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titolo: LA PRESA DI GIAFFA

Livio Secco
Quaderni di Egittologia

LA PRESA DI GIAFFA

Nascita di un mito

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titolo: LA PRESA DI GIAFFA

In copertina
Militari egizi in parata. Dall’armamento di cui sono dotati si
evince che sia un reparto di fanteria leggera.
Dal tempio a terrazze di Deir el Bahari della regina Hatshep-
sut, XVIII dinastia.

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,


di riproduzione e di adattamento anche parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopie


senza il permesso scritto dell’autore

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SOMMARIO

1 – Anthony Charles Harris ............................................... 4


2 – Il papiro Harris 500...................................................... 8
3 – Collocazione storica .................................................. 16
4 – La presa di Giaffa...................................................... 26
5 – Il generale Djehuty .................................................... 70
6 – Conclusione .............................................................. 92
7 – Nascita di un mito ..................................................... 94
Apparati .......................................................................... 97
Fonetica italiana – Codici IPA ..................................... 99
Periodi storici della civiltà egizia ................................ 101
Sovrani egizi.............................................................. 103
Collana Quaderni di Egittologia ................................. 109
Bibliografia ................................................................ 113
Dello stesso autore.................................................... 114

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1. ANTHONY CHARLES HARRIS


Harris nacque in Gran Bretagna nel 1790 e morì ad Ales-
sandria d’Egitto il 23 novembre 1869.
Fu un uomo d’affari e un collezionista d’arte e, con il tempo,
divenne anche un appassionato egittologo.
Insieme al fratello fu direttore della società commerciale
Harris & Co che aveva, tra i suoi clienti, anche l’esercito
inglese.
Per quasi trent’anni visse ad Alessandria, punto importante
per i viaggiatori occidentali del tempo.

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

È documentata tra il 1828 e il 1859 una corrispondenza tra


Harris, la figlia Selima e l’egittologo inglese Joseph Bonomi.
Il loro carteggio mette in evidenza il sempre maggiore inte-
resse di Harris per i monumenti egizi.
Ciò lo portò a viaggiare per il paese e, per meglio compren-
derlo, a studiare la scrittura geroglifica.
Il suo interesse filologico diede anche un inaspettato frutto.
Infatti arrivò a pubblicare, nel 1851, un importantissimo trat-
tato con il quale, per primo, identificava i toponimi egizi con
i loro geroglifici.

Nell’immagine: una vista su Grand Square, Alessandria, in


una fotografia panoramica del 1882.

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Harris creò una collezione di antichità egizie formata anche


da papiri. Il suo nome è infatti legato soprattutto a questo
tipo di raccolta.
Quando Harris morì nel 1869 sua figlia ed erede, Selima,
ritornò in Inghilterra e li fece catalogare per poterli vendere.
I più importanti sono conosciuti in questo modo:
➢ Papiro Harris I (chiamato anche Grande Papiro Har-
ris), lungo oltre 40 metri.
Fu quasi sicuramente ritrovato vicino al grande tem-
pio di Medinet Habu di cui con altri papiri ne costi-
tuiva l'archivio.

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

Risale alla XX dinastia, presenta carattere religioso-


storico e fu redatto in ieratico al tempo dal sovrano
Ramesse IV, che fa parlare in prima persona il padre
Ramesse III.
➢ Papiro Harris 500.
È un papiro letterario contente due storie e delle poe-
sie.
➢ Papiro Harris 501.
È un papiro contenente un testo a carattere magico.
Selima Harris mise in vendita la collezione per 10.000 ster-
line che fu acquistata da Samuel Birch del British Museum
nel 1872.
Padre e figlia sono sepolti nel Cimitero Protestante britan-
nico nei pressi della demolita Porta di Rosetta ad Alessan-
dria d'Egitto.

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2. IL PAPIRO HARRIS 500


Per la tematica a cui siamo rivolti, a noi interessa soprattutto
il papiro Harris 500.
Ovviamente esso è custodito al British Museum di Londra
con il numero di catalogo BM 10060.
Come già anticipato, si tratta di un papiro letterario che con-
tiene la più antica raccolta di poesie egizie.
Si tratta di un documento realizzato durante il regno di
Sethy I e di Ramesse II, quindi in piena XIX dinastia (1292
– 1191 a.C.)

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Il papiro è lungo 143,5 cm per un’altezza di 20,3 cm ed è


scritto in ieratico su entrambi i lati.
I testi sono divisi in otto colonne su entrambe le facciate.
Sul lato anteriore (recto) ci sono quattro gruppi di liriche
d’amore:
➢ un primo ciclo (1.1 - 4.1),
➢ un secondo ciclo (4.1 - 6.2)
seguito dal Canto dell'arpista dalla tomba del re Intef
(6.2 - 7.3),
➢ un terzo ciclo (7.3 - 8.3)
➢ un quarto ciclo (8.3 - 8.12).

Nelle immagini: papiro Harris 500 recto, con dettaglio della


parte iniziale e finale.

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La parte posteriore (verso) del papiro contiene invece due


storie:
➢ “La presa di Giaffa" (1.1-3.14)
➢ "Il principe predestinato" (41.-8.14).
Nella prima, molto frammentata, c’è descritta la storia di un
evento militare relativo alla conquista della città di Giaffa.
Essa comprende le colonne dalla prima alla terza, ovvia-
mente partendo da destra essendo scritta in ieratico.
Le altre colonne, dalla quarta all’ottava, raccontano la storia
de «Il principe predestinato» che è priva, però, del finale
che si può solo immaginare.

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

L’importanza di questa narrazione è notevole non solo per-


ché è molto antica, ma soprattutto perché, nello svolgi-
mento della sua trama, anticipa di molto i temi che saranno
più ricorrenti nelle epoche future in questo genere di storie.
C’è un re che, per intervento divino, riesce ad avere un figlio
al quale viene viene predetta la morte a causa del morso di
un animale. Il re, allora, lo alleva rinchiuso in un castello
isolato in un deserto.
Il ragazzo cresciuto vuole seguire il suo destino qualunque
esso sia e abbandona il rifugio paterno accompagnato da
un servo e dal fido cane.
Si sviluppano tutta una serie di avventure con una princi-
pessa siriana da conquistare liberandola da una torre e
scontri con animali e geni fantastici.
Purtroppo, come già specificato, il finale è andato perduto,
ma ciò non penalizza l’opera letteraria che dimostra, per
quello che ci è pervenuto, tutto il suo originale valore tema-
tico.

Nelle immagini: papiro Harris 500 verso, con dettaglio della


parte iniziale e finale.
In evidenza il racconto della presa di Giaffa.

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Secondo quanto ci viene riferito dai carteggi, il papiro era


intatto al momento del suo ritrovamento, ma fu danneggiato
da un’esplosione che distrusse la casa di Alessandria dove
era custodito.
Al British giunse, quindi, mancante di alcune parti dove
erano scritti gli eventi iniziali della storia.
In ogni caso, la narrazione riporta la conquista dell’impor-
tante città asiatica di Giaffa da parte di un corpo di spedi-
zione dell’esercito egizio.
Circola una voce secondo la quale Harris riuscì a fare una
copia completa del papiro prima che la casa saltasse in aria

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per colpa dell’incidente, di cui s’è detto, avvenuto in una


polveriera che si trovava dall’altra parte della strada dove
risiedeva Harris.
Queste voci però non hanno mai avuto un riscontro reale e
non sono mai state verificate. Di questa fantomatica copia
non si sa nulla di più.

Nell’immagine: la parte iniziale del papiro Harris 500.

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L’Egittologia classica ritiene che la narrazione “La presa di


Giaffa” sia un’opera di fantasia e non una documentazione
storica.
Nonostante ciò si ipotizza che possa comunque riferirsi a
fatti realmente accaduti durante il regno di Thutmose III e
poi rielaborati e ricontestualizzati a scopo narrativo.
La parte iniziale della storia, andata persa nell’incidente di
cui s’è detto, fu compensata dall’egittologo Flinders Petrie.
Questi, in base alla sua esperienza sulla letteratura egizia,
riuscì in qualche modo a ricostruire gli avvenimenti della

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parte mancante in modo tale da rendere comprensibile tutta


la vicenda.

Nelle immagini: statua di Thutmose III, Museo Egizio di Lu-


xor. La statua ritrae il re come eternamente giovane. Le sue
fattezze sono molto morbide e l’opera è di alta qualità. Mi-
sura 90 cm per il pezzo che è stato repertato nella Cachette
di Karnak nel 1904. Anche se la parte inferiore è mancante
si intuisce che il sovrano è stante con il piede sinistro avan-
zato come spesso sono raffigurati i monarchi e i funzionari.
Indossa il copricapo nemes con un uraeus frontale che lo
trasforma in una corona. La presenza della barba posticcia
ne fa una raffigurazione durante un momento cultuale.
Ritratto di Sir William Matthew Flinders Petrie (Charlton, 3
giugno 1853 – Gerusalemme, 28 luglio 1942), egittologo e
archeologo britannico.

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3. COLLOCAZIONE STORICA
Durante la XVIII Dinastia, alla morte di Thutmose II, circa
1479 a.C., la sua regina Hatshepsut aveva dato alla luce
solo una principessa, nfrw-ra [neferu-ra], la perfezione di
Ra. Quindi il trono passò al figlio maschio che Thutmose II
aveva avuto con una regina secondaria, Iside. Il principe si
chiamava come il padre Thutmose, ma salì al trono ancora
bambino. A fare da reggente non poté essere ovviamente
la madre naturale essendo ancora presente la Grande
Sposa Reale che perciò governò in sua vece.
La reggenza di una regina era già accaduta in passato.

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Hatshepsut, però, tenne sempre il potere facendosi ritrarre


e gestendo l’Egitto come un sovrano uomo.
Nonostante Thutmose III crescesse, il potere non gli fu mai
completamente ceduto ed egli è sempre rappresentato in
seconda posizione come se il coreggente fosse lui.
Dopo ventidue anni di regno comune Hatshepsut morì e
Thutmose III poté diventare l’unico faraone di tutto l’Egitto.

Nell’immagine: dalla Cappella Rossa di Karnak i due so-


vrani sono in adorazione alla barca sacra di Amon.
Prima viene Hatshepsut, come un uomo, poi Thutmose III.
I regnanti sono identificati dai relativi cartigli.

Quinto protocollo reale, il nome assegnato dai genitori


Xnmt-imn HAt-Spswt [kenemet-imen hat-ʃepesut]
Colei che è unita ad Amon, la prima delle nobili

Quarto protocollo reale, il nome di intronizzazione


mAat-ka-ra [maat-ka-ra]
Colei che è vera del ka di Ra

Quarto protocollo reale, il nome di intronizzazione


mn-xpr-ra [men-keper-ra]
Colui che eterna il ka di Ra.

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Durante il regno di Hatshepsut, Thutmose III, crescendo,


ebbe sempre più incarichi militari, probabilmente allo scopo
di tenerlo lontano da palazzo, dai centri nevralgici del po-
tere politico.
Questa continua attività bellica ne fece, però, un grandis-
simo condottiero, sicuramente il migliore tra tutti i re egizi.
Questa sua spiccata attitudine gli permise di creare, una
volta diventato unico sovrano, un impero verso l’Asia e di
mettere in sicurezza i territori meridionali verso la Nubia.
Durante i suoi primi ventidue anni di regno dovette dividere
il trono con la matrigna, ma nei seguenti suoi trent’anni di

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regno si impegnò in una serie di diciassette campagne mi-


litari che fecero dell’Egitto uno dei regni più potenti
dell’epoca.

Nell’immagine: statua di Thutmose III al Museo Egizio del


Cairo. Il re, inginocchiato, offre alle divinità due vasi globu-
lari nw [nu] colmi di vino..
Onomastica del faraone nel tempio di Karnak.

Quarto protocollo reale, il nome di intronizzazione


(ny-)swt-bity mn-xpr-ra
[ni-sut-biti men-keper-ra]
Il re dell’Alto e Basso Egitto, Men-kheper-Ra (=Colui che
eterna il ka di Ra).

Quinto protocollo reale, il nome assegnato dai genitori


sA ra DHwty ms(w) nfr xpr
[sa ra ʤehuti mesu nefer keper]
Il figlio di Ra, Thutmose (=il dio Thot è nato), perfetto di ma-
nifestazione.
L’antroponimo originale Djehuty diventa Thutmose per l’ef-
fetto della storpiatura fonetica dei greci. Vedi anche il caso
degli Amenhotep diventati Amenophi, Amenofi.

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Consapevole del proprio valore come condottiero, e di


come i propri successi manifestassero la protezione divina,
Thutmose III fece incidere sulle pareti di Karnak i resoconti
delle proprie imprese militari. Noi oggi possiamo ricostruire
le sue diciassette campagne militari, almeno in parte, grazie
alla voce del faraone che ce le descrive ricche di dettagli.

Nelle immagini: mappa dell’Egitto, mappa del tempio di Kar-


nak e mappa della sala degli Annali con all’interno la cap-
pella fatta edificare da Filippo Arrideo (359 – 317 a.C., fra-
tellastro di Alessandro Magno).

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

La morte di un faraone è un temporaneo indebolimento del


potere egizio diventando una buona occasione per chi
vuole ribellarsi. La morte di Hatshepsut, infatti, genera una
rivolta nei territori asiatici. Per Thutmose III è subito guerra.
Ha inizio così la sua campagna militare dell’anno 22, la
prima al suo primo anno da solo al trono. Il principe di
Qadesh si è alleato con altri 330 tra regni e città asiatiche.
Ha formato un esercito e si sta dirigendo verso Megiddo
dove vuole dare battaglia al faraone.
Nell’immagine: mappa della Sala degli Annali all’epoca
dell’incisione dei rapporti delle spedizioni del faraone.

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Nella sua marcia di avvicinamento a Megiddo il faraone


passerà in numerose località sia allo scopo di integrare la
propria logistica che per evitare di lasciarsi delle sacche di
resistenza alle spalle.
L’invasione sarà quindi un’avanzata passando da una città
alla prossima. Va da sé che le prime tappe siano le più si-
cure perché sono prossime al confine egizio e quindi sono
maggiormente influenzate al potere militare e politico
dell’Egitto.
Poi, ad un certo punto dell’avanzata, sarà tutto territorio ne-
mico.

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

Comunque sono tutti centri di una certa importanza, ma i


maggiori sono indubbiamente Gaza e Giaffa.
Quest’ultimo anche perché è un importante porto sul Medi-
terraneo, utilissimo per la logistica dall’Egitto all’Asia.
Cronologie ed annali alla mano gli studiosi notano che le
spedizioni militari vengono ripetute sempre nel giro di breve
tempo.
Questo è spiegabile per il fatto che è difficile, per l’Egitto,
esercitare un’egemonia solida su un territorio lontano, vasto
ma soprattutto partizionato da numerose etnie con caratte-
ristiche politiche spesso contrastanti, polemicissime tra di
loro e quasi sempre infedeli con l’Egitto.
Alcune città, che precedentemente erano alleate, la cam-
pagna seguente potevano essere nemiche e dovevano es-
sere nuovamente sconfitte sul campo.
In ogni caso, la spedizione dell’anno 22 è un pieno suc-
cesso e Thutmose III sconfiggerà i ribelli proprio a Megiddo.

Nell’immagine: il teatro strategico delle operazioni con evi-


denziata la locazione di Giaffa.

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E qui, cominciamo a fare conoscenza con il genio militare


del re d’Egitto.
Ricordiamoci che si tratta di un uomo che faceva attività
bellica da giovanissimo. I fanciulli delle famiglie reali rima-
nevano nell’harem sotto la tutela della regina madre fino ad
una certa età. Se le femmine continuavano a restarci anche
da giovinette, i maschi venivano, invece, messi sotto l’auto-
rità di tutori che, spesso, erano ex militari.
Mediante attività sportive come la caccia con i carri nel de-
serto o su natanti in palude, imparavano a gestire le armi
come archi, mazze e giavellotti.

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

Imparavano a circondarsi di coetanei figli di nobili e funzio-


nari con i quali, crescendo nella reciproca fiducia e rispetto,
formavano i futuri Stati Maggiori che avrebbero gestito
l’esercito e la potenza militare dell’Egitto.
Perciò nell’ambito della campagna dell’anno 22 è credibile
e plausibile che il faraone fosse trattenuto ancora in Egitto
per le problematiche di successione mentre in Asia la rivolta
si era già scatenata.
A tale scopo Thutmose III potrebbe benissimo aver inviato
una missione allo scopo di prendere Giaffa, una delle città
che poteva aver capitanato la ribellione.
Si trattava di una mossa preventiva rispetto alla vera e pro-
pria spedizione che prenderà avvio da lì a poco diretta-
mente comandata dal faraone. Con questa azione Thut-
mose eliminava uno degli ostacoli più gravi della progettata
invasione evitando di ridurne la velocità e la pressione.
Il condottiero di questo corpo diretto a Giaffa è sicuramente
un militare professionista che gode della massima fiducia
del re.
Il suo nome è Djehuty, identico a quello del sovrano.

Nell’immagine: Thutmose III massacra ritualmente i nemici


asiatici, tempio di Karnak, sesto pilone.

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4. LA PRESA DI GIAFFA
Seguiamo la storia.
La parte inziale, come già detto, andò perduta, ma la nar-
razione fu ricostruita da Petrie.
C’era una volta, al tempo del re Men-kheper-Ra, una
rivolta dei servi di sua maestà che erano in Giaffa.
Sua maestà disse: “Lasciate Djehuty andare con i
suoi fanti a distruggere questo nemico malvagio a
Giaffa.”.
Poi chiamò uno dei suoi seguaci ed aggiunse: “Na-
scondi tu il mio grande bastone, che fa miracoli, nel

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

bagaglio di Djehuty in modo che il mio potere possa


andare con lui.”.
Ora, quando Djehuty fu vicino a Giaffa con tutti i fanti
del faraone, egli mandò a dire al nemico a Giaffa:
“Ecco, ora la sua maestà, il re Men-kheper-Ra, ha
inviato tutto questo grande esercito contro di te. Ma
cosa può accadere se il mio cuore la pensa come il
tuo cuore? Perciò vieni e parliamo al campo guar-
dandoci faccia a faccia.”

La narrazione, quindi, ci introduce alla motivazione della


spedizione e poi ci porta immediatamente al primo contatto
con il nemico.
Qui veniamo sorpresi dagli eventi.
Il generale Djehuty, così stimato e amato dal suo re, invita
il nemico ad un contatto in campo neutro allo scopo di ac-
cordarsi con il re di Giaffa ai danni dell’Egitto.
È tradimento.

Nell’immagine: rilievo di Thutmose III, calcare, 32 cm di al-


tezza. Probabilmente dal suo tempio di Deir el Bahari, Me-
tropolitan Museum of Art di New York.

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Petrie prosegue a ricostruirci la parte mancante conti-


nuando in questo modo:
Così Djehuty venne al campo con alcuni dei suoi uo-
mini e il nemico di Giaffa venne al campo allo stesso
modo, ma il suo auriga che era con lui aveva il suo
cuore per l’Egitto.
Si misero a parlare tra di loro nella sua grande tenda
che Djehuty aveva posto lontano dai soldati.
Djehuty aveva fatto preparare duecento sacchi con
corde e catene e aveva fatto un grande sacco pieno
di lacci di cuoio con catene di rame e molte ceste.

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titolo: LA PRESA DI GIAFFA

LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

Tutto era nella sua tenda, i sacchi e le ceste, ed egli


aveva posto del foraggio per i cavalli nelle ceste.
Mentre il nemico di Giaffa beveva con Djehuty anche
le persone che erano con lui bevevano insieme ai
soldati del faraone e facevano baldoria con loro.
Dopo che fu passata un’ora da ubriachi, Djehuty
disse al nemico di Giaffa: “ Se piace a te, mentre io
rimango con le donne e i bambini della tua stessa
città…

La narrazione ci fa capire che, in campo neutro, il generale


Djehuty e il re di Giaffa si sono incontrati ognuno con la pro-
pria scorta a intavolare delle trattative.
La tenda con i due alti rappresentanti è però stata posizio-
nata lontana da quella destinata alla scorta asiatica.
Petrie ci informa anche che il generale egizio aveva fatto
approntare, nella sua tenda, duecento ceste che contene-
vano dei materiali coercitivi nascosti sotto uno strato di fo-
raggio per i cavalli.

Nell’immagine: busto di Thutmose III, Metropolitan Museum


of Art, New York.

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imi saq nA mayrynA(w)


[imi sak na mairinau]
Fai in modo che facciano entrare questi Maryannu
i Maryannu sono una casta di guerrieri nobili che combattono
prevalentemente sui carri. Questa casta era molto diffusa nei re-
gni asiatici del tempo.

nA n Htriw
[na en heteriu]
le pariglie di cavalli

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

mtw.tw dit n.sn wnmt


[metu.tu dit en.sen unemet]
e che sia dato ad essi del foraggio

m-r-pw ir wa n aprwyr snny


[em-er-pu ir ua en aperuir seneni]
oppure che faccia uno degli Apiru carrista
Il termine snny indica il guerriero che combatte sul carro non l’au-
riga.
Gli Apiru (o anche Habiru) sono una popolazione asiatica. Molti
storici li identificano come coloro che daranno poi vita all’etnia
degli Ebrei. Fatte le debite occasionali e individuali eccezioni, gli
Apiru erano considerati una popolazione beduina molto scor-
retta. Venivano arruolati come mercenari (inaffidabili), ma soprat-
tutto come manovali generici.

… … … … … … .sn
[… … … … … … … .sen]
[presso ciascuno di] essi
cioè che vada lui a prendere i cavalli
Quindi il generale egizio invita il re di Giaffa a permettere ai sol-
dati egizi di foraggiare i suoi cavalli prima che qualche banda di
predoni Apiru glieli porti via.

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iw.tw Hr xw nA n Htr
[iu.tu her ku na en heter]
Furono messe in protezione le pariglie di cavalli.
A partire da questo punto sono molte le frasi che hanno una co-
struzione verbale iw.f Hr + verbo. Si tratta di una costruzione che
deriva dall’Antico Egizio. Qui ha un valore introduttivo per una
frase che è secondaria in una proposizione e pertanto le frasi
andrebbero tutte legate tra di loro con delle congiunzioni e con
degli avverbi di tempo. Noi, per motivi didattici, considereremo le
frasi individualmente quando iniziano per iw.

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

iw.tw Hr rdit n.sn wnmt


[iu.tu her redit en.sen unemet]
Fu dato a loro del foraggio.

iw … … … … … … …
[iu … … … … … … …]
[Uno trovò il grande bastone …]

… … n(y)-swt mn-xpr-ra anx(w) wDA(w) snb(w)


[… … … ni-sut men-keper-ra anku uʤau senebu]
… … del re Men-kheper-Ra, che possa essere vivente, pro-
spero e in salute.
Men-kheper-Ra è il quarto protocollo reale di Thutmose III, quello
di intronizzazione. Il significato dell’antroponimo è “Colui che
eterna la manifestazione di Ra”

iw.tw Hr iit Hr smi n DHwty


[iu.tu her iit her semi en ʤehuti]
Si venne per riferire a Djehuty (=del ritrovamento).
Si ricordi che il faraone aveva fatto nascondere il proprio bastone
regale nei bagagli del generale allo scopo di proteggerlo magica-
mente. Poiché si stanno foraggiando i cavalli asiatici presso la
tenda di Djehuty, ecco che uno militare egizio trova casualmente
il bastone del faraone e corre a riferirlo all’alto ufficiale.

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xr ir pA xr(w)y n ypw
[ker ir pa kerui en ipu]
Poi allora il nemico di Yoppa (=Giaffa)

Hr Dd n DHwty
[her ʤed en ʤehuti]
disse a Djehuty:

ib.i r ptr tA awnt aAt


[ib.i er peter ta aunet aat]
È desiderio mio il vedere la mazza grande
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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

n n(y)-swt mn-xpr-ra anx(w) wDA(w) snb(w)


[en ni-sut men-keper-ra anku uʤau senebu]
del re Men-kheper-Ra, che possa essere vivente, prospero
e in salute,

nty … … Ati-wt-nfrt rn.s


[neti … … ati-ut-neferet ren.es]
che […] Ati-ut-neferet è il nome di ella/essa.
Il re di Giaffa, quindi, dice a Djehuty che sarebbe molto interes-
sato a vedere la mazza del faraone.
Non si conosce il significato del nome della mazza di Thutmose.
Il papiro è corrotto proprio davanti al nome, quindi il nome stesso
potrebbe essere incompleto.
awnt [aunet] era un bastone (da combattimento?) di origine si-
riana. Qui di seguito do il lemma così come l’ho catalogato nel
mio Dizionario Egizio – Italiano.
awnt
bastone, mazza; asta di legno; albero; rami

Interessante che il determinato del nome della mazza non è xt


[ket] il ramo cioè il legno, ma è il B1 la donna ammantata. Questo
significa che la mazza del sovrano aveva un nome perché era
personificata, addirittura divinizzata.

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wAH kA n n(y)-swt mn-xpr-ra anx(w) wDA(w) snb(w)


[uah ka en ni-sut men-keper-ra anku uʤau senebu]
(Com’è vero che) perdura il ka del re Men-kheper-Ra, che
possa essere vivente, prospero e in salute,

iw.s n.k m pA hrw


[iu.es en.ek em pa heru]
ed essa è a te in questo giorno (=e ce l’hai tu oggi).

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

… … … nfrt mtw.k in sw (n.)i


[… … … neferet metu.ek in su en.i]
[… fai la cosa …] buona, che tu porti essa a me!”.

iw.f Hr irt m-mitt


[iu.ef her iret em-mitet]
Egli (=Djehuty) fece similmente (=così, in questo modo).

iw.f Hr int tA awnw


[iu.ef her inet ta aunu]
Egli andò a prendere la mazza

In questo passaggio il re di Giaffa rafforza la sua richiesta ap-


punto constatando che la mazza ora è in possesso di Djehuty e
che non gli costerebbe nulla mostrargliela.
Il generale egizio si sottomette alla richiesta e senza ribattere
nulla acconsente alla richiesta del nemico. Non solo. Fa di più.
Invece di ordinare ad un attendente di andare a prendere la
mazza del re, si alza e ci va di persona.
Psicologicamente, in questo momento, il rapporto di forza tra
l’egizio e l’asiatico è tutto a favore di quest’ultimo. Il generale ha
convocato il re di Giaffa per un tradimento e si sottomette a qua-
lunque richiesta sua.

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n n(y)-swt mn-xpr-ra anx(w) wDA(w) snb(w)


[en ni-sut men-keper-ra anku uʤau senebu]
del re Men-kheper-Ra, che possa essere vivente, prospero
e in salute,

… … … m pAy.f sDy
[… … … em pai.ef seʤi]
[… poi egli afferrò lui …] nel suo vestito.

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

iw.f Hr aHa m dwn.f Hr Dd


[iu.ef her aha em dun.ef her ʤed]
Egli (=Djehuty) si elevò nel distendersi suo dicendo:

ii nw im.i
[ii nu im.i]
“Oh! Guarda a me,

pA xr(w)y n ypw
[pa kerui en ipu]
nemico di Yoppa!

Il generale Djehuty ritorna nella tenda con il bastone di Thut-


mose, ma all’improvviso ogni cosa cambia.
Il generale si avvicina al re di Giaffa e invece di passargli la
mazza regale lo afferra per i vestiti e lo solleva da dove era se-
duto. Mentre fa ciò lo richiama, possiamo assolutamente essere
certi, con voce forte e minacciosa!
Ogni intesa scompare dal tono del generale che chiama il suo
interlocutore definendolo “nemico di Yoppa!”.

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… … n(y)-swt mn-xpr-ra anx(w) wDA(w) snb(w)


[… … ni-sut men-keper-ra anku uʤau senebu]
[Questa è la mazza del] re Men-kheper-Ra, che possa es-
sere vivente, prospero e in salute,

pA mAiw HsAw
[pa maiu hesau]
il leone feroce,

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

sA sxmt
[sa sekemet]
figlio di Sekhmet.
divinità femminile con volto di leonessa, dea della guerra

iw rdi n.f imn pAy.f … … …


[iu redi en.ef imen pai.ef … … …]
Ha dato a egli, Amon, la sua [forza …]!”.

… … iw.f Hr fAi d(r)t.f


[… … iu.ef her fai deret.f]
[…] Egli sollevò la mano sua.

Tenendo ben afferrato il sovrano nemico il generale Djehuty qua-


lifica il sovrano come un leone feroce, figlio della dea della
guerra, destinatario di tutta la forza fisica del dio dinastico Amon
di Karnak.
A questo punto la minaccia dell’egizio si fa fisica perché alza
bene alto il braccio che impugna la mazza del re.

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iw.f Hr Hwi Hr mAa


[iu.ef her hui her maa]
ed egli (=Djehuty) colpì sulla tempia

n pA xr(w)y n ypw
[en pa kerui en ipu]
del nemico di Yoppa.

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

iw.f Hr hAyt m irt … … m-bAH.f


[iu.ef her hait em iret … … em-bah.ef]
Egli (=il re di Yoppa) cadde nel fare [… =riverso] davanti a
egli (=Djehuty)

iw.f Hr rdi.tw.f m qHw


[iu.ef her redi.tu.ef em kehu]
Egli (=il re di Yoppa) fu messo egli nei pioli
con il termine qH [keh] si intende uno strumento coercitivo di le-
gno che si metteva sul collo dei prigionieri allo scopo di tenerli
legati tra di loro per impedirne i tentativi di fuga.

… … … .f m (a)t tA dHriw
[… … … .ef em at ta deheriu]
[poi mise] egli nelle membra i cuoi
(cioè legò piedi e mani dell’asiatico con lacci di cuoio).

A questo punto è chiaro che la ricerca di un’intesa con il nemico


era solo un espediente per attirarlo in una trappola con un mi-
nimo di scorta che è stata soppressa anch’essa.
Il re di Giaffa è adesso prigioniero del generale egizio.
Il lettore si ricordi che l’auriga del re asiatico era un simpatizzante
della causa egizia.

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iw.f Hr … im(i) … … … m
[iu.ef her … imi … … … em]
Egli (=Djehuty) [inviò a cercare … ]

… … … a n Hmti
[… … … a en hemeti]
[…] un pezzo di rame

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

i rdi.f irywt … … xbAy


[i redi.ef iriut … … kebai]
e fece in modo egli (=Djehuty) che fosse fatto (=destinato)
[al corpo] abbattuto

n pAy xr(w)y n ypw


[en pai kerui en ipu]
del nemico di Yoppa.

iw.tw Hr rdit pA a n Hmti n fdw nmst


[iu.tu her redit pa a en hemeti en fedu nemeset]
Si mise il pezzo di rame di quattro “nemeset”
come unità ponderale ci si sarebbe aspettato il “deben” e non il
“nemeset” che, essendo un tipo di vaso, poteva al più essere
un’unità di misura volumetrica. In ogni caso volendo avere
un’idea un “deben” equivaleva a 13,6 grammi nell’Antico e Medio
Regno mentre valeva 91 grammi durante il Nuovo Regno, quindi
91x4=364 grammi.

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m rdwy.f
[em redui.ef]
nei due piedi suoi (=del re di Giaffa).
Va da se che un peso di circa 400 grammi attaccato ai piedi non
sia molto coercitivo. A meno che esso abbia una forma partico-
lare (con spuntoni?) che impedisca i movimenti.

iw.f Hr rdit in.tw


[iu.ef her redit in.tu]
Egli (=Djehuty) fece in modo che fossero portate

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

pA 500 n txbst
[pa cinquecento en tekebeset]
cinquecento ceste
si conosce la radice consonantica di pochissimi numeri. Quando
i numeri non possono essere traslitterati li si lascia in italiano.

i.rdi.f iri.tw
[i.redi.ef iri.tu]
che aveva fatto in modo egli (=Djehuty) che si facessero
(=fabbricassero).

iw.f Hr rdit hAyt


[iu.ef her redit hait]
Egli (=Djehuty) aveva fatto in modo che scendessero

Il generale egizio fa immobilizzare l’importante prigioniero con


lacci alle mani e ai piedi bloccandogli questi ultimi anche con un
dispositivo metallico.
Poi, dai suoi militi, fa portare nella sua tenda cinquecento grossi
cestoni che aveva fatto approntare. Indubbiamente è in piena
esecuzione un piano predisposto già da tempo.

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200 n waw r r(A)w.sn


[duecento en uau er rau.sen]
duecento soldati verso le imboccature loro (=delle ceste).
Evidentemente trecento ceste avrebbero contenuto il bottino per
Giaffa (l’aliquota per l’accordo di tradimento) e sarebbero servite
a schermare le altre duecento in cui erano i soldati nascosti.

iw.tw Hr mH qniw.sn
[iu.tu her meh keniu.sen]
Si riempirono le braccia loro (=dei soldati)

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

mxAw Hr qHw
[mekau her kehu]
di corde e di pioli.
Con il termine mxAw si intendono dei lacci in pelle di animale op-
pure di fibra vegetale predisposti alla coercizione dei prigionieri,
una sorta di manette.

iw.tw Hr xtmw Hr xtmw


[iu.tu her ketemu her ketemu]
Si sigillarono (=le ceste) con un sigillo.

iw.tw Hr rdit n.sn nAy.sn Tbw(t)


[iu.tu her redit en.sen nai.sen ʧebut]
Si diedero ad essi i loro sandali
Il riferimento ai sandali è importante immaginando che i soldati
ne fossero dotati come facenti parte dell’equipaggiamento. Un
uomo calzato marcia più facilmente e più a lungo se ha i piedi
protetti da calzature. In questo modo l’esercito poteva coprire di-
stanze maggiori. Indubbiamente le calzature avevano un costo e
non è credibile che dei semplici portatori ne potessero posse-
dere. Quindi per meglio travestire i militari egizi che trasporta-
vano le ceste ecco che i loro sandali vengono messi nei conteni-
tori mentre loro si avvicineranno a Giaffa a piedi nudi.

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Hna nAy.sn mAwDw


[hena nai.sen mauʤu]
insieme ai loro bastoni
Con il termine mAwD si intende l’astile della lancia.
Per altri autori si interpreta come il bastone atto al trasporto di
ceste sospese.
Interessante pensare che potrebbero essere le lance assemblate
e con le lame fasciate sia dei soldati travestiti da portatori che di
quelli nascosti nelle ceste. I militari, quindi, erano in parte trave-
stiti, in parte nascosti ed erano disarmati solo apparentemente.

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

itrrw
[itereru]
??? [e alle loro armi].
Il termine è intraducibile non avendo riscontri nella letteratura egi-
zia. Si suppone che si trattasse di un componente della panoplia
nilotica visto anche che il determinativo è identico a quello della
parola precedente.

iw.tw Hr dit waww nbt nfr


[iu.tu her dit uauu nebet nefer]
Furono posti soldati tutti buoni (=validi, soldati scelti)

Xry.sn dmD s 500


[keri.sen demʤ es cinquecento]
sotto di essi (=cesti); totale uomini 500.
È probabile un errore di calcolo. I cestoni sono 500, 300
pieni di bottino, 200 di soldati nascosti. Va da sé che a tra-
sportare il tutto ci volevano 500 coppie di soldati travestiti
da portatori e non solo 500 soldati.

iw.tw Hr Dd n.sn
[iu.tu her ʤed en.sen]
Si disse ad essi:

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wn.tn Hr aq r pA dmit
[un.ten her ak er pa demit]
“Quando sarete voi entrati nella città

iw.tn Hr wn nAy.tn iryw


[iu.ten her un nai.ten iriu]
voi aprirete (=libererete) i vostri compagni

mtw.(t)n mH m rmT nb nty m pA dmit


[metu.ten meh em remeʧ neb neti em pa demit]
e vi impadronirete della gente tutta che è nella città
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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

la forma mtw [metu] è un congiuntivo del neo egizio; il verbo mH


[meh] sarebbe stato meglio scritto con i geroglifici frusta e braccio
armato

mtw.(t)n rdit.w mxAw Hr-a


[metu.ten redit.u mekau her-a]
che voi metterete a loro i lacci immediatamente!”.

iw.tw Hr pri r Dd
[iu.tu her peri er ʤed]
Si (fece in modo) di uscire per dire

Le istruzioni del generale Djehuty sono rivolte ai militari travestiti


da portatori. Ricordiamo che i bastoni da trasporto sono in realtà
le lance dei soldati.
Il piano è chiaro. Si fingerà di consegnare del bottino alla regina
di Giaffa sotto forma di cinquecento cestoni di materiali razziati.
L’eventuale ispezione da parte dei militari asiatici dovrebbe es-
sere scongiurata dai sigilli che nessuno dovrebbe spezzare se
non il re, una volta rientrato. Ovviamente gli Asiatici non sanno
che il re è prigioniero e la sua scorta è stata soppressa.
Ad ogni modo, in caso di ispezione, i primi trecento cestoni sono
effettivamente pieni di bottino. Sono gli ultimi duecento che con-
tengono i soldati egizi nascosti i quali verranno liberati dai porta-
tori (cioè dai commilitoni) una volta fatti entrare in città.

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n pA kTn
[en pa keʧen]
all’auriga

n pA xr(w)y ypw
[en pa kerui ipu]
del nemico di Yoppa:

xr.f nA pAy.k nb
[ker.ef na pai.ek neb]
“Dice egli il tuo signore -
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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

i.Sm Dd n tAy.k Hnwt nDm-ib


[i.ʃem ʤed en tai.ek henut neʤem-ib]
“Vai e dì alla tua signora (=la regina di Giaffa) – “Gioisci!
sono tre discorsi diretti nidificati.
Uso di i [i] come prefisso di forme enfatiche, participi, forme rela-
tive e imperativi. nDm-ib [neʤem-ib] gioire, letteralmente far
dolce il cuore.

i.rdit (n).n swtx


[i.redit en.en sutek]
Ha dato a noi (il dio) Sutekh (=Seth)

L’auriga del re di Giaffa è stato, quindi, risparmiato. Il lettore


dovrebbe ricordare che gli Egizi erano a conoscenza delle
sue simpatie per essi. La mia opinione è che non si tratti di
un infiltrato sotto copertura. Essere l’auriga del re voleva
dire essere un cortigiano molto stretto, difficilissimo da cor-
rompere e far diventare una spia. Si tratta di una risorsa
inaspettata che Djehuty sa amministrare perfettamente.
D’altra parte la fornitura di un ricco bottino dovrebbe tran-
quillizzare la regina di Giaffa, ma la mancanza di almeno
una parte della scorta potrebbe allarmarla. La presenza
dell’auriga risolve il problema di sviare i suoi sospetti.

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DHwty Hna Hmt.f Xrdw.f


[ʤehuti hena hemet.ef keredu.ef]
Djehuty insieme alla sposa sua e ai figli suoi.

ptr HAt(.i) bAkw.sn


[peter hat.i baku.sen]
Guarda! La mia fronte ha fatto schiavi loro!” -
la grafia è incerta. Peet e Maspero propendono per d(r)t e quindi
con la traduzione “La mia mano li ha resi schiavi!” -

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

kAi n.s r pAy 200 n txbst


[kai en.es r pai duecento en tekebeset]
(Così tu) dirai a ella riguardo a queste 200 ceste

nty mH m rmT
[neti meh em remeʧ]
che sono piene di uomini

Hr qHw Hr mxAw
[her kehu her mekau]
e (piene di) pioli e lacci.”.

L’auriga, su ordine di Djehuty, deve rassicurare la sua re-


gina confermando che il re con la sua scorta abbia sopraf-
fatto l’alto ufficiale egizio e si sia appropriato di tutto il suo
bottino del quale sta inviando a Giaffa una prima parte.

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wn.in.f Hr Smt r-HAt.sn


[un.in.ef her ʃemet er-hat.sen]
Allora egli (=l’auriga) fece l’andare di fronte ad essi (=i cit-
tadini di Giaffa)

r snDm-ib n tAy.f Hnwt r Dd


[er seneʤem-ib en tai.f henut er ʤed]
per fare rallegrata la sua signora per dire:

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

mH.n m DHwty
[meh.en em ʤehuti]
“Ci siamo impadroniti noi di Djehuty!”.

iw.tw Hr wn nA n xtm
[iu.tu her un na en ketem]
Si aprì la fortezza

n pA dmit r-HAt nA n waww


[en pa demit er-hat na en uauu]
della città davanti ai soldati.

La trappola sta per scattare.

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iw.sn Hr aq r pA dmit
[iu.sen her ak er pa demit]
Essi (=i soldati) entrarono verso la città.

iw.sn Hr wn nAyw.sn iryw


[iu.sen her un naiu.sen iriu]
Essi aprirono (=liberarono) i loro commilitoni

iw.sn Hr mH m pA dmit
[iu.sen her meh em pa demit]
Essi si impadronirono della città,
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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

m Sri m aAyt
[em ʃeri em aait]
come del giovane, come dell’adulto.

iw.sn Hr di.tw (m) mxAw


[iu.sen her di.tu em mekau]
(Poi) Essi (=gli abitanti) furono posti nei lacci

La trappola è scattata a meraviglia.


I portatori, una volta entrati in città, hanno spaccato i sigilli
e fatto uscire i compagni, hanno recuperato le lance simu-
late come stanghe di trasporto e hanno catturato tutta la
popolazione, bambini e adulti.
Va da sé che la prima cosa che avranno fatto sarà stata
quella di riaprire le porte della città per il resto dell’esercito
egizio appostato nelle vicinanze.

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m qHw Hr-a
[em kehu her-a]
e nei pioli immediatamente.

iw pA xpS tnr n pr-aA anx(w) wDA(w) snb(w)


[iu pa kepeʃ tener en per-aa anku uʤau senebu]
(Così) Il braccio potente del faraone, che possa essere vi-
vente, prospero e in salute,
l’epiteto pr-aA, è una metonimia, letteralmente “La Grande Casa”
si riferisce al faraone.

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

Hr mH m pA dmit
[her meh em pa demit]
si impadronì della città.

sDr DHwty iw hAb.f r kmt


[seʤer ʤehuti iu hab.ef er kemt]
Quando passò la notte Djehuty, inviò un messaggio egli
verso l’Egitto
Il generale egizio passa il resto della giornata e la notte a pren-
dere tutta la città e a imprigionare l’intera popolazione.
A questo punto, consolidata la conquista e organizzati i prigio-
nieri, la mattina seguente Djehuty ne dà notizia inviando dei mes-
saggeri al faraone.

n n(y)-swt mn-xpr-ra anx(w) wDA(w) snb(w)


al re Men-kheper-Ra , che possa essere vivente, prospero
e in salute,

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pAy.f nb r Dd nDm ib.k


[pai.ef neb er ʤed neʤem ib.k]
il suo signore, per dire:” Gioisca il cuore tuo,

diw n.k imn pAy.k it nfr


[diu en.k imen pai.ek it nefer]
Ha dato a te Amon, il tuo padre buono,

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

pA xr(w)y n ypw
[pa kerui en ipu]
il nemico di Yoppa

Hna rmT.f nbt


[hena remeʧ.ef nebet]
insieme alla gente sua tutta

mitt pAy.f dmit


[mitet pai.ef demit]
(così) come la sua città.

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imi iw rmT r iTA.w


[imi iu remeʧ er iʧa.u]
Fai in modo che vengano degli uomini per prendere essi

m HAqw
[em haku]
in qualità di prigionieri

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

mH.k pr n it.k imn-ra n(y)-swt nTrw


[meh.ek per en it.ek imen-ra ni-sut neʧeru]
affinché possa riempire tu la casa del padre tuo Amon-Ra,
re degli dei,

m Hmw Hmwt
[em hemu hemut]
in servi e serve.

iw.w xrw Xry rdwy.k


[iu.u keru keri redui.ek]
Saranno essi caduti (=distesi) sotto i due piedi tuoi

Il generale Djehuty richiede a Thutmose dei rinforzi. Non


per estendere la conquista, ma per prendere in custodia
l’elevato numero di prigionieri da scortare in Egitto.

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r nHH Dt
[er neheh ʤet]
per l’eternità perpetua!

iw.s pw nfr
[iu.es pu nefer]
Arrivato esso è, bene,
si tratta colophon cioè della formula di chiusura di uno scritto cor-
rispondente al nostro “fine”

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

in kA n sS iqr m DbAw.fy
[in ka en seʃ iker em ʤebau.fi]
da parte del ka dello scriba abile nelle dita sue,

sS mSa … … … …
[seʃ meʃa … … …]
lo scriba dell’esercito [… … …]

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5. IL GENERALE DJEHUTY
Dal racconto che abbiamo appena tradotto sappiamo quindi
che, durante il regno di Thutmose III, c’era un alto ufficiale
dell’esercito faraonico che aveva per nome Djehuty.
Per poterlo identificare storicamente, dal racconto non si
evidenziano i titoli nobiliari e gli incarichi politici che egli
aveva.
Nonostante ciò noi conosciamo anche un Djehuty che, oltre
ad essere un generale, letteralmente

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

imy-ra mSa
[imi-ra mʃa]
sovrintendente all’esercito,
aveva anche il titolo di

imy-ra xAswt
[imi-ra kasut]
Sovrintendente dei Paesi Stranieri,
come è comprovato da documenti contemporanei.

Nell’immagine: un rilievo dal tempio di Hatshepsut a Deir el


Bahari.
L’alto ufficiale che comandava la scorta militare alla famosa
spedizione di Punt è sbarcato a Punt e si presenta seguito
da un suo ufficiale (senza scudo ma con un arco in una cu-
stodia) a sua volta scortato da una squadra di lancieri.

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Sarebbe davvero interessante riuscire a capire se il rac-


conto egizio si riferisse ad un personaggio di fantasia op-
pure se invece si tratta di un personaggio realmente esi-
stito!
Questo porterebbe, di conseguenza, a riconsiderare la nar-
razione non come un’opera di fantasia letteraria, ma la cro-
naca di un vero e proprio evento storico.
Quello che noi sappiamo è che nell’inverno del 1824 il con-
sole di Francia, Bernardino Drovetti, trovò a Saqqara una
tomba intatta di un certo Djehuty.

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

Drovetti, come il parigrado inglese Henry Salt e altri, razzia-


vano le tombe per formare collezioni allo scopo di riven-
derle a ricchi collezionisti oppure ai musei europei.
Ovviamente non agivano in prima persona, ma si avvale-
vano di veri e propri avventurieri e cacciatori di tesori.

Nelle immagini: ingrandimento dell’immagine precedente


dell’alto ufficiale egizio. Il bastone ne dimostra l’autorità.
In alto: Bernardino Drovetti (1776 – 1852).
Sotto, Henry Salt (1780 – 1827).

Nell’immagine: Giovanni Battista Belzoni (1778 – 1823), pa-


dovano, un cercatore di tesori al soldi di Henry Salt.

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L’egittologia, come disciplina scientifica, doveva ancora es-


sere fondata.
All’inizio era l’opportunità di guadagno quello che muoveva
i primi scavatori dei siti archeologici in Egitto.
Ovviamente l’assenza di una disciplina scientifica signifi-
cava anche la mancanza di un metodo per cui si sfonda-
vano le entrate delle tombe (anche con la dinamite!) e si
portava via ogni cosa per rivenderla ai collezionisti europei
e americani.
Inutile dire che non si perdeva certamente tempo a docu-
mentare le opere così maldestramente recuperate.

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

Delle statue ritrovate veniva asportata solo la testa perché


era considerata la parte più nobile per un’eventuale colle-
zionista. In questo modo si spiega come mai moltissime
statue sono state poi ritrovate acefale.
Fu questa la fine che fecero molte tombe importanti tra cui
quella di Djehuty che, ricordiamo, Drovetti dichiarò di aver
ritrovato intatta a Saqqara.
Allo scopo di ricavare più denaro moltiplicandone le ven-
dite, il corredo funebre fu smembrato e finì in diverse colle-
zioni disperdendosi per il mondo.
Una volta svuotata, ma non essendo stata documentata,
della tomba si persero addirittura le tracce a tal punto che
noi, ancora oggi, non sappiamo neppure dove sia ubicata.

Nell’immagine: mappa delle necropoli di Saqqara.

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Facciamo alcuni esempi di questa dispersione.


In queste immagini vediamo:
➢ sotto a destra, un bracciale d’oro, oggi conservato al
Rijksmuseum van Oudheden di Leiden (Olanda).
L’iscrizione recita (lettura da destra a sinistra):

nTr nfr mn-xpr-ra d(w) anx


[neʧer nefer men-keper-ra du ank]
“Il dio perfetto Men-kheper-Ra, gratificato di vita”.

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

Si tratta sicuramente di un dono fatto dal faraone a


Djehuty.
➢ In alto a destra: un anello in oro, oggi al British Mu-
seum di Londra, catalogo BM EA 71492.
Fu acquistato nel 1825 al Cairo dal quarto conte di
Ashburnam (nato Bertram).
La scritta recita (lettura da destra a sinistra):

mn-xpr-ra mry ptH nfr Hr


[men-keper-ra meri ptah nefer her]
Men-keper-Ra, amato da(l dio) Ptah, perfetto di volto
➢ A sinistra e più in centro: fronte e retro di uno scara-
beo del cuore, oggi conservato al Rijksmuseum van
Oudheden di Leiden (Olanda).
Particolare la lunga catenella.
Fu venduto al Museo da Giovanni Anastasi, impor-
tante mercante di Alessandria di origine armena,
console di Svezia e Norvegia, creatore di varie col-
lezioni rivendute in Europa.

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Quattro unguentari di una serie di sette sono finiti nella col-


lezione del Museo Egizio di Torino.
Sono vasi in calcite alabastrina che recano iscrizioni che
identificano il loro proprietario come Djehuty.
Accanto c’è la numerazione di catalogo del Museo.
Hanno tutti un’altezza che va da un minimo di 21,6 cm ad
un massimo di 27,1.
È opinione comune, tra gli egittologi, che provengano dalla
tomba persa di Saqqara.

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

Al Museo Egizio di Torino c’è anche una tavoletta da scriba


in formato 21 x 65 cm, sempre in calcite alabastrina la cui
provenienza è assimilata agli unguentari precedenti.

L’iscrizione laterale recita:

Htp di (ny)-swt wsir HqA Dt


[hetep di ni-sut usir heka ʤet]
Un’offerta che il re dà ad Osiride, Signore dell’Eternità,

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rdi.f prt-xrw iaww Apdw t(A) xt nbt


[redi.ef peret-keru iauu apedu ta ket nebet]
affinché dia egli un’invocazione d’offerta in buoi, uccelli,
pani e ogni cosa

nfrt wabt n(y) kA


[neferet uabet ni ka]
buona e pura per il ka

mH-ib mnx n(y) nb tAwy


del Confidente perfetto del Signore delle Due Terre,

sS (ny)-swt
[seʃ ni-sut]
lo scriba reale,

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

imy-r(A) xAswt
[imi-ra kasut]
il sovrintendente delle terre straniere,

DHwty mAa-xrw
[ʤehuti maa-keru]
Djehuty, giusto di voce.

La scritta breve superiore, sul margine superiore, è una sin-


tesi di quella precedente che abbiamo riportata per esteso.

Nell’immagine: tavoletta da scriba di Djehuty.

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Al Louvre di Parigi c’è una tazza d’oro tonda dal diametro


di 17,90 cm, a fondo piatto con i bordi di 2,20 cm rialzati
diritti. La decorazione del fondo è formata da una rosetta
centrale circondata da una fila di sei pesci a loro volta cir-
condati da quindici piante di papiro. Una tazza piatta a bordi
diritti come questa è un manufatto raro in Egitto.
Al Louvre c’è n'è un’altra simile, ma proveniente dalla costa
siriana di Ugarit (Louvre, WA 17208, sala B vetrina 8).
Il bordo della tazza riporta un’iscrizione relativa ad un nobile
di nome Djehuty che aveva avuto importantissimi incarichi
alla corte di Thutmose III e che era anche un militare.

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

Nelle immagini: la coppa situata nella sala 24, vetrina 5.

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La coppa è coperta di geroglifici sul suo bordo esterno. Si-


curamente si tratta di una dedica. Per leggerla bisogna tro-
vare l’inizio della frase. Poi capire il senso di lettura. Quindi
riconoscere i lemmi, traslitterarli e tradurli. L’inizio della
frase è una formulazione, semplice da trovare. Il senso di
lettura è da destra a sinistra. Noi abbiamo preso le fotogra-
fie del bordo, le abbiamo ritagliate e ricomposte in se-
quenza come se avessimo aperto la coppa in un nastro
continuo. Poi abbiamo invertito l’immagine in modo da po-
terla seguire da sinistra a destra. Ora possiamo leggere la
dedica, traslitterarla e tradurla.

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

dw m Hswt xr n(y)-swt
[du em hesut ker ni-sut]
(Coppa) Donata in qualità di favore che proviene dal re,

(ny)-swt bity mn-xpr-ra


[ni-sut biti men-keper-ra]
il re dell’Alto e Basso Egitto Men-kheper-Ra;

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n r-pA(t) HAty-a
[en er-pat hati-a]
al Principe; al Nomarca;

it-nTr(y) mr(y) nTr


[it-neʧeri meri neʧer]
il Padre Divino; l’Amato dal dio (=il faraone);

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

mH-ib n(y)-swt
[meh-ib ni-sut]
il Confidente del Re

Hr xAst nb(t) iww Hr(yw)-ib wAD-wr


[her kaset nebet iuu heriu-ib uaʤ-ur]
su ogni terra straniera e le isole che sono in mezzo al
Grande Verde (=Mediterraneo);

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mHw wDAw
[mehu uʤau]
colui che riempie i magazzini

m xsbd HD nbw
[em kesebed heʤ nebu]
con lapislazzuli, argento e oro;

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

imy-r(A) xAswt
[imi-ra kasut]
il sovrintendente delle terre straniere;

imy-r(A) mSa
[imi-ra meʃa]
il sovrintendente dell’esercito (=generale);

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Hsy n(y) nTr nfr


[hesi ni neʧer nefer]
il favorito dal dio perfetto (=il faraone);

ir(w) n(y) nb tAwy kA.f


[iru ni neb taui ka.ef]
colui che agisce per il signore delle Due Terre e per il ka
suo (=del faraone);

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

sS n(y)-swt
[seʃ ni-sut]
lo scriba reale;

DHwty mAa-xrw
[ʤehuti maa-keru]
Djehuty, giusto di voce.

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6. CONCLUSIONE
Lo sforzo archeologico di identificare con certezza il prota-
gonista de “La presa di Giaffa” per dargli un volto storico è
stato notevole, ma purtroppo non ha portato a nulla di as-
solutamente certo.
La storia va letta appunto come una storia perché, obietti-
vamente, è scritta proprio come un racconto.
C’è una valida trama, ci sono dei personaggi concreti e
plausibili e c’è anche quel pizzico di ingenuità letteraria che
non guasta, anzi che appassiona il lettore coinvolgendolo.

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

Non dimentichiamoci che si tratta di una storia di 45 secoli


fa, cioè ha 4500 anni.
Non è però da sottovalutare il suo potere propagandistico
in un momento di espansione dell’impero egizio.
Questo genere di letteratura metteva in evidenza:
➢ la figura del sovrano e il suo compito cosmologico di
mantenere l’Egitto tutelato dal caos sempre minac-
cioso,
➢ la necessità di legittimare l’impegno militare contro
altri popoli rivolto al fronte interno, principalmente
per giustificare il dispendio di risorse economiche e
soprattutto umane,
➢ l’esigenza, verso i nemici, di magnificare la potenza
della macchina imperialista egizia allo scopo di atte-
nuarne i rigurgiti di insurrezione.

Nell’immagine: modellino di fanteria pesante egizia. Tomba


del sacerdote e governatore Mesehti (XI Dinastia), Asyut,
oggi al Museo Egizio del Cairo.

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7. NASCITA DI UN MITO
Il mito de «La presa di Giaffa» finisce con l’Egitto?
No di certo. Prosegue in civiltà diverse sotto forme diverse.
Infatti due secoli dopo lo ritroviamo in Grecia come evento
conclusivo che permette agli Achei di espugnare la città di
Troia. Il mito è conosciutissimo. Ulisse ha l’idea di nascon-
dere un pugno di validissimi soldati dentro un cavallo di le-
gno lasciato sulla spiaggia antistante Troia. La ritirata è
però solo una finta. Nottetempo i guerrieri escono dal ca-
vallo, sopraffanno le sentinelle e aprono i portoni della città

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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

agli altri Achei che sono ritornati sulla spiaggia. Seguono il


saccheggio e l’eccidio della popolazione.
Cavallo di Troia è anche una locuzione moderna per defi-
nire un malware, cioè un tipo di software illegale che ruba
dati importanti ad un utente informatico senza che questi se
ne accorga. Quasi sempre è lo stesso utente che lo installa
usufruendo di un software civetta che contiene, al suo in-
terno, appunto il trojan horse.
Più tardi lo stesso mito lo ritroveremo in Oriente con Alì
Babà e i quaranta ladroni. Quest’ultima è una storia di ori-
gine persiana che normalmente si associa alla raccolta fa-
volistica de “Le mille e una notte” anche se in realtà non ne
fece mai parte. Alì Babà scopre una caverna piena di tesori
ammucchiati da una banda di quaranta ladroni. Il capo lo
vuole uccidere e gli chiede ospitalità qualificandosi come un
mercante di olio. Alì Babà non sospetta nulla, ma nelle giare
appese ai dorsi dei muli della carovana ci sono i ladroni na-
scosti che lo dovranno uccidere durante la notte.

Nelle immagini: il cavallo di Troia nella realizzazione della


miniserie TV Odissea realizzata dalla RAI nel 1968.
Sotto: Alì Baba nell’illustrazione di Imak El Khanza (1909).

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APPARATI

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FONETICA ITALIANA
(IPA - International Phonetic Alphabet)

Allo scopo di appassionare il lettore alla filologia egizia ed


alla grafia geroglifica, abbiamo aggiunto la traslitterazione
e la pronuncia italiana. Quest’ultima è tra parentesi quadre
[ ] e usa un codice IPA semplificato come qui sotto riportato.
Per convenzione si può stabilire che le quattro h diversa-
mente accentate (h H x X) le possiamo pronunciare: h H
aspirate come i toscani e x X come fossero k. In altre situa-
zioni le ho sentite pronunciare tutte quattro come k.

Carattere IPA Carattere IPA


a a n n
b b o o
c (casa, chiesa) k p p
c (cena, cibo) tʃ q k
d d qu kw
e e r r
f f s (rosa, smalto) z
g (gatto, gara) g s (sassi, rosso) s
g (gelo, giorno) dʒ sc (sci, scena) ʃ
gl (aglio, foglia) ʎ t t
gn (gnomo, gnu) ɳ u u
h h v v
i i z (zitto, zucca) ts
l l z (zona, zero) dz
m m

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PERIODI STORICI
DELLA CIVILTÀ EGIZIA
Hornung E. – Krauss R. – Warburton D. A.
Ancient Egyptian Chronology, Leiden, 2006

DATA PERIODO Dinastie


ca.2900 - 2545+25 Primo Periodo Dinastico I, II, III
ca.2543-2120+25 Antico Regno IV, V, VI, VIII
ca.2118-1980+25 Primo Periodo Intermedio IX, X
ca.1980+16-1760 Medio Regno XI, XII
1759-ca.1539 Secondo Periodo Intermedio XIII, XIV?,
XV (Hyksos),
XVI-XVII
ca.1539-1077 Nuovo Regno XVIII, XIX, XX
ca.1076-723 Terzo Periodo Intermedio XXI, XXII, XIII,
XXIV
ca.722-332 Periodo Tardo XXV, XXVI,
XXVII (Persiana),
XXVIII,
XXIX, XXX
343-332 Secondo Periodo Persiano
332-323 Alessandro Magno

Per completare
332-30 Periodo Tolemaico
30-IV sec. d.C. Periodo Romano

Tutte le date, salvo dove diversamente indicato, sono da intendersi a.C.


Nell’Antico Regno, la VII dinastia non è stata omessa: viene conside-
rata inesistente.

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SOVRANI EGIZI
Hornung E. – Krauss R. – Warburton D. A.
Ancient Egyptian Chronology, Leiden, 2006
PRIMO PERIODO DINASTICO ca.2900-2545+25
I dinastia ca.2900-2730+25
Nar-mer ca.2900-?+25
Aha? 2870+25
Djer 2870-2823+25
Djed Serpente 2822-2815+25
Den 2814-2772+25
Aj-ib/Anejib 2771-2764+25
Semer-khet 2763-2756+25
Qa-a 2755-2732+25
II dinastia ca.2730-2590+25
Hetep-sekhemuy 2730-?+25
Ra-neb/Neb-ra? 2700+25
Ny-netjer 2700-2660+25
Per-ibsen 2660-2650+25
Sekhem-ib 2650-?+25
Sened? 2610+25
Kha-sekhemuy 2610-2593+25
III dinastia ca.2592-2544+25
Djoser 2592-2566+25
Sekhem-khet 2565-2559+25
Khaba 2559-?+25
Nebka ?-?+25
Huni? 2544+25
ANTICO REGNO ca.2543-2120+25
IV dinastia ca.2543-2436+25
Snofru 2543-2510+25
Kheope 2509-2483+25
Djedefra 2482-2475+25
Bikheris 2474-2473+25
Khefren 2472-2448+25
Menkaura/Micerino 2447-2442+25
Shepseskaf 2441-2436+25
V dinastia ca.2435-2306+25
Userkaf 2435-2429+25
Sahaura 2428-2416+25
Neferirkara Kakai 2415-2405+25

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Neferefra 2404+25
Shepseskara Izi 2403+25
Neuserra Ini 2402-2374+25
Menkhauhor 2373-2366+25
Djedkara Izezi 2365-2322+25
Unas 2321-2306+25
VI dinastia ca.2305-2118+25
Teti 2305-2279+25
Userkara ?-?+25
Pepi I Meryra 2276-2228+25
Nemtyemzaf Merenra ca.2227-
2217+25
Pepi II Neferkara 2216-2153+25
Nemtyemzaf II 2152+25
VIII dinastia ca.2150-2118+25
Neferkaura 2126-2123+25
Neferkauhor 2122-2120+25
Neferirkara 2119-2118+25
+25
PRIMO PERIODO INTERMEDIO ca.2118-1980
Dinastie (eracleopolitane) IX e X ca.2118-1980+25
MEDIO REGNO ca.1980+16-1760
XI dinastia (tebana) ca.2080-1940+16
Mentuhotep I ca.1980-?+16
Intef I Sehertauy ca.?-2067+16
Intef II Uahankh 2066-2017+16
Intef III Nakhtnebtepnefer 2016-2009+16
Mentuhotep II Nebhepetra 2009-1959+16
Mentuhotep III Sankhkara 1958-1947+16
Mentuhotep IV Nebtauyra 1947-1940+16
+16
XII dinastia 1939 -1760
Amenemhat I Sehetepibra 1939-1910+16
Sesostri I Kheperkara 1920-1875+6
Amenemhat II Nebkhaura 1878-1843+3
Sesostri II Khakheperra 1845-1837
Sesostri III Khakaura 1837-1819
Amenemhat III Nymaatra 1818-1773
Amenemhat IV Maakherura 1772-1764
Nefrusobek Sebekkara 1763-1760
SECONDO PERIODO INTERMEDIO 1759-ca.1539
XIII dinastia 1759-ca.1630
Ugaf Khutauyra 1759-1757
Amenemhat VII Sedjefakara ca.1753-1748

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titolo: LA PRESA DI GIAFFA

LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

Sobekhotep II 1737-1733
Sekhemra-khutauy
Khendjer Userkara ca.1732-1728
Sobekhotep III ca.1725-1722
Sekhemra-suadjtauy
Neferhotep I Khasekhemra ca.1721-1710
Sobekhotep IV Khaneferra ca.1709-1701
Sobekhotep V Khahotepra ca.1700-1695
Ibiau Uahibra ca.1695-1685
Aya Merneferra ca.1684-1661
Ini Merhetepra ca.1660-1659
Suadjtu, Ined, Hori, Dedumose ?
XIV dinastia ?
XV dinastia (Hyksos) ca.?-ca.1530
Khian Suserenra ?
Apophis Aauserra ca.1575-1540
Khamud ?
XVI e XVII dinastia ca.?-1540
Sebekhotep VIII, Nebiriau, Rahotep, Sobe- ?-?
kemzaf I, Sobekemzaf II, Bebiankh
Intef Nebukheperra ?-?
Taa Senakhtenra ?-?
Taa Seqenenra ?-?
Kamose Uadjkheperra ca.?-1540
NUOVO REGNO ca.1539-1077
XVIII dinastia ca.1539-1292
Ahmose Nebpehtira ca.1539-1515
Amenhotep I Djeserkara 1514-1494
Thutmose I Aakheperkara 1493-1483
Thutmose II Aakheperenra 1482-1480
Thutmose III Menkheperra 1479-1425
Hatshepsut Maatkara 1479-1458
Amenhotep II Aakheperura 1425-1400
Thutmose IV Menkheperura 1400-1390
Amenhotep III Nebmaatra 1390-1353
Amenhotep IV / 1353-1336
Akhenaten Neferkheperura
Smenkhkara / 1336-1334
Neferneferuaten Ankhkheperura
Neferneferuaten Ankhetkheperura 1334-?
Tutankhamen Nebkheperura ?-1324
Itnecer Ay Kheperkheperura 1323-1320
Haremheb Djeserkheperura 1319-1292
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XIX dinastia 1292-1191


Ramesse I Nebpehtira 1292-1291
Sethy I Menmaatra 1290-1279
Ramesse II Usermaatra Setepenra 1279-1213
Merenptah Baenra 1213-1203
Sethy II Userkheperura 1202-1198
Amenmesses Menmira 1202-1200
Siptah Akhenra 1197-1193
Tauseret Satra Merytamon 1192-1191
XX dinastia 1190-1077
Sethnekhet Userkhaura 1190-1188
Ramesse III Usermaatra Meriamon 1187-1157
Ramesse IV Heqamaatra Setepanamon 1156-1150
Ramesse V Usermaatra Sekheperenra 1149-1146
Ramesse VI Nebmaatra Meryamon 1145-1139
Ramesse VII Usermaatra Setepenra Meryamon 1138-1131
Ramesse VIII Usermaatra Akhenamon 1130
Ramesse IX Neferkara Setepenra ca.1129-1111
Ramesse X Khepermaatra Setepenra ca.1110-1107
Ramesse XI Menmaatra Setepenptah ca.1106-1077
TERZO PERIODO INTERMEDIO ca.1076-723
XXI dinastia ca.1076-944
Smendes Hedjkheperra Setepenra ca.1076-1052
Psusennes I Aakheperra Setepenamon ca.1051-1006
Amenemnysut Neferkara ca.1005-1002
Amenemope Usermaatra Setepenamon ca.1002-993
Osorkon Aakheperra Setepenra 992-987
Siamon Necerkheperra Setepenamon 986-ca.968
Psusennes II Titkheperura ca.967-944
XXII dinastia 943-ca.746
Sheshonq I Hedjkheperra Setepenra 943-923
Osorkon I Sekhemkheperra Setepenra 922-ca.888
Takelot I Usermaatra Setepenamon ca.887-874
Sheshonq II Heqakheperra Setepenra ca.873
Sheshonq III Usermaatra Setepenra/amon ca.872-842
Osorkon II Usermaatra Setepenamon 841-803
Sheshonq IV Hedjkheperra ?-790
Pami Usermaatra Setepenra/amon 789-784
Sheshonq V Aakheperra 783-ca.746
XXIII dinastia (ALTO EGITTO) e re rivali
Takelot II 845-821
Iuput I 820-809
Osorkon III, Takelot III ca.780±20
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LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

Petubaste I, Sheshonq IV, Rudamon, Iny 834-812


XXIII dinastia (BASSO EGITTO) ca.730
Petubaste II (?), Osorkon IV
XXIV dinastia ca.736-723
Tefnakhte Shepsesra ca.736-729
Bocchoris Uahkara 728-723
PERIODO TARDO ca.722-332
XXV dinastia ca.722-ca.655
Piye/Pyankhy ca.753-723
Shabaka Neferkara ca.722-707
Shebitku Djedkaura ca.706-690
Taharqa Khuranefertem 690-664
Tantamani Bakara 664-ca.655
XXVI dinastia 664-525
Psammetico I Uahibra 664-610
Necho II Uhemibra 610-595
Psammetico II Neferibra 595-589
Apries Haaibra 589-570
Amasis Khnemibra 570-526
Psammetico III Ankhkaenra 526-525
XXVII dinastia (PERSIANA) 525-404
Cambise 525-522
Dario I 521-486
Serse 486-466
Artaserse I 465-424
Dario II 424-404
XXVIII dinastia 404-399
Amirteos 404-399
XXIX dinastia 399-380
Nepherites I Baenra Meryneceru 399-393
Psammuthis Userra Setepenptah 393
Hakoris Khnemmaatra 393-380
Nepherites II 380
XXX dinastia 380-343
Nectanebo I Kheperkara 380-362
Teos Irmaatenra 365-360
Nectanebo II Senedjemibra Setepenanhur 360-343
SECONDO PERIODO PERSIANO 343-332
Artaserse II Ochus 343-338
Arses 338-336
Dario III Codomano 335-332
ALESSANDRO MAGNO 332-323

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Per completare
DINASTIA MACEDONE 332-310
Alessandro Magno 332-323
Filippo III 323-317
Alessandro IV 317-310
DINASTIA TOLEMAICA 305-30
Tolomeo I Sotere 305-282
Tolomeo II Filadelfo 285-246
Tolomeo III Evergete 246-222
Tolomeo IV Filopatore 222-204
Tolomeo V Epifane 204-180
Tolomeo VI Filometore 180-170
163-145
Tolomeo VII Neo Filopatore 145
Tolomeo VIII Evergete Trifone Fiscone 170-169
169-163
145-131
127-116
Tolomeo IX Sotere Latiro 116-110
109-107
88-80
Tolomeo X Alessandro 110-109
107-88
Tolomeo XI Alessandro 80
Tolomeo XII Neo Dionisio Aulete 80-58
55-51
Tolomeo XIII Teo Filopatore 51-47
Tolomeo XIV Filopatore Filadelfo 47-44
Tolomeo XV Cesare Cesarione 44-30

Durante la dinastia tolemaica furono importantissime alcune regine, l’ul-


tima delle quali, Cleopatra VII, condivise il regno dal 51 al 30 a.C.
Ottaviano Augusto, sconfiggendo Cleopatra e Marco Antonio, concluse
la storia egizia. Il territorio divenne una provincia romana.
Tutte le date vanno intese avanti Cristo.
La VII dinastia non è stata omessa, è considerata inesistente.

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Quaderni di Egittologia
Collana diretta da Secco Livio
1 UN’OFFERTA CHE IL RE DÀ: I NUTRIMENTI
L’alimentazione nell’antico Egitto (I parte)
2 UN’OFFERTA CHE IL RE DÀ: LA CUCINA
L’alimentazione nell’antico Egitto (II parte)
3 UN’OFFERTA CHE IL RE DÀ:
PREPARAZIONE, CONCETTI, VISITA MERCATALE
L’alimentazione nell’antico Egitto (III parte)
4 AMARNA: IL QUARTIERE PALATINO
Akhetaton L’Orizzonte del Sole (I parte)
5 AMARNA: LA CITTÀ RESIDENZIALE
Akhetaton L’Orizzonte del Sole (II parte)
6 AMARNA: L’HINTERLAND
Akhetaton L’Orizzonte del Sole (III parte)
7 A DIFESA DAL MALE
Gli amuleti nell’antico Egitto
8 LA PRESA DI GIAFFA
Nascita di un mito
9 MEGIDDO
Tattica per la vittoria
10 QADESH
Una battaglia per due vincitori
11 ALLA TESTA DEL RE
Le corone dell’antico Egitto
12 PASSI, MOVENZE E RITMI PER IL FARAONE
La danza nell’antico Egitto
13 LATTUGA, CANAPA, OPPIO E VINO
Droghe nell'antico Egitto (I parte)
14 LA NINFEA AZZURRA
Droghe nell'antico Egitto (II parte)
15 FIORIRE OGNI MATTINO
Droghe nell'antico Egitto (III parte)
16 NEFER IREP
Enologia sulle rive del Nilo

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17 GIOCHI D’EGITTO
I divertimenti del re
18 PIACERI E PERICOLI IN RIVA AL NILO
L’harem del faraone
19 UNA MALATTIA CON CUI COMBATTERÒ
La medicina nell’antico Egitto
20 LE MALEFATTE DI PANEBI
Una denuncia penale nell’antico Egitto
21 L’EGITTO PRIMA DELL’EGITTO
Preistoria archeologica della Valle del Nilo
22 IL PROTOCOLLO REALE
Composizione dell’onomastica faraonica
23 LA MASTABA DI PTAH-HOTEP
Esemplificazione di una sepoltura nobiliare
24 IL REGISTRO DELLE ASSENZE
La vita operaia degli artigiani del re
25 PERDERE L’EGITTO: ABU SIMBEL
Il salvataggio dei templi nubiani
26 PERDERE L’EGITTO: GLI ALTRI TEMPLI
Il salvataggio dei templi nubiani
27 NEL NOME DI IMHOTEP
Lo straordinario fascino dei geroglifici
28 LA CIVILTÀ DEL PAPIRO
Il libro egizio
29 SENNEFER
La tomba delle vigne
30 I SOLDATI DEL FARAONE
Oplologia e polemologia egizia
31 LA CHIAVE DELL’EGITTO
La stele di Rosetta
32 IL DISCORSO DEL RE
Le stele di Semna
33 L’INSEGNAMENTO DI PTAH-HOTEP
I testi sapienziali dell’antico Egitto
34 UN’INTESA CONTESA
Il Trattato di Pace egizio-ittita

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titolo: LA PRESA DI GIAFFA

LA PRESA DI GIAFFA Nascita di un mito

35 I GEROGLIFICI DI TUTANKHAMON
Traduzione della KV62
36 IL SIMBOLO DEL RE
I sigilli della tomba di Tutankhamon
37 I MARCATORI DI TUTANKHAMON
Il DNA di una dinastia
38 SULLE TRACCE DEL RE
Il ritrovamento della famiglia di Tutankhamon
39 COSE MERAVIGLIOSE…
La scoperta della tomba di Tutankhamon
40 VILLAGGI E CITTÀ
L’urbanizzazione nell’antico Egitto
41 DOVE DIO RIPOSA
Valle dei Re: geologia, statistiche, collisioni (I parte)
42 IL GRANDE CAMPO
Valle dei Re: denominazioni architettoniche (II parte)
43 SCONFIGGERE LA MORTE
Riti funerari nell’antico Egitto (I parte)
44 LA VITA PER SEMPRE
Riti funerari nell’antico Egitto (II parte)
45 L’EGITTO CRIMINALE
Processi, sentenze e pene in epoca ramesside
46 MELODIE PER IL RE
La musica nell’antico Egitto
47 SOLCHI SULLA SABBIA
La ruota nell’antico Egitto
48 L’AFFERMAZIONE ICONICA DEL POTERE
L’origine del geroglifico
49 CON LA SABBIA TRA I CAPELLI
Acconciature dell’antico Egitto
50 LA BELLEZZA NELLO SGUARDO
La cosmesi dell’antico Egitto

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BIBLIOGRAFIA
Il presente elenco non è certamente esaustivo delle molte
letture dedicate all’antico Egitto ed alla sua storia.
Potrete comunque trovare qui dei suggerimenti e delle idee
per svolgere letture più approfondite.

C. Aldred, Arte dell'antico Egitto, Rizzoli, Milano, 2002


F. Arborio Mella, L'Egitto dei faraoni, Mursia, Milano, 1976
K. A. Bard, Archeologia dell'antico Egitto, Carocci, Roma,
2013
C. Barocas, L'antico Egitto, Newton & Compton, Roma,
1978
E. Bresciani, Letteratura e poesia dell'antico Egitto, Ei-
naudi, Milano, 1999
E. Bresciani, Sulle rive del Nilo, Laterza, Bari, 2000
H. Carter, Tutankhamen, Garzanti, Milano, 1973
A. Dodson, D. Hilton, The Complete Royal Families of An-
cient Egypt, Thames & Hudson, New York, 2004
S. Donadoni, L'Egitto, UTET, Torino, 1982
B. Fagan, Alla scoperta dell'antico Egitto, Newton & Comp-
ton, Roma, 1996
A. Gardiner, La civiltà egizia, Einaudi, Torino, 1961
N. Grimal, Storia dell'antico Egitto, Laterza, Bari, 2002
T. Hoving, Tutankhamon, Mondadori, Milano, 1995
N. Reeves, R. Wilkinson, The complete Valley of the Kings,
Thames & Hudson, New York, 2000
I. Shaw, The Oxford History of Ancient Egypt, Oxford Uni-
versity Press, Oxford-New York, 2003
D. Wildung, Architettura del mondo, Egitto, dall’epoca prei-
storica agli antichi romani, Taschen GmbH, Köln, 2009
T. Wilkinson, L'antico Egitto: storia di un impero millenario,
Milano, Einaudi, 2012

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DELLO STESSO AUTORE


DIZIONARIO EGIZIO – ITALIANO / ITALIANO – EGIZIO
Kemet Edizioni, Torino, 2016
ISBN-13: 9788899334123
Si tratta del terzo aggiornamento del primo ed unico dizionario
egizio - italiano, edito ormai dal 2007, con il quale i lemmi sono
stati portati a 4000. Ogni parola è presentata in geroglifico,
traslitterazione e traduzione ed è raffigurata nelle varianti più
comuni della sua scrittura.
Il testo è stato corredato di un "righello monolittero" in ogni
testata di pagina per dare al consultatore un facile orienta-
mento all'interno del testo. Il dizionario è dotato di una tabella
che associa il primo suono della parola al proprio segno ge-
roglifico per facilitare la ricerca di un lemma di cui si conosca
la scrittura ma non la fonetica.

LA TOMBA TEBANA TT3 DI PASHEDU


Kemet Edizioni, Torino, 2013
ISBN-13: 9788899334574
Il testo presenta la tomba, riccamente decorata, di uno dei co-
struttori delle tombe faraoniche della celeberrima Valle dei
Re. Essa si trova a Deir el Medina, il famoso villaggio degli
operai. Il testo riporta tutte le trascrizioni geroglifiche, le tra-
slitterazioni e le traduzioni relative.
Per meglio contestualizzare gli eventi descritti viene tracciata
l'origine della cittadina e il suo sviluppo, nonché la possibile
ricostruzione degli eventi familiari di quello che spesso è citato
come un decoratore ma che le descrizioni geroglifiche docu-
mentano essere uno specialista di pietre e perciò un cavatore.
Il libro è utile all'appassionato di egittologia, come pure allo
studente di filologia che sta imparando a leggere i testi gero-
glifici dimostrandosi una valida esercitazione guidata.

CONFINI DI PIETRA
Le fortezze dell'antico Egitto
Kemet Edizioni, Torino, 2016
ISBN-13: 9788899334178
L'architettura militare ha sempre ricoperto un ruolo molto im-
portante in tutte le culture ed anche nell'antico Egitto si co-
struirono opere imponenti a protezione delle frontiere.
Purtroppo, la posizione decentrata delle fortificazioni, lontane
dai percorsi della ricerca e del turismo, e la loro inaccessibi-
lità, causata dall'innalzamento delle acque del lago Nasser,
hanno reso difficile il lavoro di ricerca e di documentazione su
questo aspetto fondamentale dell'architettura egizia. Questo
volume, primo del suo genere in Italia, cerca di fornire una
veduta d'insieme e un agevole approccio alla riscoperta delle
fortezze dell'antico Egitto.

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