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Care Sorelle,

La terza domenica dell'Avvento è chiamata la domenica della gioia. Si, però, com’è
possibile essere lieto quando si vede che tutte le cose vanno male nella mia vita ? Com’è
possibile essere gioióso quando c’è la sofferenza nella mia famiglia ? Quando vedo i miei
fratelli e sorelle sensa lavoro ? Quando ci sono tanti lutti nella mia famiglia ? Come essere
nella gioia quando no mi sento amato dagli altri ? Com’è possibile essere felici quando
vediamo tutte le cose cattive del mondo : i terremoti, la fame, la crisi attuale, le catastrofi
naturali ? Com’è possibile essere sempre lieto vedendo la sofferenza nel mondo ? Allora,
si potrebbe dire che questa chiamata alla gioia ci sorprende.
Considerando la cosa da vicino, noi vediamo bene che la Parola di Dio è diretta alla
gente che soffre. Nella prima lettura, il popolo di Dio sta soffrendo molto. E’ nel cuore di
queste difficoltà che il profeta Sofonia lo raggiunge per dargli un messaggio di gioia :
« Rallègrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia
di Gerusalemme! » La causa di questa gioia è la presenza in mezzo al suo popolo. Dio
non abbandonato il suo popolo ; il Signore è con lui. Allora, la paura deve scomparire e la
gioia deve risplendere.
La seconda lettura è anche una chiamata alla gioia. « Fratelli, siate sempre lieti nel
Signore, ve lo ripeto: siate lieti. », dice San Paulo. Egli scrive ai Filippesi essendo in
carcere, stava aspettando il suo giudizio. E’ quindi qualcuno che soffre molto che ci invita
a vivere nella gioia e nella serenità. Secondo san Paolo, dobbiamo essere perché il Signore
è vicino. Siamo nel tempo dell’Avvento. L’Avvento è il tempo dell’attesa. In questo
tempo di Avvento, dobbiamo aspettare il Signore che viene essendo lieti. Alla messa della
notte di Natale del Signore, ci sarà detto che l’arrivo di Gesù ci porta la gioia. Infatti, alla
nascita di Gesù, l’angelo del Signore dirà ai pastori che : «Non temete: ecco, vi annuncio
una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un
Salvatore, che è Cristo Signore. » Gesù viene dunque a Natale portandoci la pace e la gioa
del Signore.Così, il fondamento della gioia è l’amore e la prensenza del Signore.
L’apostolo Paolo ci consiglia di confidare in Dio presentandogli le nostre richieste
con preghiere, suppliche e ringraziamento. E a questa condizione che receviamo la pace di
Dio che supera ogni intelligenza.
Il Vangelo di oggi ci mostra il cammino della vera gioia. Poiché la vera gioia e
l’autentica pace si trovano in Dio, possiamo unirci alle folle che lo seguivano in riva del
Giordano e chiedergli : « Che dobbiamo fare per essere sempre lieti ? Che dobbiamo
fare ? » « Che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?» : fu la domanda
dell’uomo ricco a Gesù. Il Signore gli ricordò i comandamenti della Legge, cioè amare Dio
e amare il prossimo. L’uomo rispose : «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla
mia giovinezza». Allora, Gesù si era messo ad amarlo perché era un brav’uomo. Però, Gesù
aggiunse : «Una cosa sola ti manca ». Quale era questa cosa che gli mancava ? In realtà,
Gesù voleva dirgli che il discepolo non può contertarsi di fare soltanto ciò che la legge
prevede, egli deve fare sempre molto di più, mettendo la vita sipirituale al primo posto
della sua vita.
« Che cosa dobbiamo fare ? » : fu anche la domanda che posero quelli che
ascoltavano la predicazione dell’Apostolo Pietro al giorno della Pentecoste. Ci ricordiamo
che Pietro aveva risposto loro : « Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel
nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati ».
Ritorniamo sulla pagina del Vangelo di oggi. Ascoltando la predicazione di Giovanni
il Battista, le folle gli chiedono : « Che dobbiamo fare ?  Giovanni da ad ognuno delle
risposte secondo la sua condizione e la sua capacità. « Chi ha due tuniche ne dia a chi non
ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». Ai pubblicani, egli dice : «Non esigete
nulla di più di quanto vi è stato fissato». Ai soldati, dice : «Non maltrattate e non estorcete
niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». In breve, Giovanni il Battista
consiglia a ciascuno di fare bene il suo lavoro di ogni giorno e raccomanda la dolcezza, la
giustizia e soprattutto la carità, la condivisione.
« Che cosa devo fare?» « Che cosa dobbiamo fare per vivere sempre nella gioia e
nella pace del Signore ? » Questa domanda è importante. Ciascuno di noi se la deve porre
ogni giorno perché quando si cammina dietro a Gesù, si deve sempre fare molto di più.
Oggi, Giovanni il Battista ci ricorda che l’unica risposta valida a questa domanda è la
condivisione. Così, vivremo nella gioia di Cristo soltanto aiutando gli altri, soprattutto
quelli che devono affrontare l'insicurezza, la malattia, la solitudine. E’ in questo modo che
preparemo il cammino del Signore nella nostra vita, nella nostra comunita e nel nostro
mondo.

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