Professional Documents
Culture Documents
Biomeccanica Dei Salti
Biomeccanica Dei Salti
- CENNI DI ANTROPOMETRIA
3
CORSA E SALTO
• Forza : applicata sul
terreno ma la risultante
al baricentro
• Direzione : la risultante
• Intensità : dipende
dall’applicazione della
Forza (s.n. volontario)
4
CORSA : una risultante delle Forze
• F orizzontale
5
CORSA : modello biomeccanico
MOMENTO MOMENTO
DI DI
CONTATTO VOLO
Fase di
ammortizzamento
Fase di
sostegno
Fase di
estensione
6
FASE DI AMMORTIZZAMENTO
• Presa di contatto del piede
sul terreno (5°metatarsale)
• Pre-attivazione muscolare
(gastrocnemi)
• Piegamento dell’arto sulle
tre articolazioni
• Termina con la congiunzione
delle ginocchia
7
FASE DI SOSTEGNO
• Rotazione del sistema arto
inferiore sul piede
• Si sposta il punto di appoggio
dal metatarso alle dita con
sollevamento del tallone
• Non si modificano gli angoli
al ginocchio
• Si apre l’angolo al bacino
effetto dell’oscillazione
8
FASE DI ESTENSIONE
• Causata dalla forza
reattiva dei mm.
antigravitazionali in
sequenza :
• Estensione del ginocchio
(mm. Quadricipite sul
tendine rotuleo)
• Oscillazione dell’arto
libero
• Il piede conclude con una
frustata reattiva
9
CONCLUSIONI
- CORSA -
1. Tutte le Forze utili allo sviluppo della velocità
nella corsa vengono espresse durante la fase di
contatto in quanto la fase di volo ne è
l’immediata conseguenza
2. La direzione di corsa sarà sempre una risultante
dei singoli istanti di contatto
10
I SALTI
GENERALITÀ E CARATTERISTICHE AFFINI
11
Ogni specialità di salto va considerata e valutata nella
sua globalità come unità inscindibile
12
LE FASI DEL SALTO
LA LA
RINCORSA CHIUSURA
LO IL
STACCO VOLO
13
LA RINCORSA
• Risponde al bisogno di La corsa del saltatore
sviluppare velocità di • Ginocchia alte
entrata tali da preparare
lo stacco e soddisfare le • Rimbalzo energico dei
esigenze biomeccaniche piedi a terra
della specialità • Limitare la fase di
ammortizzamento
14
LO STACCO
• Momento tecnico CARATTERISTICHE
centrale nel quale il salto • Tempi rapidi
si concretizza attraverso
la capacità di esprimere • Azione graffiante
forza nei tempi e con gli dell’arto di stacco
angoli che sono richiesti • Azione di bilanciamento
dalla specialità dell’arto oscillante
15
IL VOLO
• È il momento caratterizzante le singole specialità di
salto. Esso ha il compito di mantenere l’equilibrio e
di permettere la preparazione di una chiusura
ottimale nei salti in lungo e triplo. Nel salto in alto e
con l’asta ha il compito di agevolare il passaggio di
tutti i segmenti corporei oltre l’sticella
16
FASE DI VOLO : salto in lungo
• Unica fase di volo
• I movimenti fatti in volo non modificano la
lunghezza del salto ma servono a trovare i giusti
equilibri per compensare le componenti rotatorie
create allo stacco
• Diverse tecniche in volo
17
FASE DI VOLO : salto triplo
• 3 fasi di volo (hop, step, jump)
• Hop : si stacca e atterra sullo stesso arto
• Step : si stacca con un arto e si atterra sull’arto
opposto
• Jump : chiusura in sabbia
18
FASE DI VOLO : salto in alto
1. Sul proprio asse
longitudinale
2. Sull’asse trasverso
Caratterizzata da tre 3. Proseguire il
movimenti rotatori: valicamento
consentendo il
ribaltamento
19
L’ATTERRAGGIO
Conclude il gesto tecnico di tutto il salto ed assume una
diversa importanza nelle varie specialità
• Lungo e triplo : deve portare l’atleta a raggiungere
con i piedi il punto più lontano senza danneggiare il
risultato
• salto in alto e con l’asta : deve permettere una
corretta caduta sui materassoni che ammortizzi il
peso
20
ELEMENTI BIOMECCANICI COMUNI
Nelle varie specialità i
fattori che determinano a) La velocità di uscita
la prestazione sono gli allo stacco
stessi per le varie
tipologie di salto
b) L’angolo di proiezione
allo stacco
Tali fattori sono :
21
In qualunque tipo di
salto la prestazione
dipende sia dalla
velocità allo stacco che
dall’angolo che il
vettore velocità
(applicato al
baricentro) forma con
il piano orizzontale
22
LA GITTATA
• Il moto di un corpo lanciato nello spazio con data
velocità, in assenza di resistenza dell’aria è
chiamato moto del proietto
• La massima distanza orizzontale percorsa dal corpo
si definisce gittata
23
• La gittata teorica si
calcola :
d = (V0²/g) x sen (2xΦ)
24
Esercizio 1
Atleta che salta in lungo • Per angolo di proiezione
8,10 mt con una Velocità di 45°
iniziale di 9,2 m/s. V0²/g = 9,2²/9,81 = 8,63mt
Calcolare la differenza
tra salto reale e la gittata 53 cm rappresentano
teorica l’azione frenante dell’aria
25
Esercizio 2
Calcolare la gittata
teorica di un saltatore (V0²/g) sen (2xΦ)
in lungo con una
velocità allo stacco di (8²/9,81) sen (2x20)
8m/s e un angolo di (64/9,81) sen40°
proiezione del C. d G. di 6,5 x 0,64
20°
4,20 mt
26
ANGOLO DI PROIEZIONE E VELOCITÀ
ALLO STACCO
L’ottimizzazione di questi 1. La velocità di entrata
due valori (strettamente 2. Angolo di impostazione
legata alle capacità
3. Angolo di massimo
tecniche) si ottiene piegamento
attraverso l’interazione
dei valori di vari 4. Angolo di spinta
elementi che 5. Velocità orizzontale
costituiscono la struttura 6. Velocità verticale
del salto: 7. Tempo di stacco
27
VELOCITÀ DI ENTRATA
SALTI IN ESTENSIONE SALTO IN ELEVAZIONE
La più elevata possibile Crescente ma controllata
ma sviluppata in modo per permettere una
da non perdere velocità buona componente di
nella fase di stacco velocità verticale
28
SALTI IN ELEVAZIONE
- SALTO IN ALTO -
• Oltre alla normale velocità
orizzontale si sviluppa una
elevata forza centripeta che
serve per vincere la forza
centrifuga
• Si sommano i valori delle due
spinte
• La somma delle 2 inclinazioni
abbassa il baricentro senza
compromettere la velocità
29
ANGOLI DEL SALTATORE
30
MOVIMENTO DEL BARICENTRO DEL
SALTATORE (lungo e triplo)
31
MOVIMENTO DEL BARICENTRO DEL
SALTATORE (alto)
32
ANGOLI OTTIMALI
SALTI IN ESTENSIONE SALTO IN ALTO
• Lungo : • C. d G. = 45°-55°
C. d G. = circa 20°
• Triplo :
Hop (15-16°)
Step (14°-15°)
Jump (18-20°)
33
TEMPO DI STACCO
- ULTIMO APPOGGIO -
• Traiettoria : bassa
• Contatto : centro del
piede
• Azione : “griffata”
• Tempo :
105-115 mill/sec
Leggermente più alto nei
salti in elevazione
• Distanza : dal C.d.G.
34
TEMPO DI STACCO
FISIOLOGIA DELL’ULTIMO APPOGGIO
• PREATTIVAZIONE : prima del contatto del piede con
il suolo (tensione eccentrica)
• CONTRAZIONE : restituzione rapida della forza
dopo la deformazione
• RAPIDITÀ DI RESTITUZIONE DI FORZA: dipendente
dalle capacità di durezza e consistenza del
complesso mm.-tendineo degli estensori.
35
CONCLUSIONI
• La biomeccanica è un ottimo strumento per
studiare la teoria del movimento
36
CONCLUSIONI
• La biomeccanica è un ottimo strumento per
studiare la teoria del movimento
37
ANTROPOMETRIA
La scienza che misura in maniera sistematica il corpo umano nella sua totalità o nelle sue componenti
38
ANTROPOMETRIA
disposizioni morbose
39
ANTROPOMETRIA
• in antropologia: valutare differenze tra specie e popolazioni
• in età pediatrica: monitorare lo stato nutrizionale, i processi
fisiologici della crescita e le sue alterazioni (antropometria
auxologica)
• in medicina sportiva: individuare le attitudini fisiche verso
specifiche attività sportive e personalizzare, ai fini del
raggiungimento delle migliori prestazioni agonistiche, le
tecniche e le metodiche di allenamento (antropometria sportiva
o chinantropometria)
• in medicina legale: identificazione personale (antropometria
legale)
• nell’industria: indicazione di canoni ergonomici per la
progettazione del posto di lavoro, del posto di guida, etc.
• nell’industria dell’abbigliamento: determinazione delle taglie
corporee (antropometria ergonomica) 40
CARATTERI SOMATOMETRICI FONDAMENTALI
41
CARATTERI SOMATOMETRICI FONDAMENTALI
42
RILEVAZIONI ANTROPOMETRICHE
In antropometria l’errore è sempre possibile e può derivare o dagli strumenti che possono non
essere tarati oppure, e soprattutto, dallo stesso antropometrista, il quale può commettere un
errore nella tecnica di rilevamento o nella trascrizione dei dati.
43
LA POSIZIONE ANATOMICA
si considera il corpo umano in posizione
eretta, con le braccia pendenti, il palmo delle
mani rivolti verso l’osservatore, lo sguardo
diretto all’infinito mantenendo orizzontale la
linea di visione (piano di Francoforte)
Posizione
anatomica.
Fonte: Orts,
1970. 44
STRUMENTI
45
LOCALIZZAZIONE DEI PUNTI ANTROPOMENTRICI
• 4) Controllo: dopo aver posto il segno si tasta un’altra volta con il polpastrello per accertarsi che il
segno sia corretto.
46
PUNTI ANATOMICI DELLA TESTA (craniometrici o cefalometrici)
47
DIMENSIONI DELLA TESTA E DELLA FACCIA
glabella – opistocranion
48
DIMENSIONI DELLA TESTA E DELLA FACCIA
• Larghezza massima della
testa
• Circonferenza della testa
Eurion (dx) – Eurion (sn)
49
DIMENSIONI DELLA TESTA E DELLA FACCIA
Forma del
naso
Altezza: Nasion - Nasospinale
Larghezza: la larghezza massima
del naso misurata all'apertura
piriforme
50
PUNTI DELLO SCHELETRO POSTCRANIALE (somatometrici nel vivente)
51
PUNTI DELLO SCHELETRO POSTCRANIALE (somatometrici nel vivente)
Statur Larghezza
a biacromiale
acromion – acromion
52
PUNTI DELLO SCHELETRO POSTCRANIALE (somatometrici nel vivente)
Larghezza bicristale Larghezza
bitrocanterica
ileocristale – ileocristale trocanterion - trocanterion
53
PUNTI DELLO SCHELETRO POSTCRANIALE (somatometrici nel vivente)
Circonferenza del
polso
54
INDICI CEFALICI E FACCIALI
Indice cefalico orizzontale
Definito dall'anatomista svedese Anders Retzius (1796-1860) per classificare gli
antichi reperti umani in base al rapporto fra la larghezza (diametro trasverso) e la
lunghezza (diametro anteroposteriore) del cranio.
Indice cefalico=(larghezza/lunghezza)x100
• ultradolicocefali (<64%)
• iperdolicocefali (<70%)
• dolicocefali (<74%)
• mesocefali (75-83%)
• brachicefali (>84%)
Dolicocefalo Mesocef Brachicefalo • iperbrachicefali (>90%)
Lungo e stretto alo Largo e corto
Larghezz
ae
lunghezz
55
a simili
INDICI CEFALICI E FACCIALI
Indice nasale
Rapporto percentuale tra larghezza e altezza del naso
Indice nasale=(larghezza/lunghezza)x100
56
INDICI SOMATOMETRICI
Spalle strette <22
1) Larghezza delle spalle (larghezza biacromiale/statura)x100
Spalle larghe >23
58
PLICHE CUTANEE
La lettura va fatta dopo 4 secondi in modo che i fluidi
fuoriescano dai tessuti.
59
INDICI DI VALUTAZIONE NUTRIZIONALE
BODY MASS INDEX (BMI) o INDICE DI MASSA CORPOREA (IMC)
60
PESO IDEALE O DESIDERABILE (formula di Lorentz)
61
RACCOLTA DATI ANTROPOMETRICI
CEFALOMETRIA
ANAGRAFICA SOMATOMETRIA
TESTA NASO
Lunghezz Larghezz Circonferenz Lunghezz Larghezz Larg. Larg. Larg. Cir.
Soggetto Codice Età Sesso a a a a a Statura Bicromiale Bicristale Bitrocanterica Polso
62
Bibliografia
• Biomeccanica del salto – Leggi fisiche e modello tecnico (Prof. Benazzi) A.A. 2004/2005 (Università
Bologna)
• https://elearning.uniroma1.it/pluginfile.php/506908/mod_folder/content/0/Antropometri
a.pptx?forcedownload=1.
63