You are on page 1of 17

LE EMOZIONI

Come risposta che l'organismo dà a qualcosa che viene dall'ambiente esterno


Emozioni di base sono Fondamentale anche per la sopravvivenza (es paura, disgusto) hanno un
forte valore adattivo
Sono una sorta di cerniera tra mondo interno ed esterno

Concordanza sulla natura delle emozioni:


– sono processi (non uno stato, perchè non è statico ma dinamico) attivati da eventi che
facilitano ed ostacolano nel realizzare i nostri obiettivi
– comportano diversi stati di attivazione fisiologica (impariamo a riconoscere i correlati
fisiologici dell'esperienza emotiva)
– ci predispongono ad agire in certi modi
– influiscono sui processi cognitivi e decisionali
Le emozioni sono non da negare ma fortemente informative

TRE TEORIE:
facciamo riferimento a un processo che chiama in causa diverse componenti (somatico sensoriale,
endocrina, linguistica ecc)

– teoria della differenziazione : il neonato all inizio vive in uno stato di generica attivazione
(positiva o negativa) ma la distinzione tra le emozioni avviene in subordine a quello
cognitivo
– teoria differenziale: le emozioni di base (per il loro valore adattivo)sono presenti alla nascita
e compaiono presto, le emozioni complesse (sociali, secondarie) compaiono in seguito.
– Approccio funzionale o organizzazionale = E' una sintesi dei precedenti. L'organizzazione
generale delle emozioni è presente poco dopo la nascita, ma le sue componenti si sviluppano
grazie a processi simili a quelli dello sviluppo cognitivo
Impariamo col tempo a mostrare le emozioni nei modi e nei tempi più adatti (quindi sviluppo
emotivo è anche sviluppo della competenza emotiva)

METODI DI STUDIO

Comparsa delle emozioni :


– osservazione naturalistica o strutturata
– rilevazione indici fisiologici (frequenza cardiaca o ormoni nel sangue specifici)
– riconoscimento espressioni emotive (a seconda della configurazione dei muscoli del volto)

Riconoscimento espressioni emotive


– Esperimenti
– studi osservativi

COMPARSA DELLE EMOZIONI FONDAMENTALI

Approccio differenziale
I neonati già provano emozioni con funzione adattiva
– interesse
– gioia
– disgusto
– dispiacere
Rabbia e paura compaiono con la deambulazione
Rischio di assegnare alla mimica degli infanti il significato che ha per gli adulti
La manifestazione dell emozione inoltre non coincide con la consapevolezza dell'emozione

Approccio della differenziazione (o organizzazionale)


Le emozioni si sviluppano a partire da strutture più primitive
– prototipo fisiologico, primi mesi) cause endogene o puramente fisiche
– precursori ( verso i 3 mesi), reazioni diffuse
– Emozioni vere e proprie ( dopo i 6 mesi) significati precisi e reazioni circoscritte
– angoscia da separazione (7-8 mesi)

Rapda considerazione di 3 costrutti


– teoria della mente → accezione classica-cognitiva
– mentalizzazione → accezione più recente, clinica e relazionale in cui convergono sia
componente cognitiva sia quella emotiva
– affettività mentalizzata →

TEORIA DELLA MENTE (TOM)


Premark e Woodruff coniarono questo termine
→ lo scimpanzè ha una teoria della mente
Capacità di rappresentarsi gli stati mentali propri e altrui, per spiegare e prevedere, in base ad essi, il
comportamento prorpio e altrui

Empatia è simile a teoria della mente ma non è la stessa cosa( sono costrutti psicologici che si
toccano ma non si sovrappongono esattamente)

“si comporta così perchè è arrabbiato/perchè vuole farmi ceredere che/ ecc) → il buon esito di una
conversazione spesso sta nello spiegare il perchè di un comportamento..Quindi la teoria della mente
è adattiva (capire l'altro ti permette di capire di più il mondo sociale e agire meglio in base al
contesto)
ù
NS COMPORTAMENTO GUIDATO Da

– Noi ci comportiamo in base a ciò che conosciamo della realtà


– da monitoraggio meta-cognitivo che ha come strumento principale il pensiero ricorsivo (che
implica una meta rappresentazioe ( io penso che tu pensi, io credo che tu ti senta felice)
Può raggiungere diversi livelli di complessità
1° ordine → io penso che tu pensi
2° ordine → io penso che tu pensi che lui pensi
3° ordine → io penso che tu pensi che lui pensi che lei pensi che.....

Li uso all'interno di uno scambio e sono adattivi e sociali.


Devono avere una certa immediatezza per poter interagire in modo adeguato e funzionale

COMPITI DI FALSA CREDENZA


1) - Il compito di falsa credenza di primo ordine dello spostamento inatteso:
Rappresentazioni mentalistiche che possono essere anche false rispetto a come stanno le cose

(differente dalla mentalizzazione che chiama in causa non solo elementi cognitivi ma anche
emotivo-affettivi)
2)- Il compito di falsa credenza di primo ordine della scatola ingannevole
Incacapcità di prevedere ciò che l'altro dirà basandosi non sulla sua conoscenza ma sulla propria
falsa credenza, Il soggetto deve mettersi nei panni dell altro per vedere la sua realtà.

– Compiti di falsa credenza: hanno permesso, nella loro semplicità, di farci capire quando il
bimbo inizia a ragionare in termini di verità/falsità soggettivamente fondata
– 4 anni : spartiaque. Prima dei 4 annni i bimbi faliscono in questi compiti , dopo cominciano
a ragionare con questa modalità( anche prima dei 4 anni però hanno qualche una qualche
forma di mentalismo)
– capire che la mente rappresenta il mondo e che tali rappresentazioni guidano l'azione è la
tappa cruciale per l'acquisizione del ToM
– tappe evolutive della ToM : Precursori 0-2 anni, psicologia del desiderio (2 anni circa),
psicologia della vera credenza (3 anni circa)

MENTALIZZAZIONE

Accezione con duplice valore cognitivo + emotivo/affettivo:


– “tenere a mente la mente”
– “mantenere il cuore e la mente nel cuore e nella mente” (componenti più affettive, quindi
anche di empatia)
– “vedere se stessi dall esterno e gli altri dall interno”
– pensare i sentimenti e sentire i pensieri”
– mentalizzare: essere coscienti, a un qualche livello (più o meno esplicito) di stati interni
cognitivi ed emotivi
– origine della mentalizzazione : attribuzione di senso alle emozioni che emergono durante i
primi scambi interpersonali (anche non verbali) tra bambino e caregiver, in cui il bimbo
cerca di dare un senso al dialogo in corso
Mentalizzare: essere coscienti degli stati interni cognitivi ed emotivi. Consapevolezza che può avere
diversi livelli ( può essere implicita)
Avere presente la mente propria e quella altrui (costante dimensione Sè / altro, mentre la ToM ha
un focus sull'altro ) in modo da percepirne i contenuti e potervi rifletere sopra (riflessività)

Capire immaginativamente il comportamento o interpretare il comportamento come congiunto a


stati mentali intenzionali Dare un nome ai contenuti della ns mente

AZIONI E CONTENUTI DELLA MENTALIZZAZIONE

→ AZIONE:

– La mentalizzazione da significato all'esperienza, a ciò che è il nostro comportamento e


quello dell'altro. Da un sense making in senso bruneriano
Coinvolge l'attribuzione di qualità e stati mentali alle azioni proprie e altrui
– Varietà individuale: Le persone possono essere più o meno competenti a mentalizzare (es
autismo non riesce a mentalizzare). Vi può essere un ipomentalizzazione, o un
ipermentalizzazione (sono patologie)
– Varietà intraindividuale: ma varia anche all interno dello stesso individuo in base ai contesti,
al tipo di interazione ecc (storia della relazione con l'altra persona, ecc) Possiamo
mentalizzare molto di più con un soggetto e meno con un altro
– Mentalizzazione implicita: se cogliamo segnali verbali e usiamo un atteggiamento adeguato
a questo a volte è esplicita se coinvolge anche la narrazione (es compito di falsa credenza)
(anche questa è una differenza tra mentalizzazione e ToM)
Sstati interni delle persone diventano oggeto di riflessione durante la mentalizzazione

Mentalizzazione e teoria della mente sono simili ma non si sovrappongono

Rispestto alla dimensione Sè altro differiscono (Tom e mentalizzazione ) perchè la Tom si


concentra sull'altro, il riferimento è sempre all'altro, sforzo di comprensione mentalistica dell'altro.
La mentalizzazione invece fa uno sforzo di capire anche gli stati propri. Faccio diventare anche il
MIO comportamento oggetto di riflessione in termini mentalistici

Quindi mentalizzare= capire immaginativamente il comportamento o interpretare il


comportamento come congiunto a stati mentali intenzionali
In età prescolare comincia a dare spiegazione dell'altro in termini mentalistici
alternanza di rappresentazioni mentali nel gioco di finzione

Anche la teoria della mente ora ha un ottica life span (del ciclo di vita)

(Allen, Fonagy, Bateman, 2010 hanno fatto studi sulla mentalizzazione

08/03/2019
:
TEORIA DELLA MENTE (DIFFERENZA CON MENTALIZZAZIONE
– capacità degli individui di attribuire stati mentali a sé e agli altri e di prevedere il proprio e
altrui comportamento sulla base di tali stati
– concetto prevalentemente cognitivo
– gli studi riguardao principalmente l'attribuzione di stati interni agli altri
– Consequenzialità : studiare la teoria della mente significa (…)
MENTALIZZAZIONE (DIFFERENZA CON EMPATIA)
Empatia = costrutto molto vicino alla mentalizzazione
– mettersi nei panni dell'altro, sentire ciò che l'altro prova. Quindi ha un rapporto con la
mentalizzazione (alcuni autori dicono che solo la stessa cosa, altri dicono che l empatia è
uno strumento della mentalizzazione)
– Risposta emotiva provocata dallo stato emotivo dell altro o dalla condizione della altro, che
è congruente con o stato emotivo o situazione dell'altro. (molto vicina se non identica)
– capire emozioni degli altri e non le proprie
– poco implicata sulla riflessione esplciita sugli stati emotivi (che sono per lo più agiti nell'
empatia fine a se stess) → quindi la mentalizzazione ha in più che comprende anche i miei
stati emotivi, recuperando quel distacco che ci permetta di accompagnare l'altro e essergli di
aiuto. La mentalizzaizone quindi ci fa rappresentare lo stato dell'altro, ce lo fa capire, però
riesco anche a darti quell aiuto che in questo momento necessiti.
Empatizzare è una componente del mentalizzare
– Empatizzare implica conoscere lo stato emotivo dell'altro, si lega allo sviluppo della
competenza emotiva. Inizalmente in termini DIRETTI (contagio emotivo, frequente nei
bimbi che piangono se piange uno)
– Quindi richiede una chiara differenziazione Sè-altro, una buona regolazione di Sè
combinazione adeguata di consapevolezza di Sè e dell'altro

MENTALIZZAZIONE LIVELLI
ESPLICITA: ogni volta che facciamo gli stati mentali oggetto di ragionamento in modo
consapevole, se riflettiamo sul ns comportamento in termini mentalistici
– la mentalizzazione è un processo simbolico, perchè comporta un attività di costruzione e
maipolazione di stati mentali ( io racconto la mia esperienza all altro, e l'altro mi da una
chiave di lettura diversa)
– cosciente e volontaria
– si esprime con una narrazione (centrale x es nella psicoterapia)
In quanto narrativa, la mentalizzazione:
– si applica a se stessi e agli altri, ridefinizione dell esperienza raccontata è faticosa
– coinvolge il fattore tempo (passato, presente e futuro, direzione in cui voglio andare)

IMPLICITA

– Assume forma di un intuizione (non immediatamente consapevole, riflessivo , precede il


livello esplicito)
– automatica e pre riflessiva
– applicabile a se e agli altri
– può coinvolgere pensiero ipotetico deduttivo.

MENTALIZAZIONE : ESPLICITA O IMPLICITA?


Puo restare implicito o evolvere nell esplicito. Non sono due scompartimento separati ma un
continuum. Useremo più o meno queste componenti in base alla necessità (specifica situazione
vissuta, proprie capacità personali, tipo di relazioni in cui sono coinvolte, ecc)
E' un continuum di consapevolezza, implicito e esplicito non intesi come dicotomia.

Ripensando a qualcosa, mi vengono in mente aspetti che al momento non riuscivo a cogliere, a
freddo rimetto insieme i pezzi.
Diventare bravi a mentalizzare significa esserlo all'interno dell'interazione (ascoltarsi molto, quindi,
capire le proprie emozione e altrui, perchè certe cose ci danno fastidio ecc). E' faticoso
mentalizzare, perchè tieni presente le emozioni dell altro e la mia. Ciò implica una grande
conoscenza di sé

LA MENTALIZZAIZONE PER PETER FONAGY


Quindi per fonagy nasce nella dimensione intersoggettiva.Non imparo a mentalizzare perchè mi
insegnano a farlo, ma si acquisisce con l'interazione con l'altro (sempre con un importanza al
caregiver primario)
– quanto il caregiver è in grado di capire i bisogni del bambino nelle prime interazioni
– Nozione di madre “sufficientemente buona” (nel senso di non essere caregiver perfetto ma il
tanto che basta per svolgere funzione di contenimento)
Accudimento passa per holding e helding (accudimento che passa dal piano fisico ma oltre a
questo cerca di dare un senso al disagio del bimbo. Queste verbalizzazioni sono il tentativo
di dare un senso al comportamento del bimbo)
– Relazione educativa sempre con questa funzione di contenimento svolta dal caregiver

SVILUPPO DELLA MENTALIZZAZIONE NELLA RELAZIONE AFFETTIVA


– Aiuta il bimbo a percepirsi come soggetto mentale, il caregiver gli riflete tale immagine
trattandolo come tale ( e non come soggetto solo fatto di bisogni).
– Io penso perchè sono stato pensato da un altro, rocesciamento del concetto di “cogito ergo
sum” mentalizzo perchè per primo sono stato mentalizzato. Se il caregiver ha svolto un
lavoro di contenimento, anche io sarò in grado di svolgerlo.
– Rispecchiamento e intersoggettività
– Lavoro di Conagy e colleghi (bateman, fonagy, 2006, fonagy, bateman, 2019) la terapia
basata sulla mentalizzaizone (TMA)

TMA =
Tenere a mente le emozioni in psicoterapia
Nlel testo “affettività mentalizzata”

– Significa dare senso alle emozioni alla luce della propria memoria autobiografica e della
propria storia
– concetto/costrutto simile a quello di regolazione emotiva (lo sviluppo delle emozioni
implica la capacità di esprimerle, capirle, regolarle) ma è radicato nel sé e nel senso di sé ma
coglie un quadro che può inserirsi all interno di un azione terapeutica.
– Lo psicoterapeuta ascolta e mentalizza il paziente per permettergli di mentalizzare
autonomamente, capacità che dipendono dalla ns storia

tre fattori, self report su tre scale misurati dal questionario :per valutare la capacità di mentalizzare
sulle proprie emozioni, (non di gestione delle emozioni)
– identificazione delle emozioni → dare significato e nome alle emozioni alla luce della storia
personale
– elaborazione emotiva: capacità di regolazione emozioni (durata e intensità)
– espressione emotiva= comunicare emozioni e pensieri lungo un continuum che va
dall'espressione interna a quella esterna

Rapida considerazioe di 3 costrutti (1:02)


– affettività mentalizzata sta diventando costrutto emergente all'interno della mentalizzazione
– mentalizzazione nasce all interno del concetto di teoria della mente
Quindi i costrutti su cui lavoriamo oggi arrivano da precedenti studi quindi

Ricerche per capire quanto Capacità di mentalizzazione dei genitori incida sulla capacità di
mentalizzazione dei bambini.

I test fatti all estero sono stati poi provati in italia per validare che valgano anche lì. (il questionario
che ha fatto)

lezione 14/05/2019
La Teoria della mente
ToM = accezione cognitiva, su capacità di spiegare emozioni proprie e altrui in termini sempre più
complessi dal punto di vista mentalistico

Capacità di presentarsi gli stati mentali propri e altrui per spiegare e prevedere in base a essi il
comportamento proprio e altrui

Premack,woodruff 1978

Come spiegare e prevedere il comportamento? Da cosa è guidato?


– conoscenza del dato di realtà (come stanno le cose)
– processo di pensiero (focus cognitivo) → pensiero ricorsivo strumento principale (implica
la meta rappresentazione, o rappresentazione di una rappresentazione mentale.

→ può raggungere diversi livelli di complessità:


- “io penso che tu pensi”
- “io penso che tu pensi che lui pensi”
- io penso che tu pensi che lui pensi che lei pensi che...”

Autismo → deficit di mentalizzazione

Altre teorie e diverse prospettove di studio della Teoria della mente.

– psicologia ingenua (bruner)


– mindreading
– comprensione della soggettività (battistelli)
– mentalizzazione e funzione riflessiva (fonagy)

Ha una Funzione sociale e adattiva:

1 distinguere tra “cose del mondo” e le “cose della mente”


2 riconoscere che la ns attività nel mondo è mediata da quello che sentiamo, vediamo, crediamo...
3 dare un senso al comportamento proprio e altrui
4 fare previsioni circa il proprio e altrui comportamento
5 sviluppare la consapevolezza e riflessione su di se
6 essere partner comunicativi competenti

IL COMPITO DI :

1) Falsa credenza → per valutare meccanismo del pensiero meta rappresentativo

2) scatola ingannevole: si mostra una scatola, le viene chiesto (domanda di realtà) di dire cosa
pensi ci sia dentro, lei dice smarties, e alla fine ci sono le matite.

→ Allora vengono fatte domande di falsa credenza della bambina (cosa pensavi ci fosse?)
→ e se ci fosse stato un altro bambino cosa ti avrebbe detto che c'era dentro? E la bimba risponde le
matite → quindi ciò che il bimbo conosce viene esteso anche all'altro.
La credenza falsa è che crede che le cose siano come le ha lasciate. Quindi bisogna accantonare la
propria visione della realtà x rappresentarsi lo stato mentale altrui
→ C'è un età a cui la credenza falsa non cè più: 4 anni., anche se forme di mentalismo ci sono anche
prima.
Prima dei 4 anni: costruzione progressiva della comprensione della mente

Perchè lo stato mentale epistemico della credenza è cosi rilevante


perchè da pensiero soggettivo diventa oggettivo dopo

Il percorso evolutivo della teoria della mente:


– non è un acquisizione “tutto o null” → si sviluppa progressivamente in un percorso di
sviluppo evolutivo tipico
→ i precursori: 0-2 anni
1) join attenction (attenzione congiunta-condivisa)
2) pointing (indicare) performativo- dichiarativo
riguardano sviluppo comunicativo in fase prelinguistica, preparano alla teoria della mente. Si inizia
a percepire l altro come un soggetto dotato di mente, e per influire su di lui devo agire sulla sua
mente
3) compresione dell agency (agentività)
4) comprensione della percezione visiva
5) giochi di finzione

2-4 anni

2 anni : comprensione del desiderio


3 anni: comprensione della vera credenza
4 anni (spartiacque): ragionamenti più complessi (comprensione falsa credenza di primo ordine
→ io penso che tu pensi)
7-9 anni : falsa credenza di 2 ordine (io penso che tu pensi che lui pensi)
9-10 anni in poi : competenza mentalistica avanzata

Nuove prospettive di studio sulla Tom: ottica life-span


– abilità complessa, multipotenziale, passibile di sviluppo lungo il ciclo di vita
– progressivo shifting della ricerca sulla tom verso fasi del ciclo di vita successive all infanzia.
Quindi va incontro a cambiamenti nel corso del ciclo di vita (sia in codizione di sv. Tipico
che atipico)

Quindi si studia teoria della mente nelle condizioni d patologia nell'infazia, nell età adulta ecc

Lezione 15/05/2019

Problema verso fine anni 90: Per lo studio della ToM nel ciclo di vita non posso usare i compiti di
falsa credenza di 1° e 2° ordine.
→ quindi compiti di teoria della mente AVANZATI (più complessi e più ecologiche, cioè legate
all esperienza di vita del soggetto)

→ EYES test (in 2 versioni per bimbi e adulti) : vengono date etichette e bisogna scegliere
quella che descrive lo stato mentale della persona.
-Per valutare capacità di mind-reading, che ci porta a farci un idea di quale

Preso foto tratti da riviste ecc.


- poi partecipanti dovevano in gruppo decidere termini appropriati x descrivere stati mentali
– un altro gruppo sceglie etichetta adatta all immagine
– vedendo solo il volto ci si basa molto sulla propria soggettività

Questo compito ha ampia applicazione anche su gente di oltre 65 anni (per vedere quali aree del
cervello si attivavano in questa comprensione mentalistica)

Mette a fuoco difficoltà che le persone autistiche, hanno nei rapporti sociali
Gli autistici hanno difficoltà a mentalizzare, ad andare oltre allo stimolo apparente.

E' criticato perchè da alcuni è considerato un test che non valuta tanto la ToM quanto la capacità di
comprendere le emozioni.

→ STRANGE STORIES : “ToM stories o Social stories” Si chiede di spiegare comportamento


protagonista in termini mentalistici

Sono storie che mettono a tema diversi comportamenti. Per esempio: una donna ansiosa vede un
uomo avvicinarsi e pensa la voglia derubare : mette attenzione sul guardare alle intenzioni dell altro
da vari punti di vista. Oppure donna che per manipolare dice che se nessuno prenderà i suoi gatti li
ucciderà.

Spesso questi compiti vengono usati sotto forma di batterie (partendo dalle credenze di primo e 2
ordine e facendole via via più avanzate)

Il decadimento (per es nel caso di Alzhaimer) comincia con i compiti più avanzati

→ Fopà → Storie molto brevi in cui si verifica una GAF (qualcosa di detto e non appropriato al
contesto) ci fa capire quanto nella quotidianità siamo impegnati nella mentalizzazione e bisogna
capire la GAF.

Le persone con disturbo dello spettro autistico fanno fatica a capire dove sta la Gaf, hanno soglie di
reazioni agli stimoli diverse da noi. Loro hanno una lettura “ letterale” del mondo a dispetto di
quello mentalistico.
L'imprevedibilità del contesto mette ansia alle persone autistiche.

Compiti sempre più complessi.

→ Prova di Kindermann: per misurare livelli di ricorsività sempre crescenti. (primo, secondo,
terzo ordine ecc) cioè lei pensa, che lui pensa, che...
Ci permette di cogliere la variabilità all interno anche della tipicità. (chi ha tratti un po più paranoici
ecc, chi più macchiavellici ecc)

Tizio vuole invitare Sara a prendere un ape ma non sa se lei rinuncerebbe alla lezione per lui e
quindi non sa chiedere all amico. Lui incontra pamela amica di Sara e gli chiede. Tizio chiede se
pamela e Sara vogliono andare. Pam rimane sorpresa perchè si fa pare.
Situazione ecologica: situazione sociale molto comune.
Si fanno domande che valutano:
– controllo se si ha capito la storia (per avere certezza che le risposte sbagliate/giuste siano
date solo dalla falsa credenza)
Perchè lo spartiacque è a 4 anni? In età prescolare
– fattori sociali/ contestuali (per l'ambiente che spinge a migliorare queste capacità)
– Si sviluppa il linguaggio( strumento che ci permette di dare un nome ai processi della mente,
inoltre la struttura sintattica del linguaggio richiama alla ricorsività del pensiero (io penso
che lui pensa ecc, con le varie subordinate)
– sviluppo funzioni esecutive che mi fanno distogliere attenzione da un elemento e
concentrarmi su un altro.

Teorie di risposta al perchè proprio a 4 anni.

1) Approccio della teoria della teoria: (teory teory)


– a 4 anni il bimbo sta costruendo immagine sempre + sofisticata del mondo circostante.
Cambiamento concetttuale a 4 anni, sul punto di vista della realtà
2) Approccio della simulazione: (paul arwis)
Ha già compreso la distinzione Sè Altro, riesce a immaginare cosa l'altro può provare
3) approccio modulare (o del modularismo) di....
di tipo maturazionista. Maturati componenti cognitivi (organizzati x moduli) e biologicamente si
attiva/ matura il modulo dedicato alla complessità del comportamento.

I tre approcci fanno riferimento a Piaget.


Non c'è in questi approcci nessun riferimenti a fattori esterni all indicviduo

L'AMBIENTE → nella svolta contestualistica ( che si sispira a Vigovskij) ci spiega che essa ha un
ruolo sullo sviluppo della capacità di mentalizzazione.

– linguaggio in famiglia (dei caregiver) supportano sviluppo ToM


– Nelle relazioni coi pari capisce la relazione tra comportamento e stati mentali.
– Linguaggio usato a scuola (padronanza competenze meta linguistiche, meta cognitive,
aiutano anche la mind-reading)
– affetti : attaccamento sicuro da vantaggio nello sviluppo della ToM.(Mind mindelness →
trattare il figlio non solo come portatore di bisogni ma dotato di mente, attribuzione di senso
a ciò che accade )

Lezione 17/05/2019

MENTALIZZAZIONE ( diversa da Tom vista finora)


(tom = valore cognitivo, livello solo esplicito, riguarda l altro)
(ment = valore anche emotivo affettivo, livello implicito, riguarda anche il Sè)

Accezione con duplice valore: cognitivo-emotivo:


– tenere a mente la mente
– mantenere il cuore e la mente nel cuore e nella mente
– vedere se stessi dall esterno e gli altri dall interno

Origine relazionale della mentalizaazione (il caregivere attribuisce significati ai gesti del bimbo)

Mentalizzare significa:

– avere presente la mente propria e altrui (in modo da percepirne i contenuti e potervi riflettere
sopra) → riflessività

→ la riflessività su se stessi è marginale nella ToM


→ la mentalizzazione chiama in causa anche la dimensione del Sè

→ la Tom da spiegazione in termini mentalistici dell altro


→ la mentalizzazione si sposta anche sul Sè.

Creerò contesti mentalizzanti se rendo consapevoli le persone di questa capacità. I conflitti gestiti
grazie a questa capacità. (Paul Back) → lavorare su popolazioni di caregiver (fenomeni di bullismo
ecc tendono a recedere)

(Elisabeth Meins → (york) sensibilizza futuri genitori alla mentalizzazione)

Mind reading (sinonimo di mentalizzazione)

Sforzarsi di mettersi nei panni dell altro, vedere dal punto di vista dell'altro → importanza di
mentalizzare (non fermarsi alla prima lettura del comportamento ma andare oltre)

Il bimbo piccolo ha già capacità (es predilige volto, voce umana, ha delle preferenze) → Non è
totalmente incompetente

Tuned in → sintonizzarsi con l'altro


→ cercare di guardare le cose dal punto di vista di tuo figlio
→ parlarci,.chiedere cosa c'è che non va, Fa percepire al bimbo che il caregiver si prende cura di
lui e lo capisce, lo rassicura.)
→ questo sforzo costante rende il bambino un soggetto mentalizzante

(Coping → capacità di gestire situazione difficile)

Impatto di capaciità di mentalizzazione negli ambiti di sviluppo e esperienza scolastica (ricerche)

– successo nel gruppo dei pari → perchè l'ascolto, il conforto che so dare mi fa apprezzare
dall'altro
– competenza sociale
– risultati accademici

Thought in mind project (TIM project)


→ obiettivo: promuovere contesti mentalizzanti per bambini (perchè non si insegna in modo teorico
al bimbo ma pratico)
→ allenamento del cervello: apprendere tecniche per mentalizzare al meglio sia in situ di calma che
di stress

ATTIVITA'

→ funzionamento del cervello : cervello pensante e sistema di allarme (cosa succede quando posso
usare la mia capacità di mentalizzazione e quando no)
→ cosa posso fare io? Spostare l attenzione su oggetti esterni e interni
→ l'io pensante: riflettere sui propri pensieri e quelli altrui
→ Resilienza : allenare l IO pensante e individuare strategie di pensiero resilienti
→ L'allenamento: racconti che allenano la mente

es= “la torcia dell'attenzione” = ci fa capire che a volte guardiamo solo da un punto di vista o
prendiamo in considerazione solo una piccola parte ignorando le altre.

Es = “la casa dei pensieri”

MENTALIZZAZIONE
Linee evolutive coinvolte
Effetto emotivo: (man mano che aumenta l'età)
1) Rispecchiamento
2) Intersoggettività
3) Attaccamento
Cognitivo: (man mano che aumenta l'età)

1) L’attenzione congiunta
2) Linguaggio
3) Teoria della mente
Ambiente materno:
-FISICO: la madre contiene fisicamente il bambino nel periodo di gestazione
-AFFETTIVO-EMOTIVO: la madre contiene mentalmente il bambino all’interno del
proprio mondo rappresentazionale, costruendo per lui/lei uno spazio entro il quale
crescere à -il bambino della notte- (FINZI)
Nel periodo prenatale importante due aspetti:
- Primi scambi con l’ambiente (la madre)
- Creazione di una rappresentazione del bimbo (i genitori pensano il bambino e si
creano le aspettative)
Le competenze presenti costituiscono le precondizioni per la formazione nei legami sociali
Il feto è già predisposto a interagire con l’altro.
- Neuroni mirror si attivano quando compio un’azione e quando l’altro la compie, base
di riconoscimento dell’altro come simile a me
- L’adulto: predisposizione genetica a vedere il proprio figlio attiva nella madre area
del cervello che analizza informazioni affettive per interagire col piccolo, specifiche regioni
del cervello si attivano osservando il sorriso con il piccolo, il pianto e il sorriso del bambino
attivano nella madre ossitocina ormone che porta a prendersi cura del piccolo.
- Il neonato considera il mondo esterno e quello interno come un’unica realtà, senza
effettuare alcuna distinzione (EQUIVALENZA PSICHICA) à incapacità di :
· Riconoscere che esiste un mondo mentale contrapposto al mondo degli oggetti
· Riconoscere che questi due contenuti diversi
· Capire che i mondi mentali sono tanti quanti gli individui con cui si entra in contatto
· Capire che tali mondi costituiscono il sé proprio e quello altrui
-Fenomeno del biofeedback sociale: l’esperienza ripetuta di risposte contingenti in modo
imperfetto consente al neonato di cominciare a differenziare mondi interni e esterni. Ciascun
componente della diade intensifica la sua interazione spingendo l’altro in un’orbita
superiore. sorridendo la madre suscita il sorriso del bambino e in questo modo rinforza il
suo successivo sorriso ad un livello ancora maggiore.
1) -Rispecchiamento emotivo: fedele = la madre coglie la corretta emozione del bambino e
lo rispecchia. La madre rispecchia il comportamento del bambino in modo fedele ma non
identico
→ Non identico= usa dei marcatori compie delle pause in cui propone espressioni
alternative di rassicurazione, mimica esagerata per intensificare alcune emozioni. Il
bambino percepisce la propria emozione sul volto della madre e può farla propria
associandola sensazioni fisiologiche esperite in quel momento (madre come traduttore delle
emozioni del piccolo). Il neonato impara a conoscere le proprie emozioni, inizia a
interiorizzarne una rappresentazione delle proprie emozioni inizia a interiorizzare una
rappresentazione e a differenziare i propri stati interni da quelli dell’altro.
Acquisisce un senso di agency sociale : percezione di poter influenzare con il proprio
comportamento non solo il mondo degli oggetti.
Se la madre non rispecchia l’emozione corretta: il bambino non impara a riconoscere e
differenziare le proprie emozioni, il bambino non ha accesso alla propria mente. Se la madre
non usa correttamente i marcatori : il bambino non coglie la differenza se/altro, il bambino
non comprende la relazione tra emozioni e azioni e non è in grado di prevedere le
conseguenze del proprio comportamento.

2)Intersoggettività:
– contenuto di esperienza condivisa con un altro essere umano, o “contatto mentale” con
l'altro, che ha luogo durante la comunicazione inetrpersonale.
– Coregolazione, condivisione di stati soggettivi interni
– si basa sul rispecchiamento affettivo
– ciò che passa in quello scambio ha un senso.
– Il bimbo capisce che le menti di lui e della mamma sono separate ma possono connettersi.
Ovviamente è una capacità acquisita dal bimbo ma non è un ragionamento fatto dal bimbo
DIVERSI LIVELL DI INTERSOGGETTIVITA'
– Primaria = dalla nascita ai primi 3 mesi, grazie a scambio diadico bimbo genitore,
imitazione reciproca, condivisione emozione
→ indicatori:
1) predisposizioni ad imitare
2) protoconversazioni (interazioni spontanee con connotazione affettiva positiva
– secondaria (4-6 mesi)
– Il bimbo sposta attenzione verso oggetti del mondo esterno Conversazioni da Diadiche
diventano Triadiche
– caregiver = funzione fondamentale di scaffolding (il caregiver riconosce oggetti su cui porta
l'attenzione)

3) ATTACCAMENTO

Versante Cognitivo
1) Attenzione congiunta
→ 8/9 mesi (dirigere attenzione di un altra persona(partner) su un oggetto per condividere
attenzione.
→ indicare (pointing) : con intento richiestivo/ dichiarativo (sono simili ma cambia la finalità
comunicativa)
Il pointing ci indica che il bimbo percepisce l'altro come partner con cui condividere la realtà.
Quindi già sotto l'anno, il bimbo percepisce l'altro come dotato di mente.
(attenzione congiunta e pointing dichiarativo sono precursori di capacità di mentalizzazione)

→ riferimento sociale = il bimbo in una nuova situazione, usa la reazione del caregiver (cerca il suo
sguardo)per vedere cosa fare nella situazione nuova. In base alla lettura del caregiver verifica cosa
fare nella situazione

2) linguaggio

→ Protoconversazioni : conversazione senza parole, origina dall attenzione congiunta. Contenuti


mentali possono essere condivisi.
→ gioco simbolico : Comprensione differenza contenuti mentali e realtà
Il mondo della mente può essere aperto ad altre persone (gioco di ruolo) →
condivisione rappresentazioni mentali

Attraverso il linguaggio il bimbo può etichettare emozioni proprie e altrui.


→ mind mindelness : tendenza madre a concepire figlio come dotato di stati mentali. Aiuta
mentalizzazione

3) teoria della mente


Capacità di attribuire stati mentali a Sè e agli altri e prevedere comportamento proprio e altrui in
base a tali stati.
Grazie a tale acquisizione:
→ distingue i contenuti propri da quelli degli altri (Falsa credenza)
→ comprende la diversità di emozioni di ognuno in situazioni diverse

Conclusione: la regolazione affettiva è un preludio alla mentalizzazione.

LA RESILIENZA
→ la mentalizzazione è un fattore che promuove la resilienza
→ nasce in fisica: un corpo sottoposto a forti sollecitazioni risponde in modo funzionale, senza
spezzarsi → trasposizione nelle scienze sociali: capacità di resistere agli urti della vita uscendone
rinforzati o addirittura trasformati.

→ intreccio di fattori individuali/ innati e socio-relazionali (ottica di tipo sistemico)


→ costrutto psicologico recente (da anni 80 in Europa e America) → disegno longitudinale, disegno
per eccellenza
→ ricerche inizialmente circoscritte a infanzia- adolescenza, diventa in ottica life span

→ studio della resilienza ha portato a cambio di focus: attenzione non solo a fattori di rischio ma
anche a fattori di riuscita e rinascita (modello dinamico e complesso, non statico)
(fattori di rischio = dinamico e relativo)

meccanismi di protezione = es un efficace relazione con un educatore

CARATTERISTICHE PERSONA RESILIENTE


→ Sa usare le proprie risorse per fornteggiare una situazione (improvvisa o duratura) che mette a
rischio la propria integrità psico fisica e la propria capacità di adattamento funzionale.
→ ha consapevolezza della propria fragilità (superamento desiderio inconscio e primitivo di
onnipotenza infantile)

CARATTERISTICHE RESILIENZA
→ Presenta sfumature e gradi diversi
→ è soggetta a circostanze e tempi, cambiare nel ciclo di vita

FATTORI CHE INCIDONO SULLO SVILUPPO DELLA RESILIENZA

– fare connessioni/ reti


– pereguire obiettivi
– prendere decisioni
– conoscersi
– se positivo
– mettere gli eventi in prospettiva, speranza
– prendersi cura di se
– accettare il cambiamento
– ridimensionare le crisi

Caratteristiche individuali per sviluppare resilienza:


– autostima e senso di autoefficacia
– coping : attivarmi x risolvere un problema in modo attivo
– autocontrollo e regolazione emotiva
– intelligenza (emotiva e multipla)
– creatività (legata a intelligeze multiple)
– senso di sicurezza interna
– uso di difese evolutive (altruismo, umorismo, ecc)
– capacità di distinguere tra realtà e fantasia (fuga in un mondo fantastico non è una risposta
funzionale nel lungo periodo)

Fattori promotori di resilienza


– relazioni significative (caregivers multipli/ attaccamenti multipli)
– una relazione supportiva con educatore, insegnante, nonni ecc se i genitori sono in situazioni
difficili
– fratria ( proteggere/ essere protetta)
– …

You might also like