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Corso di Laurea di Scienze Motorie

- BIOMECCANICA DEI SALTI

- CENNI DI ANTROPOMETRIA

Dr. Andrea Malizia


Prof. Maria Guerrisi
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ANALISI BIOMECCANICA
DEI SALTI E DELLA CORSA
- GENERALITÀ -

Anche la teoria dei salti e


della corsa risponde alle
leggi della fisica e della
meccanica sotto il
profilo: • CINEMATICO (analisi del
movimento dei corpi)

• DINAMICO (cause che


producono il
movimento) 2
IL CORPO UMANO IN MOVIMENTO
a) Una massa “m”
b) Viene applicata una
Studiare il corpo umano forza “F”(mm.)
come un SISTEMA con : c) Che genera una
accelerazione “a”
F=mxa
a = F/m
2° principio della Dinamica

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CORSA E SALTO
• Forza : applicata sul
terreno ma la risultante
al baricentro
• Direzione : la risultante
• Intensità : dipende
dall’applicazione della
Forza (s.n. volontario)

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CORSA : una risultante delle Forze
• F orizzontale

Il baricentro non subisce • F verticale


solo accelerazione
orizzontale ma tante
altre Forze agiscono sul • Attrito dell’aria
baricentro :
• F gravitazionale

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CORSA : modello biomeccanico

La corsa è composta da 2 momenti diversi


In cui il baricentro subisce oscillazioni

MOMENTO MOMENTO
DI DI
CONTATTO VOLO

Fase di
ammortizzamento

Fase di
sostegno

Fase di
estensione

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FASE DI AMMORTIZZAMENTO
• Presa di contatto del piede
sul terreno (5°metatarsale)
• Pre-attivazione muscolare
(gastrocnemi)
• Piegamento dell’arto sulle
tre articolazioni
• Termina con la congiunzione
delle ginocchia

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FASE DI SOSTEGNO
• Rotazione del sistema arto
inferiore sul piede
• Si sposta il punto di appoggio
dal metatarso alle dita con
sollevamento del tallone
• Non si modificano gli angoli
al ginocchio
• Si apre l’angolo al bacino
effetto dell’oscillazione

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FASE DI ESTENSIONE
• Causata dalla forza
reattiva dei mm.
antigravitazionali in
sequenza :
• Estensione del ginocchio
(mm. Quadricipite sul
tendine rotuleo)
• Oscillazione dell’arto
libero
• Il piede conclude con una
frustata reattiva

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CONCLUSIONI
- CORSA -
1. Tutte le Forze utili allo sviluppo della velocità
nella corsa vengono espresse durante la fase di
contatto in quanto la fase di volo ne è
l’immediata conseguenza
2. La direzione di corsa sarà sempre una risultante
dei singoli istanti di contatto

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I SALTI
GENERALITÀ E CARATTERISTICHE AFFINI

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Ogni specialità di salto va considerata e valutata nella
sua globalità come unità inscindibile

La capacità di saltare è innata , difficile è saper


saltare bene nelle due direzioni dello spazio

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LE FASI DEL SALTO

LA LA
RINCORSA CHIUSURA

LO IL
STACCO VOLO

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LA RINCORSA
• Risponde al bisogno di La corsa del saltatore
sviluppare velocità di • Ginocchia alte
entrata tali da preparare
lo stacco e soddisfare le • Rimbalzo energico dei
esigenze biomeccaniche piedi a terra
della specialità • Limitare la fase di
ammortizzamento

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LO STACCO
• Momento tecnico CARATTERISTICHE
centrale nel quale il salto • Tempi rapidi
si concretizza attraverso
la capacità di esprimere • Azione graffiante
forza nei tempi e con gli dell’arto di stacco
angoli che sono richiesti • Azione di bilanciamento
dalla specialità dell’arto oscillante

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IL VOLO
• È il momento caratterizzante le singole specialità di
salto. Esso ha il compito di mantenere l’equilibrio e
di permettere la preparazione di una chiusura
ottimale nei salti in lungo e triplo. Nel salto in alto e
con l’asta ha il compito di agevolare il passaggio di
tutti i segmenti corporei oltre l’sticella

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FASE DI VOLO : salto in lungo
• Unica fase di volo
• I movimenti fatti in volo non modificano la
lunghezza del salto ma servono a trovare i giusti
equilibri per compensare le componenti rotatorie
create allo stacco
• Diverse tecniche in volo

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FASE DI VOLO : salto triplo
• 3 fasi di volo (hop, step, jump)
• Hop : si stacca e atterra sullo stesso arto
• Step : si stacca con un arto e si atterra sull’arto
opposto
• Jump : chiusura in sabbia

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FASE DI VOLO : salto in alto
1. Sul proprio asse
longitudinale
2. Sull’asse trasverso
Caratterizzata da tre 3. Proseguire il
movimenti rotatori: valicamento
consentendo il
ribaltamento

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L’ATTERRAGGIO
Conclude il gesto tecnico di tutto il salto ed assume una
diversa importanza nelle varie specialità
• Lungo e triplo : deve portare l’atleta a raggiungere
con i piedi il punto più lontano senza danneggiare il
risultato
• salto in alto e con l’asta : deve permettere una
corretta caduta sui materassoni che ammortizzi il
peso

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ELEMENTI BIOMECCANICI COMUNI
Nelle varie specialità i
fattori che determinano a) La velocità di uscita
la prestazione sono gli allo stacco
stessi per le varie
tipologie di salto
b) L’angolo di proiezione
allo stacco
Tali fattori sono :

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In qualunque tipo di
salto la prestazione
dipende sia dalla
velocità allo stacco che
dall’angolo che il
vettore velocità
(applicato al
baricentro) forma con
il piano orizzontale

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LA GITTATA
• Il moto di un corpo lanciato nello spazio con data
velocità, in assenza di resistenza dell’aria è
chiamato moto del proietto
• La massima distanza orizzontale percorsa dal corpo
si definisce gittata

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• La gittata teorica si
calcola :
d = (V0²/g) x sen (2xΦ)

• Per un angolo Φ di 45°


si ottiene la gittata
massima :
dmax = V0²/g
perchè
sen (2x45°) = 1

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Esercizio 1
Atleta che salta in lungo • Per angolo di proiezione
8,10 mt con una Velocità di 45°
iniziale di 9,2 m/s. V0²/g = 9,2²/9,81 = 8,63mt
Calcolare la differenza
tra salto reale e la gittata 53 cm rappresentano
teorica l’azione frenante dell’aria

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Esercizio 2
Calcolare la gittata
teorica di un saltatore (V0²/g) sen (2xΦ)
in lungo con una
velocità allo stacco di (8²/9,81) sen (2x20)
8m/s e un angolo di (64/9,81) sen40°
proiezione del C. d G. di 6,5 x 0,64
20°
4,20 mt

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ANGOLO DI PROIEZIONE E VELOCITÀ
ALLO STACCO
L’ottimizzazione di questi 1. La velocità di entrata
due valori (strettamente 2. Angolo di impostazione
legata alle capacità
3. Angolo di massimo
tecniche) si ottiene piegamento
attraverso l’interazione
dei valori di vari 4. Angolo di spinta
elementi che 5. Velocità orizzontale
costituiscono la struttura 6. Velocità verticale
del salto: 7. Tempo di stacco

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VELOCITÀ DI ENTRATA
SALTI IN ESTENSIONE SALTO IN ELEVAZIONE
La più elevata possibile Crescente ma controllata
ma sviluppata in modo per permettere una
da non perdere velocità buona componente di
nella fase di stacco velocità verticale

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SALTI IN ELEVAZIONE
- SALTO IN ALTO -
• Oltre alla normale velocità
orizzontale si sviluppa una
elevata forza centripeta che
serve per vincere la forza
centrifuga
• Si sommano i valori delle due
spinte
• La somma delle 2 inclinazioni
abbassa il baricentro senza
compromettere la velocità

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ANGOLI DEL SALTATORE

30
MOVIMENTO DEL BARICENTRO DEL
SALTATORE (lungo e triplo)

31
MOVIMENTO DEL BARICENTRO DEL
SALTATORE (alto)

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ANGOLI OTTIMALI
SALTI IN ESTENSIONE SALTO IN ALTO
• Lungo : • C. d G. = 45°-55°
C. d G. = circa 20°

• Triplo :
Hop (15-16°)
Step (14°-15°)
Jump (18-20°)

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TEMPO DI STACCO
- ULTIMO APPOGGIO -
• Traiettoria : bassa
• Contatto : centro del
piede
• Azione : “griffata”
• Tempo :
105-115 mill/sec
Leggermente più alto nei
salti in elevazione
• Distanza : dal C.d.G.

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TEMPO DI STACCO
FISIOLOGIA DELL’ULTIMO APPOGGIO
• PREATTIVAZIONE : prima del contatto del piede con
il suolo (tensione eccentrica)
• CONTRAZIONE : restituzione rapida della forza
dopo la deformazione
• RAPIDITÀ DI RESTITUZIONE DI FORZA: dipendente
dalle capacità di durezza e consistenza del
complesso mm.-tendineo degli estensori.

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CONCLUSIONI
• La biomeccanica è un ottimo strumento per
studiare la teoria del movimento

• La teoria dei salti è applicabile a qualsiasi disciplina


che preveda un salto come spostamento
importante

• Diminuiscono gli infortuni

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CONCLUSIONI
• La biomeccanica è un ottimo strumento per
studiare la teoria del movimento

• La teoria dei salti è applicabile a qualsiasi disciplina


che preveda un salto come spostamento
importante

• Diminuiscono gli infortuni

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ANTROPOMETRIA

La scienza che misura in maniera sistematica il corpo umano nella sua totalità o nelle sue componenti

L’antropometria interpreta le ossa dal punto L’osteologia restituisce, attraverso


di vista quantitativo, attraverso misurazioni l’osservazione, un’analisi dettagliata delle
con compassi, calibri e altri strumenti di strutture ossee e degli elementi scheletrici
misura (sia su resti scheletrici ma anche sul
vivente)

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ANTROPOMETRIA

• valutare lo stato nutrizionale

• determinare la composizione corporea

• precisare la distrettualità della massa grassa

• predire il rischio di malattia e di mortalità

• correlare l’habitus costituzionale a particolari

disposizioni morbose

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ANTROPOMETRIA
• in antropologia: valutare differenze tra specie e popolazioni
• in età pediatrica: monitorare lo stato nutrizionale, i processi
fisiologici della crescita e le sue alterazioni (antropometria
auxologica)
• in medicina sportiva: individuare le attitudini fisiche verso
specifiche attività sportive e personalizzare, ai fini del
raggiungimento delle migliori prestazioni agonistiche, le
tecniche e le metodiche di allenamento (antropometria sportiva
o chinantropometria)
• in medicina legale: identificazione personale (antropometria
legale)
• nell’industria: indicazione di canoni ergonomici per la
progettazione del posto di lavoro, del posto di guida, etc.
• nell’industria dell’abbigliamento: determinazione delle taglie
corporee (antropometria ergonomica) 40
CARATTERI SOMATOMETRICI FONDAMENTALI

LA STATURA e IL PESO vengono indicati come CARATTERI FONDAMENTALI: caratteri che


NON dovrebbero MAI omettersi in rilevazioni antropometriche a qualsiasi scopo effettuate.

STATURA: ESPRESSIONE SINTETICA DELLE MISURE LONGITUDINALI; ad essa


possono essere poi riportate le varie dimensioni somatiche in modo da stabilire LE
PROPORZIONI CORPOREE.

PESO: ESPRESSIONE SINTETICA DELLO SVILUPPO VOLUMETRICO ed in particolare dei


SISTEMI SCHELETRICO E MUSCOLARE.

PERIMETRO TORACICO: ESPRESSIONE SINTETICA DELLE MISURE TRASVERSALI del


torace

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CARATTERI SOMATOMETRICI FONDAMENTALI

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RILEVAZIONI ANTROPOMETRICHE

LA RILEVAZIONE ANTROPOMETRICA DEVE ESSERE ACCURATA E PRECISA IN


MODO TALE CHE LE MISURE OTTENUTE SIANO RIPETIBILI E CONFRONTABILI CON
QUELLE DI RIFERIMENTO

In antropometria l’errore è sempre possibile e può derivare o dagli strumenti che possono non
essere tarati oppure, e soprattutto, dallo stesso antropometrista, il quale può commettere un
errore nella tecnica di rilevamento o nella trascrizione dei dati.

L’adozione di sistemi di misurazione automatizzati ha reso possibile diminuire dell’incidenza


di errore dovuto agli errori di trascrizione dei dati, invece per quanto concerne la tecnica, essa
può essere alterata dalla stanchezza dell’operatore o da fattori contingenti dell’ambiente in cui
egli opera.

LA MISURAZIONE SI ESEGUE CON L’APPOSITO STRUMENTO DOPO AVER


POSIZIONATO ADEGUATAMENTE IL SOGGETTO E IDENTIFICATO IN MANIERA
PRECISA I PUNTI ANTROPOMETRICI CONVENZIONALI DI RIFERIMENTO (PUNTI DI
REPERE)

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LA POSIZIONE ANATOMICA
si considera il corpo umano in posizione
eretta, con le braccia pendenti, il palmo delle
mani rivolti verso l’osservatore, lo sguardo
diretto all’infinito mantenendo orizzontale la
linea di visione (piano di Francoforte)

Posizione
anatomica.
Fonte: Orts,
1970. 44
STRUMENTI

• Antropometro: misura la statura del corpo umano

• Bilancia pesapersone: misura del peso

• Metro antropometrico a nastro: misura delle circonferenze

• Compassi : per misurare piccoli diametri (a branche ricurve e parallele)

• Plicometro: Si usa per misurare le pliche cutanee

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LOCALIZZAZIONE DEI PUNTI ANTROPOMENTRICI

protocollo da seguire il cui obiettivo è minimizzare l’errore di misura.

• 1) Localizzazione: inizialmente si tasta con il polpastrello il punto anatomico di riferimento.

• 2) Ri-localizzazione: si libera il dito e si localizza un’altra volta

• 3) Marcatura: con la matita dermografica si fa un segno sul punto

• 4) Controllo: dopo aver posto il segno si tasta un’altra volta con il polpastrello per accertarsi che il
segno sia corretto.

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PUNTI ANATOMICI DELLA TESTA (craniometrici o cefalometrici)

Vertex: punto craniale più elevato corrispondente al


vertice della testa
Eurion
Glabella: punto corrispondente alla tuberosità
presente lungo la linea mediana dell’osso frontale,
punto più prominente tra le arcate sopraciliari
Opistocranion: il punto dell’occipite che più sporge
posteriormente
Eurion: i punti più sporgenti lateralmente
Nasion: punto situato alla radice del naso ed è
identificabile come una piccola depressione localizzata
tra i due occhi, immediatamente al di sopra del naso
Nasospinale: corrisponde al punto più basso del
margine inferiore dell’apertura piriforme del cranio
proiettato sul piano sagittale mediano

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DIMENSIONI DELLA TESTA E DELLA FACCIA

Lunghezza massima della testa

glabella – opistocranion

48
DIMENSIONI DELLA TESTA E DELLA FACCIA
• Larghezza massima della
testa
• Circonferenza della testa
Eurion (dx) – Eurion (sn)

49
DIMENSIONI DELLA TESTA E DELLA FACCIA
Forma del
naso
Altezza: Nasion - Nasospinale
Larghezza: la larghezza massima
del naso misurata all'apertura
piriforme

50
PUNTI DELLO SCHELETRO POSTCRANIALE (somatometrici nel vivente)

• Acromion: il punto acromiale è situato nella spalla,


all’altezza del processo acromiale della scapola.

• Ileocristale: punto laterale della cresta iliaca che in


posizione eretta è il più sporgente e alto.

• Trocanterion: punto superiore del grande


trocantere del femore,

51
PUNTI DELLO SCHELETRO POSTCRANIALE (somatometrici nel vivente)
Statur Larghezza
a biacromiale
acromion – acromion

vertex - appoggio plantare

52
PUNTI DELLO SCHELETRO POSTCRANIALE (somatometrici nel vivente)
Larghezza bicristale Larghezza
bitrocanterica
ileocristale – ileocristale trocanterion - trocanterion

53
PUNTI DELLO SCHELETRO POSTCRANIALE (somatometrici nel vivente)
Circonferenza del
polso

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INDICI CEFALICI E FACCIALI
Indice cefalico orizzontale
Definito dall'anatomista svedese Anders Retzius (1796-1860) per classificare gli
antichi reperti umani in base al rapporto fra la larghezza (diametro trasverso) e la
lunghezza (diametro anteroposteriore) del cranio.
Indice cefalico=(larghezza/lunghezza)x100
• ultradolicocefali (<64%)
• iperdolicocefali (<70%)
• dolicocefali (<74%)
• mesocefali (75-83%)
• brachicefali (>84%)
Dolicocefalo Mesocef Brachicefalo • iperbrachicefali (>90%)
Lungo e stretto alo Largo e corto
Larghezz
ae
lunghezz
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a simili
INDICI CEFALICI E FACCIALI
Indice nasale
Rapporto percentuale tra larghezza e altezza del naso
Indice nasale=(larghezza/lunghezza)x100

Leptorrino Mesorrino Camerrino


<70 70<x>85 >85

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INDICI SOMATOMETRICI
Spalle strette <22
1) Larghezza delle spalle (larghezza biacromiale/statura)x100
Spalle larghe >23

Bacino stretto <16


2) Larghezza del bacino (larghezza bicristale/statura)x100
Bacino largo >18

Tronco trapezoidale <70


3) Acromion-iliaco (larghezza bacino/larghezza spalle)x100
Tronco rettangolare >75

corporatur uomo donna


a
4) Corporatura statura (in cm) / circ. del polso (in cm)
piccola C >10,4 C >11,0
media C =9,6 – 10,4 C = 10,1 -
11
grande C < 9,6 C < 10,1
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PLICHE CUTANEE
il plicometro si usa per misurare lo
spessore delle pliche cutanee. Queste
comprendono uno strato di pelle doppia
nonchè lo strato di tessuto adiposo
sottostante, ma non il muscolo

58
PLICHE CUTANEE
La lettura va fatta dopo 4 secondi in modo che i fluidi
fuoriescano dai tessuti.

E’ bene fare letture in doppio e prendere il valore medio

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INDICI DI VALUTAZIONE NUTRIZIONALE
BODY MASS INDEX (BMI) o INDICE DI MASSA CORPOREA (IMC)

BMI=IMC=peso (in Kg)/statuta (in m)2

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PESO IDEALE O DESIDERABILE (formula di Lorentz)

Per peso ideale o desiderabile si intende quello che conferisce la maggior


speranza di vita ad una persona.

PI = statura (cm) – 100 x statura (cm) -150


K

Il valore k, è 4 per gli uomini e 2 per le donne.

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RACCOLTA DATI ANTROPOMETRICI

CEFALOMETRIA
ANAGRAFICA SOMATOMETRIA
TESTA NASO
Lunghezz Larghezz Circonferenz Lunghezz Larghezz Larg. Larg. Larg. Cir.
Soggetto Codice Età Sesso a a a a a Statura Bicromiale Bicristale Bitrocanterica Polso

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Bibliografia
• Biomeccanica del salto – Leggi fisiche e modello tecnico (Prof. Benazzi) A.A. 2004/2005 (Università
Bologna)
• https://elearning.uniroma1.it/pluginfile.php/506908/mod_folder/content/0/Antropometri
a.pptx?forcedownload=1.

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