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Gazzetta di Treviso 1901

12 gennaio: Un ritratto (di Vettori, ritrae Angelo Sala)

15 gennaio 1901 Note Veneziane (Venetus)

Le iniziative di questa nostra città, qualcuno esclusa, non ebbero finora troppo buona sorte; e cos’ è stato per lungo
tempo di quello per la ferrovia della Valsugana che si trascinò su e giù per i gabinetti dei ministri, per le sedute delle
Commissioni, in discussioni sterili, appoggiata da pochi, e soprattutto ostacolata da quel Governo che per Napoli spese
milioni, e per Napoli ha rinunciato persino ai consueti proventi del dazio consumo. Finalmente ci si dice che una
definizione stia per essere data anche alla lunga pendenza e che si stia per trovare la soluzione del problema, L’augurio
che facciamo è che questo avvenga al più presto per gli altissimi interessi che vi si connettono e per il grande vantaggio
commerciale di Venezia.
(nb. Poi relaziona vari avvenimenti a Venezia)

3 febbraio:
La “regina di Saba” alla Fenice (Venetus)
Venezia 2-1901
Fa la recensione dell’opera di Goldmark

5 febbraio: Da Palermo, la conferenza di una trevigiana

22 febbraio. Arte e teatri (Venetus)


Alla Fenice

28 febbraio: A proposito dell’atterramento di una parte delle mura e dei lavori conseguenti
Il progetto dei Consiglieri Carlo Bozza e Gregorio Gregorj di aprire gli sbocchi in una parte delle mura, accolto con
simpatia da buon numero di cittadini, ma con discreta freddezza dalla Amministrazione Comunale, a due anni di tempo,
torna a rifiorire sulle colonne della Gazzetta di Treviso con proporzione minore di intendimenti, ma con volontà più
recise, come ci è dato di leggere fino dal n. 315 del novembre 1900.
Anche il Gazzettino, che al primo presentarsi del progetto dell’atterramento di una parte delle mura, si era dichiarato
non molto propenso, in quest’anno, ai primi cenni, si è dimostrato apertamente favorevole.
Purchè qualche cosa sia faccia, verso quella parte di mura che guarda a ponente verso San Teonisto e Porta Cavour là,
in quel largo spazio di terreno comunale, non vi ha dubbio che ormai ben pochi sono i contrari a che si lavori e si
organizzi un nuovo quartiere con una nuova apertura di strade.
Nel Consiglio Comunale la questione si è ripresentata con minore intensità; ma non per ciò si dispera che il tempo
rompa l’indugio e il cammino dell’idea.
Udine, Brescia, Verona, Alessandria, Padova e Mantova ed altre città preprano l’atterramento di alcuni tratti dei vecchi
bastionim perché così esigono il crescere della popolazione, il continuo aumento dei commerci, la necessità di nuove
abitazioni.
Ed è assai facile prognosticare che da qui a qualche anno il bastione di San Teonisto a Porta Cavour sarà abbattutto
elivellato verso la strada di circonvallazione esterna, verso la nuova arteria, che si move alla Stazione ferroviaria.
Ne avverrà quindi una necessità di occupare anche una parte dell’ortaglia della Raffineria, riducendo quello spazio
circostante a quartiere con buone e comode case.
Più tardi, ma con esigua spesa, si apriranno due sbocchi nella località dove in passato vi erano appunto due porte della
città, chiuse per difesa militare, all’avanzata dell’armata imperiale di Massimiliano.
Le strade di Borgo Allocco e dei Filippini troveranno un corrispondente sotto passante agli spalti verso Santa Bona, a
settentrione della città.
In tal guisa gli affezionati alle passeggiate sulle mura antiche e i difensori delle memorie storiche non grideranno la
croce addosso ai progettisti di buona memoria, quanod questi hanno già dichiarato, più tardi, di accontentarsi che la città
trovi modo di spingersi facilmente al di là dei bastioni, senza lunghi giri di circonvallazione e senza porte d’uscita, dove
un tempo esistevano fiorenti e magnifiche verso la campagna.
Quanto riesca inutile davvero il credere che ribasserà il valore delle case in città, lo dimostra il fatto che verso l’esterno
si moltiplicano le costruzioni di nuove abitazioni; appunto perché i cittadini tendono a respirare più liberamente, perché
si domandano maggiori comnodità, perché si vuole vita più libera e forte.
Si ripte che vi sono in città spazi fabbricabili. Non è esatto; essi vi sono e vi saranno; ma costerebbero assai care le arre
fabbricabili, ed i possessori hanno tutta la ragione e la conveninenza di tenerle per proprio uso.
E di qui a pochi giorni, col nuovo cnesimento, sapremo certamente quante siano le nuove case a tutto il 1900, costruite
fuori città, nel suburbio, quasi altre piccole città che si distende verso le strade di S. Antonino e del Terraglio. Come
tante diramazioni di famiglie, che domandano aria e sole a condizioni più libere.
Le questioni del dazio, del deprezzamento degli stabili dentro città non possono più reggersi. Verso San Teonisto e
l’esterno, verso Santa Bona, verso Fiera si domandano facoltà più larghe di movimento e di transito, senza aver davanti
bastioni, in grande parte rotti e consumati dal tempo, in parte ricoperti dalle erbe e colla calce che si sgretola, quasi sotto
l’influenza di nuovi bisogni, sotto l’espandersi della vitalità d’una popolazione, che cresce continuamente, perché sana e
operosa.
…… seguono altre ragioni dell’articoista sul bisogno di espansione della città…
Certamente la questione dell’atterammento di qualche parte di bastione deve imporsi ancora, come si è dibattuta più
calorosamente nel 1899.
In due anni l’idea ha fatto strada, tanta strada che se domani si domandasse un nuovo voto ai cittadini che piùsi
interessano dei benefizi e dei miglioramenti della città, la maggioranza di tali cittadini rispondrebbe affermando che la
questione è abbastanza matura e costerebbe poco all’erario Comunale; se forse l’erario comunale non ne
avvantaggerebbe insieme alla pubblica igiene ed alla pubblica economia…

A questa efficace dimostrazione del nostro autorevole amico, non aggiungiamo di nostro altro, parendoci di portar vasi
a Samo ..ecc: solo richiamiamo anche noi l’attenzione dell’On. Amministrazione comunale sul proposto
provvedimento, così vivamente desiderato dalla nostra cittadinanza. Aria, sole e verde, esigenze tutte moderne, sono le
esigenze pure della nostra Treviso, la quale desidera respirare con maggiore intensità gli aliti della sua bella campagn>;
date vita a tratti del suolo cittadino colmi di memorie antcihe ed aspiranti a nuove sorti, fate una breccia attraverso i
ruderi poiché siamo uominio vivi, non ombra di morti in cerca di sepolcri e di monumenti funerari di là da venire…

4 marzo: Note Veneziane


3 marzo 1901 (venetus)
In questi giorni si è inaugurata nelle sale del Ridotto l’”Università Popolare”.
Lo scopo di questa istituzione, che vorrebbe ariegiare alle consimili d’America, sarebbe ottimo, qualora nelle nostre
popolazioni esistessealmeno una base di cultura seria. Ma ciò manca affatto, perc ui non si sa capire a che cosa tenda
una scuola che se frequentata dalla plebe diventa troppo levata, e se frequentata dalle classi civili non è più… popolare.
Ma purtroppo anche in questa iniziativa lo scopo invece riesce evidente quando si legga nel programma che soltanto del
“metodo positivo” si serviranno i docenti, e qualora si osservi che i loro nomi sono quasi tutti quelli dei più intelligenti,
ma anche dei più feroci paladini della radicaleria veneziana. Così quanto mi sono permesso di negare dapprima esiste, e
diventa uno scopo essenzialmente politico.
Le lezioni poi di fisica, di giurisprudenza, di letteratura, di storia, sono date senza un completo ordine prestabilito, ed
hanno tutte le caratteristiche delle conferenze isolate anziché di un corso di studi.
Anche da questo lato la cosa sembra destinata all’insuccesso.
(n.b. seguono altre cronache)

21 marzo: Una gentile nostra pittrice (Rita Tramontini)

30 marzo (29 marzo 1901 Venetus)


dà notizia di un lavoro di Luigi Sugana, definedolo il geniale cultore di memorie e d’arte veneziana.

16 aprile (Venetus, 14 aprile 1901)


Parla della prossima Esposizione veneziana e di altre manifestazioni veneziane,

25 aprile: Note Veneziane (venetus 23 aprile 1901)


riferisce della visita del Duca degli Abruzzi per inaugurare l’Esposizione il 27 e dice: “La scelta dell’esploratore polare
riiuscì graditissima alla cittadinanza, che vede rivivere nelle gloriose recenti sue imprese le memorie marinare degli
antichi Veneti. Così in questa occasione molto opportunamente il sindaco conte Grimani consegnerà al Principe ed ai
suoin compagni le medaglie d’oro coniate per sottoscrizione dei Veneti a ricordo della spedizione polare….

8 maggio (Ventus)
Grave incendio

10 maggio (Venetus)
Glia automobilisti a Venezia

12 maggio (Venetus)
Note veneziane: Il suicidio del tenente
Si paral del suicidio del tenente d’artglieria Ascanio Perazzo, che fu sorpreso mentre tentava di sedurre una ragaza
dodicenne, fu aggredito da u facchino, ecc. Agglomeratsi molta gente il Perazzo si vide fatto oggetto di insulti da tutte
le parti, e scampato da quella folla, viste le sue condizioni ormai compromesse per la gravità del fatto occorsogli si recò
a Chirignano e ieri mattina alle sei si uccise con un colpo di rivoltella al cuore.
Tristi considerazioni si devono fare di fronte a tale tragica fine prodotta dalle passioni umane incomposte, dalla volgare
imprudenza di un giornale cittadino che spiattella crudamente l’avvenuto, e del militarismo che a tali errori non offre
altro rimedio che quello del suicidio.

13 maggio: L’acquisto dei quadri all’Esposizione per la Galleria d’Arte Moderna (Venetus)
E’ una critica alle scelte che furono fatte.

Vari altri articoli nei giorni seguenti sull’Esposizione e altre manifestazioni

Perché alla fine di una corrispondenza del 31 maggio riceve congratulazioni dalla redazione?

Il giorno 4 (6) scrive varie notizie, si p arla anche di fatti mondani come la stagione al Lido.

12 giugno: la IV Esposizione d’Arte a Venezia. Paesaggie marine /Venetus


24 giugno: idem. I ritratti

2 luglio: Cronaca d’arte (si parla di una statia del Carlini nella chiesa di S. Stefano)

19 agosto: Al cimitero comunale (si parla della tomba di Mandruzzato)

7 ottobre: La chiesa dei Santi Rocco e Damiano a Conegliano (Adolfo Vital, p. 1 e 2)

31 ottobre: A proposito di un affresco attribuito a Dario Coneglianese (Adolfo Vital, p.1 e 2)

14-15 novembre: Note Veneziane-La chiusura dell’Esposizione-La nuova Posta-Teatri


“riprendendo dopo una lunga licenza il mio regolare servizio presso i lettori della Gazzetta i quali mi perdoneranno gli
svaghi autunnali”)

28 novembre: Note veneziane (varie) parla anche dei funerali a Venezia del conte Marco di Rovero, trevigiano,
l’articolo è scritto “dopo una indisposizione che mi tenne in questi dì ostinatamente rinchiuso in casa)

8 dicembre: un trevugiano in Svezia (l’artista Antonio Bellio)

29 dicembre: le pitture da “incausto” di Giuseppe Pavan nella chiesa di Ormelle

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