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LA CARRIOLA

Domanda 1)
La vittima è la cagnolina che si rifugia nel suo studio e che lui usa come carriola.

Domanda 2)
Tema principale è la crisi d’identità. L’avvocato si rende conto di dover fare i conti con il volto che mostra in società e famiglia
(uomo serio, saggio, severo, razionale) che cerca il suo riscatto in un momento di cosciente follia.

Domanda 3)
È un gesto infantile, insensato che va contro le etichette che la sua professione e condizione famigliare gli hanno imposto. Trattasi
di cosciente follia, questo gesto gli infonde gioia.

Domanda 4)
L’io narrante è l’avvocato che si pone le domande e offre dettagli su di sé in tutta la novella

Domanda 5)
La narrazione è in prima persona. Narratore interno. La scrittura in prima persona permette di catapultare il lettore nel mondo
creato dall'autore e fargli vivere le emozioni del protagonista, vivendo le situazioni con i suoi stessi occhi. La scrittura in prima
persona risulta immediata.

Domanda 6)
No, fabula e intreccio in questa novella della raccolta “Novella per un anno” non coincidono, in quanto la fabula è l’ordine cronologi
e logico dei fatti, mentre l’intreccio è l’ordine con cui i fatti sono narrati; pertanto in questo caso non corrispondono. L’effetto
creato provoca un senso di suspence nel lettore che immagina atti ben più drammatici.

Domanda 7)
C’è una costruzione ricca di pathos che inganna il lettore, Pirandello indirizza verso un’atmosfera drammatica che viene poi
capovolta da un finale dal tono umoristico. Il gesto della carriola è un gioco da bimbi, gioco che un professionista come lui non può
permettersi se non al riparo da occhi indiscreti. Occhi che non possono pensare e credere che egli abbia un lato irrazionale,
infantile, giocherellone. L’atto di ribellione alla realtà non ha nulla di violento e nel protagonista e in Pirandello, diventa
simbolicamente il mezzo per togliersi di dosso l’identità sociale di uomo di cultura, serio.
L’umorismo nasce dall’effetto del sentimento contrario, ossia dalla percezione di come i fatti e le cose possano essere l’inverso di
quanto comunemente le qualifiche identificano.
Il finale della crisi porta il lettore a capire che la propria visione della realtà è relativa e non certa.
vv.202-205 Umoristico

Domanda 8)
L’avvocato scorre il paesaggio che vede dal treno, durante il viaggio, tornando a casa. Cade in una sorta di trance in cui vede un
altro sé stesso, pieno di vita, seguito dall’accumulo di noia e squallore. Si era visto vivere e aveva capito di essere come cristallizzato
in una forma che gli è stata imposta. Il treno compare spesso nelle opere di Pirandello; In Belluca il fischio del treno era simbolo di
libertà, segnale per il risveglio e la presa di coscienza. Il treno nelle Novelle è il luogo dove le fragili vite dei personaggi prendono
autocoscienza. Spesso nel treno le storie dei personaggi prendono vita, sono trascinati nei loro destini, indipendentemente dalla
classe sociale.
Il viaggio predispone a un particolare stato d’animo che sfocia in una rivelazione: si può cambiare vita.
Per altro il treno ha preannunciato la fine di un’epoca e ne ha iniziata un’altra fatta di ferro e tecnologia. Il treno diventa egli stesso
un personaggio, spesso, ambivalente.

Domanda 9)
La famiglia per Pirandello è l’istituzione in cui per eccellenza si manifesta la “trappola” della “forma” che imprigiona l’uomo. È un
ambiente ipocrita, pieno di odio e ipocrisia e pertanto l’unica fuga diventa l’immaginazione che trasporta in un altro luogo
fantastico. L’eroe pirandelliano è lontano dalla vita reale, si isola guardano vivere.
Per Pascoli la famiglia è il nido, ambiente sicuro e perfetto che protegge. Luogo di felicità dove si ritrova la dimensione fanciullesca
e dove non ci sono ansie, però ambedue fuggono: Pascoli ricorrendo al nido e al luogo edenico della casa di campagna, Pirandello
ricorrendo all’immaginazione.

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