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Dispensa Politiche Sociali
Dispensa Politiche Sociali
Praticamente tutti oggi sono d’accordo nel definire “problemi sociali “alcune manifestazioni
come il crimine o la discriminazione. Si discute molto, se l’inquinamento delle acque, la
pornografia o l’uso di marijuana si possono considerare i problemi sociali. Una condizione
potrebbe essere definita un problema sociale se “danneggia le persone “oppure se è nociva
per la società. Si tratta però di una spiegazione troppo imprecisa per i nostri intenti. È utile
distinguere i problemi che riguardano gli individui dei problemi che coinvolgono l’intera
società.
La distinzione fra difficoltà personali e questioni di interesse pubblico proposta dal sociologo
Mills può essere un buon punto di inizio. Le difficoltà personali riguardano gli individui e le
persone a loro immediatamente vicini. Se due genitori scoprono che la figlia ha un serio
problema di tossicodipendenza, la loro è una difficoltà personale. Le questioni di interesse
pubblico coinvolgono invece molte persone e sono argomento di dibattito pubblico; per
rafforzarle, si cercano soluzioni collettive. Droghe, incidenti, suicidi sono di interesse
pubblico. Naturalmente le questioni di interesse pubblico possono tradursi in difficoltà
personali che riguardano la vita di alcune persone, ma non tutte le difficoltà personali sono
questioni di interesse pubblico. Un buon punto di partenza è la seguente definizione: un
problema sociale esiste quando un gruppo influente (un gruppo che può aprire un dibattito
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pubblico) definisce una condizione sociale come pericolosa rispetto ai propri valori, quando
la condizione riguarda un ampio numero di persone quando la condizione può essere
affrontata con un’azione che coinvolge la collettività. Quindi valori, ampio numero di
persone, un’azione collettiva sono le caratteristiche di un problema sociale.
I problemi sociali possono influenzare la vita delle persone, ma le loro radici sono da
ricercare nella vita sociale. Ci sono quattro distinte condizioni sociali che possono contribuire
al loro sorgere: devianza dei valori e delle norme del gruppo, declino dell’efficacia
dell’istituzioni sociali, forte diversità sociale e culturale ed esercizio del potere. 1. Le norme
sono regole di condotta, che guidano il comportamento delle persone. I valori sono
preferenze, mentre le norme sono linee guida specifiche di comportamento connesse ai
valori. In altri termini, I valori indicano ciò che è importante per una collettività, mentre le
norme specificano i comportamenti considerati illeciti rispetto a quel valore. Non sempre
però le persone si comportano in conformità con i valori e norme condivise. I comportamenti
o i tratti caratteristici che violano importanti norme del gruppo sono chiamati devianza. La
devianza o la stigmatizzazione possono essere intesi come problemi sociali.
2. Un altro elemento importante della società sono le istituzioni sociali: insiemi relativamente
stabili di relazioni sociali che coinvolgono persone che lavorano in comune accordo per
soddisfare alcune esigenze fondamentali della società. La famiglia, per esempio, è
un’istituzione sociale che assicura che i bambini possono nascere crescere in modo
appropriato e diventare membri della società. Molti problemi sociali nascono dall’inefficacia
dell’istituzioni sociali nel guidare il comportamento delle persone e nell’offrire loro un senso
di comunità e di autostima.
3. La diversità sociale e culturale è un altro elemento importante della società. La
popolazione sociale nelle grandi metropoli, per esempio, è molto diversificata. Un risultato
di questa grande diversità è che molti gruppi vivono all’interno dei loro mondi sociali,
chiamati sottoculture. Una sottocultura è un gruppo all’interno di una cultura che condivide
alcune credenze, valori e norme della cultura più ampia, ma ha anche alcuni valori, norme,
credenze marcatamente proprie (gli adolescenti, i gay, i detenuti). I valori di un gruppo
possono entrare in contrasto con la cultura più ampia o con un’altra sottocultura generando
un problema sociale.
4. Il potere è la capacità di un gruppo di realizzare il proprio desideri, anche fronteggiando
la resistenza degli altri. Il potere può avere diverse origini: forza numerica, organizzazione
efficiente, accesso alle ricchezze eccetera. Il potere però, pone chi lo detiene in condizioni
di costringere gli altri ad agire in modo particolare. La maggior parte dei problemi sociali e
collegare all’esercizio del potere e all’uso dell’autorità.
Una teoria è un insieme di proposizioni che spiega la relazione tra diversi fenomeni. Il ruolo
chiave delle teorie è quello di dirci perché si è verificato un evento. Tuttavia, ci sono diverse
interpretazioni, della realtà sociologica, chiamate orientamenti teorici. Tali modelli sono
rappresentazioni generali della società e che comunemente servono come punto di
partenza per teorie più specifiche:
1)Orientamento funzionalista
L’orientamento funzionalista nacque dalle somiglianze che i primi sociologi riconobbero tra
la società e gli organismi biologici; il corpo umano è formato da diverse parti ognuna delle
quali è deputata a una funzione particolare, proprio come le società. Secondo l’orientamento
funzionalista la società è un sistema formato da diversi elementi interconnessi, ognuno dei
quali ha un ruolo che contribuisce al funzionamento dell’insieme. Gli elementi della società
comprendono istituzioni come la famiglia, il sistema educativo e l’economia (ognuno
essenziale e interconnesso all’altro). Però, la società non è formata solo da istituzioni, ma
anche da molti ruoli sociali, gruppi sociali e sottoculture e tutte queste si amalgamano in
modo molto integrato. Le parti del sistema, essendo strettamente indipendenti, al
cambiamento di un elemento mutano anche gli altri elementi. Un leggero cambiamento si
assorbe con una certa facilità, ma un grande cambiamento può causare un problema sociale
prima di raggiungere l’equilibrio. Secondo l’approccio funzionalista, un problema sociale
esiste nel momento in cui la società diventa disfunzionale o almeno una parte di essa,
causando disordine (assenza di equilibrio). A differenza degli altri funzionalista, Merton,
individua due differenti tipi di funzioni: manifeste e latenti. Le funzioni manifeste sono le
conseguenze intenzionali di una certa azione; invece, le funzioni latenti sono conseguenze
inaspettate o non intenzionali. Problema: L’approccio funzionalista è molto utile, ma tende
a dare troppa enfasi a livello di stabilità e non prendere in considerazione che le politiche
sociali vantaggiose per un gruppo potrebbero essere disfunzionali per altri gruppi.
2)La teoria del conflitto
La teoria del conflitto si basa sull’idea che la società sia composta da differenti gruppi in
lotta tra loro per conquistare le limitate risorse considerate di valore, siano esse denaro,
potere, prestigio o autorità di imporre i propri valori alla società. Karl Marx pose le
fondamenta della teoria del conflitto quando affermò che la società è divisa in due classi (il
proletariato e la borghesia). Inoltre, i membri di un gruppo possono trarre vantaggio da tale
conflitto, questo è il gruppo di interesse. I conflitti attuali: oggi i gruppi possono entrare in
conflitto per il dominio, la coercizione, l’esercizio del potere o la ripartizione delle risorse, ma
anche a causa di valori contrastanti. Anche il non riconoscere il valore dell’uguaglianza per
tutte le persone possono creare conflitto. Problema: È necessario qualche cautela anche
quando si adotta la prospettiva della teoria del conflitto, per evitare di dare un peso
eccessivo all’importanza del conflitto e della disuguaglianza.
3) L’orientamento interazionista
L’orientamento Interazionista si concentra sulle interazioni sociali quotidiane fra individui
piuttosto che su grandi strutture sociali, come la politica o il sistema educativo. Per gli Inter
azionisti la società è formata da persone che interagiscono tra loro; per capire la società,
dobbiamo comprendere le interazioni sociali. È interessante un’affermazione di William e
Dorothy Thomas: le persone agisce sulla base delle loro convinzioni della loro percezione
della situazione. L’espressione definizione della situazione si riferisce alla percezione e
all’interpretazione che le persone hanno di che cosa è importante in una situazione e di 4
quali azioni sono appropriate. Nell’orientamento interazionista è importante il concetto del
simbolo: un qualcosa che sta al posto di, che rappresenta qualcosa altro. Ogni cosa può
essere utilizzata come simbolo: un crocifisso, per esempio, simboleggia la fede cattolica,
non importa se si è realizzato in legno, metallo o plastica. Quando le persone sono state
etichettate (gli abbiamo dato un simbolo), infatti, ci aspettiamo da loro determinati
comportamenti. Secondo il modello interazionista un problema sociale insorge quando una
qualche condizione sociale stigmatizzato da un gruppo influente o avvertita come una
minaccia per i suoi valori e destabilizzante rispetto alle non mali normali aspettative sociali.
Gli Interazionista noterebbero, per esempio, che nelle società industriali si sono verificati
cambiamenti importanti riguardo al divorzio. Problema: anche qui si impone cautela quando
si adotta questo modello teorico per via dell’enfasi posta sull’importanza delle interazioni
interpersonali.
I tre orientamenti non sono da intendersi come giusti o sbagliati e non bisogna scegliere uno
piuttosto che l’altro. Sono invece da considerarsi tre differenti strumenti, ognuno dei quali
risulta utile in un’analisi di un problema sociale.
La costruzione dei problemi sociali: i mass-media e altri fattori importanti
Questa è la visione dei vari orientamenti teorici su come una condizione sociale diventa un
problema sociale:
1) Funzionalista: la costruzione dei problemi sociale dipende dal grado di destabilizzazione
o disordine provocato da una condizione sociale. Molte condizioni sociali, però,
destabilizzano la vita solo di alcune persone e non di tutti i gruppi.
2) Teoria del conflitto: la prospettiva e gli interessi dei potenti influenzano la definizione dei
problemi sociali la scelta delle soluzioni.
3) Interazionista: riconosce l’importanza dei simboli e mette in evidenza che il definire una
condizione sociale come un problema, dipende dall’attribuzione di certi significati negativi a
tale condizione.
La ricerca è l’esame sistematico dei dati empirici, è la prova di una teoria. Essa può fornire
le informazioni più coerenti e obiettive sulle cause dei problemi sociali, sulla loro portata e
sull’efficienza delle soluzioni. Dobbiamo comprendere in che cosa consiste una buona
ricerca e come i suoi principi possono essere impiegati nella valutazione quotidiana dei
problemi sociali. Il metodo scientifico. La ricerca condotta dei sociologi si basa sul metodo
scientifico. La scienza è un metodo che per ottenere una conoscenza obiettiva e sistematica 5
tramite l’osservazione. Ciò che è giusto e ciò che non lo è devono essere dimostrate tramite
l’osservazione della realtà. Deve avvenire la verifica delle ipotesi, che sono asserzioni
provvisorie, riguardo due o più fattori. La scienza però non è infallibile, essa ha dei limiti.
L’osservazione non può essere fatta su alcune questioni, per esempio, non si può verificare
attraverso l’osservazione l’esistenza di una divinità.
Qualunque sia il tipo di ricerca adottato, gli scienziati sociali tendono a seguire una serie di
passi sistematici. Prima di tutto individuare il problema e sviluppano un piano. Gli esperti
esaminano il piano per verificare che ricercatore utilizzi metodi più moderni ed efficaci. In
seguito, vengono effettuati le osservazioni della realtà. Anche l’analisi dei dati e le
conclusioni sono considerate con cura da esperti, per controllare che queste siano esatte e
dimostrate. Solo dopo tali elaborato la ricerca e i suoi risultati sono diffusi tramite la
pubblicazione di un’opera libraria o una rivista scientifica.
Quando si opera una ricerca scientifica, la raccolta dei dati su tutte le persone su tutti gli
eventi cui si è interessati ovviamente è impossibile. I ricercatori studiano in genere un
campione, che si compone di elementi tratti da un gruppo, da una popolazione che servono
come fonte di dati. Per essere utili campioni devono essere rappresentativi, ovvero devono
rispecchiare il gruppo o la popolazione che sono oggetto di studio. Molti sono state le
ricerche che hanno utilizzato un campione sbagliato; quindi, si genera un risultato errato 6
(come la ricerca sugli uomini gay e il disturbo della personalità, anni 40-50). Nesso causale:
Uno dei principali obiettivi degli studi è quello di scoprire la causa. Per causalità si intende
che un fattore ha un effetto o produce un cambiamento su un altro fattore. La scoperta della
causalità può essere difficile, perché la causalità non può essere osservata direttamente.
a. Possiamo dedurre la casualità dall’osservazione delle associazioni o delle correlazioni fra
le cose.
b. Un secondo criterio che deve essere soddisfatto e che la sequenza temporale sia corretta:
il fattore causale deve presentarsi prima dell’altro fattore.
c. un terzo criterio che deve essere soddisfatto è che l’associazione non sia spuria.
Una relazione spuria e quella in cui associazioni tra due fattori si verifica perché ciascuno
indipendente ente associato a un terzo fattore: vi è una forte correlazione fra il consumo di
gelati e la delinquenza minorile, ma poche persone sosterrebbero che mangiare i gelati
provochi delinquenza.
Come possiamo agire nei confronti dei problemi sociali? Il nostro obiettivo non è solo la
comprensione dei problemi sociali, ma anche la loro risoluzione, o almeno la riduzione degli
effetti. La soluzione di un problema, naturalmente, può assumere forme diverse e possono
rientrare in una delle seguenti categorie:
a. Prevenzione, I programmi educativi riguardo all’uso di droghe.
b. Intervento, programmi per intervenire su un problema dopo che esso si è verificato.
c. Riforme sociali, comportano un cambiamento significativo in alcune istituzioni sociali o
nei confronti di alcune politiche sociali.
d. Ricostruzione è possibile, in alcuni casi, ridurre il problema sociale, ridefinendo natura e
portata.
e. Riduzione delle conseguenze, possiamo rivolgere la nostra attenzione alla riduzione delle
conseguenze negative.
Le soluzioni ai problemi sociali non appaiono mai per magia. Tali azioni nascono nel
contesto della politica sociale: leggi, procedure amministrative e altre pratiche sociali,
formali e informali, volte a promuovere i cambiamenti sociali mirati a ridurre particolari
problemi sociali. La teoria e la ricerca possono essere applicate come strumenti per la
valutazione della validità ed efficacia di particolari soluzioni, può aiutarci a valutare se la
politica porterà ad un risultato ottimale.
I problemi sociali sono condizioni cui si può porre rimedio tramite l’azione collettiva (persone
che cooperano). L’azione collettiva, in alcuni casi, può avvenire anche a livello statale o
locale; i politici consapevoli di un problema propongono un disegno di legge per ridurlo, i
giudici prendono decisioni che hanno un impatto sul problema, oppure gli enti locali o le
realtà del terzo settore sviluppano programmi per risolvere il problema. La protesta, scioperi,
sommosse, marce, sono comunque azioni sociali e rappresentano un altro modo per trovare
una soluzione ai problemi sociali. In alcuni casi può nascere un movimento sociale, uno 7
sforzo collettivo per la promozione del cambiamento tramite alcuni mezzi non istituzionali o
non convenzionali. Rimangono ancora, però, alcuni punti che devono essere soppesati:
possiamo farci carico dei costi di una soluzione? La soluzione di un problema può portare
ad altri problemi? Una particolare soluzione è praticabile?
Capitolo 2: I problemi della dimensione familiare
I problemi che riguardano la famiglia interessano particolarmente ognuno di noi, perché tutti
noi trascorriamo gran parte della nostra vita all’interno di una qualche tipo di unità familiare.
La famiglia è la più antica e la più basilare di tutte le istituzioni sociali. Storicamente è stata
al centro dell’attività politiche, economiche, educative e religiose. La famiglia è un’istituzione
sociale basata sui legami di parentela che alla funzione di generare i nuovi membri della
società e di crescerli.
Le famiglie possono assumere molte forme diverse. In alcune culture i maschi esercitano la
maggior parte del potere e dell’autorità, mentre in alcune culture tale prerogativa è
femminile. In alcuni casi una persona può sposarsi con un solo coniuge, mentre altre società
permettono la poligamia. La cultura occidentale incoraggia anche una famiglia egualitaria:
in cui il potere e l’autorità siano condivisi in maniera abbastanza equa fra marito e moglie.
Al centro di tali cambiamenti si trova la transizione dalla famiglia estesa alla famiglia
nucleare:
-Una famiglia estesa e formata da tre o più generazioni di persone che vivono insieme molto
vicine e le cui vite e i cui modi di sostentamento sono fortemente interdipendenti. Tali
famiglie sono spesso numerose e comportano forti obblighi di parentela.
-Una famiglia nucleare formata dai genitori e dei loro figli. A differenza delle famiglie estese,
quelle nucleari sono piccole e hanno minori probabilità di essere dominate dagli individui di
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sesso maschile.
-Sono invece famiglie estese e modificate, in cui si rintracciano sofisticate rete di mobilità di
visita e di sostegno, anche se ogni nucleo familiare vive separatamente.
L’orientamento funzionalista
I funzionalisti sostengono che una qualche forma di organizzazione familiare esiste in ogni
società, perché la famiglia adempiere alcune funzioni basilari, essenziali alla sopravvivenza.
Sono stati individuati sei principali contributi della famiglia nei confronti della società:
a. Regolazione del comportamento sessuale della riproduzione.
b. Socializzazione e educazione.
c. Conferimento di status.
d. Attività economica.
e. Protezione.
f. Affetto e compagnia.
Anche se queste funzioni sono spesso assolte dalla famiglia, essi possono essere
soddisfatte in altri modi, per esempio, sempre più donne danno alla luce figli senza essere
sposate. Mutamento del ruolo tradizionale della famiglia: in altre parole, la famiglia riveste
un ruolo meno centrale nello svolgimento di tali funzioni, in quanto con l’industrializzazione
si sono costituiti altri strumenti istituzionali che adempiono a tali compiti.
Teoria del conflitto
Secondo la teoria del conflitto la famiglia, insieme ad altre istituzioni sociali, soddisfa gli
interessi dei gruppi sociali dominanti. Il tipo di famiglia più diffuso in una società sarà quello
più coerente con i valori del gruppo dominante. Per esempio, il patriarcato è una famiglia in
cui gli uomini hanno un ruolo predominante nelle decisioni che riguardano questioni politiche
delle economiche, mentre le donne i figli sono a loro subordinati. Famiglia nucleare e
capitalismo: Durante il capitalismo, la famiglia nucleare, soddisfa gli interessi dell’istituzioni
economiche capitaliste, perché massimizza il numero di unità o orientato al consumo. I
teorici del conflitto sosterrebbero anche che i sistemi familiari possono contribuire al
perpetuarsi di ineguaglianza sociale ed economica, perché molte società l’eredità si basa
sulla parentela. I teorici del conflitto sostengono che i gruppi dominanti si difendono da ciò
che minaccia la loro posizione, insegnando nelle scuole che la monogamia, le famiglie
nucleari, l’eredità e la proprietà sono le migliori forme di organizzazione.
L’orientamento interazionista
Per gli Interazionista ogni società si è dotata di regole di norme che danno forma alla famiglia
e ai legami di parentela. Una volta stabilite le norme, le persone sono educate ad accettare
la forma di organizzazione familiare adottata. La maggior parte dei cittadini italiani, per
esempio, ritiene probabilmente che la monogamia sia il tipo di matrimonio più civilizzato.
Eppure, la monogamia rigorosa è una delle forme meno comune di organizzazioni familiari
delle società umane. Quando la società i suoi valori cambiano, si modificano anche le 9
interazioni di un certo comportamento. Oggi il consenso sulla famiglia è molto meno diffuso.
Le persone si confrontano con questioni che in passato erano definite da forti pressioni
sociali: dovrei sposarmi? Dovrei portare avanti il mio matrimonio?
Gli stili di vita familiari si sono differenziati sempre più, nel corso dei decenni. Gli
atteggiamenti riguardo al matrimonio, il divorzio, famiglia, le circostanze economiche e
sociali, sessualità hanno contribuito a tale differenziazione. Oggi la famiglia nucleare
convenzionale, con due coniugi, è meno comune.
In passato le donne non lavoravano, oggi è normale che lavorino. Il basso reddito del
coniuge obbliga le donne a lavorare per guadagnare un reddito complessivo sufficiente a
sostenere la famiglia. Le persone che lavorano hanno meno tempo da trascorrere con i
propri coniugi o con i figli. Ciò può creare tensioni nella vita coniugale e avere conseguenze
sui figli. Le famiglie a doppio reddito si imbattono in altre fonti di stress: decidere quale delle
due carriere avrà la precedenza, per esempio in caso di trasferimento per la carriera. Tali
tensioni suggeriscono che i matrimoni delle famiglie doppio reddito siano più soggetti a
divorzio. È più probabile, inoltre, che le coppie doppio reddito non abbiano figli, questo
ricade sulla natalità.
Single
Sono uomini e, in misura leggermente minore, donne. Molti di questi ovviamente potrebbero
sposarsi in futuro, ma alcune sceglieranno, come stile di vita di rimanere single. Molte
restano single perché ritengono che tale stile di vita abbia notevoli vantaggi: libertà,
indipendenza economica, opportunità di conoscere nuove persone. Ma, il fatto di essere
singolo non comporta necessariamente la mancanza di un coinvolgimento emotivo con un
compagno che sia almeno semipermanente. Come accade per le coppie a doppio reddito,
l’elevato numero di single può avere un effetto sulla natalità.
Convivenza
Un rapporto di convivenza è una relazione in cui due persone vivono nella stessa unità
abitativa e condividono legami di tipo sessuale, emotivo e spesso economico senza essere
legalmente sposati. Le libere unioni nel 2009 erano il 5,9% delle coppie. Sono più diffuse al
Nord, presentano un titolo di studio più elevato ed entrambi nella coppia lavorano. Le
convivenze sono in crescita. Si sceglie la convivenza per molte ragioni: per qualcuno è una
prova di matrimonio, per altri può essere un’alternativa al matrimonio, per altri ancora dopo
un matrimonio fallito scelgono la convivenza. Per alcune persone anziane, per cui il
matrimonio significa una riduzione dell’assegno sociale, infine, la convivenza può essere
una scelta di tipo economico.
Famiglie monoparentali
Un’altra alternativa in crescita. Anche se alcune famiglie sono monoparentali in seguito alla 10
morte di un coniuge, la maggior parte delle famiglie con un solo genitore è il risultato di un
divorzio. Le persone che vedono il matrimonio come l’unico contesto accettabile per la
crescita del figlio interpretano tali cambiamenti come una forte minaccia. Alcune ricerche
suggeriscono che i bambini cresciuti da un genitore, anziché da due, spesso si trovano in
condizioni economiche sociali peggiori. Però, non tutti i figli le famiglie monoparentali
subiranno conseguenze negative, perché sono molti fattori che influenzano lo sviluppo di
un bambino.
Negli ultimi decenni la percentuale di bambini nati da donne non sposate è aumentata nella
maggior parte delle nazioni. Le dimensioni dei nuclei abitativi stanno inoltre diminuendo in
ogni parte del mondo. Il tasso di natalità è in declino nella maggior parte delle società,
mentre quello del divorzio è in crescita. Tutte queste tendenze suggeriscono quanto i bisogni
della società abbiano il potere di definire la forma della famiglia. Il risultato è che la famiglia
si è ridotta per dimensione e ha perso significato.
Violenza domestica
La violenza fra i membri della famiglia probabilmente tanto diffusa quanto l’amore. Esistono
tre principali tipi di violenza domestica:
Abuso infantile.
Più del 60% delle coppie riconosce di aver commesso almeno una violenza nei confronti di
un figlio. Alcune ricerche suggeriscono che i casi di abuso infantile sono in aumento, ma se 11
chiedessimo ai genitori se abbiano spinto, colpito o provocato male fisico e loro figli, il
numero di casi sembra in diminuzione. Come per la violenza coniugale, ci sono correlazioni
tra l’abuso infantile la situazione economica delle famiglie. Nelle famiglie povere le avversità
economiche interagiscono con situazioni che provocano uno stress immediato e acuto.
Indipendentemente dalla classe sociale, sembra che l’abuso infantile sia un pattern
comportamentale che si trasmette di generazione in generazione.
Le persone anziane possono subire gli stessi abusi di altri: fisici, psicologici, insulti e
minacce, incuria. In alcuni casi gli abusi sugli anziani possono insorgere dallo stress che
nasce nella relazione in cui la persona si prende cura di un vecchio genitore o di un vecchio
nonno non autosufficiente, che presenta limiti fisici o mentali. Ricerche recenti sottolineano
una diversa relazione tra la dipendenza e l’abuso: l’abuso ha maggior probabilità di
verificarsi quando chi dà aiuto e assistenza dipende dalla persona anziana di cui si prende
cura. Quindi un impari distribuzione del potere e delle risorse gioca un ruolo nella violenza
domestica.
Capitolo 3: salute e malattia
Orientamento funzionalista
La malattia è una minaccia all’ordine sociale, perché chi è malato non può essere in grado
di fornire un utile contributo alla società, le rende improduttive e un peso per la società. In
casi estremi, la malattia può costruire una minaccia per la sopravvivenza della società. La
malattia può quindi essere vista come un problema sociale quando minaccia la capacità di
un gruppo di sopravvivere e di prosperare. Il sociologo Parsons afferma che l’essere in
salute è la condizione umana preferibile o più funzionale. Chi è malato non è più pienamente
in grado di adempiere ai doveri connessi. La società reagisce a tale condizione confinandolo
in una posizione deviante o socialmente svalutata. Con l’espressione ruolo del malato si fa
riferimento a una serie di aspettative volte a guidare il comportamento delle persone malate.
La funzione del sistema sanitario, quindi, è quella di rendere le persone di nuovo in grado
di adempiere alle loro funzioni sociali. Il sistema diventa un problema quando non riesce a
svolgere la funzione in modo efficace.
L’orientamento Interazionista
Oggi l’AIDS è una delle principali cause di morte tra i giovani. Questa epidemia ha preso
piede in parte perché la società non mostrò un serio interesse nel contrastare la diffusione
del virus. La ragione di tale ritardo è che la reazione a tutte le malattie risulta da una
complicata interazione fra le caratteristiche biologiche dei virus e di riflessioni di ordine
pubblico, sociale e culturale. In passato i malati pericolosi venivano isolati dal resto della
società. Potremmo essere portati a pensare che, oggi il nostro modo di reagire alla malattia
sia diverso, più razionale scientifico. Eppure, la vita sociale è complessa e il modo di reagire
delle persone nei confronti della malattia non fa eccezione, proprio come nel caso dell’AIDS.
Non fu fatto niente per l’AIDS proprio per lo Stigma di impurità e immoralità sui malati di
AIDS, la malattia era associata all’omosessualità e all’uso di droghe illegali. Ma la ragione
era anche di tipo religioso e politico. Proposero di chiudere le saune, perché in tali luoghi
avveniva continuamente sesso non protetto. La comunità gay sì lanciò in una forte
campagna per favorire la ricerca e programmi volti a ridurre la diffusione dell’AIDS, così
cominciarono le ricerche. Una volta stabilite le cause della malattia e definite le sue modalità
di trasmissione, si è cercato di controllarlo. Il risultato di tali sforzi stare una forte
abbassamento dei tassi di infezione.
Uno dei problemi centrali correlati alla salute e l’assistenza sanitaria è la varietà di fattori
sociali che possono portare alla malattia.
La maggior parte delle malattie può essere classificata come acuta o cronica. Le malattie
acute sono quelle con un’insorgenza piuttosto rapida, talvolta l’intensità severa e
invalidante, che terminano con la morte o con la guarigione. Sono spesso causate da
organismi o da un parassita. Le malattie croniche, come disturbi cardiaci o i tumori,
peggiorano nell’arco di un lungo periodo di tempo e spesso esistono ben prima di essere
diagnosticate. Nella fase iniziale presentano sintomi che possono essere facilmente
ignorati.
-Società preindustriali: Le malattie infettive e di tipo parassitario costituiscono alcune fra le
minacce più gravi per la salute. Malattie come influenza, differite e febbre tifoide erano
spesso fatali. Tutte queste minacce rendevano l’aspettativa di vita della società intorno ai
25-35 anni.
-Società industriali: c’è stato un forte aumento dell’aspettativa di vita, che in Italia si aggira
oggi intorno ai 79,4 anni per gli uomini e agli 84,5 anni per le donne.
-Oggi: la mortalità infantile oggi è molto più bassa rispetto a un secolo fa. Un neonato oggi
ha maggior opportunità di sopravvivenza rispetto ai bambini del passato. Uno studio
mostrato come le persone nate negli Stati Uniti nel 2001 potrebbero avere un’attesa di vita
superiore rispetto a quelle nate nel 1900. Tali dati evidenziano come uno dei principali
vantaggi dell’industrializzazione sia la maggior probabilità di superare l’infanzia e la
fanciullezza.
Stili di vita: Il secondo fattore che ha determinato un aumento della longevità è la ricerca dei
cambiamenti dello stile di vita delle persone. Tali cambiamenti hanno rivestito un ruolo
probabilmente tanto importante quanto le cure messe A disposizione dalla medicina. Le
malattie per cui si muore oggi sono diverse rispetto a quelle del passato. All’inizio del secolo
scorso, le tre principali malattie che portavano alla morte erano infettive acute. Oggi in
Europa le cause di morte più frequenti sono le malattie del sistema circolatorio e i tumori. Il
modo più efficace e meno costoso per contrastare le malattie croniche è probabilmente la
medicina preventiva, cioè i cambiamenti dello stile di vita o altri cambiamenti che
contribuiscono a evitare l’insorgenza della malattia. Eppure, la medicina moderna non offre
molto in maniera di prevenzione, è piuttosto orientata alla medicina curativa o “di crisi “.
-Status socioeconomico: indica la posizione delle persone nella società, in base al loro
reddito, a livello di istruzione e allo status occupazionale. Le persone con reddito, istruzione
e status occupazionale inferiori di solito hanno tassi di malattie e di mortalità molto più elevati
rispetto a chi è più ricco.
-Genere: le donne sembrano essere più sane degli uomini, soprattutto se consideriamo la
longevità come metro di misura. Tra le donne, inoltre, si riscontrano tassi molto inferiori di
malattie croniche. Ciò suggerisce che le donne possono avere una qualche sorta di
vantaggio biologico, ma la spiegazione è più complessa. L’alto tasso di mortalità tra gli
uomini è dovuto anche alla tradizionale definizione dei ruoli di genere, che porta gli uomini
a essere più aggressivi e a ricercare occupazioni più stressanti e pericolose.
-Malattie mentali e sesso femminile: infine, la definizione culturale delle donne come “il
sesso debole “può portare le donne a reagire più velocemente ai sintomi della malattia e a
cercare cure mediche prima che insorga una malattia. Nel campo della salute mentale, fra
le donne si riscontra un maggior numero di disturbi psicologici, nervosi, ansiogeni e
depressivi. Le cause di tali situazioni sono dovute, in parte, all’educazione legate ai ruoli di 14
genere.
-Stress economico e altri fattori legati allo stile di vita: l’industrializzazione ha causato pericoli
per la salute. Lo stress sul posto di lavoro, così come la perdita di un lavoro (o anche la
paura di perderlo) hanno conseguenze importanti sulla salute. Tali tensioni possono portare
a patologie cardiache, ipertensione e a molte altre malattie fisiche e mentali. Anche l’uso di
alcol, tabacco e di altre droghe può causare seri problemi alla salute. Sembra che ci sia una
correlazione anche tra la salute e la qualità della vita familiare: le persone sposate con figli
sono più sani dei singoli e di chi non ha figli.
Salute mentale
Negli ultimi quarant’anni il numero delle persone che cercano aiuto per la situazione di
disagio psicologico è più che quadruplicata. Ciò non significa necessariamente che oggi la
malattia mentale sia più diffusa, ma dimostra invece una maggior volontà di essere aiutati.
Le cure mediche sono costose e lo diventano sempre di più. Parte del problema il numero
crescente di procedure tecnologicamente complesse e costose a disposizione. I fondi che
spendiamo per l’assistenza sanitaria non potranno essere spesi per la difesa, per i servizi
sociali o altro. Ma come decidiamo per chi sarà disponibile tali procedure? Alcuni di questi
criteri possono servire come punto di partenza per decidere come distribuire le risorse
mediche:
-Possibilità di pagare: offrire servizi a chi si può permettere di pagare una parte o la totalità
dei costi.
-Meritocratico: offrire servizi sulla base dei meriti delle persone.
-Utilitaristico: offrire servizi a chi porterà benefici più ampi, a un maggior numero di persone,
se sopravviverà.
-Giustizia compensatoria: offrire servizio a chi ha già subito delle ingiustizie.
-Egualitario: offrire a chiunque abbia bisogno di servizi medici la stessa opportunità di
riceverli. In Italia i principi ugualitario e forse il più popolare. Il punto è che se la tecnologia
diventasse più costosa potremmo dover decidere di adottare un altro principio diverso da
quello egualitario.
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