spettatore: questa modifica si trasforma in un ar-
ricchimento sia per quanto riguarda gli elementi
architettonici, sia per quanto riguarda le materie1. Esterno della cappella prima del restauro ■ 2. Pilastro dell'arcone
impiegate nell'architettura. È possibile così fingeresinistro ■ 3. La finestra chiusa tamponata dal sottotetto.

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4. Rilievo della struttura muraria dopo la demolizione degli intonaci di
restauro ■ 5. Particolare dell'intonaco bianco ■ 6. Esterno della cap-
pella dopo il restauro.

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7. Particolare dei trofei sui pennacchi dell'arcone ■ 8. Girali d'acanto
sui pennacchi dell'arcone ■ 9. L'Annunciazione.

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architetture complesse, eseguite in marmi rari,
bronzi e pietre preziose.
Il precedente diretto di questa finta architet-
tura è rappresentato dalla Camera degli Sposi di
Andrea Mantegna a Mantova terminata nel 1474,
ma il primo caso milanese che conosco, sicura-
mente datato, è l'affresco del Foppa già in S. Maria
di Brera dell'ottobre 1485, dove dietro le spalle
della Madonna è rappresentata una monumentale
volta a botte, mentre in primo piano è dipinto un
motivo architettonico aggettante sul quale poggia-
no le figure inginocchiate di S. Giovanni Battista e
di S. Giovanni Evangelista. L'affresco posto in ori-
gine sopra una porta e purtroppo privo delle due
colonne (o pilastri) che dovevano sorreggere il fin-
to cornicione, è il prototipo di una serie di altri af-
freschi databili intorno al 1490. L'esempio più
esplicito di questa tendenza a rappresentare attra-
verso la prospettiva un'architettura reale che inva-
de lo spazio dello spettatore, è rappresentato dalla
cappella Grifi in San Pietro in Gessate a Milano di-
pinta da B. Butinone e B. Zenale tra il 1489 e il
1493. I due pittori di Treviglio hanno voluto rap-
presentare un edificio a pianta poligonale formata
da grandi pilastri angolari che sorreggono un ricco
cornicione sul quale si basa una loggia di marmi
rari aperta sul cielo attraverso grandi oculi, loggia
sulla quale poggiano saldamente i piedi gli angeli
musicanti e dalla quale partono dei costoloni che
sorreggono al centro un lanternino dal quale appa- 10. I segni incisi sull'intonaco ■ 11. Rilievo 1:1 dei segni incisi e del-
re il busto di Cristo. Le storie sacre avvengono al di l'architettura dipinta.

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12. Restituzione grafica dell'architettura dipinta "13. Ipotesi di restituzione dell'aggetto di alcuni elementi dell'architettura dipinta.

là e all'interno dell'architettura, che è a sua volta tamente legata a due problemi particolarmente vi-
coinvolta nei sacri avvenimenti tanto che l'appari- vi nel dibattito di quegli anni a Milano: il recupero
zione di S. Ambrogio a cavallo nella battaglia di dell'antico e la costruzione di apparati (trionfi, sce-
Parabiago determina il crollo dell'architettura che nografie teatrali, ecc.). Basti ricordare, tra molti al-
travolge le armate degli svizzeri. La punta più tri esempi, la decorazione della Sala della Balla
avanzata di questa tendenza illusionistica nella (eseguita in brevissimo tempo alla fine del 1490
pittura lombarda è rappresentata dall'Argo del per le nozze di Ludovico il Moro con Beatrice
Bramantino nel Castello Sforzesco di Milano, sicu- d'Este) e l'ingresso trionfale in Milano di Beatrice
ramente anteriore al novembre 1493; e all'interno d'Este su un carro dipinto da Ercole de Roberti.
dello stesso dibattito doveva porsi anche la deco- Per farsi un'idea del tipo di apparati o di de-
razione degli Uomini d'arme del Bramante in casa corazioni che venivano costruiti a Milano in quegli
Panigarola, eseguita anch'essa negli stessi anni in- anni, è forse utile ricordare che il polittico di Tre vi-
torno al 1490. glio (che ormai sappiamo terminato nel gennaio
La rappresentazione di un'architettura mo- del 1491) altro non è che un apparato, un grande
numentale che coinvolge lo spettatore al punto diarco trionfale per l'ingresso in città di San Martino
invadere lo spazio reale nel quale si trova, è stret-a cavallo, al quale assistono dall'alto di ricche log-

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14. Angelo musicante ■ 15. Il leggio "16. Angelo musicante.

ge dei personaggi vestiti all'ultima moda. L'archi-


tettura della cornice di gusto classicheggiante ese-
guita da Ambrogio de Donati è quanto di più vici-
no riesco ad immaginare all'architettura effimera
eseguita in quegli anni a Milano per le più diverse
occasioni di corte. Il dibattito sui trionfi e sugli ap-
parati è ovviamente legato al dibattito sul recupe-
ro dell'antico già vivo a Milano da diversi anni. Ba-
sti pensare da una parte alla ripresa di motivi clas-
sici presente nella decorazione della Cappella Por-
tinari del Foppa in S. Eustorgio del 1462-68 (in
particolare ai girali di acanto nei pennacchi della
cupola), oppure al gruppo straordinario di disegni
dall'antico dell'Ambrosiana (F 214 inf., n. 2; F 265
inf., n. 91; F 265 inf., n. 92; F 237 inf., n. 1687-88; F
237 inf., n. 1707) databili prima del 1466-67, da av-
vicinare alla bottega del Foppa, se non da assegna-
re alla sua stessa mano. Questa ripresa filologica
dell'antico, legata alla copia diretta dei monumenti
classici, continua nella scultura del cantiere della
Certosa di Pavia e della facciata della cappelja Col-
leoni (1476) a Bergamo per istituzionalizzarsi nel-
l'incisione Prevedari di Bramante del 1481. Degli

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stessi anni e dello stesso gusto, è la paletta Borro- la necessità di verificare il classicismo innovatore
meo del Butinone. del Foppa e soprattutto la classicità fantastica del
Ancora più classica è la decorazione del- Butinone su modelli di più sicuro affidamento ar-
l'architettura dell' Annunciazione di Novara i cui cheologico. Tutti questi elementi portano a datare
modelli sono da ritrovarsi direttamente nella cul- r Annunciazione di Novara tra il 1485 e il 1493 e a
tura archeologica filologicamente più corretta del ricercare il suo autore all'interno dell'ambiente mi-
Mantegna, come se il nostro pittore avesse sentito lanese vicino al classicismo di Bernardo Zenale.

NOTA BIBLIOGRAFICA vincia di Novara, a. XXIV (1930), 311-314; C. Baroni, L'arte in


Novara e nel novarese, in AA.W., Novara e il suo territorio, Nova-
ra, 1952,567; A.M. Romanini, L'architettura gotica in Lombardia,
Per la presenza del francescanesimo a Novara vedi i saggi Milano 1964,267-268; M.L. Gavazzoli Tomea, S. Nazzaro della
di G.
Andenna, Primi insediamenti francescani a Novara, «Archivium Costa, in AA.W., Novara e la sua terra nei secoli XI e XII, Catalo-
Franciscanum Historicum», 66, 1973,1-48; Le Clarisse nel nova- go della Mostra, Novara, Palazzo del Broletto, Milano 1980,54-
rese (1252-1300), «Archivium Franciscanum Historicum», 67, 56; M. Dì Giovanni, L'architettura delle fondazioni francescane in
1974, 185-267; Riflessioni sulle presenze francescane a Novara tra Novara, in AA.W., Il Francescanesimo in Lombardia, Cinisello B.
XIII e XIV secolo, «Bollettino Storico Bibliografico Subalpino», 1983, 318-329.
1984, 451-459. Per la decorazione pittorica della chiesa di S. Nazzaro della
Per la storia della chiesa di S. Nazzaro della Costa e i suoi re- Costa vedi: R. Giolli, Appunti d'arte novarese nell'Abbazia di S.
stauri vedi: A. Viglio, Per San Nazzaro della Costa, «Bollettino Nazzaro alla Costa, «Rassegna d'Arte», a. Vili, n. 4, aprile
Storico per la Provincia di Novara», a. XXI, 1927, 336; Id., Il re- 1908,67-69; A. Viglio, La chiesa e il Convento..., 1929, capitolo
stauro di S. Nazzaro della Costa, «Bollettino Storico per la Pro- III, L'arte a S. Nazzaro della Costa, 57-73; A.M. Brizio, La pittura
vincia di Novara», a. XXI, 1927,479-482; A. Salsa, Il convento di in Piemonte dall'età romanica al Cinquecento, Torino 1942,169-
S. Nazzaro della Costa, «Bollettino Storico per la Provincia di 170; C. Baroni, L'arte in Novara..., 1952, 575-578; G. Romano, Il
Novara», a. XXIII, 1929,135-142 e333-346; A. Viglio, La Chiesa e coro di San Lorenzo, Cuneo 1 969, 3 1 nota 29; G.B. e F.M. Ferro,
il Convento di S. Nazzaro della Costa, col progetto di restauro Affreschi novaresi del Quattrocento, Società Storica Novarese,
dell'arch. G. Lazanio e con 22 incisioni, «Bollettino Storico per 1972, 8-9 e 23-24; B. Gorni, Gli affreschi della SS. Trinità di Mo-
la Provincia di Novara», a. XXIII, fase. II, 1929; Un nuovo docu- mo, in AA.W., Momo, Novara 1985, 347-384; P. Venturoli, Mar-
mento sul Convento di S. Nazzaro della Costa, «Bollettino Storico tino Spanzotti e alcune Assunzioni della Vergine in Piemonte e in
per la Provincia di Novara», a. XXIII, 1929,430-432; G. Lazanio, Lombardia, in AA.W., Ricerche sulla pittura del Quattrocento in
Relazione sui restauri del Broletto, di San Nazzaro della Costa, di Piemonte, Torino 1985, 93 e nota 11.
S. Nazzaro Sesia, «Bollettino Storico per la Provincia di Nova- Per i riferimenti alla pittura milanese contemporanea vedi il
ra», a. XXIV, 1930, 328-330; A. Salsa, «Radiose figure del con- catalogo della mostra Zenale e Leonardo. Tradizione e rinnova-
vento di S. Nazzaro della Costa», Bollettino Storico per la Pro- mento della pittura lombarda, Milano 1982.

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Il leggio.

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L'angelo annunciante.

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La Vergine.

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La sedia.

Particolari del fregio.

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RELAZIONE DI RESTAURO della parete, in congiunzione con i travi del tetto, ha
Caterina Motta messo in evidenza frammenti d'intonaco dipinto in gri-
gio sovrastanti all'intonaco scialbato in primo strato.
- La rimozione delle tamponature delle due crepe
Direzione dei lavori: Soprintendenza per i Beni Artisticiverticali sulle estremità laterali della parete ha permes-
e Storici del Piemonte (dott. Paolo Venturoli). so di vedere in un punto che l'intonaco in primo strato
Committenza: Fondazione Varzi. continua al di sotto degli arconi trasversali (crepa late-
rale destra, all'inizio della decorazione architettonica).
Restauratori: Caterina Motta - Franco Crescenzi.
- Risarcimento dei difetti di adesione dell'intonaco al
Periodo dell'intervento: 15 luglio -22 agosto 1985. supporto murario, mediante iniezioni di una malta li-
quida, composta di calce idrata e pozzolana ventilata
e/o di un'emulsione acrilica.
- Risarcimento dei difetti di coesione sia degli intonaci
Descrizione e stato di conservazione
che della pellicola pittorica, con impregnazioni successi-
prima dell'intervento di restauro ve di una resina acrilica in soluzione.
- Pulitura della superficie, con acqua addizionata di un
Tutta la parete in esame era coperta da più mani di tensioattivo e/o, per le incrostazioni più dure, con mezzi
scialbo (calce) e da una tinteggiatura parziale ad acqua, meccanici.
eseguita prevalentemente mediante spugnature, che an- - Stuccatura di tutte le lacune di profondità e di grossa
dava a coprire le parti di pellicola pittorica dove gli estensione, copertura della tamponatura della finestra e
scialbi erano in precedenza o caduti o erano stati mal ri- fissaggio dei bordi perimetrali con un nuovo intonaco d
mossi. Erano visibili alcuni saggi di scoprimento dai tono neutro, steso sottolivello rispetto allo strato della
quali veniva in luce la decorazione pittorica. decorazione pittorica. Per le lacune più profonde si è
Nella parte centrale della parete, appena sopra l'arco, precedentemente stesa una malta di preparazione per il
erano ben visibili (e lo sono tuttora) due cardini e un fondo.
gancio di chiusura in ferro di una finestra; sulla stessa - Reintegrazione pittorica ad acquarello, con velature
linea di questi elementi erano evidenti due rotture verti- di un unico tono neutro, delle mancanze ed abrasioni
cali dell'intonaco in corrispondenza della tamponatura della pellicola pittorica; velature con acqua di calce del-
della finestra.
le abrasioni più fitte degli intonaci bianchi.
Tutte le lacune di profondità, localizzate in diversi punti - Fissaggio finale della superficie con una soluzione
(nei pilastri dell'arco, nelle crepe alle estremità laterali acrilica.
della parete, sopra la figura dell'Angelo e in corrispon-
denza della tamponatura dell'antica finestra, nella fascia
superiore in giunzione con i travi del tetto), erano tam-
Stato di conservazione dei dipinti murali
ponate con una malta cementizia. Numerosissimi i bu-
e degli strati ad essi sottostanti
chi di chiodi, alcuni dei quali sigillati in stucco, lungo la
fascia dell'arco. - Supporto murano:
Evidenti inoltre erano le mancanze di adesione del- - I mattoni stilati dei pilastri dell'arco e della finestra
l'intonaco al supporto murario, soprattutto lungo i punti
risultavano piuttosto rovinati, con molte delle stilatu-
di giunzione delle diverse sezioni di intonaco. re abrase e/o mancanti e con pochissime tracce del
sottile spessore di calce che doveva originariamente
rivestirli. Tali fenomeni sono stati probabilmente fa-
Intervento di restauro
voriti da vecchi danni da umidità d'infiltrazione e,
- Rimozione degli scialbi, delle tamponature più recen- probabilmente, provocati ulteriormente sia da prece-
ti in malta cementizia e delle sigillature in stucco, me- denti errate rimozioni degli strati ad essi sovrammes-
diante mezzi meccanici. si sia dalle alterazioni procurate dalle malte cementi-
zie.
- Dalla completa asportazione degli scialbi è apparsa
una Annunciazione su fondo bianco rappresentata su - Segni di antichi dissesti della struttura muraria in-
una struttura architettonica. dicati dalle due profonde crepe ai lati della parete.
- L'eliminazione delle tamponature sui pilastri del-
l'arco ha messo in luce la struttura del supporto mura-- Strati preparatori :
rio, costituita di mattoni stilati con tracce di una leggera - Mancanze d'intonaco in primo strato sui pilastri
scialbatura a calce. Questa struttura risultava rotta su dell'arco, probabilmente causate sia da vecchi danni
entrambi i lati dei pilastri per l'apertura dell'arco d'in- da umidità che da precedenti demolizioni.
gresso alla cappella e per la costruzione degli arconi tra- - Mancanza sia dell'intonaco in primo strato sopra
sversali. la testa dell'Angelo che di quello in secondo strato
- La rimozione della malta cementizia della lacuna che tamponava l'antica finestra, quasi sicuramente
che si sviluppa sopra e sulla destra dell'Angelo ha messo demoliti in passato nel tentativo di scoprirla.
in evidenza la presenza di una preesistente finestra co- - Mancanza dell'intonaco in primo strato e dell'into-
struita in mattoni stilati con tracce di una scialbatura a nachino della decorazione pittorica lungo le crepe la-
calce. L'antica finestra era tamponata con mattoni rico- terali.
perti da uno spessore d'intonaco, steso in primo strato - Mancanza dell'intonaco in primo strato e di gran
rispetto a quello dei dipinti murali e in secondo strato parte dell'intonaco dipinto in grigio ad esso sovra-
rispetto all'intonaco scialbato bianco che si sviluppa su stante lungo il lato orizzontale superiore, in adiacen-
tutta la metà superiore della parete. za con i travi del tetto.
- La rimozione delle tamponature e degli strati di - Alcune lacune di profondità sull'intonaco in primo
scialbo sulle lacune d'intonaco nella parte superiore strato nella metà superiore della parete.

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17. Foto a luce radente dell'affresco.

- Distacchi d'intonaco dal supporto murario, localiz- zone eseguite sovrapponendo più strati di colore o
zati soprattutto lungo i punti di giunzione tra le di- sovrapponendo al colore una lamina metallica. Po-
verse stesure d'intonaco, tra le «giornate» e in prossi- chissimi sono i frammenti di foglia d'oro che doveva
mità delle crepe e delle lacune. rivestire tutte le aureole, come minime sono le tracce,
- Gravi difetti di coesione dell'intonaco scialbato in ormai alterate, probabilmente di lamina d'argento
primo strato, presenti su tutta la superficie con feno-che decorava la parte esterna del mantello dell'Ange-
meni di polverizzazione ed erosione superficiale. Tali lo. Anche l'oro della chiave di volta è frammentario e
fenomeni sono stati probabilmente provocati da vec-notevolmente alterato.
chi danni da umidità e favoriti dalla stessa composi- - Segni graffiti: la pellicola pittorica risulta mala-
zione della malta, infatti molto magra, e dall'altera- mente asportata, per maldestri tentativi di scopri-
zione causata dagli stessi materiali che gli sono stati mento, nel volto della Madonna.
sovrapposti nel tempo (scialbi e malte cementizie).
- Conclusioni
- Pellicola pittorica: Le manifestazioni più evidenti dello stato di degrado dei
- Difetti di coesione: diffusi su tutta la superficie; so-
dipinti murali e degli intonaci in esame erano le seguen-
no di maggiore entità sulla figura della Madonna e ti: minore resistenza meccanica degli intonaci, distacchi,
sul fregio della trabeazione. perdita di coesione degli intonaci dagli strati più profon-
- Cadute, abrasioni e mancanze: diffuse ovunque; indi fino alla superficie e alla pellicola pittorica, fenomeni
particolare nelle parti laterali della raffigurazione ar-
di erosione e caduta superficiale, presenza di crepe e la-
chitettonica, nella figura della Madonna e in quelle cune di profondità, alterazione chimica e indurimento

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I dipinti comunque dovevano già essere notevolmente
deteriorati al momento della loro prima copertura, poi-
ché sia gli scialbi che alcune tamponature (crepe latera-
li) coprivano vecchie lacune d'intonaco originale e abra-
sioni superficiali.

Descrizione dei dipinti


I dipinti murali rappresentano un' Annunciazione, con
due angeli musicanti ai lati, posta su una finta architet-
tura prospettica. Questa è costituita da due pilastri, or-
nati con una decorazione a nastri incrociati, sui quali
poggiano due semilesene con capitelli che sorreggono
un'ampia trabeazione; fra le lesene e l'arco della cappel-
la sono due oculi con busti di profeti. Gli spicchi ai lati
degli oculi sono decorati con girali e trofei classici. L'ar-
co d'ingresso della cappella è decorato con vasi e cornu-
copie intrecciati; sulla chiave di volta è uno stemma raf-
figurante una foglia. La trabeazione è decorata da teste
di putti alternate a cornucopie terminanti con girali e
motivi vegetali; il fondo del fregio è alternativamente
blu, rosso, giallo e verde.

Tecnica d'esecuzione dei dipinti (figg. 17-18)


- Strati preparatori
- Il primo strato preparatorio di supporto al dipinto
è costituito dall'intonaco scialbato bianco preesisten-
te ad esso, di spessore variabile tra 1-2 cm.
- L'intonachino di base della pellicola pittorica è co-
stituito da un sottile strato di malta composta di sab-
bia di fiume e calce idrata; esso è steso secondo gior-
nate di lavoro, limitate alle sole campiture dipinte.
Gran parte del fondo bianco presente nella metà su-
periore del dipinto è costituito quindi dall'intonaco
scialbato in primo strato, anteriore alla decorazione
pittorica.
La stesura della malta è poco curata come mal celate
sono le giunzioni fra le varie giunzioni d'intonachino
e fra queste e l'intonaco sottostante. L'intonachino ri-
sulta scialbato da una sottile mano di calce.

- Disegno preparatorio
- La trasposizione del disegno preparatorio sull'into-
nachino è stata ottenuta con diversi sistemi: incisione
diretta; spolvero; disegno preparatorio a colore diret-
tamente sull'intonachino (probabilmente con terra
rossa).
18. Rilievo con l'indicazione delle giornate.

- Pellicola pittorica
- Eseguita quasi per intero a secco, molto probabil-
dei materiali sovrammessi ai dipinti e intonaci. A questo mente a calce. Essa si presenta di spessore disomoge-
proposito va specificato che gli strati di scialbo più ade- neo con stesure di colore ora a velatura ora a corpo;
renti alla superficie erano molto duri, compatti e difficili compaiono inoltre alcuni pentimenti, in parte rivelati
da rimuovere, tanto che la loro asportazione ha provo- dalla caduta della velatura a calce, stesa probabil-
cato in alcune parti lo «strappo» della pellicola pittorica mente in una seconda fase, lungo i contorni delle fi-
o degli scialbi originali sottostanti. Tale fenomeno è sta- gure.
to reso inevitabile in parte dalla stessa tecnica d'esecu- - I pigmenti utilizzati sono quasi certamente quelli
zione originaria sia dei dipinti che degli intonaci (pittu- che normalmente si ritrovano in questo periodo nella
ra a calce, malte molto magre) e in parte dalle alterazio- tecnica sia ad affresco che a secco. Il pigmento blu,
ni fisico-chimiche, avvenute nel tempo e probabilmente piuttosto fragile, è steso su un fondo di preparazione
causate da infiltrazioni di umidità, sia dei materiali co- nerastro; il pigmento verde presente nel fregio della
stitutivi gli strati in esame sia di quelli ad essi sovram- trabeazione è di spessore piuttosto alto ed è sovrap-
messi, agenti indipendentemente o per sovrapposizione posto ad uno strato di blu, preparato col fondo nera-
(scialbi, malte cementizie). stro.

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- Le aureole, eseguite in rilievo a stucco, presentano - Intonaco grossolano, coperto da più scialbature, este-
tracce di doratura. so a tutta la parete.
- Il pigmento ocra-arancio del mantello dell'Angelo - Inserimento degli arconi trasversali, che vanno ad in-
presenta tracce di metallo alterato (foglia d'argento ?). nestarsi alla parete originaria.
Lo stesso pigmento ocra che si ritrova sul fregio del-- Apertura dell'arco d'accesso all'attuale cappella.
l'arco presenta frammenti di lumeggiature in lamina - Tamponatura della finestra, con mattoni e una stesu-
metallica. ra d'intonaco a grana fine.
- La chiave di volta dell'arco, realizzata in malta ri- - Esecuzione dei dipinti murali.
vestita di stucco, presenta una decorazione che imita - Frammenti d'intonaco lungo le capriate, scialbato con
le membrature di una foglia. colore grigio-bluastro; questi frammenti sono, come
già detto, sovrammessi all'intonaco in primo strato,
ma è difficile legarli a una delle fasi costruttive.
Note conclusive - Stesura di più mani di scialbo bianco.
- Vari interventi di manutenzione di epoca più recente.
La chiesa presenta un'unica navata a pianta rettangola-
re; sulle pareti laterali si aprono una serie di cappelle
aggiunte posteriormente. Le pareti dove si aprono gli ar-Elenco dei materiali usati
chi d'accesso alle cappelle altro non sono che i muri pe-- Malta liquida: 1 pozzolana ventilata, 1 calce idrata.
rimetrali della chiesa originaria. - Malta per stuccature: strato preparatorio: 1 calce
Attraverso il recupero dei dipinti siti all'esterno della se- idrata, 2 pozzolana, 1/2 sabbia di fiume; intonaco: 1
conda cappella a destra della navata sono stati rimessi calce idrata, 3 sabbia di fiume grigia e gialla, +1/10
in luce elementi che hanno confermato e/o rivelato la resina acrilica.
configurazione originaria di questa porzione di parete e
certe successive modifiche della sua struttura. Tali ele- - Resine acriliche: in emulsione: Primal A.C.33 (al 10%
menti vengono qui di seguito riportati in ordine crono- in acqua); in soluzione: Paraloid B.72 (dal 2% al 3% in
diluente nitro).
logico:
- Tensioattivo: Desogen.
- La struttura muraria originaria è costituita di mattoni
finemente stilati, con tracce di una leggera scialbatu- - Colori all'acquarello: pigmento in polvere (terra d'om-
ra; in alto sopra l'arco si apriva una finestra ad arco bra naturale) stemprato in sola acqua.
ribassato con una modanatura rettangolare. - Mezzi meccanici: trapano, frese, bisturi, ecc.

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