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Capitolo 2 – progresso tecnico, demografia e crescita economica

2.0 - come avviene il progresso tecnico in che modo esso sostiene la crescita del tenore di
vita
Una delle dottrine economiche più influenti del XIX secolo è stata il malthusianesimo. Malthus
riteneva che una crescita sostenuta del reddito pro capite sarebbe stata impossibile, questo perché,
anche in presenza di un miglioramento tecnologico che avesse aumentato la produttività del lavoro,
la gente avrebbe reagito al miglioramento della propria situazione economica aumentando il numero
di figli, e a quel punto la crescita demografica sarebbe proseguita fino a che il tenore di vita non si
fosse ridotto in misura sufficiente da frenare l'aumento demografico. Di conseguenza Malthus aveva
una visione fortemente pessimistica, in quanto riteneva che non fosse possibile sfuggire al circolo
vizioso della povertà, questo dimostrato anche dall'assenza di una crescita stabile del reddito. Ma fu
proprio nel periodo del malthusianesimo che vi fu una fioritura di invenzioni e innovazioni radicali
che consentirono di ottenere la stessa produzione con l'impiego di una quantità inferiore di lavoro.
Vennero introdotte diverse invenzioni che riguardavano la filatura e la tessitura, venne introdotto il
motore a vapore definito General purpose, poiché suscettibile di molteplici possibili usi. Codeste
invenzioni ruppero e circolo vizioso di Malthus, infatti il progresso tecnico aumentò la quantità che
ciascuna persona era in grado di produrre in un'unità di tempo, consentendo ai redditi di crescere
anche in presenza di un aumento
della popolazione. Così il progresso
tecnico compensava la crescita della
popolazione determinata
dall'aumentato reddito e consentiva
al tenore di vita di migliorare.
Per un lungo periodo la logica
malthusiana si è dimostrata valida.
Successivamente salari reali e
popolazione cominciarono a
crescere e il tenore di vita subì una
vera e propria impennata dopo il
Andamento dei salari reali lungo sette secoli: gli artigiani (lavoratori specializzati) di Londra (1264–
1830. (indice= quantità rapportata al
2001) e la popolazione della Gran Bretagna. suo valore in un altro periodo
(periodo di riferimento) che viene solitamente normalizzato a 110. Reale= il salario monetario di
ciascun anno è stato corretto per tener conto dei cambiamenti dei prezzi nel corso del tempo. Perciò
l’indice dei salari reali indica il reale potere d’acquisto della remunerazione percepita dai lavoratori).
Vediamo. Perciò contrapporsi due figure aventi pensieri contrapposti sulle tendenze di lungo periodo
dell’economia: Smith VS Malthus:
- Smith - circolo virtuoso: estensione del mercato, divisione del lavoro, crescita della
produttività e del tenore di vita
- Malthus – visione pessimistica. Lavoratori condannati alla condizione di sussistenza.
Risultato dell’interazione tra due fattori (discussa in dettaglio più avanti):
• Produttività decrescente in agricoltura all’aumento dei lavoratori;
• Teoria della popolazione endogena (1798): se il salario aumenta sopra la sussistenza,
la popolazione aumenta.
Empiricamente hanno ragione entrambi con riferimento a epoche storiche diverse.
Fino a metà 800 salari reali stabili a livello di sussistenza. I guadagni di produttività inizio rivoluzione
industriale (visti nel capitolo 1) si accompagnano ad aumento della popolazione, ma non negli
standard di vita.
Nota. Ricorda che il PIL procapite può non essere un buon indice del tenore di vita medio perché non
tiene conto della disuguaglianza (all’interno del paese). Se nella prima metà 800 il PIL procapite
aumenta a fronte di salari stagnanti stanno aumentando i profitti. Da fine 800 i salari reali decollano
e seguono andamento esponenziale.

2.1 – economisti, storici e rivoluzione industriale


Molti economisti e storici si domandano come il progresso tecnico abbia avuto luogo e perché proprio
nell’Inghilterra del XVIII secolo. La rivoluzione industriale è stata una combinazione complessa di
cambiamenti intellettuali, tecnologici, sociali, economici e morali interdipendenti.
- Joel Mokyr ritiene che le vere fonti del progresso tecnico vadano ritrovate nella rivoluzione
scientifica europea e nell'Illuminismo del secolo precedente. Egli infatti riteneva che nel
XVIII secolo vi fosse stato un trasferimento e una trasformazione delle conoscenze
scientifiche in strumenti pratici e tecniche disponibili agli ingegneri e agli artigiani
specializzati, che poterono essere utilizzati per la realizzazione di nuove macchine.
- David Landes invece dà importanza alle caratteristiche politiche e culturali delle Nazioni
nel loro complesso: egli infatti riteneva che l'Europa avesse sorpassato la Cina per ragioni
culturali e istituzionali (la Cina era così potente da soffocare l’innovazione e favoriva la
stabilità).
- Gregory Clark attribuisce il decollo britannico alla cultura, ma soprattutto diede importanza
la capacità di tramandare da una generazione all'altra valori quali la propensione al lavoro e
al risparmio. molti hanno seguito il filone di Clark, fra cui il sociologo Max Weber, che ho
individuato nei paesi protestanti dell'Europa settentrionali la culla dello spirito del
capitalismo.
- Kenneth Pomeranz riteneva che la fonte andasse individuata nell'abbondanza di carbone in
Inghilterra. Egli sottolineò anche il ruolo svolto dall'accesso alle produzioni agricole delle
colonie del Nuovo Mondo (specialmente lo zucchero);
- Heblick, Harvey: ruolo della tratta degli schiavi;
- Allen: alto costo del lavoro e basso costo dell’energia
Il decollo europeo è stato probabilmente il risultato di una combinazione di fattori: scientifici,
demografici, politici, geografici, militari e così via. Può aver avuto un ruolo importante anche
l'interazione fra Europa e il resto del mondo.

2.2 - i modelli economici: vedere meglio guardando meno cose


Alcuni economisti, per illustrare e studiare il funzionamento dell'economia, hanno fatto uso di modelli
mutuati dalla fisica. Basti pensare a Irvin Fisher che rappresentò i flussi economici attraverso un
congegno idraulico con leve interconnesse e serbatoi mobili pieni d'acqua che mostravano come i
prezzi dei beni dipendessero dalla quantità offerta di ciascun bene, dal reddito dei consumatori, e
da quale valore ciascuno di essi attribuisse a ciascun bene. Il congegno cessava di muoversi nel
momento in cui l'acqua in ciascun serbatoio raggiungeva il livello del contenitore in cui era collocato
e la posizione assunta dal divisorio in ciascun serbatoio corrispondeva al prezzo di ciascun bene.
Fisher ha:
- colto gli elementi dell'economia che riteneva fossero rilevanti per la determinazione dei
prezzi;
- mostrato come le interazioni tra gli elementi possono determinare un insieme di prezzi che,
una volta raggiunti, tendono a non modificarsi;
- condotto esperimenti con il modello per scoprire gli effetti di cambiamenti nelle condizioni
economiche;
La macchina di Fisher illustra un equilibrio, ossia una situazione che in un certo modello tende ad,
nella quale il valore di una variabile di interesse non cambia, a meno che non venga introdotta una
forza esterna che altera i dati che descrivano quella situazione nel modello.
Per Malthus un salario pari al livello di sussistenza è un equilibrio perché perturbazioni che
allontanano i salari dal livello di sussistenza tendono ad autocorreggersi, visto che i salari tendono a
tornare in modo automatico a livello di sussistenza quando la popolazione cresce.
Un modello economico è uno schema teorico, astratto, espresso in forma matematica (utilizzo di
equazioni). Per poterci fidare dei modelli che utilizziamo, dobbiamo confrontarli con i dati.

2.3 - concetti di base: prezzi, costi e rendite da innovazione


Ceteris paribus (a parità di altre condizioni) = è una strategia di semplificazione dell’analisi che
consiste nel restringere l’attenzione ai soli aspetti che si ritengono rilevanti per rispondere alla
domanda posta, considerando che tutti gli altri aspetti invariati o costanti.
incentivi economici = ricompense o sanzioni economiche che influenzano i benefici e i costi associati
a corsi di azione alternativi. Quando i proprietari di un'impresa decidono quanti lavoratori assumere,
o quando il cliente di un negozio decide cosa e quanto acquistare, i prezzi sono un fattore determinante
della sua decisione. Gli agenti massimizzano una funzione obiettivo. Rispondono a incentivi che
permettono di aumentare il valore della soddisfazione.
prezzi relativi = prezzo di un bene o servizio rispetto al prezzo di un altro bene o servizio (espresso
solitamente come un rapporto). Questo non è altro che il prezzo di un'opzione rispetto ad un'altra,
questo perché l'economia si concentra sulle alternative e sulle scelte. Quando variano generano
incentivo a cambiare la scelta economica (es: consumo di beni, o metodo di produzione).
rendita economica = un individuo ottiene una rendita economica se riceve un pagamento o un altro
tipo di remunerazione che è superiore a quanto avrebbe ricevuto nella migliore alternativa alla
situazione corrente, detta anche opzione di riserva.
RENDITA ECONOMICA = beneficio ottenuto – beneficio della migliore alternativa (opzione di
riserva)
rendita da innovazione = la differenza tra i profitti ottenuti da un'impresa che innova introducendo
una nuova tecnica, forma organizzativa o strategia di marketing ed il costo opportunità del capitale
(incremento di profitto rispetto ad una situazione di equilibrio dovuto all’introduzione di
un’innovazione. È un caso specifico di rendita economica).
Agenti economici che rispondono a incentivi scelgono azioni che generano una rendita economica
positiva.
2.4 - il modello di un'economia dinamica: tecnologia e costi
Tecnica: combinazione di input necessari a produrre un certo ammontare di un bene (output)
Es: output 100 metri di tessuto. Ipotesi: due input, lavoro (L) ed energia (R). Ipotesi 5 tecniche di
produzione
la tecnica E è ad alta intensità di lavoro
(labor-intensive) e la tecnica A e ad alta
intensità di energia (energy-intensive).
La tecnica C risulta inferiore alla A: per
produrre 100 m di tessuto, essa usa più
lavoratori e più carbone. Di
conseguenza diremo che C è dominata
dalla tecnica A, come anche la tecnica D
è dominata da B (si dice che A domina
B, se A è più vantaggioso di B rispetto a
tutte le dimensioni considerate. Ad
esempio, una tecnica ne domina un'altra
se richiede una quantità inferiore di tutti gli input per ottenere una stessa quantità di output). Le
tecniche C e D non sarebbero mai scelte quando A e B sono disponibili. Ma come viene effettuata la
scelta tra A, B ed E? Ciò dipende dall'obiettivo dell'impresa. Assumendo che l'obiettivo sia ottenere
il massimo profitto possibile, il che richiede che il tessuto sia prodotto utilizzando la minor quantità
di input possibile. Sostanzialmente la scelta dipende dal prezzo relativo dei due input.
La scelta avviene in base ai prezzi relativi, cioè quanto costa assumere un lavoratore acquistare una
tonnellata di carbone. In questo caso il costo di produzione c è dato da (salario x lavoratori) + (prezzo
del carbone x tonnellate). Indicando con w il salario, con L il numero di lavoratori, con p il prezzo del
carbone e con R le tonnellate di carbone, avremo
𝑐 = (𝑤 × 𝐿) + (𝑝 × 𝑅)

Es: w = 10, p = 20 → la tecnica 2 L e 3


R (P1) costa c = 80

Anche la tecnica 6 L, 1 R (P2) costa c =


80
Tutti i punti sulla retta che congiunge P1 e
P2 hanno un costo c = 80

Il grafico mostra le rette di isocosto,


ossia le rette che rappresentano tutte
le combinazioni di input che
comportano lo stesso costo per un
produttore. Queste consentono di
confrontare in modo immediato i
costi di tutte le combinazioni degli
input. Osserviamo che, disegnando la
retta di sottocosto, stiamo facendo
una semplificazione: stiamo
assumendo che sia possibile
acquistare frazioni piccole a piacere
di lavoratori o di carbone. Per trovare
la retta di isocosto di un determinato costo di produzione, si deve individuare un altro punto in cui la
combinazione degli input dia lo stesso costo. Un modo semplice per disegnare una di queste curve è
quello di trovarne i punti di incontro con gli assi (ad esempio, la curva corrispondente a 80£ unisce i
punti J e H). La retta di isocosto ha inclinazione negativa, pari al -w/p. I punti al di sopra della retta
di isocosto costano di più. Possiamo usare queste curve per confrontare le tre tecniche A, B e E (quelle
non dominate).
Possiamo notare che la tecnica B
è quella meno costosa. Si noti
che ciò che conta è il prezzo
relativo e non il prezzo assoluto.
Infatti, se entrambi i prezzi
raddoppiassero, il diagramma
risulterebbe molto simile: la retta
di isocosto avrebbe la stessa
inclinazione. Da c = wL + pR,
possiamo scrivere
𝑐 𝑤
𝑅= − ( )𝐿
𝑝 𝑝
dove c/p indica l’intercetta, mentre – w/p indica l’inclinazione.
L’isocosto rappresenta le infinite combinazioni di L e R (le tecniche di produzione) associate allo
specifico costo c. L’isocosto è un curva di livello della funzione di due variabili c= f (L,R). Se
facciamo variare c otteniamo una mappa di isocosti. Più mi avvicino all’origine più il costo si riduce.
Aumenta invece spostandomi in alto a destra: tecniche al di sopra di un determinato isocosto sono
pertanto più costose.
2.5 - il modello di un'economia dinamica: innovazione e profitto
Se la retta di isocosto diventasse sufficientemente ripida a seguito di un aumento del salario rispetto
al prezzo del carbone, la tecnica B non sarebbe più la meno costosa: l'impresa sceglierebbe la tecnica
A. Supponendo che il prezzo del carbone scenda a 5£ e che il salario rimanga a 10£, la tecnica A
consente all'impresa di produrre 100 m di tessuto al minimo costo. In questo modo accostare di meno
e la tecnica ad alta intensità di energia. Il costo di tutte le tecniche si riduce, ma in proporzioni diverse.
La tecnica ‘energy-intensive’ ha la riduzione maggiore. La pendenza degli isocosti aumenta (in valore
assoluto). Disegno isocosto con c = 40. So che passa per A e che la pendenza è aumentata a 2 (da ½).
Per disegnare la retta di isocosto della
tecnica, che quindi ha un costo di
produzione pari a 40£, dobbiamo
cercare un altro punto con lo stesso
costo. Il modo più semplice è trovare
uno dei punti di incontro con gli assi, F
o G. Le tecniche B ed E, che si trovano
al di sopra di tale retta, hanno quindi
costi maggiori. La pendenza della retta
di isocosto si calcola il prezzo le
relativo del lavoro – (10/2)= –2

Quando si verifica un cambiamento nei


prezzi relativi, una nuova retta di
isocosto passante per B è più ripida e il
costo di produzione diventa 50£.
Passando alla tecnica A, il costo di
produrre 100 m di tessuto diventa 40£.
Il profitto dell'impresa è pari ai ricavi
della vendita del prodotto meno i costi
sostenuti. Indipendentemente dalla
tecnica adottata e dal prezzo da pagare
per acquistare lavoro e carbone, il
prezzo che si ricava dalla vendita di
100 m di tessuto sono gli stessi. La
variazione nel profitto è dunque pari alla riduzione nei costi associati all'utilizzo della nuova tecnica,
e i profitti aumentano di 10£ per ogni 100 m di tessuto: profitti = ricavo totale – costo totale. Perciò
in questo caso la rendita economica è data dalla riduzione di costi resa possibile dalla nuova tecnica,
è questa viene definita rendita da innovazione (∆costi=40-50=-10→ ∆profitto=10). Il primo ad
adottare la nuova tecnica è definito imprenditore, ossia una persona che crea o sfrutta prima degli altri
tecniche e forme organizzative innovative o altre opportunità offerte dal mercato. Le rendite da
innovazione non durano per sempre: le altre imprese seguiranno la prima impresa adottando anch'esse
la nuova tecnica, riducendo i costi ed aumentando anch'essi i profitti, ma in questo modo l'offerta di
tessuto sul mercato aumenta e il prezzo comincia a scendere. Tale processo continuerà finché tutti
utilizzeranno la nuova tecnica e non vi sarà più nessuno che ottiene rendite da innovazione.

2.6 - la rivoluzione industriale inglese e l'incentivo a introdurre nuove tecniche


Il settore tessile pre-rivoluzione
industriale: ‘labor-intensive’ sia per la
filatura che per la tessitura. Quando il
costo dell'energia diminuisce
relativamente al costo del lavoro, il
passaggio alla nuova tecnica ad alta
intensità di energia comporta la
possibilità di ottenere delle rendite
economiche. Meccanizzazione.
Riduce il lavoro necessario, tanto più
insieme alla
comparsa del motore a vapore.
Prima il lavoro era molto
costoso relativamente
all'energia in Inghilterra e nei
Paesi Bassi. In Inghilterra il
rapporto tra salari e costo
dell'energia (prezzo relativo del
lavoro) era elevato, sia perché i
salari inglesi erano più alti che
altrove, sia perché l'Inghilterra
era particolarmente ricca di
carbone.

prezzo1del
Figura lavorodel
prezzo in lavoro
rapporto
inalrapporto
prezzo dell'energia
al prezzo in diverse cittàinall'inizio
dell'energia diversedelcittà
XVIIIall'inizio
secolo del
XVIII secolo

il grafico mostra il rapporto tra i


salari dei lavoratori edili e il costo
di utilizzazione dei beni capitali in
rapporto al costo dei beni capitali.
I salari restarono simili in
Inghilterra e Francia fino alla metà
del XVII secolo, ma da quel
momento in poi in Inghilterra
assumere un lavoratore divenne
sempre più costoso in termini
relativi. Di conseguenza
l'incentivo a sostituire i lavoratori
Figura 2 rapporto tra salari e costo dei beni capitali dalla fine del XVI all'inizio del XIX con macchine aumentano il
secolo
periodo considerato in Inghilterra ma non in Francia.

Possiamo perciò dare una spiegazione del perché la rivoluzione industriale si affermò in quel luogo e
in quel momento:
- i salari in rapporto al costo dell'energia e dei beni capitali crebbero durante il XVIII secolo in
Inghilterra;
- i salari in rapporto al costo dell'energia e dei beni capitali erano più alti in Inghilterra che
altrove nel XVIII secolo
Queste nuove tecniche vennero successivamente adottate in Francia e Germania e, da ultimo, anche
in Cina e India (grazie anche alla riduzione dei costi di trasporto → riduzione costo d’importazione
dell’energia), a causa dell'ulteriore progresso tecnico, che ha portato allo sviluppo di una tecnica che
domina entrambe le tecniche in uso. Ricordiamo che per progresso tecnico intendiamo la creazione
di output con minore quantità di input. Inoltre, la produttività del lavoro aumenta nel tempo (e non
solo in UK dove il salario era relativamente alto) perché il progresso tecnologico genera tecniche che
dominano le precedenti indipendentemente dai prezzi degli input.
Quando il prezzo relativo del
lavoro è elevato, viene scelta la
tecnica A ad alta intensità di
energia. Quando tale prezzo è
basso, viene scelta la tecnica B
ad alta intensità di lavoro.
L'innovazione rende disponibile
una nuova tecnica, definita A’.
Rispetto ad A, questa tecnica
utilizza, per produrre 100 m di
tessuto, solo la metà dell'energia
a parità di lavoratori. La nuova
tecnica A’ domina A. La tecnica
A’ comporta costi più bassi di A
e B sia nei paesi in cui i salari sono relativamente alti (retta di isocosto FG) sia in quelli con bassi
salari e alto costo dell'energia (retta di isocosto HJ). Essa verrà quindi adottata in entrambe le
economie. A’ domina A e B sia ai prezzi iniziali (p=20) sia a prezzi successivi alla riduzione del costo
dell’energia (p=5). Con salari molto bassi è possibile che tecniche obsolete rimangano in uso.
Immagina un isocosto molto piatto che passa per B e rimane al di sotto di A’.

2.7 - l'economia malthusiana: la produttività media del lavoro decresce


Per comprendere la decrescenza della produttività media del lavoro, utilizziamo un esempio.
Spiegazione dell’economia pre-rivoluzione industriale. Legge dei rendimenti decrescenti:
produttività media e marginale del lavoro in agricoltura diminuisce aumentando la produzione.
Immaginando che per la produzione del grano sia richiesta unicamente la lavorazione della terra:
avremo che gli unici due input sono il lavoro e la terra, definiti fattori di produzione, ossia una risorsa
utilizzata nel processo produttivo (input). Ipotizzando anche che la terra coltivabile sia disponibile in
quantità fissa e sia tutta della stessa qualità, questa è divisa in 800 appezzamenti, ciascuno coltivato
da un singolo agricoltore e tutti lavorano le stesse ore. Tutti gli agricoltori producono insieme un
totale di 500.000 kg di grano. La produttività media, ossia la produzione totale divisa per la quantità
di uno specifico input, è data da:
𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑡𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 500.000 𝑘𝑔
𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖𝑡à 𝑚𝑒𝑑𝑖𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑙𝑎𝑣𝑜𝑟𝑜 = =
𝑛𝑢𝑚𝑒𝑟𝑜 𝑎𝑔𝑟𝑖𝑐𝑜𝑙𝑡𝑜𝑟𝑖 800 𝑎𝑔𝑟𝑖𝑐𝑜𝑙𝑡𝑜𝑟𝑖
= 625 𝑘𝑔 𝑝𝑒𝑟 𝑎𝑔𝑟𝑖𝑐𝑜𝑙𝑡𝑜𝑟𝑒

Nel caso in cui la popolazione aumenti, dobbiamo far ricorso alla funzione di produzione, ossia la
funzione che esprime la relazione tra quantità di fattori produttivi (input) utilizzati e quantità di
prodotto ottenuto (output) (Funzione di una o più variabili. Trasforma determinate quantità di input
(variabili indipendenti) in un determinato ammontare di output (o prodotto, variabile dipendente)).
Tale funzione indica la quantità di prodotto che si ottiene in corrispondenza di un certo numero di
agricoltori a una certa quantità di terra, tenendo costante la quantità di tutti gli altri input. La relazione
tra input e output è rappresentata graficamente come una funzione continua, ciò significa che la
relazione è definita per tutti i valori positivi. Questa viene definita funzione poiché la funzione non è
altro che una relazione tra due quantità, in questo caso input e output, ed è espressa come y= f(x),
dove x è l'ammontare di lavoro impiegato in agricoltura, ossia la variabile indipendente (input),
mentre y è la quantità di grano prodotto che ne risulta, ossia la variabile dipendente (output). Possiamo
scriverla anche come
𝑦 = 𝑓(𝐿, 𝑇)
La legge dei rendimenti decrescenti sostiene che, con un fattore fisso (terra in questo caso
specifico), aumentare il lavoro fa aumentare la produzione, ma con incrementi sempre minori. Una
funzione di produzione di questo tipo è crescente e concava. f’L > 0, f’’L < 0. Oltre un certo limite,
data la terra, aggiungere lavoratori non migliora molto il prodotto. La funzione tende ad appiattirsi.
A partire da ogni punto della funzione possiamo calcolare il prodotto medio. Sappiamo che quel
rapporto misura la pendenza della retta che unisce l’origine al punto A, misura dall’ampiezza
dell’angolo α.
La funzione di produzione
indica la relazione tra il
numero di agricoltori che
lavorano la terra e il grano
prodotto alla fine della
stagione. Il punto A sulla
funzione di produzione
mostra l'output di grano
prodotto da 800
agricoltori. Il punto B
quello prodotto da 1600
agricoltori. In A la
produttività media del
lavoro è 500000/800=625 kg di grano per agricoltore. In B La produttività media del lavoro è
732000/1600= 458 kg di grano per agricoltore. L'inclinazione del raggio uscente dall'origine passante
per il punto B sulla funzione di produzione mostra la produzione media nel punto B. L'inclinazione
458, corrispondente ai 458 kg Per agricoltore quando il numero di agricoltori che lavora la terra è
1600. L'inclinazione del raggio passante per A è 625, corrispondente a 625 kg per agricoltore calcolati
in precedenza; essa è dunque maggiore di quella del raggio passante per B.
Abbiamo perciò una produttività media del lavoro decrescente, ossia una situazione nella quale,
all'aumentare dell'impiego di lavoro in un processo produttivo, la produttività media del lavoro si
riduce. La pendenza della retta che partendo dall’origine interseca la curva si appiattisce: produttività
media decrescente. Potremmo dire che, nel mondo reale, man mano che la popolazione aumenta
anche la terra coltivata aumenterà appunto ma Malthus fece notare che, anche quando fosse possibile
aumentare la terra coltivabile, la prima generazione di agricoltori prenderebbe la terra migliore, per
cui la terra aggiuntiva sarebbe meno fertile. Anche in questo caso avremmo una riduzione della
produttività del lavoro. Perciò in questo caso potremmo concludere che la produttività media del
lavoro è decrescente perché:
- si utilizza più lavoro su una quantità fissa di terra
- si coltivano terre via via meno fertili
La produttività media del lavoro diminuisce all'aumentare della quantità di lavoro impiegata e di
conseguenza il reddito degli agricoltori diminuisce.
Il prodotto marginale è
l’incremento di produzione
dovuto all’impiego di un
lavoratore extra ∆grano/
∆agricoltori con ∆ ‘piccolo’.
È la derivata prima della
funzione di produzione, f’L. è
misurato dalla pendenza
della curva, ovvero della retta
tangente alla curva in un
punto, l’ampiezza angolo β.
Anche il prodotto, o
produttività, marginale è
decrescente.
2.8 - l'economia malthusiana: aumento del tenore di vita e crescita demografica
Il tenore di vita (salario) dipende dall'ampiezza della popolazione. Malthus riteneva che la crescita
del tenore di vita determini un aumento della popolazione. Finché le persone hanno sussistenza
illimitata si moltiplicheranno, ma alla fine riempiranno il paese, e un'ulteriore crescita della
popolazione spingerà verso il basso i redditi della maggior parte di loro per effetto della produzione
media del lavoro decrescente. Una caduta del tenore di vita frenerà la crescita demografica, attraverso
un aumento del tasso di mortalità e una riduzione di quello di natalità. Alla fine il reddito sarà
nuovamente a livello di sussistenza. Malthus individua un equilibrio in cui il livello di reddito è
appena sufficiente a garantire un livello di consumo di sussistenza. Perciò se il tenore di vita (salario)
è temporaneamente più alto della sussistenza la popolazione aumenta grazie a una riduzione del tasso
di mortalità ed un aumento del tasso di natalità. L’aumento della popolazione fa ridurre la produttività
media. Il tenore di vita torna verso la sussistenza, dato che il salario è una frazione della produttività,
e stabilizza la popolazione.
Il progresso tecnologico per Malthus non può aiutare a superare questo stato stazionario. Il progresso
tecnologico può temporaneamente far aumentare il tenore di vita al di sopra della sussistenza. Ma la
popolazione aumenta e la produttività media si riduce finché non torna al livello di sussistenza. Nel
nuovo equilibrio abbiamo popolazione più alta e salari invariati.
Il progresso tecnico
sposta la funzione di
produzione verso l’alto.
Partendo da A,
inizialmente arriviamo in
C. La produttività del
lavoro aumenta. Ma se
aumentano i salari, la
popolazione aumenta,
aumentano i lavoratori e
questo fa ridurre la
produttività media.
Arriviamo in B. I
lavoratori sono cresciuti
più della produzione. La
produttività è tornata al livello iniziale che aveva in A. L’unico effetto è un aumento della
popolazione. La miglior tecnologia permette di sostenere una popolazione più ampia, ma sempre allo
stesso livello di sussistenza.
Perciò le due idee
centrali nel modello
di Malthus sono:
- La legge della
produttività media del
lavoro decrescente;
- l'idea che la
popolazione aumenti
si aumenta il tenore di
vita
Il ragionamento è analogo se la terra non è interamente occupata, ma è di qualità eterogenea.
Progressivamente, l’aumento del numero degli agricoltori farà coltivare terre meno fertili e la
produttività media si riduce.

2.9 - trappola malthusiana e stagnazione economica nel lungo periodo


Nel mondo malthusiano, il principale effetto di lungo periodo del progresso tecnico era dunque la
crescita demografica. Secondo Malthus gli esseri umani hanno inventato modi migliori per fare le
cose e ciò ha determinato un aumento temporaneo del reddito dei lavoratori al di sopra del livello di
sussistenza. Il più alto reddito spingeva però le giovani coppie a sposarsi prima e avere più figli, e
inoltre riduceva il tasso di mortalità. Portava una crescita della popolazione che riportava i redditi a
livello di sussistenza e ciò può spiegare perché la Cina e l'India abbiano avuto crescita demografica,
ma livelli di reddito molto bassi.
Dalla fine del XIII secolo fino all'inizio
del XVII secolo, l'Inghilterra ha avuto un
andamento altalenante con periodi di alti
salari che determinavano la crescita
demografica, e quindi una riduzione dei
salari e una successiva riduzione della
popolazione e così via, in un circolo
vizioso. Andamento altalenante di
popolazione, che prima si riduce (300-
400) per poi tornare ad aumentare (500) e
dei salari, che aumentano nel 300 per poi ridursi nel 500, dopo essere stati relativamente stabili nel
400. Emerge in ogni caso una relazione inversa tra salario reale e popolazione (quando una variabile
sale, l’altra scende).
Il caso dell’Inghilterra tra
il 1300 e il 1600 illustra
bene il funzionamento di
un’economia
malthusiana. La peste
bubbonica del 1348–50,
conosciuta come peste
nera, uccise 1,5 milioni di
persone su una
popolazione inglese
stimata di quattro milioni,
portando ad una caduta
drammatica dell’offerta di
lavoro. La riduzione della
popolazione produsse un
vantaggio economico per
gli agricoltori e gli altri
lavoratori sopravvissuti:
gli agricoltori ebbero
maggiore disponibilità di
terra e terreni di migliore
qualità, e i lavoratori
poterono richiedere salari
più alti. A seguito della
peste i redditi crebbero. A
metà del XV secolo, i
salari reali dei lavoratori inglesi nel settore delle costruzioni erano raddoppiati. I maggiori salari
contribuirono a far aumentare la popolazione durante tutto il XVI secolo, ma si verificò quanto
previsto dalla legge di Malthus: quando la popolazione aumenta, i redditi diminuiscono. Nel 1600,
i salari reali erano tornati al livello di 300 anni prima.
2.10 – fuga dalla trappola malthusiana
Malthus però aveva torto a credere
che questa situazione non sarebbe
mai potuta cambiare. I
miglioramenti della tecnica sono
avvenuti ad un tasso più rapido
della crescita della popolazione,
compensando la caduta della
produttività media del lavoro,
infatti tra la fine del XVI e l'inizio
del XVIII, pur in presenza di una
crescita dei salari, vi fu un
aumento relativamente contenuto
della popolazione appunto attorno
al 1740, possiamo notare nuovamente la relazione malthusiana, Etichettata nella figura con XVIII secolo.
Popolazione e salari reali crescono insieme. La tecnologia cresce a un tasso più rapido della popolazione.
L’economia inglese, che nel
XVIII secolo segue ancora una
dinamica malthusiana, nel corso
del XIX secolo si muove verso un
nuovo regime, non malthusiano,
con salari reali crescenti e
popolazione in aumento. La
storia inizia con innovazioni
tecniche, che aumentano la
produttività del lavoro. Le
innovazioni continuano e la
rivoluzione tecnologica diventa
permanente, sostituendo migliaia
di filatrici, tessitori e agricoltori.
La perdita del lavoro riduce il
potere contrattuale dei lavoratori,
mantenendo bassi i salari, come
si vede dall’andamento piatto nel
periodo tra il 1750 e il 1830. In
questo periodo la dimensione
della torta cresce, ma non la
quota che va ai lavoratori. Negli
anni Trenta la più alta
produttività e i bassi salari
portano ad un aumento dei
profitti, e questo, insieme alla
concorrenza e alla tecnica, rende
possibile l’espansione dell’attività economica. La domanda di lavoro cresce, e sono in molti a lasciare i campi
per trovare un impiego nelle nuove fabbriche. L’offerta di lavoro si riduce quando viene impedito alle imprese
di assumere i bambini. La combinazione di una crescente domanda di lavoro e un’offerta decrescente aumenta
la forza contrattuale dei lavoratori. Il potere contrattuale dei lavoratori aumenta quando i lavoratori ottengono
il diritto di voto e si organizzano in sindacati. I lavoratori sono in grado di appropriarsi di una quota costante
o addirittura crescente degli incrementi di produttività generati dalla rivoluzione tecnologica permanente.

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