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Giordano Bruno, Corpus Iconographicum
Giordano Bruno, Corpus Iconographicum
CORPUS
ICONOGRAPHICUM
LE INCISIONI NELLE OPERE A STAMPA
ADELPHI
GIORDANO BRU O
CORPUS
ICONOGRAPHICUM
LE INCISIO I ELLE OPERE A STAMPA
ADELPHI
Giordano Bruno
De umbris idearum
Ruote mnemoniche
Adelphi
/
Giordano Bruno
Corpus
iconographicum
Le incisioni nelle opere a stampa
Adelphi
CORPUS
ICONOGRAPHICUM
LE INCISIONI NELLE OPERE A STAMPA
ADELPHI EDIZIONI
Questa pubblicazione è promossa dal Comitato Na
zionale per le celebrazioni di Giordano Bruno nel
quarto centenario della morte, in collaborazione
con l'Isti tuto Nazionale di Studi sul Rinascimento .
ISBN 88-459-1667-7
Dedicato alla memoria degli amici
Sandra Bussu
Arnaldo Pini
Fraterne peramanter
PREMESSA
OPERE ITALIANE
Altre edizioni:
Candelaio G. Bruno, Candelaio, a cura di V. Spam
panato, Bari, 1 923
XIV TAVOLA DELLE ABBREVIAZIONI
OPERE LATINE
Altre edizioni:
Idiota
De somnii int. G. Bruno, Due dialoghi sconosciuti e due
Dialoghi noti. Idiota triumphans - De som-
TAVOLA DELLE ABBREVIAZIONI xv
Agrippa
Cornelius Agrippa, De occulta philosophia libri tres, a cura di
V. Perrone Compagni, Leiden - New York - Koln, 1992
* Per i volumi a stampa dei secoli XV e XVI citati nel corso del
lavoro, si è adottata una trascrizione abbreviata (autore, titolo,
luogo di stampa e anno) , in quanto altri dati tipografici, nella
maggior parte dei casi, non risultano particolarmente signi
ficativi alla funzione critica del commento.
XVI TAVOLA DELLE ABBREVIAZIONI
Aristotele
Aristotelis Opera cum Averrois commentariis, Venetiis, apud
Junctas, voli. I-XII, 1 562-1 574
Charles de Bovelles
Carolus Bovillus, Que in hoc volumine continentur: Liber de
intellectu. Liber de sensibus. Liber de nihilo. Ars oppositorum.
Liber de generatione. Liber de sapiente. Liber de duodecim nu
meris. Epistolae complures. Liber de numeris perfectis. Libel
lus de Mathematicis rosis. Liber de Geometricis corporibus. Li
bellus de Geometricis supplementis, Parisiis, ex officina
Henrici Stephani, 1 5 1 0
Ficino
Marsilii Ficini Fiorentini Opera, Basileae, ex officina Hen
ricpetrina, voli. 1-11, 1 576
INTRODUZIONE
D I M I N O GABRI ELE
La fresca sorgente del respiro,
più intatta della brezza quando sale
dal mare aperto per sereni cieli,
è simile in tutto, non eguale
a questa purissima fontana
di luce che s'allarga in tutto il cielo
e lenta crescendo già discopre
dal manto della notte il nuovo sole
e i monti rivela, netti, sopra il mare.
A. PINI*
se ''·
INTRODUZIONE XXI
causa delle cose prima delle cose, le vestigia delle idee sono
le cose stesse o nelle cose, le ombre delle idee vengono dal
le cose stesse o dopo le cose. In tale gerarchia triadica, l' um
bra esprime il livello più basso: idea/cosa/ ombra.7 « Le for-
zione della " vista >> che già troviamo in Platone quando,
nel Timeo ( 47a-c) , ne celebra l'estrema utilità per intellege
re se stessi e il mondo, per raggiungere la vera " visione >>
filosofica. Tematica che perdurerà nel Medioevo e suc
cessivamente, come in Boezio o nel neoplatonico Liber de
causis, dove il processo conoscitivo si sviluppa secondo le
stesse modalità della visione/5 oppure nel De coniecturis di
Cusano/6 nei libri De intellectu, De sensibus, De sapiente
di Charles de Bovelles, �7 nella Theologia Platonica o In
Theophrastum di Ficino,38 tanto per citare autori cari a
Bruno, nei quali, in sintesi, la teoria della visione e il pri
mato del senso della vista è conseguente ad una conce
zione del mondo in cui la causalità degli esseri e dell'in
tero creato, antologica, cosmologica e gnoseologica, si
basa sulla luce.
L' umbra si propone quale strumento interiormente
" visibile >> , imago che nutre di noetiche figurazioni l'ani
ma, impegnata nella sua caccia�9 sofianica: "L' ombra pre
para quindi lo sguardo alla luce. L'ombra tempera la lu
ce. Con l'ombra la divinità tempera e porge all'occhio
oscurato dell'anima affamata e assetata40 le immagini che
63. Nel Sigillus, Il, 2, p. 1 76: •• mens autem divina in sua essen
tia viva possidet et invenit universa, et intellectum usque ad
materiae profundum illuminat. Hic est lux, qui in densissimis
tenebris, utpote in profundo materiae, luce t [ . . . ] in natura au
tem aequalitatem et proportionem quandam pro specierum
capacitate servat » ( " d'altra parte la mente divina nella sua viva
essenza possiede e trova tutte le cose, ed illumina l'intelletto
fin nel profondo della materia. Questa è la luce che risplende
nelle più fitte tenebre, ovvero nelle profondità della materia
[ . . . ] tuttavia nella natura la mente divina mantiene una certa
eguaglianza e proporzione secondo la capacità di ogni spe
cie » ) ; e alle pp. 214-15: « Ad omnia nimirum per similitudi
nem, proportionem, ordinem, symmetriamque dirigimur >>
( « Senza dubbio siamo indirizzati a tutte le cose mediante simi
litudine, proporzione, ordine e simmetria >> ) ; p. 2 1 6: •• Symme
triae tandem conceptione sola quodcumque compositum,
complexum, copulatum, mixtum, unitum, ordinatum cogno
scimus. Quantumvis enim partem post partem, membrum post
membrum, speciem post speciem distincte exterius intimius
contemplemur, non tamen nisi harmonica consonanteque col
latione omnium ad omnia, vel saltem praecipuorum ad praeci
pua, perfecti rationem erimus adepti >> . Notevole anche 1'/nten
tio VII nel De umbris, pp. 29-31 . Cfr. Nicola Cusano, De docta
ignorantia, I, l sgg., 1 1 sgg.; A. Bònker-Vallon, Metaphysik und
Mathematik bei Giordano Bruno, Berlin, 1 995, pp. 18 sgg., 66 sgg.,
1 1 3 sgg.; Eusterschulte, op. cit.
64. Cfr. De umbris, pp. 81-82; De imaginum compositione, Il, 3, pp.
197-98; De magia math., pp. 4-6.
65. Sull'argomento si vedano i significanti passi nella Causa,
pp. 210-12, 25 1-53, 269, 277-82.
INTRODUZIONE XLI
66. Sigillus, II, 2, p. 216: il passo latino è citato sopra, alla nota
63.
67. De umbris, p. 56: « Septem gradibus - quibus duos addimus
- constare intellexit Plotinus [ma la fonte è Ficino, In Enn., VI,
7, 36, in Opera, vol. II, p. 1 793; cfr. M.L. Gatti, Platino e la me
tafisica della contemplazione, Milano, 1982, pp. 1 1 4-69, in partico
lare p. 1 30] schalam qua ascenditur ad principium. Quorum
primus est animi purgatio, secundus attentio, tertius intentio,
quartus ordinis contemplatio, quintus proportionalis ex ordi
ne collatio, sextus negatio, seu separatio, septimus votum, oc
tavus transformatio sui in rem, nonus transformatio rei in se
ipsum. Ita ab umbris ad ideas patebis aditus, et accessus, et in
troitus '' Sulla conoscenza che ascende all'unità, cfr. Sigillus, II,
·
2, pp. 1 76, 2 1 6.
68. Cfr. Plotino, III, 8, 6-7; e ancora nei Furori, p. 906: « Ma do
ve l'affetto intiero è tutto convertito a Dio, cioè all'idea de le
idee, dal lume de cose intelligibili la mente viene exaltata alla
unità super essentiale, è tutta amore, tutta una, non viene ad
sentirsi sollecitata da diversi oggetti che la distrahano '' ·
XLII INTRODUZIONE
cit., pp. 362-63; Ciliberto, La ruota del tempo, cit., pp. 66-75; De
Bemart, op. cit., pp. 21 sgg., 33 sgg.; Spruit, op. cit., pp. 34 sgg.,
39 sgg., 95-96, 214 sgg. ) . Si veda anche il Conceptus XX nel De
umbris, p. 56: << Omne quod est post unum, necessario multi
plex est et numerorum >> . Bruno torna in più occasioni sulla ge
rarchia delle facoltà, proponendo scale non sempre identiche
ma sostanzialmente non divergenti: cfr. Explicatio, Il, 2, p. 1 28
(<< vivere, sentire, imaginari, ratiocinari, intelligere, mentare >> ) ;
Cantus, II, l, pp. 2 1 7-18; De monade, I, 2 , p . 455; Lampas, pp.
1 226-39. Nella Summa, I, 4, pp. 31 sgg., menziona la seguente:
<< cognitio sensi tiva, phantasia, memoria, ratio, intellectus,
mens », ovvero la stessa sequenza già apparsa in Johann Reuch
lin, De arte cabalistica, Hagenau, 1 5 1 7, c. 2v: << Haec illa est quae
paulo ante a nobis vocabatur deificatio, cum ab obiecto prae
sente per medium suum exterior sensus transit in sensionem
interiorem, et illa in imaginationem, et imaginatio in existima
tionem, et existimatio in rationem, et ratio in intellectum, et
intellectus in mentem, et mens in lucem, quae illuminat homi
nem, et illuminatum in se corripit >> ( << Questo è ciò che poco
prima abbiamo chiamato deificazione: quando da un oggetto
presente, attraverso un suo intermediario, la sensazione ester
na [ che l'uomo ne recepisce] passa al senso interno, e questo
nell'immaginazione, e l'immaginazione nel giudizio, e il giudi
zio nella ragione, e la ragione nell 'intelletto e l'intelletto nella
mente, e la mente in luce che illumina l'uomo e, illuminato, lo
rapisce a sé >> ) . A simili processioni non sono certo estranei an
che i livelli delle attività o facoltà dell'anima dell' ltinerarium
mentis in Deum (I, 6) di san Bonaventura ( << sensus, imaginatio,
ratio, intellectus, intelligentia, apex mentis >> ) . Sulla classifica
zione dei sensi interni e la tradizione di certe forme ed espe
rienze mistiche, speculative e immaginali, cfr. il fondamentale
Bundy, op. cit.; H . Austryn Wolfson, The Internai Senses in Latin,
Arabic, and Hebrew Philosophic Textes, in << Harvard Theological
Review >> , 28 ( 1 935) , pp. 69-1 33; P. Michaud-Quantin, La clas
sification_ des puissances de l'ame au Xl/' siècle, in << Revue du
Moyen Age latin >>, 5 ( 1 949) , pp. 1 5-34; M. Insolera, La trasmu
tazione dell'uomo in Cristo, Roma, 1 996, pp. 23-42, 59 sgg., 155
sgg.; K.H. Tachau, Et maxime visu, cuius species venit ad stellas et
XLIV INTRODUZIONE
75. De magia math., pp. 4-6 (cfr. De magia, pp. 1 68-70) : « <nfluit
Deus in angelos, angeli in corpora caelestia, caelestia in ele
menta, elementa in mixta, mixta in sensus, sensus in animum,
animus in animai; ascendit animai per animum ad sensus, per
sensus in mixta, per mixta in elementa, per elementa in caelos,
per hos in daemones seu angelos, per istos in Deum, seu in di
vinas operationes. Sic Dei vel a Deo est descensus per mundum
ad animai; animalis vero est ascensus per mundum ad Deum.
Deus est in cacumine schalae, cabalisticus lacob in radice et
fundamento illius, gradus mediarum creaturarum - iuxta suos
numeros - altitudinem schalae constituunt, per quos virtutes
operatrices superiores descendunt ad inferiora, et infernae
conscendunt ad superna, quia adscensus et descensus per exi
tum et ingressum duarum portarum Cancri et Capricorni -
quarum altera Deorum dicitur, altera hominum - designati
sunt ab antiquis profundae philosophiae authoribus >> . La fon
te principale di questo brano, se si escludono i riferimenti ad
Omero e Giacobbe di cui alle note successive, è Agrippa, De oc
culta philosophia, I, l, p. 85.
76. Od., XIII, 1 02-1 2.
XLVI INTRODUZIONE
77. Cfr. Porfirio, L'antro delle Ninfe, testo greco a fronte, intro
duzione, traduzione e commento di Laura Simonini, Milano,
1986, pp. 36 sgg., 1 89 sgg.
78. In Somn. Scip., l, 12.
79. Gen., 28, 1 2-13.
80. op. cit., cc. 20r, 30v, 52r-v. Pare che Bruno non conoscesse
l'ebraico, ma avesse appreso la Cabbala soprattutto attraverso
il De occulta philosophia di Agrippa e, quasi certamente, il De arte
cabalistica di Reuchlin (cfr. Yates, Giordano Bruno, cit., pp. 282-
300; K.S. De Leon:Jones, Giordano Bruno and the Kabbalah, Lon
don, 1 997, pp. 1 4 sgg. ) . Giacobbe ,, cabalisticus ,, e il significato
della sua scala, nella specifica accezione cosmologica presenta
ta da Bruno, non compare in Agrippa, ma ricorre in Reuchlin.
Anche un confronto testuale tra il passo bruniano (per esem
pio " Deus est in cacumine schalae >> ) e quelli di Reuchlin ap
pena citati (per esempio c. 20r : " per scalam Iacob, cacumine
tangentem caelus cui deus ipse innitatur •• ) suggerisce una di
pendenza del primo dai secondi; si veda inoltre la nota 7 1 .
INTRODUZIONE XLVII
89. Furori, pp. 8 1 7-18: <da mente l' inalza [le anime] alle cose
sublimi, come l'imaginazion l 'abbassa alle cose inferiori; la
mente le mantiene nel stato ed identità come l' imaginazione
nel moto e diversità; la mente sempre intende uno, come l'i
maginazione sempre vassi fingendo varie imagini " · La fonte di
queste considerazioni è Plotino (IV, 3, 9; IV, 8, 8 ; V, 2, l; VI, 9,
1 1 ; cfr. Gatti, op. cit., pp. 63, 74, 97, 1 00, 124 sgg., 1 64) dove
l' •< immobilità >> è propria del « Creatore » e il movimento della
« creazione >> (ma sulla non mutevolezza della divinità, cfr. Plato
ne, Resp., 382e ) , dicotomia presente sia nella processione co
smologica che nell'attività dell'anima umana e della contem
plazione (ancora chiarificatrici rimangono, in merito anche al
la problematica della visio nella contemplazione in Platone e
Plotino, le pagine di V. Cilento, Contemplazione, in « La parola
del passato •• , 2, 1946, pp. 197-22 1 ) ; cfr. Asclepius, 3 1 , in Corpus
Hermeticum, cit. , vol. II, p. 339.
L INTRODUZIONE
1 0 1 . Sigillus, Il, 2, p. 193: '' Tales diximus, qui victus ratione, so
litudine, silentio, umbra, percunctione, flagris, calore, frigore
vel tepore, spiritu hinc contracto, inde abacto, vana phanta
smata meditatione perturbata, phantasia, miserabilem incur
runt insensationem •• .
1 02. Alla p. 949; il motivo è platonico (Resp., 5 l lb-c), e svilup
pato in Plotino, VI, 7, 36 e VI, 9, 8-1 1 .
103. Sulla purificazione dell 'anima protesa verso l a conoscenza
del mondo ideale: Platone, Phaed. , 65a sgg.; Plotino, l, 6, 7; IV,
7, lO; VI, 7, 36.
104. Spaccio, p. 809: « l'inespugnabil muro della filosofica con
templazion vera circonda, dove la quiete de la vita sta fortifica
ta e posta in alto, dove è aperta la verità, dove è chiara la ne
cessitade de l'eternità d'ogni sustanza •• ; Acrotismus, l, l, p. 94:
« ad contemplationem absoluti, solius, nudi, atque puri »; De
magia, p. 1 70: « mox ascendi t animai per animum ad sensus,
per sensus in mista, per mista in elementa, per haec in daemo
nes, per hos in astra [ . . . ] per hos in animam mundi, seu spiri
tum universi, per hunc in contemplationem unius simplicissi
mi optimi maximi incorporei, absoluti, sibi sufficientis ••; Sigil
lus, II, 2, p. 1 95 : « cuius [Amoris] ducatu in contemplationis
eriguntur [animae] "· Cfr. Charles de Bovelles, Libcr de sensibus,
c. 22v: « Exterioris sensus fluxa est et presentanea operatio. In
terioris vero fixa et permanens » .
105. Platone, Tim., 45d; Resp., 496d, 604e; Epist. , VII, 33ld;
LIV INTRODUZIONE
Giamblico, De vita Phyt., 65, 96, 1 1 4, 197. Cfr., anche per i pen
satori latini e greci, sia pagani che cristiani: O. Casei, De philo
sophorum r;raecorum silentio mystico, Giessen, 1919, pp. 51 sgg., 70
sgg., 1 45 sgg.; E.R. Dodds, The Greeks and the lrrational, Berke
ley - Los Angeles, 1951 (trad. it. I Greci e l'irrazionale, Firenze,
1973, pp. 152 sgg. ) ; L. Rossi, !filosofi r;reci padri dell'esicasmo, To
rino, 2000, pp. 232 sgg., 306 sgg.
1 06. VI, 9, 1 1 (cito dalla versione in Plotino, Enneadi, a cura di
G. Faggin, Milano, 1 992, p. 1 361 . Sul rapporto tra contempla
zione, quiete interiore e indiamento in Plotino, si veda:
Porfirio, Vita Platini, 23 (cfr. Porphyre, La vie de Plotin, voli. I-II,
a cura di L. Brisson, J-L. Cherlonneix, M.-0. Goulet-Cazé, R.
Goulet, M.D. Germek, J.-M. Flamand, S. Matton, D. O'Brien,J.
Pépin, H.D. Sa:ffrey, A.-Ph. Segonds, M. Tardieu, P. Thillet, Pa
ris, 1992, vol. II, pp. 294-96) ; Casei, op. cit., pp. 1 1 5 sgg.; H.
Lewy, Chaldaean Oracles and Theurgy, Paris, 1 978, pp. 368-75,
487-89; Gatti, op. cit., pp. 83 sgg., 92 sgg., 98, 124 sgg., 1 62 sgg.;
ragguardevole anche Lucrezio, V, 1203: « sed [pietas] mage pa
cata posse omnia mente tueri '' ( « ma [la pietas] è soprattutto
poter contemplare tutto con mente acquietata » ; cfr. V, 37-55;
VI, 58-79 e Cicerone, De fin., V, 29, 87. Si veda anche Agrippa,
De occulta philosophia, pp. 545-46.
107. Il testo compare alle cc. 503r-504v del ms. cartaceo, se
gnato Magi. VIII. 6, della Biblioteca Nazionale di Firenze. Si
tratta di una miscellanea a più mani, dell' inizio del XVII seco
lo, contenente soprattutto opere del Campanella. L'amanuen
se che redasse queste ultime è lo stesso che copiò la Prattica. Al-
INTRODUZIONE LV
1 19. lbid., p. 820: << e per dove costui slaccia i veltri e mastini appo
la traccia di boscarecce fiere, che sono le specie intelligibili de'
concetti ideali; che sono accolte, perseguitate da pochi, visitate
da rarissimi, e che non s'offreno a tutti quelli che le cercano ".
1 20. L'impeto volitivo guida le potenze dell'anima del << furio
SO » verso la meta sublime: ibid. , pp. 787, 82 1 : << E questa caccia
per l'operazion della voluntade, per atto della quale lui si con
verte nell' oggetto » ; sulla « volontà intellettuale » , cioè sul co
mune concorso di volontà e intelletto nella << caccia » sofianica
(tema già sviluppato nella Theologia Platonica , X, 8 e XIV, 3, da
Ficino, in opera, pp. 236 sgg., 309-1 1 ; cfr. Kristeller, op. cit. , pp.
274 sgg., 288 sgg. ) ; cfr. Furori, pp. 787, 819 , 896-97, 905-906.
1 2 1 . Cfr. ibid., pp. 806-807.
LXII INTRODUZIONE
1 32. Cfr. Furori, pp. 763 sgg. ( « guerra civile >> , ,, milizia >> ) ; 786-87
e sgg. ( « guerrieri ) ; 798-99 sgg. ( <da guerra ch'ha l'anima in se
stessa •• ) ; 835 sgg. ( « l'exercito de' pensieri •• ) . La psicomachia
bruniana, ovvero le varie fasi dell' ascensus animi rappresentato
attraverso la simbolica militarizzazione del processo psico-fisi
co, dello scontro tra vizi terreni e virtù celesti, caratterizzata da
metafore erotiche, è un topos, pur nelle diverse accezioni, della
letteratura antica, medioevale e rinascimentale: da Prudenzio
ad Andrea Cappellano, da Raimondo Lullo al Roman de la Rose,
da Dante a Boccaccio, a Ficino, all' Hypnerotomachia Poliphili
(per le fonti, la traditio del tema e i dovuti riferimenti biblio
grafici, cfr. Colonna, op. cit., vol. II, pp. 485-86, 5 1 3-1 4) .
133. Furori, pp. 786 sgg., 923 sgg.
1 34. Ibid. , p. 888: « il spirto che devria posarsi alquanto >> .
1 35 . La metafora, ma con valenza poetico-esortativa e retorica,
già ricorre ibid., alle pp. 78 1-85: « O monte [Parnaso] o dive
[Muse] o fonte [eliconio] l ov'abito, converso e mi nodrisco;
l dove quieto imparo et imbellisco; l alzo, avviv' orno, il cor, il
spirto e fronte: l morte, cipressi, inferni l cangiate in lauri, in
astri eterni [ . . . ] monte dove ascendendo "inalzo" il core; Muse
con le quali versando "avvivo" il "spirito"; fonte sotto li cui ar
bori poggiando adorno la "fronte"; "cangiate" la mia "morte"
in "vita", gli miei "cipressi" in "lauri", e gli miei "inferni" in
"cieli"•• : cioè destinatemi immortale, fatemi poeta, rendetemi
illustre, mentre canto di morte, cipressi et inferni.
1 36. Ibid. , pp. 923-34.
LXVI INTRODUZIONE
1 73. Lampas, p. 940: '' Sensi bilia erunt figuratae species et ope
ra phantasiae et imaginationis fabrefactae, per quas subinde
volumus ea, quae a sensu sunt remotiora, significari: itaque
usum atque formam antiquae philosophiae et priscorum theo
logorum revocabimus, qui nimirum arcana naturae eiusmodi
typis et similitudinibus non tantum velare consueverunt, quan
tum declarare, explicare, in seriem digerere, et faciliori memo
riae retentioni accomodare »; l'immaginazione è fondamenta
le nella costruzione delle immagini nell' ars memoriae, cfr. Can
tus, Il, l, pp. 2 1 7 sgg.; si veda il commento al De umbris.
1 74. De imaginum compositione, II, 3, p. 94: « Ens i n tria capita di
stributum intelligimur, methaphysicum, physicum et logicum
universaliter dictum; ut tria sunt omnium principia, Deus, na
tura atque ars; et tres sunt effectus, divinus, naturalis, artificia
lis. Omne agens proposito et non necessitate quadam constitu
tum speciem rei efficiendae ut praeconcipiant oportet. Quae
sane species ante naturalia appellatur idea, in naturalibus for
ma sive vestigium idearum, in postnaturalibus ratio seu inten
tio, quae in primam atque secundam distinguitur, quam nos
aliquando idearum umbram convenimus appellare >> ; « quod
[orda mundi rationalis] est veluti speculum quoddam vivens,
in qua est imago erum naturalium et umbra divinarum >> .
1 75. È la teoria degli eidola della fisica atomistica: cfr. Zeller e
INTRODUZIONE LXXVII
Mondolfo, op. cit. , pp. 237 sgg.; Park, op. cit. , pp. 35 sgg.; per la
questione in Ficino: Allen, Marsilio Ficino, cit., pp. 1 9 1 sgg., 197
sgg.; si vedano sopra le note 1 0 e 41 .
1 76. De ima[finum compositione, II, 3, p. 9 1 : << sed nostri quaedam
extema de superficie possumus ( colorem scilicet atque figu
ram) accidentia et oculi ipsius similitudinem in speculo vide
re »; cfr. ibid. , Il, 3, pp. 1 1 7-18, cap. 12 : << De luce imaginum
vehiculo ».
1 77. lbid. , II, 3, pp. 96-98: << Concipit imaginem tanquam rei
ipsius effectum a rei quodammodo superficie emanantem, et
potentiam cognoscitivam informantem promus quidem sensi
tiva, subinde vero rationali luce » ; ma cfr. per intero i primi due
capitoli: << De luce, radio et speculo " e << De iis quae ad specu
lum et in speculo [ . . . ] Tertio succedi t mundus rationalis, nem
pe rerum universitas in intentione, qui speciebus a physicis re
bus abstractis coalescit " ·
1 78. lbid. , Il, 3, pp. 1 1 7-18: << Hac luce, quae substantia quae
dam spiritualis est [ . . . ] donata est anima, non salurn nostra,
sed etiam universa per immensum se diffundens " ( << Da questa
luce, che è davvero sostanza spirituale [ . . . ] è stata donata all 'a
nima, e non solo all'anima nostra, ma anche a quella universa
le che si diffonde ne !l 'immensità " ) .
1 79. Ibid. , Il, 3 , p. 1 03: « <deoque non sine formis quibusdam
seu figuris, quae per sensus externos ab obiectis sensibilibus
concipiuntur et in interioribus collocantur atque digeruntur,
operationem aliquam naturae nostrae convenientem perficere
posse cognoscimus " .
LXXVIII INTRODUZIONE
189. lbid. , II, 3, p. 1 1 9: << Hic est mundum quidam et sinus quo
dammodo inexplebilis formarum et specierum, qui non solum
species rerum externe conceptarum continet secundum ea
rundem magnitudine atque numerum, sed etiam virtute ima
ginationis magnitudini magnitudinem, numero numerum ap
ponit. Rursumque sicut ex paucis elementis natura innumera
biles species componuntur et coalescunt, ita et opere istius in
trinseci efficientis non solum specierum naturalium formae in
isto amplissimo sinu reservantur, verum quoque ad innumera
bilium imaginum multiplicationem improportionabiliter con
cipiendarum moltiplicari poterunt, sicut ubi ex nomine et cer
vo, nomine et equo et ave, centauros alatos, alata animalia ra-
LXXXII INTRODUZIONE
1 954, pp. 8-1 5 , 223 sg., 260 sgg.; si veda in.fra il commento alle
figure del De minimo e del De monade.
203. II, 2, pp. 1 94-97: « Videto primum quatuor internos ac
tuum rectores: amorem, arte m, magiam, mathesim [ . . . ]
Mathesis quoque conferre ad opus animi omnes sapientes con
sensere; visibilia namque invisibilium sunt imagines. Velut
enim in speculo ea, quae sunt in mundo intelligibili, praesen
tia fiunt in mundo sensibili. Hic sunt in motu, in varietate; ibi
vero in perpetua stabilique quidam ratione consistunt. Mathe
sis docens abstrahere a materia, a motu et tempore, reddit nos
intellectivos et specierum intelligibilium contemplativos. Ideo
que Pythagoras, Plato et omnes, qui res profundas atque
difficiles nobis sunt insinuare conati, aliis quam mathematicis
mediis non unquam usi sunt >> ; cfr. De immenso, I, l , pp. 297-99;
De umbris, pp. 52 ( Conceptus XI) , 56-57 ( Conceptus XX e XXI) ;
Lampas, III, pp. 1 200-1 202 (« unde bene dicitur species rerum
esse sicut numeros " ) ; Tocco, op. cit., p. 1 72.
204. De monade, l, 2, pp. 332-34; Sigillus, Il, 2, p. 2 1 4.
INTRODUZIONE LXXXIX
225. Cfr. Spampanato, op. cit. , p. 700 (Documenti vene ti, IX) .
226. Cfr. A. Mariani, La negazione bruniana dell 'estetica, in << Rina
scimento •• , 23 ( 1 983 ) , pp. 303-2 7.
227. Acrotismus, l, l, p. 80: la Natura è un'arte vivente << utpote
non sicut statuarius externe, cum discursu, et instrumento
operatur, sed perinde ut Geometra, dum vehementer quodam
affectu figuras imaginatur, spiritum eius intimum imaginatio
ne movet atque figurat >> .
INTRODUZIONE XCIX
29. De umbris, pp. 77-78 (cfr. pp. 89-90) : << Primum autem subiec
tum [ . . ] est phantasticum chaos ita tractabile, ut cogitativa po
.
Tavola I
Tavola II
nes explicatis (<< Le ombre delle idee [ . . . ] esposte per scrivere in
teriormente e per non comuni operazioni mnemoniche >> ) , sia
l' incipit (p. 88) del capitolo << De adiectis >> .
54. De umbris, pp. 65-66: << sed [ . . . ] ipsam animae totius inco
lens [ars] essentiam [ . . . ] Porro per ipsam [artem] regulamur
et dirigimur ad intelligendum, discurrendum, memorandum,
phantasiandum, appetendum, et quandoque ut volumus sen
tiendum >> .
55. Ibid., p. 44: « In intentione, et ratione per umbrae mo
dum » .
56. Summa, l , 4, pp. 49-50: << Rursum intentio sumitur pro actu,
quo intendens intendit in rem intentam sive in aliud, sicut vi
sio significat actum videntis in rem visam •• ; p. 1 1 3 : « Intentio
quippe est actus potentiae cognoscitivae vel appetitivae versus
obiectum •• ; cfr. De monade, l, 2 , p. 430.
57. De umbris, p. 96.
58. Sul concetto medioevale e rinascimentale di intentio quale
processo psicologico-conoscitivo e sulle analogie con quello
bruniano (che comunque rimane originale per le pregnanti
DE UMBRIS IDEARUM 23
Tavola III
59. Cfr. De umhris, pp. 50-5 1 , 53, 59-60 ( Conceptus VII, XII,
XXVII e XXVIII) .
DE UMBRIS IDEARUM 25
Figura l Figura 2
66. Furori, pp. 806-807, 850-54; cfr. gli epiteti eliaci nel Cantus,
Il, l, pp. 186-87; Lampas, pp. 1026-44; De principiis, pp. 596-614;
si vedano, in particolare nel De umbris, sia il '' Dialogus praeliba
torius apologeticus » (p. 14: <dntellectus, atque sol iste sensibi
lis •• ) sia la prima pars dell'Ars memoriae (p. 67: « ab agente intel
lectu tanquam irradiante sole [philosophi] illustrentur » ; « i filo
sofi sono illuminati dali 'intelletto agente come da un sole >> ) .
67. De umbris, pp. 42 sgg. (Intentiones XXIX sgg. ) .
68. In particolare è immagine del sommo Bene nel mito della
caverna (Resp., 508 sgg., 5 1 4a-5 1 9b; cfr. Proclo, In Remp., l, 293
sgg. [Kroll] ) , più volte ricordato da Bruno: si veda la nota 56
dell'Introduzione. Si veda anche il parallelismo metaforico in
telletto/luce in Aristotele (De an., 430a) .
69. IV, 3, 1 1 ; V, 6, 4; V, 5, 7-8.
70. DN, IV, 4.
71 . Cfr. Orphica comparatio Solis ad Deum e De sole, in opera, vol. I,
pp. 825-26, 965 sgg.
72. Fiorenza, 1 550, pp. 60-64; cfr. Yates, L 'arte, cit., pp. 1 38-42;
sull'opera di Camillo, più volte edita nel Cinquecento, cfr. L.
Bolzoni, Lo spettacolo della memoria, in Giulio Camillo, L 'idea del
teatro, Palermo, 1 99 1 , pp. 35-38; sulla conoscenza della medesi
ma da parte di Bruno: Yates, L'arte, cit. , pp. 183 sgg.; Giordano
Bruno 1548-1 600, Mostra storico documentaria, Biblioteca Ca
sanatense, Roma, 7 giugno-30 settembre 2000, Firenze, 2000,
pp. 23-24, 28.
28 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Figura 3
rum » .
30 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola IV
Tavola V
Tavola VI
Tavola VII
Figura 4
Figura 5
Figura 6
Figura 7
un discorso » ) .
102. Ibid., p . 1 74. << Sin t formae perpetuis perpetuo subiectis
inhaerentes. Subiecta ipsis ordinem tribuant, vel ab ipsis ordi
nem recipiant. Quod quidam ad ipsarum formarum memo
riam habendam conduci t » ( « Le forme siano permanentemen
te aderenti ai sostrati permanenti [in altre parole: ciascuna sil
laba deve essere coniugata sempre con la stessa immagine e vi
ceversa] . I sostrati conferiscono ordine ad esse, o da queste
stesse vengono ordinati. Ciò consente senza dubbio di memo
rizzare le forme " ) ; cfr. pp. 74 e 94: << Quibus omnibus non
efficitur quo minus subiectis adiecta sint adnexa atque fixa, sed
potius ut magis figantur " ( « Tutte queste cose non fanno sì che
44 CORPUS IC ONOGRAPHICUM
gli adiecta siano mal connessi e poco fissati ai sostrati, bensì che
siano ancora più attaccati » ) .
1 03. Ibid., pp. 1 77-78.
1 04. Venetiis, 1 5 79, cc. 90v sgg., 142r sgg.; si veda anche Lodo
vico Dolce, Dialogo nel quale si ragiona del modo di accrescere e con
servar la memoria, Venetia, 1562, cc. 57r sgg.
1 05. De umbris, pp. 1 1 5-1 6.
1 06. Cfr. Rosselli, op. cit. , c. 91r.
DE UMBRIS IDEARUM 45
ri di quelle latine. In questo modo un solo e semplice al
fabeto serve fedelmente tre lingue e quelle che ad esse
sono subalterne.107
1 1 2. Cfr. P. Rossi, op. cit. , pp. 28, 38; Yates, L'arte, cit., pp. 1 03,
218 , 254; Bolzoni, op. cit. , pp. 62, 1 5 1 sgg., 1 71 sgg.; M. Rossi,
Arte della memoria e codici letterari nei giochi didattici dall'umanesi
mo a Comenio, in La cultura della memoria, cit., pp. 1 58-59.
1 1 3. II, 3, pp. 286 sgg.; cfr. Tocco, op. cit., pp. 86, 99.
1 1 4. Il, 2, pp. 1 26-27.
48 CORPUS ICONOGRAPHICUM
La << prima pratica >> con le tre ruote ( tavv. V, VI, VII)
appena esaminata è propedeutica alla « seconda >> ( tav.
VIII) dove appunto, come dice Bruno, quella diviene
<< adulta >>, 121 compiuta. Infatti, mentre con la prima, attra
verso il gioco delle tre ruote alfabetiche, si producevano
limitate combinazioni sillabiche (fino a 5 lettere) , con la
seconda, dove le ruote sono 5 e presentano 1 50 settori
ciascuna, si possono ottenere tutte le parole che voglia
mo, divenendo finalmente in grado - a differenza degli
antichi che non lo ritennero possibile - di padroneggiare
l' << infinita moltitudine delle parole >> . 122 In pratica il mec
canismo combinatorio bruniano, che per la sua comples
sità grafica non viene raffigurato nel libro, procede in
questo modo.
l ) Fissata mentalmente una ruota o corona suddivisa
in 150 settori (analoga nello schema, ma cinque volte più
grande di quelle delle tavole V, VI e VII) , si collocano
poi, in ogni rispettivo settore, altrettante sillabe compo
ste da due lettere e terminanti in vocale. Queste 1 50 silla
be si ottengono unendo a ciascuna delle 30 lettere del
l'alfabeto bruniano già visto (costituito dalle 23 latine
più le 4 greche e le 3 ebraiche) le 5 vocali (A-E-1-0-U) ,
per cui, moltiplicando le 30 lettere per le 5 vocali, abbia
mo la seguente catena di 150 sillabe bielementali aperte
(terminanti in vocale) : AA, AE, AI, AO, AU l BA, BE, BI,
BO, BU l CA, CE, CI, CO, CU l DA, DE, DI, DO, DU,
ecc. Tale operazione si applica uniformemente a 5 ruote
concentriche, cosicché in tutto risultano 750 sillabe, che
siglano altrettanti settori suddivisi equamente tra le 5
ruote. A ciascuno dei 1 50 settori di ciascuna ruota siglati
con le sillabe viene poi assegnata una specifica immagi
ne, sicché in ogni settore vediamo una sillaba abbinata a
un' immagine che la rappresenta. Nell'insieme risulta un
AA con il pane
AA Regima AA nodoso AA oliva AA ...
di castagne
AE con
AE Osiride AE falso AE alloro AE ...
l'agricoltura
AI con il giogo
Al Cerere Al involuto Al mirto Al ...
dei buoi
BO conserva
BO Misia BO inetto BO quercia BO ...
col sale
B U fa il fuoco
BU Pirode BU sdraiato BU ortica BU ...
con la selce
Cl sull'asino
CI Belhaiot CI incostante CI tiara triplice Cl ...
che lo porta
CO trebbia
CO Pilumno CO disadorno CO corno co . . .
il grano
DA pianta DA corona
DA Noè DA entralo DA ...
una vigna regale
DE estrae il vino
DE Libero DE allacciato DE bufone DE . . .
dall'orzo
DI col vino
DI Stafilo DI giacente DI rondine DI . . .
annacquato
DO nei giardini
D O Iside DO orrendo DO salice DO . . .
ordinati
DU coma
DU Minerva DU con l'olivo DU fuor di sé DU ...
di cervo
DE UMBRIS IDEARUM 59
Sillaba hnmagine
1 36. Questo esempio che ha per soggetto il dio Osiride " con il
vino annacquato » (ma potremmo farne quanti se ne vuole se
guendo l'onomastica mnemonica bruniana) pone in risalto
l'uso puramente strumentale che Bruno fa dei mitici perso
naggi da lui citati nelle ruote, dove accosta loro attributi ed
epiteti privi di ogni fondamento iconologico, riducendoli così
a nomi " vettore '' della sua sequenza mnemonica, decontestua-
60 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola VIII
148. La chiave delle ombre, in << Inserzioni >> , l ( 1 997) , pp. 1 3 1-5 1 .
149. Lo dimostra la stessa Sturlese, in Bruno, De umbris idearum,
cit., pp. XXIV sgg., XLIV sgg.
150. /bid., pp. XLV-XLVII.
DE UMBRIS IDEARUM 69
I M A G ! N E S F A C I E R VM
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.
Tavola IX Tavola X
Tavola XXVIII
82 CORPUS ICONOGRAPHICUM
170. Ibid., p. 1 60: << Prima lovis imago: vir decorosus su per cur
rum a draconibus tractum, dextra in caput draconis iacens sa
gittam •• .
1 7 1 . lbid., p. 1 66: « barbatus iuvenis et venustus, coronatus oli
va, sceptrum habens in manu, et ante illum ignis accensus » .
1 72. lbid., p. 1 70: << Centaurus venator, pharetratus arcum ha
bens in sinistra, in dextra mortuam vulpem » .
173. Cfr. Rosselli, op. cit. , cc. 2 1 r sgg.; Dolce, op. cit. , cc. 2 1 r sgg.,
86v.
DE UMBRIS IDEARUM 85
1 74. Il, l, p. 237: « Hinc enim accidit ut aliae [formae seu ima
gines] alias confundant, ut evenit in literis complicatis. Illud ta
men feliciter contingere potest, ut in eodem loco plures ita
collocentur ut aliae alias consequentes attingan t, quae in ante
cedentibus ita continebantur, sicut virtualiter in praemissis
su n t illationes " .
86 CORPUS ICONOGRAPHICUM
1 77. Cfr. Cicerone, De or., Il, 87, 358: « imaginibus autem agen
tibus acribus, insignitis, quae ocurrere celeriter, quae percute
re animum possint>>; Ad Herennium, III, 22: « si quid videmus
aut audimus egregie turpe aut honestum inusitatum magnum
incredibile ridiculum, id diu meminisse consuevimus '' · Bruno
è del tutto d'accordo, basti confrontare: De umbris, pp. 92-93,
1 22; Cantus, Il, l, p. 237: « Formae [ . . . ] debent esse ex eorum
genere quae maxime valeant phantasiam pulsare, & cogitati
varo excitare >> ; p. 238: « quod tales eligendae sunt formae, qua
les admirationem, timorem, amorem, spem, abhominationem,
similesque alios eius generis affectus valean t accire [ . . . ] Hinc si
ex hominum genere magis tibi notos, atque celebres, mon
struosos, pulchros, dilectos, exosos omnes adsumas: melius usu
venire poterunt >> ; Sigillus, Il, 2, p. 1 66. Si veda la nota 33 del Si
gillus.
178. II, 3, pp. 206-268.
179. H. Liebeschiitz, Fulgentius Metaforalis. Ein Beitrag z.ur Ge
schichte der Antiken Mythologie in Mittelalter, Leipzig-Berlin, 1926,
pp. 2 1-43, 1 1 3 sgg.; J. Seznec, La survivance des dieux antiques,
ed. rivista, Paris, 1980 ( trad. i t. La sopravvivenza degli antichi dei,
Torino, 1 98 1 , pp. 1 88 sgg. ) .
88 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Figura 9
Figura 1 0
Figura Il
gine nel codice 132 di Montecassino << Liber Rabani de originibus re
rum ,,, Napoli, 1 993, pp. 1 47-48, tavv. LXI-LXII.
185. Xilografia ripetuta più avanti, cfr. la tavola XXXI.
186. Cfr. Heninger, The Cosmographical Glass, cit. , pp. 19 sgg., 32
sgg.; Isidori Hispalensis De natura rerum Liber, cit., pp. 21 sgg.; si
veda anche il De principiis, p. 648.
92 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Figura 12
Figura 13
Figura 14
Tavola XXIX
AE, AI, AO, AU; BA, BE, BI, BO, BU, ecc. Qui si afferma
che si può procedere anche al contrario: partendo cioè
dalle vocali ( subsistentes) poste al centro, si possono co
niugare le lettere alfabetiche ( adsistentes) situate alla cir
conferenza, generando la nuova serie AA, AB, AC, AD,
AE, AF, AG... EA, EB, EC, ED, EE, EF . . lA, IB, IC, ID,
.
lE.. . OA, OB, OC, OD... UA, UB, UC... , ecc.194 Come
spiega Bruno, questa inversione sillabica va trasferita an
che alle stesse immagini che sono correlate alle sillabe
medesime, per cui, ad esempio, se MA della prima se
quenza sillabica era denotata dalla figura di «Corebo va
saio in piedi>>, con AM della seconda abbiamo «Corebo
vasaio seduto »/95 ossia l'immagine presenta un'inversio
ne iconica parallela a quella letterale, generando così un
secondo lessico mnemonico-iconologico del tutto sim
metrico e speculare al primo.
Tavola XXX
196. Ibid. , p. 187: <<Pro cuius artis typo foecundam habes subse
quentem figuram quae ad innumeros usus referri potest. In
qua scala septem erronum characteribus constat est descripta.
Haec [ . ] circa circuii centrum in plano versatilis, diversis da t
. .
198. Si veda, per esempio, nelle tavole XXVIII e XXX degli Ar
ticuli.
199. Paris, 1529, c. 7lrsgg.
200. Brescia, 1 599, pp. 70-71.
201 . Paris, 1586, cc. 287v -340v.
202. Romae, 161 6, tavv. 1-11; cfr. la nota 71 dell'Explicatio.
Tavola XXXI: c. 77 v; p. 192
Tavola XXXI
Tavola XXXII
204. Cfr. Bouché-Leclercq, op. cit. , pp. 135 sgg., 187 sgg.; A. Le
Boeuffie, Astronomie, astrologie, lexique latin, Paris, 1 987, pp. 123-
24, 165.
DE UMBRIS IDEARUM 1 03
205. Cfr. il commento alla tavola II del Cantus, II, l, pp. 254-56;
Explicatio, II, 2, pp. 135, 1 53: « Infinitarum syllabarum differen
tium multitudinem perpaucis quam commode imaginibus fi
gurare combinator iste perdocet, ubi tria proponit statuenda
combinatoria: primum in quo consona sonantem praecedit, se
cundum in quo sonans consonantem praeit, tertium in quo in
ter duas tresve consonas media sonans quintuplici situs differen
tia designatur. Nos eo aenigmate, in quo implicatur ars ad innu
meras industrias viam aperiens, insinuavimus, ubi posita bestia
in medio circuii vel quatranguli, vice multiplicis consonantis, ad
quinque di.fferentias multiplicem sibi sonantem adsciscit••; De
imaginum compositione, II, 3, pp. 1 57-65, 193, 302-304.
CANTUS CIRCAE US
Cantus Circaeus . .., Parisiis, apud Aegidium Gilliurn, 1 582 (Salve
suini, n. 37; Sturlese, n. 2)
Tavola I, c. 7r; II, l, p. 195
Tavola I
1 08 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola II
Figura 2
Figura 4
CANTUS CIRCAEUS 1 19
15. Cfr. De umbris, p. 82: '' Sicut enim litterae super litteras ap
positae, et sigilli super sigillos, se invicem aut delent, aut certe
confundunt, non minus subiectis nedum inquam adnexis et
connexis, sed et continuis, vel contiguis, nulla intercapedinis
convenienti letitudine distinctis, importunam te noveris incur
rere confusionem '' (« Infatti come le lettere sovrapposte ad al
tre lettere, e i sigilli su altri sigilli, o si cancellano reciproca
mente, o almeno si confondono, allo stesso modo - dico - ti
accorgerai di incorrere in una impraticabile confusione quan
do i sostrati, tanto più quelli congiunti e connessi, ma anche
quelli continui e contigui, non sono distinti da nessun conve
niente intervallo spaziale »); cfr. Cantus, Il, l, pp. 226-27, 255.
Disporre i loci secondo una ordinata suddivisione, per poi por
vi con più chiarezza le immagini, è regola della mnemotecnica
classica: Ad Herennium, III, 19.
1 6. Cfr. Cantus, II, l, p. 255: ' ' Proinde ad constituendas earum
primas combinationes addicas subiectorum dictorum singulis
adsistentia quinque, quae duplici differentia praecedentem vel
subsequentem tibi notam demonstrent » (<< Perciò per compor-
CANTUS CIRCAEUS 121
Figura 6
1 24 CORPUS ICONOGRAPHICUM
21. Cfr. Cantus, Il, l, pp. 227-28; si veda anche De umbris, pp.
1 1 2-15, 158-59.
DE COMPENDIOSA AR CHITECTURA
ET COMPLEMENTO ARTIS LULLIJ
De compendiosa architectura et complemento artis Lullij . , Parisiis,
. .
l. Op. cit., pp. 4-8; cfr. Vasoli, op. cit. ; De Bernart, op. cit. , pp. 88
sgg.; S. Ricci, La fortuna del pensiero di Giordano Bruno 1 600-
1 750, Firenze, 1 990, pp. 1 3-47.
2. De compendiosa, II, 2, p. 1 2.
3. Alcune di queste illustrazioni verranno riproposte nel De
lampade combinatoria, opera che, insieme al De progressu et lam
pade venatoria log;icorum, costituisce un'ulteriore analisi e com
mento del Nolano all'Ars di Lullo.
1 28 CORPUS ICONOGRAPHICUM
7. Cfr. Ars generalis, pp. 5-20; i due lavori appena citati della
Yates; P. Rossi, op. cit. , pp. 64-71 ; Ottaviano, op. cit., pp. 1 05 sgg.
8. Cfr. Ars generalis, pp. 8-9; sul valore cosmologico di questa
scansione numerico-alfabetica in ragione di 9, cfr. Yates, The
Art of Ramon Lull, cit., pp. 1 1 7 sgg., 1 72-73.
9. Ars generalis, pp. 6-9: « Ratio huis est, ut cum ipsis principiis
alia principia subalternata sint et ordinata, et etiam regulata,
ut intellectus in ipsis scientiis quiescat per verum intelligere, et
ab opinionibus erroneis sit remotus et prolongatus. Per hanc
quidem scientiam possunt aliae scientiae faciliter acquiri.
Principia enim particularia in generalibus huius Artis relucent
et apparent [ ..] Principia vero huius Artis sunt haec: Bonitas,
.
nus oportebit sciri; quia si non, artista minime poterit uti ista
Arte sive practicare >> . Su questi nomina Dei, si veda sant'Agosti
no, De Trinitate, VII, l, l sgg., e il De divinis nominibus dello
pseudo-Dionigi; cfr. Platzeck, La combinatoria, cit., pp. 584-85;
Yates, Ramon Lull and fohn Scotus Erigena, cit., pp. 6 sgg.; Lli
narès, op. cit. , pp. 1 4 sgg.
1 30 CORPUS ICONOGRAPHICUM
13. Ars generalis, pp. 10-20; Ars compendiosa, pp. 21 sgg., 295
sgg.; cfr. Lectura artis, cit., pp. 345-5 1 .
132 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Figura l
14. Ars generalis, p. 10: «Prima figura est designata per A , et est
circularis ,, .
DE COMPENDIOSA ARCHITECTURA 1 33
Figura 2
15. Ars generalis, pp. 1 0-1 1 : «Et [figura] dicitur circularis, quia
subiectum mutatur in praedicatum et e converso. Ut cum dici
tur: Bonitas magna, magnitudo bona, magnitudo aeterna, ae
ternitas magna; et sic de aliis; Deus bonus, bonus Deus; et sic
de aliis suo modo. Per talem quidem circulationem poterit ar
tista cognoscere ea, quae convertuntur, et ea, quae non con
vertuntur; sicut Deus et bonus, qui possunt converti; non au
tem: Deus et angelus convertuntur, nec bonitas et angelus, nec
1 34 CORPUS ICONOGRAPHICUM
. .
b.c. c.d. : d.e. e.f. .: f.g. : g.h. h.i. i.k.
.. .
. . . . . . . -. . . . . . . . � . . . . . . .
. .
b. d. c.e. : d.f. e.g. : f. h. : g.i. h.k.
. ..:
' ' ' " " ' " ' ' - · · :. . . · · - - - ,-'----'-'-�-'--"
b.i. c.k. :
b.k.
Figura 3
Figura 4
SUBIECTA
B. Deus: la Bontà di Dio;
C. Angelus: la Bontà dell'angelo;
D. Coelum: la Bontà del cielo (intesa anche
come bontà dei singoli pianeti o
dei segni zodiacali) ;
E. Homo: la Bontà dell'uomo;
F. Imaginatio: la Bontà dell'immaginazione (im
maginare cose buone rende l'uo
mo buono) ;
G. Sensitiva: la Bontà nel mondo animale (an
che in una singola e determinata
bestia) ;
H. Vegetativa: . la Bontà nel mondo vegetale (co
me in una singola e determinata
pianta) ;
I. Elemen tativa: la Bontà nei quattro elementi (per
esempio la bontà del fuoco o quel
la dell' acqua) ;
K. Instrumentativa: la Bontà nelle arti, nelle scienze e
nella morale.
18. Ars generalis, pp. 10-l l , 26 sgg., l l9-89, 31 6-95 e sgg., 395-
523 (De questionibus) .
DE COMPENDIOSA ARCHITECTURA 137
Tavola I
AETERNITAS
MAGNI- Praedic:ata
BONITAS seu POTESTAS SAPIENTIA VOLUNTAS VIRTUS VERITAS GLORIA
TUDO absoluta
DURATI O
QUO MODO?
UTRUM? QUID? DE QUO? QUARE? QUANTUM? QUALE? QUANDO? UBI? Quaestiones
CUM QUO?
DE COMPENDIOSA ARCHITECTURA 141
Tavola II
Tavola III
Tavola IV
Tavola V
Tavola VI
Tavola VIII
DE COMPENDIOSA ARCHITECTURA 153
ve! notat, sed ad eius tantum intuitum seu obtutum invitat ve!
appelli t >> (sul concetto di •• sigillo >> in Bruno, cfr. De Bernart,
op. cit. , pp. 15-62; Spruit, op. cit., pp. 57-67; Ciliberto, Umbra
profunda, cit., pp. 1 1 1-23) .
7. De imaginum compositione, II, 3, pp. 94 sgg.: « Ens in tria capita
distributum intelligitur, metaphysicum, physicum, et logicum
universaliter dictum; ut tria sunt omnium principia, Deus, na
tura atque ars; et tres sunt effectus divinus, naturalis, artificia
lis »; cfr. l'Introduzione e Spruit, op. cit., pp. 101 sgg.
8. Cfr. Spaccio, p . 635: " sette lumi chiamati erranti; a gli quali,
come ad originai principio e feconda causa, [gli Egizi] redu
ceano le differenze delle specie in qualsivoglia geno: dicendo
de le piante, de li animali, de le pietre, de gl'influssi, e di altre
et altre cose, queste di Saturno, queste di Giove, queste di Mar
te, queste e quelle di questo e di quell'altro. Cossì de le parti,
de membri, de colori, de sigilli, de caratteri, di segni, de imagi
ni destri bui te in sette specie " ·
1 60 CORPUS ICONOGRAPHICUM
vuoi contemplare la cosa con l' occhio della ragione '' ) . Sul si
gnificato del termine contractio cfr. l'Introduzione.
I I . Ibid., II, 3, pp. 1 80-93.
1 2 . Alla p. 645.
13. Si tratta di due modalità dello stesso linguaggio: << Figura
mus ergo aliquid et describimus ad externum oculum seu ad
internum » (De imaginum compositione, II, 3, p. 1 06) ; sull'argo
mento si veda l ' Introduzione.
1 4. II, l, p. 240: << Duo sunt quae sibi peculiariter p otest vindi
care. Alterum quod adeo (si intelligatur) spiritum ipsum regu
lare docet: ut tantum absit ne formas in ipsis doceat depingere
subiectis, ut mirum in modum quomodo eaedem in ipsis in
sculpti valeant aperiat » . Cfr. De umbris, p. 94: << Simul igitur in
telligantur adiecta cum subiectis, et quasi elementa lapidibus
insculpta prodibunt » ( << Pertanto gli "adiecta" vanno intesi in
sieme ai "subiecta", e appariranno come lettere incise su pie
tra » ) ; Lampas, p. 940; Sigillus, II, 2, p. 172 .
15. Cfr. in.fra i l commento alla tavola III.
1 62 CORPUS ICONOGRAPHICUM
20. Nelle prime pagine del De magia (pp. 160 sgg. ) , Bruno di
stingue dieci tipi di magia, e ne sceglie tre: « la magia divina,
quella fisica e quella matematica '' (p. 166: << magiam triplicem
accipimus: divinam, physicam et mathematicam >>; il Nolano se
gue qui il De occulta philosophia di Agrippa, p. 86) , partizione
che segue i gradi dei tre mondi: « archetipo, fisico e razionale o
matematico '' (cfr. ibid. , p. 1 72: << luxta tres praedictos magiae
gradus tres mundi intelliguntur: archetypus, physicus et ratio
nalis '' ) . La magia (cfr. ibid., pp. 1 60-64) << matematica '' e quella
<< metafisica '' ( << che va propriamente detta teurgia '' ) fanno
uso, tra l'altro, di << canti », << calcoli di numeri », << imagines,
figurae, sigilla, characteres seu litterae » . Sull'argomento, si ve
da infra il commento alla tavola III.
21. Per il testo latino, si veda sopra, nota 18. Al tema dei << gero
glifici '' • intesi come linguaggio insuperato perché soddisfacen
te appieno la vocazione umana di colloquiare con la natura e
con il divino e adatto così a svelare le altrimenti inaccessibili
leggi dell'universo, Bruno dedica i seguenti versi (De imaginum
compositione, Il, 3, p. 1 1 1 ) : << Arcanas, Aegypte, notas divumque
hominumque l colloquio celebres quondam sacrata tulisti, l
queis duce natura sancte meliusque notari l sensa valent, vario
quam sensu atque ordine nostrum. l Hisce antiqua manent si
gnis mysteria prompta l ut numeris natura suis sese explicat »
( << Celebri segni arcani, o Egitto una volta santo, portasti per il
colloquio degli dèi e degli uomini: con essi, come insegna la na
tura, le percezioni sono rappresentate con forza, religiosamen
te e meglio di un volubile sentire e di una nostra ordinata di
sposizione. Grazie a questi segni permangono visibili gli antichi
misteri, così come la natura si manifesta con i suoi numeri '' ) .
1 64 CORPUS ICONOGRAPHICUM
mihi contigit eos vidisse ad montes Liberi et Lauri, nec mihi so
li, se d frequen ter apparen t incolis lo ci illius >> .
29. Sui temi magici in Bruno, si veda A. Corsano, Il pensiero di
Giordano Bruno nel suo svolgimento storico, Firenze, 1940; il fon
damentale lavoro della Yates, Giordano Bruno, cit., pp. 21 2-366;
M. Ciliberto, Giordano Bruno, Roma-Bari, 1990, pp. 242-5 7. Per
quanto riguarda il sapere degli antichi filosofi e teologi, che si
esprimevano attraverso arcani e figure naturali, Bruno rivendi
ca di essere, nel suo tempo, il primo a « risuscitare >> simili dot
trine e pratiche: si veda Lampas, pp. 938-40.
30. De magia, p. 1 66: «A philosophis ut sumitur inter philoso
phos, tunc magus significat hominem sapientem cum virtute a
gendi '' ·
3 1 . De umbris, p . 49: « Cui sententiae - sine controversia - Theo
logus ille [il riferimento è a san Paolo, cfr. Rom., 7, 22 e Eph., 3,
16] adstipulatur maxime, qui perfectiori eam intitulans, nomi
ne "interiorem hominem" appellavit. Quod si pro huius con
firmatione operationes sine corpore eidem possibiles exqui
rans, ecce certo loco temporique non adstrictis copulatur ideis,
quotiescumque mente animove solutus homo materiam de
stituit atque tempus " ·
32. Per i l testo latino, si veda sopra, nota 1 8.
33. È soprattutto la scuola neoplatonica che trasmette al mon
do rinascimentale la teurgia antica e il suo modus operandi: cfr.
1 66 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Dodds, op. cit., pp. 335-69; opus Procli De sacrificio et magia, in
terprete Marsilio Ficino, a cura di W. Kroll, Greifswald, 190 1 ,
pp. 5-1 1 e note alle p p . 1 2- 1 4; m a anche D .-P. Walker, La magie
spirituelle et angélique de Ficino à Campanella, Paris, 1 988, pp. 37-
56.
34. Quest'opera, attribuita al filosofo e scienziato arabo Al
Kindi, che morì a Baghdad intorno all'870 ed il cui originale
arabo è andato perduto, venne tradotta in latino fin dal XII se
colo. In Occidente godette di grande fortuna sotto il titolo di
Theorica artium magicarum, tanto da costituire, insieme al Pica
trix, il più autorevole e diffuso manuale di magia naturale,
nonché un importantissimo riferimento per le dottrine astro
logiche medioevali: cfr. Thorndike, op. cit. , vol. l, pp. 642-46;
vol. Il, pp. 443 sgg. ; Al-Kindi, De radiis, a cura di M.T. D 'Al
verny e F. Hu<!ry, in <<Archives d'histoire doctrinale et littérai
re du Moyen Age •• , 41 ( 1 974) , pp. 1 39-79; Federici Vescovini,
op. cit., pp. 44-47. Sull' influenza del De radiis nel Medioevo e
nel Rinascimento come nei secoli successivi, si vedano i volumi
I-VII dell'opera del Thorndike, dove certi riscontri e riferi
menti sono sparsi tra numerose citazioni e note.
35. Soprattutto i primi tre libri: cfr. " Picatrix " das Ziel des Weisen
von Pseudo-Magriti, tradotto in tedesco dall'arabo a cura di H.
Ritter e M. Plessner, London, 1 962, pp. 1-296; Picatrix. The La
tin Version ofthe Ghayat Al-Hakim, a cura di D. Pingree, London,
1986, pp. 1-1 72; V. Perrone Compagni, Picatrix latinus. Concezio
ni filosofico-religiose e prassi magica, in << Medioevo " • l ( 1 975 ) , pp.
237-337; Thorndike, op. cit. , vol. II, pp. 8 1 3-24 e passim. Si veda
anche Alfonso X el Sabio, Astromagia (Ms. Reg. lat. 1283a), a cu
ra di A. D 'Agostino, Napoli, 1 992. Per l' influenza del Picatrix
sul pensiero di Ficino, su quello di Agrippa e sulla cultura rina
scimentale, rinvio alla nutrita bibliografia e ai riscontri in Per
rone Compagni, op. cit., pp. 244-45, 260-61 , 275; si veda in par
ticolare Yates, Giordano Bruno, cit., pp. 64-72, 1 79.
36. Cfr. il Libro III del De vita coelitus comparanda, in opera, vol.
l, pp. 529-72; si veda Walker, La magie spirituelle, cit., pp. 1 9-56,
69 sgg.
37. In particolare i Libri II e III del De occulta philosophia, pp.
249-599; cfr. H. Morley, The Life of Henry Cornelius Agrippa von
Nettesheim, London, 1 856, vol. l, pp. 137-223; Thorndike, op.
EXPLICATIO TRIGINTA SIGILLORUM 1 67
imagines efficaci da porre nei loci; per lui il << sigillo » di
viene un vero e proprio strumento pratico di trasforma
zione e di ascesa interiore, noetico, che eleva la sua ars a
veicolo creativo operante con la natura e al di là della na
tura. Ulteriore prova di questa sinergia mnemotecnico
magica si riscontra nelle xilografie.
Infatti, per la prima volta, nell' iter cronologico dell 'ico
nografia bruniana compaiono ora, in alcuni sigilli del
l'Explicatio, dei segni (punti, linee a croce e a stella o va
riamente secanti) che connotano in modo del tutto sin
golare le immagini. Nelle incisioni che illustrano i sigilli
Il, XVIII, XXI, XXIX (corrispondenti qui alle tavole I,
III, V e VII, e alle relative ricostruzioni) si può osservare
che le rispettive immagini geometriche sono contornate,
come incorniciate in parte o del tutto, da serie di punti e
linee di tal genere. Negli originali si nota come la mano
di Bruno abbia scalfito il legno con leggerezza e appros-
Tavola III
Figura l
a a a a
c A d c D d c A d c D d
b b b b
c D
a a a a
c c d c B d c c d c B d
b b b b
Figura 2
Figura 3
o o
o
o o
Figura 4
Figura 5
Tavola I
Figura 6
Tavola II
Figura 7
76. Alle pp. 34-35: il rinvio è sollecitato dallo stesso Bruno (Ex
plicatio, Il, 2, p. 1 23: « Catenae explicationem habes in intentio
ne decimatertia libri De umbris idearum>> ) . Su questo sigillo cfr.
anche il De imaginum compositione, II, 3, pp. 294-96. Sul riferi
mento simbolico della " catena , quale connessione discensiva
e ascensiva degli " esseri , (cfr. Bruno alle Intentio XIII e Intentio
XIV del De umbris, pp. 34-35; ma anche p. 82) di matrice neo
platonica (ispirata ai celebri versi omerici, Il., VIII, 1 8 sgg.; cfr.
Platone, Resp., 61 6b-c; Tim. , 3 1 c-32c, 38e; sull'eguaglianza cate
na d'oro/sole: Theaet., 1 53c-d; Reinhardt, op. cit. , pp. 331 sgg. ) ;
EXPLICATIO TRIGINTA SIGILLORUM 187
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Tavola N
Figura 8
Tavola V
Figura 9
Tavola VI
Figura IO
Tavola VII
Figura 1 1
Tavola VIII
Figura 1 2
Tavola IX
Tavola X
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Tavola XI
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ii
o
Figura 15
102. Capitolo 25 del Libro III ( pp. 472-81 ) . Cfr. il De arte cabalisti
ca di Reuchlin, cit., cc. 71 v sgg., dove si parla della permutazione
e combinazione delle 22 lettere ebraiche in riferimento alla temu
rah ( « ubi mutua fit literae pro litera positivo, et totiens fit quo
tiens alphabeta pennutantur. Pennutantur autern iuxta nume
rum literarum bis et vigesies » ) , e vi è riportato un esempio
grafico che ricomparirà in Agrippa, De occulta philosophia, p. 478.
Griglie criptografiche simili a quelle di Agrippa e Bruno in Blaise
de Vigenère, Traité tks Chif.fres, Paris, 1586, cc. 9 1 r sgg., 184r sgg.
210 CORPUS ICONOGRAPHICUM
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Figura 1 6
Tavola I
Figura l
Tavola II: p. 58
Tavola II
7. Cena, p. 70.
LA CENA DE LE CENERI 221
Figura 2
Tavola III
Figura 3
crescente degli archi c-d, e-f, g-h, i-k, 1 2 delimitati dalle ri
spettive corde B 1 , B2 , B3 , ecc. (la sequenza letterale è igno
rata nell'incisione, lo scritto cita soltanto le prime tre) .
La quinta corda/3 al centro dell'illustrazione e non se
gnata da alcuna lettera, corrisponde al diametro e deli
mita l'emisfero del corpo opaco.
Bruno, dal punto di vista grafico-compositivo, adatta
qui lo schema ottico-geometrico già proposto sopra per
la tavola I.
L'affermazione che un corpo luminoso possa rischiara
re non solo tutto l'emisfero di un corpo opaco rivolto
verso la sua luce, ma anche l'emisfero opposto, è insoste
nibile da un punto di vista sia fisico che astronomico. Ma
non si dimentichi che Bruno per le sue convinzioni ri
corre ad un empirismo diretto e personale, 1 4 lontano dal-
Tavola IV
Figura 4
Tavola V
Figura 5
Figura 6
2 1 . Cena, p. 85.
Tavola VI: p. 79
Tavola VI
Figura 8
Figura 9
Figura 10
234 CORPUS ICONOGRAPHICUM
che è dentro la nave gitta per dritto una pietra, quella per
la medesma linea ritornarà in basso, muovasi qualsivoglia
la nave >> . 22 L'esempio, che tratta del principio della com
posizione dei moti, verrà ripreso da Galileo. 23
La xilografia dunque, oltre a non contenere alcuna ci
fra o lettera esplicativa di quelle date nel testo, non pre
senta neppure caratteristiche didattico-iconografiche (al
di là del naviglio, che tuttavia non solca certo un fiume)
che soccorrano il senso dell'argomentazione scritta: vi
mancano i " gravi >> , chi li lancia, le loro traiettorie, la
" sponda >> , e la dinamica spaziale tra i due « moti » è im
possibile a intendersi. Sulle ragioni di tali incongruenze
propongo la seguente ipotesi.
Si noti innanzi tutto la buona qualità artistica della xi
lografia, disegnata e incisa con mano sicura ed esperta
(basti osservare il gioco delle spume dei marosi, la pro
spettiva con gli edifici in terra ferma, la personificazione
del vento, ecc . ) ; dunque chi l'ha realizzata non è sicura
mente lo stesso che ha eseguito gli altri, scadenti legni
della Cena, i quali sono da attribuirsi allo stesso Bruno
per le ragioni già considerate. Proprio certi limiti del No
lano (se così manifesti nei semplici disegni geometrici,
figuriamoci quali risultati avrebbero dato in scenari ico
nografici compositi come in questo) possono aver indot
to il tipografo o lo stesso Bruno a ricorrere per l' occasio
ne ad un competente xilografo. Tuttavia ciò non spiega
perché nell'immagine siano asse n ti le « lettere ,, , i '' sas
si >> , il « moto >> dei gravi, ecc. di cui sopra: particolari che
il bravo artista avrebbe dovuto ben rappresentare. La ra
gione, e con ciò arrivo alla sostanza della mia ipotesi,
consiste nel fatto che, secondo un costume corrente nel
la prassi editoriale di allora e non solo, si sia qui riutiliz
zato un legno che già era servito per illustrare un prece
dente libro, ossia una xilografia che dal punto di vista
28. Cfr. F.A. Yates, The Emblematic Concept in Giordano Bruno 's
'De gli eroici Furori ' and in the Elizabethan Sonnet Sequences, in
<<journal of the Warburg and Courtauld Institutes >> , 6 ( 1 943) ,
pp. 101-2 1 . Si veda anche la tavola XII degli Articuli.
29. Furori, p. 896.
30. La piena e colta formulazione iconologica di queste figure
retoriche che accostano concetti contrari si ebbe nell' Hypnero
tomachia Poliphili ( ed. cit., cfr. vol. I, p. 1 33; vol. II, pp. 615-16) ,
dove, nel caso specifico, una matrona con la mano destra « ala
ta >> e con la sinistra che impugna una '' tartaruga » ( quest'ulti
ma fa le veci della << pietra >> bruniana o di quella di Alciati ) ,
esprime l a dinamica morale e psicologica del festina tarde, cioè
della necessità di coniugare armoniosamente e superare così il
dualismo contrapposto degli estremi.
LA CENA DE LE CENERI 23 7
P TO L E M A E VS.
C O PE R N I C V S.
Tavola VII
Figura 1 2
Figura 1 3
Figura 1 4
Tavola VIII: p. 104
Tavola VIII
o
Figura 1 5
Tavola IX
E
Figura 1 6
Tavola I: p. 1 34
- --
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-·
Tavola I
Figura l
l . Causa, p. 289.
DE LA CAUSA, PRINCIPIO ET UNO 251
G H
Figura 2
Tavola Il: p. 1 36
Tavola II
Figura 3
Tavola III: p. 1 38
Tavola III
Figura 4
spetto alla linea BD, cioè sono scanditi man mano che la
perpendicolare MC, per così dire, declina verso B (ma
questo ovviamente anche verso D ) , restando fermo C e
muovendosi M lungo la circonferenza del cerchio con
centro in C, e dando luogo alla teoria dei punti M 1 , M2 ,
M, . . . (come nella ricostruzione, mentre nella xilografia
abbiamo solo M ripetuto) : tale successione produce una
serie di angoli M 1 CB, M2 CB . . . , sempre più acuti fino al
l'angolo piatto M,CB (o BCD) e, in proporzione, l ' altra
serie di angoli contigui M1CD, M 2CD . . . , sempre più ottu
si. La linea MC diviene pertanto, con la sua << potenza >>
generatrice di angoli << retto >>, << acuto >> e << ottuso >> , tra lo
ro comunque coniugati, l'emblema di quel medesimo e
comune principio. Analogo meccanismo geometrico, che si
ispira al Cusano, ricorre nella tavola I del De umbris.
Il tema filosofico, fisico e teologico della correlazione
tra grandezza << minima '' e << massima '' viene qui, nella
Causa, esposto soprattutto nel Dialogo terzo .
DE L' INFINITO UNIVERSO ET MONDI
De l'infinito universo et mondi. . . , stampato in Venetia, s.e., 1 584
(Salvestrini, n. 99; Sturlese, n. 9)
Le due xilografie che accompagnano il testo, per le
stesse ragioni esposte all'inizio del commento alla Causa,
vanno attribuite allo stesso Nolano.
Tavola 1: p. 2 6
Tavola I
Tavola II
Figura l
262 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Figura 2
Iigura vacuatum
exre�ioru Lcd•u an'
tecre{Q)atio•
ft� JDedte autcm fe•
cW piene .
Figura 3
Figura 4
Figura 5
Tavola I
4. La ruota del tempo, cit., pp. 24 sgg., 44 sgg., 113 sgg., 1 22 sgg.
5. Op. cit.
CABALA DEL CAVALLO PEGASEO 273
des [ . . . ] colun t ••; sui boschi del Cillene e la sua ricca vegeta
zione, cfr. Pausania, VIII, 17.
9. La fabula già omerica (Hymn. ad Merc., 2 sgg. ) è di ampia tra
dizione mitografica: si vedano le numerose referenze in M.T.
Cicero, De natura deorum, a cura di A.S. Pease, Cambridge
(Mass. ) , 1 958, vol. Il, p. ll lO.
10. Rispettivamente: R. Rust., Il, l, 1 4; Il, 6, 2; Il, 8, 3; Nat. hist. ,
VIII, 1 67; Rust. , VII, l.
Il. Il, 3, pp. 237-40: « Eius qualitates Mercurii qualitatibus sunt
contrariae, sed quia sine contrariis contraria non subsistunt et
contrariis contraria cognoscuntur [ . ] Adstant ergo Asino
. .
Lipsiae, 1 902, p . 69; Le Boeuffle, Les noms latins, cit., pp. 258-
59.
13. Sull'asino simbolo di sapienza e di virtù, cfr. Valeriano, op.
cit. , pp. 1 20-2 1 ; ma soprattutto, quale fonte di Bruno, si veda la
menzionata Digressio ad encomium asini di Agrippa, dove si loda
l'animale attraverso esempi e citazioni tratte dai « Dottori
Ebrei », da autorità cristiane e pagane; per una più ampia ras
segna di fonti: S. Bochart, Hierozoicon, Lipsiae, 1 793-1796, vol.
l, pp. 148 sgg.
14. Sulla negatività dell 'asino, le sue valenze simboliche e la lo
ro fortuna per immagini, sia nel Medioevo che successivamen
te (l'asino è la cavalcatura e attributo della follia, della lussu
ria, della morte, dell'avarizia, della pigrizia, dell'accidia, ecc.) ,
cfr. H.W. Janson, Apes and Ape Lore in the Middle ages and the R.e
naissance, London, 1952, pp. 202 sgg.; M.W. Bloomfield, The
Seven Deadly Sins, Michigan University Press, 1967, pp. 89, 1 50-
5 1 ; T. Vignau-Wilberg, Christoph Murer und die XL Emblemata
Miscella Nova, Bern, 1 982, pp. 259-64, ili. nn. 25-29, 49-50. Si
veda anche Valeriano, op. cit., pp. 1 1 5-19. Notevole, per effica
cia iconica, la polivalente 'negatività' dell'asino nelle xilo
grafie della Stultifera navis (Parigi, 1 498, ff. 23, 47, 64) di Seba
stiano Brant: figura 3 (lo stolto vuole cavalcare l'asino senza
montare la sella); figura 4 (asinità e follia come personifica
zioni della caducità del mondo e dei capricci della Fortuna) .
15. Alla p. 750.
276 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Figura l
Figura 3
Figura 4
FIGURATIO ARI STOTELICI PHYSICI AUDITUS
Figuratio Aristotelici Physici auditus. Ad eiusdem intelligentiam at
que retentionem per quindecim imagines explicanda. . . , Parisiis, ex
typographia Petri Cheuillot, s.d. (Salvestrini, n. 1 53; Sturlese,
n. 1 3 )
Tavola 1: c. a6v ; I, 4, p. 1 39
Figura l
FIGURATIO ARISTOTELICI PHYSICI AUDITUS 285
2. Figuratio, l, 4, p. 1 39.
3. lbid. , I, 4, pp. 138-39.
4. De umbris, pp. 40, 65, 156: « Habitus et actus imaginum prae
dictarum licet per se ad artem memorativam non conferant,
compiere tamen possunt imaginum rationem >> ( « Gli atteggia
menti e le azioni delle immagini suddette [il riferimento è ai
segni zodiacali] , benché di per sé non riguardino l'arte della
memoria, tuttavia possono completare le ragioni delle immagi
ni >> ) . In Bruno il significato del lemma habitus è inerente alle
attitudini e potenzialità raziocinanti dell'uomo, legate sia ai
sensi che all 'intelletto: oltre all' incipit del Sigillus, cfr. Lampas,
p. 1240; Sum ma, I, 4, pp. 22, 26, 28 ( « [ . . . ] omnes habitus, qui
sunt secundum sensum et intellectum; item virtutes et vitia et
omnes habitus, qui sunt secundum voluntatem sensitivam, ut
irascibilitas, vel rationalem >> ) , 36, 1 00.
5. Quest' ultimo numero non compare nella xilografia.
286 CORPUS ICONOGRAPHICUM
6. Cfr. Yates, L'arte, cit., pp. 108 sgg.; per il rapporto tra anato
mia umana e luoghi memorabili in Giulio Delminio Camillo, si
veda il saggio di C. Bologna, Esercizi di memoria. Dal " Theatro del
la sapientia " di Giulio Camillo agli " Esercizi spirituali " di Ignazio
di Loyola, in La cultura della memoria, cit. , pp. 1 7 1 , 1 80 sgg.; U.
Eco, Mnemotecniche come semiotiche, ibid., pp. 35-42; Bolzoni, op.
cit. , pp. 27-57.
Figura 2
Figura 3
Figura 4
___.,,_,.... --- 8
---:9
--- I O
--- 'I X
--- 1'2...
--- r3
--14
- .I S
--
IJ
--- ')..0
Figura 5
FIGURATIO ARISTOTELICI PHYSICI AUDITUS 28 9
Figura 8
Figura 9
DIALOGI DUO
DE FABRICII MORDENTIS SALERNITANI
Dialogi duo de Fabricii Mordentis Salernitani prope divina adinven
tione ad perfectam cosmimetriae praxim, Parisiis, ex typographia
Petri Cheuillot, 1 586 (Salvestrini, n. 1 55; Sturlese, n. 1 4)
A Parigi, dove era tornato dall'Inghilterra nel novem
bre 1585, Bruno ebbe modo di in contrare e frequentare
Fabrizio Mordente ( 15 32-1608?) , matemati co salernita
no che fu al servizio dell'imperatore Rodolfo lP e del du
ca Alessandro Farnese: a lui si deve l'invenzione di uno
spe ciale compasso di proporzione a otto punte / che lo
rese noto negli ambienti s cientifi ci europei e destò la più
grande ammirazione del Nolano, il quale non esitò a
definire Mordente « dio dei geometri, superiore a tutti
quelli che lo hanno pre ceduto e ai contemporanei >> ,3 an-
Tavola I
Tavola I bis
1 9. Ibid., p. 46.
DIALOGI DUO. MORDENTIUS 303
Figura l
J..,...ò'7'.uitll�o.IIMPI-f'J-iiCJ-,,.F,.,;,J�fEJitil..l•. •JIJ,
Figura 2
Figura 3
la tor in ese sono ben v is ib il i. Tutto ciò vuo i d ire che Bru
no, in ciso il legno, s i rese conto delle mende o im pre ci
s ion i in esso contenute solo dopo che una pr im a t ir atu
ra gl i aveva palesato su i fogl i gl i error i, e d i conseguen
za provv ide come poteva: inserì la C all 'esterno del mar
g in e della stessa in cis io ne e can cellò BIH. La pr im a let
tera andava agg iu nta per ché ne cessar ia a leggere la l i
nea CG, fondamentale alla log ica proporz ionale della
tavola in quest io ne, le altre tre lettere, pure ne cessar ie
per in tendere il d is egno , dovevano collo cars i non certo
lì, in basso a s in istra, dove s i trovano nella cop ia par ig i
na, bensì sull'angolo s in istro in alto come dovuto e co
me r isulta ch iaro dalla r icostruz io ne (figg. l e 3 ) . Que
sto caso, se da un lato test im on ia la cura e l ' im pegno d i
Bruno nel segu ire la stampa delle sue opere (mer ito
che gl i verrà r iconos ciuto dal t ip ografo Ioannes We che
lus, che pubbl icherà il De triplici minimo)/7 dall'altro do
cumenta ulter io rmente la sua po ca padronanza del me
st iere d i in cis ore. Prova ne s ia che cert i sbagl i (l' in ser i
mento man cato della C,28 la collo caz io ne errata delle
lettere BIH) sono sostanz ia lmente conness i ad una er
rata valutaz io ne degl i spaz i, delle m isure e proporz io n i
della s t•.perfi cie da in cid ere. M i pare, ad esemp io , che
solo l' imper iz ia potesse far sì che lo spaz io dell'angolo
in alto a s in istra della tavola ven is se grafi camente r iem
p ito dalle var ie l in ee là convergent i ( ta vv. I e I b is ) e
non r im anesse p iù posto per le lettere (BIH) che le
avrebbero dovute cifrare come d i norma. Il r ip iego at
tuato per l'o ccas io ne, oss ia in cid erle in basso ( tav. l), s i
d im ostrò inut il e fin dalle pr ime stampe, in quanto, po
ste in quel luogo, rendevano in comprens ib ile la loro
funz io ne: da ciò la su ccess iva can cellatura. Tale consta
taz io ne d i ord in e prat ico sugger is ce e sp iega sub ito
un'altra quest io ne, ovvero che Bruno, per questa in ci-
Tavola II
Figura 4
29. Op. cit. , pp. 47, 1 1 0 sgg. , 1 42 sgg., tavv. III, VII, VIII.
30. Modena, Biblioteca Estense, ms. Gamma U, 1 . 1 8- Campo
ri 290.
Figura 5
Figura 6
Tavola III: c. 20r; I, 4, p. 257
Tavola III
l
pL---�--�--�--�n��----�--��0
Figura 8
DIALOGI DUO. INSOMNIUM 315
in qua legem motus eius, qui circa medium est, lex motus eius
dem vel cuiuscunque consequitur alterius, quod a medio per
git vel ad medium; ut inde inferre tibi quam certe exacteque
liceat dimensionis a dimensione, motus a motu, ponderis a
pondere, consequentis quoque quantitatis, qualitatis et cuius
cunque rei, quae certis definitisque in rerum natura gradibus
consistentiam adepta est•• .
318 CORPUS ICONOGRAPHICUM
35. Loc. cit. : " eius tamen verba et in tabella oculis expositae no
tae linearumque tractus non me praetereunt [ . . ] Haec est,
.
Tavola 1: c. C2r; p. 20
Tavola I
Figura l
Tavola II
Figura 2
Tavola III
Tavola IV
Figura 3
326 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola V
Figura 4
328 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola VI
- . .. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - . - - - - - - - - - - -
Figura 5
DIALOGI IDIOTA TRIUMPHANS 329
L'immagine, inerente la Sententia XVI , raffigura, dal
l'alto in basso, l'intersezione di due linee, prima paralle
le poi incidenti secondo una angolazione sempre mag
giOre.
Tavola VII
� ------ ---------- -- - - -------------
'
, A
'
'
'
'
'
'
L ------------------- ---------------
:
Figura 6
330 CORPUS ICONOGRAPHICUM
8. Edizione Aquilecchia, p. 20: " nos tamen non late t haec om
nia non minus facile et magis arùficiose per circinum commu
nem praestari posset » .
DE LAMPADE COMBINATORIA LULLIANA
De lampade combinatoria Lulliana. Ad in.ftnitas propositiones et me
dia invenienda ... , Witerbergae, s.e., 15 87 (Salvestrini, n. 15 9;
Sturlese, n . 17)
L'opera è un commento al i ' Ars magna lu l iana che , co
me puntual izzò il Tocco, 1 << offre ben poco d i nuovo » r i
spetto al De compendiosa architectura. Lo stesso d icas i per
l'apparato iconografico che illustra il volume . La qual it à
art is t ica delle xilografie denunc ia la mano inesperta d i
Bruno, per le rag ion i p iù volte sottol in eate. Eppure in
questo caso l ' imprec is io ne ragg iunta nell'esecuz io ne d i
l in ee e cerch i (bast i guardare le tavole 1-111, VII e VIII) è
tale da ch ieders i in qual i infel ic i cond iz io n i mater ial i o
ps icolog iche s i trovasse il Nolano quando intagl iava que
ste tavole. A sugger ire l'es istenza d i tal i d iffic olt à, certo
non megl io prec isab il i, m i pare concorra anche il fatto
che in tutte le inc is io n i (come r isalta in part icolare nelle
tavole I, II e VII) le s ingole lettere come le scr itte sono ot
tenute con p io mb i t ipografic i, e non scolp ite come acca
de sovente, quas i a sottol ineare l' in d is pon ib il it à manuale
dell'autore a comp iere un s im il e lavoro d iprec is io ne.
Tavola I
2. In Yates, The Art ofRamon Lull, cit. , pp. 1 37-4 1 ; cfr. Lulli Lec
tura artis, cit. , pp. 345-47.
DE LAMPADE COMBINATORIA LULLIANA 337
ed era già stata riproposta da Agrippa nel suo In artem bre
vem Raymundi Lullii Commentaria 3 attraverso 5 figure di
cui, come esempio, si riprodu cono le seguenti due:
Figura l
Figura 2
Tavola II
Figura 3
Tavole III, IV, V: cc. C8r-D2r- D2v ; Il, 2, pp. 266, 270-71
Tavola III
MtliM.
Tavola IV
lrJJ 'oritM.
Tavola V
DE LAMPADE COMBINATORIA LULLIANA 343
Differenti a
Contrarletas Concordantla
Figura 5
Prlnclplum
Flnls Medlum
Figura 6
Malorltas
Mlnorltas Aequalltas
Figura 7
Tavola VI
Tavola VII
Figura 8
346 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola VIII
Figura 9
348 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola IX
Tavola X
B
B C
Tavola I Tavola II
B
Tavola III
354 CORPUS ICONOGRAPHICUM
l. Il filosofo viene più volte menzionato nel testo, cfr. Il, 3, pp.
1 3, 37, 57, 70, 74, 83 e passim. Cfr. Tocco, op. cit. , pp. 1 2-18.
2. Come spiega Aristotele ( Top., l OOa sgg. [cfr. Aristotelis ope
ra, I, 3, cc. 3r sgg. ] , ma l'argomento è ampiamente esaminato
anche in Anal. pr. e Anal. post.) il sillogismo è, nella logica,
quel tipo di ragionamento deduttivo perfetto, in base al quale,
posti alcuni elementi, altri ne conseguono per necessità. L'ar
gomentazione è costituita da tre proposizioni: dalle prime
due, dette l'una « maggiore », l'altra « minore » , grazie ad un
comune ,, termine medio », si deduce necessariamente la ter
za.
3. In Aristotelis opera, I, l , cc. 6r sgg., 25r sgg., 80r sgg., l l l r
sgg. e passim.
Tavola IV: c. A6v; II, 3, p. 1 2
Tavola IV
Figura l
Tavola V
Figura 2
Tavola VI : c. B5r; II, 3, p. 23
Tavola VI
2.
.z. • l
l )
A. 4
-
·B l
l z
-
c J
Tavola VII
Ager generis
1
2
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cc
'i: CD
c. ...
e 1 2 3 1 111
c. n
n
...
Cl) c:
Cl CD
<C ::s
-
iii'
A 4
B 3
c 2
Figura 3
DE PROGRESSU ET LAMPADE VENATORIA 363
L'immagine sembra rappresentare un modo pratico,
operativo, per utilizzare mnemonicamente i quattro
predicabili aristotelici della figura precedente, attri
buendoli graficamente, anziché a quattro losanghe, a
quattro nuovi spazi quadrati, tre dei quali sono siglati
con le lettere A, B, C. Invece del rombo/ campus, suddi
viso in quattro agri di uguale superficie della tavola VI,
qui abbiamo quattro quadrati l'uno dentro l'altro o so
vrapposti, di misure proporzionalmente decrescenti. Le
lettere A, B, C si riferiscono rispettivamente ai predi
cabili « accidente >> , « genere >> e « proprio >> , il quadrato
centrale, più piccolo, dovrebbe pertanto concernere la
<< definizione » . 26 Ogni quadrato, oltre a denotare il sin
golo predicabile, può simboleggiare con i suoi quattro
lati altre species, poi coniugabili con lo stesso predicabi
le. Nella xilografia i numeri siglano i lati visibili di cia
scun quadrato, in base alle loro rispettive sovrapposizio
ni, per cui del quadrato C, che è quello al di sotto di tut
ti, si scorgono soltanto i lati l e 2, mentre di quello so
vrapposto, il B, fanno mostra i lati l , 2 e 3. Ad un refuso
si deve, nel quadrato A, la sostituzione del numero 3
con un punto e virgola tipografico, che reintegro nella
ricostruzione (fig. 3) .
Per quanto concerne l ' aspetto grafico-artistico, si
deve sottolineare che, mentre le xilografie del De lam
pade combinatoria sopra esaminate erano tutte di cattiva
fattura, alcune di queste (se si eccettua la tavola VII)
sono di pregevole esecuzione e lasciano intendere che
a realizzarle sia stato un incisore di mestiere; in parti
colare le tavole IV, V e VI, dove le lettere e le scritte,
scolpite con la sgorbia, non manifestano quelle impre
cisioni tipiche della mano di Bruno. La tavola VI inol
tre, per la decorazione del bordo e i quattro pennac
chi fitoformi stilizzati posti agli angoli, si inserisce in
una tradizione iconografica antica e medioevale che in
modo simile decora le cornici a losanga o quadrango-
4. l, 3, pp. 78-80.
5. Giordano Bruno, cit., p. 341 .
6 . I, 3 , pp. 274-82; cfr. il commento alle tavole XIX, XX e XXI
del De minimo.
7. Queste due figure sono costruite sulla stessa logica geome
trica, ossia secondo cerchi concentrici e sviluppo proporziona
le dei relativi esagoni inscritti, trama da cui scaturiscono i dop
pi triangoli equilateri contenuti negli stessi esagoni. La diffe-
370 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola I
Figura l
Tavola II
Figura 2
Tavola III
Figura 3
l :iguli
_
Figura 5
ARTICULI CENTUM ET SEXAGINTA 377
Figura 7
Figura 8
Tavola IV
Figura 9
Tavola V
Figura 10
ARTI CULI CENTUM ET SEXAGINTA 389
Tavola VI
Figura 1 1
Tavola VII
ARTICULI CENTUM ET SEXAGINTA 39 1
Figura 12
Tavola VIII
Figura 1 3
Tavola IX
Figura 14
Medesima costruzione della tavola VI.
Tavole X, XI: I, 3, p. 87
Tavola X
Tavola XI
396 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Figura 15
2
o
�I
Figura 1 6
A S T A
� p
o <
m
V !) .N � A
Tavola XII
Tavola XIII
Figura 1 7
Tavola XIV
Figura 18
Tavola XV
Figura 19
Tavola XVI
/
\ l
\ l
\ l
- - - v- - -
Figura 20
Tavola XVII
Figura 2 1
5 1 . Ibid. , I, 3, p. 57.
404 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola XVIII: I, 3, p. 94
Tavola XVIII
Tavola XIX: I, 3, p. 95
Tavola XIX
406 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Figura 23
Tavola XX: I, 3, p. 96
Figura 24
Tavola XXI: I, 3, p. 97
Tavola XXI
/ '
/
/
/
/
.... /
Figura 2 5
Tavola XXII
Figura 26
Tavola XXIII
Figura 27
Tavola XXIV
Figura 28
Tavola XXV
Figura 29
Tavola XXVI: l, 3, p. l 02
Tavola XXVI
Figura 30
Tavola XXVII: l, 3, p. l 03
Tavola XXVII
Figura 3 1
Tavola XXVIII: l, 3, p. l 04
Tavola XXVIII
Figura 32
Figura 33
Tavola XXIX
Figura 34
Tavola XXX
C r+-T���----r---,_�
Figura 35
Tavola XXXI: I, 3, p . 1 0 7
Tavola XXXI
420 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Figura 36
Tavola XXXII
Figura 37
Tavola XXXIII
Figura 38
Tavola XXXIV
Figura 39
Tavola XXXV
Figura 40
Tavola XXXVI
Figura 41
426 CORPUS ICONOGRAPHICUM
69. Cfr. in Lefons, op. cit. , p. 64; Yates, Giurdano Bruno, cit., pp. 1 3
sgg., 149 sgg. , 1 9 1 sgg.; Ciliberto, La ruota, cit. , pp. 157 sgg.;
Spruit, op. cit., pp. 23 sgg.; A Faivre, Renaissance Hermeticism and
the Concept ofWestern Esotericism, in Gnosis and Hermeticism, a cura di
R van den Broek e WJ. Hanegraaf,f New York, 1998, pp. 1 09-23.
70. Alle pp. 3 1 4-18, 378, 492: simili motivi sono comuni all'a
stromagia medioevale e rinascimentale, cfr. Picatrix, a cura di
Pingree, cit., pp. 63 sgg. , e, per i segni talismanici, tavv. 1-2.
*!: � � Segni e caratteri di Satumo
Figura 42
Figura 43
)1 o Il-h c�puc Algol,
� Plci�dcs,
x Aldcb:mm,
>< Hircus,
'P Canisminor,
� Ala corui,
1(
o
Spica,
l
o Alcl1�mctlJ,
~ Elphcia,
x V u!cur cadcns,
)( j
Il Cauda e:1prico.mi,
Figura 44
ARTICULI CENTUM ET SEXAGINTA 429
Bruno compone e coniuga tra loro questi « segni o ca
ratteri >> talismanici secondo un suo criterio, certo riela
borandone e rivisitandone i tracciati, ciò che impedisce
un riconoscimento immediato di ciascuno di essi. Tutta
via è interessante notare che le rette zigzaganti, le quali
fuoriescono dal punto centrale del circolo nella tavola
XXXV, sono 7 come i pianeti. La valenza magico-astrale
di simili composizioni mi pare sottolineata, ancora nella
tavola XXXV, dal segno della Luna, potente veicolo di in
flussi astrali, come si è detto sopra, posizionato al centro
di quella sorta di ventaglio di raggi che domina la parte
superiore dell'immagine, delimitato in alto da una se
quenza di punti. Particolari che inevitabilmente rievoca
no la virtù attrattiva, per meglio captare gli effluvi celesti,
posseduta da certe linee convergenti e angolari, come
dagli incavi puntiformi, di cui Bruno fa uso nelle imma
gini dell'Explicatio. I quattro elementi letterali (K, X, Y, Z)
posti agli angoli della tavola XXXV, secondo un cliché ico
nografico più volte riscontrato, possono alludere ad una
funzione mnemonico-combinatoria dell'immagine, mo
dalità di cui però sfugge la meccanica.
Tavole XXXVII e XXXVIII: I, 3, p. 1 1 3
Tavola XXXVII
Figura 45
ARTICULI CENTUM ET SEXAGINTA 43 1
Tavola XXXVIII
Tavola XXXIX
Figura 46
Figura 47
Tavola XL
Figura 48
Tavola XLI
Figura 49
Tavola XLII
Tavola I
Figura l
Tavola II
Figura 2
Tavola III
• • • •
• • • •
• • • •
• • •
1-
Figura 4
4 3 2 1
5 3 2 1
6 4 2 1
7 5 3
�
Figura 5
45 2 CORPUS ICONOGRAPHICUM
19. Per i numerosi luoghi cfr. Lefons, op. cit. , pp. 41, 49, 50.
20. A differenza della concezione meccanicistica dell' atomi
smo antico, che spiega la cosmogonia come un'aggregazione
fortuita di atomi, il Nolano considera la genesi dei mondi co
me il perenne frutto di una mente ordinatrice, che dà misura
e proporzione ad ogni cosa: cfr. De minimo, l, 3, pp. 1 36 sgg. ,
240 sgg., 269 sgg., soprattutto i primi due capitoli del De princi
piis mensurae et fig;urae liber; il capitolo 7 del Libro VIII del De
immenso; il paragrafo " Matematiche astrazioni » dell ' Introdu
zione; sul rapporto tra l'atomismo antico e lucreziano e il pen
siero bruniano, si veda K. Atanasij evic, The Metaphysical and
Geometrical Doctrine of Giordano Bruno as Given in His Work «De
triplici Minimo », St Louis ( Missouri) , 1 972, pp. 3-19, 45 sgg.; A.
Ingegno, Cosmologia e filosofia nel pensiero di Giordano Bruno, Fi
renze, 1 978, pp. 1 00 sgg.; G. Aquilecchia, fl dilemma matematico
di Bruno tra atomismo e infinitismo, Napoli, 1992. Bruno espone
la sua dottrina atomista (matematica, metafisica e fisica) nel
De minimo, nel De monade e nel De immenso: cfr. sopra la nota 2;
Tocco, op. cit. , pp. 1 36-326; A. Koyré, Du monde clos à l'univers
infini, Paris, 1962, pp. 1 7 sgg., 55 sgg. ( trad. it. Dal mondo chiu
so all'universo infinito, Milano, 1974) ; P.-H. Michel, La cosmologie
de Giordano Bruno, Paris, 1 962, passim; Giordano Bruno, Prae
lectiones Geometricae e Ars Deformationum, a cura di G. Aquilec
chia, cit. , pp. xvm-xxv1; Ricci, op. cit., pp. 79 sgg.; Atanasije
vic, op. cit. , pp. 20 sgg.; Bònker-Vallon, op. cit. , pp. 33 sgg. ;
Luthy, op. cit. , pp. 59-92 ;]. Seidengart, La cosmologie infinitiste de
Giordano Bruno, in Infini des mathématiciens, infini des philosophes,
sotto la direzione di F. Monnoyeur, Paris, 1992, pp. 59-82. Si
veda anche la nota seguente.
DE TRIPLICI MINIMO ET MENSURA 453
28. Bruno definisce la << misura » ciò che mostra quanto sia gran
de il tutto e, in generale, definisce lo stesso minimo ( ibid., p.
285: « Quid mensura. Mensura est totum monstrans sumpta at
que resumpta quantum sit; minimum finit generaliter ipsum >> ) ;
cfr. più in generale il De mensura liber, Libro V, ibid., pp. 300 sgg.
29. Ibid. , p. 286: << Quo adiecto in similem formam est exaucta
figura, aut dempto est eadem, gnomo generalius esto »; cfr. an
che pp. 215, 2 1 8-20.
30. Aristotele, Phys., 203a; Nicomaco di Gerasa, Arithm. , l, 9; II,
1 1 e 1 3; Teone di Smirne, Exp., I, 33; Boezio, In Categ. Arist. , 4
( Migne, PL, LXIV, coll. 290-9 1 : << Sed sunt quaedam crescentia
quae non alterantur, ut quadratum, circumposito gnomone,
crevit quidem, alteratum vero nihil factum est •• ; si veda anche
De arithm. , Il, 1 0 ) ; cfr. P.-H. Miche!, De Pythagore à Euclide. Con
tribution à l'histoire des mathématiques préeuclidiennes, Paris, 1 950,
pp. 304 sgg.; Heninger, Touches, cit., pp. 72-90; P. Zellini, Gno
mon. Una indagine sul numero, Milano, 1999, pp. 26 sgg. e, con
riferimento a Bruno, pp. 226-30.
Tavola IV: p. 50; I, 3, p. 1 83
Tavola IV
Tavola V: p. 76; I, 3, p. 2 1 2
Tavola V
33. Cfr. anche Atanasijevic, op. cit. , pp. 5 1-53; Luthy, op. cit.
5
Figura 6
Figura 7
460 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola VI
Figura 8
Figura 9 Figura 10
Tavola VII
l. c
Tavola VIII
DE TRIPLICI MINIMO ET MENSURA 465
c D E
Figura 1 1 Figura 1 2
Tavola IX
A B
Figura 1 3
Tavola X
Figura 1 4
470 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Penta gone
rofe Arnh
metlce•
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Figura 1 7
474 CORPUS ICONOGRAPHICUM
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Figura 18
Figura 19
Tavola XI
478 CORPUS ICONOGRAPHICUM
A 12 1 1 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 B
l p l A l R l T l E l S P I R I I I M I A I E I
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Qulntae 5
Sextae 6
Figura 21
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Tavola XII
Tavola XIII
Figura 22
Tavola XIV
Figura 23
484 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola XV
Figura 24
Tavola XVI
Figura 25
DE TRIPLICI MINIMO ET MENSURA 487
Tavola XVII
Figura 26
A B
D
Tavola XVIII
Figura 27
490 CORPUS ICONOGRAPHICUM
64. Cfr. Atanasijevic, op. cit. , pp. 83-85. Si veda il capitolo << Ma
tematiche astrazioni " nell'Introduzione.
65. De minimo, l, 3, pp. 269-74.
66. Tim., 55a-56a.
67. I, 2, p. 410; cfr. Ficino, In Tim., in Opera, vol. Il, pp. 1 467-68
(cap. 41 ) ; Bungus, op. cit. , p. 256; Heninger, Touches, cit. , pp.
1 04 sgg.
68. Cena, pp. 1 1 6-1 7.
DE TRIPLICI MINIMO ET MENSURA 491
69. Infinito, p. 348; cfr. Cena, p. 94; Acrotismus, I, l, pp. 75, 78,
81; De immenso, l, l , pp. 254, 262.
Tavole XIX, XX, XXI:
pp. 1 43,7° 138, 1 40; I, 3, pp. 278, 280, 282
Tavola XIX
Figura 28
Tavola X X
Figura 29
Tavola X XI
Figura 30
DE TRIPLIC I MINIMO ET MENSURA 495
Tavola XXII
Figura 31
Tavola XXIII
Figura 32
500 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola X X IV
E A B D F
Figura 33
502 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola XXV
Figura 34
Tavola XXVI
Figura 35
DE TRIPLIC I MINIMO ET MENSURA 505
Tavola XXVII
Figura 36
Tavola XXVIII
Figura 37
508 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola XXIX
Figura 38
Tavola XXX
Figura 39
Tavola X X XI
Figura 40
DE TRIPLIC I MINIMO ET MENSURA 513
Tavola XXXII
Figura 41
GCFISHDVXBR.PONTQ.! AMXZ
Tavola XXXIII
Figura l
DE MONADE, NUMERO ET FIGURA 521
Tavola II
Tavola III
Figura 3
Figura 4 Figura 5
DE MONADE, NUMERO ET FIGURA 527
1 1 . lbid., l, 2, pp. 364 sgg.; si veda la tavola III del De umbris; cfr.
i capitoli 2, 9, 1 0-13 del De sole e il De lumine di Ficino, rispetti
vamente in opera, vol. l, pp. 965 sgg., 976 sgg.; Spruit, op. cit. ,
pp. 44 sgg., 224 sgg.; Bònker-Vallon, op. cit., pp. 92 sgg.; Eu
sterschulte, op. cit. , pp. 51 5-24.
1 2. Edita per la prima volta a Venezia da Aldo Manuzio nel
1508, venne poi integrata con «supplementi» nell'edizione di
Basilea del 1 552 dall'erudito alsaziano Corrado Licostene
(Corrado Wolffhart). Ancora preziosi i dotti apparati e le note
in Valerius Maximus, De dictisfactisque memorabilibus, et]ul. Ob
sequens, De prodif!:iis, cum supplementis Conradi Lycosthenis,
ree. Car. Benedictus Hase, Parisiis, 1822-1823, Il, 2, pp. 1-207.
1 3. Cfr. Firenze e la Toscana dei Medici nell'Europa del Cinquecento.
La corte, il mare, i mercanti. La rinascita della Scienza Editoria e So
cietà. Astrolof!:ia, maf!:ia e alchimia, ordinatori G. Pansini, P. Gal
luzzi, L. Perini, P. Zambelli, Firenze, 1980, pp. 318-24, 403
sgg. ; Eusterschulte, op. cit.
14. Senza luogo di stampa, ma apparso nel 1520 e ristampato
528 CORPUS ICONOGRAPHICUM
A TERTJA
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A c
Tavola IV
Tavola V
E B F
A D
G c H
Tavola VI
G c H
Figura 6
Tavola VII
Figura 7
l Il Ili l fil
Tavola VIII
Tavola IX
21. De monade, I, 2, pp. 402-404; cfr. Tocco, op. cit. , pp. 188-89.
Figura 8
Tavola X
536 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola XI
Tavola XII
Figura 9
Tavola XIV
Figura 10
Tavola XV
544 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola XVI: p. 1 0 7; I, 2, p. 4 3 3
Tavola XVI
Tavola XVII
Figura 11
Tavola XVIII
o l
p
Tavola XIX
Figura 12
Tavola XX
Tavola XXI
Figura 13
552 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola XXII: p. 1 4 2; I, 2, p. 4 70
Tavola X XII
Figura 14
Tavola XXIII
48. Cfr. il commento alla tavola II del Cantus, quello alle tavole
I, II e III degli Articuli e le relative note 28 e 30.
Tavola 1: p. 202; I, l , p. 255
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Tavola I
49. De immenso, l, l , pp. 25 2 sgg.; cfr. Tocco, op. cit. , pp. 211 sgg.
5 0. De coelo, l, 5 sgg., 27lb sgg.; Phys. , III, 3 sgg., 202b sgg.; cfr.
Mondolfo, op. cit., pp. 119-39.
51. De immenso, I, l , pp. 255-56.
DE IMMENSO 557
Tavola II
A P l\ S Q... O D
Tavola III
f
Tavola IV
Tavola V
Tavola VI
Tavola VII
Figura l
DE IMMENSO 563
Tavola VIII
Tavola I X
DE IMMENSO 565
Figura 3
annuo del centro della Terra sul piano dell 'eclittica. Di
videndo il circolo in quattro parti abbiamo: nel punto A
l'inizio del Cancro, nel punto B della Bilancia, in C del
Capricorno, in D dell'Ariete. FGHI rappresenta la fascia
equinoziale. Il diametro FAH (ma anche FBH, FCH,
FDH) , perpendicolare a GAI (ma anche GBI, GCI, GDI) ,
è in F il limite della maggiore declinazione verso sud e in
H verso nord.
Tavola X
E L
M
Figura 4
Tavola X l
Figura 5
568 CORPUS ICONOGRAPHICUM
c
F
B D E A
Tavola XII
B D
Figura 6
Tavola XIII
Tavola XIV
Tavola XV
Tavola XVI
Tavola XVII
Figura 7
DE IMMENSO 575
70. lbid., I, 2, pp. 1 05-1 09; cfr. Tocco, op. cit., pp. 266-67.
Tavola XVIII: p. 474; I, 2, p. 1 3 3
....
Tavola XVIII
(J
Figura 8
578 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola XIX
580 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola XX: p. 5 1 6; I, 2, p. 1 76
Tavola XX
b '
Tavola XXI
73. Ibid., l, 2, pp. 223-35; cfr. Tocco, op. eit. , pp. 287-89.
582 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola XXII
Tavola XXIII
584 CORPUS ICONOGRAPHICUM
b '
Tavola XXIV
Tavola XXV
l. Cfr. Tocco, op. cit., pp. 84-91 ; Spampanato, op. cit., pp. 441-
42, 709.
2. De imaginum compositione, II, 3, p. 89: «Propositum est de ima
ginum, signorum et idearum compositione principale, propter
universalis inventionis, dispositionis et memoriae finem » .
590 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola I
Figura l
592 CORPUS ICONOGRAPHICUM
FORMA ATRH
ET NOMINA LOCORUM PARTlCULARIUM ATRIUM ALTARIS
D R Y G X l A
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Scrlnlum Stabulum
ATRII
E SEPTENTRIO MERIDIES F Scapha ALTARE Frugea
IMAGO
Sollum Fumua
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Figura 2 Figura 3
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Tavola II
Figura 4
596 CORPUS ICONOGRAPHICUM
Tavola III
Figura 5
598 CORPUS ICONOGRAPHICUM
12. Ibid., Il, 3, pp. 164 sgg.; cfr. C. D'Antonio, Giordano Bruno.
Il primo libro della Clavis Magna, Roma, 1 997, pp. 30-36.
1 3. De imaginum compositione, II, 3, p. 1 65: << In atrio vel eubili
Bonitatis sit sacerdos indutus lineis, ad altare thuribulo suf
fimigans >> .
Tavola IV: p. 1 0 1 ; II, 3, p. 197
l
K L M
t
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IG
l
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\ A B
Tavola IV
--
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Questa xilografia raffigura una (( forma della combina
zione �� ( compositionis forma) , e in effetti vi si fondono due
tipologie combinatorie esaminate in precedenza: quelle
espresse dalle tavole VII e VIII del De umbris, dalle tavole
III e IV del De compendiosa, e dalla tavola VIII dell' Explica
tio. Ogni terna di lettere (A, B, C; D, E, F; G, H, I; K., L,
M) è denotata da tre immagini: per esempio A (così D,
G, K) simboleggia un agens, un soggetto agente; B (così
E, H, L) un instrumentum, una circumstantia ad esso ine-
DE IMAGINUM COMPOSITIONE 60 1
Figura 6
IVPITER._
Tavola V
Tavola VI
Tavola VII
SO L
Tavola IX
Tavola X
Tavola Xl
Tavola XII: p. 1 80; Il, 3, p. 286
K L M
A B c
Tavola XII
<< oggetto », un << astante '' ed un << accompagnatore >> .2° Co
sì, per esempio, sulla colonna A, D, G, K scorrono, sem
pre dall'alto in basso, le figurazioni di un << fanciullo ''
(puer) , di una << colonna >> ( columna) , del gesto o dell' azio
ne di << rovesciare '' o << capovolgere '' ( evertit) , e di un cane
( canis) . Le quattro lettere vengono pertanto rammentate
dalla pictura di « un fanciullo su una colonna che capo
volge un cane » . 2 1
263, 264, 265, 266, 322, 374, 1 1 0, 159, 1 65, 219, 260, 272,
383, 391, 392, 416, 447, 463, 426
471, 503, 544 Claut, P., 21 9
Bradwardine, T., 263, 264 Clements, RJ., 235
Brant, S., 2 75 Coignet, M., 3 1 0
Brisson, L., LIV Colonna, F. , XXXIII, LIX, LXV,
INDICE DEGLI AUTORI CITATI 613
LXXXVII, 1 64, 315, 316, 377, Dolce, L., 44, 54, 84, 1 10 , 1 15,
383 1 1 6, 1 68
Columella, 274 Domenichi, L., 2 71
Conti, N., LIX Dornseiff, F. , 1 67
Copernico, N., 565, 566, 568 Dragon, T. , xx, XXI, 203
Cornelius, R.D., 361 Dumeige, G., L VIII
Cornford, F. M., 454 During, 1., 571
Corsano, A., 1 65
Corsi, P., xxvi Eco, U . , 286
Cotin, G., 297 Egly, R., 6
Cramer, F.H., 92, 94 Empedocle, 1 1 5
Crespi, A., XCIII Epicuro, XXIV
Cusano, N., XXXII, XL, XLIV, Erasmo da Rotterdam, 277
LX, XCV, C I I I , 18, 1 6 7, 2 5 1 , Erlande-Brandenburg, A., 291
252, 255, 265, 447, 503 Ermete Trismegisto, XUI, LXXXIX,
180
D 'Agostino, A., 1 66, Erodoto, 412
D 'Alessandro, A., 539 Esiodo, LXXII
D'Aiverny, M . T. , 166, 1 79, 181, Esopo, 277
1 82 Euclide, 7, 219, 227, 243, 262,
D'Ancona, A., L V 30� 406, 468, 53� 531, 523
D'Antonio, G., 599 Eusterschulte, A., xx, XL, 315,
D 'Essling, P., 86, 1 1 0 52 7
Danti, 1 . , 219, 227, 243
De Bernart, L., XXI, XLIII, LXXV, Fabricius, J.A., 36
LXXXIII, 11, 1 4, 127, 142, 159 Faggin, G., LIV
De Boissière, C . , 4 71 Faivre, A., 426
De Carpanis, D . , 13 Fanti, S., 21
De Cattan, C., 35 Fattori, M., LXXV
De Leon:Jones, K.S., XLVI, 203 Federici Vescovini, G. , XXXII,
De Marinis, T. , 88 XXXIII, 15, 23, 1 66
Introduzione XVII
Ombre xx
Contemplazione e furore X LV I I I
CORPUS ICONOGRAPHICUM
De umbris idearum 3