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PRINCIPI GENERAL! SUL FUNZIONAMENTO DI UN RADAS 1 - Richiami sulle onde £. M. Provocando in un punto dello spazio una perturbazione e. m., questa si propaga tutto attorno con un movimento ondulatorio attraverso il mezzo nal quale essa ha avuto origine Ogni onda @ caratterizzata da’ \ i t 2) lunghezza d’onda - distanza fra due punti corrispondenti per es. A @ B misurata in Km., metri o centimetri - (A). b) Periodo 0 ciclo - intervallo di tempo in cui I'onda compie il suo ciclo completo di valori ¢} Altezza di picco o cresta - valore massimo assunto dall’onda, misu- rato sulla linea.di supporto a) - (P). 6} Frequenza - numero di periodi (0 cicli) compresi nel'unita di tempo (1) = misurata in cicli/secondo. Inoltre te onde e. m. si propagano con una velocita ben definita costante che é quella della luce. Tale velocita, come 6 noto, viene indicata con la lettera «c» ed @ pari a 300.000 Km/sec ossiac = 3 10" cm/sec Per radiazione si intende il processo per il quale un disturbo viene propagato nello spazio senza alcun intervento di materia ponderabile. Se osserviamo la cresta di un‘onda qualunque e quindi anche di un‘onda em. essa appare nello stesso punto un numero ben definito di volte al secondo che corrisponde alla frequenza { - Moltiplicando detta frequenza cioe il numero di onde al sacondo, per la lunghezza A di ogni onda, si oltiene evidentemente 1a distanza’ percorsa dall’onda in un secondo e cioé Ia velocita Si ha quindi Ja formula fondamentale c=act NOTA - Normalmente le frequenze si misurano in Chilocicli o Megacicli nell'intesa che: 1 Ke. (Kilociclo) = 1000 cicli/secondo = 10° cicli/sec. 1 Me = (Megacicio) = 1.000.000 cicli/sec. = 10° cicli/sec. —3— i - - Co 4 Infatti dopo un secondo la perturbazione prodotta in A sara giunta in A ossia ad una distanza da A pari a 3-10" cm = ¢—dacuia-}=c Siccome ¢ @ conosciuto ed @ 3 10" cm/sec., volendo conoscere A. avremo: © Des f {in cicli/sec) Per esempio: per un Radar avente una frequenza di esercizio pari a 10,000 Mc (Megacicti o Megaherz) 6 (essendo 1 Mc = 1.000.000 c/s = 10° c/sec) 10.000 Mc = 10" c/sec © 3° 10" cmysec ee f 10" cicti/sec gem Le trequenze si misurano in cicli/secondo 0 meglig in Kilocicli/sec 0 Megacicli/sec. Nel caso dei Radar Nautici in cui si adoperano frequenze molto alte (UF. e SHF) parleremo sempre di Megacicli (Mc) ossia di 1.000.000 cicli/sec. Hi tempo si misurera sempre in secondi e suoi sottomulttipli e preci- samente in microsecondi (x 5) stabilendo che 1 1 11sec = -——— di secondo — sec, milionesimo 1.000.000 Principio su cul @ basato It Radar La relazione che intercorre fra velocita, spazio e tempo & ben nota: 8 wero s= vt Pertanto essendo v = ¢ = costante, basta calcolare il tempo inter corso fra la parienza di un segnale e il suo ritorno dopo essere stato riflesso da un ostacolo, per avere la distanza alla quale esso si trova Tenendo presente che la distanza D percorsa & il doppio di quella effettiva si ha W, Antenna Bersaglio 2D=vet=c-t=3°10 t (in metri) 31 t p= 2 Poiché ta volocita di propagazione delle onde e. m. @ 3.10* m/sec in o 3.108 un # 8 esse percorreranno lo spazio di in = 300 m/sec, 1 ct 8.40 La formula precedente D - ————— si trasforma pertanto 2 2 nella seguente esprimendo fa velocita in metri/x s ¢ il tempo in w s. 300 t (w 8) D = ———— Mm. = 150 t (« s) 2 Esempio: Se dal momento in cui & partito un segnale (impulso) Radar a quello in cui é tornato all'apparecchio son trascorsi 20 « s la distanza dal bersaglio sara:" D = 15020 = 3000 metri Yedremo in seguito come si riesce a calcolare i! tempo t molto piccolo date fe relativamente brevi distanze in gioco e la enorme velocita con cul si propagano le onde Radar. Le onde e. m. si propagano creando dei campi e. m. normali fra di loro. : A seconda che il campo elettrico & orizzontale 0 verticale si chia- mano a polatizzazione orizzontale o verticale. Generalmente i Radars Nautici che funzionano con una A = 3 om sono a polarizzazione orizzontale; quelli che funzionano con 4 = 10 ‘om ~~ sono invece a polarizzazione verticale. Qui di seguito riportiamo 1a suddivisionei internazionale delle bande di radiofrequenze e Ia loro denominazione: Denominazione Frequenza in Mo Corrispondenti a Pp 225/380 100 cm L 390/1550 30 cm vs 1850/5200 10 cm — vx 5200/11.000 3 cm = kK 11.000/36,000 1 om 7a 36.000/46.000 0,75 cm - v 46.000/56.000 06 cm Le bande assegnate ai Radars Nautici sono le S e Ie X, ed in parti- colare le frequenze usate sono quelle prossime ai 3.000 © ai 10.000 Mc ciob A = 1003. cm. 2 - Definizioni, Principi e Schema di funzionamento di un Radar Nautico ad impulsi, Come @ universalmente noto, il Radar fu costruito ed impiegato durante I'ultima guerra e il suo nome fu coniato dalla Marina da guerra americana nel 1941 (Radio detector and ranging) per indicare un appa rato di localizzazione che permette di ricavare con precisione molto ele- vata ia distanza e con precisione, minore, ma ancora molto soddista- Cente l'azimut di un ostacolo posto entro il raggio di portata dell'apparato © capace di ‘iflettere, sotto forma di energia-eco, i radio impulsi dai quali @ stato colpito quando @ investito da un fascio esplorante di onde @. m. U principio di funzionamento di un Radar Nautico, ormai ben noto, consiste quindi nell’emissione di un fascio di onde e. m. da un trasmet- titore, di sutficiente potenza e nella ricezione dell'energia riflessa da un ostacolo, sotto forma di eco, da parte di un ricevitore. La eco @ resa visi- bile a mezzo di un tubo a raggi catodici con segnale video. La emissione awiene ad impulsi, cioé non é continua, ma fra un impulso e i! successivo intercorre un certo tempo. La durata dellimpuiso (8) non supera in generale il » s mentre l'inter- vallo fra due impulsi @ assai maggiore (qualche centinaio di # s). Li schema di trasmissione di un Radar si pud quindi rappresentare come in figura: lal IsL __Js t-te ee ee La linea orizzontale rappresenta I'asse dei tempi, i denti gli impulsi i durata 4, la distanza fra due impulsi successivi, I'intervalio di cadenza. La cadenza @ il numero di impulsi emessi nell‘unita di tempo e quindi lintervallo di cadenza (i) 6 eguale all'inverso della cadenza (cad.): 1 cad Per es, un Radar che abbia una cadenza di 2.000 impuisi al secondo avra un intervallo di cadenza: fi 1.000.000 . --— di secondo ossia ——— «8 ossia i 2.000 2.000 £00 ns Pertanto un Radar Nautico consistera di: a) - Un trasmettitore di potenza elevata per tener conto della perdita che subisce I'energia @. m. nel percorso di andata e di ritorno e nella riflessione da parte dell'ostacolo. —6— b) - Un ricevitore di sensibilita elevata per captare quella piccolissima parte di energia che é riflessa dall'ostacolo e arriva all'ingresso del- Vapparato. ¢} - Un indicatore video che rende visibile lenergia riflessa sotto forma di eco luminosa. 4) - Un dispositivo di esplorazione costituito da un’antenna direttiva di onde e. m. trasmesse in una direzione voluta, per determinare la dire- zione in cui si trova l'ostacolo che ha riflesso la eco di ritorno. Tale sistema risulta pertanto dal seguente schizzo illustrative di un Radar rudimentale: aan wk ean ne > yak — Trasm. Rice TR. - Trans ricevitore (0 scatola T R). A - Antenna ruotante (trasmittente © ricevente). B - Bersaglio. La funzione del T. R. & quella di proteggere il ricevitore durante 1a trasmissione per impedire che si bruci, e di evitare di disperdere il pic colissimo eco di ritorno nel trasmettitore, quando questo ritorna all’an- tenna dopo essere stato riflesso dall'ostacolo. Quindi se il Radar prima citato (cadenza 2.000 imp/sec) ha una durata di impulso (8) di 1 ms, tI T. R. stara aperto in trasmissione per 1» se aperto in ricezione per 499 1 8 @ cosi di seguito, ee J2/GOLYD 19944 % OFNL yu srszomy IS onp 242907 When aap 2Y72%g Mlustrazione di un Radar Nautico a mezzo di uno schema a blocchl. | principali elementi costitutivi di un Radar Nautico sono i seguenti: a) - Oscillatore di cadenza ») Modulator ©) - Trasmettitore 4) - Commutatore trasmittente ricevente (T. R.) €) - Ricevitore ) - Indicatore (tipo Ao P.P.L) 9) - Antenna h) = Dispositivo di espiora: ne (Seguire te descrizioni qui sotto tenendo dinnanzi !o schema a blocchi di un Radar Nautico indicato nella figura: a) - Oscillatore di cadenza I primo organo del Radar @ loscillatore di cadenza 0 complesso 0 pilota di cadenza. E' costituito da un oscillatore che genera con la sua frequenza di oscillazione, | necessari impulsi di brevissima durata, separati fra loro da intervalli costanti di tempo @ ne determina quindi ‘la cadenza (numero di impulsi al secondo) variabile a seconda dei vari tipi di Radar. Ogni impulso, non appena generato, fa partire anche, come vedremo in seguito parlando del ricevitore, una tensione variabile detta a denti di sega che, applicata alle placche deviatrici, fa muovere il pennello elet- tronico determinando l'asse dei tempi. bj - Medulatore Liimpulso generato dall‘oscillatore di cadenza passa al Modulatore altraverso la cosiddetta linea artificiale che accumula lenergia elettrica aumentandone notevolmente ii potenziale sino alla potenza di picco stabi- lita per quel tipo di Radar e la restituisce sotto forma generalmentte rettan- solare di durata non superiore a 1» 8 Sec. L’energia cosi accumulata, viene scaricata nel trasmettitore (MA- GNETRON) a mezzo di un manipolatore elettronico (THYRATRON) che & pilotato dall'oscillatore di cadenza. Questo" comanda T'attivazione la disattivazione del trasmettitore con la cadenza stabilita —9— “puy WOHIS ooong "a5 t enuss wdas La dund 2409 2) 098 O4/ PMI ‘wen 38 ae era a sh Pa MAT |reeeaaiy [NEF | pd Mea IAT? ayy wn Cs Yur [3 P84 ore. pap 29 uly woke Vert 750 aud y “veh. | mond 4uL Wr 424) WT 69 ey npoyy xop 4U) ag c) - Trasmettitore (Magnetron) Limpulso rettangolare ad alto potenziale passa, come anzi detto, al trasmettitore dal quale viene trasformato in impulso di energia e. m ad altissima frequenza della stessa durata e viene avviato a mezzo di cavi coassiali o guide d'onda all'antenna per la irradiazione nello spazio. La trasformazione da impulso rettangolare d'altissima tensione in impulso di energia e. m di radiofrequenza awviene a mezzo di una speciale valvola a risonanza chiamata MAGNETRON. Questo speciale tubo elettronico a moite cavita, sottoposto a una tensione continua elevata (oltre 10.000 V) per la durata di ciascun impulso ed @ immerso in un intenso campo magnetico continuo d) - Trasmettitore - Ricevitore (T R.) Limpulso di radiotrequenza viene avviato all'antenna ta quale, nei Radar Nautici generalmente per comodita di sistemazione, é unica sia per a trasmissione che per la ricezione. Stando cosi le cose durante fa trasmissione it ricevitore deve essere protetto dallimpulso ad altissima frequenza generato dai trasmettitore che fo danneggerebbe e a sua volta il trasmettitore deve essere bloccato durante la ricezione alfinché non assorba una parte della piccolissima energia formata dalla eco di ritorno. Tale protezione si ottiene interponendo fra il complesso trasmetti- tore-ricevitore e Fantenna, un commutatore elettronico detto anche Duple- xer oT. R,, che blocca durante la irasmissione il passagaio verso il rice- Vilore consentendo solo il passaggio dal trasmettitore all'antenna, Non appena limpulso é passato, esso blocca il trasmettitore aprendo ta via al ricevitore per tutta la durata lell'intervallo di cadenza, consentendo Cosi ia ricezione delia energia - eco di ritorno e) - Ricevitore Essendo difficile allo stato. altuale della tecnica amplificare diretta- mente T'energia di ritorno irradiata dal bersaglio avente circa la stessa frequenza di quella \rasmessa (¢ comunque quand’anche amplificata peggiorerebbe il rapporto 8 segnale 1 rumore che da il grado di ricettivita det ricevitore) il ricevitore effettua una con- versione dell'alta frequenza ricevuta in media frequenza. Tale conversione si effetiua facendo pervenire ad un Mescolat due distinte frequenze: a) quella di ritorno dalt'ostacolo. b) quella generata da un oscillatore locale chiamato KLYSTRON. Questa frequenza generata dal Klystron differisce dalla prima di + 30 %o 45 Me. Aifuscita dal mescolatore si avra cosi una Media frequenza ottenuta per differenza. Sn Questa media frequenza viene awiata all'amplificatore di M. Dall'amplificatore a M. F. il segnale cosi amplificato viene inviato al rivelatore che ha il compito di rendere positivo l'impulso eliminando le semionde negative. I segnale video viene ancora amplificato da un amplificatore VIDEO © viene infine avviato con valore positive al circuito di griglia del tubo a dell indicatore. | Consta di un tubo a raggi catodici atto ad indicare gli elementi che definiscono la posizione di un bersaglio a mezzo deli'azimut e della Distanza. L'azimut e la distanza del bersaglio vengono misurati a mezzo di una traccia elettronica detta asse dei tempi, traccia che @ generata dalla deflessione ¢ rotazione del pennelio elettronico e compare sulla parte interna della faccia terminale del tubo a raggi catodici. Liinizio dell’asse dei tempi @ generato dal pilota di cadenza (tramite Thyratron) che attiva il circuito TRIGGER generatore di una tensione a denti di sega la cui partenza @ in pertetto sincronismo con ta partenza delt'impulso di radiofrequenza dell'antenna. tmpats: T in im 1 1 1 1 Tens.a dent’ | l 2 sie Tale tensione variabile e crescente, applicata alle placche che si tro- vano lungo il percorso del fascio elettronico lo deviano dal centro verso la periferia in modo proporzionale rispetto al tempo e appare cosi sul P.P.L. una striscia luminosa che individua l'asse dei tempi. La rotazione di questa striscia luminosa (asse dei tempi) & pure in sincronismo con Ja rotazione dell’antenna, cosicché sul P.P.. si vedra ruotare la striscia luminosa nelle successive direzioni nelle quali & orien- tata I'antenna stessa. La rotazione dell'asse dei tempi viene ottenuta mediante l'invio di tensione variabili (sincronizzate con I'antenna) a due gruppi di placche a 90° l'una dall'aitra e situate lungo il cammino del pennello elettronico che variano continuamente di potenziale generano la rotazione del fascio. In altri radar vi @ solo una coppia di placche deviatrici che ruotano meccanicamente alla stessa velocita di rotazione dell'antenna mante- nendosi orientate in ogni istante nella stessa direzione in cui si trova antenna stessa rispetto alla prora della nave. —R- Linp. ob! Parte La rappresentazione sul tubo a raggi catodici @ quindi una rappre- sentazione piana circolare che viene generaimente indicata con le lettere P.P.L. (Plan position indicator) Il sincronismo di antenna pud essere anche asservito ad una giro- bussola e in tal caso il guizzo indicante la direzione della prora indica anche la Rv della nave. Pid precisamente chiariamo che cosa significa sincronismo di antenna: L’antenna durante il suo moto continuo di rotazione, ogni volta che passa attraverso la prora della nave, fa apparire sul tubo una traccla luminosa. Sincronismo significa che in ogni istante I'angolo che forma I'antenna con la prora della nave deve essere eguale all'angolo che formano entro il tubo le placche (0 bobine) deviatrici rispetto alla traccia luminosa che rappresenta la prora stessa. Se la traccia luminosa di cui sopra appare sul video sempre nella stessa posizione, qualunque sia la prora della nave, si ha la rappre- sentazione relativa cosi detta NON STABILIZZATA. Se invece ta traccia luminosa @ collegata con la girobussola e appare quindi in direzione della Prora vera, si dice che il Radar @ in rappre- sentazione relativa STABILIZZATA Chiariamo meglio in sequito la differenza sostanziale fra queste due rappresentazioni, 2 La Rappresentazione P.P.1. € ormai quella universalmente usata, ma i primi radar usavano invece la rappresentazione cosi detta del tipo «Ar. tn questo tipo di indicatore, I'asse dei tempi @ rappresentato da un smetro dell'indicatore {A B). Bersaglio B Linizio de! moto ossia l'inizio della deflessione del pennello elettro- nico avviene nel punto A in concomitanza con la partenza dell'impulso. Tale defiessione raggiunge altro estremo del diametro B e il pennello ~B— Scale Distanze seaita di nuovo in A. Il diametro A B viene graduato in una scala oppor- tuna (miglia, km. yards) ed i bersagli appaiono sul diametro A B e si manifestano come bruschi spostamenti verso 'alto della traccia luminosa che danno luogo a caratteristiche dentellature. Le distanze si leggono direttamente in corrispondenza dei denti sulla scala graduata. In questo tipo di rappresentazione non si pud avere owiamente la direzione (anzimut) dei bersagli stessi; ma comunque pud essere calco- lata con una certa approssimazione deducendola dalla direzione in cul si trova I'antenna la quale viene mossa a mano fino a quando l'eco di bersagli appare il pit alto possibile. Si manovra cio@ l’antenna cosi come si muove quella di un rilevatore acustico 0 di un radiogoniometro nei quali perd si deduce la direzione del segnale in arrivo dalla eguaglianza della intensita acustica ai due orecchi dell'operatore anziché visualmente dall‘altezza massima del guizzo elettronico. 9) - Antenna E' costituita da un sistema radiante capace di irradiare nello spaz‘o in una determinata direzione sotto forma di un ristretto fascio 'energia e. m, generata dal trasmettitore Tale sistema radiante, denominato Antenna, generalmente per i Radar Nautici @ unico sia per la trasmissione che per la ricezione e ruota nel piano orizzontale a varie velocita a seconda delle caratteristiche di costru- Fione dell'apparato facendo ruotare pertanto anche il fascio irradiato a Giro ch orizzonte Lenersia irradiata dal’'antenna- si propaga ello spazio entro un solide chiamato tobo di emissione. Questo, che ha presso a poco la forma di un oss0 di seppia, viene definito da due angoli 7 e 7 detti rispettiva- mente apertura verticale e apertura orizzontale del lobo, e si misurano al punto di '/: potenza e hanno valori divers! a seconda dei vati tipi di antenna Radar. Punto ok £ PoTenze N lobo dovrebbe essere il pit’ concentrato possibile e la forma mi gliore sarebbe la cilindrica, ma siccome I'antenna é solidale con la nave @ oscilla con questa, se il fascio fosse piccolo si perderebbe il contatto con la superficie del mare. —4— Ecco perché nel piano verticale il lobo ha una ampiezza assai grande (y = 25 = 28") per evitare la perdita di contatto con i bersagli a causa delle oscillazioni della nave II lobo orizzontale invece @ stretto perché vogliamo che il radar sia il piu possibile selettivo in azimut (7 = 1° = 3°). Sarebbe opportuno ridurre il pil possibile t'apertura in azimut, ma non si pud andare al disotto dei dati suddetti perché altrimenti I'energia fiflessa da un oggetto non sarebbe sufficiente a fornire un apprezzabile eco. h) = Dispositivo di esplorazione Come @ stato prima accennato i! movimento angolare dell'antenna viene trasmesso al sincronismo di antenna, il quale non é altro che un sistema elettromeccanico atto a generare e a trasmottere tensioni che inviate alle placche deflettrici del tubo a raggi catodici dell'indicatore, fanno ruotare il pennello elettronico e permettono di conoscere ad ogni istante la posizione angolare dell’antenna rispetto alla prora e quindi la direzione del fascio di esplorazione. 3 - FUNZIONAMENTO DI UN RADAR NAUTICO AD IMPULSI Da quanto anzidetto si pud facilmente comprendere come funziona un Radar ad impulsi: iI trasmettitore viene fatto funzionare alla massima potenza di cui & ‘apace per un brevissimo periodo di tempo pari alla durata di un impulso che € generalmente inferiore a 1 « sec. Una volta che limpulso ha lasciato antenna, il trasmettitore viene bloccato ¢ rimane inattivo fino alla partenza del successivo impulso. Tale periodo di inattivita, pari all'intervallo di cadenza, @ in genere del'ordine di aleune centinaia di » sec. Per esempio se la cadenza di un Radar @ di 1000 impulsi al secondo @ ogni impulso ha la durata di 1 « sec. cid vorra dire che il trasmettitore sara attivo per 1 4 sec. e inattivo per tutto l'intervallo di cadenza che in questo caso sara 1/1000 di sec. oppure espresso in» 5 1,000,000 ns ———— = 1000 4s 1000 ‘© meglio tenendo conto del « s di trasmissione 1000 x8 — 1» sec. = 999 sec Durante ta trasmissione (in questo caso 1 x s) il commutatore elet- tronico T. R. blocca il ricevitore. L’energia contenuta nell’impulso a radio- frequenza viene awiata a mezzo di opportuni collegamenti (cavi_ coas- siali — guide dionda) dal trasmettitore all'antenna e irradiata nello spazi secondo un fascio di propagazione le cui caratteristiche (direzione, am- piezza verticale, ampiezza origzontale) dipendono dalt‘orientamento. del- antenna e dalle caratteristiche di costruzione di questultima. —6— L’energia cosi irradiata viaggia sotto forma di onda e. m. ed é sotto- posta ad una attenuazione che € direttamente proporzionale al quadrato della distanza altenuaz, = K D? Se le onde e. m. durante il loro cammino incontrano un ostacolo di qualsiasi genere questo produce una riflessione. Si pud quindi dire che ostacolo diventa a sua volta una sorgente di onde e. m. che si propagano in tutte le direzioni e solamente una pic- cola parte viene riflessa nella direzione di provenienza, ossia verso 'an- tenna emittente. Questa piccola energia riflessa viene ulteriormente atte- nuata durante il percorso di ritorno per effetto dell’assorbimento dovuto all'attraversamento dello spazio © si pud presumere in dofinitiva che I'e- nergia dell'eco di ritorno all'arrivo sull'antenna di provenienza, sia dell'or- dine: di quella partita tot 107 Questa piccolissima energia opportunamente mescolata, amplificata, rivelata e nuovamente amplificata arriva alla griglia del tubo elettronico facendone variare (in aumento) il potenziale positivo e permettendo cio8 al suo arrivo un flusso pit: forte di elettroni che si manifesta sul video ‘come una macchia luminosa pili o meno evidente e pi o meno distante dal centro, a seconda dellintensita dell’eco e del tempo impiegato dal raggio rriflesso a giungere al ricevitore e quindi della distanza a cui si si trova l'oggetto stesso. Schematicamente si pud cosi rappresentare il percorso di un impulso dal momento in cui lascia l'antenna al momento in cui arriva al tubo a raggi catodici. +<—_ 0m.__, ; i ed Impulso di Partenza di 1 » s dopo la mescolazione (riduzione di frequenza a 30-40 Mc) —6— dopo ta amplicazione in M. F. for dopo la 2* amplificazione Vimpulso cosi trasformato viene awiato alla griglia del T.R.C. PRINCIPAL! REQUISITI DI UN RADAR NAUTICO Un buon radar nautico per dare garanzia di sicurezza e precisione al navigante deve possedere i seguenti requisiti: a) ~ Sicurezza di awistamento: di tutti gli ostacoli, anche di piccole dimensioni che emergono dalla superficie del mare nella zona esplo- rata circostante la propria nave, sino al limite delVorlzzonte radar. ) = Buon potere risolutivo in distanza. . ©) ~ Buon potere risolutivo in brondeggio. 2) - Distanza minima rilevabile la -pit. bassa possibile. e) - Rappresentazione video indistorta rraasestminiamo ora le carattristiche che possono variare da Radar a dar. Frequenza di lavoro Bande S e X (\ = 10 = 3 cm) - la tendenza attuale dei costruttori @ per i 3 om. di A per poter silevare i pid piccoli bersagli. Potenza di Picco - (Pp) Da 10 - a 80 kw - Date le non grand portate richieste, non occor- ono grand potenze, Alcuni apparati lavorano anche con potenza di cw, La potenza di picco di un radar & assai maggiore di quella media con cui parte ogni impulso. 7 Per ottenerla occorre moltiplicare la Potenza di Picco globale per il cosiddetto ciclo di servizio che @ il rapporto fra la durata di un impulso ¢ lintervailo di cadenza espressi in x § - per esempio per un radar avente: Potenza di Picco 60 Kw Durata Impulsodn s impulsi Cadenza 1000 ——— cioé intervallo di cadenza 1000 » s secondo ta potenza di ogni impulso é 60.000 w. 1 5 p = ———_— _ = © watt 1000 » Durata delt'itmpulso - (8) Duplice o triplice (fra 0,05 e 1 ns 5) - Brevi durate per ottenere (come vedremo in seguito) rappresentazioni indistorte e buoni poteri risolutori in distanza, Limpulso pid breve sara imipegato per le distanze brevi. Cadenza - (Cad.) Molto alta (1000 - 4000 impulsi al secondo). Non vi @ necessita di un intervallo molto forte fra impulso e impulso date le portate relati- vamente modeste che si richiedono. (Vedremo in seguito la dipendenza fra intervallo di cadenza e distanza massima rilevabile). Antenna A settore di barile (parabolica) o a formaggio comunque molto diret- tiva e con elevato guadagni - la velocita di rotazione deve essere assai elevata (20 - 25 giri al minuto con esplorazione circolare nel piano oriz- zontale. ‘Oggi si usano molto anche le antenne cosiddette a bastone o fessurate che sono una derivazione di quelle a formaggio. Lobo di emissione Molto direttivo nel piano orizzontale (g’= 1°, 5 = 2") e abbastanza ampio nel piano verticale per evitare la perdita dei bersagli in caso di forti oscillazioni della nave per effetto del moto ondoso (p= 20° + 30°). Esaminiamo separatamente queste caratteristiche: Lasciando per ultima la frequenza di lavoro esaminiamo una per una tutte le caratteristiche. Potenza di Picco E' fattore determinante, assieme all'intervallo di cadenza, della distanza massima di localizzazione del radar — Maggiore é la potenza ossia l'ener- gia @. m. contenuta nello impulso e maggiore é la distanza alla quale lo stesso bersaglio d& una eco rilevabile. Apertura orizzontale de! tobo E' fattore determinante della discriminazione un azimuth e della precisione nei rilevamenti —1~— e 2. . Cadenza = numero di impulsi al secondo i/s i = intervallo di cadenza (tempi di riposo del magnetron) Pp = Potenza di Picco 8 = durata dell'impulso in » sec. A proposito della Portata in ogni radar dobbiamo distinguere tre por- tate: 1) - Portata teorica 2) - Portata effettiva 3) - Portata geogratica La prima dipende esclusivamente dallintervallo di cadenza ed é eguale a tante volte 150 metri quanti sono i » § compresi nelt'intervallo di cadenza La seconda é la massima distanza alla quale possono arrivare gli Impulsi e deve essere sempre minore della prima, La terza dipende invece dall'altezza dell'Antenna e dall'altezza dell’o- stacolo sul livelio de! mare. Durata dell impulso E' fattore determinante della distanza minima di localizzazione del Radar, Pid € lungo limpulso e maggiore @ il tempo in cui il ricevitore rimane bloccato, Poiché la velocita di propagazione dell'energia @. m. & di 3.10" metri/secondo, un impulso della durata li 1» sec. occupa uno 3.10" 4 spazio s = vt = ———— metri ossia = m. 300 e consente quindi al 10° icevitore ta rivelazione di una eco soltanto se il bersaglio si trova a una 300 distanza immediatamente superiore am. — 150 (tenendo conto della 2 andata e del ritorno}, In pratica la distanza minima di localizzazione @ superiore a quella teorica stabilita dalla durata dell'impulso (150 m. per ogni « sec.) a causa del tempo di ricupero (recovery time) dovuto all'inerzia del commutatore T.R. e dagli stadi di amplificazione del ricevitore. La durata dell'impulso @ inoltre fattore determinante del potere sepa- Fatore in distanza del Radar, in quanto gli echi di due bersagli situati sullo stesso rilevamento a distanza interiore l'uno dall‘altro a 150 m. (per § 1» sec.) risultano riuniti in uno solo e non separati fra di loro. — 19 I valore della durata dell'impulso (8) varia da 0.1 » sec. per Radar centimetri a 20 » sec. per Radar impiegati nella scoperta lontana. La durata dell'impulso @ anche legata alla portata massima perche, ‘a parita di potenza di Picco (Pp), quanto pid lungo é l'impulso tanto maggiore @ il suo contenuto energetico. Contenuto energetico = Pp - 8 Cos! in quei casi in cui il potere separatore in distanza non ha inte- tesse prevalente sulla intensita della eco ricevuta, la durata dell'impulso pud arrivare a valori assai al Il radar usato per misurare Ia distanza dalla Terra alla Luna, aveva un durata pulso di qualche decimo di secondo. | moderni apparati (tra cui anche i Radar Nautici) consentono di variare ta durata dell'im- pulso a seconda delle diverse condizioni di impiego. Cadenza (0 frequenza di ripetizione) E’ fattore determinante dela velocita di rotazione dell’antenna. Infatti tanto maggiore @ il numero di impulsi che colpiscono i! ber- saglio nel tempo di persistenza del fascio irradiato sul bersaglio stesso, tanto maggiore @ I'effetto integrante sull'eco nel sistema di rappresen- tazione e quindi la probabilita di identificazione dell'eco stesso in mezzo al “rumore" e agli echi sparsi inevitabilmente presenti La teoria insegna e la pratica dimostra che occorre un numero di impulsi riflessi dal bersaglio non inferiore a 5 - 6 per avere una buona eco rilevabile. Una frequenza di ripetizione troppo bassa unitamente a una elevata felocita di rotazione deli'antenna, potrebbe addirittura far si che i fascio itradiato "spazzi" il bersaglio nell'intervallo fra due impulsi_ successivi senza che questo sia investito da energia e. m.e quindi senza dar luogo ad alcuna eco. La cadenza @ anche funzione detla portata massima (0 megiio teorica) di localizzazione del Radar, percha lintervallo, in termini di spazio, fra impulso e il successivo, deve essere superiore alla distanza massima dei Peto possibili ostacoli onde evitare che la eco del primo impulso riflesso da un ostacolo lontano possa erroneamente essere interpretato come |'eco dell'impuiso successivo riflesso da un ostacolo pill vicino; in altre parole Feco di un oggetto lontano pud arrivare al video quando @ gia partito Vimpulso successivo e la distanza che si misurerebbe, sarebbe quindi eguale a quella vera diminuita di quella corrispondente alt'intervallo di cadenza. La cadenza, come abbiamo gia visto, @ I'inverso dello intervallo fra due impulsi successivi. il suo valore varia fra 1,000 intervalli/secondo e 10.000 int/sec. a seconda doll applicazioni, in funzione della portata massima, della velocita di esplorazione @ della durata dell'impulso. Questa ultima dipendenza @ dovuta al fatto che, se l'impulso & pit lungo, ossia se ha maggior contenuto energetico, minore pud essefe il numero degli impulsi necessari a dare lo stesso effetto integrante sull'eco (meno di 5 echi. 1 moderni apparati consentono come gid detto di variare la cadenza in relazione alle diverse condizioni di impiego. Forma dell'impulso E’ funzione delle caratteristiche operative del Radar. In genere la forma, (ossia I'inviluppo del pacchetto di onde trasmes- 0}, @ quella reltangolare. Inviluppo rettangolare | vantaggi della forma rettangolare sono: — Mantiene costante la frequenza di trasmissione durante l'intera durata delimpulso: ot — consente maggiori precisioni nella misura della distanza (per una pid netta individuazione dei fronti anteriori di riferimento dell'impulso tras- messo @ di quello della eco che, con forma rettangolare sono ripidi): — maggior possibilita di discriminare bersagli piccoli La forma rettangolare @ percid necessaria per i Radar del tiro e per Radar ad alto potere risolutivo in genere Gli svantaggi sono: — Maggior ampiezza di banda occupata in trasmissione e necessaria nel ricevitore per una fedele riproduzione dell’impulso di eco, perché mag- giore @ il numero delle frequenze armoniche contenute in un inviluppo Fettangolare rispetto a quelle contenute in inviluppi di altra forma, Inviluppi di altra forma | Ad, AN — complicazioni nei ricevitori; Cid comporta — maggior potenza di rumore entrante © quindi peggioramento del rap- segnale porto ———— con conseguente minore probabilita di identificazione rumore della eco in mezzo al rumore e cioé minor portata massima all’appa- recchio. Negli impianti Radar il rumore presente all'uscita del rice- vitore & costituito da quello dovuto alla agitazione termica degli elet- troni netlo spazio circostante antenna e nei reofori e tubi degli stadi rf. internamente al ricevitore e da quello dovuto al ritorno dalla superficie del mare e dagli echi sparsi in genere (clutters). — Maggior sensibilita al disturbo provocato dal nemico che riesce ad entrare nel ricevitore anche se non @ esaitamente centrato sulla frequenza radar di lavoro. — Maggiore possibilita di interferenza diretta 0 per armoniche fra appa- ‘ati operanti in una data banda di frequenza. Concludendo: Agli effetti della portata di localizzazione radar le varie caratteri stiche dell'impulso precedentemente viste sono strettamente interdipen- denti — 22 Infatti con alta potenza di picco (Pp) @ breve durata di impulso (6) si ha lo stesso risultato che con bassa potenza e durata lunga [il conte- nuto energetico Pp ' 6 @ lo stesso) = i Che VILLI ALAS CL YZ) CYL PLE DL 1) — 5 w Cosi pure una elevata frequenza di ripetizione o una lenta velocita di esplorazione del'antenna possono supplire ad una bassa potenza di pico o ad una breve durata di impulso. Cid che conta sono: La energia in gioco (Pp X 4) e il numero di impulsi trasmessi e rice- vuli nel tempo di persistenza del fascio radar sul bersaglio. Esaminiamo ora ia Frequenza di lavoro f La frequenza owerossia la lunghezza d'onda @ forse il parametro piu importante di un apparato radar dal punto di vista sia delle sue carat- teristiche tecniche che dalle sue prestazioni. La scelta del suo valore dipende da molte con: espongono brevemente: ferazioni che si a} La frequenza di lavoro di un radar dipende dalle dimensioni geome- {riche deli’antenna (A) consentite dalle condizioni di postazione e di impiego. Infatti_ per avore un diagramma di emissione direttivo @ neces- serio che f sia molto grande rispetto alle dimensioni lineari del radia lore. A Guadagno (6) = K — ¥ Per aumentare G 0 si agisce su A (dimensioni dell'antenna) o si dimi- nuisce A e si aumenta quindi f. Sulle navi percid dove per owi motivi sono necessarie antenne di dimensioni limitate, @ necessario usare frequenze elevate. = 28 b) La frequenza influisce poi sul grado di precisione nella determi- nazione delle coordinate angolari (azimut) di un bersaglio e sul potere separatore in azimut. Infatti l'acutezza del fascio ossia la direttivita ¢ tanto maggiore quanto pid piccola @ » (f elevata) rispetto alle dimensioni del radiatore. ) La frequenza influisce sulla precisione in distanza e sul potere sepa- ratore in distanza perché pit corta é la onda e pill ripido (preciso) e stretto pud essere lo impulso. Percid i radar del tito e quelli ad alto potere risolutivo dovendo avere fasci di emissione molto stretti e impulsi stretti e ripidi, devono impie~ gare frequenze molto elevate. 4) La frequenza di lavoro influisce inoltre sulla forma del diagramma di radlazione dell'antenna radar 0, come si dice, sul diagramma di copertura radar richiesto dalle caratteristiche di impiego dell'appa- rato. E' gid stato accennato al fatto che il fascio irradiato da un‘antenna & tanto pill acuto quanto maggiore @ la frequenza rispetto alle dimen- A sioni lineari delt'antenna (dipende dal rapporto ¥ In presenza di” superticie riflettente (mare o terreno) il diagramma di radiazione nel piano verticale risulta notevolmente alterato perché Vonda diretta e quella riflessa dalla superficie risultano, nelle varie direzioni del piano verticale, alternativamente in fase 0 in opposi- zione di fase a seconda della differenza del percorso. La dove energia diretta e riflessa si sommano fra loro si hanno zone i luce, dove si sottraggono, zone d'ombra. Ogni qualvolta percié il fascio radar interseca una superficie riflet- tente, il diagramma di radiazione nel piano verticale non presenta un solo lobo ma una serie di lobi piu o meno serrati aventi I'aspetto di una mano aperta o di un ventaglio. CSD SS lobo di emissione in assenza di lobo di emissione alterato dalla superficie riflettente superfirie riflettente (terra o mare) Ora, a parita di dimensioni di antenna, quanto pid bassa @ la frequenza tanto pit: ampio @ il fascio e tanto maggiormente sara interessata la superficie rifiettente con conseguente maggior frastagliamento del fascio dei lobi. — 24 — v\ Quanto pill alta @ la frequenza tanto pid serrati saranno i lob! prodotti dalla riflessione della superficie perché minore é la differenza di per- corso in termini di lunghezza d’onda che da luogo a combinazioni di onda diretta e riflessa in fase o in opposizione di fase. TSS OS °) 9 radar a bassa frequenza radar ad alta frequenza Analogamente a parita di altezza di postazione dell’antenna, quanto pid alta @ la frequenza tanto pid radente alla superficie @ il contorno inferiore del primo lobo interessato aila localizzazione dei bersagli superficial Perci i radar di scoperta navale e i radar nautici debbono impiegare frequenze molto elevate. La frequenza di lavoro dipende anche dalle dimension! geometriche del bersaglio contro cui il radar & destinato ad operare. In genere un bersaglio si comporta come un insieme di circuiti risonanti che, col- piti dalla energia e. m. trasmessa, entrano in oscillazione e re-irradiano a loro volta in tutte le direzioni. La concentrazione della energia re-irradiata nelle direzioni di prove- nienza é tanto maggiore quanto maggiori sono le dimensioni dell'o- stacolo rispetto alla lunghezza d’onda incidente, Bersaglio energia reirradiata = K. a guindi con. bersagli piccoli per aumentare il rapporto occorre dimi- nuire Ae quindi usare frequenze elevate. La frequenza di lavoro @ strettamente legata alla potenza e alla stabi- lita del trasmettitore nonché alla sensibilita del ricevitore. A parita di altre condizioni un trasmettitore fornisce potenze tanto maggiori quanto minore ¢ la frequenza di lavoro. Tende inoltre a mantenere maggiormente costante la frequenza di oscillazione quanto pid bassa é ta frequenza di lavoro. Cosi pure a parita di altre condizioni in un ricevitore la potenza di rumore sia interno che provocate da echi di ritorno della superficie, cresce col crescere della frequenza, ossia il rapporto segnale-rumore @ tanto pit basso quanto pid corta @ l'onda usata. Si comprende gia fin da ora come negli apparati radar centime- tricl, ove il rumore @ di per sé stesso elevato, non @ possibile usare stadi di amplificazione in A. F. che amplificherebbero oltre al segnale anche il rumore, ma si @ obbligati ad operare subito la conversione — 25 — allentrata del ricevitore a mezzo di mescolatorliza cristallo (mixer) privi di rumore. Per radar ad onda metrica @ invece possibile amplificare in A. F. per- che la tensione di rumore é minore, con sonseguente: miglioramento del rapport segnale/disturbo. g} La frequenza di lavoro é inoltre strettamente legata alla propagazione perché ~ V’attenuazione sulla superticie cresce col crescete della trequenza (maggiore su terra che su mare). Cid in concomitanza con il fatto che la rifrazione troposterica (strato superticiale dell'atmosfera) e quindi 'incurvamento in basso delle onde radar, in condizioni_normali di propagazione, @ maggiore per le fre- quenze pili basse. Cid fa si che le’onde metriche-si propagano (oltre Forizzonte ottico) meglio di quelle centimetriche. — assorbimento e la diffusione della energia ©. m. da parte del vapore acqueo e dall‘ossigeno contenuto nella. atmasfera, si presenta per le onde pid corte (fino a 10 cm.) e non per:quelle- piu lunghe. Cid fa si che un radar di lunghezza d'onda di 3 cm.-o. ries¢e.a loca- lizzare concentrazioni di nubi o piovaschi; mentre cid won & passibile con radar funzionanti su onde maggiori Perd al di sotto dei 2 cm. di a, 'assorbimente.é tale che non-si ha diffusione ed & impossibile ta iocalizzazione..di-aggett — Condizioni anormali di propagazione dovuteva inversione di gra- diente di temperatura e di Umiditéenelia tropostera, influenzano molto di pit le onde centimetriche che quelle metriche. h) Dalla frequenza di lavoro dipende infine ta magglore o minore possi- bilita che un radar sia disturbato dal .nemico.ossia che: it ticevitore radar sia saturato da energia di disturbo.emessa.dlaliberatamente dal nemico sulla frequenza:di tavoro, allo scopo

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