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Antonio De Luca, “Lotta”, 2022, tecnica mista

Associazione Culturale Borderline


Quarto Borderline Arte Festival Varallo 2/3/4 settembre 2022

In collaborazione con:
• Società Varallese di Fotografia Analogica
• FAI Delegazione della Valsesia
• UMA Gallery
• Fondazione ONLUS Palazzo dei Musei Pinacoteca di Varallo
• Riserva Naturale Speciale Sacro Monte di Varallo
• Monterosa 2000 spa / VisitMonterosa
• Kakuro Production
• Sculturando
• AVIS Sezione Comunale di Varallo
• Birrificio Abbà

Patrocinato da:
• Comune di Varallo

Con il contributo di:


• Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli
• Provincia di Vercelli
• Unione Montana Valsesia
• Industrie Toscanini
• MMV Minuteria Meccanica Valsesiana
• Kramer
• Bocciolone Antincendio
• FAR Flow Evolution
• Synergon
• Officine Lana
• Colorificio Villa
• Mobilificio Dealbertis
• Mon Bois
• Gessi SPA
• Fama serramenti
Il Progetto:

Borderline Arte Festival è un’iniziativa culturale nata per


promuovere attività artistiche e la rete tra gruppi e autori
in favore di nuovi spazi di confronto.
Un’esperienza tra presente e passato, nella ricerca di forme
d’arte contemporanea in grado di mettersi in relazione con
l’importante patrimonio storico e naturalistico del contesto
d’intervento.
Il festival ha come intento quello di creare delle nuove
interferenze positive sul territorio, riportare l’attenzione
sull’arte nella sua relazione con la storia attraverso
installazioni site specific, performance visive-musicali,
allestimenti dedicati.
Borderline, si traduce dall’inglese con: linea di confine,
confinato, ai limiti, in posizione marginale.
Possiamo definire Borderline l’ambiente di montagna in cui
nasce l’idea, in cui i luoghi densi di storia passata possono
diventare il punto di partenza per sviluppare un progetto di
arte contemporanea diffuso, dove far nascere straordinari
spunti di riflessione.
Dialogo storico e consapevolezza che la cultura deve unire
e non separare.
Riconnessione col passato per generare situazioni alternative
e attive in cui l’artista diventa interprete
dell’importante eredità culturale che ancora oggi cerca la
sua mutazione.

Associazione Culturale Borderline

Organizzatori 2022:

Letizia Beccio, Sara De Dominici, Lena Ghenciu,


Alessandra Tasso, Maria Scarognina, Vittorio Celidonio,
Cesar Augusto Soto, Pier Perincioli, Ruben Bertoldo, Claudio
Salice, Tommaso Verdesca, Davide Tosi, Anna Ilaria Lazzeri,
Ferruccio Lazzeri, Veronica Morello, Veronica Boggini,
Nicolo’ Brigante, Yuri Cagnardi, Uma Gallery
Varallo
Varallo, noto anche come Varallo Sesia, è un comune italiano
di 6956 abitanti della provincia di Vercelli in Piemonte,
situato in Valsesia. È il secondo comune più esteso della
provincia di Vercelli.
Riconosciuto come Città, e come Città d’arte, sorge lungo
le rive della Sesia ed è diviso in due parti dal torrente
Mastallone, suo affluente, che separa il centro storico, detto
Varallo Vecchio, dalle aree più recenti. Unisce attività
industriali e turistiche. È dominato dal Sacro Monte di
Varallo, uno dei maggiori luoghi di culto della chiesa
cattolica del Piemonte, che attira annualmente migliaia di
turisti.

Sacro Monte
Il Sacro Monte di Varallo rappresenta l’esempio più antico
e di maggior interesse artistico tra i Sacri Monti presenti
nell’area alpina lombardo/piemontese.
Si compone di una basilica, che costituisce la stazione
finale di un percorso che si snoda tra vie e piazzette,
e quarantaquattro cappelle affrescate e popolate da circa
ottocento statue (terracotta policroma o legno) a grandezza
naturale.
Fondazione ONLUS Palazzo dei Musei Pinacoteca di Varallo
La Pinacoteca di Varallo, sita nel Palazzo dei Musei è una
delle prime collezioni artistiche del Piemonte.
Contiene importanti testimonianze della vocazione artistica
che, muovendo dal Sacro Monte, ha percorso nei secoli la
Valsesia. Nel 1998 la Società di Incoraggiamento allo Studio
del Disegno e la Società di Conservazione delle Opere d’Arte
in Valsesia si fondono per dare vita ad un unico Ente
senza fini di lucro e di utilità sociale (ONLUS), lo scopo
primario dell’associazione è volto alla valorizzazione,
alla cura e alla conservazione delle importanti raccolte
che la Pinacoteca custodisce, attraverso il riallestimento
delle collezioni e grazie al recupero del Palazzo dei Musei
a standard di efficienza e sicurezza ottimali.

Palazzo D’Adda
Le origini di Palazzo Scarognini D’Adda risalgono alla metà
del Cinquecento. La sontuosa residenza fu edificata modificando
l’originaria struttura di una casaforte a controllo del
guado sul Mastallone.
Gli Scarognini, ricca famiglia valsesiana, si imparentarono
con i D’Adda, d’origine lombarda, alla metà del XVI secolo.
Le famiglie, ormai unite, furono mecenati per la comunità e
protagoniste della scena politica e sociale di Varallo, fino
ad ottenere nel 1682 il titolo di marchesi, conti e liberi
baroni. Palazzo Scarognini D’Adda ne rispecchiava il potere,
esso fu poi più volte ampliato e modificato a partire dal
XVIII secolo. Attualmente di proprietà del Comune di Varallo
è adibito a spazi espositivi e convegni.

Palazzo Racchetti
L’elegante edificio, di foggia settecentesca, si affaccia
sul Corso Umberto I, l’antica contrada San Cristoforo, di
fianco alla piazza su cui si ergeva il palazzo pretorio, sede
dell’amministrazione della giustizia.
Le origini del fabbricato si fanno tradizionalmente risalire
al secolo XIV. Dal 1954 al 1989 ha ospitato la Biblioteca
civica e dal 1978 al 1990 la sezione varallese dell’Archivio
di Stato. Il palazzo, di proprietà del Comune di Varallo,
dopo il trasferimento in sedi provvisorie degli enti che ne
occupavano i locali, è stato completamente ristrutturato a
spese del Ministero per i beni culturali e ambientali ed è
diventato sede della Biblioteca Civica “Farinone Centa”.
Villa Barbara
è stata progettata nel 1883 dal geometra Cesare Peco,
su commissione della famiglia Durio, e nel 1934 venne
acquistata da Adolfo Grober, grande industriale locale.

Nel 1968 la Villa passa nelle proprietà del Comune e adibita


a sede del Municipio. Oggi è occupata della Pretura.

La Villa è di stile eclettico ed è caratterizzata


nel prospetto dalla suddivisione in tre parti con
un loggiato centrale che occupa l’intera altezza
dell’edificio. La suddivisione dei piani è resa tramite
l’utilizzo di cornici marcapiano e l’ultimo piano è
delimitato da un alto fregio con decorazioni floreali.

Villa Virginia
fu fatta costruire nel 1890 da Axerio Cilies (1855-1921),
architetto operativo per molti anni alla corte russa.

É una costruzione di stile eclettico, dal fascino


romantico e di richiamo ottomano-orientale, dato
dalla caratteristica torretta con cupola a cipolla.

L’interno della Villa è decorato da un ciclo di affreschi


di soggetto allegorico che occupa i soffitti, mentre
le pareti sono ricoperte dal finto marmo, un’arte
decorativa nata a Rima San Giuseppe, nella Val
Sermenza, dove l’ingegno Valsesiano imparò a supplire
la carenza e i costi dell’utilizzo del marmo vero.

Nel 1972 la Villa venne acquistata dall’amministratore


dell’asilo Vietti e ceduta al Comune che l’adibì
a Scuola Materna.

Da pochi anni Villa Virginia è diventata sede della Comunità


Montana Valsesia e del Parco Naturale Alta Valsesia.
L’Associazione Culturale Borderline, coinvolge per la quarta
edizione del Festival, diversi Curatori che hanno allestito
gli spazi di Varallo.

A seguito nel catalogo presenteremo i singoli curatori, e


gli artisti coinvolti divisi per luogo, in modo da avere una
facile lettura e una migliore percezione dell’evento.

SACROMONTE DI VARALLO – PIAZZA DEI TRIBUNALI / CURATA DA


UMA GALLERY

Matteo Giuntini , CaneMorto, Anna Capolupo

PALAZZO DEI MUSEI, (DENTRO LE SALE DELLA PINACOTECA DI


VARALLO E MUSEO CALDERINI) / CURATA DA UMA GALLERY

Luca Coser, Valentina Biasetti, Studio Nucleo, Luca Freschi,


Matteo Giuntini, Edyta Hul, Antonio De Luca

EX CHIESA DI SAN CARLO, PALAZZO DEI MUSEI

SACROMONTE DI VARALLO – CORRIDOIO DI PILATO

Andrea Marinelli

PALAZZO D’ADDA / CURATA DA B.A.F.- PREMIO 2022


Artisti selezionati con la commissione artistica formata da:

Claudio Bonomi, Jessica Cazzola, Marco Scudellari, Giacomo


Pellini, Refreshink, Giulia Lazzeri, Andrea Marinelli.

gli artisti:
Aurora Avvantaggiato, Raffaele Vitto, Marilisa Parodi,
Cagla Misirli, Andrea Locorotondo, Luca Zurzolo,
Francesca Zanotto, Anna Paola Marchitelli, Piero Motta,
Clarice Zdansky, Giovanna Vettorello, Lucio Greco,
Raffaele Salvoldi, Clara Gargano, Laura Branca,
Francesca Pedulla, Jat Ding Siu, Costantino Peroni,
Fabio Tosi, Florine Offergelt, Giuseppe Regaldi, Diana Magri,
Marcello Carini e Antony Chirco
VILLA VIRGINIA – CURATELA DI B.A.F

Jacopo De Dominici, Roberto Albertalli, Katiuscia Fantini,


Rossella Eula, Mila Marchesini, Vanna Barboni,
Marianna Pacelli, Ruben Bertoldo, Ferruccio Lazzeri,
Giacomo Pellini, Daniele Verdesca

VILLA BARBARA – CURATELA DI Società Varallese di Fotografia


Analogica

Daniele Baire, Gianmario Ledda, Davis Sliecans,


Matteo Cenere, Giulia De Faveri, Roberto Grava,
Pier Perincioli, Dino Damiani (Scultura), Angelica Porrari,
Ludmilla Radchenko, Borderlinestudio.

CASA MUSEO CESARE SCAGLIA – CURATELA DI B.A.F.



Mariagrazia Degrandi

PONTE ANTONINI – CURATELA DI SCULTURANDO, SIMPOSIO DI


SCULTURA CELLIO E BREIA

Silvano Rotti

PALAZZO D’ADDA – SCUDERIE / CURATELA DI Andrea Marinelli

Lorenzo Guzzini, Federica Terracina, Paolo Migliazza,


Andrea Bennardo

ILLUSTRAZIONE E FUMETTO IN PALAZZO RACCHETTI (BIBLIOTECA) –


CURATELA DI Yuri Cagnardi KAKURO PRODUCTION

Paola Vecchi, Valentina Locorotondo, Mattia Ronco, Alessandro


Costa, Erika DelGiglio, Francesco Castelli, Davide Barzi,
Chiara Milano, Marco Burini, Simone Savoini, Francesca
Comoli, Emanuele Ranzani, Stefani Fioravanti, Luca Peverelli,
Yuri Cagnardi, Simone Garizio

SEZIONE STREET ART



QWERTY Project, Imagrafic, Kappa2Emme
ARTIGIANATO ARTISTICO IN PIAZZA SAN CARLO E PIAZZA CALDERINI
/ CURATELA DI Maria Scarognina

Controcorrente
Forma Ceramica e Vetro
Lanugine
Vitrea
Valsesia Cashmere
Scuola Barolo
Lana Viva piazza
AZ Contemporary jewels
Pietro Chiodo (scultura presso laboratorio privato)

PERFORMANCE

Marco Giva Sharmelfunk (musica)


Rock’n’roll Kamikazes (musica)
Galoni (musica)
Tanzio Arfino (musica)
Marta Massara (Yoga)
Angelo Molinari (pittura) + Massimo Mantovani (musica)
Ekodance (danza) + Gabriele Balzano (musica) + Valeria
Carbone (voce)
DJ Vale + Bunna (musica)
Margherita Apicella + Thomas Tadini (musica)
BeWood - Maurizio Pleuteri (performance)
Cristina Ruberto - Collettivo Poems (danza)
Bagart Ballet Company (video e danza)
Roberto Altamura (danza)
Project for the Dharma (musica)
Incontra la Danza (danza) + Gabriele Balzano (musica)
Liceo Coreutico Tito Livio Milano (danza)
Odiraffa “fuck you project”(performance)

CONTRADE STORICHE – BOTTEGHE ARTISTICHE DI

Società Varallese di Fotografia Analogica, BorderlineStudio,


SPAZIO 18, Max Bove
SACROMONTE DI VARALLO, PIAZZA DEI TRIBUNALI
PALAZZO DEI MUSEI PINACOTECA E MUSEO CALDERINI

UMA Gallery nasce nel 2020 da un’idea di Valerio Tirelli,


appassionato d’arte, collezionista e musicista. Grazie
all’aiuto di un team di artisti composto da Antonio De Luca,
Luca Coser e Matteo Giuntini, l’anno successivo viene aperta
anche una sede fisica, a Novara.
Perfettamente consapevole del periodo storico che stiamo
vivendo - quello del capitalismo delle immagini - UMA si
propone di investigare il bisogno umano incessante che sta
dietro a questa produzione, cercando di fare da spartiacque
tra un’immagine valida e una meno valida.

Il bisogno continuo di produrre immagini, sembra andare di


pari passo con la storia dell’uomo. Dimensione visiva e
linguistica corrono, alla stessa velocità ma su due binari
paralleli.
In ogni parte del mondo, con ogni mezzo possibile, le
popolazioni si sono fatte matrice di immagini, hanno creato
una propria lingua e parallelamente un proprio repertorio
visivo.
C’è qualcosa di atavico, di primordiale: nasciamo
biologicamente attratti dalle immagini, comunichiamo per
mezzo di queste, ci identifichiamo, le assorbiamo consciamente
e inconsciamente e quasi fossimo spinti da una forza
sovrannaturale, le produciamo.

L’obiettivo di UMA è quello di promuovere giovani artisti,


emergenti o già affermati, e accompagnarli in un percorso che
si apra anche a scenari internazionali. Il metodo prevede la
condivisione dei progetti con gli artisti e la collaborazione
con aziende che abbiano interesse a connotarsi in senso
artistico e culturale.
Attraverso un serie di esposizioni che irrompono oltre i
muri della galleria, contaminando luoghi pubblici o privati,
lo spettatore viene allontanato dagli stereotipi e dai
pregiudizi collettivi, affinché possa essere accompagnato
verso un concetto di gusto scevro da qualsiasi mediazione,
così da poter sviluppare un giudizio totalmente personale.
CONTATTO
In linguistica quando si parla di contatto ci si riferisce a
qualsiasi tipo di interferenza tra diversi sistemi di linguaggio
che vengono, per qualsivoglia ragione, a trovarsi in stretto
rapporto. Da questa propensione nasce l’ispirazione per il
progetto curato da UMA Gallery in occasione del Borderline Arte
Festival, un filo che unisce i luoghi simbolo della
città di Varallo: il Palazzo dei Musei - Pinacoteca di Varallo
e Museo Calderini - e il Sacro Monte.
Nelle architetture, tra i dipinti e le sculture che dal XV secolo
giungono fino al XX, appaiono le opere di artisti contemporanei,
che si contrappongono e si sommano creando relazioni visive e
contestuali tra le diverse epoche.
Il Sacro Monte di Varallo è un luogo di culto, costruito per
diventare la Nuova Gerusalemme: una fortezza che protegge il
racconto sacro. L’arte, l’architettura e il giardino che lo
compongono creano un clima che sta tra il mistico e l’onirico.
E, proprio nella cornice di Piazza dei Tribunali, si instaura
un dialogo tra le antiche architetture del luogo e le opere
appositamente realizzate da CANEMORTO, Anna Capolupo, Matteo
Giuntini e Giacomo Cossio, per inserirsi nelle arcate delle
preesistenti cappelle.
E se, come anticipato, l’intero progetto vuole mettere in
contatto passato e presente ed evidenziare la matrice artistica
che ha caratterizzato le vicende storiche dell’essere umano, la
Pinacoteca, casa di numerosi maestri della storia dell’arte,
non può che essere coinvolta.
Varcando l’ingresso di Palazzo dei Musei, si può passeggiare
tra reperti, affreschi, dipinti e sculture dei secoli passati,
messi in relazione con opere site-specific realizzate da artisti
contemporanei quali Studio Nucleo, Luca Coser, Edyta Hul, Matteo
Giuntini, Luca Freschi e Valentina Biasetti.
Questa commistione tra periodi storico-artistici differenti
accompagna il visitatore verso una nuova concezione che non
intende boicottare il contemporaneo a favore dell’antico o
viceversa, ma che crea dialogo, interazione e la consapevolezza
che la cultura deve unire, non dividere. L’Umanesimo, attraverso
un recupero e un confronto con i classici antichi, ha posto
l’uomo al centro del mondo. Ci ha insegnato la necessità di
riconnettersi alla storia e come questo sia l’unico modo in
cui l’uomo possa comprendere, trasmettere e ampliare l’eredità
dei padri. Un’eredità che è in continua produzione e mutazione,
della quale non si può essere spettatori disattenti. Come gli
artisti del movimento espressionista Die Brücke esprimevano la
fede nell’arte del futuro realizzando opere che costituivano
un ponte tra l’artista e il mondo esterno, allo stesso modo
UMA Gallery vuole essere quel ponte tra l’arte e il mondo, in
un costante dialogo con il tempo, guardando con coscienza al
futuro.

Jessica Cazzola
PINACOTECA E SACROMONTE
SACROMONTE
SACROMONTE

CANEMORTO è un trio di artisti italiani dall’identità


nascosta, attivi dal 2007. Il loro lavoro si sviluppa
sul confine tra realtà e finzione: seguaci di una divinità
canina chiamata Txakurra, diffondono il suo culto
attraverso opere “a sei mani” che sfruttano i media più
disparati.

“Uno e trino”. Così si definisce il gruppo che in arte


ha assunto il nome CANEMORTO. Un ibrido di difficile
identificazione che si cela nell’ambiguità e da questa
trae la sua forza: composto da tre anime, contrario a
ogni etichetta e classificazione, costretto all’anonimato
e sempre in movimento tra le capitali e le periferie
europee, è una creatura contesa da galleristi e forze
dell’ordine e posizionata a metà strada tra legalità e
illegalità, con un piede dentro il sistema dell’arte e
l’altro ben ancorato al suo esterno.
Impegnati sul fronte dell’arte ufficiale e, prima ancora,
su quello dell’arte di strada, traspongono la propria
poetica e le proprie iconografie da un medium all’altro,
a seconda del contesto, con la consapevolezza di operare
nell’ambito dell’arte e non solo di una subcultura.

Elisa Fusi
SACROMONTE

Anna Capolupo si laurea in pittura presso l’Accademia


delle Belle arti di Firenze.
La sua ricerca ruota attorno alla vita delle cose
quotidiane, debitamente organizzate nel solco della
tradizione pittorica della natura morta.
Le sue opere sono caratterizzate dalla presenza di una
piattaforma, su cui poggiano giochi d’infanzia, piante
e oggetti di uso comune; un piano di valore simbolico
che eleva, come in una scena teatrale, l’ordinario e il
prosaico a una dimensione straordinaria ed enigmatica.
L’atmosfera onirica è data dal colore, dal contorno degli
elementi votati al non finito confondendosi con la scena
circostante, è l’accostamento singolare di certi elementi
ritrovati più per gioco che per una loro ragione pratica.
I piani inquadrano ed espongono con naturalezza il mondo
interiore dell’artista, diviso tra sogno e realtà.
PINACOTECA

Luca Coser si è formato presso l’Accademia di Belle Arti


di Venezia, dove è stato allievo di Emilio Vedova, uno
degli esponenti più rappresentativi dell’Informale in
Italia. Successivamente ha conseguito il diploma presso
l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Oggi è artista,
intellettuale e docente presso l’Accademia di Belle
Arti a Milano e la Trentino Art Academy di Trento.
Lavora principalmente in campo pittorico introducendo e
sovrapponendo, talvolta, nella sua produzione il disegno,
il collage e l’installazione.
Partendo sempre da riferimenti personali realizza
sovrapposizioni, che si avvicinano all’astrazione,
tendendo a cancellare le figure dipinte e mostrandoci
questi segni come i veri protagonisti dei suoi quadri.
PINACOTECA

Valentina Biasetti laureata in Pittura presso l’Accademia


di Belle Arti di Bologna, dal 2002 intraprende
professionalmente l’attività artistica ed espositiva.
Il disegno è da sempre l’elemento cardine del suo lavoro.
Nelle opere, eseguite utilizzando come supporti la carta e
la tela, la matita traccia figure che sono rigorosamente in
rapporto con il bianco dei vuoti della superficie e con il
nero della grafite; poche sono le tracce di colore. Le sue
sono figure che si muovono nella solitudine dello spazio
relazionandosi con i segni della matita e con il gesto
creativo che è guidato da un istinto primordiale.
I soggetti risultano come sospesi nel tempo e nello
spazio, quasi fossero collocati in una dimensione altra,
e sono alla costante ricerca, attraverso il disegno, della
loro stessa esistenza.
PINACOTECA

Luca Freschi, laureato in Pittura presso l’Accademia di


Belle Arti di Bologna, ha orientato la sua ricerca e i
suoi interessi verso l’arte plastica. Per le sue opere
utilizza la tecnica del calco attraverso la quale crea
composizioni con l’uso, principalmente, della terracotta
ceramica. Questa tecnica gli consente di creare opere
dal forte impatto concettuale e metafisico in cui le
concrete forme dei soggetti e degli oggetti riprodotti
sono ben riconoscibili, anche se ricomposte attraverso la
ricongiunzione dei singoli frammenti. In questi lavori
riflette sulla fragilità dell’essere umano, sull’alterità
della figura umana e sulla memoria, personale e collettiva.
Le composizioni assumono una valenza vagamente romantica,
ammantata da una velata tristezza e da un’atmosfera
sospesa e di attesa.
PINACOTECA
Studio Nucleo è un collettivo di designer, artisti
e artigiani, con base a Torino, fondato nel 1997 da
Piergiorgio Robino.
La produzione di Studio Nucleo supera la distinzione
tradizionale tra arte, design, arredamento e architettura
proponendo un’intersezione tra le diverse pratiche e
un approccio sperimentale alla ricerca dei materiali.
La resina, distintiva della produzione del gruppo, ma
anche legno e metalli vengono lavorati con il supporto
di tecniche moderne. Alla base del loro lavoro c’è
l’interesse per la narrazione che si esprime nel tentativo
di colmare la distanza tra passato, presente e futuro.
I lavori di Studio Nucleo sono esposti in alcune
collezioni permanenti quali Stedelijk Museum di Amsterdam,
Triennale Design Museum di Milano e il Walker Art Center
di Minneapolis.
PINACOTECA

Edyta Hul si è diplomata in pittura presso l’Accademia


di Belle Arti di Danzica. La tradizione è la base su
cui innesta una costante sperimentazione di tecniche e
materiali. Le tele, sempre preparate a mano, vengono
destrutturate e ricomposte in forme irregolari che
ripropongono strutture organiche o geometriche prese in
prestito dall’architettura. Su queste la pittura di Hul
viene stesa a livelli sovrapposti di colori ad olio,
acrilici e smalti. I numerosi strati pittorici consentono
così all’artista di conferire profondità e densità ai suoi
lavori. Nelle tele sono fissati, attraverso immagini di
una natura trasfigurata dal reale, gli stati d’animo e le
emozioni provate dall’artista nel dipingere. Il fruitore,
osservando le sue opere si trova sospeso tra realtà e
illusione, tra un’immagine che sembra afferire alla sfera
del conosciuto e la dimensione immaginativa.
Abbiamo orientato l’evento intorno alla parola e locuzione
“Contatto / Con-tatto”, in modo da trovare una modalità per
leggere la manifestazione attraverso la ricerca di incontro
e confronto.

Trovare una relazione con la storia, con il pubblico con il


territorio ma anche con l’esterno.
Cercare un riavvicinamento alla dimensione dell’ascolto
in modo da poterci avvicinare alla lettura delle sottili
frequenze che legano il presente al passato, ma anche alle
trame che si stanno configurando nel momento stesso in cui
viviamo, che ci portano da una pandemia globale ad una crisi
umanitaria.

Con-tatto, anche inteso come delicatezza, attenzione,


empatia; saper guardare il luogo in cui andiamo ad operare
ed entrare in relazione con esso, costruire un dialogo
nuovo che porti a ragionamenti più ampi e visionari.

Contatto diventa una parola dispositivo per indagare sul


nostro tempo e rispondere a varie domande tra cui quale
funzione può avere oggi l’arte e in che modo essa può
generare delle connessioni.

Il Contatto è la costruzione di un’esperienza sensoriale


ed emotiva tra l’individuo e l’ambiente. L’ambiente inteso
come luogo e come persone che partecipano all’esperienza.

Il Contatto offre all’incontro un’energia che può generare


suggestioni e movimenti creativi.
Aurora Avvantaggiato nasce a Taranto nel 1994, diplomata
al liceo artistico “Lisippo” di Taranto, si laurea
successivamente nel 2019 in Scultura presso l’Accademia di
Belle Arti di Bari. Nel 2018 lavora a Bruxelles presso lo
studio di Hans Op de Beeck, artista visuale, vincitore del
premio Pino Pascali 2017. Scultrice ed artista visiva vive
e lavora tra Taranto e Grottaglie, dove è co-fondatrice di
Cave Contemporary, studio di coworking e ceramica artistica
contemporanea.
Tema centrale della sua ricerca è l’abbandono declinato
in spreco (di spazio, risorse ed economia), in decadenza
(culturale, intellettuale e della qualità della vita), in
nome di un progresso che distorce e disconosce il senso
autentico di concetti come bene comune, di progettazione e
utilizzo sostenibile delle risorse del nostro micro e macro
cosmo di riferimento.
Formazione
2019- Borsa di studio “Silvia Paolini”, per il miglior
laureato in Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Bari,
conferita dall’Associazione culturale Noi che l’ARTE, Bari.
2019- Diploma di secondo livello Arti Visive in SCULTURA,
nell’anno 2017/18 con il Massimo dei voti 110/110 e lode
presso L’ Accademia di Belle Arti di Bari.
2018- Tirocinio lavorativo Erasmus Plus European Project
nello studio dell’artista visivo Hans Op de Beeck, Bruxelles,
Belgio. 2015/16- Diploma di primo livello Arti Visive in
SCULTURA, con il Massimo dei voti 110/110 e lode
presso L’ Accademia di Belle Arti di Bari.
L’opera “Collisione” mostra una semplice pietra di muretto
a secco estratta dal proprio contesto che nella sua parte
terminale prende la forma di un mattone forato, simbolo
dell’edilizia moderna. il contatto e il contrasto tra
queste due forme , tra natura e artificio, fa riflettere sulle
due diverse pratiche costruttive che qui si confrontano:
da una parte l’antica arte del costruire per necessità e
dall’altra l’attività edilizia contemporanea che porta con
sé l’antropizzazione sfrenata del suolo.
Dunque l’opera sembra essere la sintesi di una collisione di
due scenari appartenenti a due momenti cronologici differenti
ma che generano una forma tanto paradossale quanto
realmente esistente.
Raffaele Vitto nato a Canosa di Puglia nel 1993, vive e
lavora a Trinitapoli. Si è diplomato all’Istituto Statale
d’Arte di Cerignola nel 2013. Ha conseguito il Diploma
Accademico di Secondo Livello in Scultura nel 2020 presso
l’Accademia di Belle Arti di Bari.
Il suo lavoro è caratterizzato dal recupero di elementi
agresti, appartenenti al proprio vissuto, in particolare
la terra, la stessa che
coltiva sin da piccolo con la sua famiglia. Questo gli
permette di rendere tangibili le sue riflessioni, rivolte
in primo luogo al bisogno di ritrovare quell’armonia
perduta con l’elemento naturale, sondandole dinamiche che
governano il rapporto uomo-natura/contadino-terra.

“2 kg di pane” è il titolo dell’opera che racconta un


consapevole utilizzo dei doni della natura e della sua
ricchezza la possibilità di generare un cambiamento nelle
sue forme osservandone il risultato in continuo mutamento.
Partendoda un elemento simbolico e concettuale quale la
terra, a cui si aggiunge acqua e erba di campo secca, si crea
un impastoche prende forma e nuovo significato nell’opera.
L’alimento che comunemente associamo alla quotidianità,
allo sfamare e alla famiglia, non vuole omaggiare solo
la fertilità della madre terra che ci accoglie sulla sua
superficie ma anche evidenziare il bisogno di Umanità, che
con la pandemia prima e con la guerra poi, sembra essere
ormai del tutto svanita. Quell’Umanità che è cultura, del
sapere e del saper fare, la stessa Umanità con la quale i
nostri nonni ci hanno cresciuti ed educato alla vita e che
(spero) bene è rappresentata da una semplice pagnotta di
terra, auspicandomi che possa far tornare alla nostra
memoria quel “con-tatto” con gli altri e col mondo intero.
Nasce a Finale Ligure (SV) nel 1973.
Vive e lavora a Finalborgo. Dopo essersi diplomata al
liceo artistico di Savona, prosegue negli anni
la sua formazione in diversi ambiti artistici: dalla
decorazione e restauro di facciate alla realizzazione di
elementi d’arredo, per approdare allo studio del macramè,
un’antichissima tecnica con profonde radici liguri,
applicandola nella creazione e realizzazione del gioiello
contemporaneo.
Dopo una decina di anni, le ultime sperimentazioni
si fanno più ardite e le creazioni si allontanano
dall’accessorio moda per abbracciare lo spazio e, sospese,
dialogare con esso.
Born in 1990, Istanbul/ Turkey
AFS Exchange Student, Italy, 2005-2006
Art Management, Istanbul Bilgi University, Turkey 2008-
2012
Studio Art, Vassar College NY, USA 2010-2011
MFA in Painting, Isik University, Turkey 2012-2016
Master Thesis: Reflections of Uncannines in Art
Living in Florence, Italy
Ho conseguito la Laurea in Valorizzazione culturale del
territorio e del paesaggio con lode nel 2015 con una tesi
in “Geografia Informatica” presso l’Università Statale di
Milano. Anche se di formazione umanistica, mi sono fin da
subito avvicinato al mondo della programmazione web. La
mia tesi di laurea sulla Geografia Informatica è stato il
primo passo nel mio percorso ibrido, fondere i saperi
umanistici con le scienze tecniche.
Delle opere che ricerco mi piace molto la classicità. Ciò
che cerco è il recupero dell’antico per
poterlo riscoprire e rendere accessibile attraverso
l’elaborazione digitale e la stampa 3D.
Luca Zurzolo, Ivrea (TO) 1986. Nel 2006 si diploma presso
l’Istituto di Istruzione Superiore “Felice Faccio” in Arte
design della ceramica di Castellamonte (TO).
Nello stesso anno si iscrive al corso di Decorazione
diretto da Francesco Preverino presso l’Accademia
Albertina delle Belle Arti di Torino.
Ha lavorato come scenografo per compagnie teatrali
internazionali e italiane come Biloura
Theater Collective, Teknè Teatro. Per la televisione
con Endemol. Parallelamente alla sua carriera, lavora
nel campo della formazione artistica e nella didattica
artistica per bambini in ambito scolastico e museale,
progetta e svolge corsi e workshop su tecniche presso la
sua scuola L’emisfero Destro e apprendimento artistico
per adulti e ragazzi progetta e svolge formazione per
insegnanti e altri professionisti.
Francesca Zanotto, torinese, classe 1989, si è diplomata
in grafica pubblicitaria e ha lavorato per circa tre anni
come rilegatrice e restauratrice di libri.
È un’ illustratrice freelance da più di sei anni e
opera sia nel settore privato che aziendale. Nel 2016 ha
vinto il Premio Sergio Fedriani di Genova,
nel 2019 ha progettato la veste dell’area pediatrica
dell’Ospedale Privato Koelliker di Torino ed è
autrice di tre albi illustrati (Groviglio 2017, L’orso
polare che aveva freddo 2018, Blue - l’ultima
balena 2020). Nel 2021 si è diplomata alla scuola di
illustrazione editoriale Ars in Fabula di Macerata.
Le illustrazioni di Francesca Zanotto sono sospese tra
realtà e sogno, dando vita a un surrealismo
emotivo. Lo stile è molto versatile, adatto sia
all’infanzia che a un pubblico adulto. Le immagine
poetiche e ironiche traggono ispirazione dal rapporto tra
uomo e natura. Le tecniche che utilizza Francesca sono
perlopiù tradizionali. La maggior parte della sua
produzione artistica è realizzata ad acquerello, gouache,
china e matite colorate. Negli ultimi mesi si sta
dedicando alla grafite con l’eventuale aggiunta di una
colorazione digitale, tecnica con la quale è realizzata
l’opera con cui ha partecipato a questo concorso.
Nata a Borgosesia nel 1960,residente a Quarona.
Ho cominciato a dedicarmi con passione alla pittura
astratta da cui è nata una collezione che ha determinato
il mio esordio con la mostra “MAP” tenuta a palazzo D’Adda
lo scorso aprile. Le mie opere sono tele realizzate
in acrilico con dettagli in pastello a cera;sono
caratterizzate da spazi schematici e razionali che
condividono immagini delude,organiche create con grafiche
dall’ immediatezza più istintiva,informale. Le palette di
colori sono sobrie a ricreare armonia tra rigore e
libertà espressiva.
MOTTA Piero è un Artista che costruisce ed esprime il
proprio passionale sentire e vedere attraverso umili e
semplici materiali che trasforma in sculture di notevole
plasticità.
Guardare le opere di Piero Motta è come entrare ogni volta
in una storia. Ci entri dentro, la osservi, le giri
attorno, la accarezzi e ti sembra di percepire le sue
mani e i suoi occhi che lavorano; prendi parte a un gioco
creativo istintivo e geniale, e ti domandi sempre come
riesca a farlo. Ti domandi come possa estrarre tanta
armonia da qualcosa che prima era stato scartato da
qualcuno che non sapeva che farsene.
Perché Piero raccoglie gli oggetti di un mondo per crearne
un altro, diverso e magico, fatto di tutte le storie che
gli girano in testa che ti catturano e ti lasciano
stupito.
La passione con la quale lavora la materia traspare dalle
espressioni corporee delle sue figure antropomorfe, alle
quali sa imprimere disperazione, drammaticità, conflitto
interiore ma anche ironia, leggerezza, umanità e amore.
Nata a Bellaire, Ohio, USA. Vive a Milano e lavora a
Milano e Lugano.
Clarice Zdanski si è laureata in pittura e incisione
all’Università del Nord Carolina, USA e ha
conseguito un Master in Storia dell’Arte all’Università di
Chicago.
Ha in seguito conseguito una laurea italiana in lingue
moderne (Belluno, Italia) e un diploma di musica al
conservatorio G. Cantelli (Novara, Italia),Zdanski lavora
attualmente come artista, storico dell’arte, insegnante di
discipline artistiche, scrittrice e traduttrice di testi
d’Arte. Le sue ricerche riguardano la storia dell’arte e
spaziano dal Rinascimento italiano all’Arte contemporanea
e alle moderne pratiche di educazione nel campo dell’Arte.
E’ particolarmente interessata alla didattica artistica
e il suo ruolo nella società. I suoi testi sono stati
pubblicati in giornali scolastici e siti web e le sue
opere si
trovano in collezioni private in Europa e negli Stati
Uniti.
Nata l’11 novembre del 1964 a Varallo Sesia. Si diploma al
liceo Artistico Casorati di Novara, dove ha frequentato
il corso per disegno di tessuti all’Istituto Marangoni
Milano. Nel 2018 espone dei lavori al circuito fuorisalone
di porta Venezia con l’architetto Marie Cristine
Volterrani. Nel 2019 partecipa alla mostra movimento di
Ferro e luci del Fai di Varallo Sesia, nello stesso anno
partecipa anche alla mostra Fai giovani di Villa Caccia a
Romagnano Sesia.
Lucio Greco è nato nel 1961 a Napoli, vive a Bologna da
circa 30 anni, ed ha alle spalle tantissime partecipazioni
a fiere d’arte e mostre sia nazionali che internazionali
con diverse opere presenti in diverse istituzioni.
Definisce sua pittura ad olio una sorta di “iperrealismo
fotografico”, in quanto le opere prodotte sembrano delle
foto in bianco/nero virate a seppia, non è altro che una
ricerca e studio del bello attraverso il corpo umano e il
vivere dell’oggi.
Le opere che ne scaturiscono passano attraverso il corpo
della donna, il cinema, la poesia, la religiosità e la
musica. Tra le principali esposizioni, ha partecipato alle
fiere d’arte di: Padova, Vicenza, Salisburgo, Bruxelles,
New York e tante altre; ed ha tenuto mostre d’arte a:
Barcellona, Sintra, Firenze, Vienna, Bologna,
Avignon, Lussemburgo, Berlino e tante altre.
Mi chiamo Clara, in arte Cloro, sono autrice illustratrice
e tatuatrice.
Ho studiato grafica all’Accademia di Belle arti di Brera e
design al Politecnico di Milano, con una breve parentesi
alla Michigan University.
Dal 2014 collaboro con diverse case editrici con le quali
ho alle spalle varie pubblicazioni.
Nel 2016 ho cominciato una nuova avventura nel mondo del
tatuaggio che mi ha permesso di portare il mio lavoro
anche all’estero.
Dal 2021 espongo alla KEY Gallery di Milano.

“Negli stessi fiumi entriamo e non entriamo, siamo e


non siamo” Una reazione chimica conduce le immagini al
loro farsi: volti antichi, parti di corpi -mani, occhi,
orecchie, bocche, nasi-, elementi naturali o quotidiani
convivono nel riquadro dell’opera e suggeriscono un
mormorio che si situa ai margini di disvelamento e
nascondimento. Solo il contatto fra le varie superfici
permette la comparsa e la visione di una narrazione, che
non vuole significare altro se non l’esperienza di un
assentarsi reso visibile e di un mostrarsi sottraendosi.
Traccia, rammemorazione, sous-venir di un gesto ripetuto
che dice l’irripetibile: il desiderio di vita
per una pluralità di solitudini condivise-umane e non-.
Raffaele Salvoldi, in arte WoodArc, dal 2011 lavora come
direttore della fotografia su produzioni
audiovisive cinematografiche, pubblicitarie e
documentaristiche; cura la fotografia di progetti di tipo
pubblicitario, per brand come Giorgio Armani, Lavazza,
Dazn, Universal Music Italia, PwC
Consulting. In ambito documentaristico cura la fotografia
di alcuni titoli come “Liberi e Fieri”,
“Fuoco Dentro” e “Teresa B” in onda su Discovery Channel
da novembre 2022. Nel 2015 è
sceneggiatore e direttore della fotografia della campagna
“Symphony for a Dreamer” distribuita da
Rai Cinema, la quale vince il prestigioso premio “Italia
Giovane”. Nel 2019 crea la sua prima
installazione artistica permanente: “La Stanza Magica”, a
Novara, presso Casa Bossi.
Parallelamente alla sua professione, inizia a realizzare
costruzioni con tavolette di Kapla, iniziando
così un percorso di ricerca delle forme e delle strutture
architettoniche. Nel 2022, in collaborazione
con l’azienda Kapla, nasce il progetto “WoodArc”
OPERE
Ogni installazione è lo scheletro di un sogno, che prende
forma nella mente dell’artista solo
durante la costruzione. Si tratta di opere estemporanee,
che vengono realizzate nel luogo di
esposizione e smantellate al termine della stessa. Il
materiale utilizzato sono migliaia di tavolette di
legno (Kapla) che posate una alla volta vanno a comporre
strutture imponenti, trasformando la
gravità da nemico a collante.
Laura Branca è nata a Milano nel 1963, vive e opera a
Mercallo, in provincia di Varese. Nel 1987 si diploma in
Scultura alla scuola di Alik Cavaliere presso l’Accademia
di Belle Arti a Milano, nel 1989 frequenta l’Accademia
Estiva di Salisburgo dove approfondisce la tecnica della
fusione in bronzo, nel 1990 frequenta il Corso Superiore
di Disegno alla Fondazione Ratti di Como sotto la guida
degli artisti Antonio Saura e Antonio Lopez.
Tra il 1986 e il 1988 ha collaborato con lo scultore Mario
da Corgeno e dal 1989 al 1994 con lo scultore Francesco
Somaini. Dal 1994 tiene corsi di disegno e scultura presso
vari comuni della provincia di Varese.

Presenta la scultura in terracotta e legno


da titolo FELIX FOEDERIS:
Per me il linguaggio della scultura è il contesto ideale
per esprimere l’incontro e il confronto tra materie ed
elementi diversi carichi di suggestione.
Il luogo eletto per raccontare un momento magico dove le
forme si scambiano “energie” diventando il simbolo di una
buona riuscita di aggregazione.
Esseri diversi e molteplici dialogano nello spazio.
In questo caso la radice erosa trovata nel bosco è
l’elemento casuale, intatto nella sua natura nodosa e
consunta, ospita nelle sue oscure cavità le forme chiare
ed estremamente levigate in terra. I petali ballerini si
insinuano in parte al suo interno e trovano la loro sede
migliore per librarsi nello spazio. E’ come una coreografia
dove i corpi si uniscono e si muovono creando un insieme
dinamico. Una struttura capace di superare la forza di
gravità e dove le energie vengono disposte a vantaggio
di una composizione che si “eleva” verso l’alto dando un
senso di armonia al gruppo. Non è un perfetto incastro di
forme ma un felice incontro tra esse.
Aprirsi a nuove prospettive comporta un certo grado di
rischio ma quando l’equilibrio è siffatto è un gran dono
perché è il risultato di contrappesi e giuste misure molto
ricercate ma non preventivate. Gli sforzi tesi a cercare
un binomio sostenibile han fatto si che la composizione
sia estremamente stabile quando si appoggia ad una base.
E forse, proprio grazie all’unione di queste due
componenti cosi tanto diverse che dai vari punti in
cui l’osservo questa scultura mi regala imprevedibili
suggestioni.
MYELIN ZONE è uno spazio per l’incontro e il confronto di
diversi linguaggi artistici e dei loro segni
di base. Lo studio anatomico diventa uno strumento creativo e
si trasforma in poesia somatica
attraverso movimento, immagini, suono e video.

IMPLIED LINES -videodanza sull’alterità.


Una riflessione sulla pluralità. Di presenze, di assenze,
di linguaggi, di realtà. Cosa racconta un corpo messo
in relazione? Come lo si può guardare? Come adattarsi e
collaborare con altri corpi anche se potrebbero sembrare
ostili, come riconoscerne l’identità, le potenzialità e i
limiti? Come un corpo può farsi accogliere? Come accoglie?
Come rendere più fluida la percezione del confine fra ciò che
sono io e ciò che non sono io?
Salire e scendere le scale, lentamente, camminando o
rotolando, adattarsi alla presenza di altri corpi durante
il cammino. Attraverso la ripetizione, l’adattamento e i
cambiamenti sottili degli stati fisici, l’azione coreografica,
non prevista a priori, rivela il ragionamento del corpo
assecondato dalla lentezza.
Il lavoro racconta della relazione/trasformazione dei corpi
prima dell’incontro, dei corpi nell’incontro. Identità e
alterità si rinviano l’una all’altra mentre nasce un nuovo
corpo, frutto dell’adattamento.

concetto: Francesca Pedullà e Sabrina Marzagalli


riprese video e montaggio: David Valolao
musiche originali: XU Circle-Alessandro Bartolena
performers:
Daniel De Luca, Konstandinos Katsamakis, Sara Parisi, Francesca
Pedullà
oggetti in scena: Ad Hoc legno e disegno
disegno: Sabrina Marzagalli
fotografia: Beatrice Testa e Federica Guglieri
Un progetto in collaborazione con LuzzatiLab -Teatro della Tosse,
Genova.
Siu Jat Ding (nome originale Ying Xiao ) è nata nel 1992
a Canton, Cina. Si è diplomata all’Accademia di Belle
Arti di Sichuan (Cina) in facoltà di cinema e televisione
nel 2014. Ha partecipato alle produzioni animazioni
nell’accademia.
Dopo ha lavorato come una grafica. Nel 2016 è venuta in
Italia e ha iniziato Biennio in pittura all’Accademia di
Belle Arti di Carrara. Successivamente si è laureata nel
2020. Ora vive e lavora a Firenze.
“Le forme morbide e ondulate di Peroni , nascono
primordialmente dal rapporto con la materia e credo per
un’ammirazione per la sinuosità femminile.
Fonde poi il tutto con 3 elementi basilari come Forza ,
spazio e silenzio, creando una combinazione di energie che
differiscono per densità e vibrazione.
Queste sono sculture che devono solo essere apprezzate
per la linea e fanno emozionare solo guardandole , forse
anche perché portano alla memoria una manualità quasi
calligrafica.
Non a caso la mostra si chiama “ Silenzio”: c’é un dialogo
muto tra lo spettatore e le sculture.
Questo silenzio si riempie in una una forma dinamica,
leggera, armoniosa che fa apprezzare con le sensazioni e
non con il cervello, è un rapporto sensuale.
C’è un lato legato al cuore, non alla testa. Il rapporto
della scultura con lo spazio colpisce l’inconscio, si
sente l’energia; è proprio il rapporto dell’uomo con il
suo subconscio che guida anche lo stato d’animo, senza che
ce ne rendiamo conto.
Veronica Armani
Celio Bordin, artista italiano affermato con un viaggio
artistico globale, attualmente vive e lavora a Los
Angeles,California. La sua opera utilizza un processo unico
realizzato con penna stilografica, pennello, pittura
acrilica/tempera e foglia oro, argento, rame su tela. Le
immagini sono prodotte da un intricato intreccio di
migliaia di linee di penne stilografiche.

In uno stato catartico, Bordin si connette con l'energia


dell'ambiente circostante (persone, oggetti, luoghi) e i
risultati sono pezzi che immergono lo spettatore in
un'esperienza visivamente fuori equilibrio ma emotivamente
vivida che stimola la curiosità e invita a un'ulteriore
esplorazione dei dettagli che emergono dal caos. Il suo
lavoro include i temi umani della coscienza, della memoria
e delle emozioni e offre un'analisi profonda della natura
umana.

Le opere di Celio sono state viste alla Biennale di


Venezia in Italia, Spagna, Giappone, Thailandia e Stati
Uniti.
Fabio Tosi appartiene a quella categoria di anime
artistiche dannate da un eterno desiderio di scoprire,
elaborare ed esprimere nei suoi lavori il proprio sapere
e vissuto... un vissuto spezzato due anni fa in sella alla
sua moto. Ne segue un periodo di coma e il risveglio in
una nuova realtà.
[...]Se dovessimo analizzare una cronologia sulla vita di
Tosi, rischieremmo di mancare un moltitudine di sfumature
che ritroviamo ora impresse su tela, tecnica da lui scelta
per non fermarsi e poter continuare ad esprimere il suo
vissuto, ora più che mai, legato a quel viaggio che lo ha
portato a vivere per causa di forza maggiore un distacco
apparente dalla vita terrena, le sue forme, le sue luci
e i colori.Prendono vita in un collezione denominata
STARGATE quasi a voler invitare chi si trova davanti ad
una sua opera ad aprire quella porta che tanto gli ha
cambiato la vita in un viaggio che tutt’ora lo coinvolge
nel desiderio di condividere con le persone che possono
comprendere la destinazione...sfere come bolle, come
dischi, come mondi si librano in una danza sempre nuova,
sempre diversa. Spazi senza tempo ma con forti identità
di una consapevolezza che il viaggio che ha compiuto nel
coma non può essere descritto da tutti e che lui non vuole
cancellare come ricordo ma riviverlo e condividerlo nella
sua unicità.
Florine Offergelt nasce a Utrecht in Olanda.
Vive e lavora a Novara; dal 2005 presenta I suoi lavori in
esposizioni collettive e personali in Italia e all’estero
ottenendo un crescente successo di critica e pubblico. Nel
2016 inizia una collaborazione con la Galerie Signatures
a Cannes, Francia, dove espone in modo permanente i suoi
lavori. Nelle sue opere si ritrova spesso la passione per
il suo paese d’origine e per il mondo dello spettacolo, in
una commistione rappresentativa allegorica
e surreale.
Giuseppe Regaldi (rouge) nato a Varallo il 13 marzo 1966.
Diplomato perito tecnico commerciale. Lavora attualmente
come collaboratore scolastico. Ha lavorato come operaio
concistoro, agente assicurativo, aiuto cuoco e operaio
tessile. Ha frequentato la scuola barolo e i corsi di arti
figurative dell’ associazione Artus. Ha esposto a inizio
2000 in mostre collettive locali. Una personale nel 2001
presso Osteria del Libro a Varallo. Le opere sono pastelli
secchi su cartoncino.
Diana Magri è danzatrice, psicologa, arteterapeuta.
Unisce questa pluralità in una ricerca sulla radice
del movimento ed il suo farsi gesto in relazione ai
processi immaginativi e espressivi, per lo sviluppo
dell’esperienza estetica in diversi ambiti. Il suo lavoro
artistico, formativo e clinico parte dalla formazione
in danza contemporanea in Italia e in Francia, dello
studio dell’approccio psicofisiologico integrato presso
la cattedra di psicofisiologia, La Sapienza, Roma e dalla
pratica di discipline corporee, quali taijiquan e yoga.
Approfondisce la relazione fra coscienza e inconscio
secondo una lente junghiana nella formazione con
l’Associazione Italiana di Sandplay Therapy.
Le opere proposte fanno parte della ricerca pedagogica
Tangibile, un lavoro sul dialogo fra danza e creta, gesto
e materia. Il lavoro diventa Limen, una performance site
specific che viene attuata in versione di solo, di duo
o corale. Prevede dove possibile il coinvolgimento del
pubblico nel contatto con la materia.
Video performance
Le città di tutto il mondo da sempre vivono e hanno vissuto
del rumore di vita che il popolo che le
occupa, col suo movimento quotidiano, crea e causa senza
accorgersene ogni giorno.
Quando il movimento in una città si ferma, la vita stessa
di quella città si arresta. La paura o la possibilità di
morte mette al muro la vita. E tutto appare come un cumulo
di rovine e macerie condensate tra loro, come memorie di
quel terremoto del 1968, che sgretolò e desertificò il
Belice. Un terremoto lascia silenzio, e dal silenzio occorre
ricominciare con tatto. Dai silenzi sempre ricominciamo, a
piccoli passi, come una tela cucita a piccolo punto. E ciò
da cui proveniamo, e che ci siamo da poco in parte lasciati
indietro, è un silenzio assordante - simile a quello di
un devastante terremoto - che ha sfollato per giorni, in
ogni più piccolo e lontano punto della Terra, le strade,
le autostrade, le case, le cose, le terrazze, i palazzi,
i cortili dei quartieri, i cantieri, i mercati, i musei,
i teatri, i cinema, i municipi, gli uffici di pubblica
amministrazione, le scuole, le accademie, le palestre, le
banche, gli uffici postali, le biblioteche e persino le
chiese. Il mondo intero, nei giorni di lockdown, ha smesso
di muoversi: abbiamo persino temuto che la Terra stessa
avesse smesso di girare. Guardavamo tutti là fuori: eppure
non passava nessuno. Le strade principali di qualsiasi grande
città o piccola provincia si somigliavano tutte nella loro
dispersiva immobilità. Anche noi ci somigliavamo tutti, nel
silenzio della nostra solitudine. Nessuno si muoveva: nulla
si muoveva. Abbiamo dunque compreso che la vita stessa, con
la quale contribuiamo all’anima del mondo, è il movimento che
creiamo: ciò che tiene in vita la vita è movimento stesso
di qualunque creatura. Scegliamo di muoverci nella libertà
dei nostri spazi. Se nessuna creatura si muove, il mondo
stesso non ha più ragioni di contatto, né di alternare la
notte al giorno: turno perfettamente equo che distribuisce la
luce per vedere tutto perfettamente, “Silenzi Assordanti”,
una coreografia etico-narrativa illuminata ed Illuminista di
Marcello Carini, con i suoi danzatori – Gianluca Mascia,
Alessia Marino, Marta Lo Nigro, Vitalba Zerilli - e con la
regia video di Anthony Chirco, che
dipinge e cuce i dettagli con un tocco Vedutista - racconta,
tra le molte verità, anche questa: siamo
movimento nel silenzio del mondo. Siamo nati per restare in
contatto, poiché dal contatto umano si
protrae movimento e il movimento rinnova il contatto umano.
Nata a Chivasso, provincia di Torino, nel 1998
Diplomata al liceo artistico di Caluso nel 2017.
Dopo aver frequentato un anno di Accademia di Belle Arti
di Torino si forma da autodidatta riprendendo la tecnica
pittorica, per poi dedicarsi alla scultura usando come
materiale principale l’argilla, sia cotta che cruda ed
altri materiali naturali quali rocce,sabbia, ecc...
L’opera qui presentata sarà formata da due unità, la prima
parte sarà una caverna cava in terracotta ricoperta di
terre varie, dentro la quale verranno installati vari
piccoli specchi e una torcia per permettere al fascio di
luce di uscire dalla ‘bocca’ della caverna. Questo fascio
di luce incontrerà poi un ulteriore specchio installato
sopra ad una figura, anch’essa di terracotta, umanoide che
rappresenterà la seconda parte della scultura.
La ‘caverna’ misurerà all’incirca 50cm di altezza, mentre
la figura umana avrà una lunghezza di circa un metro o
poco meno. La composizione avrà per titolo ‘La Caverna
Lucente’ Il tema principale che l’opera vuole trattare
è la ricerca della ‘Luce’ intesa come Conoscenza di noi
stessi attraverso la natura e il mondo, ma anche ricerca
di quella luce spirituale e religiosa che l’essere umano
ha sempre rincorso dall’inizio della sua storia.
Il contatto con la luce che proviene da un luogo definito
oscuro e spaventoso come una caverna ci ricorda che anche
l’umanità deriva dal caos del cosmo.
Con riferimento al mito della Caverna di Platone, l’opera
vuole indicare come, solo abbracciando quella ‘luce’
proveniente dai luoghi più bui della sua interiorità,
l’uomo sarà in grado forse di poter utilizzare e
diffondere quella luce-conoscenza.
Cesar Augusto Soto nasce a Posadas in Argentina nel 1978.
A 11 anni si trasferisce in Italia dove comincia ad
appassionarsi alla fotografia.
Allarga poi lo sguardo su altre arti visive come illustrazione
e elaborazione digitale delle immagini frequentando corsi
specifici dedicati al fotogiornalismo.
Dedito anche a lavori di grafica, la sua cifra, personale e
immediatamente riconoscibile, mantenendo in tutte le sue
espressioni un tratto originale è fortemente comunicativo.
Ossessionato dal bianco nero, dai teschi e dalle sigarette.
Vive e lavora a Varallo: ha frequentato il liceo artistico
e successivamente la Scuola d’Arte a Novara.
E’ restauratore e svolge la sua attività nel laboratorio
del padre: egli ama definirsi artigiano, ma un
artigiano poliedrico, infatti spazia dal disegno alla
pittura, dalla musica alla scultura su pietra ollare
e marmo. Materia che oltre a guardarla bisogna anche
toccarla per percepire tutto il suo fascino.
Ma è stata la pietra che lo ha avvicinato alla scultura,
quella pietra che il padre gli ha messo tra le
mani quando era bambino per tenerlo occupato.
Roberto Albertalli nasce a Novara il 9 Febbraio 1963.
Grazie al padre pittore impressionista, illusionista
e fantasista cresce in un ambiente pieno di stimoli e
influssi creativi. Frequentail liceo artistico e corsi di
musica, e dedica tutto se stesso alla danza, diventando
ballerino e coreografo di successo.
Concluso questo ciclo di grande energia fisica, entra nel
mondo del suono come musicista underground e creative
sound. Artista multidisciplinare, consapevole di divulgare
il messaggio dei cromogrammi, mediante la sua nuova
corrente di pensiero, lanciail proiezionismo.
Appassionata da sempre alla pittura e alla tecnica del
disegno, si Diploma presso il Liceo Artistico di valenza,
prende la prima laurea triennale in Pittura all’Accademia
di Belle Arti di Milano (Brera) e laurea magistrale
all’Accademia di Belle Arti di Cuneo con indirizzo Pittura
con specializzazione in fumetto e illustrazione.
Ha lavorato per un breve periodo presso “A+A Design
Studio” come disegnatrice a Milano. Dopo alcune mostre
personali e lavori su commissione ha collaborato con
il Liceo Artistico di Valenza per il progetto “Scuola
Digitale” e ha vinto il premio “Carrà” per la 10^
estemporanea di pittura “La strada di casa”.
Collabora con enti privati per flyer, grafiche web e
biglietti da visita. Importante è far emerge l’empatia che
caratterizza i lavori dove l’essere umano è una macchina
spettacolare e il poter comunicare attraverso esso e alla
natura è il punto fondamentale.
Le opere con le quali voglio partecipare parlano di
contatto ed empatia che entrano dentro le menti dello
spettatore attraverso l’occhio del sentimento.
Non tutti provano le stesse emozioni ma tutti si
identificano in qualcosa, questo è quello che vorrei
trasmettere attraverso ciò che io (e non solo io)
necessito di provare. “Innamorata”, “Meteoropatica”
e successivamente “Ansiosa” voglio portare questo al
pubblico, non il sentimento ma colei/colui che necessita
di provare questo sentimento.
Katjuscia Fantini è nato a Pesaro (PU) il 27.09.1978
appassionata di colore e immagine fin da piccola
nel 1992 si iscrive all’stituto Statale d’Arte di Urbino
dove acquisisce conoscenza e pratica di diverse discipline
artistiche: video arte, fotografia, storia e tecnica del
cinema, legatoria e restauro del libro, incisione.
nel 1997 consegue la Maturità d’Arte Applicata in Cinema
d’Animazione e nel 2000 si diploma in Sceneggiatura
Cinematografica presso il Centro Sperimentale di Roma
Vanna Barboni trascorre la sua infanzia tra madre, zie e
nonne che cuciono e ricamano; sfoglia in continuazione
le riviste di taglio e cucito di sua madre e spesso
la aiuta con forbici, ago e filo. I suoi studi sono in
campo tecnico-scientifico, ma la passione per l’arte
e la necessità creativa hanno trovato spazio durante
la pandemia. Ora non può più fare a meno di tagliare,
dividere e ricomporre, di sperimentare l’euforia di
trovarsi davanti a infinite possibilità, per poi lasciare
che il caso, l’intuito o una scelta precisa conducano a
costruire una storia o a indagare emozioni o turbamenti
dell’animo. Attinge spesso a riviste vintage,
di giardinaggio, di taglio e cucito; a paesaggi geografici,
a raffigurazioni tecniche e scientifiche e a macchie di
colore derivate da scarti di carta.
Ruben Bertoldo inizia a lavorare il metallo all’età di 16
anni e da allora non ha più smesso.
Nel 2005 apre il suo laboratorio a Gattinara e diventa
maestro artigiano della forgiatura dei metalli con
riconoscimento dell’Eccellenza artigiana della Regione
Piemonte. La sua visione sull’uso del metallo non si
ferma alla funzionalità. Dal disegno passa alla creazione
prediligendo tra i metalli il ferro corten, l’alluminio e
l’acciaio inox. Il contrasto cromatico e sensoriale tra
la ruggine del corten e la brillantezza di alluminio e
acciaio diventa la sua firma.
Dal 2016 la collaborazione con il comune di Gattinara
segna il suo debutto nell’attività di arredo urbano
creativo e di installazioni. La prima opera è Iron
Grape, un grande grappolo d’uva con tralcio di vite
posto all’ingresso del paese. Ce ne saranno molte altre,
progettate e realizzate per paesi più e meno limitrofi ed
anche per mostre ed eventi pubblici e privati.
Espressione della sua interpretazione di tematiche
culturali legate al territorio, le sue opere coinvolgono
chi le osserva grazie ai riferimenti al reale.
I soggetti sono resi attraverso trame metalliche, composta
da un gioco di vuoti e pieni, alternate a elementi in
netto contrasto.
Nato nel 1954 a Varallo dove vive e lavora. Autodidatta,
manifesta da sempre una particolare passione verso il
mondo dell’arte supportato in questo dalla profonda
amicizia con il noto pittore varallese Lino Tosi che,
almeno in un primo momento, ne influenza particolarmente
lo stile. Solo negli ultimi anni ha partecipato a mostre
collettive locali e nazionali. Una sua opera è stata
pubblicata e recensita sulla rivista “Nuova Arte”,
Editoriale Giorgio Mondadori. Il mondo interiore che sta
dietro a un’opera è un concentrato di stati d’animo,
rimandi, sensazioni spesso difficili da esprimere a parole.
Per questo motivo voglio riportare un breve testo critico
pubblicato sulla rivista “Nuova Arte, Editoriale Giorgio
Mondadori” che ha saputo cogliere sinteticamente e
perfettamente il fulcro del mio lavoro. “Ferruccio Lazzeri
è l’onda. Un’onda anomala che colpisce lo spettatore con
luci e colori estremi.
È il momento in cui si congiunge l’astratto con il
figurativo, la composizione con la scomposizione, la
complessità con la semplicità ed ogni curva è una figura
nascosta che sfida chi guarda. La sua ricerca stilistica
interessa di per sé, poiché ci si ferma per scoprire
… scoprire un mondo perduto che palpita dietro la sua
pittura, la sua vita. I personaggi probabilmente veri
cavalcano le dune prendendo e perdendo forma e non c’è
spazio libero da visioni. Questa ricchezza illustrativa
avvalora le capacità dell’artista, mai fermo, sempre
rigogliosamente in movimento.”
Sono nato a Milano nel 1987. Ho iniziato a dipingere da
autodidatta nel 2011 e l’anno successivo ho frequentato
un corso di pittura alla scuola d’arte del Castello
Sforzesco. Nel 2019 mi laureo in storia e critica
dell’arte presso l’Università Statale di Milano.
Ho partecipato alle edizioni 2020 e 2021 del Borderline
Arte Festival a Varallo. Nel maggio 2022 ho tenuto una
piccola mostra personale presso il negozio di cornici
Milonga a Milano e mi sono insediato nel mio primo studio,
in zona Navigli. Lo studio storico e la pratica pittorica
si influenzano vicendevolmente nel mio percorso artistico.
Nato nel Salento nel 1951, Cresce a Milano dove frequenta
Liceo Artistico e Accademia di Belle Arti di Brera.
Decide presto di allontanarsi dalla realtà urbana per
recuperare il rapporto con la natura e con le sue radici,
trasferendosi prima nei pressi di Cortona in Toscana, poi
in Valsesia in Piemonte, dove tuttora vive con la sua
famiglia.
Da oltre trent’anni si dedica a tempo pieno alla scultura
del legno, di pietre arenarie e alla pittura, continuando
una ricerca interiore che riguarda l’uomo, la sua vita, il
suo rapporto con la natura.
Il risultato del suo lavoro è una sorprendente varietà di
forme libere, dal figurativo all’astratto, riconoscibili e
immediate sperimentazioni di volumi, superfici e luci.
Con suo figlio Tommaso fonda nel 2019 Borderline Art
Studio, e a inizi 2020, grazie a un collettivo di
sostenitori, nasce l’Associazione Culturale Borderline,
per promuovere iniziative di Arte Contemporanea.
Tommaso Verdesca (borderline studio) è nato a Cortona in
Toscana nel 1983.
Cresce coinvolto dalla creatività di suo padre scultore del
legno e pittore.
Frequenta prima il Liceo Artistico e successivamente il corso
di Laurea in Design e il corso di Laurea in Architettura
presso il Politecnico di Milano.
Nei primi anni 2000, ha iniziato a sviluppare una personale
forma espressiva attraverso l’intaglio di pannelli.
Presto ha ridefinito la sua opera come “poetica del vuoto”
in cui il legame tra opera ed esecuzione sono strettamente
connessi.
Questo processo è il risultato di una distruzione materica
ottenuta attraverso la sottrazione, in cui luci ed ombre
giocano un ruolo fondamentale portando a modificare la
plasticità dell’opera che diventa un continuum con lo spazio
architettonico circostante.
Con suo padre Daniele fonda nel 2019 Borderline Art Studio,
e a inizi 2020, grazie a un collettivo di sostenitori, nasce
l’Associazione Culturale Borderline, per promuovere
iniziative di arte contemporanea.
Mi chiamo Daniele Baire e sono un informatico con la
passione per la fotografia. Spazio dalla fotografia
d’architettura per poi passare alla ritrattistica ed alla
paesaggistica.
Questo progetto da me proposto unisce la ritrattistica con
la paesaggistica fondendo i due temi per portare, anzi
riportare, l’essere umano alle sue dimensioni reali.
Quindi non più padrone ma passeggero di questo mondo in
stretto contatto con quello che la natura ha da offrirgli.
Lo stile impostato rende ancora di più la visione fiabesca
e romantica di questa unione, dando il tempo ai vari
protagonisti delle foto, di respirare e assaporare il
tempo che scorre ineluttabilmente per tutti. Sia che sia
un essere umano o una vallata, questi verranno scolpiti e
modellati per riportarli tutti in uno stadio di unione
totale.
Gian Mario Ledda, nasce a Chivasso nel 1963, vive e lavora
in Valsesia.
Autodidatta, utilizza principalmente le tecniche
analogiche e la stampa in Bianco e Nero.
I suoi reportage e i suoi progetti a lungo termine
perseguono una costante ricerca di
documentazione degli aspetti sia sociali che culturali
della società contemporanea.
My name is Davis Sliecans. I come from a small village in
north-western Latvia. I work as a classical musician in
Norway and Germany, have travelled and performed all over
the world. I play viola and my biggest joy is to perform
historical and ancient music. I have been very happy to
be playing in many ensembles, orchestras and chamber
orchestras in Germany, Sweden, Norway, Latvia and Spain

As a photographer I have been very lucky to have an


opportunity to take pictures of exciting musicians
and upcoming artists, and also have had ton of fun
experimenting with photography myself. As a kid I was
lucky to peek into a darkroom of a local museum where
my grandma was working and I remember being very
interested about the whole process of taking pictures.
Fast-forward to present times: I have been taking
pictures for 5 years now and I do it only when I really
want to experience the world and surroundings through
the camera lens. Just like a child seeing the snow for the
first time, I try to be surprised by the places I photograph.
Matteo Cenere nasce a Borgosesia nel 1987,
da sempre appassionato di Fotografia, considera quest’arte
come il suo metodo di espressione e comunicazione
artistica, prediligendo il bianco e nero come stile e
tecnica.

Dedito alla Street Photography che svolge un ruolo


fondamentale nelle sue immagini, immortala attimi di vita
quotidiana che generalmente passano inosservati.

L’originalita’ dei suoi progetti lo porta ad esporre in


occasione di eventi dedicati alle arti visive tra cui
Borderline Artefestival edizione 2020, inoltre nel 2021
espone nella prestigiosa cornice del patrimonio UNESCO del
Sacro Monte di Varallo.
Giulia De Faveri nasce a Gattinara nel 1994,
inizia ad approcciarsi al mondo della fotografia durante
l’adolescenza con una piccola compatta del padre.

Dopo la laurea all’Accademia di Brera riscopre grazie ad


una Kodak Fun Saver il piacere dell’analogico.

Entra a far parte della Società Varallese di Fotografia


Analogica nel 2021.
Nato e cresciuto in Valsesia dove nutre una forte passione
per la fotografia naturalistica.
Da autodidatta inizia a scattare in analogico negli anni
’70.

Dedica anni di studio e ore in camera oscura trovando


nella macrofotografia la migliore
espressione della sua creatività.
Il ghiaccio, con forme astratte e giochi di luce , è la
sua fonte d’ispirazione prediletta.

E’ stato socio fondatore del Circolo fotografico Obiettivo


Valsesia e annovera diversi riconoscimenti in concorsi di
carattere nazionale.
Pier Perincioli nasce a Ivrea nel 1979, inizia il suo
percorso fotografico all’età di 17 anni come allievo di
un fotografo originario della Valsesia, nella cui bottega
impara l’arte della fotografia e della camera oscura.
Si avvicina successivamente ad una visione del mondo
incentrata prevalentemente sulla fotografia di strada,
prediligendo un linguaggio fotografico narrativo che
unisce agli scorci di vita quotidiana scorci di
architettura urbana. Per soddisfare il suo animo
nostalgico ancora oggi scatta, sviluppa e stampa le
proprie immagini in analogico. Appassionato della cultura
est-europea si dedica a partire dal 2013 al progetto
“Советстальгия”(Sovetstalghija) che lo porta a viaggiare
nell’autoproclamata Repubblica di Pridnestrovie meglio
conosciuta come Transnistria, una lingua di terra tra la
Repubblica di Moldova e l’Ucraina.
Da questi viaggi ha origine una serie di immagini che
ripercorrono la nostalgica vita di ogni giorno nella
“Repubblica’, paragonabile all’ostalgie che ci fu in
Germania Est dopo la riunificazione.
In netto contrasto con la fotografia analogica espone sui
marketplaces internazionali utilizzando la tecnologia
NFT (non-fungible token), dove a seguito della vendita
di un token invia al collezionista l’opera stampata con
la tecnica della fotografia chimica, superando cosí il
confine tra fotografia digitale e analogica. Da sempre
attratto dalla sperimentazione tecnica, dal 2018 si dedica
all’ambrotipia.
Nato a Grignasco in provincia di Novara fra le colline
che vanno verso la pianura ha studiato cinque anni presso
la Scuola Barolo sotto la guida di Arturo Farinoni e
Lino Tosi. Qualche anno più tardi ha frequentato per due
anni lo studio dello scultore Peppino Sacchi ad Auzate
(Gozzano) nel Novarese. Nel 2005 nelle sale di palazzo
d’Anna, con un’ampia antologica, ha cercato un primo
bilancio del suo percorso artistico in cui prevalgono
tematiche come le mani, le figure femminili in lunghe,gli
acrobati, nuotatori, sportivi e infine i musicisti. I suoi
personaggi femminili sono di norma avvolti in tuniche
o lunghe vesti, elegantemente essenzializzate sino ad
abolire le braccia a favore di una estrema stilizzazione,
cifra che contraddistingue questo artista. Stirate
talvolta in verticale ricordano atmosfere gotiche. Ricca
la serie di giocolieri, acrobati, nuotatori, atleti,
sbozzati mantenendo volutamente angolosità dinamiche
(alcuni sembrano studiato nella galleria del vento), gesti
atletici studiati a lungo e fermati plasticamente.
Damiani si rivela uno scultore all’insegna del
virtuosismo. Nelle sue sculture estremamente
essenzializzate c’è anche una musicalità che domina nelle
opere degli ultimi anni che va a comporre un universo
sonoro di notevole suggestione in cuim scultura e musica
si identificano.
Angelica Porrari was born in Italy in 1985. She works
predominantly in the medium of Video, but she exposes also
photos and still frames from her videos.
Graduated in painting at Art Academy in Bologna in 2009.
She has had many group exibitions in Italy. She exposed
also abroad.
Her works are in the privates collections and in the
institutional collections as the Contemporary Photography
Foundation and as the Galleria Civica in Modena.
Angelica lives and works in Bologna.
Ludmilla Radchenko nasce l’11 novembre 1978 a Omsk in
Siberia, dove si diploma in Fashion Design nel 1999.
Nel 2009, dopo un corso alla New York Film Academy
negli USA, Ludmilla decide di dedicarsi totalmente alla
sua più grande passione: la pittura. L’arte urlata di
Ludmilla si nutre di vita reale, composizioni ricche di
messaggi visivi, collage di vita quotidiana con pennellate
d’ironia. Da dicembre 2010 è nelle librerie Feltrinelli il
suo primo catalogo: “POWER POP” edito da Skira.
Su commissione realizza opere per personaggi come il
campione di moto GP Jorge Lorenzo, il campione di F1
Sebastian Vettel, il cantante Jamiroquai. La creatività
di Ludmilla non si limita alla tela, ma varca ambiti
come moda e design, con personalizzazione degli spazi e
degli arredi, da qui nascono collaborazioni con diversi
brands diventando le “capsule collectios” firmate Ludmilla
Radchenko. Dal 2012 nasce una linea di foulards con stampe
d’arte su materiali pregiati. Questo progetto “FullART”
Made in Italy, riscuote successo a livello mondiale
diventando un brand “Siberian soup” FullART by Ludmilla
Radchenko registrato a livello mondiale.
Scultrice autodidatta, ha frequentato la Scuola Barolo di
Varallo e il Liceo Artistico di Romagnano dove apprende le
prime tecniche di modellato.
Nel suo studio in Quarona Sesia, dove vive e lavora,
sperimenta diversi materialidall’argilla al gesso, dal
cemento alla plastica.
Ma è durante i corsi di scultura a Carrara che scopre e si
innamora del marmo.
Il marmo diventa il materiale principale dei suoi lavori
perchè in esso ritrova le caratteristiche di forza e, allo
stesso tempo, di dolcezza che permeano le sue opere.

Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive,


tra le quali: Palazzo d’Adda e Sacro Monte di Varallo,
Spazio E di Ghemme, Villa Giulia di Verbania, La Riseria di
Novara, Storica Libreria Bocca di Milano, Castello di Casale
Monferrato.
Appasionato di scultura, nel corso degli anni ha subito il
fascino del legno come materia viva e in continua
trasformazione. E’ autodidatta e le sue opere nascono
dall’estro e dall’ispirazione del momento; sono figure non
perfette nelle forme anatomiche ma sono create per esprimere
molteplici sentimenti: affetto, amore, tristezza, ironia e
aggressività.
Egli dedica particolare attenzione alla figura e allo
studio degli animali creando inconsuete e coinvolgenti
installazioni.
La convergenza di tecniche, espressioni, architetture,
narrazioni balza evidente all’arrivo in questo complesso
prezioso che è Varallo Sesia.
Il Sacro Monte non esaurisce mai la spinta verso una gamma
di prospettive variegatissime che portano la mente e le
nostre percezioni sensoriali ad un’apertura al possibile
più che mai contemporanea e vitale.
Sotto questa luce i quattro artisti proposti per questa
collettiva riportano dettagli specchio, nicchie di
riflessione, spioncini e punti di vista che isolano
una possibile visione scoperchiando un nuovo universo
espressivo.

Lorenzo Guzzini, artista e architetto, mette in mostra


le sue sculture, dimore minime abitate dalla luce. Sono
piccoli luoghi del silenzio che variano con il tempo, la
pioggia, il sole. Nella sua poetica abitare un luogo è
un’esperienza estroflessa che ha a che fare con l’interno
e l’esterno degli oggetti e dei muri. Non siamo mai
completamente all’interno di un luogo e, più importante
della nostra presenza in un contesto, è il contesto stesso
che palesa il suo passaggio nel nostro intimo. Questa
visione meditativa e profonda è evidente nel pensiero
dell’impianto urbanistico delle cappelle al Sacro Monte.
Federica Terracina lavora col tessuto, con la performing
art, con il disegno e la pittura. E’proprio la pittura
che ci svela in questa sede. Una tecnica mista che si
confronta con le linee e col colore. Federica organizza
gli spazi in modo naturale e corporeo tracciando una sorta
di geografia anatomica legata alla danza, allo spazio del
palco, allo spazio del movimento. Lavora nelle quattro
direzioni ma utilizza anche la profondita con patchwork,
applicazioni e nuovi fogli che riportano alla
tridimensionalità e al corpo appunto. Un altro dettaglio
che ricorda il Sacro Monte nel suo passaggio a tratti
fluido e primitivo tra l’affresco e la scultura dove
aggetto e movimento sono i fulcri di un’espressione più
che mai verista e comunicativa.
Paolo Migliazza è uno scultore dalla profondità plastica
e narrativa. Le sue figure hanno un impatto espressivo che
oscilla tra l’arcano ed il contemporaneo. Occupano lo
spazio scenico in un’azione interrotta che prende come
punto di partenza la solidità tattile di un materiale
maneggiato, rimaneggiato, al contempo selvaggio e come
punto d’arrivo la potentissima soglia dell’incompleto.
Un percorso scultoreo figurativo che si proietta nel
contemporaneo proprio per la sua capacità di raccontare.
Un figurativo estremo che ritroviamo palese ed esplicito in
Gaudenzio Ferrari.

Andrea Bennardo è un artista, un collezionista, un


accumulatore, un poeta dell’oggetto transitorio. La sua
opera in imprevedibile perchè soffre di una trasversalità
compulsiva.

Negli ultimi 8 anni ha costruito la Wunderkammerette: una


collezione di centinaia e centinaia di oggetti d’arte
racchiusi nei 70mq del suo appartamento. “Per conoscere le
opere bisogna viverle” questa è la poesia reale di cui
Andrea è portatore. Le sua serie di teche qui esposte,
sono piccole case portatili che creano contesto. Si
aprono, se ne spia l’interno da pertugi, crepe e plexi
offuscati, si possono aprire e abitare per qualche
istante. Chiuse, appoggiate non sono inerti, sono contesti
autonomi, densissimi che chiedono un confronto al contesto
in cui sono immersi. Noi ci troviamo in mezzo a questo
fuoco di oggetti, siamo frastornati dal bizzarro, dal
consumismo, dalla quantità di stimoli poetici e reali.
In questo senso le cappelle dense di abiti, corredi,
simboli, tecniche e racconti sono teche nel bosco che ci
mettono in relazione con le nostre narrazioni dell’intimo.
Nato a Recanati nel 1983, frequenta l’Accademia di
Architettura di Mendrisio, in Svizzera, e nel 2008
si laurea con i professori Manuel e Francisco Aires
Mateus. Nel 2009 si trasferisce a Londra e qui accumula
esperienze architettoniche e artistiche presso lo studio
Patrick Linch Architects . Torna a Como nel 2010 e
inzia l’attività di architetto e la ricerca sulla luce
attraverso le sculture in gesso.
Nel 2010 inizia la progettazione di “Casa G” nel centro di
Como che terminerà nel 2013. Lo stesso anno inizia le due
case sul lago “Casa del té” e la “Casa Goma”, finite nel
2015 e nel 2018.
Nel 2014 si trasferisce, per alcuni mesi, a Dublino, dove
collabora con lo Studio “Carson&Cruschel” e entra in
relazione col “Dublin Institut of Technology”.
Dal 2014 inzia a ricevere una serie di riconoscimenti
nazionali e internzionali come architetto per i
risultati costruttivi ottenuti dalla commistione del
lavoro tra architettura e scultura. Nel 2015 fa la prima
mostra d’arte personale e da quel momento iniziano
i riconoscimenti anche dal mondo dell’arte fino alla
selezione nel 2017 per la Biennale Europea “Jeune Creation
Europeenne”. Dal 2016 collabora al Politecnico di Milano
come assistente alla progettazione con i professori Nikos
Ktenas e Pierre Alain Croset. Nel 2019 apre lo studio
atelier “lorenzoguzziniarchitecture”dove continua il suo
lavoro basato sul conubio tra architettura e arte.
Artista eclettica. Non lineare. Costumista teatrale,
pittrice, performer.
I suoi disegni sono la bozza aperta di possibili
relazioni. Vegetali animati, linee astratte, coriandoli,
colori mutevoli sono il risultato onirico di una ricerca
profonda sui punti di contatto. Federica crea grumi
eterei e collegandoli con ponti, strutture immaginari ed
inclassificabili. Sono i fili del tessile, le labbra dei
baveri o le piume dei cappelli che emergono in queste
tecniche miste letteralmente in bilico tra astratto e
figurativo.
Una ricerca che ha a che fare con i tempi più profondi
della pittura del ‘900 da Mondrian a Graham Sutherland, da
Sergio D’Angelo a Bosch
Scultore di Bologna che incarna bene il tema del contatto
/ con-tatto.
I suoi mezzi busti creano relazioni misteriose e dirette
con il pubblico portando l’ambiente in una
direzione onirica ed al contempo comunicativa.
Il dettagliatissimo lavoro artigiano che Migliazza fa
modellando a mano le sue opere si riflette sulle superfici
che assumono forme eterogenee, rudimentali, tattili.
Paolo Migliazza è nato a Catanzaro nel 1988. Dopo gli
studi presso il Liceo Artistico Statale, si è trasferito a
Bologna dove si è iscritto all’Accademia di Belle Arti e
nel 2013 ha conseguito il Diploma di I livello in scultura
con una tesi sull’evoluzione del linguaggio plastico
che ha caratterizzato il secolo scorso. Ha continuato i
suoi studi in scultura frequentando la specializzazione
biennale all’Accademia di Belle Arti. Fra le esposizioni
principali: nel 2015 ‘Infanzia Terrena’, con Nicola
Amato, presso la Casa Museo Giorgio Morandi a Grizzana
Morandi a cura di Stella Ingino con la direzione artistica
di Eleonora Frattarolo. Nel maggio 2016 è stato tra i
vincitori del Premio Zucchelli.

Nel 2016 inoltre è stato selezionato tra i finalisti


della quinta edizione del Premio Fabbri a cura di Carlo
Sala. Nel gennaio 2017 e nel febbraio 2018 ha presentato
due installazioni dal titolo ‘We are not Super Heroes’
in Arte Fiera a Bologna a cura della Galleria L’Ariete
artecontemporanea ed è stato selezionato tra i finalisti
del Premio Euromobil under 30.
Nel 2017 ha tenuto la personale ‘We are not Super Heroes’,
corredata da catalogo monografico, alla Galleria L’Ariete
a cura di Eleonora Frattarolo ed è stato presente in Art
Verona. Nel 2018 è stato invitato da Eleonora Frattarolo
alla mostra ‘Il Disegno della Polvere’ nell’ambito della
Biennale del Disegno di Rimini.
Attualmente vive e lavora a Bologna.
Artista misterioso, la sua casa è un’esposizione
permanente di centinaia di opere, oggetti, storie
controvertibili.Una Wunderkamerette. Bennardo accumula
perchè come direbbe l’artista stesso: “i musei non
servono, le opere bisogna viverci insieme”.
Espone e riespone un meticcio tra opere sue e opere di
altri, artisti dal grande nome come Enrico Baj, artisti
sconosciuti, vicini di casa con qualcosa da raccontare.
I suoi allestimenti sono la magia dell’inconclusione,
la fragilità della bellezza, l’equilibrio tra sacro e
pattumiera. C’è del DADA, del Fluxus, della poesia visiva
delle correnti del novecento dove il racconto, dove il
contatto con l’artista o tra gli artisti è il vero,
inconsistente, preziosissimo capolavoro.
Andrea Marinelli artista e musicista, suona elettronica,
chitarre e voce. La sua musica attraversa etnografia, folk
music, elettronica contemporanea e jazz.
Un viaggio trasversale che affonda le sue radici
nell’improvvisazione e nell’esperienza site-specific.
Nel suo lavoro di artista visivo utilizza la trasparenza,
la luce ed il pixel come materie base per la creazione di
sculture, fotografie, installazioni e stampe. Ha all’attivo
una ricerca sul rapporto tra etnografia e cultura digitale
intrecciando il suo lavoro con maschere africane, abiti
sciamanici della Mongolia, manufatti etruschi etc.
La sovrapposizione di linguaggi digitali ed analogici è il
fulcro del suo lavoro performativo SECRETSHOW attivo dal
2014.
Paola Vecchi è un’illustratrice e graphic designer
italiana.
Ha vissuto e lavorato in Spagna per 10 anni finché
nel 2019 si è trasferita nuovamente in Italia, sulle
sponde del lago maggiore, dove continua il suo percorso
professionale. Utilizza sia tecniche digitali che
analogiche e realizza, oltre ad illustrazioni per
l’editoria, murales ed opere pittoriche. Il suo stile
è fatto di linee marcate e colori decisi. Si ispira
principalmente al proprio mondo interiore, facendo spesso
riferimenti alla cultura pop.
Nasco a Varese nel maggio del 1978. 
Frequento il Liceo Artistico di Varese e l’Accademia di
Belle Arti di Brera a Milano, laureandomi in Decorazione
nel 2001. 
Inizio a lavorare come grafica e web designer in una
piccola televisione locale. Successivamente apro partita
iva per circa 15 anni e collaboro con altri professionisti
a svariati progetti sempre legati alla grafica, web design
e all’editoria della quale mi innamoro. Negli ultimi anni
riprendo in mano matite e colori per dilettarmi, come
passione, nel disegno e nell’illustrazione, una sorta di
ritorno alle origini scolastiche. 

Attualmente lavoro come grafica ma le illustrazioni restano


sempre la parte più ludica e piacevole delle mie attività
extra, legate al tempo libero (che cerco di ritagliarmi). 
Amo la grafica, il design, i libri, la ceramica Raku,
l’arte (sopratutto il liberty) e l’illustrazione, la
contaminazione artistica nei diversi aspetti quotidiani,
la musica rock e i viaggi.
Classe 1981,da sempre appassionato di arti figurative, nei
miei lavori cerco di far interagire più mondi, come la
street art, l’illustrazione e il linguaggio del fumetto.
Nel 2019 ho aperto un piccolo atelier/bottega nelle
contrade storiche di Varallo, con l’intento di dare
visibilità ai miei lavori e di altri artisti locali,
cercando di smuovere un po’ lo scenario artistico
valsesiano. Una bella esperienza che si è conclusa, ma che
ad oggi prosegue sempre all’interno del centro storico
varallese, con l’apertura di Spazio 18, una nuova bottega
atelier condivisa con un collettivo di artisti e creativi.
Sempre nell 2019 ho collaborato alla realizzazione
del primo festival artistico sul territorio, il
BORDERLINEARTFESTIVAL, evento che a coinvolto musica,
arte visiva e performativa a 360 gradi e che ad oggi si
avvia alla sua quarta edizione.
Classe ’82. Insegno dal 2010 alla “Scuola del Fumetto
di Milano”. Come illustratore ho realizzato libri per
Mondadori-Piemme e Il Battello a vapore.
Ho collaborato per agenzie pubblicitarie come
caricaturista con i clienti Nestlè e Lucky Strike, in
qualità di visualizer e storibordista per Momentum S.p.a
( Adidas, Jack Daniel’s, Indesit, Pavesi, Tim e Mulino
Bianco), ho eseguito lavori per clienti vari quali: MICAM,
Dea Kids, A.M.S.A. , HeikoXplore, Levis Kids, Confindustria
Bergamo, Panini.
Ho realizzato mascotte promozionali per Belmond Hotels,
Barf Evolution, SKY, F.C. Nogaredo e U.S. Levico Terme.
Con la società Cranio Creations ho realizzato 3 boardgame.
Nel 2018 ho collaborato come colorista al fumetto Green
Hell edito da Tatai lab.
La necessità di disegnare mi ha portato a scegliere
un’occupazione che mi permettesse di farlo sempre.
Per questo ho intrapreso studi artistici che mi hanno
infine portata alla Scuola del Fumetto di Milano, dove
mi sono specializzata in fumetto e illustrazione per
l’infanzia. Uscita dalla scuola ho lavorato per case
editrici italiane e francesi come copertinista, colorista
e illustratrice.
Lavoro per PIEMME, PANINI, FLEURUS, PICCOLIA e molti
altri.
Sceneggiatore, scrive per le testate Dampyr, Dylan Dog,
Martin Mystère, Nathan Never e Le Storie della Sergio
Bonelli Editore. Per ReNoir Comics cura le serie Don
Camillo a fumetti, Corrierino delle famiglie e Padre
Brown. Altri libri della sua ampia produzione sono Le
Regine del Terrore (biografia delle creatrici di Diabolik),
G&G, romanzo a fumetti dedicato a Giorgio Gaber per i
disegni di Sergio Gerasi, Giacinto Facchetti – Il rumore
non fa gol (scritto con Paolo Maggioni, disegni di Davide
Castelluccio). Con Gianfranco Florio e Luca Usai crea
tutti i mesi la strip Paputsi per la rivista Scarp de’
tenis. Collabora come curatore con Editoriale Cosmo, per
cui gestisce tra le altre cose l’edizione integrale de Gli
Aristocratici di Alfredo Castelli e Ferdinando Tacconi.
Disegna da quando ha 3 anni e spera di essere (almeno un
po’) migliorato. Dal 2003 vive lavorando free lancer per
svariati clienti tra cui Warner Bros, Disney e Geronimo
Stilton, ha studiato tra Milano, Londra, Vancouver e Los
Angeles alla ricerca del suo stile.

Pubblica i suoi fumetti in Italia e in Francia e insieme


agli amici Tommaso Valsecchi e Valentina Grassini fonda
nel 2004 il collettivo artistico Silly Nostalgic Kids.
Solo che ancora non lo sanno. Perché per anni le loro
strade si separano e s’incrociano ogni tanto nel mondo
dell’editoria per l’infanzia. Nel 2014 riprendono a
lavorare insieme al loro primo amore: i fumetti.
Dopo aver esordito nell’edizione 2016 del Borda
Fest! durante il Lucca Comics&Games, una delle loro
autoproduzioni, “Non succede quasi mai”, viene pubblicata
per l’editore francese Paquet: sempre nel 2017 pubblicano
insieme a Shockdom la graphic novel per ragazzi “Il mio
amico Incubo!”, pubblicata nel 2018 anche in Francia,
sempre per il gruppo Paquet. Nel 2022 esce il primo di tre
libri, “Gli ultimi Giorni”, pubblicato da TataiLab.

Oltre a spingere su mille progetti insegna animazione alla


Scuola del Fumetto di Milano e ama tantissimo i musical
(che ha fatto per dieci anni) e il gelato. Ora studia
pianoforte.

Vive a Luino insieme a una moglie fin troppo paziente e ai


gatti Fulippo e Lüis, decisamentemeno pazienti.
Nata a Varese nel 1999, cresce a gelati e Topolino nella
città di Sesto Calende. 
Nel 2013 si iscrive al Liceo artistico “P.Candiani” di
Busto Arsizio, dal quale esce nel 2018, per iscriversi
alla Scuola del Fumetto di Milano. 
Durante il triennio collabora con il collettivo Diamon
Dogs come disegnatrice per una storia breve, per poi
cominciare la collaborazione con Kakuro nel 2021, una
volta conseguito il diploma.
La strada è ancora lunga, ma le maniche sono rimboccate e
il caffè è pronto nella moka, sarà una bella avventura!
Nato nel ’99 e cresciuto a Zibido San Giacomo (MI),
frequenta il liceo artistico a Pavia, decidendo al termine
di approfondire la sua passione più grande alla Scuola del
Fumetto di Milano. Dopo il diploma si unisce a Kakuro con
l’intenzione di dare vita a progetti umoristici e ludici,
improntati principalmente sul genere fantastico.
Nato a Borgomanero nel 1998. Alla scelta del liceo
predilige gli studi linguistici, e tanto gli basta per
capire che il suo linguaggio preferito era quello figurato.
Dopo il diploma sterza verso il corso di animazione alla
Scuola del fumetto di Milano, dove comincia a mettere
insieme gli attrezzi utili a raccontare in una lingua
universale.
Sono una disegnatrice classe ’95, vivo a Borgosesia in
provincia di Vercelli. Creo opere surrealiste colme di
personaggi ed esseri inesistenti nella realtà, ma che
abitano nel mio inconscio.
Ho conseguito la maturità presso il Liceo Artistico Felice
Casorati di Romagnano Sesia. Al quarto anno ho conosciuto
la tecnica dell’inchiostro e me ne sono innamorata.
Durante gli anni ho avuto il piacere di sperimentare,
non mi fermo all’inchiostro, ma realizzo anche opere su
tela con acrilico, su polistirolo lavorando anche con
la cartapesta, su legno, tessuto e muro, realizzando
decorazioni personali o su commissione per privati e
locali pubblici, da un anno mi sono avvicinata anche alla
linoleografia.
Terminati gli studi presso la Scuola del Fumetto di Milano
nel 2020, entra a far parte dello staff di Don Camillo
a fumetti. Nel mese di luglio 2021 esce la sua prima
storia L’uomo senza testa, pubblicata da Cartoon Club in
collaborazione con Renoir Comics e viene presentato in
anteprima a RIMINICOMIX 2021. Al momento è al lavoro su
nuove storie di don Camillo.
Stefano, The Tree e Fellow Flora sono stati tre creativi
italiani morti nel SEIMILAVENTIQUATTRO.
Stefano è nato nel millenovecentottantanove, in provincia.
Dopo i primi rigidi studi artistici si è formato come
illustratore e animatore, lavorando successivamente come
visual artist. La sua carriera è stata una buona via di
mezzo tra uno slalom e una corsa a ostacoli.
The Tree si è fatto materia nel 2015, dopo aver vissuto
i primi anni nel regno digitale. Autodidatta e maestro
dell’improvvisazione, ha lavorato come scultore e foto-
illustratore. Fellow Flora è nata sul finire del terribile
2020, in risposta a un evento tragico. Caratterizzata da
una grande voglia di vivere saturissime avventure, Flora
ha vissuto un po’ ovunque, lavorando come illustratrice.
Curiosamente, oltre alla data di morte i tre hanno
condiviso gli stessi abiti, specialmente quelli
appariscenti. 
Hanno vissuto una vita all’insegna della creatività,
viaggiando e sperimentando stili e filosofie.
Nonostante le molte opinioni contrastanti, i tre si sono
sempre trovati d’accordo sull’inadeguatezza del tempo.
Luca Peverelli nasce e vive a Sorico, un piccolo paesino
sul lago di Como.
Da sempre appassionato di disegno e narrazione frequenta
il Liceo Artistico G. Ferrari di Morbegno, dove si diploma
nel 2018.
L’anno seguente si iscrive alla Scuola del Fumetto di
Milano dove trova l’occasione di creare attingendo dalle
sue più grandi passioni come il cinema, la musica e la
letteratura disegnata.
Terminati gli studi svolge piccoli lavori per ditte locali
e inizia la collaborazione con Kakuro Production, casa
indipendente con la quale sta lavorando al suo primo
fumetto.
Classe 80. Fin da piccolo coltivo la passione per il
disegno e per il cinema, realizzando piccoli cortometraggi
e incasinati test di animazione stop-motion. Dopo il
liceo ho studiato presso la Scuola Del Fumetto di Milano
e in seguito continuato la mia ricerca sullo stile da
autodidatta. Ho fatto vari lavori e ognuno è servito alla
mia formazione personale, passando dalla carpenteria al
design di giocattoli, murales, sculture, animatore presso
centri estivi. Dal 2012 tengo corsi di disegno e scultura
presso la Musicart Academy a Cureggio (No) e collaboro
con associazioni del territorio, mentre a Milano insegno
tecniche pittoriche presso la Scuola del Fumetto di
Milano.
Dal 2018 ho fondato il gruppo Kakuro che mette insieme
artisti e autori per dar vita a autoproduzioni di fumetti,
animazione e giochi in scatola.
Mi chiamo Simone Garizio e sono nato il 17 luglio del
1989 a Biella, e cresciuto a Verrone. Fin da bambino hop
iniziato a sviluppare un’appassionante dipendenza dal
disegno, comunemente chiamata sindrome del disegnatore
folle. Continuavo a disegnare ininterrottamente anche
durante le lezioni di matematica e storia e questo mi ha
portato a ritrovarmi catapultato alla Scuola del Fumetto
di Milano. Proprio a scuola, durante il terzo anno ho
iniziato a disegnare il mio primo fumetto “Ben Gattonero”
per la casa editrice Crazy Camper! Successivamente
ho partecipato, prima come inchiostratore e poi come
disegnatore, alla serie Mytico! Pubblicata dal corriere
della sera e la casa editrice BD Edizioni. Seguono
collaborazioni con casa editrice Wyrd Edizioni come
illustratore e come disegnatore per la serie Dragonero
edita da Sergio Bonelli Editore.
Infine ho iniziato a lavorare con il collettivo di Kakuro
per realizzare con loro Archaic, il mio fumetto che da
anni porto nel cuore!
Fin da piccola coltivo la passione per il disegno e
l’animazione. Chiusa nella mia cameretta passavo i giorni
a recitare le mie storie a fumetto con i miei personaggi,
completamente immersa nel mio mondo immaginario. Mi
sembrava di dargli una vita vera.
Sono sempre stata attratta dalle espressioni dei volti e
questo aspetto ha caratterizzato il mio modo di disegnare.
In maniera molto buffa assumo le espressioni di chi sto
disegnando calandomi perfettamente nella parte. Il disegno
in questo modo sento che ha quel qualcosa in più.
Il mondo dell’animazione orientale e i classici Disney
hanno influenzato il mio stile morbido ed espressivo
mutando ancora con la frequentazione della Scuola del
Fumetto a Milano. In quei tre anni di corso ho ampliato i
miei orizzonti verso altri autori che stimo moltissimo.
Non riesco ad immaginarmi senza una matita in mano una
buona musica di sottofondo e un foglio bianco davanti.
Faccio parte del collettivo di Kakuro e ho realizzato le
illustrazioni del libro “Le confessioni di una cassiera” e
quelle per il gioco in scatola “Pazzli”.
Q.I.K. è un collettivo di tre street artist con base
Roma.
L’opera realizzata per il BorderLine Festival è un lavoro
nel quale i tre linguaggi si uniscono e cimentano sul tema
del festival: la parola Contatto – Con_Tatto.
La semplicità è il nucleo centrale del lavoro proposto:
un essere sfiora un cuore ed il suo riflesso nello specchio
muta, le parole “non c’è diversità per chi riflette” ne
completano il significato o meglio lo dipanano.
Il supporto utilizzato è la carta, l’opera sarà tirata
in 50 esemplari ed incollata sui supporti metallici
solitamente declinati per la pubblicità.
Fare uscire dai luoghi istituzionali le opere d’arte è un
concetto molto caro al collettivo, in tal modo l’opera
perdurerà oltre la durata festival nella città di
Varallo.
di Maria Scarognina - PIAZZA SAN CARLO

Sono un’Artigiana e una Designer, specializzata


nella lavorazione artistica del vetro; profondamente
appassionata delle tecniche di lavorazione Artigianali ma
sempre alla ricerca di nuove forme e nuove estetiche.
Il vetro è la materia prima del mio mestiere e anche il
mio principale mezzo espressivo.
di Lucia Pagnoni - PIAZZA SAN CARLO

Realizzo oggetti in ceramica semplici e funzionali,


pensati per l’uso quotidiano.
Il mio lavoro è caratterizzato da linee semplici, motivi
geometrici e colori pieni.

Sono nata a Novara e mi sono diplomata alla Scuola


Vetroricerca di Bolzano, nello stesso tempo mi sono
avvicinata al mondo della ceramica, approfondendo lo
studio di questo nuovo materiale, fino a dare vita nel
2019 a Forma Ceramica e Vetro, il mio laboratorio, dove
porto avanti la mia ricerca e produzione e l’insegnamento
attraverso i corsi.
di Daniela Amolini - PIAZZA SAN CARLO

Il mio background in moda e arte contemporanea mi fa


abbracciare il filato come linea di connessione tra
natura - umano - animale. Investigando tematichedella
contemporaneità cerco di riflettere le mie osservazioni
tramite produzioni mirate. Con il progetto Lanugine tingo
con la natura filati organici e creo manufatti a mano
di alta qualità e durata scegliendo con attenzione i
materiali da produttori e territori locali.
PIAZZA CALDERINI
Il laboratorio Vitrea nasce nel 1994 e, negli anni,
cresce come bottega specializzata nel restauro di vetrate
artistiche; al contempo, però, Gabriella ed Antonella
coltivano la loro ricerca tecnica sperimentale utilizzando
il vetro come espressione artistica e realizzando oggetti
unici come: pannelli decorativi, luci ed elementi
d’arredo.
Il fascino della vetrofusione per loro sta nella
trasformazione del vetro: i suoi elementi si trovano
facilmente in natura, ma è solo col calore che si riesce
ad intervenire inglobando altri materiali e dando
forme nuove, cosicchè il vetro torni allo stato solido
completamente traformato.
PIAZZA SANCARLO

L’azienda agricola “Valsesia Cashmere” è una realtà che si


fonda sul benessere animale, sull’ecosostenibilità, sul
rispetto della vita e della natura, e il principio che ci
ispira è che è moralmente giusto e materialmente possibile
interagire con l’ambiente senza depredarlo, allevare degli
animali senza abusarne, ottenere prodotti di qualità senza
produrre inquinamento.
Alberto e Francesca hanno un allevamento di circa 20 capre
cashmere selezionate e realizzano una vasta gamma di
prodotti a partire dal morbido sottopelo, tra cui cappelli
in feltro di cashmere, sapone con latte di capra, sciarpe
ed altri prodotti realizzati a telaio
di Annalisa Zegna - PIAZZA CALDERINI

Opero il recupero della manualità, con filati e tessuti di


produzione Biellese.
Tingo e stampo con un procedimento artigianale ed
artistico, con questa tecnica è possibile tingere i filati
e stampare i tessuti senza far uso di sostanze chimiche e
nocive.
Ascolto la natura per realizzare i miei capi e poi lascio
che trovino il loro nuovo
“compagno di strada”.
di Andrea Zanierato - PIAZZA CALDERINI
Andrea Zanierato è un Designer milanese che si è
avvicinato al settore tardivamente dopo aver svolto la
professione di agronomo.
Lavora a Valle San Nicolao (BI) e realizza gioielli
utilizzando Bronzo ed Oricalco come materiali principali,
abbinati a pietre dure e perle.
Caratterizza il suo stile un’estetica innovativa ed
informale, realizzata utilizzando il metallo filiforme e in
lastra.
PIAZZA CALDERINI, CORTILE PRIVATO LABORATORIO DELL’ARTISTA

Pietro Chiodo è nato a Varallo nel 1954, ha conseguito


la Maturità Artistica presso il Liceo Ugo Foscolo
di Vercelli e contemporaneamente è stato a bottega
dallo scultore Uldino Desuò a Borgovercelli.

Dopo aver conseguito l’abilitazio ne all’insegnamento


nelle scuole superiori ha insegnato presso il Liceo Artistico
di Vercelli.

Negli anni ’90 si è poi dedicato in ore serali presso la


Scuola Giroldi e poi Barolo prima della chiusura
all’insegnamento di disegno e scultura.

Per il Parco Alta Valsesia ha realizzato illustrazioni per


libri, calendari e pannelli esplicativi sulla flora e la
fauna ambientali.
Ora ha ripreso l’attività artistica presso la casa di Brina
e il laboratorio a Piazza Calderini in Varallo.
PIAZZA CALDERINI

Nel 2009 iniziò da autodidatta a fare stampe con l’aiuto


di qualche libro e numerosi tentativi.
Il progetto di serigrafia artigianale “HoboBlues” nasce per
dare un nome a questo percorso fatto di tanta
sperimentazione sia tecnica con l’uso di materiali e
supporti sempre diversi che grafica, attraverso varie
collaborazioni.
MUSICA
Inizia a girare i dischi nel 1996.
La passione per la musica lo spinge ad avvicinarsi al
mondo dei club ed eventi musicali.
Studia sound design e produzione musicale al Namm di
Milano, per poi spostarsi
nel 1999 fino al 2011, in Egitto dove diventa resident Dj
nel prestigioso Pacha Club nelle serate Funky House.
Nel 2012 si sposta a Ibiza per 2 stagioni per poi tornare
nella città natale dove inizia la collaborazione con i
club di tutta Italia.

Collaborazioni e pubblicazioni: SampleConnection Rec,


Pigball Rec, SH74, Truefunk, Filigran Rec.
Anche sotto lo pseudonomo di John Never.

Progetti: Elephank Project (Live Trumpet & Groove).

Repertorio : Funk, jazz, soul, rare groove, house, disco,


lounge, 90’s hip hop, breakbeat, reggae&dub, drum&bass and
electronics vibe.
MUSICA

Apprezzato per il suo stile di scrittura, Galoni,


attraverso i suoi album Greenwich (2011), Troppo bassi per
i podi (2014), Incontinenti alla deriva (2019) ha saputo
costruire un immaginario poetico insolito nella canzone
d’autore. 

Nel 2022 l’artista si presta ad abbracciare le


contaminazioni moderne di matrice nordeuropea, mantenendo
una radice tipica della tradizione cantautorale italiana.
“Buoni propositi per il nuovo anno”, il nuovo singolo
uscito a fine 2021 come regalo ai fan, viene seguito da il
nuovo singolo,

“In mezzo alla fretta” pubblicato per Amor Fati Dischi /


Ingroover il primo Luglio 2022 ed insieme al precedente
singolo, sarà inserito nel prossimo album in cantiere, la
cui uscita è prevista per il prossimo inverno.
MUSICA

Kamikaze è una parola giapponese, di solito tradotta come


“vento divino” (kami significa
“divinità”, un termine fondamentale nello shintoismo, e
kaze sta per “vento”; ka inspirare e ze
espirare)
Quindi, I Rock’n’Roll Kamikazes sono un vento divino di
Rock’n’Roll. Un vento che soffia forte
ancora. Infatti, il 2019 vede il decimo anno in missione
di questi impavidi guerrieri del Rock’n’Roll.
Un missione che li ha portati in giro per i palchi dell’
Europa, da Berlino a Palermo, da Catania alla
Normandia e da Milano a Teneriife.
MUSICA

Project for the Dharma esplora i suoni in ambiente


elettronico e prodotti dalla natura per realizzare un
viaggio tra immagini e suoni, e un po’ di poesia.
MUSICA

Sono Tanzio Arfino, 26 anni, valsesiano di nascita e di


cuore. Fin da piccolo entro in contatto con il mondo
della musica, avendo il padre appassionato e in grado di
suonare vari strumenti. Negli anni dell’adolescenza
suono la chitarra in maniera prettamente amatoriale e
piuttosto occasionale. In seguito, amplio i miei
ascolti a più generi musicali e vengo a conoscenza
dell’handpan nel 2016, quando ho l’opportunità di
suonarlo per le prime volte; ne resto subito molto
colpito, fino a comprarne uno nella primavera del 2019.
Vi trovo un magnetismo che pochi altri strumenti hanno,
con l’unico limite di poter suonare solamente su
una scala; per questo penso che la resa aumenterebbe
avendone più di uno, così da alternarli e combinarli
tra loro. Personalmente ritengo, inoltre, che l’handpan si
esprima al meglio all’aperto e in contesti naturali,
sposandosi con la mia grande passione per la montagna e
i boschi, motivo che mi spinge a progettare di suonarlo
in spot diversi dalle mura domestiche o dalle vie di una
città.
PERFORMANCE YOGA NELL’ARTE
Dopo gli studi in Scienze della Comunicazione e Mass
Mediapresso l’Università degli Studi di Torino, inizia i
primi passi lavorativi nel mondo dell’arte. Un primo stage
a cittadellarte, Fondazione Pistoletto di Biella, che
diviene il tema della tesi di laurea.
A seguire esperienza e lavora in diverse realtà in Italia
e all’estero tra cui: galleria Cardi Black Box, Milano
(oggi galleria Cardi), Sotheby’s Milano, coordinamento
progetto speciale per la galleria Dirimart Gallery a
Istanbul, Turchia, in occasione della Biennale d’arte di
Istanbul, coordinamento della Fondazione Zappettini a
Milano. Si trasferisce per un periodo a New York City,
dove consegue un corso Art Marketing and Communication
da Sotheby’s Institute, e nel 2013 consegue il Master in
Management dei Beni Culturali del Sole 24ore nella sede
di Roma. Dal 2015 ad oggi collabora con il magazine Flash
Art Italia e Flash Art International, comunicazione e
marketing ed è Coordinator Manager di Woolbridge Gallery a
Biella, dove attualmente vive e lavora.
Come free lancer segue la comunicazione e
l’organizzazione di mostre per artisti e designers.
Yoga e arte sono le sue passioni, dal 2019 è insegnante
certificata di Vinyasa yoga.
PITTURA E MUSICA

Angelo Molinari è nato ad Ameno (NO) nel 1956, dove


tuttora vive e lavora. Ha compiuto gli studi artistici
presso l’Istituto Statale d’Arte di Venezia e l’Accademia
di Belle Arti di Urbino.
La sua pittura ha preso in esame vari linguaggi visuali,
dalla fotografia alla foto-riproduzione con interventi
pittorici, fino alle ultime ricerche astratto-gestuali.
Molinari ha esposto le sue opere in numerose mostre, sia
personali che collettive, in Italia che all’estero. Dal
2014 collabora con la galleria Weber di Torino.
Le ultime ricerche materiche di Molinari vedono il suo
gesto astratto stendersi su strati di fogli di plastica
trasparenti, scomponendo le profondità per piani
fisicamente distanziati. Tra le sue mostre personali più
recenti ricordiamo “In principio era il gesto” (Spazio
Hus, Milano 2019) e “Codice cromatico” (Galleria Cristina
Moregola, Busto Arsizio 2016).

Massimo Mantovani: Sono nato ad Arona nel 1970, ho mosso i


primi passi musicali nella scuola della Banda cittadina
imparando a suonare il clarinetto piccolo in mi bemolle
data la mia statura non troppo in evidenza ai tempi, dopo
qualche tempo passero’ al clarinetto in sib frequentando
il conservatorio di Novara dove mi diplomero’ nel
1991. Subito dopo il diploma mi sono avvicinato al sax
appassionandomi ai jazzisti piu’ formativi per me.
Da ottobre 2015 sono il presidente
responsabile della rinata “ Nuova Filarmonica Aronese“,
inoltre dal 2016 sono docente di educazione musicale
presso gli isituti primari di secondo grado nella
provincia di Novara. Da pochi mesi sono entrato a fare
parte in qualità di primo clarinetto solista del Quintetto
Denner con il quale parteciperemo prossimamente ad un
tour in Germania che ci vedrà impegnati fra l’altro in un
concerto al Jazz Club di Hannover il 5 ottobre prossimo.
DANZA, MUSICA

La collaborazione fra il collettivo torinese di


danzatori Eko e il compositore Gabriele Balzano nasce
dalla volontà di esplorare le infinite possibilità di
congiunzione fra musica e movimento poetico, in
particolare mediante le tecniche di improvvisazione.
Nelle loro performance cercano di uscire dall’idea
comune di improvvisazione come “invenzione al momento” di
un suono o di una danza, creando un insieme di
narrazioni che riescano a caratterizzare un ecosistema
ludico nel quale poter esprimere un gesto artistico.
In questo impianto, con l’aiuto delle tecnologie
informatiche (computer vision, sensori, composizione
algoritmica, ecc.) ed elettroacustiche, sia il musicista
che il danzatore, hanno la possibilità di lavorare
finalmente in simbiosi.
“Contatto” è una serie di performance improvvisative
radicali la cui formazione è composta da 1 musicista
(qualsiasi) e 1 danzatore. Nell’ottica post-pandemica di
ripristinare pienamente i contatti fisici fra le persone, è
bene ricordarci che il punto di congiunzione autentica con
l’Altro va ben oltre la fisicità: il contatto è complesso,
faticoso, non esente da rischi. In questo insieme di brevi
performances, assimilabili quasi a delle installazioni,
gli artisti cercano di entrare in contatto “per risonanza”
(Ganying), invertendo il rapporto fra suono e danza: un
movimento del danzatore apre il circuito ricorsivo con il
musicista, il quale interpreta il “glifo” e restituisce
il processo; la conclusione di questa spirale è, al suo
culmine, l’avvento del Contatto.
In questa occasione i danzatori Eko, composti da Veronica
Morello, Andrea Carozzi, Sara Barbagli interverranno
singolarmente nelle istanze della performance insieme alla
cantante Valeria Carbone, musicoterapista in formazione
Apim di Torino e formata sul metodo funzionale della voce
DANZA, MUSICA
L’Associazione Culturale Incontra la Danza è diretta da
Daniela Greppi dal 1993 con l’aiuto di uno staff preparato
e qualificato. L’associazione da sempre ha lo scopo di
promuovere e diffondere negli aspetti culturali, didattici
e di ricerca il fenomeno del ballo e della danza.
Attualmente le sezioni di Borgosesia, Varallo, Serravalle,
e Pray garantiscono una presenza capillare sul territorio
per chi si vuole avvicinare all’arte della danza.
L’Associazione collabora con amministrazioni Comunali,
Proloco, gruppi folkloristici, enti locali sempre per
perseguire il proprio scopo di avvicinamento alla danza.
Nell’ottica post-pandemica di ripristinare pienamente i
contatti fisici fra le persone, è bene ricordarci che il
punto di congiunzione autentica con l’Altro va ben oltre
la fisicità: il contatto è complesso, faticoso, non esente
da rischi. In questo insieme di brevi performances,
assimilabili quasi a delle installazioni, gli artisti
cercano di entrare in contatto “per risonanza” (Ganying),
invertendo il rapporto fra suono e danza: un movimento del
danzatore apre il circuito ricorsivo con il musicista, il
quale interpreta il “glifo” e restituisce il processo; la
conclusione di questa spirale è, al suo culmine,
l’avvento del Contatto. In questa occasione le danzatrici
della scuola di danza Incontra La Danza , Romina Langhi e
Martina Annoni guidate da Veronica Morello, interverranno
singolarmente nelle istanze della performance.
MUSICA

Mi chiamo Margherita Apicella e sono nata il 19 aprile


2005. Sin da quando ero neonata ho seguito un corso di
canto con il metodo Gordon, a dieci anni mi sono iscritta
al coro adolescenti “More Than Voice” e in seguito ho
mosso i primi passi nel canto presso “Studio Musicologico”
di Gallarate. Ho iniziato a studiare lirica in prima
superiore al Liceo Musicale Candiani-Baush di Busto
Arsizio che tuttora frequento e mi sono appassionata a
questo mondo che prima non conoscevo. Nello scorso giugno
ho superato l’esame di ammissione al Conservatorio Verdi
di Milano dove inizierò da settembre la frequenza del
triennio accademico per canto lirico.
MUSICA

Dj Vale, puntina storica delle notti torinesi, per 25


anni protagonista al circolo Arci Da Giau di Torino con
la sua serata “Afrodisiak”, un misto di Reggae, Brasil,
Funky , Ethno , con lo sguardo sempre attento alla musica
Afro (quella degli storici Afroraduni per intenderci)
all’ Afrobeat e alla musica Africana tradizionale come
la musica Senegalese (Mbalax , genere musicale che ha
selezionato per 2 anni allo Zoo Bar di Torino).
Nel 2005 crea , insieme a Bunna (cantante degli Africa
Unite) , il progetto “Vibez a Gwaan”, che vede i due amici
alternarsi in consolle con la loro Reggae selections,
esplorando tutte le branche del mondo musicale Jamaicano,
dal Rock Steady alla Dancehall passando per la musica
Roots degli anni 60/70.

Bonino Vitale in arte bunna,nasce musicalmente


parlando,nel 1981,quando fonda,insieme a Madaski, gli
Africa Unite.
Da allora,con questo progetto,ha pubblicato 16 dischi e
fatto migliaia di concerti,in giro per il mondo. Un lavoro
instancabile che ha fatto diventare,gli Africa, una delle
realtà più importanti del panorama reggae italiano e non
solo.
Per festeggiare il trentennale del progetto, ha scritto
con Madaski il libro Trent’anni in Levare. Storia della
storia di Africa Unite.
Oltre agli Africa, dal 1994 al 2006, ha fatto parte del
progetto Giuliano Palma & The Bluebeaters nelle vesti di
bassista.
Ha per anni condotto,al fianco di Frank Napoleone,Natural
Mystic,un programma di musica e curiosità sul mondo del
reggae, sulle frequenze di Lifegate Radio.
In questi ultimi anni,nonostante l’attività con gli Africa
Unite rimanga sempre il suo progetto principale,è parte
di Double Trouble, un progetto/tributo acustico di Marley
dove in compagnia di Zibba e Raphael propone,in acustico,
una selezione di brani del repertorio del maestro.
Occasionalmente propone dei Dj sets dove esplora ed
approfondisce le varie evoluzioni e sfaccettature del
genere di origine giamaicana.
DANZA

Stabile in Italia, il Collettivo Poems non è una


compagnia, ma un gruppo di amici, colleghi, professionisti
che si unisce nel 2021 per parlare di una malattia rara.
Lo scopo primario è far conoscere questa problematica
pressochè sconosciuta ed incentivare la ricerca. La
coreografa/autrice Cristina Ruberto, il video designer
Daniele Chatrian, la danzatrice Sara Ugorese raccontano
la Sindrome di Poems lanciando un messaggio fondamentale:
tutto può diventare Arte, l’Arte non si deve fermare
nemmeno nei momenti più bui, è parte fondamentale
dell’essere umano, l’Arte è canale di conoscenza suprema,
di sfogo, di denuncia.
CRISTINA RUBERTO
Piemontese di nascita, classe 1972. Laurea in Lettere
Moderne opzione storico-artistica.
Insegnante e Coreografa di danza moderna e contemporanea.
Fondatrice e Direttrice Artistica di Officina Danza Aosta.
Docente certificata di Pilates Matwork e Hatha Yoga.
SARA UGORESE
Nata il 15 maggio del 1993. Inizia i suoi studi nel 2005
presso l’Accademia di Danza e Spettacolo di Ivrea.
Dal 2009 danza per la Compagnia Andromeda, dal 2012 per
la Compagnia di teatro/danza MotISparsi e dal 2021 per il
Collettivo POEMS. Insegnante stabile di danza moderna e
contemporanea presso l’Accademia di Danza eSpettacolo di
Ivrea, Officina Danza Aosta e Dance Factory ASD.
“FUCK YOU PROJECT”
Una collezione volutamente splatter e cruenta, che
rappresenta il mio sentimento di rabbia e odio per quello
che non va in questo mondo gestito da uomini di poco
valore.
Mossi da interessi che non sono mai quelli umani, cioè
quelli che mettono al centro l’uomo. A manovrare le
intenzioni dell’uomo sono egoismo, ignoranza, superbia,
arroganza, fame di potere, ingordigia, cattiveria.
L’uomo è riuscito a ricreare in terra quello che dal Sommo
Poeta è stato raffigurato sottoterra: l’Inferno.
Siamo tutti vittime, attive o passive, di questa disumana
gestione.
E lo dimostra il nostro continuo stato di malessere,
quella sensazione costante di non felicità,
quella rabbia profonda che ci scatta dirompente per un
nulla, l’odio verso l’altro, le relazioni
sempre troppo complicate, l’ostentazione della ricchezza
per colmare voragini di vuoto interiore,
l’affanno di vivere.
Ma ci sono uomini e bambini che hanno pagato un prezzo
ancora più alto per questa gestione
disumana. Hanno pagato con la loro vita.
Ed è anche per loro tutto questo mio lavoro.
BEWOOD/ESSERE BOSCO
Designer Performer Artista nasce a Como il 2 maggio del
1967.
Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera in
scenografia si dedica all’arte principalmente attraverso il
reading e la scrittura, ma anche con opere di fotografia,
video e performative.
Il bisogno primario, ciò che si trova nella
poetica delle sue opere, è il bisogno,
attraverso l’arte, di definire per sé e per gli altri un
universo dell’accettabile.
Si riscontra altresì una poetica del fallimento e la sua
conseguente e totale accettazione.
E’ fondatore della Obeliscoproduction.
BEWOOD / ESSEREBOSCO
BETREE / ESSEREALBERO

Be Wood è il tentativo di essere un bosco.


Be Wood è un rito di alienazione collettivo fallimentare
per natura e definizione.
Be Wood è una presa di coscienza.
Be Wood è uno spaccato di vita tipico di un gruppo di
alberi.
Lo splendere del sole,
le radici, la terra, gente che passa, la
fotosintesi clorofilliana.
Ossigeno.
Il sole che tramonta.
BeWood è una performance paradossalmente e
assurdamente antropocentrica.
La performance ideata dal collettivo Obeliscoproduction
prende forma da un obiettivo semplice quanto fallimentare:
fare la fotosintesi clorofilliana.
Qualcosa di fisicamente utile per il mondo.
VIDEO E DANZA
“Bagart Ballet Company” nasce nel 2018, una nuova realtà
nel panorama nazionale che in breve tempo si è già
imposta e distinta per la qualità poetica delle proposte
artistiche offerte. La Compagnia produce spettacoli di danza
contemporanea sotto la guida di Barbara Gatto grazie ad uno
stile ben delineato, originale ed anticonvenzionale, fondendo
così la disciplina alla bellezza dell’armonia applicata
al movimento. “Bagart Ballet Company” si distingue per la
ricerca artistica, la sperimentazione e l’esplorazione di
nuovi possibili dizionari della danza contemporanea non
tralasciando l’integrazione e la commistione con altre
forme artistiche, mediante l’ideazione creativa gestuale,
e la collaborazione con autori e coreografi, rivolgendo in
particolar modo la narrazione degli argomenti messi in
scena ad un chiaro e forte impatto sociale. Il lavoro della
coreografa e direttrice Barbara Gatto, coadiuvata dai suoi
danzatori e collaboratori, si fonda e sinutre da un preciso
stato emozionale e teatrale.
Barbara Gatto è Direttrice Artistica di Arte Danza Novara &
BagartBallet Company. Insegnante e coreografa freelance di
Contemporaneo. Diplomata al Centro Internazionale Danza di
Milano diretta da Maria Teresa Del Medico e Renato Greco,
studia Mattox con Annatina Hug a Genova e Classico con
Luigi Sironi. Frequenta la scuola di Enzo Paolo Turchi a
Roma, studiando con lo stesso e con il coreografo Marcello
Stramacci. Si perfeziona a Nizza al “O Jazz” con Gianni
Loringett. Lavora a numerosi programmi televisivi e collabora
con Renato Zero per tre anni nelle vesti di ballerina,
partecipando con lui al musical “Provaci ancora Italia”.
DANZA

Parlando di un amico, il filosofo Michel De Montaigne


scrisse:

“Se mi si chiede di dire perché l’amavo, sento che questo


non si può
esprimere che rispondendo: Perché era lui; perché ero io”.

Ognuno di noi ha una relazione inspiegabile, profonda


e intima, non imposta da qualcuno, ma scelta. Ci
arricchisce, permettendoci di tenere saldo il comando
della rotta anche quando sentiamo che
stiamo per naufragare.

DUEDIUNO è il dialogo fra due donne, diverse tra loro,


ma con lo stesso desiderio di condividere qualcosa di
prezioso, di sorreggersi a vicenda, di sorridere insieme
per nascondere il peso del mondo sulle proprie spalle.
Quel peso che a volte solo l’universo femminile
riesce a sostenere con la propria forza delicata.

Una più forte, l’altra più fragile, danzano insieme


completandosi a vicenda, diverse ma complementari, due ma
come se fossero uno.
DANZA

Sonia Maurelli frequenta l’Accademia Dancehaus -


Susanna Beltrami e Liceo Coreutico Tito Livio Milano.
All’età di 9 anni entra a far parte dell’Ensemble
di Equilibrio Dinamico di Roberta Ferrara. Grazie
all’Ensemble studia per 4 anni danza contemporanea con
coreografi internazionali. Con la compagnia si esibisce
in diversi teatri e durante diverse manifestazioni di
danza contemporanea. Segue molti percorsi formativi tra
cui quelli presso il DAF, Balletto di Roma, Balletto
di Calabria, Ateneo della danza di Siena, Rieti danza,
Artemente, Apulia dance festival. Per cinque anni
partecipa al percorso “Formazione Tersicore” di Mauro
De Candia. Attualmente è studentessa al terzo anno del
programma professionale di danza contemporanea presso
l’Accademia Susanna Beltrami e al Liceo Coreutico Tito
Livio Milano.

Alessandro Scaglione è Tastierista PFM Premiata


Forneria Marconi; A/V Artist; direttore d’orchestra
e arrangiatore in diversi eventi tra cui il Festival
di Ostia, Sanremo Junior in varie edizioni e numerosi
concerti con l’Orchestra Sinfonica di Sanremo. Dal 2012
è tastierista della PFM - Premiata Forneria Marconi con
la quale tiene concerti in Italia, USA, Giappone, Canada,
Europa e Sud America. Suona al “Festival di Sanremo”
con la PFM nel 2015 e nel 2020 insieme ad Anastasio per
la serata dedicata ai duetti. Come AV Artist partecipa
al Live Performers Meeting di Roma con il progetto
Visual Impulse, avvia il progetto di videomapping e
danza interattiva “ViMotion” con il quale è ospite alla
serata d’apertura del FIM - Fiera dell’Innovazione
Musicale e riceve il premio “Animation Live” al FIDA2019
- Festival International de Danse Animée. Nel 2021
realizza il progetto Natuhuma per la Milano Digital Week
e l’installazione interattiva Plexus Universe esposta al
MEET Digital Culture Center all’interno della rassegna
i nost ri partner di proget to :
CATALOGO STAMPATO AD AGOSTO 2022

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