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Nietzsche e Wagner cent'anni fa

 Nel 1876 Wagner e Nietzsche si incontrano per l'ultima volta, in


Italia, precisamente a Sorrento nel mese di ottobre.
Nell'Ecce homo Nietzsche parla dell'incrociarsi dell'Umano,
troppo umano con il Parsifal di Wagner come l'incrociarsi di due
spade: questo perché il filosofo ricevette il manoscritto
wagneriano pochi giorni prima di consegnare il proprio, di
manoscritto, in tipografia. Le due opere erano agli antipodi.
L'amicizia e fratellanza tra i due era nata con La nascita della
tragedia e si interrompeva ora, nell'autunno del 1876, in questo
incontro-scontro tra due opere completamente opposte tra loro.
Montinari commenta:

"Era stato Nietzsche a fare del suo libro sui greci, del
suo esordio filosofico, la Nascita della tragedia dallo
spirito della musica, un libro wagneriano (e
schopenhaueriano); ma [...] fu ancora Nietzsche ad
allontanarsi da Wagner (e da Schopenhauer) per
ricuperare la propria indipendenza di pensiero."

Cosima, moglie di Wagner, disegnava Nietzsche descrivendone due


nature: un elemento tellurico [Grund], fondo oscuro da cui
provengono tutte le sue cose importanti, fondo che lo atterrisce; e un
elemento solare, che illumina e fa emergere tutto ciò che egli pensa
ed esprime, il quale invece non è un granché e risulta sgradevole.

 Pochi mesi prima del loro ultimo incontro e, quindi, della


considerazione di Cosima (datata nel primo 1877, Nietzsche
aveva dedicato a Wagner la sua quarta considerazione inattuale
Richard Wagner a Bayreuth. Questa sembra essere quasi una
descrizione di Wagner attraverso le opere di Wagner ("un
abilissimo mosaico di citazioni nascoste dalle opere di W.").
Nietzsche mette l'amico di fronte all'evidenza di un suo
mutamento all'indomani di Bayreuth, ripercorrendo il corso della
sua vita e del suo pensiero.

"La fedeltà è secondo Nietzsche il motivo ricorrente


di tutte le creazioni artistiche di Wagner, lo sarà
anche per Wagner a Bayreuth?"

Nietzsche scrive alla vigilia di Bayreuth, sul quale sta aprendo gli
occhi mostrandone, estremizzandone i tratti, un'impostazione
"genericamente umanistica" e la sua "fragilità teorica e pratica",
ipotizzando appunto una riforma wagneriana. In tal proposito Meyer
parla di una "pericolosa estremizzazione" del pensiero bayreuthiano
operata da Nietzsche. Ora, Montinari vede in questa proprio il mezzo
attraverso cui Nietzsche mette in risalto i limiti di cui prima.

Critica del testo e volontà di potenza

In sintesi:
volontà di potenza è un filosofema, ma nache un progetto letterario
nietzschiano.
Si può affermare che essa è la vita stessa, dunque rapporto di forte e
debole, ma anche volontà di superamento di se stesso nell'essere
vivente (e lo ubermensch secondo me può essere inteso in questa
accezione) che si sacrifica per amore della potenza; ma ancora è
anche volontà di verità cioè di rendere l'essere pensabile
assoggettandolo allo spirito.

Il concetto di volontà di potenza dunque è delineato nella sua


complessività attvs la collazione di numerosi frammento: quello di
Nietzsche è un autentico diario intellettuale.

Partendo dalla primavera dell'85


maggio-luglio: Appunti per il piano. Introduzione
il tema di questa introduzione è la volontà di potenza
Essa investe funzioni organiche che da essa discendono,
separandosi. L'organismo che è il punto principale da cui parte N per
l'indagine sulla realtà, giacché esso è l'unico filo conduttore
attendibile, anch'esso è mosso internamente dal rapporto di forza tra
volontà e volontà. E infine anche le funzioni intellettuali sono gestite
dalla volontà di potenza, in quanto Wille zur Gestaltung (volontà di
imprimere una forma) e Wille zur Anhanlichung (volontà di rendere le
cose simili).
Nello stesso quaderno nel frammento dal titolo A proposito dell'anello
degli anelli scrive riguardo il rapporto tra volontà di potenza e
persona:

"Un lato interiore, una specie di carattere Proteo-Dioniso,


che si dissimula e che gode se stesso nella
trasformazione, appartiene all'energia che si trasforma e
che rimane sempre la stessa. La 'persona' è da intendere
come un'illusione: effettivamente l'ereditarietà è
l'obiezione capitale in quanto un numero enorme di
energie formatrici dai tempi più remoti ne costituiscono la
permanente consistenza: in verità queste forze
combattono all'interno della persona e ne vengono
governate e domate - una volontà di potenza passa
attraverso le persone; essa ha bisogno del
rimpicciolimento della prospettiva, dell''egoismo', come
condizione di esistenza temporanea; da ogni gradino la
volontà di potenza guarda ad un gradino superiore. La
riduzione del principio efficiente alla 'persona',
all'individuo."

Nietzsche cancella questo frammento e quindi la si può intendere,


questa formulazione teorica, come una soluzione provvisoria al
problema esistente del rapporto tra eterno ritorno delle stesse cose
e volontà di potenza, rapporto che è formulato in un frammento di
poco posteriore (giugno luglio 85
Nietzsche propone una interpretazione del mondo che sia del tutto
svincolata dalla morale. Lo scrive nella prefazione al frammento in cui
traccia per la prima volta il titolo "La volontà di potenza/tentativo/ di
una nuova interpretazione/di tutto l'accadere". Per Nietzsche l'uomo
si è innalzato all'ateismo: ma Dio è confutato, il demonio non lo è
affatto. Inoltre a questa prefazione segue una introduzione in cui egli
si sofferma sul fatto che il pessimismo non sia il vero grande pericolo,
lo è la Sinnlosigkeit di tutto l'accadere, giacché se la morale è
crollata, lo è anche Dio con lei. Dunque il filosofo si propone di
interpretare la realtà in maniera "immorale", nel tentativo di
considerare addirittura extramorale la morale passata, caso
particolare di una interpretazione globale.
Nietzsche non vuole che la volontà di potenza sia da intendersi
come un noumeno kantiano. Egli si preoccupa infatti di chiarire che
per lui non esistono Erscheinungen (apparenze, fenomeni)
contrapposte alla essenza delle cose. Scrive Montinari:

"Per Nietzsche la parvenza è la vera e unica realtà delle


cose, la parvenza non si oppone alla realtà, al contrario la
parvenza è la realta che non si lascia trasformare in un
immaginario mondo della verità, la parvenza nella sua
molteplicità e ricchezza è inaccessibile ai procedimenti e
alle distinzioni della logica. Un nome determinato per
questa parvenza-realtà - soggiunge Nietzsche - potrebbe
essere volontà di potenza, che sarebbe una definizione
di tale realtà dall'interno e non a partire dalla sua natura
proteiforme e inafferrabile, (appunto Schein)"

Volontà di potenza sarebbe dunque un nome per la parvenza-realtà


vista dall'interno e non a partire dalla natura inafferrabile della
Schein. Ma Nietzsche parla di una molteplicità di "volontà di
potenza", non una che Grundbegierde (brama fondamentale) che "si
spezzetta nell'individuazione", anche l'uomo, così Nietzsche:
"L'uomo come una pluralità di 'volontà di potenza':
ciascuna con una pluralità di mezzi espressivi e di forme.
Le singole presunte passioni (per esempio quando si dice
che l'uomo è crudele) sono solo unità fittizie, in quanto ciò
che dai vari istinti fondamentali entra nella coscienza
come omogeneo, viene condensato sinteticamente in un
"essere" o in una facoltà, in una passione. Allo stesso
modo dunque come l'anima non è che un'espressione per
tutti i fenomeni della coscienza, che noi però
interpretiamo come la causa di tutti questi fenomeni.

Dal 1886 però scrive un nuovo titolo a Sils-Maria e che manterrà fino
al 26 agosto 88.

"La volontà di potenza.


Tentativo
di una trasvalutazione di tutti i valori.
In quattro libri.
Primo libro: Il pericolo dei pericoli (descrizione del
nichilismo, come la conseguenza necessaria delle
valutazioni fino ad oggi)
Secondo libro: Critica dei valori (della logica ecc.)
Terzo libro: il problema del legislatore (qui la storia della
solitudine)
Come devono essere fatti uomini che sovvertono i valori?
Uomini, che hanno tutte le qualità dell'anima moderna, ma
sono tanto forti da trasformarle in salute.
Quarto libro: il martello
è il loro mezzo per il loro ccompito."

Compare per la prima volta la Trasvalutazione dei valori, la


Umwertung aller Werte che ora è il sottotitolo costante di tutti i piani
della Volontà di potenza. Prima ancora, un anno prima, Nietzsche
aveva dichiarato la necessità di una Umkehrung der Werte
(sovvertimento dei valori)

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