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Neuromarketing
Neuromarketing
PERSUASIVA E IL NEUROMARKETING
Mera esposizione = La mera esposizione contribuisce a rendere più accettabile un messaggio. Questo
fenomeno è stato studiato da Robert Zajonc, che ha dimostrato come le preferenze possano formarsi anche
senza alcuna registrazione cosciente degli stimoli e come la dimensione emotiva sia quella che emerge nei
ricordi, nel riconoscimento di cose, persone e eventi. Zajonc, per dimostrare la veridicità di questo
fenomeno, ha fatto numerosi esperimenti, tra i quelli quello delle parole turche. In questo esperimento
Zajonc, dopo aver mostrato in maniera subliminale delle parole turche ad un gruppo di studenti americani, ha
chiesto loro di indicare in un secondo momento il grado di preferenza delle parole, quando le stesse parole
venivano presentate insieme ad altre parole turche mostrate in maniera non subliminale. Il risultato è che,
sebbene le persone non conoscessero il significato delle parole, la maggior parte preferisce quelle mostrate in
maniera subliminale. La mera esposizione dimostra come le preferenze possano formarsi anche senza una
registrazione cosciente degli stimoli, ma con il semplice riconoscimento in base al ricordo.
John Watson, fondatore del comportamentismo, fu uno dei primi a introdurre interessanti innovazioni
nelle tecniche di vendita, come per esempio la collocazione strategica dei prodotti in prossimità delle casse,
lo sviluppo di meccanismi di studio per la rilevazione dell’efficacia di uno spot pubblicitario e l’utilizzo di
personaggi famosi negli spot.
Wilhelm Wundt fu il fondatore della psicologia (laboratorio di Lipsia), egli individuò le due soglie
percettive: la soglia assoluta, ovvero la quantità minima di stimolazione percepibile, e la soglia
differenziale, ovvero la quantità minima di cambiamento di stimolo percepibile, entrambe strettamente
legate al tema della pubblicità subliminale.
Edward Scripture pubblicò un testo intitolato “Thinking, Feeling, Doing”, dedicato allo studio della
risposta alle stimolazioni e all’influenza dei sentimenti sui processi decisionali.
Harlow Gale, studioso all’università di Yale, studiò al laboratorio di Lipsia i processi percettivi.
Walter Scott pubblicò due manuali di psicologia della pubblicità nel 1903 e 1908, basandosi sulla capacita
di memorizzazione del messaggio in una logica razionale.
Nell’età della pubblicità per corrispondenza, nel 1904, nasce il modello del “Salesmanship theory”. John
Kennedy, un giovane pubblicitario, si presenta alla sede di Lord & Thomas a Chicago, catturando
l’attenzione del CEO, Albert Lasker, padre della pubblicità moderna, con un messaggio che usava i trucchi
della pubblicità per vendere sé stesso, destando curiosità e interesse con un claim accattivante. Kennedy si
era ispirato al modello AIDA - Attention, Interest, Desire, Action di Elmo Lewis ipotizzato alla fine del
1800, secondo cui il processo di creazione del messaggio pubblicitario può essere riassunto nei
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seguenti passaggi:
- Attenzione: una comunicazione pubblicitaria deve catturare
l’attenzione del consumatore che è esposto a un numero elevatissimo di annunci. Il messaggio non deve
essere solo attraente, ma anche eccezionale;
- Interesse: una pubblicità deve accendere l’interesse del consumatore e catturare l’attenzione selettiva: non
basta catturare l’attenzione, occorre riuscire a farsi leggere e guardare;
- Desiderio: una comunicazione pubblicitaria deve innescare il processo di creazione del desiderio, creando
un forte legame tra il prodotto ed il consumatore;
- Azione: una comunicazione pubblicitaria deve condurre all’azione, che si concretizza nell’acquisto del
servizio o del prodotto.
Il modello di Hopkins viene integrato da quello di Daniel Starch, che segnala l’importanza della memoria e
misura l’impatto della pubblicità sulla base di quanto viene ricordato.
Il modello di Starch prevede i seguenti passaggi (AICAM):
1) Assicurare l’attenzione;
2) Attivare l’interesse;
3) Portare alla convinzione;
4) Produrre azione;
5) Rimanere impresso nella memoria.
Nel 1961 Russell Colley scrive il testo Defining Advertising Goals for Measured Advertising Result, dalle
cui iniziali nasce il modello DAGMAR, secondo il quale la pubblicità deve procedere secondo precisi step:
1) Consapevolezza: favorire nel consumatore la conoscenza dell’esistenza del marchio o
dell’azienda;
2) Comprensione: sviluppare la comprensione di ciò che il prodotto è e di quello che farà per il
consumatore;
3) Convinzione: sviluppare una disposizione mentale nel consumatore per facilitare l’acquisto del
prodotto;
4) Azione: spingere il consumatore ad acquistare il prodotto.
Chi ha maggiormente proposto un modello razionalistico per lo studio del consumatore è Rooser Reeves,
promotore del modello fondato sul Unique Sell Point (USP). Secondo Reeves una pubblicità per essere
efficace deve puntare su un unico argomento di vendita. Se il messaggio coglie nel segno e viene
memorizzato la pubblicità ha avuto efficacia.
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Il contributo delle neuroscienze e del neuromarketing al marketing e alla
comunicazione
Oggi, grazie alle neuroscienze e al Brain Imaging, sappiamo che il modello più adeguato per comprendere i
comportamenti di acquisto è quello che riconosce all’emozione un ruolo non più secondario ma
determinante. Un modello che vede l’uomo come una macchina emotiva capace di eccelse
razionalizzazioni, e non più una macchina pensante che si emoziona. Infatti la razionalità interviene per
trovare la giustificazione alle decisioni prese in maniera emotiva.
L’idea è quella della visione dell’uomo tipica dell’età moderna, ovvero quella di un soggetto razionale,
l’Homo Oeconomicus, in grado di decidere secondo un sistema di valutazione caratterizzato da logicità e
previsione matematica, capace di garantire il perseguimento del proprio benessere. Si tratta di un modello di
studio del consumatore di tipo razionale e logico che parte dal presupposto che i consumatori:
- Scelgano analizzando in termini di convenienza ogni singola informazione necessaria alla
risoluzione del problema;
- Svalutino utilizzando tutte le informazioni utili per la scelta più razionale;
- Decidano in maniera razionale;
- Modifichino razionalmente le scelte effettuate una volta sopraggiunta un’informazione
contraddittoria;
- Siano consapevoli delle loro scelte e delle emozioni che li guidano.
I consumatori hanno una funzione adattiva delle emozioni che gli permette di fare una valutazione degli
elementi d’acquisto con maggiore celerità e in maniera funzionale alla sopravvivenza. Ma molte ricerche
dimostrano quanto i consumatori spesso non abbiano consapevolezza dei veri motivi per cui acquistano
alcuni prodotti.
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2) Sensazioni propriocettive: legate al senso cinestetico, in questa categoria rientrano le
sensazioni che segnalano la posizione del corpo nello spazio e il movimento degli arti;
3) Sensazioni enterocettive: legate al senso viscerale, in questa categoria rientrano le
sensazioni che derivano da informazioni nervose provenienti dagli organi interni al corpo;
I sensi hanno il compito di rilevare le informazioni provenienti dal mondo esterno. Il cervello poi elabora
queste informazioni, e dal modo in cui queste vengono organizzate e interpretate si ha la percezione. La
rappresentazione mentale dello stimolo originale si chiama percetto. La percezione è un processo
consapevole di costruzione del percetto, in quanto cerca di dare significato ai messaggi provenienti dai nostri
organi di senso. In questo processo ricostruttivo però, possono entrare in gioco errori interpretativi o
semplicemente delle aspettative come la forza dei colori, grazie ai quali possiamo creare delle aspettative sui
sapori che sentiremo o sui profumi che inebrieranno il nostro olfatto.
Il cervello
Il cervello può essere diviso in due parti uguali chiamate emisferi cerebrali e collegate tra loro dal corpo
calloso. Ciascun emisfero cerebrale è suddiviso in quattro lobi: possiamo distinguere il lobo frontale, il lobo
occipitale, il lobo temporale e il lobo parietale.
Per orientarsi nel cervello occorre distinguere tre piani ortogonali con cui si analizzano le parti del cervello:
- Anteriore e Posteriore, che individuano le aree
della parte frontale e posteriore del cervello;
- Dorsale e Ventrale, che individuano le aree della
parte superiore e inferiore del cervello;
- Mediale e Laterale, che individuano le aree che si
trovano nel mezzo e di lato.
Il lobo frontale
Il lobo frontale è quello più ampio e comprende circa un terzo dell’intero cervello, esso funge da area di
convergenza di dati relativi a sensazioni, emozioni e pensieri. Si tratta di un’area molto importante per la
programmazione e pianificazione delle decisioni e per il controllo del corpo. Inoltre, essendo connessa con la
zona motoria, una sua stimolazione provoca il movimento degli arti o di altre parti del corpo. Una parte di
quest’area, quella definita corteccia orbito-frontale, è dedicata alla percezione consapevole del piacere ed è
legata alla motivazione dell’azione.
Il lobo occipitale
Il lobo occipitale si trova nella parte posteriore del cervello ed è dedicato alla vista. Qui troviamo l’area
visiva primaria (V1) che ha il compito di ricomporre le informazioni, queste informazioni vengono
successivamente inviate alla corteccia parietale e a quella temporale, queste due cortecce servono a
riconoscere l’informazione in termini di orientamento nello spazio, di identificazione e di riconoscimento
degli oggetti.
Il lobo parietale
Il lobo parietale che si trova sopra la corteccia occipitale, si sviluppa nella parte laterale del cervello e in
quella mediale. Questa zona riceve input da alcune parti della corteccia occipitale, in particolare per le
informazioni relative al movimento e ad alcuni sensi. Nella parte anteriore di questa zona sono presenti le
principali terminazioni relative alla nostra sensorialità. Si chiama, infatti, area somato-sensoriale ed è una
zona coinvolta in alcune funzioni determinanti come la coscienza, l’autoconsapevolezza e l’empatia. La
corteccia somato-sensoriale primaria include le aree di Brodmann 1, 2 e 3 e contiene una rappresentazione
somatotipica del corpo chiamata homunculus sensoriale, secondo la quale maggiore è la grandezza dell’area
cerebrale maggiore sensibilità sensoriale si avrà in quell’area.
Il lobo temporale
Il lobo temporale si trova nella parte bassa del cervello tra la corteccia occipitale e quella frontale. La sua
funzione è quella di essere un centro di convergenza di informazioni. In quest’area avviene il riconoscimento
degli oggetti e quindi dei brand, ma anche il riconoscimento dei volti. La parte dorsale del lobo è legata al
sistema uditivo e al linguaggio, in questa parte ci sono due aree: l’area di Broca, deputata all’espressione del
linguaggio, e l’area di Wernicke, deputata alla comprensione del linguaggio.
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Le strutture profonde del cervello
Quest’area ha un ruolo determinante nelle decisioni. Si tratta di una zona che comprende diverse strutture,
come il diencefalo, che contiene il talamo e l’ippotalamo.
Oltre a queste aree nelle strutture profonde del cervello troviamo anche il tronco encefalico, l’ippocampo,
l’amigdala, i gangli basali, l’insila e la corteccia cingolata.
Il tronco encefalico
È costituto da strutture molto complesse che svolgono innumerevoli funzioni, tra cui i riflessi e il controllo
dei centri che regolano il respiro, la temperatura corporea e la circolazione sanguigna.
Il talamo
È una sorta di hub cerebrale in grado di smistare le informazioni provenienti dai sensi direttamente in altre
aree per una valutazione meno grossolana e più attenta. A esso si affianca l’ipotalamo che ha una funzione
determinante per la gestione dei riflessi.
L’amigdala
È una struttura ovoidale, di grande importanza per la comunicazione e il marketing poiché è il centro di
integrazione dei processi neurologici superiori come le emozioni. Si tratta quindi di una parte del cervello
che gestisce le emozioni, in particolar modo quelle negative.
Percezione ed emozione
La gradevolezza di un profumo di gelsomino richiama in noi un piacevole ricorso o un profondo sentimento
di nostalgia. Si ha quindi uno stretto rapporto tra il consumatore e il modo dei prodotti, essi devono essere
visti e toccati, percepiti con l’olfatto e intravisti, così si afferma il marketing estetico, ovvero il marketing
delle esperienze sensoriali che contribuisce a formare l’identità di una marca o di un’organizzazione.
La prosopagnosia
È quella condizione neurologica per cui una persona risulta incapace di riconoscere i volti, distinguendo però
i volti da altri oggetti. La sindrome è associata a lesioni bilaterali della corteccia temporale e i lobi occipitali
per trauma cranico, encefalite o avvelenamento.
Il blindsight
Quando le persone subiscono un trauma nella corteccia visiva primaria perdono la capacità visiva. In questo
caso il soggetto ha un’area cieca a causa di un trauma che provoca la cecità in una parte del campo visivo,
eppure è in grado di effettuare il riconoscimento di stimoli che ricadono in quell ’area.
Il neglect
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In questa condizione il soggetto non vede nulla ma, a differenza del blindsight, non è consapevole della sua
cecità. In questa condizione il soggetto rinnega la parte non vista, come se non ci fosse.
Il contenuto latente
Uno degli errori è la confusione tra contenuto latente e il subliminale. Ci sono immagini che richiamano altri
significati, come quelli sessuali e di attrazione fisica. Il contenuto esplicito in questo caso richiama un
contenuto latente attrattivo, utile ad attirare l’attenzione, dato che il nostro cervello risponde
immediatamente a stimoli con una forte connotazione sessuale o di pericolo.
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