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Architettura dell’informazione

Lezione 1

Introduzione e concetti primari


L'architettura dell'informazione ha come obiettivo di massimizzare la quantità e qualità
dell'informazione e minimizzare il costo e lo sforzo per trovarla, tuttavia, trovarla non basta. In
effetti, l'obiettivo dell'architettura dell'informazione e aiutarci a trovare l'informazione giusta.
Quella che risponde cioè ai bisogni dell’utente.

Ogni volta che progetta, l’architetto dell’informazione deve sempre prendere in considerazione il
contesto(negli schemi di classificazione ogni qualvolta l’architetto si cala all’intero del progetto
necessariamente il contesto influenza il modo di progettare), il contenuto e gli utenti. Si parla di
ecologia dell'informazione, ovvero un sistema di relazioni e combinazioni tra utenti contenuto e
contesto.

 Per contesto si intende comprendere gli obiettivi economici che stanno dietro ai siti web,
la mission, le risorse e le infrastrutture tecnologiche;
 Per contenuto si intende essere consapevoli della natura e della quantità del contenuto
informativo che esiste al momento del progetto;
 Per utenti si intende comprendere i bisogni e i comportamenti della ricerca delle
informazioni dei nostri principali destinatari (approfondimento lezione 2).
A proposito del contesto: Il compito dell’architetto dell’informazione è quello di classificare le
informazioni ma spesso egli si trova di fronte al problema della coerenza, ossia l’architetto ogni
qualvolta deve progettare ipoteticamente dovrebbe farlo in modo che gli item informativi siano
divisi in classi (biblioteca). E’ necessario suddividerli uno alla volta evitando di mescolarli. Ma non
sempre questo accade poiché molto spesso ci si trova davanti progetti incoerenti. Per
comprendere meglio ciò è necessario introdurre il concetto di essenza. L’essenza prende in
considerazione delle cose appartenenti allo stesso genere o specie, che sono di per se conosciute e
limitate e di conseguenza più controllabili. Dando così origine a liste finite, ordinate e coerenti,
vale a dire liste in cui elementi sono tenuti assieme da un unico principio ordinatore ben
individuabile . La parte opposta di tale concetto è la definizione per proprietà che , invece, prende
in considerazione delle cose non appartenenti allo stesso genere o specie. Dando così origine a
liste infinite, apparentemente disordinate e incoerenti, liste in cui gli elementi sono tenuti insieme
da molteplici criteri non chiaramente individuabili.

Perché allora vengono prodotti sistemi incoerenti, come in questo caso? Questo può avvenire
grazie a due concetti simili:

 pressione del contesto, cioè le finalità pratiche per cui un determinato schema di
classificazione è stato concepito, può restituire coerenza a sistemi apparentemente
incongrui;
 salienza: principio in base al quale l’importanza di un oggetto la si determina rispetto al
contesto, ovvero nei confronti del freme di riferimento (il progettista, nel caso
dell’esempio, ha notato che gli utenti erano più centrati su quegli argomenti messi in
evidenza).

Non esistono quindi progetti giusti o sbagliati.

In termini operativi, per indicare o rappresentare la parte visibile e non visibile dell’architettura
dell’informazione si utilizza la cosiddetta metafora dell’iceberg
Il livello superficiale rappresenta la parte visibile agli utenti, l’interfaccia. Parte accettata da tutti,
sulla quale si possono portare avanti teorie e concetti con relativa facilità.
Il livello intermedio rappresenta la prima parte invisibile agli utenti (wireframe, ossia bozzi,
prototipi che l’architetto dell’informazione produce ogni volta che si inserisce all’interno di un ciclo
di progettualità) poiché è la parte dove i progettisti più attenti e avveduti investono e, risulta
difficile da far percepire all'utente.
Il livello inferiore rappresenta la seconda parte invisibile agli utenti (tecniche che l’architetto
dell’informazione mette in atto per progettare: metadati(specialmente), contesto, utenti,
contenuto). Una stragrande maggioranza di progettisti ne ignorano talvolta anche l'esistenza
purtroppo risulta essere le basi di un architettura informativa.

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