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Un archetipo
politico
La Boétie, Pomponazzi, Machiavelli
SANDRO LANDI
1. La moltitudine incantata
1
E. Lablénie, L’énigme de la servitude volontaire, in «Revue du Seizième siècle», 17
(1930), pp. 203-227; J. Balsamo, D. Knop, De la servitude volontaire. Rhétorique et po-
litique en France sous les derniers Valois, Mont-Saint-Aignan, Presses Universitaires de
Sandro Landi, Université Bordeaux-Montaigne, Maison des Sciences de l’Homme de Borde-
aux, Domaine Universitaire Esplanade des Antilles F 33607 Pessac cedex, Bordeaux, sandro.
landi@u-bordeaux-montaigne.fr.
STORIA DEL PENSIERO POLITICO 3/2021, 377-400 ISSN 2279-9818 © Società editrice il Mulino
Sandro Landi
Grand’ chose certes et toutesfois si commune qu’il s’en faut de tant plus douloir
et moins s’esbahir, voir un million d’hommes servir miserablement aiant le col sous
le joug non pas contrains par une plus grande force, mais aucunement (ce semble)
enchantes et charmes par le nom seul d’un, duquel ils ne doivent ni craindre la puis-
sance puis qu’il est seul, n’y aimer les qualités puis qu’il est en leur endroit inhumain
et sauvage3.
7
Ivi, p. 19.
8
Cfr. ad es. https://www.lemonde.fr/blog/binaire/2020/04/12/snowden-dorwell-
a-la-boetie/; il recente convegno Présences de La Boétie Histoire et actualité de l’énig-
me de la servitude volontaire insiste ugualmente sulla pertinenza del paradigma della
servitù volontaria nell’era digitale: https://univ-droit.fr/actualites-de-la-recherche/
manifestations/35441-presences-de-la-boetie-histoire-et-actualite-de-l-enigme-de-la-ser-
vitude-volontaire.
9
M. García-Alonso, La Boétie and the Neo-Roman Conception of Freedom, in «History
of European Ideas», 3 (2012), 39, pp. 317-334.
10
M. Abensour, M. Gauchet, Les leçons de la servitude et leur destin, in E. De La
Boétie, Le discours de la servitude volontaire (1976), Paris, Payot, 2002, p. 9.
11
Ibidem, con riferimento a C. Lefort, Le travail de l’œuvre Machiavel (1972), Paris,
Gallimard, 1986.
12
N. Panichi, «Enchantés et charmés par le nom seul d’un», cit., p. 359.
Paris, Payot, 2002, pp. 269-335, p. 291; J.-P. Cavaillé, Langage, tyrannie et liberté, cit.,
p. 12.
15
https://www.littre.org/definition/enchantement.
16
https://www.littre.org/definition/charme.
2. «Infiniti lo credevono»
Al popolo di Firenze non pare essere né ignorante né rozzo: nondimeno da frate Gi-
rolamo Savonarola fu persuaso che parlava con Dio. Io non voglio giudicare s’egli era
vero o no, perché d’uno tanto uomo se ne debbe parlare con riverenza: ma io dico bene,
che infiniti lo credevono sanza avere visto cosa nessuna straordinaria, da farlo loro credere;
perché la vita sua la dottrina e il suggetto che prese, erano sufficienti a fargli prestare fede18.
Ma quel ch’a molti molto più non piacque;/ e vi fe’ disunir, fu quella scuola/ sotto
‘l cui segno vostra città iacque:/ i’ dico di quel gran Savonerola,/ el qual, afflato da
virtù divina,/ vi tenne involti con la sua parola23.
21
N. Machiavelli, Istorie fiorentine, Milano, Feltrinelli, 1962, p. 545 (VIII, 19).
22
Cfr. M. Martelli, Machiavelli e Savonarola, in G.C. Garfagnini (a cura di), Savonaro-
la. Democrazia, tirannide, profezia, Firenze, Sismel, 1998, pp. 67-89.
23
N. Machiavelli, Opere letterarie, Milano, Adelphi, 1964, p. 240, corsivo mio.
24
Cfr. «involto» in Accademia della Crusca, Lessicografia della Crusca in Rete, http://
www.lessicografia.it.
25
Decisive a questo riguardo le letture di C. Lefort, Le nom d’Un, cit., pp. 311-324,
e J. Balsamo, «Le plus meschant d’entre eux ne voudroit pas estre Roy». La Boétie et Ma-
chiavel, in D. Courcelles (sous la direction de), Le pouvoir des livres à la Renaissance,
Les rois d’assyrie et ancore apres eus ceux de Mede ne se presentoient en public
que le plus tard qu’ils pouvoient, pour mettre en doute ce populas, s’ils estoient en
quelque chose plus qu’hommes, et laisser en ceste resverie les gens qui font volontiers
les imaginatifs aus choses desquelles ils ne peuvent juger de veue35.
Tousjours ainsi le peuple sot fait lui mesmes les mensonges pour puis apres les
croire, prou de gens l’ont ainsi escrit, mais de façon quil est bel a voir quils ont amassé
cela des bruits de ville, et du vain parler du populas36.
Ivi, p. 112.
35
Ivi, p. 113.
36
37
Ivi, p. 116.
38
N. Machiavelli, Opere letterarie, cit., rispettivamente p. 286 e p. 58. Sulla nozione di
«devozione» nella Mandragola cfr. G. Lettieri, Il Cantico dei cantici chiave della Mandra-
gola. Callimaco figura del papa mediceo, voltando carta tra lettera erotica e allegoria cristolo-
gico-politica, in A. Guidi (a cura di), Niccolò Machiavelli. Dai «castellucci» di San Casciano
alla comunicazione politica contemporanea, Roma, Vecchiarelli, 2019, pp. 43-100.
39
N. Machiavelli, Discorsi, cit., p. 40, corsivo mio.
40
Ivi, pp. 40-41.
41
Andreae Cattanii Imolensis, Opus de intellectu et de causis mirabilium effectuum,
s.l., s.d.
42
Cfr. C. Colombero, Andrea Cattaneo, in Dizionario Biografico degli Italiani, 22,
1979, http://www.treccani.it/enciclopedia/andrea-cattaneo_(Dizionario-Biografico). Su
questo testo, nel contesto del dibattito su Avicenna a Firenze, ha per primo attirato l’at-
tenzione E. Garin, Dal Medioevo al Rinascimento, Firenze, Sansoni, 1950, pp. 55-56;
Id., Dal Rinascimento all’Illuminismo, Pisa, Nistri-Lischi, 1970, pp. 60-61; P. Zambelli,
L’immaginazione e il suo potere. Desiderio e fantasia psicosomatica o transitiva, in Ead.,
L’ambigua natura della magia, Venezia, Marsilio, 1996, pp. 53-75; N.G. Siraisi, Medicine
& the Italian Universities 1250-1600, Leiden, Boston, Köln, Brill, 2001, p. 236.
43
A. Cattani, Opus de intellectu, cit., f 1r.
44
S.W. De Boer, The science of the soul: the commentary tradition on Aristotle’s «De
anima» c.1260-c.1360, Leuven, Leuven University Press, 2013.
45
A. Cattani, Opus de intellectu, cit., f 1v: «nullam invenimus magis ad veram fidem
accedentem».
46
Cfr. U. Stefanutti, Antonio Benivieni, in DBI, 1966, http://www.treccani.it/enciclo-
pedia/antonio-benivieni_(Dizionario-Biografico); N.G. Siraisi, M. Bresadola, Segni evi-
denti, teoria e testimonianza nelle narrazioni di autopsie del Rinascimento, in «Quaderni
storici», 36 (2001), Fatti: storie dell’evidenza empirica, pp. 719-744.
47
Antonii Benivenii, De abditis nonnullis ac mirandis morborum et sanationum causis,
Florentiae 1507, capitoli IX («Sanatum genu miraculo evidenti») e X («Miraculo libera-
tus»).
48
Avicenna latinus, Liber de anima seu sextus de naturalibus, edizione critica della tra-
duzione latina medievale di S. Van Riet, Lovanio, Brill, 1968, p. 64: «Attende dispositio-
nem infirmi cum credit se convalescere, aut sani cum credit se aegrotare : multotiens enim
contingit ex hoc ut cum corroboratur forma in anima eius, patiatur ex ea ipsius materia
et proveniat ex hoc sanitas aut infirmitas, et est haec actio efficacior quam id quod agit
medicus instrumentis suis et mediis».
49
Cfr. L. E. Goodmann, Avicenna, Ithaca e London, Cornell University Press, 2006,
p. 211.
50
A. Cattani, Opus de intellectu, cit., f 35r-v., e E. Garin, Dal Medioevo al Rinasci-
mento, cit., p. 56.
da un’enciclopedia medica del XIV secolo, più volte pubblicata prima del
’500, il Conciliator del padovano Pietro d’Abano51. L’incantatore (praecan-
tator) vi si legge, «deve essere scaltro (astutus), pieno di fiducia (credulus) e
di empatia (affectuosus), dotato di animo impressionabile; l’incantato (in-
cantandus) deve essere pieno di desiderio e interamente disposto affinché
l’azione cada come in materia preparata»52.
Fin dall’antichità, medici e teologi si sono interrogati sull’origine (divi-
na, demoniaca o naturale) degli incantesimi. Il Conciliator costituisce un
punto di svolta, concentrando il dibattito sul carattere naturale degli in-
cantesimi e sul loro potere terapeutico53. Pietro d’Abano definisce l’incan-
tesimo come una formula la cui enunciazione provoca effetti verificabili
per quanto straordinari e stupefacenti. Secondo il Conciliator, che segue
Avicenna, la causa recondita di questa categoria di fatti è nel potere della
mente di influenzare sé stessa e di agire a distanza su uomini, animali, cose.
È necessario sottolineare che questa dottrina implica un duplice
risvolto, etico e politico. Nel Conciliator (differentia 156), Pietro d’A-
bano spiega l’efficacia della formula d’incanto citando l’Etica nico-
machea (III, 1) sulle parole d’amore («de amore verba»)54. Come ha
dimostrato Béatrice Delaurenti, si tratta di una citazione inesatta55.
Nello stesso capitolo, Aristotele affronta la volontarietà e l’involonta-
rietà degli atti umani e tratta il caso di atti la cui natura è ambigua56.
Per esempio, «le azioni che si compiono per paura di mali più grandi
oppure per qualcosa di bello […] è discutibile se siano volontarie o
involontarie». Aristotele cita in particolare le azioni che si compiono
perché comandate da un tiranno: si tratta di atti volontari la cui scelta
dipende però da una costrizione, in sostanza un atto volontario for-
zato. Come osserva sempre Delaurenti, nel Conciliator, l’argomento
che segue il riferimento all’Etica riguarda la fiducia dell’incantato,
indispensabile per il successo dell’incanto57. Alla luce delle categorie
51
Pietro D’Abano, Conciliator controversiarum quae inter philosophos et medicos ver-
santur, Venezia, Giunti, 1548.
52
Pietro d’Abano, Conciliator, cit., p. 223 e B. Delaurenti, La puissance des mots, cit.,
p. 360.
53
Cfr. B. Delaurenti, La puissance des mots. «Virtus verborum». Débats doctrinaux sur
le pouvoir des incantations au Moyen Age, Paris, Cerf, 2007.
54
Pietro d’Abano, Conciliator, cit., p. 222 v.
55
B. Delaurenti, La puissance des mots, cit., p. 343.
56
Aristotele, Etica nicomachea, Milano, Bompiani, 2015, p. 111.
57
B. Delaurenti, La puissance des mots, cit., p. 344; Pietro d’Abano, Conciliator, cit.,
p. 223r: «praecantatio est oratio admiranda affectione in subsidium incantati praecipue
confidentis explicata».
58
B. Delaurenti, La puissance des mots, cit., p. 344.
59
Aristotelis stagiritae peripateticorum principis, Ethicorum ad Nicomachum libri de-
cem, cum Donati Acciaioli florentini commentariis, Lyon, 1560, pp. 179-180: «id autem
est violentum cuius principium est foris, in quod nihil his qui agit, aut patitur confert».
60
Cfr. P. Zambelli, L’immaginazione e il suo potere, cit., pp. 62-63.
Oltre Avicenna, è evidente in queste linee l’eco del recente caso Sa-
vonarola. La descrizione della massa dei fiorentini incantata dalle sue
parole («infiniti»), presente nei Discorsi (I, 12), sembra coerente con
il potere di influenza attribuito a questa figura. Cattani definisce pro-
feti ed oracoli «divino afflatu concitati», mossi da ispirazione divina63.
Come visto, nel definire l’origine della virtù profetica di Savonarola,
Machiavelli, nel Decennale primo, lo dice, ispirato («afflato») da Dio
(«el qual, afflato da virtù divina, / vi tenne involti con la sua parola»):
quasi un calco di Cattani. Forse nei primi anni del ‘500, la dottrina di
Avicenna penetra negli ambienti dell’esecutivo repubblicano e contri-
buisce ad un linguaggio medico-politico condiviso. Molto probabil-
mente il caso Savonarola, caso mirabile per eccellenza di incantesimo
e soggezione di massa, costituisce una svolta nella storia politica della
psicologia, permettendo, per la prima volta, di pensare a fenomeni di
influenza psicosomatica non solo individuali ma su larga scala.
5. «Satisfatti e stupidi»
potere, p. 72.
63
Ivi, cit., f 34v.
64
Ad esempio nella Clizia, in Machiavelli, Opere letterarie, cit., p. 116; nella favola
Belfagor Arcidiavolo, ivi, p. 194; una lettera di Filippo de’ Nerli del settembre 1525, gli at-
tribuisce, forse facetamente, una conoscenza degli incantesimi («questa vostra scientia»):
N. Machiavelli, Lettere, Milano, Feltrinelli, 1981, p. 437.
65
Con riferimento a Mosè, cfr. A. Brown, Moses, Machiavelli and The Prince, in «Sto-
ria del Pensiero Politico», 9 (2020), pp. 393-412, p. 411.
66
N. Machiavelli, Discorsi, cit., p. 38; su Numa, cfr. E. Cutinelli Rendina, Chiesa e
religione in Machiavelli, cit., pp. 163-166, e Id., Numa in Enciclopedia Machiavelliana,
https://www.treccani.it/enciclopedia/numa-pompilio_%28Enciclopedia-machiavellia-
na%29/.
67
Cfr. N. Machiavelli, Discorsi, cit.; il curatore Corrado Vivanti (ivi, p. 435) cita Plu-
tarco come fonte di Machiavelli.
68
N. Machiavelli, Arte della guerra e scritti politici minori, Milano, Feltrinelli, 1961,
p. 516.
69
«In quale debbe essere più timore d’Iddio, che in colui che ogni dì, sottomettendosi
a infiniti pericoli, ha più bisogno degli aiuti suoi?», ivi, p. 326.
70
Ivi, p. 478.
71
Ivi, p. 441.
72
Ivi, p. 487.
73
N. Machiavelli, Il Principe, cit., pp. 45-47; ma il commento più approfondito è in
N. Machiavelli, Il Principe, Roma, Salerno, 2006, pp. 136-139. La bibliografia su questo
episodio è molto ampia, cfr. S. Landi, Lo sguardo di Machiavelli. Una nuova storia intel-
lettuale, Bologna, Il Mulino, 2017, pp. 87-91.
74
L. Thorndike, A History of Magic and Experimental Science, vol. V, New York,
Columbia University Press, 1941, p. 90.
75
Cfr. V. Perrone Compagni, Pietro Pomponazzi, in Dizionario Biografico degli Italia-
ni, 84, 2015, http://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-pomponazzi_(Dizionario-Bio-
grafico), e l’introduzione di Ead. in P. Pomponazzi, De incantationibus, Firenze, Olschki,
2011.
76
Cfr. P. Zambelli, L’immaginazione e il suo potere, cit., pp. 72-75.
77
Su Machiavelli e Pomponazzi e relativa bibliografia, cfr. S. Landi, I due corpi della
moltitudine. Su un concetto chiave della critica machiavelliana, in «Storia del Pensiero
Politico», 9 (2020), pp. 365-392, pp. 386-390; M. Geuna, Machiavelli, la «variazione delle
sette» e la critica al Cristianesimo, in G. Cappelli (a cura di), Al di là del Repubblicanesimo.
Modernità politica e origini dello Stato, Napoli, Unior Press, 2020, pp. 189-244, pp. 230-
231. Sul confronto Cattani-Pomponazzi, è utile partire da F. Piro, Sull’antropologia dei
rudes prima di Vico. Immaginazione, credulità, passionalità, in «Laboratorio dell’ISPF»,
1 (2005), pp. 337-369.
78
P. Pomponazzi, De naturalium effectuum causis sive de incantationibus, Basilea, Ex
officina Henricpetrina, 1567, p. 124.
79
Ivi, p. 100; su questo miracolo, cfr. G. Giglioni, Il cielo sopra l’Aquila: Pietro Pom-
ponazzi su immaginazione e devozione popolare, in M. Sgarbi (a cura di), Pietro Pomponaz-
zi: tradizione e dissenso, Firenze, Olschki, 2010, pp. 271-283.
80
P. Pomponazzi, De incantationibus, cit., p. 253.
81
Ivi, p. 54.
82
Ivi, p. 53.
A volte [gli incantatori] riescono a forzare la volontà, per esempio, quando la forza
della ragione è incantata (ligata est vis rationis): allora gli uomini sono come animali
che si lasciano condurre e non sono più padroni delle loro azioni. Allora la volontà non
è più padrona ma bestiale e schiava (sed efficitur bestialis et serva)85.
83
Ivi, p. 284.
84
Ibidem.
85
Ivi, p. 192.
86
Cfr. L. Regnicoli, Processi di diffusione materiale delle idee: i manoscritti del De in-
cantationibus di Pietro Pomponazzi, Firenze, Olschki, 2011, e G. Zanier, Ricerche sulla dif-
fusione e fortuna del «De incantationibus» di Pomponazzi, Firenze, La Nuova Italia, 1975.
Il est vraisemblable, que le principal crédit des miracles, des visions, des enchan-
tements et de tels effets extraordinaires, vienne de la puissance de l’imagination, agis-
sant principalement contre les âmes du vulgaire, plus molles. On leur a si fort saisi la
créance qu’ils pensent voir ce qu’ils ne voient pas90.
92
Su questa nozione di moltitudine cfr. S. Landi, I due corpi della moltitudine, cit.
93
P. Pomponazzi, De incantationibus, cit., pp. 47 e 96.
94
É. De La Boétie, De la servitude volontaire, cit., p. 113.
95
Ad es. M. de Montaigne, Essais, cit., p. 257 (I, XXVII).
96
J. Wier, De Praestigiis daemonum et incantationibus ac veneficiis, libri V, Bâle, J.
Oporinum, 1566; Cinq livres de l’imposture et tromperie des diables, des enchantements
et sorcelleries, pris du latin de Jean Wier et faits françois par Jaques Grévin, Paris, J. Du
Puys, 1567; Histoires, disputes et discours des illusions et impostures des diables, des magi-
ciens infâmes, sorcières et empoisonneurs, des ensorcelez et démoniaques et de la guérison
d’iceux, Paris, Jaques Chouet, 1579. H. Busson, Introduction, cit., p. 72, cita Wier come
possibile intermediario tra Montaigne e Pomponazzi.
97
Cfr. M. Bloch, I re taumaturghi. Studi sul carattere sovrannaturale attribuito alla
potenza dei re particolarmente in Francia e in Inghilterra (1924), Torino, Einaudi, 1989.
98
M. Weber, Economia e società, vol. I, Milano, Edizioni di Comunità, 1961, p. 238;
Sulla questione del carisma, cfr. F. Tuccari, Carisma e leadership nel pensiero di Max
Weber, Milano, Franco Angeli, 1991.
99
M. Weber, Economia e società, cit., vol. I, p. 238.
100
Cfr. M. Bloch, I re taumaturghi, cit., p. 328, e il testo matriciale Id., Réflexions d’un
historien sur les fausses nouvelles de la guerre (1921), Paris, Allia, 2007.
101
M. Weber, Economia e società, vol. I, p. 239, e M. Bloch, I re taumaturghi, cit., pp.
40-41.
102
Cfr. J. Garnett, G. Rosser, Spectacular Miracles: Transforming Images in Italy from
the Renaissance to the Present, London, Reaktion Books, 2013.
103
Cfr. J.P. Zuquete, Populism and religion, in C. Rovira Kaltwasser, P.A. Taggart,
P. Ochoa Espejo, P. Ostiguy (eds), The Oxford Handbook of Populism, Oxford, Oxford
University Press, 2017, pp. 445-466.