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Capo inquisitori: Lawrence Rakols

Padre del capo inquisitori: jack Milldread


Vice inquisitori: Gregor Valentine
Reggente di old Jenon: Velior

Vesemir di Brokras

Nato nei pressi di Brokras, in una tribù nomade delle montagne, viaggiavo con la
mia famiglia, quando, un giorno, la tribù. Quando avvenne il tutto, avevo 2 anni e
non potevo capire quello che accadeva intorno a me. Mi salvai grazie al sacrificio
di mia
madre che mi rinchiuse all'interno di una delle casse di scorte alimentari, che non
venne trovata dagli yeti.
Venni trovato qualche tempo dopo da una pattuglia nanica legata a Brokras. I nani
trovarono, oltre al mio corpo congelato e quasi morente, l'arma di mio padre,
distrutta a causa di un malfunzionamento.
Quando mi salvarono, recuperarono anche l'arma stessa, nel tentativo di ripararla e
passarla di generazione.
Una volta ripresi i sensi, venni accolto da una delle famiglie nobiliari di Brokras
(Gli hellbeard), che mi insegnarono le arti della tecnologia sin dalla tenera età.
Quando raggiunsi un'età adolescenziale (intorno ai 12 anni) mi raccontatorono della
mia tribù e di come i miei genitori si fossero sacrificati per salvarmi.
Mi portarono nel laboratorio della mia famiglia adottiva, dove era presente il
fucile di mio padre, ancora distrutto.
Mi spiegarono che non furono in grado di ripararlo, in quanto tecnologia a loro
sconosciuta.
Mi bastò guardare il fucile per poterne capire l'utilizzo e lo schema, forse grazie
a delle conoscenze trasmesse da mio padre in età ancora infantile.
Chiesi tutto il materiale necessario a ripararlo ed iniziai a lavorarci sopra,
dando prova della mia bravura nella tecnologia insegnatami dalla mia famiglia
adottiva.
Nell'arco di 3 giorni, riuscii a riparare il fucile, migliorandolo ed impedendone
possibili malfunzionamenti.
All'interno dell'arma stessa, nella canna esplosa, trovai un foglio di carta, che
conteneva una sorta di "mappa" ad uno di quelli che, presumo, possa essere un
nascondiglio di mio padre. Sulla mappa c'era una sola scritta: "Laboratorio".
Da quel momento venni addestrato all'arte del fucile dai cacciatori hellbeard.
Raggiunto i 16 anni, ho deciso di intraprendere un viaggio per ampliare le mie
conoscenze e per provare a sfruttare appieno il mio fucile, che ho deciso di
chiamare "Revenge".
I miei genitori adottivi erano contrari a questa decisione, ma determinato a fare
nuove esperienze, ho disobbedito al loro ordine.
Dopo circa 2 anni di viaggio per Gaia, sono venuto a conoscenza di un gruppo di
persone determinato a salvare le sorti del pianeta dalla piaga di mostri che ci
stava attanagliando.
Avendo ancora gli incubi di quel giorno in cui i miei genitori di sangue vennero
uccisi e sentendo ancora le loro urla, sono deciso a non voler far provare la
stessa sensazione a nessuno.
Durante uno dei miei viaggi, c'è stato un evento che mi ha fatto temere per la
sicurezza di tutto il mondo, la spaccatura di Valoren.
Ho passato degli anni ad effettuare dellericerche su quello che rappresenta
quellaspaccatura e cosa potesse averla procurata,stata la corruzione dell'arma di
uno degliavventurieri, che faceva da chiave per laspaccatura stessa.
In questo periodo venni a conoscenza delle identità degli erranti di fortuna,
persone che, sono determinate nel voler salvare il mondo che conosciamo.
Determinato a sostenere gli sforzi degli erranti, ho deciso di intraprendere un
viaggio per conoscerli e per entrare a fare parte del loro gruppo, con lo scopo
ultimo di salvare tutte le persone innocenti dalla presenza dei mostri.
Missioni effettuate e livello del pg:
Le missioni principali degli inquisitori erano svariate, principalmente il mio
compito da cecchino era fornire supporto dalla distanza.

Ho effettuato diverse missioni di copertura, di spionaggio, di supporto, ma le


miissioni che mi hanno segnato sono:

Livello 1-5
Nei primi anni in cui possedevo l'arma di mio padre, decisi di metterla alla prova
dando dimostrazione di quello che sapevo fare, andando a cacciare quei pochi mostri
che non venivano uccisi dalle guardie di brokras.
Venni a conoscere della presenza di un gruppo chiamato "gli inquisitori", che
avevano giurato di combattere i mostri e salvare vite innocenti, ovvero tutto
quello che cercavo fino a quel momento.
Il fato volle che durante una delle mie "missioni" personali, salvai la vita di un
paladino, Morrigan Pravis, dalle grinfie di un non morto.
Lo stesso mi riconobbe come abile combattente e decise di chiedermi di entrare a
far parte del gruppo degli inquisitori.
Ovviamente accettai senza pensarci due volte e venni invitato nel quartier generale
a Luxaria, nel quale conobbi Rakols, l'attuale capo del gruppo degli inquisitori.
Passano giorni, settimane, mesi, anni, nei quali effettuo sempre più missioni,
sempre più difficili, fino a quando non decidono di assegnarmene una nei pressi di
Meridia, la mia terra natale.
Accettai la missione e decisi di partire il prima possibile.
Arrivai ad un villaggio sperduto nelle montagne, in cui si diceva esserci attacchi
frequenti da parte di "persone" non ben definite.
Appena arrivato capii subito che c'era qualcosa di strano nell'aria.
Il villaggio stesso era quasi completamente distrutto, seppur gran parte della
popolazione ci vivesse ancora.
Quelle poche guardie rimaste erano ormai quasi del tutto stremate.
Mi feci strada fino al quartier generali, dove venni a scoprire che le "persone"
che attaccavano il villaggio non erano altro che non morti evocati.
Decisi dunque di rimanere a difesa del villaggio per cercare di scoprire qualcosa
in più.
Passarono i giorni e continuavo a respingere attacchi su attacchi di queste
creature, quando un giorno in particolare decisi di passare al contrattacco,
andando alla fonte del problema.
Seguii i corpi dei non morti che erano stati abbattuti i giorni precedenti al mio
arrivo e raggiunsi una grotta.
Insieme a me c'era Morrigan, che aveva deciso di prendere parte a questa spedizione
insieme a me, facendomi da supporto.
All'interno della grotta trovammo vari pericoli, tra cui trappole, non morti
modificati e mostri vari.
Ci facemmo strada attraverso tutti quei pericoli, per arrivare infine in un grosso
salone con un trono.
Sul trono vidi una creatura che mi fece ribollire il sangue, uno Yeti.
In preda alla rabbia decisi di uccidere quel mostro senza porgli domande, perdendo
l'unica pista a disposizione, finché non trovai un tavolo sul quale erano presenti
degli schemi per la creazione dei non morti modificati, che non ero in grado di
leggere.
Tornai a Brokras e scoprii che nello stesso periodo era scoppiata una guerra e, con
estrema delusione, che la mia famiglia si era schierata con Tyrangel.
Gli mostrai gli schemi trovati nella caverna e loro inizialmente non mi diedero
risposte.
Dopo l'ennesima pretesa cedettero, raccontandomi di Brohm e Crohm.
Nuovamente infuriato per avermi tenuto all'oscuro dell'origine del mio braccio e
per essersi schierati con tyrangel, decisi di abbandonare la mia famiglia.
In quel momento Morrigan, che era ormai diventato mio amico, mi chiese quale
obbiettivo avevo.
Non sapendo rispondere, Morrigan mi propose di viaggiare insieme finché non avrei
trovato uno scopo.
Accettai ed iniziò la nostra avventura, fino al giorno in cui non venimmo chiamati
dal quartier generale a Luxaria per partecipare alla guerra di Jenon.

Livello 6-8
La guerra di Jenon: partiti insieme ad una squadra di inquisitori contenente 20
membri, arrivammo a Jenon il giorno prima che scoppiasse il putiferio.
In quella giornata di preparazione mi venne assegnata una recluta che si stava
addestrando a diventare un cecchino come me, Leonard Mark.
Non ero per niente d'accordo nel ricevere un backup durante la missione, ma mi
venne affidato comunque.
Il giorno dopo iniziò l'assalto con noi appostati su una delle cinte murarie della
città, pronti a fare fuoco su qualsiasi nemico potessero incontrare la squadra.
Passate un paio d'ore dall'inizio di tutto e con le riserve di munizioni quasi
terminate siamo stati costretti a muoverci dal luogo di supporto per addentrarci
nella safe zone a recuperare approvigionamenti.
Proprio in quel momento ci fu una breccia sul lato sud della barricata e gran parte
della squadra venne annichilita.
Venimmo feriti, Leonard gravemente, di conseguenza prendemmo la decisione di
ritirarci e provare a scappare il più lontano possibile, vedendo che la situazione
era ormai sfuggita di mano.
Trascinandomi tra i cadaveri, portando Leonard in spalla, finché non abbiamo
raggiunto la piazza princpale, dove persi ufficialmente le speranze, al cospetto di
un balor colossale che mi si parava di fronte.
A mia sorpresa, però, tutto cambiò quando vidi quel balor caricare i miei nemici
invece di me.
Ripresi quel poco di coraggio che mi rimaneva e decisi di portare Leonard, ormai
quasi morto, al primo accampamento di inquisitori disponibile, dove lo lasciai
nella speranza che qualcuno potesse dargli soccorso, mentre io decidi di tornare
nel campo di battaglia.
Arrivato nuovamente sul luogo, ripresi a combattere con tutto me stesso per
l'intera giornata, fino a quando, in ultimo, rimasi accerchiato da zombie e non
morti.
Accettai il mio destino, chiudendo gli occhi, ma venni "accarezzato" da una potente
aura magica e luce, che fece andare in polvere i miei nemici.
Caddi in quel momento dallo stremo, risvegliandomi a battaglia finita in un
giaciglio, su un carro per il trasporto dei feriti degli inquisitori, finalmente si
tornava a casa.

Livello 9-10
Tornato alla base, venni approcciato dal vice dell'ordine degli inquisitori (Gregor
Valentine), che venne a parlarmi privatamente per affidare a me ed un piccolo
gruppo di persone una missione della massima importanza.
Dalla nascita della faglia vennero effettuate diverse spedizioni per capire cosa
fosse presente al suo interno.
Una di queste, l'ultima, tornò con notizie sconcertanti.
Venne scoperta la presenza di una vecchissima città completamente infestata di
abomini e non morti.
Mi spiegò Gregor che all'interno della cattedrale sommersa, era presente una tomba
nel quale vi erano le spoglie di Velior, vecchio reggente di Old Jenon.
Mi diede un artefatto in grado, a detta sua, di sigillare il potere di Velior e di
impedire che venisse resuscitato dalle persone sbagliate.
Accettai la missione e mi incamminaii nelle settimane successive.
Arrivato ad old Jenon non credevo ai miei occhi.
La presenza di Mostri e non morti era estremamente più elevata di qualsiasi zona
che io abbia mai visitato.
Decisi di avere un approccio più furtivo, cercando di evitare gli scontri se non
strettamente necessari, vista l'ernome inferiorità numerica.
Riuscimmo in qualche modo a superare la schiera di non morti che si parava di
fronte a noi ed arrivammo alle porte della cattedrale.
Una volta all'interno, capii subito che qualcosa non andava.
L'aria era stantia, la puzza di morte era insopportabile, sentivo una potentissima
aura malvagia provenire dalle stanze inferiori.
Scesi nelle segrete della cattedrale e trovai il sarcofago di cui mi parlò Gregor.
Una volta accertato che non ci fossero nemici, presi l'artefatto donatomi da Gregor
e lo piazzai sulla tomba.
Fu quello il momento in cui cadde la fiducia che avevo nell'ordine.
Iniziò a tremare il suolo, una voce nelle mie orecchie, quella di Gregor, che
rideva e si complimentava con me per l'ottimo svolgimento della missione.
Mi si raggelò il sangue quando, da dietro di me, incominciai a sentire rumore di
pietra che si frantumava.
Mi girai, ignorando Gregor per un istante, ritrovandomi di fronte la bara di Velior
scoperchiata, con il suo cadavere che si imponeva dinanzi a me.
Imbracciai la mia arma e decisi di correre verso l'uscita, dove mi aspettava
Gregor, sapendo di non potere nulla contro di lui.
Venni braccato da Gregor stesso.
In un ultimo disperato tentativo, decisi di imbracciare la mia arma e di passare al
contrattacco.
Io e Gregor ne uscimmo entrambi feriti, mentre il cadavere di Velior otteneva
sempre più ottere e più "vitalità".
Con le mie ultime forze lasciai quello che rimaneva della mia squadra in balia di
Gregor e Velior, scappando verso l'entrata da cui ero arrivato.
Una volta uscito in superficie, una grossa esplosione mi fece balzare in avanti,
sbattendo forte a terra e rimanendo frastornato ed impotente, mentre guardavo le
armate di Velior, insieme a Velior stesso, uscire da quello che un tempo era la
cattedrale.
Con gli ultimi sprazzi di forza che mi rimaneva, mi rintanai in una delle case in
rovina presenti nella capitale, serrando l'entrata alla bene e meglio con i vari
massi che riuscivo a trovare.
Una volta sigillata, svenni dalla fatica, risvengliandomi durante la notte, senza
vedere Velior e gli altri.
Una volta al sicuro, presi la mia arma e quel che rimaneva delle mie pochissime
razioni e fuggii dalla capitale.
Arrivai nella città più vicina, dove riconobbero la mia tunica degli inquisitori e
mi diedero rifugio.
Una volta guarito, mi incamminai verso il quartier generale e scoprii che, durante
la mia assenza, il culto del sangue aveva messo sotto scacco il campo.
Mi tornarono in mente le parole di Lawrence, di quando mi parlava di suo padre,
associato agli erranti di fortuna.
Deciso a riprendere in mano il campo degli inqusitori, mi avventurai alla ricerca
degli erranti, le uniche persone in grado di potermi dare una mano in questa
situazione.

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