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CAPITOLO ANALIST DIMENSIONALE. SIMELITUDINE B MOMELLE (°) 3.1 ~ GRANDEZZE sono quantita esprimibili con il prodotto di un numero per una unit di misura. Quest'ultina @ un "campicne” scelto fra grandezze aventi la Stessa natura, oppure essa ® derivata da altre umita attraverso le formule che definiscono la grandezza considerata in funzione i quelle assunte cone "fonda mentali". Nella “meceanica" possono scegliersi come fondamentali tre grandezze (°°), che nel campo tecnico sono ordinarianente: 1a forza P, la lunghezza Le il tempo T. Nel sistema internazionale la forza & sostituita dalla massa M. Se si considerano anche gli aspetti termici tali diventano quattro con L'a un processo, le arandezze Londamen iunta della temperatura K. Data Ia facile generalizzazione dei procedimenti che si esporranno, Limi~ tiamo le considerazioni, per somplicit di scritcura, ai fenomeni strettamente My Ly Te Le dimen~ sioni di ogni altra grandezza Q si esprimono in funzione delle fondameatali con meccanici, per i quali ascumiamo come fondamentale la terna iMegsne simbolica G1) [ej- tf” dove 4, By 7 200 Le dinenstont detia Q rispetto a My Ly T. La corrispondente w nit di misura 8 (2.2) a- ecasendo pA, © le unita di misura di My Ly Ts La (3.2) si pud interpretare cone un'eq.ne numeric: nella quale yA, ¢ si intendono nuneri noltiplicatori delle unita di misura M, 1, Ty allora la eq.ne (3.2) mostra che Lunita di misura di Q risulta moLtiplicata per MAS el (© in tal modo sono definite le dimensioni a,8, y della Q rispetto aM, by 1). Lteqsne (3.2) deriva dalla condizione che, detti q, © dy due woltiplicato- ri dell'uniti di misura della grandezza derivata Q, L'operazione ¢; = T Wy, 4 ™) goa delle proprieta qq) = T ty, Ay, F1)-Thtgy Ags Te) = Thigltys Ady y 1%). Ad es. la pressione ha per éefinizi fags, B= -1, y= ~ us qvella delle lunghezze per A, quella dei tempi per t, Iunita di misura della pressione risulta moltiplicata per A) 72. Cosi passando dal sistema e.g-8 al sistema S.1. si hy ne Te dimensioni [p] = FLW? = m29? j se si moltiplica L'unita di misura delle masse per Lg x 1000 = 1 ke 1000) Lem x 100 =1m 100 ) ls x1 1s =i) (©) - Stesura del prot-ing. Enrico Marchi )- Questa scelts rispetta la forma tradizionale delle eq-ni della 3.2 © quindis - a Ba L Pa = 1 kg.n vs 1000. (100)7! ay geen ~~? = lo g.cm os Tre grandezze Q1s Qy» Qy possono essere assunte come fondanentali se sono enti, cio® se & impossibile trovare tre espe fra lore dimens nenti m,n, p# 0 Lali che il monomio Q# Q3 Q% abbia dimensioni nulle (n° pu- ro). In tal caso tutte le altre grandezze, comprese le M, 1, T, si possono e- » sprimere dimensionalmente in funzione delle Q), Qs Q33 applicando i Log a tre eaent del tipo (3.2) con t= 1,243 ai he 0.) log a, = 4; 196 + 8, loEA + y, loge da cui deriva ene 1a condiztone afinch® p,2,£ siano deterninati in funsto, ne oi q, 8 che {1 daterninance fa, p, 7,1 sia #0. 3.2 ~ CREFERIO DI OWOENEITA' . 1 due nenbri_ di un'equazione fisica devono ave~ re le stesve Jinensioni, affinch® esva valga indipendentenente dalle scelta del Te unita di misura delle grandezee che vi compaiono. Con questo criterio si de= teminano le dimensioni delle grandezze derivate; ad es. dall'eq.ne di Newton F- aa, assunte le fondanentali M, L, T, ui ottengono le dinensioni della forza - 2 fo -aur? uedem kgem.s Cosi pure si possone determinare le dimensioni di costanti che intervengono in equazioni di derivazione sperimentale; ad es. nel mote uniforme di una cor rente a p.1. in alveo rettangolare molto largo, 1a velocita media U tende, per alti valori, ad essere _proporzionale alla radic della prefondita y e della pen denza i, cod U= 2Vy i (eq. ai hezy-Tadini). TL coeff. di proporsional ici %, detto coeff. di attrito, deve avere le dimensioni [Z]- L THyil/2 = 11/2q-1 per la validit dell"equazione nella forma predetta. 3.3 - THOREMA st (Buckingham-Vachy-Riabusciski). Ia un date fenomeno meceanico, sia Qj una grandezza funzione delle grandeaze Qs Q, Qys Q se+e+) © di parame onali x (zapporti fra grandezze con le stesse dimensioni, ad es. }. Pid correttamente siano Qyv Qs Qy i valori delle relative grandezze rispetto ad ua sistena fondamentale di tei adimen coefficienti di forma, di seabrezza, ccc misura. Pur senza conoscere 1a dipendenza funzionale, si pud sevivere 3.4) = Fy Qs He yr Qo ceeeers ED 2 Supposto che Q}s Qs Qj, Signo fra loro dimensionalnente indipendenti (solo Q, ¢ Q se il fenoneno & puramente cinenatico) si possono esprinere le dimensioni del 1e gles arppdense » mento delie tre pradattes (Q] + de abe as [9,] -¢ dt, ece 1 3 LieG.ne (3.4), rappresentando soltanto un legane funzionale fra le Q,, si pud serivere in mode diferente, in particolare nella forma a, q 3 @, wee 1 Gee Cambiando L'unita di misura di Q, il primo menbro della (3.5), essendo un n* puro, non cambia. Anche {1 TL° membro non deve canbiare e percid 1a funzione (3.5) > mmm gees eeeny FD 2 Ge pee ’ q gy g £1 non pud dipendere da Q, isolatamente perch® tale valore & diverso al canbia~ re dell'l di misura, Il ragionamento si ripete per Q) e per Qj. Indicande con a, i mmeri a ©.) a Bi hi % a qe deriva La seguente espressione del ceorema st on [eh bes, Oppure si pud utilizzare la forma implicita (3.8) (Fey ys ey veeeeeen BD Utapplicazione del teor. w consente di scrivere una relazione fre soli ter mini adimeasionali, dei quali i cumeri sono in numero m minore delle n grandez- ze originarie Q (n-m = r = numero delle grandezze dimensionalmente indipendenti ¥ = 4 in un fenomeno termodinanico, r= 3 in un fenomeno neccanico, x = 2 in u- po cinematico, r= 1 in un problema geometrico). 3.4 ~ APPLICAZIONT DEL TEOREMA # AL MOTO UNTFORME IN CONDOTTE orizzontali di sezione circola~ io incomprimibiles altrimenti il moto non potrebbe essere uniforme, cio’ con caratteristiche identiche nel tengo ¢ in tutte le sezioni della condotea) Tndichiano con F 1a resistenza globale al noto esereitata sulla corrente Fluida della parete di una condotta lungs L con Fy = P/L 1 resisuenwa per unt~ ta di lunghezza, costonte per 1a prevista uniformed del moto. F, pud dipendere soltanto: dalla densitd @ e dalla viscosita ye del fluido (incomprinibile), dat 1a velocita media U della corrente, dal diametro D della condotte © da parametri Fg Fappresentativi della seabrezza della parete (non da parametri di forma essen do possibile, per ipotesi, solo 1a forma circolare). G.9) F=f @p. ¥,d, r) Assunte come fondanenteli le grandezze g, U, D si determinano subito gli esponenti necessari per formare con esse mopom{ aventi le dimensioni delle gran dezze rimanenti Fy em. Dalla [F,] = g*u® p’ deriva tary = oF ed eguagliando gli esponenti delle stesse basi nei due membri, segue = QU" D 5 analogamente risulta Applicando il teor. @ nella forma (3.7) segue (G.10) IL a? che compare - oltre ad tr, ~ come argonento delle funzione g (funzio ne di resistenza) si chiama n° di “Reynolds © si indica generalmente com vp_up aay fae ESPERLENZE DI REYNOLDS. Introducendo in una corrente unifore entro un tubo Erasparente ua filetco dello stesso Fluide, opportunamente colorato per distin~ guerlo dal ficarsi di due distiati regimi di moto: di veri massa rimanente, Reynolds mise in evidenza 1a possibili a) un regime laminare, quando il valore di Re @ < 2200 circa, regime caratte rizzato da un movimento con velocita tutte parallele all'asse del tubo; il mo~ to avviene a strati cilindrici concentrici, come fossero i tubi di un cannoc~ chiale, ¢ il filetto colorate si conserva rettilineo e separato dal fluido ri- manente. b) un regime turbolento, per valori di Re > 220022500, caratterizzato da velo— citA con componenti continuamente Fluttuanti nel tempo, nella direzione del mo to di trasporto ed anche nel piand normalé ad essa; il f{lette colorato s* incur va e si spezza dopo un breve percorso e le particelle colorate si mescolano con tutta la massa in moto. La legge di resistenza @ nei due casi sostanzialmente diversa. 3.4.2 ~ FORCE DINAMICHE NBL PENONENT IDRAULIGI, provocate da un Fluide onoge~ neo in us campo di moto con contorni Fissi. La forza ¥, dovuta alle pressioni dinamiche, pud dipendere, in generale, nei fenomeni predetei: da proprieta del fluido (densita p, viscosita y, module di comprimibilita ¢, tensione superficiale 6), da caratteristi yetriche del di massa (accelerazione di gravita 7),dal tenpo t, ¢ da paranetri adimensionali di Forma ry ¢ di scabrezza ry iche to (velocita U, lunghezza caratteristica I), dalle (3.12) e fs eo Us begets te rd Assunte come fondamentali ancora g, U, t ed applicando il eriterio di ana Lisi dimensionale gid visto, si otticne 22 2 fe] = ou? (ul= ours [e]= ov? (l= orn: : (] € Lespressione del teorema diventa (13) ve gu? . £, (Re, Fr, Ma, We, St x,y 7) (3.14) Re = QUL/H = UL/y © n° di Reynolds (3.15) ee = 0/Veu ° di Froude G16) diMach (*) (3-17) = no di weber ed st = Lue n° di Strowhal I primi quattro numeri, significativi anche in regime permanente, rappresen tano pure il rapporte fra le forge d'inerzia gU*1?, e rispettivamente le forze viscose fU L (numero Re), le forze peso 0g 1) (numero Fr2), le forze elasti- che ¢ L? (numero Ma’), Le forze di tensione superficiale ot, (numero We2). L'in fluenza maggiore 0 minore sulla funzione £, di ciascun argomento dipende daila fe relati~ importanza che, nel fenoneno considerate, hanno le corrispondenti f vanente alle forze d'inerzia. Si pud porre anche F/0 U2L? = p/e U2 = Ne, n° pressione, e scrivere I'eq. (3.13) nella forma Inplicita iciente di Neweon 0 eae: Qs) (Ne, Rey Fr, May We, Sty x,, F) = 0 Come si @ detto, non tutti questi numeri hanno influenza in ogni fenomeno idraulico. Cosi il n° di Weber non interviene nei fenomeni dove sono assenti in terface fra fluidi diversi, in particolare superficie a p.l., il n° di Mach non ® importante quando il fluido si comporta praticamente come incomprimibile (va~ lori di Ma << 1), ecc.... . Vi possono essere invece altre propricta fisiche che etto in particolari fenomeni, come la rensione diy hanno e! Nelle regioni del moto dove 1a pressione scenda eventualmente a tale valore (py 0,02 Ata per l'acqua a 20°C) si possono formare cavita vaporose, e queste bolle si richiudono bruscamente (implodono) quando rageiungono zone con Pressio ne pid alta, generando elevate sovrappressioni. T1 fenomeno @ detto cavitazione pore Bys ed @ particolarmente temidile in vicinanza delle pale di ponpe, di turbine © di eliche. Un numero analogo a quello di Newton ars (3.19) Ne = & yeneralmente usato come numero di cavitazione nomeni di meceanica dei fluidi e di Altri numeri possono interveaire nei idraulica applicata: essi derivano da grandezze diverse e indipendenti da quel~ le {inora considerate e possono essere costruiti o direttamente adottando come gruppo fondamentale 1a Gensita, la velocité ¢ la Lungheaze, oppure derivare dal 1a combinazione mononia di altri numeri puri. Per esempio, se nel fenomeno considerate iaterviene 1s grendezza velocit’ di rotasione della tera o si pud utilizeare il numero puro di Rossby Ro = U/o,L Cy ~ e=VeTe & ia colerita (elocita di propagazione) dete onde di pres sione nel £1vido onogeneo e illinitato, essendo ¢ il modulo di comprimibiliea adiabatica. Uns combinazione monomia di questo con il n° di Reynolds costituisee i1 di Bkmann: Ek = MoI? = Ro Re 3.5 ~ STMILTTUDINE. La siniLitudine moceaaica di fecomeni fluidodinanic’ richie de che, fissata ua scala 4 di ridveione delle longhezze fra i compi di moto (simiLitudine geonetriea), osises una scala ¥ di ridveione dei tempi (sinilita, dine cinematics) ed una scala y di ridusione dell ‘orze corrispondenti. Poiché loperazione @ equivalente ad un canbianente delle unita di misura delle grandezze fondanentali, cambiamento con il quale restane inalterati i nu- meri che conpaiono nell'eq-ne (3-18), 0 in qualunque altra equazione Fenomenolo gica seritta i saria per 1a similitudine meccanica: ogni numero adimensionale che influisce sul termini adimensionali, si éeduce la seguente condizione neces~ fenomeno considerato deve conservare lo stesso valore passando dall'originale ad ua suo modello. 3.6 - MODELLT IDRAULICT, Sono riproduzioni, in scala geometrica diverse da 1/1 di fenomeni idraulici. Tenuto conto che La conservazione del n® di Newton, neL- loriginale ¢ nel modello, @ indispensabile per definire 1a scala delle forze, restano molto limitate le possibilita di conservare altri numeri (nell "originale © nel modello). Tnfatti, utilizzando nel modelle le stesea Fluide del prototipo, si verifica subito che si pud conservare un golo numero (oltre ad Ne); utilizean do un fluide diverse si posaonc conservare due muneri. Nel primo cese, a seconds dela® rispettato, si ottengono similitudini dette di Reynolds oppure di Yroude, oppure di Mach, ec... La legge di similitudine derivata dal teorena # impone cali restrizioni al la realizzazione di un modello da limitare considerevolmente sia il numero delle informazioni che si possono ottenere, sia il campo stesso dei fenoneni riproducd, bili. Essa tuttavia impone una similitudine rigorosa al livello delle ipotesi di base, in particolare al livelle della "particella" per La quale sono valide le © quazioni differenziali nello schema di mezzo continuo, mentre un modello tecr co ha spesso pretese minori, perché deve foraire informazioai anche solo globali su alcuni aspetti del fenomeno. La similitudine allora non va pil riguardata Lo: caimente, ma globalmente, ¢ pud essere facilitata e senplificata dalle conoscem ze specifiche raggiunte sulla classe dei fenomeni che si vagliono riprodurre Per fare un esémpio: la resistenza globale al moto di un tronea di corrente di configurazione assegnara dipende dal n° di Reynolds e da paranetri di scabrezza ¢ di forma; rispettati i coefficionti di forma in bave alla ginilitudine geome: trica, si pud ottenere nel modello la similicudine meccanica globale operando con una coppia di valori Re ed r_ diversi da quelli del prototipo, ma tali da dar lwogo alla stessa funzione “di resistenza (il cui comportanento dev'essere pre~ cedentemente noto, almeno entro certi Limiti). Dtalera parte si presentano frequentemonte in pratica anche fenoneni nei qua 1i solo una classe di Torze @ importante rispetto alle forze @tinerzia e per i quali valgono regole semplificate di similitudine, come le seguenti. 3.6.1 ~ SIMILITUDINE DI REYNOLDS. Vale per i fenomeni idvedinamici dominati dal le forze viscose, senza 1” dotte e nei canali, spinta esercicata da una corrente su un corpo ratalmente im- Indicando con apice le grandezze del nodello e senza apice quelle del prototipo, la condizione Re = Re’ impone, per uno stesso fluido, UL = U'L', mfluenza della gravita. Bs.1 noti uniform! nelle con Da questa deriva (3.20) e quindi G2 zt ~ " 22 eq) deriva, con la (3.20), F/F! = 1, In definitiva si ottengono le seguenti relazio~ ni fra le scale: lunghezze L/L" = 25 tempi T/T! = = 2° 5 forse w/Fl =p = 1 (3.22) @ 1a regola di Reynolds 1 |s 3.6.2 ~ SIMILITUDINE DI FROUDE. Vale per i Lenomeni idredinamici nei quali L'in- fluenza delle forze di attrito ® trascurabile rispetto a quella delle forze gra~ vitazionali. Es.: efflussi da luci, azioni di gerti contro superficie, moti ondosi senza trasporto di massa, ecc... In generale il comportamento di opere o strutture che influiscono localmente sul moto pué essere studiato eu modello con ta regola di Froude. EY la situazione di gran lungs pid frequente in pratica, anche perché la influenza di Re tende a svanire con il crescere dello stesso numero (da cui deri va la necessita di fare modelli piuttosto grandi, proprio per sottrerti alla di- pendenza da Re). Dalla condizione Fr = Fr segue, per uno stesso fluid w/VE = uot Ne deriva, con procedinento analogo al precedente: i - (3.23) pen o y *, © quingi t/t = (uynty!? é3 eae EP Si ottengone in definitiva le seguenti relazioni fra 1 scale: (3.24) " 4 lunghezze L/L" = 3 tempi T/T! = © (3.25) @ La regola di Froude v « ; forze F/F?

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