Professional Documents
Culture Documents
Tradizione e Innovazione
Tradizione e Innovazione
L’
Africa è, nell’immaginario col- moralmente, devastato ed annientato costruttori, Fabrizio Caròla ha prefe-
lettivo e secondo un luogo realtà autoctone, culture e civiltà. In rito ad una comoda, agiata vita bor-
comune, il vastissimo conti- questo ultimo secolo, appena tra- ghese ed alla certezza della carriera
nente, misterioso ed arcano. La sua scorso, l’aspetto deteriore del “mo- sedentaria, la ricerca e l’avventura.
parola evoca immediatamente nell’in- dernismo” nord-europeo ed occiden- La sete di conoscenza e la passione
conscio Tarzan ed i leoni, le zebre e tale, il funzionalismo di facciata, con- per la sperimentazione lo hanno por-
gli elefanti, gli schiavi americani, le sumistico e commerciale, si impone- tato in giro per il mondo a conoscere
foreste impenetrabili, ma anche il de- vano anche in Africa come modelli as- luoghi, civiltà e culture diverse.
serto e quindi le carestie, il terzo soluti e totalizzanti, il fine ultimo cui derno prima e la gravissima crisi Si diploma nel 1956 a Bruxelles; poi
mondo, il sottosviluppo … bambini si doveva tendere nella costruzione energetica dell’inizio degli anni ’70 si laurea a Napoli. Apre il suo primo
ammalati ed affamati il cui sguardo delle nuove città, degli edifici più rap- poi (che mise in ginocchio tutto il studio a Bruxelles dove lavora dal ’56
spento è al contempo di richiesta di presentativi di stati, di governi, di mondo evoluto ed industrializzato al ’60; dal ’61 al ’63 è in Marocco, dal
aiuto e di terribile condanna di paesi grandi enti e società, modelli da imi- paralizzando per mesi infrastrutture e ’63 al ’71 in Italia. Nel 1972 comincia
e genti ricche, opulenti ma ciniche ed tare e nuovi status symbol. Il “moder- servizi, apparati produttivi e circola- l’avventura africana: inizia a studiare
indifferenti. L’Africa è stata ed è an- nismo” esportava nelle giovani capi- zione veicolare) a portare il mondo le tecniche locali e le mette in essere
cora, inoltre – ad occhi disincantati tali africane, insieme al suo linguag- ad una riconsiderazione critica e ad nella realizzazione di un ristorante a
ed a mente fredda –, il luogo dove più gio omologato a livello planetario, un ripensamento globale sulle ri- Mopti, un grosso centro del Mali sul
di ogni altro, da Giulio Cesare fino anche i suoi sistemi costruttivi in ce- sorse energetiche e – di riflesso – ad fiume Niger, utilizzando mattoni di
In questa e nella
alle ultime multinazionali occidentali, mento armato e acciaio, i suoi mate- un nuovo modo di pensare al pro- terra cruda di 20x40 cm e ripropo-
pagina a fianco:
si è assistito alla colonizzazione poli- riali, il beton-brut, il calcestruzzo fac- getto, alla costruzione, all’habitat. nendo, per le coperture, l’uso di archi particolari di fabbriche
tica, economica e culturale; alla ege- cia a vista, i pannelli prefabbricati, le Con lo sviluppo e l’affermazione in- e volte, anziché i travetti prefabbri- artigianali di mattoni,
forni, compassi
monia di culture dominanti che di lamiere, il vetro ed il curtain-wall. Fu- controllata delle megalopoli, con la cati e le lamiere. Questi archi furono in legno per cerchi
volta in volta hanno, fisicamente e rono l’esaurirsi del Movimento Mo- massificazione e la commercializza- costruiti su delle centine fatte con gli ed ellisse.
ferma che : “... la struttura dell’ar- tende questa ricerca e sul lungo pro- I materiali, il mattone e l’organizza- Centro di Ricerca
sulla Medicina
chitettura è l’architettura della strut- cesso compositivo sperimentato e zione del cantiere L’inizio di ogni atti- Tradizionale
tura, … realizzando una similitudine e vissuto in tutti questi anni, così ri- vità è stata sempre quella di acquisire a Bandiagara (1988).
quasi una identificazione tra il signifi- sponde: “… È importante partire tutti i dati concernenti quei luoghi e
cato astratto e quello concreto di dalle radici dell’architettura di questi quindi i fattori climatici, sociali, econo-
esso”. Caròla non ha mai usato il tec- popoli, non dalle nostre; per questo mici relativi alla disponibilità dei mate-
nigrafo né tanto meno oggi il compu- cerco di spogliarmi il più possibile di riali e della mano d’opera. Caròla ha
ter ed i software di progettazione che quanto ho di occidentale e di stu- operato essenzialmente nella regione
già in sé portano insita la geometria diare l’evoluzione di queste radici, del Sahel, zona caratterizzata da un
dello spazio euclideo, scaturita nel che coinvolgono elementi della cul- clima molto caldo e secco (con soli tre
mondo occidentale e nella cultura ur- tura sociale e del mondo materiale mesi di pioggia in un anno), dalla pro-
bana europea dalla esigenza di razio- per poterle adottare alle nuove esi- gressiva desertificazione e dal costo
nalità e di compattezza degli spazi genze. La matrice comune a queste
densi della città storica. esperienze è stata la curiosità, la di-
L’antico recinto o il sacro “temenos” sponibilità a sperimentare, il non
del tempio greco divenuti nei secoli dare niente per scontato; ogni occa-
lo stretto luogo dell’insediamento o il sione di progettazione è un pretesto elevatissimo di tutti i materiali di im- difficoltà in un contesto caratterizzato tezza esasperante in quanto – essendo
lotto funzionalista sono, in Africa, per conoscere una realtà, materiale e portazione. Sono stati quindi eliminati da un rendimento bassissimo della il lavoro molto scarso – si tende a far
solo astratti riferimenti normativi e culturale, è un momento di arricchi- il cemento armato, il ferro ed il legno: i mano d’opera. In Africa, sia per le con- durare i cantieri il più a lungo possi-
bibliografici o appartengono alla me- mento e di scambio. E poi il tentativo primi due perché di importazione, il dizioni climatiche innanzitutto, sia per bile. Se da una parte mancano stru-
moria. Qui invece le architetture si di trovare equilibrio tra creatività e terzo perché il taglio dei pochi alberi in fattori culturali, è completamente as- menti urbanistici, una legislazione ur-
insediano in spazi liberi e sconfinati razionalità: quando progetto, io an- quei luoghi avrebbe contribuito ad au- sente la “forma mentis” di lavoro rela- banistica e normative (il chè consente
in un diverso rapporto paesaggio na- nullo la memoria ed esamino il pro- mentare la desertificazione. Scartate zionato al concetto di tempo, così una libertà progettuale ed espressiva
turale – insediamento umano. blema così come mi si presenta, cer- Stand per erboristi a Bamako, Hamdallaye (1994). le costruzioni in argilla cruda, perché come esso è inteso nel mondo occi- inconcepibile altrove), dall’altra parte
Certamente nella quarantennale atti- cando di analizzarne tutti i dati, con di breve durata, restavano solo le ri- dentale, con i suoi orari, i suoi ritmi, e bisogna pure doverosamente ammet-
vità di Fabrizio Caròla assistiamo a un processo che è soprattutto razio- sorse locali: la pietra e la terra cotta, i nel quale è onnipresente il concetto di tere che è assente il concetto stesso di
qualcosa di nuovo e stimolante nel nale; però, in un secondo momento, cui sistemi costruttivi lavorano solo a produttività, l’ottimizzazione dei tempi impresa edile e di appaltatore. Di qui
fenomeno architettonico contempo- metto i dati così analizzati a disposi- compressione. Vicino ad ogni cantiere, e dei costi. I popoli africani hanno ritmi la necessità, da parte di Caròla, di ad-
raneo: l’azzeramento della memoria zione della mia creatività: lascio par- approvvigionata l’argilla, si costruisce “loro” di tempo e di lavoro. Di qui le destrare maestranze adeguate. Ha
tipologica, la profonda umanità del lare il subcosciente senza condizio- innanzitutto il forno, spesso un rudi- difficoltà immense che si sono incon- quindi fondato una scuola ove si inse-
contatto e del rapporto fisico con la narlo, richiamo il mio vissuto. Solo mentale forno, utilizzando un prezioso, trate nell’impostare e nel portare gnano le tecnologie dell’architettura ri-
costruzione, la gioia del fare e la con- alla fine cerco di mettere ordine tra i insolito combustibile: la pula di riso, il avanti cantieri ed opere. Se è vero che prendendo, rivisitando e reinterpre-
tinua sorpresa della soluzione tec- messaggi del subcosciente e di far ri- residuo – nemmeno commestibile per un muratore del Mali ha una paga pari tando in chiave squisitamente mo-
nica trovata. spondere il progetto alle esigenze gli animali – della pulitura del riso. a un decimo di un muratore italiano, è derna le loro antiche tradizioni costrut-
Interrogato sulla filosofia che sot- specifiche …”. Stand per erboristi a Bamako, Medine (Malì 1994). Non poche sono state e sono tuttora le pur vero che i lavori sono di una len- tive e le culture locali.