You are on page 1of 41

Sicurezza Funzionale per

l’Automazione Industriale

Calcolo della probabilità di guasto


complessiva: PFDAVG/PFHd;
Stima del PL

Sicurezza Funzionale 1

Elenco contenuti

¾ Principi per la progettazione e l’architettura HW


¾ Probabilità di guasto complessiva: Diagrammi a blocchi
di affidabilità
¾ Probabilità di guasto complessiva: Modelli di Markov
¾ Metodi per la valutazione del PL

Sicurezza Funzionale 2
Terminologia

ARCHITETTURA
Configurazione specifica di elementi Hardware e Software in un
sistema
• Struttura di un sottosistema HW
• Struttura di un programma SW

CANALE
Gruppo di elementi che esegue la sua funzione (di sicurezza)
p
indipendentemente da altri canali

1oo2, 1oo2D, MooN[D]


Il sistema consiste di N canali, di cui M canali sono usati per la
funzione (“oo” sta per “out of”). D significa che esiste un’unità
diagnostica aggiuntiva.

Sicurezza Funzionale 3

Terminologia

RIDONDANZA
In aggiunta ai mezzi che sarebbero sufficienti, la ridondanza è
rappresentata da quei mezzi aggiuntivi usati da un’unità funzionale
per eseguire una funzione richiesta.
ESEMPI: componenti funzionali duplicati, aggiunta di bits di parità
NOTA: la ridondanza è usata principalmente per aumentare
l’affidabilità o la disponibilità

DIVERSITÀ
Mezzi differenti per eseguire una data funzione richiesta.
La diversità può essere raggiunta, per esempio, con diversi metodi
fisici oppure con diversi tipi di pianificazione della progettazione.

Sicurezza Funzionale 4
Struttura ad un solo canale 1oo1

Circuito di Circuito di
Sensore CPU
Input Output
Unità Centrale di Controllo
Attuatore

Sicurezza Funzionale 5

Struttura ad un solo canale 1oo1

¾ Rappresenta
pp una configurazione
g minima
¾ Un singolo canale per eseguire la funzione di
sicurezza
¾ Nessuna tolleranza ai guasti: un guasto porta
alla perdita della funzione di sicurezza
¾ Nessuna misura di sicurezza addizionale contro
i guasti

Sicurezza Funzionale 6
Struttura a doppio canale 1oo2

Circuito di Circuito di
CPU
Input Output
Unità Controllo Centrale

Sensore

Circuito di Circuito di
CPU
Input Output
Unità Controllo Centrale
Attuatore

Sicurezza Funzionale 7

Struttura a doppio canale 1oo2

¾ Le uscite vengono collegate in serie, al fine di


minimizzare gli effetti di un guasto pericoloso
¾ Ciascuno dei due canali svolge la funzione di sicurezza
¾ Un singolo guasto non posta a perdita della funzione di
sicurezza
¾ La probabilità di guasto (PFD) è bassa,
bassa ma devono
essere considerati anche i guasti per causa comune
¾ La disponibilità diventa minore
¾ Nessuna diagnostica

Sicurezza Funzionale 8
Struttura a doppio canale 2oo2

Circuito di Circuito di
CPU
Input Output
Unità Controllo Centrale

Sensore

Circuito di Circuito di
CPU
Input Output
Unità Controllo Centrale

Attuatore

Sicurezza Funzionale 9

Struttura a doppio canale 2oo2

¾ Le uscite vengono
g collegate
g in p
parallelo, p
per
massimizzare la disponibilità dell’impianto; questo va a
discapito della sicurezza
¾ La funzione di sicurezza viene svolta se entrambi i
canali segnalano condizione pericolosa
¾ Un singolo guasto porta a perdita della funzione di
s cu e a
sicurezza
¾ Deve essere presa in considerazione anche la modalità
di guasto per “causa comune”
¾ Nessuna diagnostica

Sicurezza Funzionale 10
Struttura a triplo canale 2oo3

A Output
Input Circuito 1
CPU
circuito Unità Controllo Centrale Output
Circuito 2
A A B

B Output
Input Circuito 1 B C C
Sensore CPU
circuito Unità Controllo Centrale Output
Circuito 2
Voter Control

C Output
Input Circuito 1
CPU
circuito Unità Controllo Centrale Output
Circuito 2

Attuatore

Sicurezza Funzionale 11

Struttura a triplo canale 2oo3

¾ Perché ci sia un g
guasto p
pericoloso almeno due
canali si devono guastare in maniera pericolosa
¾ Deve essere presa in considerazione anche la
modalità di guasto per “causa comune”
¾ Aumentano la sicurezza e la disponibilità

Sicurezza Funzionale 12
Struttura ad un solo canale 1oo1D

Controllo diagnostico

Circuito di Circuito di
CPU
Sensore Input Output
Unità Centrale Controllo
Attuatore

Sicurezza Funzionale 13

Struttura ad un solo canale 1oo1D

¾ Sistema ad un solo canale con unità diagnostica


g
aggiuntiva
¾ L’unità diagnostica può provocare una chiusura
nel caso di individuazione di un guasto
¾ La sicurezza aumenta grazie all’unità
diagnostica
¾ La disponibilità diminuisce a causa dell’unità
diagnostica

Sicurezza Funzionale 14
Struttura a doppio canale 1oo2D

Controllo diagnostico

Circuito di Circuito di
CPU
Input Output
Unità Centrale Controllo

Sensore

Controllo diagnostico

Circuito di Circuito di
CPU
Input Output
Unità Centrale Controllo

Attuatore

Sicurezza Funzionale 15

Struttura a doppio canale 1oo2D

¾ Da pparte della linea aggiuntiva


gg viene eseguito
g
un confronto tra canali
¾ L’architettura 1oo2D mostra lo stesso
comportamento di chiusura dell’architettura
1oo2
¾ La sicurezza aumenta grazie all’unità
diagnostica
¾ La disponibilità diminuisce a causa dell’unità
diagnostica

Sicurezza Funzionale 16
Struttura a doppio canale 2oo2D

Controllo diagnostico

Circuito di Circuito di
CPU
Input Output
Unità Centrale Controllo

Sensore

Controllo diagnostico

Circuito di
CPU Circuito di
Input
Unità Centrale Controllo Output

Attuatore

Sicurezza Funzionale 17

Struttura a doppio canale 2oo2D

ƒ Un’architettura 2oo2D mostra la struttura basata


su due sistemi 1oo1D
ƒ Le uscite della struttura 1oo1D vengono
collegate in parallelo, per aumentare la
disponibilità
ƒ È necessaria una diagnosi di alto livello, perché
un guasto pericoloso non rilevato può causare un
non funzionamento del sistema di sicurezza

Sicurezza Funzionale 18
Riassunto diversi tipi di architettura

Da minore a maggiore
gg sicurezza ((del Sistema di
Sicurezza):

Da minore a maggiore disponibilità (dell’impianto /


macchinario):

Sicurezza Funzionale 19

Parametri per il calcolo del PFD/PFH

Parametri da tenere in considerazione


a) Architettura del SIS
b) Tassi di guasto pericolosi, rilevabili con prove diagnostiche
c) Tassi di guasto pericolosi, non rilevabili con prove
diagnostiche
d) Suscettibilità del sistema a guasti di causa comune
e) DC per ciascun Test Diagnostico, e il relativo intervallo di
prova diagnostico
f) Intervallo di prova “Proof Test”, eseguito per rilevare i guasti
pericolosi non rilevati dal test diagnostico
g) Tempo di riparazione per i guasti rilevati

Sicurezza Funzionale 20
Probabilità di guasto complessiva

SENSORE LOGIC SOLVER ELEMENTO FINALE

PFDtot=PFDsens+PFDlog.solv.+PFDE.F.

PFHtot=PFHsens+PFHlog.solv.+PFHE.F.

Sicurezza Funzionale 21

Probabilità di guasto complessiva

Calcolo della p
probabilità di guasto
g (PFD
( AVG)
di un (sotto)sistema
a) Diagrammi a blocchi di affidabilità
b) Modelli di Markov

Sicurezza Funzionale 22
Probabilità di guasto complessiva:
assunzioni

¾ La probabilità media di guasto su richiesta per il sottosistema risulta


essere inferiore a 10-11, oppure la probabilità oraria di guasto per il
sottosistema risulta essere inferiore a 10-5;
¾ I valori di guasto dei componenti rimangono costanti durante l’intera
vita del sistema;
¾ Il sottosistema sensore (input) comprende la parte sensore vera e
propria e qualsiasi altro componente e cablaggio, esclusi i
componenti i cui segnali vengono combinati con processi di voto o
altri;
¾ Il sottosistema “logic solver” comprende i componenti i cui segnali
sono combinati
bi ti per primi
i i e ttutti
tti glili altri
lt i componentiti fifino ad
d iincludere
l d
quelli i cui segnali finali sono presentati al sottosistema elemento
finale;
¾ Il sottosistema elemento finale (output) comprende tutti gli elementi
e cablaggi che elaborano i segnali finali, dal sottosistema logico
inclusi i componenti finali messi in moto;

Sicurezza Funzionale 23

Probabilità di guasto complessiva:


assunzioni

¾ Le frequenze di guasto dell’hardware, usati come input per i calcoli


e le tabelle
tabelle, sono per un singolo canale del sottosistema (per
esempio, se sono usati sensori 2oo3, la frequenza di guasto è per
un singolo sensore e l’effetto del 2oo3 è calcolato separatamente);
¾ I canali di un gruppo hanno tutti la stessa frequenza di guasto e
copertura diagnostica;
¾ Per ciascuna funzione di sicurezza c’è un “proof test” perfetto (con
relativa manutenzione e riparazione (cioè tutti i guasti che non
vengono rilevati dal sistema diagnostico, lo saranno dal proof test);
¾ L’intervallo di proof test è almeno di un ordine di grandezza
maggiore
i rispetto
i tt all’intervallo
ll’i t ll di ttestt di
diagnostico
ti ((opzionale);
i l )
¾ Per ciascun sottosistema è definibile un singolo intervallo di proof
test ed un tempo medio per il ripristino;

Sicurezza Funzionale 24
Probabilità di guasto complessiva:
assunzioni

¾ Sono a disposizione squadre multiple di manutenzione e


riparazione per lavorare su tutti i guasti conosciuti;
¾ L’intervallo previsto tra le richieste è almeno di un ordine di
grandezza maggiore rispetto al tempo minimo per il ripristino;
¾ Per tutti i sottosistemi operanti in modalità operativa di bassa
domanda, e per i gruppi 1oo2, 1oo2D e 2oo3 operanti in modalità
operativa continua o di domanda elevata, la frazione di guasti
specificati dalla copertura diagnostica è sia rilevata che riparata
entro il tempo minimo di ripristino usato per determinare i requisiti
dell’integrità di sicurezza dell’hardware;
Esempio:
E i se sii presuppone un ttempo minimo i i per il ripristino
i i ti di 8 ore, questo
t
includerà l’intervallo di test diagnostico che è tipicamente inferiore ad un’ora, ed il
tempo rimanente sarà il reale tempo di riparazione

Sicurezza Funzionale 25

Probabilità di guasto complessiva:


assunzioni

¾ Per i gruppi 1oo1 e 2oo2 che operano in modalità operative


continue il sistema di sicurezza E/E/PE raggiunge sempre uno
continue,
stato sicuro dopo il rilevamento di guasti pericolosi; per raggiungere
questo risultato, l’intervallo previsto tra le richieste deve essere
almeno di un ordine di grandezza maggiore dell’intervallo di test
diagnostico, oppure la somma di intervallo di test diagnostico e
tempo per raggiungere uno stato sicuro deve essere minore del
tempo per l’elaborazione della sicurezza;
¾ Quando un guasto di alimentazione rimuove energia da un sistema
connesso alla sicurezza E/E/PE “de-energize-to-trip” ed inizializza
un passaggio ad uno stato sicuro
sicuro, l’alimentazione
l alimentazione non influisce sulla
probabilità media di guasto su richiesta del sistema connesso alla
sicurezza;
¾ Quando viene utilizzato il termine “canale”, esso è limitato
solamente alla parte del sistema che si sta analizzando.

Sicurezza Funzionale 26
Diagramma a blocchi di affidabilità:
procedura di calcolo

Determinazione di PFDAVG/PFH p per ciascun


sottosistema:
a. Disegnare il diagramma a blocchi fisico con i
componenti del sottosistema sensore (sensori,
trasduttori, circuiti di condizionamento dell’ingresso),
del sottosistema logic sensor, (processori,
dispositivi
p p
per la scansione o oppure
pp i componenti
p
del sottosistema elemento finale (circuiti di
condizionamento dell’uscita, attuatori, valvole).
Rappresentare ciascun sottosistema come uno o
più gruppi 1oo1, 1oo2, 2oo2, 1oo2D oppure 2oo3.
Sicurezza Funzionale 27

Diagramma a blocchi di affidabilità:


procedura di calcolo

b. Per ciascun gruppo nel sottosistema definire:


• Architettura (per esempio, 2oo3)
• Copertura diagnostica per ciascun canale (per esempio, 60%)
• Frequenza di guasto (oraria), λ(du e dd), di ciascun canale
• Guasti per causa comune (fattori ß e ßD) per l’interazione tra
canali nel gruppo (per esempio, rispettivamente 2% ed 1%)
• Periodi di Proof Test e di Verifica Diagnostica
c. Disegnare
g il diagramma
g a blocchi di affidabilità,,
calcolando:
• Frequenza di guasto oraria (λ)
• Mean down time
Per ogni blocco e per ogni canale

Sicurezza Funzionale 28
Diagramma a blocchi di affidabilità:
procedura di calcolo

d. Calcolare, per ciascun gruppo del sottosistema, la


PFDAVG dalla
d ll seguente t fformula
l ((valida
lid per un canale):
l )
PFDAVG=1-e-λDtCE, e effettuare le opportune operazioni
di prodotto e somma per la combinazione di gruppi in
parallelo e in serie; effettuare (se del caso) le
opportune semplificazioni;
e. Calcolare PFDAVG del sistema dalla seguente formula:
PFDAVG(TOT) = Σi PFDAVG(i)
PFH(TOT) = Σi PFH(i)

dove PFDAVG(i) /PFH(i) sono i valori di ciascun


sottosistema

Sicurezza Funzionale 29

Diagramma a blocchi di affidabilità:


1oo1(D)

Canale

Diagnostica

Diagramma a blocchi fisico 1oo1(D)


NOTA: Si assume che eventuali test diagnostici
possano solo registrare guasti, ma non variare lo
stato delle uscite o il sistema di voting.

Sicurezza Funzionale 30
Diagramma a blocchi di affidabilità:
1oo1(D)

λD λDD
λDU
Tc2=TID/2+MTTR
Tc1=TI/2+MTTR
tCE

Diagramma a blocchi di affidabilità 1oo1(D)

λDU ⎛ TI ⎞ λ ⎛ TI ⎞
tCE = ⋅ ⎜ + MTTR ⎟ + DD ⋅ ⎜ D + MTTR ⎟
λD ⎝ 2 ⎠ λD ⎝ 2 ⎠
PFDAVG=1-e-λDtCE≅λDtCE (dato che λDtCE <<1) (tCE: Channel Equivalent mean down time)

PFDAVG≅ λDU·(TI/2+MTTR) + λDD·(TID/2+MTTR)

PFH = λDU

NOTA: λDU guasti rilevati solo dal “perfect proof test”


Sicurezza Funzionale 31

Probabilità di guasto su richiesta


PFD(t)

PFD(t) = 1 – e -λD·t

l/λD t

PFD(t)
per λDt <<1 si ha: PFD(t) = λD·t
λD·TI

TI t

Sicurezza Funzionale 32
Andamento PFD – Solo Proof Test
Esempio: Sistema a singolo canale senza diagnostica

PFD(t)
()
λD·TI

PFD(t) = λD·t

TI t

Se si raggiunge il massimo livello permesso, deve essere eseguito un “Proof


Test” del sistema.
Dopo una prova completa (“Proof Test”) il sistema può essere considerato
come “nuovo”.
Quindi si presume che PFD(TI) sia zero!

Sicurezza Funzionale 33

Andamento PFD – Solo Proof Test


Esecuzione del Proof Test

PFD(t)

PFDAVG

TI t
T Intervallo di Test
1
T ∫0
PFD AVG = ⋅ PFD(t )dt
PFD(TI ) TI
T PFH = = λD ⋅ = λD
1 T TI TI
PFD AVG = ⋅ ∫ λ D ⋅ tdt = λ D ⋅
T 0 2
Sicurezza Funzionale 34
Andamento PFD – Proof Test e Test
Periodico a intervalli (Partial Stroke Test)

ANDAMENTO PFD

Sicurezza Funzionale 35

Diagramma a blocchi di affidabilità:


1oo1(D) (non perfect Proof-
Proof-Test)
λD
λDDPT λDDDT λDU
Tc2=TID/2+MTTR Tc3=TIEv/2+MTTR
Tc1=TI/2+MTTR
tCE
Diagramma a blocchi di affidabilità 1oo1(D): caso di “non perfect proof test”

λDDDT: guasti rilevati dal Diagnostic Test


λDDPT: guasti rilevati dal Proof Test
λDU: guasti “totally undetected”, ovvero non rilevati nemmeno dal proof test (rilevati solo
all’occorrenza
all occorrenza dell
dell’evento
evento pericoloso)
λDDPT ⎛ TI PT ⎞ λ ⎛ TI ⎞ λ ⎛ TI ⎞
tCE = ⋅⎜ + MTTR ⎟ + DDDT ⋅ ⎜ D + MTTR ⎟ + DU ⋅ ⎜ Ev + MTTR ⎟
λD ⎝ 2 ⎠ λD ⎝ 2 ⎠ λD ⎝ 2 ⎠
PFDAVG≅ λDDPT·(TIPT/2+MTTR) + λDDDT·(TID/2+MTTR)+ λDU·(TIEv/2+MTTR)

Esempio: TIDT = 1 mese, TIPT = 1 anno; TIEv = 10 anni

Sicurezza Funzionale 36
Probabilità di guasto complessiva:
formule di calcolo: 1oo2,
1oo2, 2oo3
2oo3,, …

¾ Per sistemi p
più complessi
p le formule si complicano
p di
conseguenza: in particolare occorre tener conto anche
dei guasti di causa comune

¾ Frazione di Guasti di Causa Comune


β ≈ 1%÷10%

Sicurezza Funzionale 37

Effetto (Fattore ß)
Causa Comune (CC)
¾ I guasti di causa comune risultano da una causa singola e influenzano più di un
canale.
¾ Sono cause comuni:
¾ Stress ambientali come ad esempio temperature eccessive, interferenze
elettromagnetiche elevate
¾ Guasti sistematici di progetto dovuti alla complessità elevata del prodotto o
alla mancanza di esperienza con la nuova tecnologia
¾ Assenza di separazione spaziale tra i canali, utilizzo di cavi comuni, su un
PCB ecc.
¾ Errori umani durante la manutenzione e la riparazione

¾ Valgono le supposizioni seguenti per quantificare l’effetto


l effetto di causa comune:
¾ Una parte dei guasti in entrambi i canali si rivela come guasti di CC; ciò
significa che per una causa il guasto in un canale è seguito dallo stesso
guasto in un altro canale, o nello stesso momento o più tardi.
¾ Dal punti di vista della sicurezza sono rilevanti solo i guasti pericolosi.
¾ La probabilità che capiti un guasto pericoloso di Causa Comune dipende dal
tasso di guasto pericoloso dell’HW (λDtot)

Sicurezza Funzionale 38
Fattori ß
La parte di CC dei guasti λDU, non rilevati dalla
ß λDU
diagnosi è ugualmente efficace per entrambi i canali.
diagnosi, canali

La parte restante dei guasti λ DU, non rilevati, è


λDU (1- ß) λDU
efficace per i canali singoli.

λDtot
La parte di CC dei guasti λDD, che si sviluppano o
simultaneamente o in ritardo ma entro un intervallo di
ßD λDD prova diagnosi
p g TD in entrambi i canali.
Siccome lo sviluppo non è rilevato in tempo, influisce
λDD pericolosamente.

(1- ßD) λDD Parte restante dei guasti λ DD.

Sicurezza Funzionale 39

Fattori ßD, Intervallo di Prova


Diagnostico TID
Esempio: Sistema 1oo2 1 2

I
t
TID TID TID
1 + 2

II
t
TID TID
1 2

III
t
TID TID

I casi II e III portano ad un guasto pericoloso, dato che entrambi i canali


si guastano in modo pericoloso all’interno dell’intervallo diagnostico!
Sicurezza Funzionale 40
Stima del fattore β
S = X + Y per ottenere il valore di β (il fattore β per guasti non rilevati)
SD = X(Z + 1) per ottenere il valore di βD (il fattore β per guasti rilevati)

Tabella D.4 – Calcolo di β e βD


Punteggio (S o SD) Corrispondente valore di β o di βD per:
Sottosistema Logic Solver Sensori o elementi finali
120 o più 0,5% 1%
Da 70 a 120 1% 2%
Da 45 a 70 2% 5%
Meno di 45 5% 10%
NOTA 1: I livelli massimi di βD mostrati in questa tabella sono più bassi di quelli che vengono
normalmente utilizzati, riflettendo l’uso delle tecniche specificate altrove in questa norma per la
riduzione della probabilità di guasti sistematici nell’insieme e di guasti di cause comuni come
risultato di questo.
NOTA 2: Valori di βD inferiori allo 0,5% per il sottosistema logico e dell’1% per sensori o elementi
finali sarebbero difficili da giustificare.

Estratto tabella D.1 IEC 61508-


61508-6
Sottosistema Sensori ed
Elemento logico elementi finali
XLS YLS XSF YSF
Separazione/segregazione
Se i sensori/elementi finali hanno un’elettronica di controllo
dedicata, l’elettronica per ciascun canale è su circuiti
stampati separati? 2,5 1,5

Se i sensori/elementi finali hanno un’elettronica di controllo


dedicata, l’elettronica per ciascun canale è all’interno ed in 2,5 0,5
postazione separata?

e s tà/ do da a
Diversità/ridondanza
I dispositivi utilizzano diversi principi/progetti, ad esempio
digitali ed analogici, differenti produttori, differenti 5,5
tecnologie?
Vengono utilizzati metodi di verifica e persone specifiche
1,0 0,5 1,0 1,0
per ciascun canale durante la messa in funzione?
La manutenzione viene eseguita da persone differenti ed in
2,5 2,5
momenti diversi per ciascun canale?
Sicurezza Funzionale 42
Estratto tabella D.1 IEC 61508-
61508-6
Sottosistema Sensori ed
Elemento logico elementi finali
XLS YLS XSF YSF
Complessità/progetto/applicazione/maturità/esperienza
Il progetto è basato su tecniche usate in apparecchiature
che siano state utilizzate con successo sul campo per un 0,5 1,0 1,0 1,0
periodo superiore ai 5 anni?
C’è un’esperienza di più di 5 anni con lo stesso hardware
utilizzato in ambienti similari? 1,0 1,5 1,5 1,5

Determinazione/analisi e feedback di dati


I risultati della FMEDA e della analisi con albero di guasto
sono stati esaminati, al fine di stabilire le fonti dei guasti di
3,0 3,0
causa comune e sono stati eliminati dal progetto le fonti
predeterminate di guasti di causa comune?
Sono stati completamente analizzati tutti i guasti di campo
0,5 3,5 0,5 3,5
con il relativo feedback verso il progetto?

Sicurezza Funzionale 43

Estratto tabella D.1 IEC 61508-


61508-6

Sottosistema Sensori ed
Elemento logico elementi finali
XLS YLS XSF YSF
Procedure/interfaccia umano
Esiste una procedura scritta che assicuri che tutti i guasti (o
degradazioni) di componenti vengano rilevate, che le
relative cause vengano stabilite e che elementi similari 1,5 0,5 1,5
vengano ispezionati perché suscettibili di cause di guasto
similari?
Sono in atto procedure che assicurino che la manutenzione
(inclusa taratura e calibrazione) di ogni parte dei canali
indipendenti sia distribuita nel tempo e che assicurino che,
in aggiunta alle verifiche manuali eseguite secondo la
1,5 0,5 2,0 1,0
manutenzione, anche le verifiche diagnostiche possano
essere eseguite in modo soddisfacente tra l’ultimazione
della manutenzione di un canale e l’inizio della
manutenzione di un altro canale?

Sicurezza Funzionale 44
Estratto tabella D.1 IEC 61508-
61508-6

Sottosistema Sensori ed
Elemento g
logico elementi finali
XLS YLS XSF YSF
Competenza/formazione/cultura della sicurezza
I progettisti sono stati istruiti (con adeguata
documentazione formativa) a capire le cause e le 2,0 3,0 2,0 3,0
conseguenze dei guasti di causa comune?
I manutentori sono stati istruiti (con adeguata
documentazione formativa) a capire le cause e le 0,5 4,5 0,5 4,5
conseguenze dei guasti di causa comune?

Sicurezza Funzionale 45

Diagramma a blocchi di affidabilità:


1oo2(D)

Canale

Diagnostica 1oo2

Canale

Diagramma a blocchi fisico 1oo2(D)


NOTA: Si assume che eventuali test diagnostici
possano solo registrare guasti, ma non variare lo
stato delle uscite o il sistema di voting.

Sicurezza Funzionale 46
Diagramma a blocchi di affidabilità:
1oo2(D)
λD
(1 β) λDU
(1-β)·λ βD))· λDD
(1-β
(1
tCE
Guasti di
causa comune

tGE
Di
Diagramma a blocchi
bl hi di affidabilità
ffid bilità 1
1oo2(D)
2(D)
λDU ⎛ TI ⎞ λ ⎛ TI ⎞
tGE = ⋅ ⎜ + MTTR ⎟ + DD ⋅ ⎜ D + MTTR ⎟
λD ⎝ 3 ⎠ λD ⎝ 3 ⎠
PFDAVG≅ 2 ((1 - βD) λDD + (1 - β) λDU )2 tCEtGE + βλDU (TI/2 + MTTR) + βD λDD(TID/2+MTTR)
(tGE: Group Equivalent mean down time)
PFH≅ 2 ((1 - βD) λDD + (1 - β) λDU )2 tCE + βλDU+ βD λDD
47

Confronto tra sistemi 1oo1 e 1oo2

Domande:
1. Noto il valore di PFDAVG / PFHd di un sottosistema a 1
canale (PFDAVG/PFHd(1oo1)), quanto vale il PFDAVG/PFHd
di un sottosistema a 2 canali (PFDAVG/PFHd(1oo2))?
(ipotesi: i canali sono uguali tra loro e uguali al canale
unico del sottosistema 1oo1)

Sicurezza Funzionale 48
Sistema 1oo2: inserimento diversità

Domande:
2. Noto il valore di PFDAVG/PFHd di un sottosistema a 2
canali uguali tra loro (PFDAVG/PFHd(1oo2)), come e
quanto cambia il valore inserendo diversità?
Ad esempio, in un sottosistema sensore:
diverso costruttore, diversa tecnologia

Sicurezza Funzionale 49

Diagramma a blocchi di affidabilità:


2oo2(D)

Canale

Diagnostica 2oo2

Canale

Diagramma a blocchi fisico 2oo2(D)


NOTA: Si assume che eventuali test diagnostici
possano solo registrare guasti, ma non variare lo
stato delle uscite o il sistema di voting.
Sicurezza Funzionale 50
Diagramma a blocchi di affidabilità:
2oo2(D)

λD λD
λDU λDD λDU λDD
tCE tCE

Diagramma a blocchi di affidabilità 2oo2

PFDG = 2λDtCE
PFHG = 2λDU

Sicurezza Funzionale 51

Diagramma a blocchi di affidabilità:


2oo3(D)

Canale
Diagnostica

Canale 2oo3

Canale

Diagramma a blocchi fisico 2oo3(D)


NOTA: Si assume che eventuali test diagnostici possano solo
registrare guasti, ma non variare lo stato delle uscite o il sistema
di voting.
Sicurezza Funzionale 52
Diagramma a blocchi di affidabilità:
2oo3(D)
λD
(1 β)· λDU
(1-β)· (1 βD)· λDD
(1-β
tCE

Guasti di
2oo3
causa comune

tGE
Diagramma a blocchi di affidabilità 2oo3
PFDAVG = 6 ((1 - βD) λDD + (1 - β) λDU )2 tCEtGE + βD λDD(TID/2+MTTR) + βλDU (TI/2 + MTTR)
PFH = 6 ((1 - βD) λDD + (1 - β) λDU )2 tCE + βDλDD + βλDU
53

Esempio di calcolo

Si consideri lo schema nella pagina seguente e:


1. Si individuino i dispositivi rilevanti per la funzione di
sicurezza, quelli rilevanti solo per la diagnostica, quelli
non rilevanti
2. Si identifichino i parametri rilevanti per il calcolo del
PFDAVG
3. Si forniscano i valori per tali parametri, e da dove
possono essere tratti
4. Si disegni il diagramma a blocchi di affidabilità
5. Si calcoli il valore di PFDAVG (in alternativa: si fornisca
formula di calcolo)

Sicurezza Funzionale 54
Esempio di calcolo

Si consideri lo schema nella pagina seguente e (continua):


6. Si descrivano il “Proof Test” e il “Diagnostic Proof
Test”: se ne valuti l’efficacia
7. Si valuti la documentazione dei fornitori delle
apparecchiature
8. Si valuti la bontà dello schema così come progettato
con riferimento alla Sicurezza Funzionale
9 Si indichi
9. i di hi come migliorare
i li il valore
l di PFDAVG,
compatibilmente con le caratteristiche dell’impianto in
cui deve essere installato
10. Indicare il tipo del sottosistema (A o B)

Sicurezza Funzionale 55

Esempio di calcolo

Sicurezza Funzionale 56
Probabilità di guasto complessiva:
Modello di Markov

Storia

Il termine “Modello di Markov” deriva dal nome del


matematico russo A. A. Markov, che, all’inizio del 20°
secolo, ha studiato il ripetersi di vocali e consonanti
nell’opera di Puschkin “Onegin”.
A questo scopo ha generato un modello di probabilità, nel
quale ogni stato dipende solo dallo stato precedente
(stati: lettera=vocale
lettera=vocale, oppure lettera=consonante)
lettera=consonante).
In questo modo ha potuto stimare la frequenza delle vocali
nel libro di Puschkin in maniera semplice, ma
abbastanza preciso.

Sicurezza Funzionale 57

Modello di Markov: definizione

¾ Calcolo della p
probabilità che il sistema si trovi in
un certo stato in un certo istante temporale

Proprietà di Markov:
• La probabilità che un sistema si trovi nello stato ik+1
dopo
p un p periodo di tempo p Δt,, dipende
p solo dalle
probabilità degli stati all’istante temporale tk e dalle
velocità di transizione.

Sicurezza Funzionale 58
Tipi di modelli di Markov

Modelli di Markov

Processi di Markov Catene di Markov

Sicurezza Funzionale 59

Catene di Markov

¾ Le catene di Markov sono modelli di Markov tempo-discreti (solo


i t ti temporali
istanti t li fifissii t0<t1…<t
<tk<tk+1 con tk+1 = tk+1)
¾ La probabilità di una transizione di stato tra due istanti temporali
dallo stato i allo stato j è descritta nel modo seguente:

pij:=P(X(t+1)=j | X(t)=i)

¾ P
Per n stati
t ti possibili
ibili
P=(pij)i,j=1,…n per le transizioni in un gradino temporale
Pk= (pij(k))i,j=1,…n per le transizioni in k gradini temporali

Sicurezza Funzionale 60
Processi di Markov

¾ I processi di Markov sono modelli di Markov tempo-


continui, con osservazioni in tutti gli istanti temporali
¾ La probabilità di una transizione di stato tra due istanti
temporali dallo stato i allo stato j è descritta nel modo
seguente:

Pij(Δt):=P(X(t+Δt)=j | X(t)=i)

¾ Nel seguito verranno trattati solo i processi di Markov.

Sicurezza Funzionale 61

Stati e transizioni di stato

¾ Rappresentazione grafica
• Stati possibili: cerchi
• Transizioni di stato: frecce
λ
¾ Esempio con:
• Due stati: OK e Guasto
• Velocità di transizione: OK Guasto
™ Failure rate λ
™ Repair rate μ
μ

Sicurezza Funzionale 62
Stati e transizioni di stato

Rappresentazione
pp matriciale

⎛1 − λ λ ⎞ OK
P = ( pij ) = ⎜⎜ ⎟⎟
⎝ μ 1 − μ ⎠ Guasto

I valori pij nelle righe i e colonne j descrivono la


transizione dallo stato i allo stato j nell
nell’intervallo
intervallo
di tempo Δt = 1 ora

Sicurezza Funzionale 63

Equazioni differenziali

pOK((t+Δt)=p ) ( λ·Δt)+p
) pOK((t)·(1- ) μ·Δt
) pGuasto((t)·
⇔ pOK(t+Δt)-pOK(t)=-pOK(t)·λ·Δt+pGuasto(t)·μ·Δt
⇔ (pOK(t+Δt)-pOK(t))/Δt=-pOK(t)·λ+pGuasto(t)·μ
⇔ (per Δt→0) p’OK(t)=-pOK(t)·λ+pGuasto(t)·μ

E analogamente
p’Guasto(t)=pOK(t)·λ-pGuasto(t)·μ

Sicurezza Funzionale 64
Equazioni differenziali: Soluzione

Equazioni
q differenziali
p’OK(t)=-pOK(t)·λ+pGuasto(t)·μ
p’Guasto(t)=pOK(t)·λ-pGuasto(t)·μ
Con condizioni iniziali: pOK(0)=1 ; pGuasto(0)=0

μ λ
Soluzioni: pOK (t ) = + ⋅ e −( λ + μ )⋅t
λ+μ λ+μ
λ λ
pGuasto (t ) = − ⋅ e −( λ + μ )⋅t
λ+μ λ+μ
Sicurezza Funzionale 65

Calcolo di PFDAVG

T
1
PFDAVG = ⋅ ∫ ∑i∈E pi (t )dt
T 0

¾ E definisce l’insieme di stati di guasto pericoloso


del sistema
¾ P0(t)…pn-1(t) indicano le n differenti probabilità
dello stato

Sicurezza Funzionale 66
Modelli di Markov: Software CARMS

¾ Rappresentazione
pp g
grafica
¾ Impostazione delle condizioni iniziali
¾ Impostazione valori di λ e μ
¾ Calcolo di pi
¾ Calcolo di PFD e PFDAVG
• NOTA: q questi due calcoli devono essere
fatti manualmente

È un gioco!

Sicurezza Funzionale 67

Caratteristiche software CARMS

¾ È gratuito!
g
¾ Gestisce fino a 24 stati del sistema
¾ Utile per confrontare i dati con quelli ottenuti con
le formule
¾ Fondamentale per la valutazione di SIL di
sistemi complessi
¾ Presentazione semplice e chiara

Sicurezza Funzionale 68
Modello di Markov: Esempio

¾ Disegnare
g il Modello di Markov p
per un Elemento
Finale 1oo1(D)

¾ Disegnare il Modello di Markov per un Elemento


Finale 1oo2(D)

Sicurezza Funzionale 69

EN 13849-1:
Valutazione di PL e rapporto con il SIL

LIVELLO DI PRESTAZIONE PL
Il PL del sistema deve essere determinato stimando gli aspetti seguenti:
¾ il valore MTTFd dei singoli componenti (vedere appendici C e D);
¾ la DC (vedere appendice E);
¾ il CCF (vedere appendice F);
¾ la struttura (vedere punto 6);
¾ il comportamento della funzione di sicurezza in condizione(i) di guasto
(vedere
¾ punto 6);
¾ il software correlato alla sicurezza (vedere punto 4.6 e appendice J);
¾ i guasti sistematici (vedere appendice G);
¾ la capacità di eseguire una funzione di sicurezza nelle condizioni
ambientali previste.

Sicurezza Funzionale 70
EN 13849-1:
Valutazione di PL e rapporto con il SIL

LIVELLO DI PRESTAZIONE PL
Tali aspetti possono essere raggruppati con due approcci in relazione al
processo di valutazione:
a) aspetti quantificabili (valore MTTFd dei singoli componenti, DC, CCF,
struttura);
b) aspetti qualitativi non quantificabili che influiscono sul comportamento del
sistema (comportamento della funzione di sicurezza in condizioni di avaria,
software correlato alla sicurezza, guasti sistematici e condizioni ambientali).

c) Per facilitare la valutazione degli aspetti quantificabili del PL, la EN 13849


offre un metodo semplificato basato sulla definizione di cinque architetture
designate per soddisfare specifici criteri di progettazione e il
comportamento in condizione di guasto.

Sicurezza Funzionale 71

Valutazione del PL raggiunto e


rapporto con il SIL

Per un sistema che si discosti dalle architetture designate, si deve fornire un


calcolo dettagliato per dimostrare il raggiungimento del livello di prestazione
richiesto (PLr).
Nelle applicazioni in cui il sistema può essere considerato semplice e il livello
di prestazione richiesto va da a fino a c, una stima qualitativa del PL può
essere giustificata nei fondamenti logici della progettazione.

PL SIL

a Nessuna corrispondenza
b 1
c 1
d 2
e 3
Sicurezza Funzionale 72
Procedura semplificata
per la stima del PL

Per le architetture designate, si assume tipicamente quanto segue:


¾ tempo di servizio (mission time),
time) 20 anni;
¾ frequenze di guasto costanti entro il tempo di servizio;
¾ per la categoria 2, frequenza di richiesta ≤1/100 frequenza di prova;
¾ per la categoria 2, MTTFd,TE maggiore di metà di MTTFd,L.

Nota: Quando i blocchi di ogni canale non possono essere separati, si


può applicare quanto segue: MTTFd di tutto il canale di prova (TE,
OTE) maggiore di metà MTTFd del canale funzionale totale (I,
(I L,
L O).
O)

Sicurezza Funzionale 73

Procedura semplificata
per la stima del PL

PL

a 1

b 2

c 3

e
Cat. B Cat. 1 Cat. 2 Cat. 2 Cat. 3 Cat. 3 Cat. 4
DCavg nessuno DCavg nessuno DCavg basso DCavg medio DCavg basso DCavg medio DCavg alto

Sicurezza Funzionale 74
EN ISO 13849-1: Calcolo del PL
Procedura semplificata per il calcolo del PL
Esempio: MTTFd =
¾ Circuito a due canali (categoria 3/4) ¾ Basso 3 ≤ MTTFd < 10 annos
¾ MTTFd = Alto
Alt (tra
(t 30 e 100 annos)) ¾ Medio 10 ≤ MTTFd < 30 annos
¾ Basso Diagnostic Coverage: DC = Basso (tra 60% e 90%) ¾ Alto 30 ≤ MTTFd < 100 annos
¾ Common Cause Failure ≥ 65: CCF ≥ 65

PL
a 1

b 2

c 3

d
PL = d
CCF ≥ 65
e
Cat. B Cat. 1 Cat. 2 Cat. 2 Cat. 3 Cat. 3 Cat. 4
DCavg nessuno DCavg nessuno DCavg basso DCavg medio DCavg basso DCavg medio DCavg alto

75

EN ISO 13849-1: Calcolo del PL


Determinazione del PL
Esempio: MTTFd =
¾ Circuito a due canali (categoria 3/4) ¾ Basso 3 ≤ MTTFd < 10 annos
¾ MTTFd = Alto (tra 30 e 100 annos) ¾ Medio 10 ≤ MTTFd < 30 annos
¾ Basso Diagnostic Coverage: DC = Basso (tra 60% e 90%) ¾ Alto 30 ≤ MTTFd < 100 annos
¾ Common Cause Failure ≥ 65: CCF ≥ 65

DC =
Basso
DC =
Basso

PL = d
MTTFd = Alto

76
Procedura semplificata
per la stima del PL

Categoria
g B 1 2 2 3 3 4

DCavg nessuna nessuna bassa media bassa media alta


MTTFd di ogni
canale
Non Non
Basso a a b b c
coperto coperto
Non Non
Medio b b c c d
coperto coperto
Non
Alto C c d d d e
coperto

Sicurezza Funzionale 77

EN 13849-
13849-1: Combinazione di
sistemi per ottenere il PL globale

PLlow Nlow Æ PL
>3 Æ Nessuno, non ammesso
a
≤3 Æ a
>2 Æ a
b
≤2 Æ b
>2 Æ b
c
≤2 Æ c
>3 Æ c
d
≤3 Æ d
>3 Æ d
e
≤3 Æ e
Nota I valori calcolati per questo prospetto di consultazione si basano su valori
di affidabilità nel punto mediano di ogni PL.

Sicurezza Funzionale 78
Combinazione di parti del sistema di
comando legate alla sicurezza

¾ Categoria 2, PL = c per il dispositivo di protezione elettro-sensibile. Per


ridurre la probabilità di guasto questo dispositivo utilizza principi di
sicurezza ben provati;
¾ Categoria 3, PL = d per la logica di comando elettronica. Per aumentare il
livello di prestazione di sicurezza di questa logica di comando elettronica, la
struttura di questo sistema è ridondante e implementa diverse misure di
rilevamento dei guasti in modo da rilevare la maggior parte dei singoli
guasti;
¾ Categoria 1, PL = c per la valvola direzionale idraulica. Lo stato di "ben
provato" è principalmente specifico dell’applicazione. In questo esempio la
valvola è considerata ben provata. Per ridurre la probabilità di avarie,
questot dispositivo
di iti comprende d componenti ti ben
b provati ti applicati
li ti utilizzando
tili d
principi di sicurezza ben provati e tutte le condizioni applicative sono
considerate.

Sicurezza Funzionale 79

80
81

Domande?

Sicurezza Funzionale 82

You might also like