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Rivoluzione industriale inglese

Con la rivoluzione industriale inglese di fine Settecento assistiamo non solo a una
crescita della ricchezza ma anche a una trasformazione delle strutture economiche e
dei rapporti sociali, l’industria sostituisce l’agricoltura al centro del sistema
produttivo cosi la fabbrica diviene il nuovo centro delle relazioni sociali e nasce la
moderna società industriale. Il decollo industriale inglese non ebbe una causa unica
ma risultò dall’interazione di diverse condizioni la disponibilità di capitali da investire
di materie prima e di fonti energetiche moderne infrastrutture e l’abbondanza di
manodopera a basso costo, un clima sociale e politico aperto all’innovazione e
relativamente privo di vincoli feudali e corporativi. Una condizione di primaria
importanza fu la rivoluzione agricola conosciuta dall’Inghilterra nel settecento. La
dissoluzione dell’agricoltura feudale alimentò il decollo industriale. Anche il fiorire
dei commerci influì sull’industrializzazione inglese. Le trasformazioni tecnologiche
dei settori tessile e siderurgico furono alla base della rivoluzione industriale. Nuovi
telai meccanici soppiantarono i vecchi telai a mano e le macchine a vapore che
inizialmente furono utilizzate per prosciugare i pozzi carboniferi.
L’innovazione tecnologica si tradusse in un aumento della produttività e in una
diminuzione dei costi di produzione che permise di diminuire i prezzi e di
conquistare quote più ampie di consumatori. La macchina a vapore fu decisiva per
l’industrializzazione anche per la sua più innovativa e radicale applicazione nella
ferrovia e rappresentò un fattore di profonda innovazione nel sistema dei trasporti.
Dall’Inghilterra l’industrializzazione si diffuse nel continente, non fu tuttavia
uniforme ne dal punto di vista cronologico, ne da quello geografico, ne da quello dei
modelli di sviluppo. In ordine di tempo, Francia e Belgio si industrializzarono per
prime, seguite dalla Germania e infine dalla Russia e dall’Italia. Sotto il profilo
territoriale, l’industrializzazione ebbe un andamento, in molti stati modernità e
arretratezza coesistettero a lungo. Nei paesi di seconda industrializzazione, il settore
trainante non fu il tessile, ma il siderurgico-ferroviario, che richiedeva alti
investimenti, e quindi un ruolo attivo dello Stato e del sistema bancario.
Tra il 1850 e il 1870 ci fu una vera e propria “rivoluzione finanziaria”, con la
diffusione della banca mista che rastrellava risparmi e li indirizzava agli investimenti.

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