RIVISTA
DI
DIRITTO PROCESSUALE
FONDATORI
G. CHIOVENDA F. CARNELUTTI
DIRETTORI
F. CARNELUTTI P. CALAMANDREI
PROFESSORE ORDINARIO PROFESSORE ORDINARIO
NELL’ UNIVERSITA DI ROMA NELL’ UNIVERSITA DI FIRENZE
REDATTORE-CAPO.
Vv. ANDRIOLI
PROPESSORE ORDINARIO NELL'UNIVERSITA DI PISA
Votume II] - Parte I -
Anno 1948
06
PADOVA
CEDAM- CASA EDITRICE DOTT, ANTONIO MILANI
194812
CENNI SULL’ IMPUTAZIONE PENALE
1. — Se, per quanto ho scritto qualche anno fa, proprio in
questa Rivista, il diritto processuale penale- ha, fra tutte le cosid-
dette materie giuridiche, il trattamento della Cenerentola, si danno
pure tra i suoi istituti i privilegiati e i diseredati. Uno di questi
ultimi 8, chi sa perché, I’ imputazione. Nella prassi se ne parla con-
tinuamente ; e non si potrebbe non parlarne. In dottrina, invece, non
ci si pensa quasi mai,
Vediamo, per esempio, Manzini. Non c’é uno scrittore pit
gente e informato di lui. Gli indici analitici delle sue opere sono
empori rigurgitanti di ogni ben di Dio. La voce «imputato» a
pag. 779 del Trattato di diritlo processuale penale italiano, occupa
poco meno di due colonne dell’ indice. Subito dopo, ahimé, della
voce « imputazione » l’autore si sbriga con un rinvio a « contesta-
zione dell’accusa » ; ma la contestazione dell’accusa, secondo quanto
si legge a pag. 297 del medesimo volume, appartiene agli «atti
preliminari del dibattimento » ; e un imputato, diamine !, c’é anche
prima. Non occorre dire che della imputazione neppure Manzini
s’@ creduto di occupare. E forse superfluo aggiungere che gli altri,
su per giit, fanno come lui; qualche pagina, in proposito, é deso-
Jante addirittura (Sabatini, Principii di diritto processuale penale,
pag. 35).
2. — Desolante perché? Mi rendo conto dell’obbligo di moti-
vare questo giudizio severo.
Tutti, qual pit qual meno, riconoscono |’ importanza del con-
cetto di imputato. Si intuisce, se pure non si dica, che questa pa-
rola indica un vero status della persona, quale risulta da una dimi-
nuzione di quello che Jellinek chiamava lo status libertatis. Tutta
1a dottrina del processo penale s’avvantaggerebbe assai per un’agile
applicazione del concetto di status. Il legislatore del 1930 parla,
ancora empiricamente, di « qualita d’ imputato »; ma gia questa
formula chiarisce, dopo tutto, I’ idea.
Ora, di dove nasce, codesto status 0 qualita? Il concetto d’ im-
1948, — Riv. df dir. proc. - Num, 4» P. 1. 15204 RIVISTA DI DIRITTO PROCESSUALE.
putato appartiene alla statica giuridica, ossia, dopo tutto, esprime
un rapporto; ma uno dei principi del metodo, al quale pochi
hanno posto mente finora, riguarda la necessaria correlazione tra il
rapporto e Patto. All’ imputato, si direbbe, a lume di buon senso,
deve corrispondere I’ imputazione.
3. — L’imputazione, certamente, & un atto. Senza quest’atto
non ci pud essere quello stato, che si indica con la parola impu-
fato, come non ci pud essere un condannato senza condanna.
Curioso, perd, che quest’atto, nella legislazione, come nella
dottrina, sia rimasto nell’ombra. Nell’art, 78 cod. proc. peu. non si
parla neanche-di imputare, sibbene di attribuire il reato.
Peraltro non basta una qualunque attribuzione del reato a
costituir lo stato di imputato: se, per esempio, Tizio dice a Caio
che Sempronio gli ha rubato lorologio, questa non é@, almeno in
senso tecnico processuale, un’ imputazione. Non costituiscono im-
putazione, fra altro, né la denuncia né la querela. L’art, 78 parla
di «atto del procedimento », col quale si attribuisce il reato. Poi-
ché, senza dubbio, per procedimento cosi si intende il procedimento
giudiziale, la imputazione {atto, con cui si determina lo status di
imputato) va collocata tra gli atti processuali.
4, — Qual’ é, in primo luogo, il suo scopo ?
Per rendersene conto, basta riflettere che il processo & un iter;
come tale deve avere un principio e una fine. La fine, come tutti
sanno, (s’ intende, del processo di cognizione) consiste nella sen-
definitiva, di proscioglimento 0 di condanna. Una vecchia
per lo pill, sentenza irrevocabile, in luogo
ta abitudine si
tenza
abitudine ci porta a dire,
di sentenza definitiva. Credo che intorno a ques
dovrebbe rimeditare. La sentenza & definitiva quando con essa il
) finire, nel senso che altri atti possono non doversi
compiere dopo di essa. Che debba, invece, finire, come sarebbe
implicito nel concetto della irrevocabilita, ¢ qualcosa che non diviene
mai certo. Tanto @ vero che alla irrevocabilita Vart. 576 cap. é
costretto ad attribuire un significato convenzionale; se l'aggettivo
« irrevocabile » vi fosse usato in senso proprio, una sentenza, contro
la quale sempre aperta la possibilita della revisione, irrevocabile
non si potrebbe mai dire.
Ma se I’ iter finisce, deve anche cominciare. Da quando ? Lo-
gicamente si pud 0, forse, si deve ammettere che il sto inizio
processo pulCENNI SULL’ IMPUTAZIONE PENALE 205
rimanga indeterminalo ; stabilire quando é sorto il primo sospetto,
il quale lungo la strada s’@ maturato al punto da diventare Ia
condanna 0, viceversa, s’@ indebolito fino a risolversi nel proscio-
glimento, pud essere difficile e, comunque, senza interesse. Se si
fa il paragone del processo con la vita d'un uwomo, codesto mo-
mento corrisponde a quello del concepimento; ma dal coicepimento
alla nascita la vita umana attraversa un periodo intrauterino, al
quale non mi sembra azzardato ricondurre quel primo periodo di
atti preliminari, che si potrebbe anche chiamare I’alba del pro-
cesso: presentazione della denuncia, indagini della polizia, prima
presa di contatto con l’ una e con le altre del pubblico ministero
o del giudice. A un certo punto perd questo periodo deve finire :
o nascita o aborto; se il pubblico ministero o il giudice non ne
fa nulla, salve le forme stabilite dalla legge italiana in ultimo mo-
dificata, il processo abortisce ; nasce, al contrario, nel caso oppo-
sto. E in questo momento, per virtii della sua nascita, che qualcuno,
secondo la formula deil’art. 78, « assume la qualita di imputato >.
La terminologia giuridica spagnuola ha una parola precisamente
espressiva: procesamiento é il processare 0, con minore ineleganza,
Vassoggettare al processo. Il quale assoggettamento é il prodotto
d’un atto: quello, di cui stiamo discorrendo.
Un torto del nostro codice e, prima, della nostra dottrina con-
siste nell’averlo lasciato nell’ombra.
5. — Con questo scopo, di dar vita al processo, I’ imputazione
ha Veffetto di costituire la qualita, secondo l’art. 78, 0 meglio,
come 8’@ visto, lo sfatus di imputato.
Se ne parla, dagli studiosi del processo penale, se non dell’ im-
putazione, almeno dell’ imputato; ma ci vuol tempo prima che se
ne sia seriamente costruita la teoria! In che consista codesto status
" sappiamo finora soltanto per approssimazione. E uno dei soliti
argomenti, intorno ai quali pare che basti il senso comune. Ma il
vero @ che pili che uno stato sociale @ uno stato giuridico quello
dell’ imputato ; e proprio, come spero di aver dimostrato da ulti-
mo, nel toglierlo di mezzo si manifesta la natura costitutiva, o pitt
precisamente risolutiva della sentenza di proscioglimento (Retroat-
fivitd penale, in questa Rivista, 1947, I, 89).
Ora proprio in ragione dell’ importanza di codesto status, che
si @ costituito, s’impone alla nostra attenzione lo studio dell’atto,
che lo costituisce.
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=206 RIVISTA DI DIRITTO PROCESSUALE
6. — Il primo dei rilievi da fare, in ordine alla sua natura, &
che pure !’ imputazione consiste in un giudizio. La materia prima,
si direbbe, & quella medesima, di cui @ fatta la sentenza di rinvio
al dibattimento o fa sentenza di condanna. Non si pud aprire il
processo contro un tale senza una certa dose di convincimento della
sua colpevolezza,
Attenti, perd, alla dose! Identité di sostanza, tra I’ imputazione
e una o Valtra sentenza, ma differenza di dose. Si capisce, anzi-
tutto, a lume di buon senso: altra @ la convinzione che occorre
per aprire il processo, altra per proseguirio nella fase del dibatti-
mento, altra per condannare. A lume di buon senso si direbbe, del
pari: P imputazione @ un giudizio di -probabilita e 1a condanna
un giudizio di certezza. Ma il buon senso, qui, pud non bastare.
Si dovrebbe ragionare, in primo Iuogo, sul concetio di certezza,
che, in ultima analisi, si risolve in un sommo di probabilita. E
poi riflettere che, comunque, tra la condanna e I’ imputazione c’é,
o almeno ci pud essere, di mezzo, la sentenza di rinvio al giudi-
zio, che un giudizio di certezza non é di sicuro. In ultima analisi
ci si persuade che la differenza tra codesti giudizi successivi é piut-
tosto di quantita che di qualita.
L’ imputaziong é il primo scalino della scala. Quan i_sono
*% accinto, sotto questo profilo, ad esaminarne il contenuto, m’é parso
che vi si_possa_attribuire il carattere di un_giudizio di possibilita,
pitt che di_probabilité (Lezioni sul processo penale, ll, pag. 144).
7. — Ma perché questa scala di giudi Nel processo civile,
almeno di regola, non c’é nulla di simile. Certo qui siamo al co-
spetto d’un carattere proprio del processo penale.
E qui, se non m’ inganno, si comincia a cogliere, per lo studio
della meccanica penale, che vuol poi dire per la costruzione del
meccanismo, il beneficio del principio di identita, che io ho cre-
duto di poter stabilire, del giudizio con la pena.
we Se i puareste (penale-non_fovse gli dl per st una pena, da
questa serie di delibazioni successive si potrebbe prescindere. Ma
nessuno se ne meraviglia proprio perctté-*-chiaro a tulti che es-
See assoggeTatg 2 processor Cayrazia; Solo @ una disgra-
zia, alla quale ciascuno, anche se innocente, si rassegna in quanto
Ja subisce per le inesorabili necessita della lotta contro il Teato ;
€ percid € una pena. Non solo dunque non si pud esser punito,
ma neppure si pud esser condannato senza un previo giudizio. QuiCENNI SULL’ IMPUTAZIONE PENALE 207
la situazione finisce per assumere un aspetto paradossale : occorre
dunque gitdicare per poter giudicare ?
In_verita_ @ cost + occorre, per giudicare definitivamente, passare
attraverso_una_trafila di_giudizi_pr ri;_la scala de iudizi,
‘appunto. La scala della_pazienza, dopo_tutto. Il_processo_penale
Prima di poter punire un uomo bisogna condannarlo ; ma prima i
condannarlo, bisogna giudicare se_pud essere sottoposto al dibatti-
mento, € prima di sottoporlo al iudizio in 10 alla i
-sottoporlo al_dibattimento, c’é ancora un giudizio pit _arretrato.
Questo giudizio & I’ impulazione: il primo scalino della scala.
8. — Chiarita la sua funzione a questo modo, comincia a farsi
un po’ chiaro anche if problema della sua struttura.
Dal Iato della competenza, anzitutto. Il processo penale, chi lo
fa nascere ? Non bisogna credere che, quando s’@ definita con il
concetto del giudizio la natura dell’ imputazione, 1a questione della
competenza si sia gia risoluta nel senso che al giudice tocchi im~
putare. Lanalisi del processo in genere € del processo penale in
ispecie mostra che una quantita di giudizi si forma anche ad opera
delle parti (Lezioni, cit., I, pag. 154 e 161). Il problema, al con-
trario, & aperto sul punto se V imputazione sia un atto di giudice
o un atto di parte (s’ intende, in quest’ ultimo caso, di quella parte
strumentale, che é il pubblico ministero).
Nel processo italiano ambo le soluzioni sono adottate, secondo
la gravita del reato. Di regola, & atto di parte: ¢, s’ intende, del
pubblico ministero- Come perd presso il giudice competente per
j reati minori non esiste ufficio del pubblico ministero, I’ imputa-
zione, per tali reati, & un atto del pretore. Tale ambiguita pratica
basta a dimostrare che, gia dal punto di vista della competenza e,
di riflesso, del carattere dell’atto, il problema dell’ imputazione é
meno facile di quanto sembri.
In linea di principio, a me @ sembrato di poter definire Vim-
putazione come la formutazione della pretesa penale (Leztoni cit.,
I, pag. 130). In parallelo con il proceso civile si tratterebbe, dun-
que, di una domanda ; difatti, si pud ritener formulata la pretesa
con la richiesta del pubblico ministero di istruzione formale (arti-
colo 296), di citazione al dibattimento nel caso di istruzione som-
maria (art. 396), 0, infine, de! giudizio al dibattimento, nel caso
di giudizio sommarissimo (art. 502). Ma l’ordinamento del processo
%208 RIVISTA DI DIRITTO PROCESSUALE
avanti al pretore, dove il pubblico ministero non opera se non al
dibattimento, sconvolge questa costruzione ; se non si vuol ricor-
rere al barocco espediente della doppia funzione del pretore, gin-
dice e pubblico ministero ad un tempo, forza & concludere che
V imputazione pud anche essere un atto di giudice. Non per questo
mi sembra che si debba rinunciare al concetto di formulazione
della pretesa penale purché non si confonda formulazione con pro-
posizione ; 1a pretesa penale pud ben essere formulata anche da chi
non avrebbe veste per proporla.
9. — Siamo, cosi, al nodo della questione.
Il processo penale non @ e non pud essere dominato, come il
processo civile, dal principio della domanda di parte (cfr. le mie
Lezioni cit., Il, pag. 24 e seg.). Tuttavia un processo penale non
pud iniziarsi se non per [a esistenza non tanto di una questione
quanto di una pretesa penale, nel senso gid da me chiarito (Lezioni,
cit., I, pag. 129). Appunto it suo inizio @ segnato dal passaggio,
se mi si consente la frase, della pretesa dello stato fluido 0, meglio,
indefinito allo stato definito; in termini logici potrebbe dirsi da
idea a concetto. Anche nel processo civile & cosi; ma questo pas-
saggio, che & appunto la formulazione, é normalmente affare di un
privato nel senso che la formulazione pud essere affidata ad un
privato ; infatti il processo civile si inizia con la domanda dell’at-
tore, il quale, nove su dieci, & un privato.
Non vi sarebbe alcun ostacolo logico a che altrettanto avvenga
nel processo penale; sono ben note, del resto, le esperienze sto-
riche di questa possibilita, Peraltro col progredire della tecnica
penale, se & recente e tuttora isolata l’affermazione della essenziale
identita del processo e della pena, almeno si fa strada I’ intuizione
che il processo penale & uno strumento pericoloso, il quale non
si pud mettere in mano a chiunque. Di qui il principio che la for-
mulazione della pretesa penale deve essere riservata al pubblico
ministero 0 al giudice.
Da noi, come s’é visto, questa funzione appartiene all’ uno o
all’altro; ma le ragioni per cui @ affidata al pretore e il fatto me-
desimo che cid avvenga nei processi meno gravi dimostra che la
soluzione italiana non é@ il frutto di una profonda meditazione. La
soluzione, in verita, dovrebb’essere orientata dalla ricerca delle
garanzie contro il pericolo che il processo penale non si apra senza
una grande cautela. Al recente Congresso argentino di diritto pro-CENNI SULL’ IMPUTAZIONE PENALE 209
cessuale (cir. in questo fascicolo: I, pag. 257), questa preoccupa-
zione ha determinato una proposta, secondo la quale la formulazione
deila pretesa non dovrebbe essere fatta se non dal giudice, onde
si avrebbe un decreto di imputazione (auto de procesamiento), con
questo di pitt che vi si dovrebbe in ogni caso far precedere I’ in-
terrogatorio non dell’ imputato ma, piit precisamente, dell’ impu-
tando da parte del giudice medesimo (declaracion indagatoria).
Non dird che questa proposta mi abbia del tutto persuaso,
mentre la figura del pubblico ministero pud offrire, secondo il
nostro ordinamento e pitt secondo la nostra prassi, garanzie suffi-
cienti contro il pericolo accennato. Tuttavia essa dovrebbe essere
meditata almeno al fine di prescrivere a questo atto, sia pure del
pubblico ministero, un regime formale che, dandovi opportuno ri-
salto, ne accentui il valore e ne assicuri la ponderazione.
FRANCESCO CARNELUTTI
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