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Arte del costruire Enrico Sicignano

zione internazionale dei processi edi-


fabrizio caròla lizi, ma anche con la crisi energetica,
i miti occidentali (I miti di oggi di Ro-

Tra tradizione land Barthes ) crollarono, i modelli (i


nuovi “vitelli d’oro” con i quali l’ido-

ed innovazione latria modernista aveva surrogato le


antiche tavole della legge africana) e
gli ideali si rivelarono miseri feticci.
In Africa, al grido “il re è nudo” si
prese coscienza, da parte di alcuni
settori ed operatori illuminati, che
l’acciaio ed il cemento armato, le loro
tecnologie ed i loro linguaggi, erano
Tra sperimentazione, ricerca e mestiere, in una continua evolu- estranei alla cultura del luogo, i loro
zione che mutua tradizione ed innovazione, le monomateriche componenti erano tutti di importa-
zione come l’idea e la cultura che li
opere in mattoni di Fabrizio Caròla, in Africa, sono contempora- aveva condotti. Nel 1973 esce, dopo
neamente la primordialità e la modernità ma anche la struttura la crisi e la sofferenza americana ed i
pura e l’assoluta essenzialità lunghi periodici black-out, Techno-
logy for an alternative society di Ro-
bin Clarke.
In queste problematiche ed in questa
cornice di tempo e di spazio agisce
ed opera da quarant’anni, in Africa,
Fotografie Fabrizio Caròla.
Franco Petti Architetto geniale, uomo felice, spi-
rito libero ed irrequieto, benché ap-
partenente ad una storica e consoli-
data famiglia napoletana di tecnici e

L’
Africa è, nell’immaginario col- moralmente, devastato ed annientato costruttori, Fabrizio Caròla ha prefe-
lettivo e secondo un luogo realtà autoctone, culture e civiltà. In rito ad una comoda, agiata vita bor-
comune, il vastissimo conti- questo ultimo secolo, appena tra- ghese ed alla certezza della carriera
nente, misterioso ed arcano. La sua scorso, l’aspetto deteriore del “mo- sedentaria, la ricerca e l’avventura.
parola evoca immediatamente nell’in- dernismo” nord-europeo ed occiden- La sete di conoscenza e la passione
conscio Tarzan ed i leoni, le zebre e tale, il funzionalismo di facciata, con- per la sperimentazione lo hanno por-
gli elefanti, gli schiavi americani, le sumistico e commerciale, si impone- tato in giro per il mondo a conoscere
foreste impenetrabili, ma anche il de- vano anche in Africa come modelli as- luoghi, civiltà e culture diverse.
serto e quindi le carestie, il terzo soluti e totalizzanti, il fine ultimo cui derno prima e la gravissima crisi Si diploma nel 1956 a Bruxelles; poi
mondo, il sottosviluppo … bambini si doveva tendere nella costruzione energetica dell’inizio degli anni ’70 si laurea a Napoli. Apre il suo primo
ammalati ed affamati il cui sguardo delle nuove città, degli edifici più rap- poi (che mise in ginocchio tutto il studio a Bruxelles dove lavora dal ’56
spento è al contempo di richiesta di presentativi di stati, di governi, di mondo evoluto ed industrializzato al ’60; dal ’61 al ’63 è in Marocco, dal
aiuto e di terribile condanna di paesi grandi enti e società, modelli da imi- paralizzando per mesi infrastrutture e ’63 al ’71 in Italia. Nel 1972 comincia
e genti ricche, opulenti ma ciniche ed tare e nuovi status symbol. Il “moder- servizi, apparati produttivi e circola- l’avventura africana: inizia a studiare
indifferenti. L’Africa è stata ed è an- nismo” esportava nelle giovani capi- zione veicolare) a portare il mondo le tecniche locali e le mette in essere
cora, inoltre – ad occhi disincantati tali africane, insieme al suo linguag- ad una riconsiderazione critica e ad nella realizzazione di un ristorante a
ed a mente fredda –, il luogo dove più gio omologato a livello planetario, un ripensamento globale sulle ri- Mopti, un grosso centro del Mali sul
di ogni altro, da Giulio Cesare fino anche i suoi sistemi costruttivi in ce- sorse energetiche e – di riflesso – ad fiume Niger, utilizzando mattoni di
In questa e nella
alle ultime multinazionali occidentali, mento armato e acciaio, i suoi mate- un nuovo modo di pensare al pro- terra cruda di 20x40 cm e ripropo-
pagina a fianco:
si è assistito alla colonizzazione poli- riali, il beton-brut, il calcestruzzo fac- getto, alla costruzione, all’habitat. nendo, per le coperture, l’uso di archi particolari di fabbriche
tica, economica e culturale; alla ege- cia a vista, i pannelli prefabbricati, le Con lo sviluppo e l’affermazione in- e volte, anziché i travetti prefabbri- artigianali di mattoni,
forni, compassi
monia di culture dominanti che di lamiere, il vetro ed il curtain-wall. Fu- controllata delle megalopoli, con la cati e le lamiere. Questi archi furono in legno per cerchi
volta in volta hanno, fisicamente e rono l’esaurirsi del Movimento Mo- massificazione e la commercializza- costruiti su delle centine fatte con gli ed ellisse.

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stessi mattoni della costruzione, ri-
prendendo un tipo di copertura pre-
sente nella tradizione Dogon, la po-
polazione del vicino altopiano di Ban-
diagarà.
Nel 1974 è sull’isola Maurizio dove
progetta la sede della Fiera dell’Agri-
coltura ed un ospedale oftalmolo-
gico. Dall’80 all’84 è in Mauritania
dove, per conto della Comunità Euro-
pea e dell’A.D.A.U.A., progetta e rea-
lizza un ospedale di cento posti a
Kaedì. Nel 1985 è di nuovo in Mali:
qui l’UNICEF lo incarica di insegnare
ad un gruppo di Tuareg a costruirsi Caròla rinuncia, per scelta ideologica, chitetture, potendo lavorare solo a
un villaggio a Gao. politica, morale e quindi tecnica ed compressione, diventano allora archi,
Nel 1987 è in Ghana per progettare e estetica, alle tecnologie ed ai mate- volte, cupole.
realizzare, per il film “Cobra Verde” di riali occidentali. Scelta difficile e coraggiosa, contra-
Werner Herzog, il palazzo del re del In quei luoghi sono inesistenti i si- stata, il più delle volte, dagli stessi
Dahomey. Nello stesso anno realizza stemi costruttivi delle strutture inte- committenti ed utenti che vedevano
a Bandiagarà (Mali) il Centro Regio- laiate (cemento armato ed acciaio) e l’utilizzo del mattone e dei materiali
nale di Medicina Tradizionale. le loro componenti. tradizionali come un voler tornare in-
Dell’87 è la costituzione della N:EA, Si rivolge allora alla muratura por- dietro, rievocando un passato di arre-
un’associazione culturale, con sede a tante in pietra calcarea o mattone, tratezza, di miseria e di povertà da di-
Napoli, nata con lo scopo di favorire elemento primordiale, quest’ultimo, menticare. Le sue architetture sono
lo scambio culturale fra l’Europa e antico e moderno, del processo edili- estreme: la fondazione, il paramento
l’Africa. Ancora a Bamako, nel 1994, zio e costruttivo. murario, la copertura, sono un
costruisce, per conto dell’istituto di La scelta del materiale equivale alla tutt’uno. Si annulla la distinzione vi-
Medicina Tradizionale, un insieme di scelta del sistema architettonico e truviana delle componenti edilizie.
venti stands di vendita per erboristi. strutturale, indirizza il progetto, Scompare ogni forma di elemento ag-
Nel ‘95, riceve il premio “Aga Kahn guida la composizione, prefigura l’e- giunto, rivestimento di sorta, into-
per l’Architettura” per l’ospedale rea- spressione ed il linguaggio. naco, pitturazione.
lizzato a Kaedi. Le componenti edilizie delle sue ar- Caròla consegue la decorazione tet-
tonica, la “bellezza” e l’espressività
materica che Heinrich Tessenow indi-
viduava in Osservazioni elementari
sul costruire nei modi stessi di artico-
lare ed aggregare la materia nella co-
struzione e Adolf Loos nella capacità
di una vera architettura di essere ed
esprimersi senza ornamento.
L’assenza aprioristica di scelte di ca-
rattere iconografico o accademico di
sorta e la padronanza consumata
della tecnica, intesa come continua
evoluzione che mutua tradizione ed
innovazione, portano ad una architet-
tura monomaterica, essenzialità as-
soluta, struttura pura.
Confermano sul “campo di battaglia”, In questa e nella pagina
a fianco:
anzi sul cantiere, il famoso assunto di Ospedale di Kaedi
Ernesto Nathan Rogers quando af- in Mauritania (1980-84).

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Allestimento
cinematografico
del Palazzo del Re
per il film “Cobra verde”
di Werner Herzog
in Ghana (1987).

ferma che : “... la struttura dell’ar- tende questa ricerca e sul lungo pro- I materiali, il mattone e l’organizza- Centro di Ricerca
sulla Medicina
chitettura è l’architettura della strut- cesso compositivo sperimentato e zione del cantiere L’inizio di ogni atti- Tradizionale
tura, … realizzando una similitudine e vissuto in tutti questi anni, così ri- vità è stata sempre quella di acquisire a Bandiagara (1988).
quasi una identificazione tra il signifi- sponde: “… È importante partire tutti i dati concernenti quei luoghi e
cato astratto e quello concreto di dalle radici dell’architettura di questi quindi i fattori climatici, sociali, econo-
esso”. Caròla non ha mai usato il tec- popoli, non dalle nostre; per questo mici relativi alla disponibilità dei mate-
nigrafo né tanto meno oggi il compu- cerco di spogliarmi il più possibile di riali e della mano d’opera. Caròla ha
ter ed i software di progettazione che quanto ho di occidentale e di stu- operato essenzialmente nella regione
già in sé portano insita la geometria diare l’evoluzione di queste radici, del Sahel, zona caratterizzata da un
dello spazio euclideo, scaturita nel che coinvolgono elementi della cul- clima molto caldo e secco (con soli tre
mondo occidentale e nella cultura ur- tura sociale e del mondo materiale mesi di pioggia in un anno), dalla pro-
bana europea dalla esigenza di razio- per poterle adottare alle nuove esi- gressiva desertificazione e dal costo
nalità e di compattezza degli spazi genze. La matrice comune a queste
densi della città storica. esperienze è stata la curiosità, la di-
L’antico recinto o il sacro “temenos” sponibilità a sperimentare, il non
del tempio greco divenuti nei secoli dare niente per scontato; ogni occa-
lo stretto luogo dell’insediamento o il sione di progettazione è un pretesto elevatissimo di tutti i materiali di im- difficoltà in un contesto caratterizzato tezza esasperante in quanto – essendo
lotto funzionalista sono, in Africa, per conoscere una realtà, materiale e portazione. Sono stati quindi eliminati da un rendimento bassissimo della il lavoro molto scarso – si tende a far
solo astratti riferimenti normativi e culturale, è un momento di arricchi- il cemento armato, il ferro ed il legno: i mano d’opera. In Africa, sia per le con- durare i cantieri il più a lungo possi-
bibliografici o appartengono alla me- mento e di scambio. E poi il tentativo primi due perché di importazione, il dizioni climatiche innanzitutto, sia per bile. Se da una parte mancano stru-
moria. Qui invece le architetture si di trovare equilibrio tra creatività e terzo perché il taglio dei pochi alberi in fattori culturali, è completamente as- menti urbanistici, una legislazione ur-
insediano in spazi liberi e sconfinati razionalità: quando progetto, io an- quei luoghi avrebbe contribuito ad au- sente la “forma mentis” di lavoro rela- banistica e normative (il chè consente
in un diverso rapporto paesaggio na- nullo la memoria ed esamino il pro- mentare la desertificazione. Scartate zionato al concetto di tempo, così una libertà progettuale ed espressiva
turale – insediamento umano. blema così come mi si presenta, cer- Stand per erboristi a Bamako, Hamdallaye (1994). le costruzioni in argilla cruda, perché come esso è inteso nel mondo occi- inconcepibile altrove), dall’altra parte
Certamente nella quarantennale atti- cando di analizzarne tutti i dati, con di breve durata, restavano solo le ri- dentale, con i suoi orari, i suoi ritmi, e bisogna pure doverosamente ammet-
vità di Fabrizio Caròla assistiamo a un processo che è soprattutto razio- sorse locali: la pietra e la terra cotta, i nel quale è onnipresente il concetto di tere che è assente il concetto stesso di
qualcosa di nuovo e stimolante nel nale; però, in un secondo momento, cui sistemi costruttivi lavorano solo a produttività, l’ottimizzazione dei tempi impresa edile e di appaltatore. Di qui
fenomeno architettonico contempo- metto i dati così analizzati a disposi- compressione. Vicino ad ogni cantiere, e dei costi. I popoli africani hanno ritmi la necessità, da parte di Caròla, di ad-
raneo: l’azzeramento della memoria zione della mia creatività: lascio par- approvvigionata l’argilla, si costruisce “loro” di tempo e di lavoro. Di qui le destrare maestranze adeguate. Ha
tipologica, la profonda umanità del lare il subcosciente senza condizio- innanzitutto il forno, spesso un rudi- difficoltà immense che si sono incon- quindi fondato una scuola ove si inse-
contatto e del rapporto fisico con la narlo, richiamo il mio vissuto. Solo mentale forno, utilizzando un prezioso, trate nell’impostare e nel portare gnano le tecnologie dell’architettura ri-
costruzione, la gioia del fare e la con- alla fine cerco di mettere ordine tra i insolito combustibile: la pula di riso, il avanti cantieri ed opere. Se è vero che prendendo, rivisitando e reinterpre-
tinua sorpresa della soluzione tec- messaggi del subcosciente e di far ri- residuo – nemmeno commestibile per un muratore del Mali ha una paga pari tando in chiave squisitamente mo-
nica trovata. spondere il progetto alle esigenze gli animali – della pulitura del riso. a un decimo di un muratore italiano, è derna le loro antiche tradizioni costrut-
Interrogato sulla filosofia che sot- specifiche …”. Stand per erboristi a Bamako, Medine (Malì 1994). Non poche sono state e sono tuttora le pur vero che i lavori sono di una len- tive e le culture locali.

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Centro di Formazione due cupole, generando un abbassa-
e Ricerca sulle Tecnologie
di Costruzione
mento della temperatura e l’aumento
per il Sahel (1995). del grado di umidità all’interno degli
ambienti.

L’esperienza con i Tuareg Nel 1985,


su incarico dell’UNICEF, Carola è po-
sto di fronte ad un problema nuovis-
simo e mai affrontato da alcuno dal
punto di vista sociologico, antropolo-
gico, culturale: progettare un villag-
gio per un gruppo di Tuareg ex guer-
rieri che, abbandonata la vita no-
made, si sarebbero dovuti insediare in Palazzo a tre livelli in
mattoni per
una zona di Gao, nel Mali. l’Associazione ENDA
Il problema era quello di far accettare TIERS-MONDE a
Bamako (1997).
l’idea di vita insediativa stabile e per-
manente, singola e collettiva, ad un
gruppo totalmente estraneo a tali
idee e modi di vita.
Scartata ogni ipotesi occidentale e
neo-coloniale, sia a livello di impianto
urbanistico e architettonico (strade
larghe con edifici ai lati, il centro so-
La costruzione delle cupole. Il com- che, fatta ruotare intorno a tale cen- menti hanno struttura “telescopica”. ciale e politico in asse, ecc.) che pure
passo circolare ed ellittico Per la co- tro, fungeva da guida per l’esatta ap- Questo sistema di costruzione è caratterizzano analoghi interventi in
struzione delle cupole non si utiliz- posizione di mattoni nelle realizza- estremamente semplice ed econo- aree vicine, con asettici edifici di tipo
zano centine, ma un sistema auto- zioni di cupole sferiche. L’A.D.A.U.A., mico, soprattutto se la cupola è su europeo, in cemento armato, Caròla
portante basato sull’uso di un com- associazione che oggi non esiste più, base circolare perché le spinte sono invece propone un impianto con ag-
passo guida, tecnica ispirata alle anti- riprese il concetto della guida, ma so- più facilmente equilibrate ed occorre gregazione di abitazioni basse, ad un
che costruzioni nubiane, fatta propria stituì alla corda un braccio di legno meno materiale. solo livello, a teorica crescita illimi-
recentemente dall’architetto egiziano snodabile. In seguito Caròla ha perfe- tata, che gravitano su due centri,
Hassan Fathy ed in seguito ripresa zionato la tecnica per poter realizzare Il benessere termico ed igrometrico. quello religioso (la moschea) e quello
dall’A.D.A.U.A. (Association pour le delle cupole ogive ottenendo così un Il tema della doppia cupola Per con- amministrativo con quattro vie di ac-
Dèveloppement naturel d’une Archi- volume interno maggiore e, quindi, seguire il benessere termico ed igro- cesso che corrispondono ai rapporti
tecture et d’un Urbaniste Africain) che una maggiore circolazione d’aria. Ha metrico, Caròla ha creato in zone così con i territori circostanti.
commissionò, all’inizio degli anni ’80, dunque modificato il sistema fissando calde la doppia cupola con intercape- Recupera il concetto di casbah e
l’Ospedale di Kaedi. Il compasso nu- il compasso ad un carrello in modo da dine intermedia. Nell’intercapedine souk, luoghi mentali prima ancora che
biano consisteva essenzialmente in spostarne il perno (B) rispetto al cen- passa continuamente aria che entra fisici della cultura islamica e quindi ri-
una corda fissata in un punto centrale tro della cupola (A). Facendo ruotare dal basso e sale verso l’alto. conosciuti e fatti propri dai Tuareg.
il carrello intorno ad A si ottiene La geniale soluzione naturale della Il processo che si innesca è quello
quindi un braccio più lungo la cui micro-ventilazione nasce dalla impra- dell’auto-costruzione alla quale
oscillazione, dal basso verso l’alto, di- ticabilità della climatizzazione in Caròla fornisce, oltre che l’idea guida,
segna la generatrice ogivale. Alzando quanto costosissima sia per l’acqui- tutta la sua consumata esperienza e la
poi il centro A rispetto al piano di sto dei condizionatori, sia per i con- sua assistenza, lasciando i Tuareg li-
campagna (distanza “y”), si ottiene sumi di energia elettrica, in termini di beri di costruirsi autonomamente,
una porzione di curva “negativa” (su- gestione e manutenzione. dove e quando volessero, le proprie
perficie compresa fra C e D) che con- Per esempio nell’Ospedale di Kaedi le case, in un loro ordine-disordine con il
sente una fruizione maggiore dello sale operatorie sono state costruite solo rispetto delle indicazioni di base e
spazio perimetrale. Per poter interve- con doppia cupola e dispongono di un delle parti di interesse collettivo.
nire con eventuali correzioni sulle di- impianto goccia a goccia che fa scen- Questa esperienza, benché iniziata,
verse lunghezze, infine, tutti gli ele- dere l’acqua nell’intercapedine tra le abortisce a seguito dello scoppio di

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Albergo-ristorante corridoi anulari. Le strutture voltate bustibile la pula di riso. Il mattone
a Bandiagara, Malì (1998).
ogivali sono messe in opera con una cotto risultò molto più durevole della
alternanza di filari pieni e vuoti che terra cruda. La progettazione dell’o-
creano una indicibile spazialità ed un spedale partì dall’esperienza negativa
metafisico gioco di luci ed ombre: tridi- del vecchio ospedale del paese in
mensionale dominio poetico della li- quanto poco funzionale, nonché dalla
nea curva. L’illuminazione è data, oltre attenta osservazione delle attività e
che da piccoli infissi a oblò, da singo- dei percorsi degli infermieri, dei medici
lari pannelli di vetrocemento costituiti e dei chirurghi. L’assistenza, il vitto, la
da bottiglie di vetro. pulizia vengono forniti direttamente
Ricorrendo a casseforme predisposte dalle singole famiglie.
per ottimizzare l’aggancio con i filari di L’ammalato continua a mantenere una
mattoni, si è fatto colare cemento tra propria identità familiare e sociale.
bottiglia e bottiglia, ottenendo, a bas- Così negli spazi a matrice circolare le
sissimi costi, un risultato di grandis- famiglie si “accampano” intorno alla
simo effetto. L’intenzione era quella di camera del proprio caro, ma in speciali
partire dalla tradizione locale: le co- “tende” di mattoni, appositamente
struzioni tradizionali della zona di predisposte. Aggregazione di ventri-
una sanguinosa guerra tra l’esercito stica. È dotato di laboratori didattici di ratori del luogo e strutture che lavo- Kaedi sono tutte di mattoni essiccati al coli pulsanti individuano aree funzio-
regolare del paese ed i Tuareg stessi i cultura africana (danza, musica, teatro, rano a compressione. Gli ambienti sono sole ed hanno coperture piane realiz- nali e reparti di degenza.
quali abbandonarono ogni cosa. cinema, cucina). a pianta circolare composti da una cu- zate con fusti di palma. Un intonaco di Le camere, diversamente dimensionate
Organizza incontri sul cinema africano pola esterna in pietra e una cupola in- terra e sterco garantisce la impermea- con posti letto secondo le necessità ed
Il N:E.A. Un dato è oramai inconfuta- con rassegne sinora dedicate ad autori terna in mattoni. Fra le due cupole è ri- bilizzazione. esigenze, hanno due porte di accesso:
bile: ci avviamo a vivere in un’epoca del Magreb e dell’area del Sahel, tutti cavato uno spazio ventilato di 12 cm Strutture fragili, di breve durata. Do- una verso il giardino esterno, in modo
nella quale si sta creando una vera e con ascendenza e riferimenti al grande per evitare che il calore del sole, accu- vendo pensare ad una soluzione che tale che si possa entrare ed uscire in
propria società multirazziale ed una cinema francese. Il centro svolge inol- mulato dalla parete esterna, si tra- garantisse maggiore durata nel tempo, qualsiasi momento e dove è favorito
globalizzazione multietnica. Esterre- tre servizi di biblioteca, emeroteca, vi- smetta all’interno del locale. Il chiostro oltre che una sicura assenza di manu- l’incontro con altri ammalati ed altri
fatto dalle domande che gli venivano deoteca, fototeca, ludoteca. Organizza è composto da dodici cupole a pianta tenzione, si optò per il mattone cotto. parenti; l’altra, quella “tecnica”, in- mieri ed addetti ai lavori. Le due entità,
puntualmente poste ad ogni rientro corsi di lingua per stranieri. L’obiettivo esagonale realizzate con mattoni cotti. Sul posto, prima di ogni cosa, fu co- terna, è riservata ai soli medici, infer- la famiglia ed i medici, coesistono
dall’Africa, sintomo di una profonda finale è quello di favorire l’inserimento, L’ingresso è fiancheggiato da due con- struito il forno e si utilizzò come com- senza intralci, essendo stati differen-
ignoranza che ancora permane nella senza sfruttamenti o incomprensioni, chiglie di pietra che servono da luogo ziati i due flussi di circolazione.
conoscenza delle vere problematiche degli africani nel contesto sociale ita- di attesa ed è marcato da una grande Nella costruzione dell’ospedale, dive-
del Continente, delle sue etnie e delle liano, e viceversa; di mettere in con- porta in legno scolpita da un artista nuta opera della collettività, fu coin-
sue culture, per sfatare i luoghi co- tatto e dialogo diretto i nostri giovani e “Dogon” secondo i canoni tradizionali. volta gran parte della popolazione del
muni, ma anche deluso dalla improv- gli alunni delle scuole per portarli alla Tutti gli accessori alla costruzione paese, giovani tecnici, operai, arti-
visa defezione di un importante ente conoscenza reale dell’Africa ed educarli (porte, finestre, tubi d’aerazione ecc.) giani, trasportatori, volontari.
italiano ad una esposizione di paesi alla diversità delle culture. sono stati prodotti da artigiani del Così Caròla ricorda quella esperienza:
africani, nel 1987 Fabrizio Caròla fonda, In Africa ha istituito diversi centri tra luogo. “… Quando ho fatto l’Ospedale di
in prima persona, l’associazione N:E.A. cui il “Centro di Formazione e Speri- Kaedi in Mauritania, ho azzerato, com-
(Napoli: Europa-Africa) con lo scopo di mentazione nelle Tecnologie di Costru- L’Ospedale di Kaedi (Premio Aga Khan pletamente la mia memoria e sono
far conoscere l’Africa, promuoverne lo zione” nella città di Mopti ed a Ba- per l’architettura, 1995 La planimetria partito dai dati locali; non mi sono po-
sviluppo e per favorire gli scambi tra i mako, nel Mali. evoca una forma organica, fiore, pianta sto il problema di come si fa un ospe-
due continenti. Il N:E.A. ha sede a Na- o essere vivente. Scartato il grande vo- dale, né ho guardato le riviste o con-
poli, individuata come ideale luogo Officina medicinali a Bandiagarà, Mali lume compatto, stereometrico e gli am- sultato il Neufert o manuali simili.
geografico, culturale e sociale, di scam- È un edificio per la ricerca, composto di bienti dalla geometria ad angolo retto, Sono andato sul luogo e ho preso tutte
bio e di incontro dei due continenti, uffici e laboratori disposti intorno a un l’Ospedale di Kaedi, un piccolo centro le informazioni riguardanti il clima, i
l’Europa e l’Africa. Per creare una terza chiostro che dà ombra, serve da disim- della Mauritania vicino al fiume Sene- materiali, la gente. Ho parlato con i
cultura, su un piano di parità e di soli- pegno fra i vari ambienti e racchiude il gal, è l’articolazione di nodi-cerniere, medici e con i pazienti, ho cercato di
darietà organica, il N:E.A. fa opera di di- patio centrale. Situato sull’altopiano cui sono agganciati gli ambienti coperti capire come dovrebbe funzionare un
vulgazione nelle scuole, con organizza- dei “Dogon”, anche questo in zona a cupola. Ad ogni cerniera corrisponde ospedale in quel luogo preciso. È nato
Monabri. Strutture
zione di mostre, con rassegne di ci- saheliana in via di desertificazione, è un reparto costituito da più camere con modulari aggregabili
così un ospedale generato dalle esi-
nema africano, con esperti di africani- stato realizzato in pietra locale con mu- relativi servizi, tutti collegati tra loro da para pioggia-sole, 1998. genze reali e locali di quel momento”. ¶

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