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Neuros Cien Ze
Neuros Cien Ze
1. Le vie metaboliche
Passaggio obbligato, ciò significa che, una volta avvenuta quella reazione catalitica, le altre si
susseguono fino all’ottenimento del prodotto finale.
Far inibire dal prodotto finale l’enzima che catalizza il passaggio obbligato interrompendo la via
metabolica al suo inizio. Questa inibizione avviene in corrispondenza di un sito allosterico quando
è presente in forte concentrazione, il prodotto va a occupare uno specifico sito allosterico
nell’enzima inibendo una reazione a monte nella via metabolica.
Il prodotto finale agisce da inibitore non competitivo di un enzima della via che porta alla sua
sintesi: questo meccanismo è detto inibizione retroattiva.
L’inibizione retroattiva è detta anche a feedback o da prodotto finale.
TI RICORDI:Sito allosterico si intende una regione dell’enzima , diversa dal sito attivo , a cui si lega
un inibitore o un attivatore . In seguito a tale legame avviene un cambiamento conformazionale
nella molecola dell’enzima , che ne modifica l’attività.
- Le vie anaboliche comprendono le reazioni che portano alla formazione di molecole più
complesse, queste vie, per svolgersi, richiedono l’apporto di energia e sono endoergoniche.
- Le vie cataboliche si basano su reazioni metaboliche che degradano le biomolecole in
composti più semplici; sono esoergoniche e producono energia libera utile alla cellula per
svolgere funzioni vitali.
ATP adenosina trifosfato partecipa alle reazioni enzimatiche come molecola trasportatrice
attivata . ATP incamera in modo transitorio l’energia liberata nel corso delle reazioni esoergoniche
e in seguito la cede per permettere lo svolgimento di reazioni endoergoniche.
ATP appartiene alla famiglia dei nucleotidi che costituiscono i monomeri degli acidi nucleici.
TRE componenti:
- UNO ZUCCHERO PENTOSO;
- UNA BASE AZOTATA può appartenere al gruppo delle prurine o delle pirimidine legata allo
zucchero con un legame b-N- glicosidico;
- UNO O Più GRUPPI FOSFATO fino a un massimo di tre: il primo gruppo fosfato è legato allo
zucchero mediante un legame fosfoestereo, i successivi si legano in sequenza con un
legame fosfoanidridico a elevato contenuto energetico.L’idrolisi del legame fosfoanidridico
libera l’energia immagazzinata nell’ATP.
La magior parte delle reazioni anaboliche e cataboliche sono reazioni di ossidoreazione. La specie
chimica che perde elettroni è chiamata riducente la specie chimica che acquista elettroni è detta
ossidante.
L’ossidazione e la riduzione avvengono sempre insieme: il trasferimento di elettroni , richiede la
presenza contemporanea di un donatore o di un accettore di elettroni., si ossida, mentre
l’ossidante che acquista elettroni si riduce.
Insieme agli elettroni possono essere trasferiti anche i protoni, cosicchè il trasferimento è in realtà
un passaggio di atomi di idrogeno: ….
TI RICORDI? Gli ensimi che catalizzano reazioni di ossidazione, e che fanno parte della famiglia
delle ossioreduttasi, sono detti anche deidrogenasi.
OSSIDOREDUTTASI=DEIDROGENASI
Nell’organismo umano la niancina non viene prodotta in quantità sufficiente, mais, un alimento
povero di triptofano. La carenza di niacina causa pellagra caratterizzata da dermatite, diarrea e
demenza.
Quando in una via metabolica una molecola di substrato si ossida perdendo due atomi di
idrogeno, la forma ossidata del coenzima NAD+ può accettare un protone e due elettroni e
trasformarsi nella forma ridotta NADH. All’opposto , in una reazione di riduzione il NADH+H+ può
comportarsi da donatore di protoni ed elettroni alla specie che si riduce.
Quando l’acido malico si ossida, cede due atomi di idrogeno. Il NAD+ lega un atomo di idrogeno
con un elettrone in più (ione idruro, h-) trasformandosi in NADH; nell’ambiente di reazione rimane
uno ione H*, cioè un protone . Nella reazione opposta , cioè la riduzione dell’acido ossalacetico, il
NADH + H* fa da donatore di atomi di idrogeno, detti equivalenti riducenti. Il NAD* è coenzima di
molte deidrogenasi diverse, esso si comporta come una navetta che accetta gli equivalenti
riducenti e li trasporta da una reazione a un’altra.
Il Flavin-adenin- dinucleotide (FAD) è il coenzima tipico delle flavoproteine , una classe di enzimi
che catalizza ossidoriduzioni . Anche il FAD si presenta in due forme: la forma ossidata (FAD) e la
forma ridotta (FADH).
Quando una molecola di substrato si ossida perdendo due atomi di idrogeno, la forma ossidata del
FAD accetta i due atomi di idrogeno e si riduce a FADH.
Il FAD è coinvolto nelle reazioni cataboliche dell’ossidazione del glucosio e deriva dalla vitamina B2
o riboflavina abbondante nel lievito di birra, nel fegato, nel latte.
Glucosio
Questo esoso è ricco di energia potenziale (dovuta a legami chimici molto stabiliti), e quindi è un
ottimo combustibile per il catabolismo.
Se bruciamo un po' di glucosio su una fiamma, questo reagisce con l’ossigeno per formare diossido
di carbonio e acqua, rilasciando energia.
L’energia contenuta nei legami chimici del glucosio è estratta tramite tre processi catabolici: la
glicolisi, la respirazione cellulare e la fermentazione.
1. La glicolisi dà inizio al catabolismo del glucosio: tramite una serie di reazioni, il glucosio (a
sei atomi di carbonio) è convertito in un composto a tre atomi di carbonio, il piruvato.
Durante il processo si libera una piccola quantità di energia che viene accumulata sotto
forma di ATP e NADH . La glicolisi è un processo anaerobico perché non richiede ossigeno.
2. In presenza di ossigeno, alla glicolisi segue respirazione cellulare, che ossida ulteriormente
il piruvato formando acqua e diossido di carbonio. Questo processo è aerobico.. Durante la
respirazione cellulare si libera una grande quantità di energia, che è impiegata per formare
ATP.
3. In assenza di ossigeno, invece, alla glicolisi segue la fermentazione- processo anaerobico
come la glicolisi. La fermentazione trasforma il piruvato in lattato o in etanolo, composti
ancora relativamente ricchi di energia. L’ossidazione del glucosio è incompleta, quando alla
glicolisi segue la fermentazione si libera una quantità di energia assai minore rispetto alla
glicolisi seguita dalla respirazione cellulare.
TI RICORDI? I primi organismi comparvero in un’atmosfera priva di ossigeno; pertanto, la glicolisi è
probabilmente il meccanismo biologico più antico sviluppato per ottenere energia dalle molecole
organiche.
LA GLICOLISI E LE FERMENTAZIONI
BIOFOSFATO: utilizzato per i composti in cui sono presenti due gruppi fosforici legati ad atomi non
consecutivi.
DIFOSFATO: è usato per i composti in cui i gruppi fosforici sono consecutivi (come ADP).
TI RICORDI?
La reversibilità di una reazione dipende dalla variazione di energia libera a essa associata: le
reazioni con un….fortemente negativo sono irreversibili.
La fase endoergonica della glicolisi avviene in cinque tappe, richiede l’investimento di 2 ATP e
scinde il glucosio in due molecole di gliceraldeide 3-fosfato. Gli enzimi coinvolti appartengono alle
famiglie trasferarsi (esochinasi e fosfofruttochinasi), isomerasi (fosfoesoso isomerasi e trioso
fosfato isomerasi) e liasi (aldolasi)
1.La fosforilazione del glucosio. Prima tappa , il glucosio è attivato per le successive reazioni
mediante una fosforilazione a livello del suo atomo C -6 per formare glucosio 6 fosfato ; l’ATP è il
donatore del gruppo fosfato.
La reazione è catalizzata dall’esochinasi che richiede ioni Mg 2+ per la propria attività catalitica; si
tratta di una esterificazione tra il gruppo -OH (alcolico) e il gruppo fosfato (acido), con la
formazione di un legame fosfoestereo.
TI RICORDI? Il genoma umano codifica quattro differenti isozimi dell’esochinasi. Le isochinasi I,II e
III si trovano in vari tessuti: hanno un’elevata affinità per il glucosio e sono inibite dal glucosio 6-
fosfato (il prodotto della reazione).Basta una bassa concentrazione di glucosio per far lavorare
l’enzima alla massima velocità, attivando la glicolisi. L’esochinasi IV si trova nel fegato e nel
pancreas; si attiva solo con concentrazioni molto elevate di glucosio e non è inibito dal glucosio 6-
fosfato. Questo isozima infatti non partecipa alla glicolisi, ma regola il rilascio di insulina dal
pancreas e la sintesi di glicogeno nel fegato a partire da glucosio 6-fosfato.
TI RICORDI? La tappa 2 è anche il punto di ingresso nella glicolisi di zuccheri diversi dal glucosio,
come il fruttosio e il mannosio, che vengono fosforilati e convertiti a fruttosio 6-fosfato da
specifiche chinasi e isomerasi.
4.La scissione del fruttosio 1,6-bisfosfato.L’enzima aldolasi scinde il fruttosio 1,6-bisfosfato in due
triosi fosforilati, la gliceraldeide 3-fosfato (un aldoso) e il diidrossiacetone fosfato (un chetoso).
TI RICORDI? La reazione (4) è la tappa litica della via che dà il nome alla glicolisi.
5.L’interconversione dei triosi fosfato. Dei due triosi fosfato formati dall’aldolasi, solo la
gliceraldeide 3-fosfato può essere demolita nelle reazioni successive. L’altro prodotto, il
diidrosssiacetone fosfato, è rapidamente isomerizzato in gliceraldeide 3-fosfato dalla trioso fosfato
isomerasi.
TI RICORDI? Questa reazione è reversibile ma l’equilibrio è fortemente spostato verso destra
perché la gliceraldeide 3-fosfato viene costantemente consuma dalla successiva fase esoergonica.
6.L’ossidazione e la fosforilazione della G3P. La prima reazione della fase esoergonica , catalizzata
dalla gliceraldeide 3-fosfato deidrogenasi, converte la G3P a 1,3-bisfosfoglicerato. Questa tappa è
la somma di due reazioni: la prima è l’ossidazione dell’aldeide ad acido carbossillico, con riduzione
del NAD* a NADH+H*; la seconda è la fosforilazione dell’acido carbossilico per formare 1,3-
bisfosfoglicerato.
TI RICORDI? La reazione (6) è endoergonica, ma è accoppiata alla reazione (7) che è fortemente
esoergonica. L’intero processo che dalla G3P porta al 3PG con produzione di una molecola di ATP
risulta perciò spontaneo.
La quantità di NAD* disponibile nella cellula è molto inferiore a quella del glucosio che entra nella
via glicolitica; di conseguenza:
la reazione di ossidazione della gliceraldeide 3-fosfato nella tappa 6 si arresta immediatamente se
il NADH non viene continuamente riossidato mediante le vie metaboliche della fermentazione o
della respirazione cellulare.
8.La conversione del 3-fosfoglicerato. L’enzima fosfoglicerato mutasi catalizza lo spostamento del
gruppo fosfato dal C-3 al C-2 del glicerato , con formazione di 2-fosfoglicerato.
9.La deidratazione del 2-fosfoglicerato. È caraterizzata dall’enolasi; questo enzima rimuove una
molecola di acqua dal 2-fosfoglicerato e porta alla formazione di un doppio legame tra gli atomi di
carbonio C-2 e C-3 della catena.
Il prodotto di questa reazione , il il fosfoenolpiruvato (PEP), è un composto molto instabile, che
tende a cedere facilmente il proprio gruppo fosfato.
10.La formazione di piruvato e ATP. L’ultima tappa è il trasferimento, catalizzaìto dalla piruvato
chinasi, del gruppo fosforico dal fosfoenolpiruvato all’ADP con una seconda fosforilazione a livello
del substrato.Si ottengono due molecole di ATP che sono il guadagno energetico della glicosi . Il
prodotto finale è il piruvato.
TI RICORDI? La conversione del fosfoenolpiruvato è tautomeria cheto-enolica: la forma chetonica
(piruvato) e la conversione è favorita.
Ciascuna molecola di glucosio è ossidata a molecole di piruvato; nella prima fase si consumano
due ATP nella seconda fase se ne formano quattro.
Il guadagno energetico netto della glicolisi è di due molecole di ATP per ogni molecola di glucosio.
Si ha anche la riduzione di due NAD* a due NADH.
Il trasferimento degli elettroni dal NADH all’O, fornisce l’energia per la sintesi dell’ATP mediante il
processo di fosforilazione ossidativa.
2. In condizioni anaerobiche tale processo non può avvenire e la cellula ricorre alla fermentazione
per evitare che la glicolisi si blocchi per l’assenza di NAD*.
La fermentazione può avvenire in due modi, portano alla sintesi di prodotti finali diversi, ma che
permettono entrambi la rigenerazione del NAD in assenza di ossigeno: fermentazione lattica , il
piruvato si riduce a lattato; fermentazione alcolica il piruvato è convertito a etanolo e CO2