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SOMMARIO Premessa Po OXV 1, INTRODUZIONE .... we 1.1. Come si forma una roceia sedimentaria a « 1.2. Le tre proprieti base .. - « Diagenesi, litificazione ¢ cemento . Componenti tessiturali 1.5.1. Impaleatura 1.5.2, Matrice «4. 1.5.3. _Cemento jografica 1 2, : 3. Classificazione fondamentale delle rocce sedimentarie 4. 5. wows seen 2. COMPOSIZIONE E TESSITURA DELLE ROCCE TERRIGENE SILICOCLASTICHE wvvvssseeseeseee 7 «ou 2.1. Ltarea di provenienza ae «ou 2.2. Composizione mineralogica = 2 2.3. Maturith composizionale ......... eee « B 24. Granulometria « 2.4.1, La scala granulometrica « 16 2.4.2. Presentazione grafica dei 17; 2.4.3. Significato geologico dei parame © 21 Morfometi seen « 2 Morfoscopia « % Fabric ..sseeesseenees «7 Maturita tessiturale « 2 Conglomerati e breece «.... « 30 2.9.1, Composizione e tessitura «. « 30 2.9.2. Classificazione ... «ou 2.9.3. «os 2.10. Areniti « 3M 2.10.1. « 35 2.10. «4 21. Peli « & 241 «48 22. « 44 2.11.3. Costipamento «.... «48 ZALA. Colore sree : «4s 2.11.5. _Significato ambientale delle peliti . cannes «46 Guida bibliografica «47 ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner Sommario ESSITURA DELLE ROCCE CARDO ATICHE COMPOSIZIONE E TI P. Introduzione “ omposizione « Compost miglia della calcite : Famiel « Dolomite « iT rapporto isotopico "0/0 .. ‘ arbonati : 3.3. : Pisoliti... « Noduli algali .. « 34 « 3.5. « 35.1. : « 3.5.2. Stromatoliti ... 5 « 5.3. Carbonati concrezionati « 3.6. — Classificazione dei carbonat i « 3.6.1. Scala granulometrica .. « 3.6.2. Le classificazioni di Folk e Dunham « Guida bibliografica a 7 4. PROCESSI DIAGENETICI NEI CARBONATI « 4.1, Introduzione . « 4.1.1. Dissoluzione « 4.1.2. Cementazione « 4.1.3. Trasformazioni neomorfiche « 4.2. Gli cambienti» diagenetici « 4.2.1. Diagenesi in acque marine profonde ......... « 4.2.2. Diagenesi in acque marine basse « 4.2.3. Diagenesi intertidale « 4.2.4. Diagenesi ad opera delie acque metcoriche cee 4.2.5. Diagenesi nel sottosuolo per seppellimento 6 4.3. HMcemento nei carbonati antichi ..... a 43.1. Interpretazione dei cementi nei carbonati antichi » @ Porosita, cavita e filoni nei carbonati ... seeeeees « bibliografica « Dolomie di precipitazione diretta (primarie s.s.) « Dolomie di sostituzione « 5.4, Tessitura delle dolomie « 5.4.1. — La porosita nelle dolomie « Dedolomitizzazione zazione = Dolomiti: 6 Le dolor 6. Osservazioni conclusive Guida bibliografica se azione diagenetica tart Dolomitizzazione diagenetica precoce antiche ed il loro controllo ambientale .. ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner Sommario XI p. 133 iE evaporitici 62, Exaporavione delacqua marina oe €3, Contesto stratigeaic _7 64, Contesto geotinamico ..., Sia 65, Le facies evaporitiche =a ia 6.5.1. Evaporiti singenetiche ee tas 6.5.2. Evaporiti diagenetiche . 2a as 6.6. La ciclicith delle sueces «182 6.7. Origine detle ese Teoria della barra. «136 Modello delta salina .. «156 I bacini separati “in serie” «137 I riflusso ¢ la circolazione di anti-estuario «158 Mbacino profondo «159 La sabkha costiera . «159 I bacino desertico « 162 Liessiccamento dei mari mediterranei 163, 6.8. L'essiccamento del Mar Mediterraneo ¢ la Formai 164 La tettonica intramessiniana ed i bacini wannibalistici» ...... 167 a «mM 7.1. Lsedimenti silicete le selet . eee 171 7.1.1. Sele stratiformi .. m2 TA2, — Selci nodulari ....csssssusenseenetneeneen 175 7.2. Sedimenti ferro-manganesiferi . eee 177 7.2.1. — Origine e trasporto del ferro 178 7.2.2. I principali minerali di ferro 178 7.23. Le banded iron formations (BIF) del Precambriano 179 72.8. incrostazioni ferro-manganesifere .. «180 73. « 183 Ta, «185 : «185 Peliti ricche in materia organica (black shale) «186 Eventi oceanici anossici (EOA) .. «187 Guida bibliografica se « 188 8. IL TRASPORTO SEDIMENTARIO: PRINCIPI GENERALI .. «189 8.1, Sedimenti, flussi e forze motrici 1 8.2. Trasporto selettivo e trasporto di massa ... « 190 Guida bibliografica «.......0e a _ 9. PROCESSI SELETTIVI e - 9.1. Processi trattivi: generalita .. = 9.2. Wtrasporto trattivo : 9.3. Le strutture trattive 7 . 913.1. Strutture trative prodotte da correnti unisensorialt.... « 19 9.3.2. Strutture trattive prodotte da correnti oscillatorie « 2 9.3.3. Strutture trattive di grande scala oo 9-4. Strutture da decantazione e tra {ap 9S. Strutture da decantazione ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner IL Sommario 9,6, Processi gravitativ 7 Guida bibliografica w 10, PROCESS! MASSIVI .. os os « wn 10.1. Generalita co - 10.2, Process rant: Fame ii itativis lussi reologici o y 10.3, Processi gravital 4 10.3.1. Colate fangose ‘late granulati ne 22 10.4. 103.2, qravitatn fui la coreente di torbida om 10.5, Sommario dei flussi gravitativi a 10.6, Trasporti in massa non gravita H 10.6.1. Correnti di tracimazione ¢ 333 10.6.2, Correnti di tempesta .... ey 10.6.3, Trasporti in massa di origine vuleanica i Guida bibliografica ... 11, STRUTTURE SEDIMENTARIE NON DEPOSIZIONALI ...sssssssssssssssseneees 241 11.1, Lestrutture erosive « a 12, Lean ean 11.3. Le strutture deformative a 11.3.1. Strutture fisiche .. re «HT 11.3.2. Strutture chimiche ..... n «28 11:3.3. Strutture biogene ....... 7 Guida bibliografica 7 « 12, LE UNITA STRATIGRAFICHE TRADIZIONALI « 27 er « 237 afiche e geocronologiche .....e..« - Caratteri temporali e caratteri fis « 2 Unit « Guida bibliografica «266 13, LE UNITA STRATIGRAFICO-DEPOSIZIONALI ..... « 27 Introduzione « « 8 « 2 Spessore e « Bl re © geometria degli strati oa 2.4. Forma d'accrezione .. — 133: Lgoncett di barra” e di “eanate™ a 4, (Caratteri generale classi zione delle unita stratigrafico-depo: = 06 na. ee , assoclazion| di facies e sequenze di facies : 306 Guida Hbtrar atom 8 element deposizional « 4. LA DINAMICA DELLE SUCCESSIONI SEDIMENTARIE « 309 14.1. Introduzione « 309 142. Msitema esgeno cle succession srtigatcie «oR 14.2.1. Gli eventi stratigrati ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner Sommario uy 14.2.2. Biostratigrafia e stratigrafia fisica ....., La Biocronologia ae P33 ti e rapporti stratigrafici «Ms Caratteri litologici ¢ geometrici dei limiti str «7 Significato temporale dei limiti stratigrafiel bu Discontinuita e discordanze stratigrafiche ...” « aa i relative del livello marino .... « 32 L4'5, Trasgressioni e regression «326 18 processi della dina 33) Coe Variazioni « 34 « RS « 340 « 342 « 345 15, LE SEQUENZE DEPOSIZIONALI ... G 15.1. Introduzione e definizioni ........ «ow Sequenze deposizionali e stratigrafia sismica « M8 Limiti di sequenza «350 Caratteri generali e significato delle sequenze deposizionall « 332 Le sequenze deposizionali dei margini passivi maturi «384 15.5.1. io « 15.5.2. stratigrafiche e limiti di sequenza .. « Se 15.5.3. Trasgressioni e regressioni «37 15.5.4. Suecessioni condensate « 388 15.5.5. Organizzazione interna ed evoluzione delle sequenze depos « 358 15.5.6. Alcuni problemi nella trasposizione del modello a baci « 365 «367 15.5.8. _Qualche cenno sulla ciclicita sedimentaria ad alta frequenza ..... « 370 Guida bibliografica « 3s Bibliografia generale ee « 35 serene « 391 Indice analitico ‘Seansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner PREMESSA Scrivere questo libro none Stato facile per tante ragioni. I nostri impegni ci hanno troppe volte costretti ad interromperne 1a stesura fino al punto di dover seriamente prendere in considerazione Videa di abbandonare il progetto, Poiché l'iniio della vie. sura, 0 almeno Uintenzione di cominciare,risale al 1979, ogni importante intrusion ha rappresentato in moti cas il dover riprendere quasi da capo il tutto, Questo perch it bro e stato seritto mentre la Stratigrafia andava soggetta ad una delle sue pi im portant rivoluzioni: Vintroduzione del moderno concetto di sequenza deposisionale e della sua successiva evoluzione. Chi ® addetto ai lavori pud capire cosa cid voslia dire I libro @ in certe parti largamente basato sulla nostra esperienza di stratigrafi acqui- sita in molti anni di lavoro in tipi di bacini sedimentari tra loro assai. diversi come le Alpi meridionali, i Pirenei e gli Appennini. Queste diverse. esperienze sono state utili dal mo- mento che noi stessi abbiamo constatato come fondamentalmente potessero convergeré ‘su punti comuni. Il libro copre gli aspetti pitt generali della Stratigrafia e della Sedimentazione. Gli ar- gomenti sviluppati sono quelli che ci sembra necessario uno studente di Geologia co- rnosca al riguardo delle rocce e delle successioni sedimentarie prima di affrontarne uno ‘studio pit specialistico. La lacuna maggiore det libro é la mancanza di una trattazione, anche se sommaria, degli ambienti sedimentari e delle facies che li rappresentano, L’o- ‘issione @ volontaria. I tre scriventi appartengono alia prima generazione di sedimen- tologi moderni italiani, ossia a quel limitato gruppo di persone che per prime tentarono negli anni sessanta di integrare, come poterono, la Sedimentologia, che allora comin- ciava ad affermarsi come disciplina fondamentale delle Scienze Geologiche nei paesi pit ‘avanzati, con la Stratigrafia e la Geologia pit in generale. Per quanto “ufficialmente” riconosciuti come sedimentologi, noi ci sentiamo, come ci sentivamo in origine, pit geologi del sedimentario che sedimentologi. La differenza é semplice. Un geologo del ‘sedimentario usa la Sedimentologia come strumento. Un sedimentologo studia invece Te rocce sedimentarie per ricostruire i processi fisici, chimici e biologici che ne sono al- Porigine. Per queste ragioni, noi riteniamo che la Sedimentologia, ¢ quindi lo studio degli ambienti e delle facies sedimentari, debba necessariamente essere vista come una tappa successiva rispetto alla Stratigrafia, intesa come una disciplina di carattere pitt generale. Il lettore troveré comunque nel testo ampi riferimenti a lavori e trattati di Se- dimentologia che potri leggere per un pitt approfondito esame dei problemi. ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner XVI Premessa rosso modo 1a seguente: Alfonso Bosellini ha curayy . aoe La suds de co Rie Tucchi i quattro riguardanti meccanismi di traspo pri sete capitol Fares miliano Mutt ta parte finale riguardante la Stratigrg a i srvasionie contibuti cr idee dei tre autori sono tuttavia presenti un po’ ovunque ny ateer re icolare, Bosellinie Ricci Lucchi sono coautori del capitolo6 (Le crane snentre dai Boseltin’ i paragrafo 14.6 (I grand processi della dinamica sedimentarig, E infine dovuto interamente alla cortesia di D. Rio, che qui ringraziamo, il paragrase, 14.2 (Sistema esogeno e succession stratigrafiche). a ‘dite persone ci hanno necessariamente aiutato nelle varie fasi di stesura del libro ¢ saebbe qui impossible ricordarle tutte. Tra queste, tuttavia, desideriamo ringraziarg D. Masetti e S. Stocchi. ‘Sentiamo infine il dovere di ringraziare la UTET ed in particolare il dott. Luigi Ro. stagni che, pazientando oltre ogni limite, hanno creduto che avremmo mantenuto [e scadenze previste senza ritardi eccessivi. Ci auguriamo che il dott. Rostagni, nel frat. tempo andato in pensione, ci abbia mantenuto un po’ di amicizia. E reeola dedicare un libro alla pazienza delle mogli. Cid per noi @ qui implicito. Ab. biamo quindi preferito dedicarlo alla memoria di tre nostri amici e colleghi prematu- ramente scomparsi che certamente hanno contribuito in modo determinante alla cre- scita della Stratigrafia italiana. Alfonso Bosellini, Emiliano Mutti e Franco Ricci Lucchi S marzo 1989 Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner Le rocce sedimentarie rivestono un’importanza ortanza ha aspetti pratici ed economi Pevoluzione del pensiero scientifico, ‘Albincirca !'80% della superficie terrestre & coperta da materiali sedimentari ej jume totale dei sedimenti nel mondo varia da 3 a 13-10" km? (tanto per 7 a A dea conereta di queste cifre si pensi che con 4:10" km? di sedimenti si coprirebbe nn Europa con uno strato sedimentario di oltre 33 km di spessore). La massa tore ha sedimenti (1700-10 tonnellate) & cosi suddivisa: 8% sui eratoni, 14% negli nou oceanici, 20% nelle catene montuose recent, 58% nell reioni suboceaniche (prow, me ai margini continentali). In totale, il 72% dei sedimenti sitrova nei mari mentre il restante 28% & accumulato sulle terre emerse. me I terreni sedimentari costituiscono le pit grandi aree agricole del mondo e queste a Joro volta includono i maggiori insediamenti umani. I grandi delta e le pianure allu. vionali, per esempio, forniscono terre ricche e coltivabili ed hanno costituito centri di civilta fin dagli inizi della storia umana. Inoltre, gran parte dei giacimenti minerari della Terra sono di natura sedimentogena; é il caso di petrolio, gas naturali, uranio ¢ carbone dai quali dipende in ¢ofo la civilta industriale moderna. Anche ferro, sale, ges- so, solfuri metallici, depositi fosfatici, manganesiferi e potassici si trovano comune- mente in rocce sedimentarie. Studi sedimentologici sono quindi essenziali nel localiz- zare questi giacimenti e nell/incrementarne la produzione. Ma lo studio delle rocce sedimentarie ha profondamente inciso anche sullo sviluppo scientifico del pensiero umano. Infatti le rocce sedimentarie hanno da sempre affasci- nato 'uomo per la grande quantita di fossili in esse contenuti ed & sullo studio di tali rocce che sono basate le nostre conoscenze sullevoluzione biologica e geochimica del- la Terra. Inoltre, essendo la sedimentazione, per natura, sequenziale e di norma or- dinata, essa riflette i maggiori eventi geodinamici, climatici, oceanografici e biologici verificatisi sulla crosta terrestre e permette una miglior conoscenza dello sviluppo e dei processi formativi delle catene montuose. La geologia delle rocce sedimentarie comprende varie discipline che riguardano pit o meno direttamente le rocce sedimentarie stesse; essa ha quindi scopi vasti e molti dif- ferenti aspetti, per cui il suo campo di studio & tipicamente interdisciplinare (fig. 1.1). Basata fondamentalmente sulla sedimentologia e sulla stratigrafia, essa risulta stret- tamente imparentata con altre discipline delle Scienze della Terra (paleontologia, geo- logia strutturale, geofisica, petrologia, geochimica, geomorfologia, oceanografia) nonché con branche dell*ingegneria (idraulica, meccanica dei fluidi) e quindi connessa a biologia, chimica, fisica e matematica. Lo studio delle rocce e delle successioni sedimentarie, da sempre strettamente legato alla paleontologia, affonda le sue radici nel 700. Ma come branca specialistica della geologia, @ relativamente recente: 1a sedimentologia ¢ «esplosa» solo negli anni ses- Particolare per I’ Ma anche un profon umanita, Tale im- do signi ato nel- Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner (biologia) paleontologia stratigrafia goologia = oceanografia delle geograia —e | | rocco sedimentane \ idraulica (matematica) (chimica) ana, mentre, con gli anni setianta, sotto Pimpulso dei dati fornti dala sismicg santa, Ie petroifere, sié mano a mano «riscoperta» ung an. ‘dinamici delle successioni sediment.” ie aan bea fieesione impicgata nelle ricerche Pe Aessiofierafia centrata sui caratteri Fisicl © : 0 per ragioni storiche ¢ culturali vogliame comunque ricordare in questa sede gy logica, a noi nota, é quella di toe fo ta prima dettagliata osservazione sedimentol jo} nota {a Mine (da Il Codice Hammer): «ll fumes che esce de’ monti, pone gran quantita , 3 Hit, | quali sassi sono ancora con parte de” sua angolie i i J sassi grossi nel suo 8 Ii sassi sono n pa ¢ nel processo del corso conduce pietre minori con angoli piil consumati, cios, le gray pietre fa minori; € pitt oltre pon ghiaia grossa, € po’ minuta; € seguita rena grossa, ¢ ret minuta; di poi procede lita grossa, © poi Pid sotile; e, cosi seguendo, giugne al mar Poin turba di rena edi lita: la rena scarica sopra de it marini pel ricitramento del Facqua we gue la lita di tanta soit, che par di natura d’acaua; Ia qual non Monde se Je? marin it, ma ritorna indirieto coll onda, per la sua Levit, perché aes era soPraacee dale cose lvissime, si che, essendo quasi, com’? deto, di natura ote an oi, in tempo di bonacca, si scarica esi forma sopra del fondo del mare soca sua soit, sicondensa, eresisteall’onde, che sopra vi passano, perl sua ove Pere qui stanno i nichi, e quest’é terra bianca da far boccaliv. ric eat della stratigrafia dinamica, come oggi la intendiamo, sono invce st chiaramente espressi da Antoine Lavoisier in una memoria, pubblicata nel 1789, dal cristal pacrvations générales sur les couches horizontales, qui ont été déposées par la aoa sour les consequences qu’ont peut tire de leurs dispositions, relativament dan cienneté du globe terrestre. In questo lavoro, il grande chimico francese analiza acu- laterale delle «facies» sedimentarie e della loro tamente il fenomeno della migrazione sovrapposizione (anticipando cosi di oltre un secolo il principio di Walther), delle tras- pression e regressioni e delle discordanze stratigrafiche, tutto in funzione delle varia zioni del livello marino. 1.1— COME SI FORMA UNA ROCCIA SEDIMENTARIA phat di un sedimento e la conseguente formazione di una roccia avvengono ra /erso processi continui che si suddividono, convenzionalmente, in quattro fasi ndamentali: provenienza, trasporto, deposizione e diagenesi. Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner ‘Come si forma una roccia sedimentaria 3 Per provenienza si intende localizzazione, clima, composizione litologica, rilievo ¢ ambiente tettonico dell’area da cui il sedimento proviene. Per trasporto si intend l’opera di dispersione che i vari agenti esogeni (per lo pit acqua, aria ¢ ghiaccio) esercitano sui residui prodottis dopo la disgregazione di rocce preesistenti o su materiali sciolti comunque formatisi. Per deposizione si intende una serie di processi che caratterizzano quella fase in cui il sedimento, dopo un trasporto pitt o meno lungo, si deposita in un certo ambiente; una roccia sedimentaria non é soltanto il prodotto di una specifica provenienza e di un particolare trasporto, ma é anche il prodotto del suo ambiente di deposizione. La diagenesi é il complesso di processi fisici e chimici principalmente (costipamento, cementazione ecc.) che convertono un sedimento sciolto in una roccia solida. La ficazione, il principale effetto della diagenesi, pud essere parziale o incompleta, av- venire durante o immediatamente dopo la deposizione oppure dopo milioni di anni. Queste quattro fasi rappresentano per cosi dire il curriculum vitae di una roccia se- dimentaria e, nel caso di sedimenti che derivano da rocce madri sedimentarie (sedi: menti «rivissutin o policiclici), la sequenza pud essersi ripetuta piti di una volta. Non in tutte le rocce sedimentarie perd l’influenza delle quattro fasi é ugualmente impor- tante. Il gesso 0 il sale, ad esempio, si formano, per precipitazione chimica diretta, nello stesso ambiente di deposizione; in questo caso provenienza e trasporto sono ter- mini praticamente privi di significato. Certi calcari sono costituiti esclusivamente da minuscoli frammenti di organismi; parlare di provenienza di queste rocce ¢ un non senso: gli organismi vissero pitt o meno nello stesso ambiente in cui poi si accumula- rono. E solo per i sedimenti cosiddetti terrigeni (per lo pit! a composizione silicatica ¢ de- rivanti dall’erosione di rocce preesistenti) che vale il curriculum completo. Le parti celle che li costituiscono prima di arrivare alla deposizione finale hanno avuto una lun- ga storia; possono essersi formate per erosione di montagne nel cuore di un continente ed aver viaggiato per centinaia e migliaia di chilometri, attraversando climi diversi ¢ sottoponendosi a vari agenti di trasporto. = 1.2 — LE TRE PROPRIETA BASE Le rocce sedimentarie posseggono tre proprieta basilari che son: tessitura e struttura. Prendiamo ad esempio un’arenaria, cioé una sabbia cementata. Essa é costituita da tanti granelli che possono essere di quarzo, di feldspato, di mica, di minuscoli fram- menti di roccia, di carbonato di calcio ecc.; ¢ chiaro che qualunque sia la composizio- ne chimica o mineralogica dei granuli, la nostra roccia rimarra sempre un’arenaria; a seconda dei granuli presenti si potranno invece avere arenarie di diversa composizione. Supponiamo ora che !’arenaria abbia composizione mineralogica quarzosa, sia cioé costituita da soli granelli di quarzo. Essi possono avere tutti le medes (mettiamo 1 mm di diametro) oppure vi possono essere granelli piccoli mischiati ad al- tri pitt grossi, possono avere gli spigoli vivi o lisciati, forma ellittica o sferica. E evi- dente che un’arenaria composta da granuli di quarzo, tutti delle stesse dimensioni, Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner 4 Introduzione Iche cosa» di diverso da un'arenaria com. perfettamente lisciati o sferici, ha un «qualche « posta da granuli di quarzo a spigoli vivi © di varia grossezza ¢ forma. In questo caso si Potta di due rocce aventi medesima composizione (quarzosa) ¢ differente tessitura, ia ieme dei granuli che costituiscono un’arenaria pud essersi deposto nelle con- dlizion’ fisiche pit disparate quali Ia corrente impetuo’® di un torrente, la quiete di una faguna, il continuo va e vient delle onde sulla spiaggia, la calma degli abissi oceanici, Ia furia del vento del deserto, il lento flusso di un ghiacciaio. Tale diverso modo di se- dimentarsi si traduce in differenti tipi di stratificazione. Strati sottili, omogenei ¢ la- teratmente assai estesi, in ambienti tranquilli come un lago 0 tn fondo oceanico; strati irregolari, lentiformi, inter: sstesi, in ambienti caratteriz~ marina, un cordone di secantisi ¢ lateralmente poco wri aa censibili correnti come il letto di un fiume, una barra ; dune. La stratificazione é Ia pi tipica e ura delle rocce sedimentarie. d ovvia strutt 1.3— CLASSIFICAZIONE FONDAMENTALE DELLE ROCCE SEDIMENTARIE slema sul quale si é ormai scritto ‘una soluzione soddisfacente per la maggior par- Noi percid non entreremo in problemi izzare alcuni aspetti che ci La classificazione delle rocce sedimentarie ¢ un prob! in abbondanza e, come spessO accade, te dei ricercatori non é ancora stata trovata. classificativi e nomenclaturali; cercheremo invece di focali Sembrano importanti dal punto di vista geologico. 1) Per quanto riguarda I'aspetto composizionale, le rocce sedimentaric sono costituite peesannatalmente da tre componenti che possono essere presenti in quasi tutte ie proporzioni: componenti terrigeni, componenti allochimici, component ortochi- mici (fig. 1.2); ‘componenti terrigeni sono generati dalla disgregazione ¢ dalla frammentazione ‘n un’area continentale, ¢ trasportati nel esempi: granuli di quarzo ¢ fel- frammenti di calcare di rocce preesistenti, generalmente esposte i bacino di sedimet dispato, minerali pesanti, eselce ec. ntazione come particelle singole; lamelle di mica, minerali argillosi, terngeni J. ROCCE TEARIGENE - Esempio: motte argi! arenane @ conglomeratl. Costituiscone i! 65-75. Gella colonna stratigralica; gran parte di esse cade pel area scura. ROCCE ALLOC! gile moto fossil Stituiscono i! 10-1 ©), ROCCE ORTOCHIMICHE IMPU! {gesso argilloso, Costitviscono i! 2 fa stratigratica. ‘A. ROCCE ALLOCHIMICHE ~ Esemp hie € fossiifen. Costtuiscono 18-15% na stratigrafica, 0. ROCCE ORTOCHIMICHE - Esempio: sale. 2” te. selce. Costituiscono 1! 2-8%e della colonns <" Cortochimici —_tigralica "HIMICHE IMPURE ~ Esompio ere, calean arenacei, mare. Co 5% della colonna stratigratica IRE — Esempio 15% della colo” vo ealcar 02! > della color allochiici ne delle rocce sedimentarie in base ai loro tre comp: Fig. 1.2 - Diagramma triangolare per la suddiv fondamental. (Ds Flt, 1980) Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner Fig. 1.3 - Schema gene- rale delle rocce sedimen- tarie in base alle loro ca- 2 Classificazione fondamentale delle rocce sedimentarie $ . tel hose tote ose the genetico~ [> EPICLASTICHE —> Arenarie PARTICELLARI + process igrodinamici L-> ALLOCHIMICHE—> Caleari [> PRECIPITATE > Salgemma 2 wf = £38 ‘> DIAGENETICHE —> Dolomia as 28 & 3 we SE [> SECRETE———> Scogliore Be 2 [> INORGANICHE — Suol Tear " degradazione i chimica efo sca SHEL ‘> ORGANICHE——> Carbone componenti allochimici sono quelle particelle che si originano, per precipitazio- ne chimica o secrezione organica, direttamente nel bacino di sedimentazione, entro il quale esse possono poi venir spostate ¢ accumulate; esempi: gusci interi o in frammenti, ooliti, granuli di glauconite, cristalli di aragonite, di gesso ec: = i componenti ortochimici sono veri ¢ propri precipitati chimici che vengono pro- dotti all’interno del bacino di sedimentazione o all’interno dello stesso sedimento ¢ non hanno subito trasporto; esempi: minerali evaporitici, cementi, concrezioni, minerali di sostituzione ecc. Dal punto di vista pit propriamente sedimentologico (processi deposizionali, aspetti idrodinamici e ambientali), le rocce sedimentarie possono essere suddivise in quat- ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner 6 Introduzione re, rocce a tessil ist ella ura cristallina, roc. Hori sono costituite da elementi singoli e separati che somulati, La roccia che ne deriva ¢un sistema po. ubiscommrltaco dalla gravitate dalle leet della meccanica dei Mud, ed & strat rote" gall sono ad es. le rocce ferrigene © epiclastiche (conglomerati, arenarie, a. Sit), quelle praclastiche (uf ialoclastiD € quelle allochimiche (molticalcari cer F depositievaporitici o slice’); ec poece cristalline sono sistemi d ce biocostrul ie rocce particellari o gran subiscono trasporto © vengono acct erivanti essenzialmente da processi chimici, sot- qo il controllo della regola delle fasi; temperatura © concentrazione della soluzione sono i fattori critici, non esiste un sistema di pori. Tali sono il salgemma, Vanidrite, certi calcari concrezionati, molte dolomie epigenetiche (secondaric) (od = le rocce biocostruite sono accresciute in situ, «fabbricate» interamente da orga- nismi (alghe, coralli, briozoi ecc.); non hanno subito trasporto, non sono stratifi cate ma sono estremamente porosc. Possono essere costituite dagli scheletri secreti direttamente dagli organismi (scogliere) 0 accumularsi per l’azione legante ¢ fissan- te di organismi molli (stromatoliti). = le rocce residuali si formano in situ per degradazione o decomposizione di ma- ieriali preesistenti; hanno subito trasporto scarso 0 nullo, sono mal stratificate, possono essere porose. Come esempi ricordiamo i suoli tra le rocce residuali inor- ganiche ed i carboni tra quelle organiche. 3) Per quanto riguarda I’aspetto pid propriamente pratico, conviene ricordare che le rocce sedimentarie sono rappresentate per oltre i1 90% da due gruppi: le rocce ter- rigene silicoclastiche ¢ \e rocce carbonatiche (che sono allochimiche principalmen- te). Altri sedimenti importanti sono le evaporiti, le rocce silicee, bituminose, Sosfa- tiche e ferrifere. 1.4 — DIAGENESI, LITIFICAZIONE E CEMENTO n- Dopo che un sedimento sciolto é stato depositato nel proprio ambiente di sedi tazione, esso inizia a subire una serie di processi fisici e chimici che, in un tempo pitio meno lungo, lo trasformano in una roccia sedimentaria stabile. Queste trasformazioni sono indicate col termine generale di diagenesi. Intesa in senso ampio, la diagenesi va dal momento della deposizione fino a quando la roccia sedimentaria o entra nella sfe- ra del metamorfismo o viene esposta alla degradazione atmosferica. Una definizione pit restrittva considera cessata la diagenesi quando il sedimento & diventato una ror" cia sedimentaria. sleet ei rsutato pid importante della diagenesi ed € la conseguens® di temperatora fe Sane di processi quali, coesione, costipamento, aumento di lemperatura, pressione rientata,_ridistribuzione-e ricristalizzazione di.sostanze, 6 a a ilforsione pud essere parziale o incompleta, avvenire durante 0 it menti che vcnascono’s deposizione oppure dopo milioni di anni. Vi sono perd sedi- gia allo stato litoide. La cementazi a sseeskmentasione & uno dei process, in molt casi pi importante, che poviane alla Wifeazione Fer definiione, esa consist nllinraducane di-nuova 10/7 Me rale nei pori di un sedimento. Questo materiale, che prima di precipitare si (70 in 8° Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner luzione nelle acque (vadose, di falda) circolanti attraverso il sedimento, pud venire da lontano, da formazioni vicine o dalla stessa formazione che viene cementata. In certe arenari¢e o conglomerati, il cemento depositato nei pori ¢ chiaramente il solo agente li- tificante, ma in certe miscele di grani ¢ argilla, dove questo secondo componente ha una importanza significativa, la forza legante che unisce i grani non dipende in modo pre- valente dalla cementazione. 1.5 — COMPONENTI TESSITURALI Circa il 90% dei sedimenti appartiene al gruppo con tessitura particellare. Le unita elementari di tali sedimenti sono i granuli, che costituiscono I’ossatura che sostiene il peso del sedimento. II resto dello spazio consiste inizialmente di vuoti (spazi porosi), ‘spesso occupati da fluidi, o di fango che fa da matrice all’impalcatura granulare; pitt tardi i vuoti possono venir eliminati mediante costipamento o riempiti da fasi cristal- line precipitate chimicamente. Quindi Pimpalcatura granulare (granul), il fango detritico (matrice) ed i precipitati chimici (cementa) sono gli clementi portanti di molte rocce sedimentarie (fig. 1.4). 1.5.1 — Impalcatura Le particelle elementari costituenti le rocce granulari possono formarsi in vari modi. Se di natura clastica, esse sono dei frammenti ¢ derivano dalla disgregazione ¢ altera- zione di preesistenti rocce ignee, metamorfiche e sedimentarie (componenti.terrigeni) o dalla frammentazione di strutture organiche (gusci di molluschi, coralli, alghe, ecc.). Si possono anche formare mediante attivita chimica 0 biochimica, gia come entita sin- gole fin dalla loro origine; rientrano in questo caso scheletri interi di organismi vari (foraminiferi, organismi planctonici ecc.), cristalli singoli (aghi di aragonite), ooliti ed altri ageregati (componenti allochimici). In qualsiasi modo si siano formati, i granuli_ pero hanno in comune un importante carattcristica: hanno subito un certo trasparto.¢ 0 stati accumulati secondo le leggi della dinamica dei fluidi. ~ Spesso le particelle hanno la a taglia granulometrica della sabbia, ma possono anche essere piit piccole o pili grandi. L’esatto limite tra intelaiatura granulare ¢ matrice & quindi un dato relativo: uno pud definirlo funzionalmente, sulla base dei relativi rap- porti dimensionali tra i vari elementi (un conglomerato pud avere una matrice arena- 2 mm) ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner 16 Composizione e tessitura delle rocce terrigene silicoclastiche @ stato infatti calcolato che per prendere in considerazione lo ste menti (granuli) esistenti in 100 grammi di sabia del diametro med; necessarie cento tonnellate di ghiaia del diametro medio di $ cm, L’analisi granulometrica pud essere eseguita anche su sedimenti molto f ¢ arglle), ma utili di tal indagini& molto dubbia poiché &accertato che, dian dopo la loro deposizione, in tai sediment entra in gioco la coesione, si formanoenesg € possono persino generarsi nuovi minerali, quindi con sensibilealterazione della ye nulometria originaria, "$s0 numero di ele. io di 0,5 mm, song ni (Silt fini 2.4.1 — La scala granulometrica 1 primo problema che si presenta quando si vuole analizzare la granulometria di un sedimento é quello di stabilire delle classi, cio’ una scala granulometrica, Nel 1898 Udden propose una scala dimensionale in progressione geometrica di ra- gione 2 che partiva dal valore di 1 mm. I limiti delle classi erano cosi 1, 2, 4, 8, 16, 32, 64 mm ecc. nei valori grandi; i limiti delle classi pitt fini, espressi in micron, erano in. vece 500, 250, 125, 62 ec. Tale scala, opportunamente modificata da Wentworth (1922) nella terminologia, & quella tuttora in uso (fig. 2.4). SCALA GRANULOMETRICA taunern woxon SCALAO CASS! GRANLONETROR om - : a Croton a 2 z a 2 2 Granul > 8 3 i ‘Sabbia 7 ee i oo ‘Sabbia 833 grossa - Hd g ag 3 8 i 8 Bee cost rosso o oe 2 coe ‘Silt medio = ime Silt ine 2 z peas ‘Silt molto fine z = i ARGILLA Fig. 2.4 - La scala gr: fe 2 M24 ta glass oes 4 et elo we Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner Granulometria 1 in questa scala, che & in progressione geometrica, i diftcil dio di ogni classe. Infatti in una ricerca granulometrica su sa io valore scientifico, occorre suddividere le originarie cl suattro sottoclassi, ma per ricavare i punti medi (ed i quarti forte fare la media geometrica (Vab), ottenendo cosi numeri i ficli da ricordare. i Per owviare a lim al ate ee itrazionali ¢ jatici, Krumbein propose la scala ¢ (fig. 2.4). Ques é amit di clase della scala di Udden (Wentworth pssons ene at potenze di 2; 4 mm 22, 8e 2, 16 2, 162%, 1/282", 1/482? cosi via, lines geldiametro vero e proprio, Krumbein propose percid di usare il logaritmo in bae del diametro. Inoltre, affinché le varie classi della sabbia e del silt, che sono i sedi enti pit studiati dal punto di vista granulomettico, non avessero valori negativ, i iogaritmo fu moltiplicato per ~ 1. Abbiamo cosi che le & definite it punto me. bbia, che voglia avere un lassi di Udden almeno in di ogni singola classe oe. rrazionali, tra 'altro dif. Per semplificare i calcoli = — log: diam (mm) 2.4.2 — Presentazione grafica dei dati e parametri granulometrici 1 dati ottenuti dall'indagine granulometrica possono venir rappresentati grafica- mente in vari modi, cioé mediante istogrammi, curve di frequenza e curve cumulative con ordinata sia in scala aritmetica che di probabilita (fig. 2.5), Per descrivere quantitativamente i caratteri della distribuzione granulometrica me- te dati numerici, si usano dei parametri statistici, i quali si possono ottenere sia graficamente dalle curve stesse sia mediante calcoli matematici. I procedimenti grafici sono usati quando i dati a disposizione sono pochi, ma quando la massa dei dati da trattare é elevata (decine o centinaia), il tutto viene elaborato mediante calcolatori e opportuni programmi. Tparametri granulometrici, oltre a differenziare quantitativamente un sedimento da un altro, possono dare utili indicazioni sulle modalita del trasporto ¢ sull’energia di- namica del mezzo. Graficamente, essi si ricavano leggendo quali dimensioni (in ¢ 0 in mm) sulla scala delle ascisse corrispondono a certe percentuali (dette percemtili sulla scala delle ordinate ¢ inserendo poi i valori ottenuti in forme opportune. | parametri pitt usati per definire la grana media di un sedimento sono: (1) la moda (mo), cio® il diametro_particellare piti frequente, indicata-dal_punto pitt ripido della curva cumulativa o dal punto piit alto della curva di frequenza (fig. 2.5 b); (2) la me: diana (Ma), cioe il diametro corrispondente al 50% della curva curmulativa (ig. 2.5 ¢) @)ildiametro medio (Dm) che si ricava con la formula di-Folk-¢ Ward (1957 — 916+ 950+ 84 Di m : ‘ a diametro E chiaro che piii percentili entrano nella formula e pit ci si rene ae oe Fredio, quello calcolato matematicamente. Con la formula di Folk ¢ Ward, 'mazione al valore teorico é dell’ 88% it reorico é dell’88%. etrica, din sedimen- Werado di selezionamento (sorting), 0 di uniformita sranulameticn 2.6%; {€un'importantissima proprieta tessiturale, indipendente dalla grana her A eg ' €enerale, ¢sso indica il grado di elaborazione a cui € stato souoPes ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner rece rerrigene silicoclastiche i alita del trasporto: i sedimenti eolici e di spiaggi a ail a cone per il diametro medio, anche ae cate maggiore é la parte di curva che entra nel calcolo, migliore sara la sua stima, La deviazione standard grafica.inclusiva (o,) & una ura che si.avvicin ile allo scarto.quadratico.medio (standard deviat jon) degli statistici ed ¢ data da; (84-916) , (995-95) 4 6.6 17) ed & la miglior misura grafica del scle: Essa.considera quasi l'intera curva (90' sel dove stanno le differen- namento-poiché-vengono-considerate le due code della curva, ze tra sabbie di fiume, spiaggia ¢ duna. 2 1 0,5 0,25 0,125 0,062 0,031 mm %100 8 moda 7 z x v0 . 7 & 2 34 5. 0 (990 42.6.4 5) a) istogramma b) curva di frequenza 29 90 %50 mediana % 50 ee if 10. i oid 1 i if = 1 soc 4.50 900) sop Gr 40 co c) curva cumulativa d) curva cumulativa rappresentata con (ordinata in scala aritmetica) ordinata in scala di probabilita Fig. 2.8 - Metodi di rappresentazione grafico-statistica delle analisi granulometriche. ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner Granulometria 19 100 100. % * 50 50 ol o _medesima mediana mediana diversa selezionamento molto diferente medesimo selezionamento Fig, 2.6- Le curve cumulative mostrano 'indipendenca esistente ta la ran di un sedimento (qu epressa dalia mediana) ed il loro selezionamento (o). " te Lo studio sperimentale di un gran numero di sedimenti ha permesso di schematiz- zare la seguente classificazione del selezionamento (o,), espresso in @: = Molto ben selezionato <0,35.9 ~ Ben selezionato 0,35 ~ 0,50¢ = Moderatamente ben selezionato 0,50 - 0,80¢ ~ Moderatamente selezionato 0,80 - 1,40¢ - Poco selezionato 1,40 ~ 2,00¢ = Molto poco selezionato 2,00 - 4,00¢ ~ Estremamente poco selezionato > 4,00¢ Il miglior grado di selezionamento che si trova in natura é all'incirea 0,20 ~ 0,25 ¢% No er 10 su 0,25 — 0,356. Lsedimenti meno selezionati vi standard di 5-8 ¢ perfino 109. Se si ha ache fare con sezioni soitili, una buona stima de selezionamento pud essere ottenuta utilizzando carte di comparazione visiva (fig. 2.7). Due curve granulometriche possono essere uguali per-quanto riguarda diametro.me- dio (Dm) ¢ sorting (0); ma_wna_pud essere-simmetrica, Laltra-asimmetrica 1 asim: metria (skewness) ci dice se i valorisono distribuiti cquamente da.una parte e dallaltra della posizione centrale, o baricentro, della curva: essa ha.quindi un sezno positive (+) enegativo (—). Una curva perfettam nls simmetrica ba asimmeriaQ-esistann invece asi tun limite matematico di_+ 1, se la curva ha una coda verso destra (diametti piccoli).¢.un‘a: negativa, find aun limite matematico di_=1, se la curva ha una coda verso sinistra jiametri grossi) (fig_2.8)1n natura sono molto rari sedimenti-con-asimmetric oltre 0,80. Lasimmetria grafica inclusiva (Sk,) @ il parametro che ci permette di calcolare gra- ficamentela-distribuzione-asimmetrica.(non.gaussiana) di_una_popolazione granulo- maetrica; essa ¢ data dalla form 916+ 984-2950 | 95+ 995— 2950 2 (84 - 916) 2(995 — #5) ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner terrigene silicoclastiche 20 Composizione ¢ tessitura delle rocee Fig, 2.7 ~ Carta di comparazione per la stima visiva del selezionamento (0). ‘moda, mediana evalor medio ‘rossolani fini Asimmettia: 2er0 moda moda mediana mediana valor medio valor medio ameae grossolani fini grossolani fin Asimmetria: postva Asimmetria: negativa Fig, 2.8 - Curve granulometriche asimmetriche ¢ la posizione dei vari parametti della a quelli della curva gaussiana avente asimmetria nulla. (eee eee ee ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner Granulometria 24 Questa misura copre il 90% dell'intera curva ed & geometricamente indipendente dal selezionamento (2). Inoltre, siccome il ¢ appare sia a numeratore che a denomina- tore, il valore Sk & un numero puro e non va scritto con il ¢ accanto. 2.4.3 — Significato geologico dei parametri granulometrici Il tentativo ultimo ¢ affascinante di molti studi granulometrici & quello di svelare Vambiente di sedimentazione di un’arenaria antica mediante la sua distribuzione gra- nulometrica. L’approccio @ generalmente quello attualistico: si analizzano sabbie at- tuali di ambienti ben definiti, se ne mettono in luce le differenze mediante vari para- metri granulometrici ¢ per analogia si interpreta l'ambiente dei sedimenti antichi. 1 sistemi per questa comparazione attualistica sono a volte molto complicati ¢ raf finati (funzioni lineari discriminanti, analisi fattoriale); in genere si usano sia para- metri strettamente statistici che parametri con significato geologico. Come esempi citiamo Friedman (1961, 1967, 1979) che ha combinato a due a due in vari diagrammi (fig. 2.9) i parametri granulometrici pi comuni (diametro medio ¢ sorting, sorting e skewness ece.); con questo sistema sarebbe possibile distinguere tra loro depositi fluviali, depositi eolici e depositi di spiaggia. Visher (1969) invece ritiene che mediante l'analisi granulometrica si possano defi- nire i vari processi deposizionali responsabili del deposito, ma non l'ambiente: gli stes- si processi deposizionali possono essere presenti infatti in piti ambienti. Visher sostic- ne che una popolazione granulometrica é costituita da almeno tre sottopopolazioni log-normali ognuna delle quali é legata ad uno specifico tipo di trasporto: sospensio- ne, saltazione, scorrimento superficiale 0 rotolamento; la prima popolazione (la pi fine) e la terza (Ia pit grossolana) sono confinate alle code della curva granulometrica. I caratteri ¢ I'importanza relativa di queste tre subpopolazioni fornirebbero la base per Fig. 2.9 - Distinzione tra sabbie di spiaggia e di flume sulla base dell'asimmetria (skewness) € del seleziona- mento (standard deviation). (Da Fit, 1967) sabbia di spiaggia (oceano) © sabbia di spiaggia (lago) sabbia diflume i 010 030 050 070 090 110 1.90 standard deviation (selezionamento) ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner 22 Composizione e tessitura delle racee terrigene silicociastiene determinare i processi dinamici responsabili del trasporto ¢ dell’accumnuto di ogni unj. diosa. | ' " th sae jonamento & ottimale quando la corrente opera continuamente sudi.un so. file strato di granellini (eilcaso della spiaggia); esso @ invece pessimo quando Ia de. impilati_ammucchiati_quasi istantanea- osizi ; hiati i mente (¢ caso di mn fiume-duranteuna piensa). Ne consegue quindi che le correnti eo. sae selezionano meglio di quelle che variano rapidamente di intensita. E inoltre im. portante il rapporto tra la quantita di materiale che viene continuamente fornita a. ambiente ¢ la capacita 0 effici ional . Spiagge dove le onde at. faccano_vigorosamente falesic il flumd-avrarne sedimenti molto meno selezionati di spiagee piatte ¢ s i 7 L'asimmetria ¢ dovuta ad aggiunte o sottrazioni di materiale nelle code della curva granulometrica (fig. 2.8). ‘Sk.é generalmente positiva per-sabbie di duna e fiume,¢ ge. eral i je dispiaggia. 11 fenomeno pud essere spiegato nel modo seguente. [Ltrasporto delle sabbie fluviali e di duna rappresenta prevalentemente un flusso unidirezionale ed il limite dimensionale superiore dei grani, trasportati in so- spensione-o per salti, & dettato dalla competenza del mezzo. Questo limite € rappre- sentato dalla mancanza della coda grossolana_ (imite della competenza) ¢ della presen- zadellacoda Ting poiché Ia imitazione, naturalmente, non interessa le particelle fini, Nelle sabbic di spiaggia invece le particelle fini sono climinate, dilavate ad opera delle tabili, lontane da importanti aree i va. didistribuzione di_una sabia dila- ata_appare troncata nella, coda fine. 2.5 — MORFOMETRIA Mediante la morfometria si analizzano gli aspetti geometrici della forma degli ele- menti clastici. Essa trova il suo campo di applicazione soprattutto sui ciottoli, quindi su ghiaie ¢ conglomerati, offrendo utilissime indicazioni sugli agenti del trasporto re- sponsabili del modellamento dei ciottoli stessi. In qualche caso, la morfometria & an- che usata per la conoscenza dei paleoclimi. La forma & la misura delle relazioni esistenti tra le tre dimensioni di un oggetto. Considerando L I'asse lungo, / I'asse intermedio e S I'asse corto (spessore) ¢ mettendo in un grafico i rapporti tra le tre dimensioni L, I S (fig. 2.10), i ciottoli possono essere classificati, quantitativamente, come schiacciati (tabulari o discoidali), equidimensio- nali (cubici o sferici), a lama (allungati e piatti), a bastone (allungati ¢ sottili); esisto- no, naturalmente, tutti i termini di passaggio dall’una all’altra forma. Altre misure quantitative della forma sono gli indici di dissimmetria ¢ di appiattimento (L + 1/25) introdotti da Cailleux (1945). L’appiattimento di un ciottolo dipende principalmente dalla sua natura litologica, dal grado di fissilita della roccia, dal clima, dall’agente di trasporto ¢ dalle dimensioni del ciottolo (tab. 2.3). Si devono percid confrontare tra loro solo ciottoli della stessa natura litologica e delle stesse dimensioni (4~6 cm). L’in- dice di appiattimento di un deposito ghiaioso 0 conglomeratico si ricava come valore medio di una serie di almeno cinquanta ciottoli. La sfericitd determina quantitativamente quanto uguali sono fra loro le tre dimen- sioni di un oggetto; quindi, in sedimentologia pattezza o l'equidimensionalita di un oggetto; 4 si intende in realta la com ndente dalla forma, Si pud ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner Morfometria 23 Fig. 2.10 - Le quattro princi. = 0.66 pall classi della forma di Fottoli, basate sui rapporti a Gal we assis lungo (L), inter- - ‘medio (I) e corto (C). am (anes 195) . s tabular 9 decode equidimensionali L=I=C 066 o|9 a) 3 i =) ] io | | 7 / o ; j / | Ness” s alama abastone Usiee Lvi=c 0 02 04 06 08 1 sa ———_—_—__—_> ottenere, con buona approssimazione al valore teorico, con la formula di Krumbein (1941) che é la seguente: 3 [Lis wR dove L, J¢ S sono le tre dimensioni dell’elemento da misurare; oppure con la formula di Sneed ¢ Folk (1958) che é: la quale esprimerebbe meglio il comportamento di una particella durante il trasporto ¢ la deposizione. Quando si ha a che fare con due sole dimensioni, come nel caso delle sezioni sottili, si usano altri due tipi di misure. La prima, detta sfericita di Riley & data dalla formula 3 Di De dove Deé il diametro del piti piccolo cerchio circoscritto ¢ Di é il diametro del piit lar- ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner 24 Composist TapeLLa 2.3 - Indice sine ¢ tessitura delle r diappiattamento di ¥ ik. DatCind area vari tipi di ciottoli in funzione di clima e am Diente. «rer genie concessions ‘Composizione dat Quarzo Calcare Granito Gneiss Vulcanit ciottoli Fluviale ww 3.0 2.0 freddo Fluviale caldo 0 temperato 7 20 18 18 Spiaggia 18 26 7 20 23 marina slericta di Riley ym Be allungamento Fig. 2.11 ~ Metodi sionale della sferi 10 (0). misurazione bidimen- ta (a) ¢ dell’allungamen- go cerchio inscritto (fig. 2.11a). La seconda misura (allungamento) édata da 1 L dove / é la minima larghezza di proiezione ed L la minima lunghezza di proiezione (fig. 2.115), misurate mediante un reticolo rettangolare. ; L’arrotondamento (g) ¢ una proprieta geometricamente indipendente dalla sfericita ¢ dalla forma, basata sulla curvatura degli spigoli. Wadell (1932) la defini come la me- dia dei raggi di curvatura di tutti gli spigol a visa per il raggio del pitt piccolo cerchio ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner Morfometria 25 Nem Odo ay @ — ‘@) oa COO QO? 2 IO’ 3 OE OOOY)|) FW OOO] Oe D> co) oe Qe Doo O00 ° Fig. 2.12 - Carta di comparazione visiva per la stima dell'arrotondamento dei ciottoli. (Ds Pestiato, 19 circoscritto. Data l'impraticita di queste misure, per determinare i differenti gradi di arrotondamento si usano generalmente carte comparative sia nel caso dei ciottoli (fig. 2.12) che dei grani di sabbia (fig. 2.13). Una palla ha grado di arrotondamento 1 men- tre i granelli di sabbia hanno di norma arrotondamenti di 0,3-0,4. IL grado di arrotondamento diun_clemento clastico (granulo, ciottolo) dipende dalle del trasporto e infin: ima. L’arrotondamento dei granuli di sabbia ¢ un processo estremamente lento; gli esperimenti di Kuenen (1959) hanno dimostrato che la perdita di peso che subisce una sabbia con grani di quarzo angolosi ¢ di media taglia non su- pera I’1% dopo 20.000 km di trasporto. Percid sabbie o arenarie con granulimaltoar- rotondati sono spes: i iL risultato di piitciclisedimentari. Piit-proficua Tanalisi dell’arrotondamento nei _ che sirivelano piit sensibili al trasporto an- 015: 0.20 0.30 0.40 0.60 0.85 6|0/O 6/9 /B/8/0]0 motto angoloso. sub. sub- | arrotondato| molto angoloso angoloso_arrotondato arrotondato Fig. 2.13 - Carta di comparazione visiva per la stima del!'arrotondamento dei eranuli di sabbia. Per ogni ca. tegoria, & mostrato un granulo di bassa e alta sfericita. (Ds Powers, 195). ritscensto) ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner 26 Composizione e tessitura delle rocce terrigene silicoclastiche distanze, Per ottenere risultati statisticamente validi occorre eseguire le chest eu almeno $0 elementi della tessa composizione litologica, della stessa gran. Tevza (4-6 cm) efacenti parte di alluvioni o depositi di composizione analoga, 2.6 — MORFOSCOPIA, abbia hanno caratteristiche conformazioni superficiali, visibili al mi- 1 granuli dis ora non é stato possibile svi- croscopio a luce riflessa o al microscopio elettronico. Fi luppare un metodo per misurarle quantitativamente. Fondamentalmente si distinguono tre tipi di superfici: smerigliate, lucenti ¢ opache. La smerigliatura (frosting) dei grani é stata imputata generalmente all’abrasione eoli- ca, ma ricerche recenti hanno mostrato che anche azioni chimiche e piccoli accresci- menti di quarzo possono dare l'aspetto smerigliato. Le superfici lucenti (polished), i- tenute comuni nell’ambiente di spiaggia, sarebbero dovute alla levigatura delle picco- lissime irregolarita, prodotta dal continuo strofinio dei grani nell’acqua. Le superfici opache (dull) sono causate dalla presenza di piccolissime superfici di frattura fresche ¢ da minute irregolarita angolose; esse si riscontrano principalmente in sabbic fluviali ¢ di mare basso, dove l’azione abrasiva non & molto accentuata. L’intero campo della morfoscopia é tuttavia assai dibattuto ¢ contestato. E proba- bile che con I'uso sempre maggiore del microscopio elettronico si possano definire con pit dettaglio le caratteristiche morfoscopiche dei granelli di quarzo provenienti dai vari ambienti attuali (desertico, di spiaggia, fluviale, glaciale ecc.) (fig. 2.14), ma per quan- to riguarda le arenarie antiche, incrostazioni di ossidi e mutamenti diagenetici vari (ce- mento, mincrali autigeni) saranno sempre seri ostacoli per l'interpretazione paleoai bientale. Per una messa a punto aggiornata dell’intero problema si veda l'articolo di Krinsley e Trusty (1985). a » Qo Fis, 2.14 Grani di quarzo al microscopioeletronico a seansione. a) granulo di deposto glaciale con frat {ura concoide ¢spigoi vvi; b) granulo di spiagga, arrotondato elsciato, con piceale imprante di percussio i Vs €) granulo di sabbia del deserto con superficie smerigliata e butterata. (Coresia¢: MV. Tucker) ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner Fabric 27 2.7— FABRIC Lorientazione-¢ la disposizione spaziale degli elementi che cor ! Mpongono una roccia pindicata.con il termine inglese fabric, che sigitica appumto tessuto.o strut r , . Ele. ‘enti del fabric di una roccia sedimentaria possono essere uncristallo, un cio fosile o qualsiasi componente che si comporti come un'unita singota tispetteale fan qa applicata. In genere questi elementi hanno forme che possono essere sicondews prima approssimazione a sfere, disci, cilindr ed elisoidi. Lesfere non poswono ic Prorientazione, ma solo.un.diverso.impacchettamento (packing), 2 In.generale gli clementi sedimentari tendono a disporsi in una posizione stabile spetto al flusso. Praticamente ogni entitd sedimentaria é un potenziale elemento del fabric, anche se quelli con massime disuguaglianze dimensionali sono indubbiamente i pity utili, Particelle discoidali o comunque piatte, quali possono ad esempio essere scaglie di mica, ciottoli di scisti o valve di molluschi, assumono diversa orientarione spaziale a seconda se la deposizione e accumulo sono dovuti alla sola gravita o se a questa si associa anche l'azione della corrente (fig. 2.15). Lo stesso vale per partielle allungate, ellissoidali o a forma di sbarra, cilindro o bastoncino, quali possono essere granuli di quarzo, frustoli carboniosi e certi tipi di fossili (fig. 2.16). Sia sabbie deposte sperimentalmente in condotti artificial, sia sabbie attuali o are- narie antiche sono disposte con I'asse Iungo dei granuliparalelo alla dtezione della corrente (trasporto fluviale, eolico, di spiageia ecc.). E stato pure constatato che err ic Bi i lla rapidita della deposizion orientazioni pid: pronunciate si creano ad opera di campi di i ‘Osservazioni nei Tiumi ed in altri ambienti attuali dimostrano che la maggior parte Fig. 2.15 - Orientazione spa- Ziale (in sezione) di element SSG a eee = discoidal depositati sotto i == = controll della sola gravita (a) ESS ella gravitd pid una corren te uniireionale 2) ¢ 4) gravita sto secondo caso i sultano embriciati (si veda an- che fig. 2.17). (Rieerato da Pot tere Peo, 1963) b) gravita + corrente Fig. 2.16 - Orientazione arca- Ae di elementi allungati depo- sotto il controllo della vitd (a) ¢ della eravitd pit ‘Corrente (b). (Ridsegnato da Poser ePetiohn, 1963) a) gravita b) gravita + cortente ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner mposizione e tess ura delle rocce terrigene silicoclastiche clastic! "pos eres 28 Composi Fig. 2.17- L'embriciatura dei ciottol. oa disposiig. ne spaziale in rapporto al Musso della correme, 9) shiaia embriciata in un deposito di spiageia pletion nico. dei ciottoli discoidali ha il piano di massima proiezion We inclinato contro corre : 7 verso monte, secondo un angolo di 10°-30° izione assai caratteris dice embriciatura (fig. 2.17). Lciottoli piatti si dispongono ad embrici nelle spiagge thiaiose con inclinazione verso il mare di 15° circa, nei fiumi con inclinazioni di 15°- 30 nelle morene con inclinazioni di 20°-25°. E stato pure segnalato qualche caso di ciottoli embriciati rente, Ma sono eccezionalmente rari. 2.8 — MATURITA TESSITURAL Folk (1951) defini marurit terstiziale (matrice), . y a + : iae i go ine d tessiturale il grado in cui_una sabia ¢ priva di fango It £ ben selezionata ¢ ben arrotondata, ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner Maturita tessiturale 29 esto concetto & basato sullidea che, durante iLtrasporto, venga inna jaa mats ices indi vengano selezionatiigranuli in base alle loro dimen sa ara gral sano po A poco arrotondati, Con Naum a agiconsamescanicn De ti esso, mediante l'azione abrasiva e selezion: ae onde, correnti), un sedimento assumerebbe percio gradi ssi ii elevati,_passando attraverso Lseguenti qualico sad . Isedimento.contienc pit del s% 1) Stadio immaturo. Sie ah ‘sono mal selezionati ice-argillos: 2) Stadio submaturo. Usedimento-contiene-meno-del-$%.di arsilla,maigranulisono 3) Stadio maturo. \\ sedimento non contiene praticamente matrice; i granuli sono ben selezionati (a<0,S 2), ma non ancora arrotondati (o<3,0) 4) Stadio supermaturo. lsedimento ¢ privo di.matrice; igranuli sono ben selevionati earrotondati (9 > 3). Co a el'nternre accumulano infatti i ae eee age) ode la depodaione pi jac violenta (co- ‘nojdi alluvionali, correnti ditorbidita). Al contrario i sedimenti supermaturi sono ti- pici di ambienti in cui abrasione ¢ sclezionamento si attuano-con intensita piiLomeno_ costante ed in tempi lunghi (spiagge, barre, dune). E perd indubbio che, in una ceria regione, i vari ambienti che controllano la matu- MATURITA TESSITURALE (tempo, distanza) rel 44 gee re jo stadio | stad i stag tl stado immature submaturo maturo supermaturo RE; 218 = 1 progressivi Sao della maturita tessitu- trig it funzione della ma- da, f2! Slezionamenta e cengtfotondamento, se- 1990, 10 Schema di Folk tempo. ——————+ energia spesa sul sedimento ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner 30 Composizione e tessitura delle rocce terrigene. silicoclastiche un supercontrollo tettonico. In un'area con topografia dolce, pochi sedimenti ¢ ¢ la piattaforma continentale; coste iit volte su vaste zone, mentre i sedi- prenti di spiaggia e duna, assieme ai pocht sediment fluviali, vengono continuamente Fipresie rielaborati e ne risultano sabbie assai MN Di converso, in una area tet- re reamente attiva, caratterizzata da forti dislivelli ¢ grande apporto sedimentario, vi Sono grandi apparati deltizi, sovraccarico delle piattaforme e conseguenti correnti di sorbidita. Tutti ambienti, processi ¢ situazioni che portano alla formazione di sedi- menti relativamente immaturi. siti tessiturale sono.a lor volta condizionati da Gatonica, tettonicamente «morta» o stabile, Sono forniti dai fiumi verso le pianure costien basse c sabbiose trasgrediscono ¢ Fe! 2.9 — CONGLOMERATI E BRECCE Un conglomerato ¢ una joe un accumulo consolidato di ciottoli pid o meno arrotondati. Allo stesso modo un accumulo di frammenti angolosi sciolti viene chiamato, a seconda della pezzatura, pietrisco, detrito, macereto ecc., mentre gli equivalenti consolidati vengono detti breccia 0 megabreccia. \Gonglomeratie brecce, i prodotti pid grossolani dell’crosione, sono soggetti ad un tra imitato ¢ i 7 ‘/in-arce piristrette di quanto non av- aie attuali sono le coste. venga per depositi piiLfini. Tipiche arce di accumule delle Tecriose con le relative spiagge ¢ la parte pedemontana delle pianuré 7% Ie relative noidialluvionali..La breccia, invece, € una roccia o una steve \itt dalle molte otigini; ‘essa infatti pud formarsi in situ o derivare da_un. ‘trasporto, il quale, a sua volta, pud esse jo 6, in parte, di origine tettonica. Un «oggetto», dun- Gque Ia breccia, non facile da definire e dalle molte possibili origini: lesatta interpre- is ® quasi maj essere basata soltanto-sui suoi caratteri, ma tazione di una breccia non pud quasi mai essé richiede l'esame del contesto geologico in.cui essa inserita- ghiaia cementata, © zione e tessitura 2.9.1 — Compos La composizione dei conglomerati pud essere rappresentata in funzione dei seguentt tipi ltologici: rocce effusive, plutoniche, metamorfiche ¢ sedimentarie, Come nelle aevnarie, (v. p- 36) anche qui si deve distinguere tra una provenienza plutonica (rocee arenneive e metamorfiche di alto grado) e sopracrostale (rocce effusive, sedimentaric¢ sonra orfiche di basso grado). Questa distinzione & in un certo modo una misura del rollevamento € della profondita dell’erosione nell’area di provenienza, che poi sono entrambi funzioni del tettonismo. La composizione di un conglomerato non é I'esatta espressione dei litotipi presenti nell’area di provenienza; essa @ funzione del clima, della morfologia ¢ del trasporto st bito dal ciottolame. Lioripiinstabil (granito, dolomite) vengone facilmente eliminati mentre di converso siatricchisconote «specie» stabili (quarzilt, quarZo Tilor 5 cee quarzo filoniano per esempio si ritrovano comunemente come ci solversie generalmente non_producono-detrito-ciottoloso. Tuttavia, aridita, rilievo aspr0-e pronunciata.rapida erosione sono fattori che faiitana-molto Ia Tormaio: ne dei conglomerati.. ] ‘Normalmente i singoli componenti (ciottoli, frammenti) di questi depositi s£0ss°— ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner Conglomeratie brecce 34 ciok elasto-sostonuta, Gli spazi trai ciottoli sono perd raramente vuoti i genere sons rempiti da una matrice di sabbia o detrito che @ un terzo del volume totale dell Ts sips orano spars cola nla mas tee (paraconglomerati) yranno quindi unimpalcat ice-sostenuta,. —percconglomeratiy Sperimentalmente, sappiamo che ciottoli di quarzite impiegano da 70a 100 ki arrotondarsi, mentre invece quelli calcarei sono gid ben arrotondati sui 10-30 Inn I cittoli di pete si arrotondano in qualche centinaio di metri, ma si disageresano an. che assai rapidamente. Tenendo presente che parte del tragitto pud essere in veal i corso «in loco» (si pensi, ad esempio, alla rielaborazione lungo una spiageia), te dente che una ghiaia angolosa o subangolosa va considerata necessariamente di deri. iamente di deric, sazione locale, 2.9,2 — Classificazione Conglomerati ¢ brecce possono essere convenientemente suddivisi in extraformazio- nali e intraformazionali. Questi sono vecchi termini equivalenti ai pitt moderni extra- bacinalie intrabacinali, il cui significato é discusso anche alle pp. 34 ¢ 58-61, Un'altra classica suddivisione & quella tra ortoconglomerati ¢ paraconglomerali, dove i primi piesentano un'impalcatura clasto-sostenuta mentre i secondi mostrano, come sii det- to precedentemente, una matrice dominante di materiale fine in cu sono flottanti, A seconda della loro composizione, i conglomerati vengono anche suddivisi in oli- gomittici ¢ polimittici. Come dice il termine stesso, Lconglomerati oligomittici sono costituiti-da-ciottoli aventi litologia relativamente uniforme. In genere, si tratta di ma- teriali molto resistenti, praticamente indistruttibili quali selce, quarziti, quarzo filo- niano, da cui anche il nome di conglomerati ortoquarzitici. Sono depositi assai maturi, in pratica un concentrato residuale che deriva dalla distruzione di un grandissimo va- lume di roccia: un conglomerato a ciottoli di quarzo implica la disintegrazione di mas: seplutoniche e/o metamorfiche originariamente attraversate da rari e sparsi filoni di di spiaggia che alluvionali. sxandi successioni sedimentarie, donde il termine di conglomerato basa vengono spesso designati_Questi conglomerati basali marcano important lac tigrafiche, sia in termini di hiatus.deposizionale che-di-vacuité-erosiva (v. cap. 13), Spess0 relative ad eventi orogenctici di portata regior _ | grandi accumuli conglomeratici del passato sono tuttavia polimit 0 tici) (fig. 2.19), costituiti cio® da una notevole varieta di tipi litologici. In genere si tro- Yano al-margine-dei_bacini sedimentari.dove formano corpi.cuneiformi, spesso.con- spessori ingentissimi (si veda ad es. il Verrucano Lombardo dita permiana). | 1 conglomerati-a.ciottoli.carbonatici.t¢stimoniano condizioni_particolar.che.pe Misero la preservazione di litotipi instabili e poco resistenti. Tali condzent. ad Rossono identificare in un improvviso sollevamento ¢ in.un-forte riliewo 1c reed hab in corrispondenza dina scarpata di faglia. In zone.a forte suv Nt nica si possono avere ingenti accumuli di conglomerati vuleanici che pero 1 ttici (0 petromit- ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner 32. Composizione tesstura delle rocee terigene silicoctastiche Fe. 219 - Tico co glomerato petromin,. fodambicne stat tale (Ol ed Sn nes, Palortce a ‘Scozia), : J.caso dei conglomerati ortoquarzitici, profonda erosione no ne jamente, com ¢ importanti sollevamenti. di norma si accumulano in conoidi Come gia accennato, iconglomerati petromittici vionali (fanglomerati) on ion Icate-da.fiumi.atreccia, Essi perd possono anche depositarsi lungo Je costee,a-valte, venir poi ridepositati in acque i paraconglo- marine profonde. Lpii.comuni¢ geolosicamente signiieatss le merati (spesso identificati con_una_varicta di_nomi_quali_tilloidi, diamictiti, pebbly mudstone e megabrecce) sono invece dovutia flussigravitativi subacquei, quali colate di fango ¢ detrito. Si tratia di caotici assembramenti, quasisempre privi-di organiz~ zazione interna, di materiali grossolani sparsi in una matrice pelitica.o. comunque. pid | volte raggiungere dimensioni-gigantesche. La «m: fine dei grossi clasti che posson‘ ‘trice» pud-anche raggiungere 1'80% della roccia, Spesso.questi depositi sono associati ‘a sedimenti-marini profondi (torbiditi). Per una pitt esauriente discussione sull’origine e sulla meccanica del trasporto di questi depositi si veda al cap. 10. ‘Conglomerati e brecce intrafarmazionali. Derivano dalla frammentazione di-un-se- dimento_¢ dalla successiva_penecontemporanea rideposizione,-nello stesso. ambiente, dei vari frammenti. II fenomeno é temporalmente limitato ad un brevissimo momento nella deposizione della successione stratigrafica ¢ talora pud essere interamente subac- queo. I clasti sono sempre di derivazione locale, hanno subito trasporto breve o nullo ng conseguentemente poco claborati; nella. maggior parte dei casi si.tratta.percid— dibrecce. Per una pit ampia " uussione si veda la genesi degli intraclasti a p. 58 In_genere j clasti intraformazionali sono composti-di-pelite 0 fango carbonatico. Questo perché isedimenti granulari, quali la sabbia_ad esempio, necessitano di tempi pitt lunghi o di condizioni del tutto particolari per cementare. 1 sedimenti fini invece, fry al Ito coefficiente di coesione, raggiungono una consistenza tale da poter es «a i in con il semplice essiccamento 0 con un minimo di costipamento. ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner Conglomeratie brecce 33 _- Genesi di una breccia intrafor- Fe sonteuente ‘ad essiccamento di un Thal plitico. Un’origine comune dei clasti intraformazionali é la temporanea esposizione subae- rea, con conseguente essiccamento ¢ fratturazione del materiale. S eaccumulati dalla successiva inondazione i clasti costituiscono una tipica breccia (o conglomerato). a frammenti piatti G cosiddetti edgewise.o flat pebble conglomerates) (fig. 2.20). Clasti pelitici intraformazionali (clay chips,rip-up clasts) sono tuttavii ii quasi tutti isedimenti_terrigeni(fig.-2.21),-specialmente-in-quelli-la-cui-deposizione¢ legata a processi catastrofici (piene fluviali, correnti di torbiditi ecc,). Brecce di collasso. Non sono di origine deposizionale,.ma sono il,isultato di-collassi o sprofondamenti di strati rocciosi a causa della rimozione di materiali altamente so- lubili ad essi associati. Il fenomeno é particolarmente comune nelle successioni eva- poritiche, dove livelli salini o gessosi vanno in soluzione gli strati carbonatici (in ge- nere dolomie) soprastanti crollano «per sostegno manco». Tali brecce hanno spessori variabili da pochi centimetri a varie decine di metri, sono costituite da frammenti ta- bulari e angolosi di ogni dimensione e sono discordanti con Ia giacitura generale degli strati incassanti. 1,22" Framment pe- fluviate Yay erenaeia rosa Pirengy, &¢! Triassico det ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner 44. Composizione e tessitura delle rocce terrigene silicoctastiche Fig. 2.22 - Comat. 1 sara ot i) in un congo: mera caleeey sottoposto a forte costipamento, 2.9.3 — Diagenesi dei conglomerati La cementazione delle normali i ghiaie brecce non differisce granché da quella delle arenarie (v. p. 41). 1e-da calcite spatica.c in certi-casiiLcarbonato forma un crostone travertinos0 attorno ai ciottoli. 1 paracot gloms wzione di cemento, ma_per_una t stallizzazione diagenctica,-o metamorfica-di-basso.grado, della matrice che si : si trasfor-_ mais in una dura e densa argillite. Jn altro effetto diagenctico caratteristico dei conglomerati, soprattutto calcarei,-& 2.10 — ARENITI Nel 1904 il geologo americano Grabau introdusse il termine tessiturale arenite pet indicare, i alla ini ariaventi la taglia della sabbia. A seconda della provenienza possiamo suddividere le areniti in due gran- di gruppi (fig. 2.23) 1) imtrabacinali, che si formano-all-interna dello stesso hacino, sesso sidtin forma-granulare-e in condizioni subacquce: quelle carbonatiche sono jute come calcareniti (v. p. 85), quellenan carbonatiche hanno ia genesi ¢ composizione (arenarie glauconitiche, gessareniti, ialoclastiti ecc.); 2) srabacinalio Terrigene, che derivano dal erosione di rocce preesistenti situate al di fuori ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner Areniti 35 le areniti_carbonatiche extrabacinali sono dette calclititi, mentre quelle silicoclastiche sono indicate nell’uso comune-col termine molto piii_gc- nerico di arenarie. Nelle pagine seguenti verranno discusse essenzialmente le areniti extrabacinali non- carbonatiche, cio’ le arenarie terrigene comunemente intese, che sono il gruppo di gran Junga prevalente. Le calcareniti verranno discusse invece nella parte dedicata ai car- bonati (cap. 3). NON-CARBONATICHE ~ arenarie (quarzarenit arcosi,ltareniti ecc.) EXTRABAGINALI (renAicene) ——~cansonaricne = calcliit ARENITI NON-CARBONATICHE = arenarie _glauconit che, gessareniti, ialo- INTRABACINAL: clastiti ece. ‘CARBONATICHE = calcareniti (oolitiche, bioclastiche) Fig. 2.23 - Classificazione generale delle aret 2.10.1 — Classi! azione delle arenarie A partire da Krynine (1948) sono state proposte ormai pitt di 50 classificazioni ba- sate su vari criteri classificativi che comprendono i seguenti fattori: provenienza, flui- dita, maturita composizionale ¢ tessiturale, diastrofismo, strutture sedimentarie, cli- ma e degradazione atmosferica, alterazione post-deposizionale (diagenesi). Le classi- ficazioni petrografiche sono tutte raggruppabili in due filoni principali che fanno capo a due diverse scuole, quella di Pettijohn e quella di Krynine-Folk. Nel primo schema vengono considerate sia 1a composizione dei grani che la matrice; provenienza e ma- turitd sono definiti dalla mineralogia mentre la matrice vien vista un indicatore della viscosita ¢ della densita del mezzo, oppure come una misura del selezionamento. Lo schema di Krynine-Folk é solo composizionale e non contempla la matrice; maturita tessiturale ¢ composizionale sono i criteri classificativi fondamentali, provenienza ¢ tettonismo controllano le proprieti base delle arenarie. ‘Come dimostra I"esperienza, i component mineralogici dell'impaleatura granulare di un’arenaria sono il quarzo, i feldispati ed i frammenti di rocce a grana fine come selce, siltiti, argilliti, ardesie e scisti, rioliti, andesiti e altre rocce effusive felsiche. Tut- ti gli altri componenti sono trascurabili (minerali pesanti) 0 sono importanti solo ec- cezionalmente ¢ localmente (magnetite, olivina ecc.). ‘Lire componenti_pitt comuni_(quarzo, feldspati_e frammenti di roccia) formano quindi la base della classificazione composizionale, che-possiamo rappresentare in-un diagramma triangolare (fig. 2.24). Ne risultano tre famiglie, o clan, principali di are- narie. Se il quarzo & superiore al 95% si hanno le quarzareniti, se i feldspati sono pre- minenti (con quarzo inferiore al 75%) si ha il clan delle arcosi ¢ allo stesso modo e ste una famiglia delle litareniti quando prevalgono i frammenti di roccia. Altre suddi- ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner ressitura delle rocce terrigene sINcOCWN NT” 36 Composizione ¢ quarzareniti subarcosi subitareniti 3 Z arcosiItiche Maren feldspatiche | ig 8 aronarie see 3 tesspaner® | arcost ltareniti 2 g 3 8 € 3 oa 5 arent 2 F +H Ang we és roca Sopracostali ae PROVENIENZA Fig. 2.24 - Classificazione composizionale delle arenarie. La classe delle litareniti pud essere ulte- da_il_piccolo visioni minori sono rappresentate in fig. 2.24. z riormente_suddivisaa_seconda-deiframmenti_di_roccia_presenti_(si_v triangolo classificativo delle litareniti). La posizione di un campione all'interno del triangolo é funzione della provenienza ¢ della maturiti.composizionale;-arenarie che cadono nel campo delle litareniti deno- tano una provenienza sopracrostale (lave, sedimenti, rocce metamorfiche di basso gra- do) mentre quelle che cadono nel campo delle areniti feldispatiche indicano una pro- venienza da rocce profonde, spesso plutoniche. In senso verticale il diagramma ¢ in- vece una scala di maturita composizionale; piii un’arenaria é ricca di quarzo 0 selce, pit. é matura composizionalmente. E_accertato tuttavia che i processi diagenetici controllano in modo preminente_la composizione delle arenarie di primo ciclo. Ricordiamo, ad es., i processi pedogene- \ici, che sono funzione del clima ¢ della litologia della roccia madre (Basu, 1985). Ma anche la totale dissoluzione dei feldispati, dei frammenti di roccia ¢ dei minerali santida parte delle corrosive acque meteoriche, alterando la composizione «deposizio- nale» della sabia originaria, pud avere un effetta determinante sulla composizione fi- nale di un‘arenaria (McBride, 1985; Helmold, 1985). In condizioni di forte degrada- zione-meteorica, la totale dissoluzione dei granuli non quarzosi potrebbe portare ad- irittura alla formazione di_«quarzareniti diagenctiche» (McBride, 1985). Un altro Processo che pud alterare in modo considerevole la composizione originaria di un’: renite é la sostituzione diagenetica di vari granuli terrigeni da parte di minerali autigeni quali calcite, zeoliti e altri. In tab. 2.4 sono elencati alcuni dei pitt comuni processi dia- genetici che possono interessare vari tipi di granuli terrigeni. Fin dagli studi pionieristici di Krynine, la mineralogia delle arenarie é stata consi- derata un dato fondamentale per identificare caratteri tettonici ed evoluzione degli an- tichi bacini sedimentari. E ancor di piit oggi, lo scopo di molti studi di cosiddetta pe- ‘rografia sedimentaria é di porre in relazione la mineralogia delle arenarie con il plate- “tectonic setting (margini passivi ¢ attivi, archi insulari, aree orogeniche, ecc.) (Schwab, 1975; Dickinson e Suczek, 1979; Dickinson e Valloni, 1980; Valloni ¢ May- Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner ‘TaBELLA 2.4 - J pitt comuni processi diageneti Areniti 37 i che interessano i vari granuli detritici, I processi sono elencati secondo un grado decrescente di frequenza. co» tts, 15) K-FELSPATI PLAGIOCLAS! FRAMMENTI DI ROCCIA CARBONATICI FRAMMENTI DI ROCCIA VULCANICI FRAMMENTI DI ROCCIA SILICE! FRAMMENTI DI ROCCIA PELITICI MUSCOVITE BIOTITE MINERAL! PESANTI INSTABILL calcitizzati zeolitizati disciolti caolinizzati albitizzati calcitizzati disciolti albitizzati zeolitizzati disciotti dolomitizzati ficristallizzati calcitizzati disciolti cloritizzati zeolitizzati FRAMMENTI DI ROCCIA METAMORFICI MICACE! —schiacciati calcitizzali disciolti calcitizzati schiacciati caolinizzata disciolta disciolta argilificata disciolti calcitizzati nard, 1981; Dickinson, 1982; Dickinson ef a/., 1983; Valloni e Mezzadri, 1984) (fig. 2.25). Dovrebbe peré risultare chiaro da quanto detto precedentemente che I’interpre- tazione tettonica delle arenarie, basata sui loro caratteri composizionali, va fata con quarzo 3 cratone interno’ 18. continentale’ transizionale quarzo monocristalino continentale’ transizionale = ms basamento sollevato Sy wf ¥ 13, 27 non sezionato ° 50 frammenti —_feldspati 23 47 sezionaio 13 feldspat dirocea frammenti di roccia © quarzo composite Fig. 2.25 - Triangoli composizionali per l'interpretazione delle arenarie in chiave di plate tectonics. (+ Dicinion a 198) ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner 38. Composizione e tessitura delle rocee terrigene silicoclastiche 1985). «The idea that the petrographic study of 10 10 30 sana. ‘ancient basin, perhaps a sample of only 10°" £0 10-"* of its en. tire sandstone volume, can reveal plateteconic sing and sus produce inferences i 1 processes borders the fai » (Potter, 1986). at mr rl en ple sie oy esclucivamente dallimpalcatura-granulare:_spesso esiste un‘apprezzabile-percentuale di silt o argil fa come matrice interstiziale (fig. 2.26). In natura c’é un passaggio con. tinuo ¢ graduale, e aumentando la quantita dei fini, da una sabbia si passa nel campo delle peliti. E chiaro che qui non abbiamo pitt un problema composizionale, ma tes. Siturale. Un‘arenariache ha pit. del 10-15% di matrice fine interstiziale & tessitural, mente immatura, ¢ questo di ignificato per la ricostruzione ambientale. Non Sempre perd tale matrice ¢ connessa a meccanismi deposizionali primari; a volte iLrisultato-di process postdeposizionalio diagenetici per cui attribuirle un sig ; idrodinamico pud essere assai pericoloso o addirittura errato. Ecco uno schema di al- ‘cuni meccanismi e processi genetici della matrice: ‘estrema cautela (Basu, stone samples from an Flocculazione diretta © \’argilla floccula nell’acqua salata e si de- a posita assieme alla sabbia sINDEPOSIZIONALE } Deposito in massa da oo sospensione fangosa * correnti di torbidita Infiltrazione ‘a matrice & introdotta meccanicamente tra i pori per infiltrazione dell’acqua ace Alterazione chimica * i feldspati si trasformano in sericite POSTDEPOSIZIONALE Costipamento * i fecal pellets sottoposti a costipamento si schiacciano e formano una falsa ma- trice (fig. 2.27a) Bioturbazione * omogeinizzazione di sedimenti alternati- vamente sabbiosi ¢ argillosi (fig. 2.27) Fig. 2.26 - Sezione sottle di una grovacea mostrante granuli di quarzo, angolosie mal selezionati,immer- silin matrice peitica, ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner Areniti 39 OTURAAZONe Fig. 2.27 ~ Due meccanismi genetici di matrice «non deposizionale». a) per costipamento di fecal pellets; b) pet bioturbazione di un'originaria alternanza sabbia/pelite. Fig. 2.28 - Il classico schema classificativo delle grovacche, (Ds Dot 1964) ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner 40. Composizione ¢ tessitura delle rocce terrigene silicoclastiche i i ituralmente_immature_certi_Autori_usano il ter. uppo di arenarie tessitura’s ur ; 4 ceed getarea Ona ‘graywacke, ted. Grauwacke), altri invece preferiscono aggiun. ‘gere pil semplicemen ifica di «immature» ai tre clan definiti su base compo. aeeeile (quarzareniti immature, arcosi immature, litareniti immature ecc.). In fig 398 & rappresentato lo schema classificativo pitt noto delle grovacche. “Infine, molte areniti-del geologic record non-appartengono_a_nessuno dei_campi ifici inali.intrabaci descritti precedentemente; esse sono cos oie da miscele di vari componenti,.compresi quelli vulcanici, Tali depositi sono stati 1980). La fig. 2.29 mostra schematicamente le rela- denominati areniti ibride (Zuffa, 1980). La fig. 2.29 mostr n Zion’ esistenti tra i vari componenti di possibili areniti ibride marine. | COMPONENTI ALLOCHIMICI (intrabacinali) COMPONENTI TERRIGEN! (extrabacinali) component Vv Vuleanici (ialoctasttiy ror Cl Carbonatic! intrabacinali {Colt fossil, peloid:. ecc.) NCI_ Non carbonatic intrabacinali (glauconite, gesso, ossidi di Fe, fosfati) NCE Non carbonatici extrabacinali (quarzo, frammenti di roccia, miche ece.) CE Carbonatici extrabacinali (fossili,clasti di calcare e dolomia) dati forniti sull'area dati forniti sul bacino diprovenienza sedimentario = processi di degradazione = condizioni chimico-fsiche ——+] = Cima = fisiografa +—— = regime tettonico = profondita = Iitologia = eta = etc = otc... 29 - Rappresentazione schematica dei vari ambi I Toridesotoonente ree cologici da cui derivano i componenti delle are ‘Scansionato con CamScanner ‘Scansionato con CamScanner

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