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CREMAZIONE

La cremazione si rileva in 5 stadi (gradi) attraverso la scala di Holck, a seconda della temperatura
lascia tracce differenti sulle ossa e sui denti.
1. Grado 0 -> Dai 100 ai 200 gradi.
 100 gradi -> Il collagene rimane intatto, quindi ci saranno segni impercettibili sia su
ossa che su denti.
 200 gradi -> Riduzione del collagene che causa il cambiamento superficiale del
colore di ossa e denti.
2. Grado 1 -> Da 200 a 400 gradi.
 300 gradi -> Riduzione del peso dovuto alla perdita di acqua, colore
marroncino/rossastro dato dalla completa distruzione del collagene.
 400 gradi -> Formazione di lievi fratture sulla superficie, crepe nello smalto. Colore
grigio scuro/nero.
3. Grado 2 -> Dai 400 ai 700 gradi.
 500 gradi -> Deformazione dell’osso. Crepe più grandi formate a rete, colore
grigiastro.
 600 gradi -> Crepe sempre più evidenti, formazione di pirofosfato (dato dalla
condensazione degli elementi chimici), colore grigio chiaro.
 700 gradi -> Ulteriore riduzione del volume dovuta alla fusione dei cristalli minerali.
Cristallizzazione dell’acqua liberata. Restringimento nella costruzione lamellare
degli osteoni (complesso di lamelle nel tessuto osseo).
4. Grado 3 -> Dai 700 ai 1000 gradi.
 800 gradi -> Ulteriore deformazione e fusione dei cristalli minerali nell’osso. Fusione
e cristallizzazione della dentina ma senza distruzione dei tubuli dentinali. Colore
grigino/bianco.
 900 gradi -> Marcate crepe sulla superficie ossea. Distruzione della struttura
dell’osteone. Fusione completa dello smalto dentale.
 1000 gradi -> Creazione di fori ovali sulla superficie ossea, la dentina si presenta con
buchi sferici ma con i tubuli ancora intatti.
5. Grado 4 -> Dal 1100 ai 1200+ gradi.
 1100 gradi -> Fusione totale dei tubuli dentinali.
 1200+ gradi -> Decomposizione della microstruttura delle ossa e dei denti (polvere).
Cremazione -> Pratica di trattamento del cadavere alternativa alla sepoltura, implica la distruzione
(totale o quasi) dei resti umani tramite l’esposizione al fuoco. La brusca evaporazione dell’acqua
dai tessuti, che avviene intorno ai 300 gradi, induce una contrazione a livello muscolare e tendineo
che provoca una flessione degli arti superiori a livello del volto, posizione chiamata “a pugile”. Un
corpo esposto ad una temperatura costante e diretta dai 600 agli 800 gradi, ci impiega circa 2/3
ore a bruciare completamente. L’osservazione della pigmentazione assunta dalle ossa di uno
stesso insieme permette di capire su quali parti del corpo l’azione del fuoco è stata più a contatto
diretto -> es. Se l’area toracica risulta frammentaria e di colore bianco, mentre le estremità
inferiori risultano nerastre, si può dedurre che la fonte di calore fosse posta al di sotto del cadavere
che giaceva supino. La combustione è caratterizzata da una serie di fattori quali condizioni
climatiche, qualità e quantità della legna bruciata (indicatore dello status del defunto), grasso
corporeo o unguenti usati durante il trattamento del cadavere. Nonostante la fragilità, le ossa
combuste si conservano meglio di quelle incombuste, una volta entrate in contatto con il
sottosuolo. La determinazione dell’età avviene principalmente con le parti dentali, quando presenti
e ben conservate (in base al numero di radici presenti nei molari e nei premolari), con frammenti di
epifisi non ancora saldate completamente (sub adulto) o con le striature (ove visibili) presenti sui
corpi vertebrali. In caso di soggetti adulti sono riscontrabili riassorbimento delle suture delle ossa
craniche, degenerazione articolare oppure sinfisi pubica o superficie auricolare dell’osso dell’anca.
Età e sesso possono essere anche identificati tramite la pesatura delle ossa:

 0 – 0.5 anni -> 54g


 0.5 – 3 anni -> 185g
 3 – 13 anni -> 661g
 13 – 25 anni -> 2191g
 Maschio adulto -> 2288g
 Femmina adulta -> 1550g
Anche la misurazione delle ossa è da prendere in considerazione, seppur con le riserve dei
fenomeni di frammentazione e riduzione che le ossa subiscono una volta sottoposte all’azione del
fuoco. E’ consigliabile dividere i reperti ossei per distretti scheletrici -> cranio, colonna vertebrale,
gabbia toracica, conto scapolare, cinto pelvico, scheletro appendicolare superiore e inferiore (arti),
resti non identificabili. E’ inoltre buona pratica passare i resti con una calamita, in modo da
evidenziare resti ferrosi che possono indicare la cremazione del cadavere vestito.
La pratica della cremazione si attesta in modo “permanente” a partire dal Bronzo Antico, in tutta
Europa. Per un primo periodo convive con le sepolture in tumulo, dopodichè esse scompaiono quasi
del tutto. I casi prima dell’avvento dell’età dei metalli non sono rari, sia in Europa che in Oriente,
ma spesso sono ritrovati fuori contesto o comunque in numero molto minore rispetto alle
deposizioni in fossa.

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