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Librib 910818 PDF
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SETTEMBRE
di cui può disporre l'appassionato alla considerazione del repertorio
quando voglia avvicinare i fenome chitarristico vero e proprio, certo
MUSICA
ni e i fatti della musica allo scopo più esteso di quanto non sembri.
di meglio definirli e precisarli a se In questo discorso, inteso a inqua
stesso: solitamente le pubblicazio drare la conoscenza della chitarra
Liuto e chitarra ni sono strettamente specializzate presso il pubblico su basi più rigo
a cura di Ruggero Chiesa o divulgative ma a livelli scarsa rose e filologicamente corrette di
Il liuto mente scientifici. Fondere in un quelle consuete, si inscrive la pa
di Ruggero Chiesa 2 solo momento le due esigenze del rentesi dedicata al liuto, sia consi
B ibliografia e discografia del liuto la informazione chiara e della cor derato come progenitore,sia come
di Ruggero Chiesa 9 rettezza scientifica non è, del re strumento tutto particolare, legato
La chitarra rin a s cim e n ta le e barocca sto, impresa semplice. a tecniche e repertori suoi che ov
di Mario Dell'Ara 11
D i qui l'idea, maturata durante la viamente non vanno confusi con
La chitarra n ell'o tto c en to preparazione del Settembre Musi quelli propri della chitarra.
di Bruno Tonazzi
La rin ascita d ella chitarra:
21
" //
ca 1979, di una serie di Quader La settimana che Settembre Mu
m ito realtà e pro sp ettive
n i" di cui questo, dedicato al liuto sica 1979 dedica, con concerti e
di Angelo Gilardino 30 e alla chitarra, è il primo numero. incontri-seminari, alla chitarra e al
Bibliografia e discografia La chitarra è oggi strumento fre suo progenitore il liuto - insieme a
della chitarra quentatissimo e annovera legioni questo quaderno - daranno certa
di Ruggero Chiesa e Robertode Barp 40 di amatori, ognuno dei quali affron mente indicazioni preziose e stimo
Punti di vista sulla chitarra 42 //
ta come può e come sa proble leranno alla ricerca e a ll’approfon
Glossa rietto ma del repertorio, che è quanto dimento anche - o forse soprattut
di Bruno Cerchio 45 dire quello della esecuzione della to - l ’amatore.
In copertina: “Il Liuto”. Xilografia da “Stan- musica giusta sullo strumento giu Giorgio Balmas
debuch” di Jost Amman e Hans Sachs, 1568. sto. Assessore per la Cultura
Copertina e grafica: Ceste Torri/Extrastudio, Il quaderno si propone di indicare,
stampa: Gros Monti, Moncalieri. in modo lineare e senza perento
2
Ruggero Chiesa
IL LIUTO
La storia di uno strumento dimenticato o quasi.
Un grande patrimonio musicale aspetta di essere ritrovato.
Origini e sviluppo per vari decenni da tutti i musicisti
europei:
L’origine del liuto risale ad anni O
talmente lontani da rendere impos o
sibile disporre di dati cronologici o o
precisi sulla sua esistenza, almeno
fino ad una certa epoca. È certo
che questo strumento mantenne
sempre la forma ovale della cassa Bisogna tener presente che l’altezza data alle “intavolature”, una rap
armonica (così come la chitarra, dei suoni non venne mai specifica presentazione grafica delle corde
anch’essa antichissima, restò fedele ta durante il secolo XVI, poiché mediante linee orizzontali, su cui
alla sagoma a otto), mentre il nu essa dipendeva dalle dimensioni venivano disposti numeri o lettere
mero delle corde variò attraverso i strumento. Più piccolo era il che indicavano i tasti da premere.
secoli. Il liuto, nato probabilmente dello
liuto, più alta risultava l’accordatu Opportune figurazioni segnate so
nelle remote civiltà medio orienta ra. Rimasero invece inalterati gli pra le linee esprimevano i cambia
li, venne poi adottato da tutti i po intervalli esistenti fra corda e cor menti ritmici. L’intavolatura era
poli arabi, che lo introdussero in da. ' Gli esecutori non trovavano un ingegnoso espediente che per
Europa durante le loro invasioni, quindi assolutamente insi imbarazzo metteva, oltre a praticare liuti con
nell’ottavo secolo. Dal nome origi
nario al-ud (letteralmente “il ra
mo”) nacquero le varie denomina Cifre»primo ppn-H-pi
zioni, tra le quali luth (francese),
Iute (inglese), lauten (tedesco), laud --- 3 1 0a - ----- -e—P-H--- O f -3 - -i-----o to *-0
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nazioni, mediterranee e nordiche,
il liuto ebbe in ogni ceto sociale
una diffusione immensa, e fu com V- f f l S s ■o—f —»io—i — ----- 1 H i----------*-*-e--4-e
pagno inseparabile di menestrelli, —
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trovatori e trovieri. Per avere però 3 I O• O- O----- 0-
precise testimonianze di rilievo
sulla sua presenza bisogna giungere = rrkpp FFFF FfFFFpFF
agli inizi del Cinquecento, epoca -e-=—"-en
in cui fiorì la prima importante ci - <-a-CM—:----- M—:—:-------- 3------<*- -3-t
viltà musicale affidata agli stru ì 13-
menti. Fino ad allora il liuto, pur
svolgendo senza dubbio compiti
anche solistici, era stato impiegato Oì^f-a---- ... -3 ÌO;ì 1
soprattutto per il sostegno della -?—iiì p t- f f
voce e in gruppi d’insieme nell’ese —O-----B-4-3" >*— 4 ---- P-
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cuzione di danze. Alla fine del
Quattrocento, quando il predomi Intavolatura italiana
nio della musica vocale cominciò a
lasciare spazio alle corde e alle ta quando alternavano liuti di gran corde di altezze variabili, di stabili
stiere, il liuto si pose subito in pri dezza differente, anche perché le re nello stesso tempo l’esatta posi
mo piano, e per più di un secolo composizioni non erano scritte se zione delle note sulla tastiera. I nu
venne considerato il mezzo perfet condo la notazione mensúrale già meri furono adottati da italiani e
to dell’espressione strumentale. In allora in uso, ma con un sistema spagnoli, le lettere da francesi e in
quel tempo i suoi ordini di corde che escludeva il rigo e le note. La glesi, mentre i tedeschi, per quasi
passarono da cinque a sei, e ciò gli notazione liutistica era invece affi- tutto il secolo XVI, impiegarono
consentì di realizzare con maggior una notazione dove non esisteva la
precisione le più complesse tessitu 1 Ecco perché la musica per liuto può esse rappresentazione della tastiera, e
re polifoniche. L’accordatura del re pure eseguita con l’accordatura chitarri- dove un sistema combinato di let
modello definito rinascimentale, stica, abbassando la terza corda di un semi tere e numeri simboleggiava tutte
qui sotto riprodotta, fu adottata tono. le note esistenti sullo strumento.
3
Questo procedimento era alquanto sca nella storia della musica il Dopo il primo decennio del Cin
complicato, ed i liutisti tedeschi nome di Spinacino. Egli, in parte quecento sembra che la fortuna del
preferirono in seguito uniformarsi della sua produzione, ci ha lasciato liuto in Italia vada diminuendo,
all’intavolatura di tipo francese. trascrizioni di opere polifoniche poiché per lunghi anni le pubblica
Il modello a sei corde rimase inal vocali, un genere che ebbe una im zioni cessarono, ma malgrado ciò
terato fino alla prima metà del mensa fortuna. Qui il trasporto sul l’interesse per la musica strumenta
Cinquecento, quando si comincia liuto è attuato con gusto e intelli le si faceva sempre più vivo. Nel
rono ad aggiungere altri bassi per genza, spesso attraverso l’uso di 1536 appare a Milano un’antologia
permettere un maggior ampliamen opportuni ornamenti per colmare di composizioni per liuto pubblica
to nel registro grave. Era segno che gli inevitabili squilibri sonori, tutti ta dall’editore Casteliono, conte
il predominio del liuto veniva sem procedimenti che saranno in segui nente opere di Francesco da Mila
pre più minacciato dagli strumenti to ampiamente adottati e sviluppa no, Pietro Paulo Borrono da Mila
a tastiera, ed infatti ben presto il ti da liutisti e organisti. Ma l’esem no, Jacobo Albutio da Milano, Al
numero dei bassi divenne cospi pio più significativo è rappresenta berto da Mantova e Marco da F’A-
cuo. Furono introdotte allora alcu to dalla raccolta di “ricercari”, in quila. Tra questi nomi solo quello
ne varianti alla classica struttura cui Spinacino realizza sul liuto una di Albutio scomparirà senza più
rinascimentale per sostenere i nuo forma autonoma, indipendente da lasciare traccia, dopo aver scritto
vi ordini di corde, ed ebbero origi gli schemi vocali, volta a valorizza due sole composizioni. Di maggio
ne l’arciliuto, il chitarrone e la re la natura, le possibilità armoni re statura è Marco da F’Aquila,
tiorba. che e timbriche del suo strumento. ma addirittura fondamentali saran
Agli inizi del Seicento, in seguito Nel ricercare, poi sinonimo di no Alberto da Mantova, Borrono e
alle nuove esperienze armoniche e “fantasia”, si cimenteranno tutti i Francesco da Milano. 11 primo
al mutamento dello stile, anche famosi compositori rinascimentali, aveva in quell’epoca già lasciato
l’accordatura rinascimentale dei e da esso nascerà più tardi una l’Italia per trasferirsi in Francia
primi sei ordini di corde (che era grande conquista della musica con alla corte di Francesco I. Nella
rimasta sempre inalterata) venne trappuntistica, la fuga. nuova patria, dove rimarrà sino
poco a poco modificata, per giun Sempre a Venezia, nel 1508 appa alla morte, avvenuta nel 1552, Al
gere, dopo innumerevoli tentativi re l’intavolatura del milanese Joan berto mutò il nome in Albert de
di cambiamenti degli intervalli, al Ambrosio Dalza, che propone qua Rippe, e qui continuò l’attività di
l’accordatura “barocca”, con sette si esclusivamente serie di danze, interprete e di compositore, la
bassi supplementari: riunite nel trittico Pavana- sciando una produzione vasta e
complessa, quasi tutta dedicata alle
fantasie e alle trascrizioni. Borrono
ha dato invece le sue più convin
centi testimonianze nelle composi
zioni a carattere di danza, come le
II liuto ebbe così un nuovo e defi Saltarello-Piva. Anche questa era pavane e i saltarelli. Il suo caratte
nitivo aspetto che, a partire dalla una novità destinata a non essere re lo spingeva verso espressioni ric
seconda metà del Seicento, si pro mai più abbandonata nel corso dei che di melodia e di ritmo, rifug
trasse fino alla conclusione del se secoli, e a culminare nella Suite, gendo l’austerità e il rigore forma
colo successivo, data della sua una forma basata sulla concatena le.
scomparsa dal mondo musicale. zione di varie danze. Ma il personaggio più straordina
Con Franciscus Bossinensis si rio, di una statura artistica tale da
chiude, tra il 1509 e il 1511, l’im soggiogare quasi tutti i liutisti del
La letteratura pegno dell’editore Petrucci nel Rinascimento, è Francesco Cano
campo del liuto. Nelle intavolature va, meglio conosciuto come Fran
L’Italia di Bossinensis c’è la conferma di cesco da Milano. Vissuto tra il
I più antichi testi conosciuti di un particolare tipo di esecuzione 1497 e il 1543, egli fu a servizio di
musiche per liuto ci giungono dal allora assai diffuso, in cui il liuto nobili, cardinali e pontefici, tra cui
l’Italia, e precisamente da Venezia. aveva una parte di rilievo. Invece Papa Paolo III, che nel 1535 lo
Qui Ottaviano Petrucci, l’inventore di affidare le voci, in genere quat chiamò presso la sua corte. France
dei caratteri mobili per la stampa tro, di cui erano costituite certe sco era ammirato non solo come
musicale, aveva iniziato nei primi composizioni molto popolari artefice di splendide composizioni,
anni del Cinquecento l’attività edi (come le “frottole”) ad altrettanti prese a modello di perfezione, ma
toriale, dapprima diffondendo cele cantori, si lasciava alla voce sola la anche come esecutore. In questa
bri composizioni vocali, e subito parte superiore, la più ricca di veste aveva fatto conoscere, fra
dopo, nel 1507, pubblicando due espressione, e si adattavano sul liu l’altro, le trascrizioni di due famosi
libri di intavolature del liutista to le tre voci rimanenti, oppure brani di Clément Jannequin, Le
Francesco Spinacino. Se conside due soltanto, escludendo quella chant des Oiseaux e La battaglia
riamo che nessun’altra opera stru meno interessante. Questo procedi francese, opere di grandi effetti vo
mentale era apparsa prima di que mento, che permetteva ad un uni cali, che sul liuto risultavano al
sta, e che in essa, oltre la pregevole co interprete di cantare e accom trettanto ricche di virtuosismi e di
qualità artistica, troviamo modelli pagnarsi con lo strumento, incon colore. Da tutti riconosciuto come
a cui si atterranno quasi tutti gli trò grande favore, e venne coltivato il più grande fra i liutisti, France
autori del secolo XVI, non soltanto sino a quando tale genere entrò in sco ebbe, unico musicista nel Cin
italiani, si può immaginare quale disuso, sostituito dalla nascita della quecento, il titolo di Divino. Egli
importanza fondamentale costitui monodia accompagnata. ha incarnato lo spirito dell’eletto
4
uomo rinascimentale italiano, nel Il secolo XVI si chiude con alcuni vocali, anche queste già molto dif
quale si fondevano in modo mira imponenti lavori, colmi di sapien fuse. Più interessante il secondo li
bile la scienza, la cultura e le capa za contrappuntistica, di abili varia bro, quasi tutto dedicato alle danze
cità emotive. Queste qualità si zioni su temi di danze, di comples (un genere che incontrerà in modo
espressero nella perfezione costrut se architetture derivanti dalla poli particolare il favore dei francesi
tiva, nella tecnica raffinata, nella fonia vocale. Gli artefici furono il anche nei secoli seguenti), molte
dolcezza e nella nobiltà espressiva bergamasco Giovanni Antonio delle quali novità assolute nella
delle sue “fantasie”. Terzi, e i due genovesi, zio e nipo letteratura musicale, come i bran-
Dopo la prima metà del Cinque te, Giovanni Battista Dalla Goste- les, le bassedanze, le gagliarde e i
cento si fanno sempre più numero na e Simone Molinaro. saltarelli. I branles derivavano dal
se le figure di liutisti compositori, Nulla lasciava prevedere che il verbo bransler (oscillare), erano
che coltivano sia la forma della 1600 avrebbe visto un rapido de danzati da coppie che si tenevano
fantasia che i vari generi di danze, clino dell’arte liutistica in Italia, ed per mano, e i loro titoli proveniva
senza dimenticare le trascrizioni in parte anche la crisi degli stru no dai nomi delle varie regioni, ad
vocali. Le danze, nate con schemi menti a tastiera. È vero infatti che esempio Poicteau, Bourgogne,
assai semplici, e che si prefiggeva il primo Seicento fu l’epoca di Fre Champagne. Le bassedanze, con
no, oltre al semplice diletto di ese scobaldi, uno dei più grandi mae temi spesso di derivazione vocale,
cuzione, anche quello di accom stri europei, ma è anche vero che erano seguite da recoupes e tor-
pagnare i balli, si fanno ora soltan dopo di lui la scuola del cembalo e dions, di movimenti più veloci.
to pretesto per stimolare l’immagi dell’organo non ebbe più artisti Le antologie di Attaingnant rima
nazione creativa, si idealizzano e della sua statura, se si eccettua il sero per lungo tempo gli unici testi
abbandonano spesso lo scopo prin caso di Domenico Scarlatti, vissuto liutistici esistenti in Francia. Verso
cipale per cui erano state compo un secolo più tardi e operante in la prima metà del secolo l’editore
ste. Tra i vari autori che ne modi Spagna. Nel nostro paese si svilup Jacques Moderne, di Lione, pub
ficarono la struttura ricordiamo pavano invece i nuovi ideali esteti blicava le intavolature di due ita
Dominico Bianchini, Giacomo ci affidati al melodramma e ai con liani, Francesco Bianchini venezia
Gorzanis, Vincenzo Galilei, Gio certi con più strumenti, che con no, e Jean Paul Paladin (milanese
vanni Maria Radino. Negli anni dussero la voce solista e gli archi al a dispetto del nome). Di quest’ulti
tra la fine del Cinquecento e gli massimo splendore, con il conse mo autore verrà poi stampato un
inizi del Seicento si impongono in guente tramonto di altri mezzi so secondo libro, nel 1560. Tra il
vece due musicisti che concepirono nori. 1552 e il 1558 si mise in luce
di nuovo la loro esistenza esclusi Tuttavia la letteratura liutistica Guillaume Morlaye, ma il suo
vamente in funzione della danza. seppe offrire ancora alcune testi contributo risultò più importante
Essi erano Fabrizio Caroso da Ser- monianze eccezionali, tramite come editore, poiché in tale veste
moneta e Cesare Negri, entrambi Alessandro Piccinini, Michelangelo fece conoscere le composizioni di
celebri maestri di ballo. I volumi Galilei (figlio di Vincenzo) e Pietro Albert de Rippe (l’italiano Alberto
contenenti le loro opere, II balleri Paolo Melii, con i quali l’arte del da Mantova), di cui abbiamo trat
no (ristampato con il titolo Nobiltà primo barocco tocca vertici assolu tato nel precedente capitolo, che
di dame) e Le gratie d ’amore sono ti. Ma il liuto viene poco a poco venne celebrato come il più famoso
anche importantissimi trattati di relegato in funzione di accompa liutista della Francia Cinquecente
coreografia. gnamento, e, schiacciato da sonori sca. Accanto gli dobbiamo merita
Tra gli autori prima citati non tà più potenti, sopravvive soprat tamente porre Adrian Le Roy,
dobbiamo dimenticare il singolare tutto come sostegno alla voce. Con pure editore, il cui apporto alla
apporto di Giacomo Gorzanis, che la raccolta di Bernardo Gianoncelli letteratura per liuto comprende, ol
nel 1567 lasciò una serie di danze (1650) lo strumento solista si acco tre lavori di vario genere (fantasie,
manoscritte alternantisi su tutti i miata per sempre, e a nulla servirà danze, trascrizioni), anche fonda-
semitoni della scala, creando così nel Settecento il tentativo di Vivai- mentali libri didattici, che fanno di
un “liuto ben temperato”, che an di (rivolto però ad un liuto picco lui il vero maestro della scuola
ticipava di ben 155 anni la fonda- lo, simile al mandolino) per ridar francese. A parte il nome di Jule
mentale opera di Bach, Das Wo gli il lustro perduto. Belin, anch’egli buon musicista,
hltemperierte Klavier, ritenuta il nessun’altra figura emerge nel se
primo esempio di temperamento.2 La Francia colo XVI.
Anche Vincenzo Galilei, padre di Anche in Francia fu un editore, Il Seicento si apre con un’opera di
Galileo, famoso teorico e autore Pierre Attaingnant, a diffondere le Antoine Francisque intitolata Le
del Fronimo dialogo, un trattato prime musiche per liuto, attraverso Trésor d ’Orphée, costituita tutta da
sulla musica liutistica, scrisse nel due antologie pubblicate a Parigi composizioni originali e dove ap
1584 una raccolta simile a quella nel 1529 e nel 1530, compilate pare per la prima volta la gavotta.
di Gorzanis, confermando le possi probabilmente da diversi autori di Pochi anni più tardi, nel 1603, vie
bilità cromatiche dello strumento. cui non si conoscono i nomi. Si ne pubblicato il Thesaurus Har-
può soltanto supporre che uno di monicus, una delle più celebri an
2 Così viene chiamata la suddivisione del essi fosse Pierre Blondeau, un liuti tologie fra le numerose esistenti
l’ottava in dodici semitoni eguali (tempera sta allora assai famoso. Il primo li nella lunga storia del liuto, compi
mento equabile) che consente agli strumenti bro comprende dei ricercari, qui lata da Jean-Baptiste Besard, qui
a suono fisso o a tastiera di praticare tutte le
tonalità, riunendo in uno stesso punto di in
chiamati preludes, rifacentesi alla presente anche come autore. Be
tonazione alcuni suoni, ad esempio sol die forma ideata e sviluppata agli inizi sard, nato probabilmente nel 1567,
sis e la bemolle, che nella scala naturale ri del secolo dai liutisti italiani, oltre dottore in giurisprudenza, studiò il
sultano diversi. a trascrizioni di opere polifoniche liuto a Roma con -il famoso Lau-
5
LIBER. SECVNDVS Fintali*. incalzava, assorbendo tutti i mo
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n B P49 4 4-—44
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P & U delli sviluppati sul liuto. Il favore
dei musicisti si spostò sempre più
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,f *T verso l’agile tastiera, dove oltre tut
w| M- ' to l’ornamentazione poteva trovare
maggiore sfogo, e alla fine del Sei
AnrafiaDiomeitis. f-
cento, come avveniva in quasi tut
B SD 4PB p ta l’Europa, anche il liuto francese
fu relegato nella funzione di ac
compagnamento, per poi sparire
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- completamente.
L’Inghilterra
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trascritte, corredando i suoi libri di
ampie istruzioni tecniche. Con Ne
wsidler la scuola tedesca acquista Ktitruc
un deciso rilievo, ma tuttavia non n ttq b o ? f ? jg ò ò o ^ E 04
riesce ancora a realizzare quella ijì meni
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compiutezza espressiva che in Ita monier. I 1 I f €z g 3 I I di f e z , € I)c it c -,g
lia e in Spagna stava creando au Ife z
tentici capolavori.
Nei periodi successivi non manca
no compositori di pregio, come
Wolf Heckel, che si cimenta in
twmwjmmiTTiwwm
U r E p t f É p>*?É/p?+9. » 9 U t . po / f f
molti brani per due liuti, e Seba- 1 gb I bitn*it I c tvi> 1 4»4 , u g z bl i 4 tit gc
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stian Ochsenkun, dedito soltanto e ri €5 tf eer
alle trascrizioni di opere polifoni
che vocali, dove dimostra un’ecce
zionale abilità nell’ornamentazio m mr
9 9 9 +9
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ne. Dopo la seconda metà del Cin *
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quecento appare un altro Newsi ite / b tt4 iti)tifn f)5 n f)s !) m nbl 4 1
dler, di nome Melchior (probabil
mente figlio di Hans) artefice di
IC I 1 » ri f 1 _
austere opere contrappuntistiche. Intavolatura tedesca
8
liuto fu abbandonato proprio allo Seicento. È indubbio che tali ini
scadere del Settecento, quando an ziative abbiano accelerato il pro
cora Scheidler e Rust (considerato cesso di conoscenza di lavori che
un precursore di Beethoven) lo in sarebbero forse stati ancora a lungo
serivano nella loro produzione. ignorati, ma presto fu evidente
come l’unica soluzione soddisfa
cente, soprattutto da un punto di
La musicologia e l’epoca con vista filologico, risiedesse nel ricor
temporanea rere agli strumenti originali. I pri
mi esecutori decisi ad imbracciare
Il periodo romantico aveva deter il liuto erano, per la maggior parte,
minato la profonda crisi e la scom chitarristi entusiasti della musica
parsa di molti strumenti a corde antica, i quali riportavano però sul
pizzicate, ad esempio il liuto e il nuovo strumento atteggiamenti tec
cembalo, i quali, anche a causa nici e interpretativi spesso anacro
della loro debole sonorità, non era nistici. Infatti i chitarristi-liutisti
no in grado di competere con il gi non sempre si rendevano conto del
gantismo sonoro sempre più pre mutamento radicale di certi canoni
potente e con i nuovi mezzi di estetici, e deH’insufficienza oggetti
espressione, come il pianoforte. va dello strumento per trasformare
Uscito dall’uso comune, il liuto improvvisamente una sensibilità
non poteva neppure ritrovare parte formatasi sulla letteratura classica
del lustro perduto poiché, per qua e contemporanea. Eppure anche il
si tutto l’Ottocento, l’attività degli loro apporto ha avuto, e ha tuttora
interpreti era volta unicamente alla in parte, il merito di attuare la ri
musica contemporanea. L’interesse nascita del liuto, impresa ritenuta
per la civiltà musicale del passato illusoria fino a pochi anni fa. Oggi,
ebbe inizio soltanto verso la fine finalmente, si fanno sempre più
del secolo, quando la nascente mu numerosi gli esecutori che hanno
sicologia cominciò a scoprire l’arte saputo applicare al liuto una tecni
del Rinascimento e del barocco. ca simile a quella dei secoli passati
Fra gli studiosi che tra i primi ri (basata soprattutto su un diverso
portarono alla luce pagine per atteggiamento della mano destra) e
strumenti ormai scomparsi, in par che, tramite approfonditi studi sto
ticolare il liuto, vi fu l’italiano rici, sono in grado di interpretare
Oscar Chilesotti. Decifrando le an le “intavolature” con uno spirito
tiche notazioni, egli ritrovò un pa certamente assai simile alle inten
trimonio di insospettata bellezza, zioni degli autori.
di cui riuscì a pubblicare appena Accanto al fervore esecutivo, si
un’esigua parte, seppure molto molteplicano attualmente in tutto
rappresentativa. Altri ricercatori, il mondo le iniziative editoriali
come il tedesco Johannes Wolf, si (trascrizioni in notazione moderna
occuparono dello stesso argomen e facsimili), atte a riportare alla
to, ma il loro apporto non andava luce tutta la vasta letteratura esi
oltre una curiosità quasi archeolo stente. I musicologi stanno inoltre
gica. Infatti, affinché opere così a compiendo le prime analisi struttu
lungo dimenticate fossero di nuovo rali e stilistiche dei più importanti
portate a conoscenza del pubblico, autori, in modo da consentire una
occorreva anche la rivalutazione visione precisa di un’epoca ancora
dei mezzi per cui esse erano state oscura per la storia della musica
composte. Agli inizi del Novecento ufficiale. Quando le meravigliose
solo il clavicembalo era in grado di opere di tanti liutisti saranno com
far udire di nuovo la sua voce, an pletamente conosciute, si potrà
che perché la sua tecnica, assai si comprendere quale importante
mile a quella del pianoforte, con ruolo abbia svolto uno strumento
sentiva più facilmente di ricrearne che, sotto l’apparenza delicata e
la scuola. Il liuto invece non pote tutt’al più poetica, nascondeva
va contare su alcun interprete, e i enormi possibilità polifoniche ed
chitarristi, che avrebbero dovuto espressive.
diffonderne la letteratura (almeno
il settore rinascimentale), furono
inspiegabilmente attratti, per molto
tempo, dalle trascrizioni di brani
clavicembalistici. Soltanto in segui
to essi cominciarorfo a proporre la
produzione di alcuni liutisti, con
speciale riferimento agli inglesi del
9
discografia
DIOMEDES CATO, Preludia, fantazje, JUAN JOSÉ RÉY, Ramiliete de flores (ope
tance i madrygaly, 2 voll. PWM. re inedite per vihuela), EA.
ANTONIO ’ CÄSTELIONO, ' Intabolatura THOMAS ROBINSON, The Schoole of
de leuto de diversi autori, ESZ. musiche, CNRS.
delliuto
CHANCY, BOUVIER, BELLEVILLE, DU- ALESSANDRO STRADELLA, Concerto
BUISSON, CHEVALIER, Oeuvres, CRNS. grosso in re per due violini, liuto e archi,
RUGGERO CHIESA, Antologia di musica ESZ.
antica, (autori vari), 3 voli. ESZ. ENRIQUEZ DE VALDERRÀBANO, Silva
a cura di Ruggero Chiesa FRANCIS CUTTING, Selected Works, de sirenas, IEM.
OUP. NICOLAS VALLET, Le secret des muses,
GIOVANNI BATTISTA DALLA GOSTE- CNRS.
Libri NA, Intavolatura di liuto, EM. ANTONIO VIVALDI, Concerto in re per
AUTORI VARI, Le luth et sa musique, BENVENUTO DISERTORI, Le frottole per liuto e archi; Concerto in re minore per
Editions du Centre National de la Recher liuto e canto intabulate da Franciscus Bos- liuto, viola d’amore e archi; Due trii per
che Scientifique, Paris 1958. sinensis, ER. liuto, violino e basso, ER.
ERNST G. BARON, Study of thè Lute WOJCIECH DLUGORAJ, Fantazje i wila- JOHANN GEORG WEICHENBERGER,
(1727), Instrumenta Antiqua Publications, nele, PWM. Sieben Präludien, drei Partien und eine
Redondo Beach, Èalif. 1976. ROBERT DOWLAND, Varietie of lute les- Fantasie für Laute, ADV.
MARIA RITA BRONDI, // liuto e la chi sons, S. SYLVIUS LEOPOLD WEISS, Intavolatura
tarra, Edizioni Bocca, Torino 1926. DUFAUT, Oeuvres, CNRS. di liuto, ESZ.
KURT DORFMÜLLER, Studien zur Lau JOHANN FRIEDRICH FASCH, Concerto
tenmusik in der Ersten Hälfte des 16. Ja in re minore per liuto e archi, ESZ. Edizioni in facsimile
hrhunderts, Edizioni Schneider, Tutzing FRANCESCO DA MILANO, Opere com EMANUEL ADRIANSEN, Novum partum
1967. plete per liuto, 2 voli., ESZ. musicum (1592), MR.
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il
Mario DelVAra
LA CHITARRA
RINASCIMENTALE E BAROCCA
Tanto nel Rinascimento che nelVetà Barocca, la storia della
chitarra si intreccia direttamente con quella della poesia.
Nel Rinascimento essa è strumento di poeti, nelVetà Barocca
viene suonata dai re. E in entrambe le età il suo repertorio
è ricchissimo e di straordinaria qualità.
La chitarra rinascimentale chitarra (oltre che per gli altri stru mento, simile alla chitarra, li co
menti a pizzico) e fu in uso dal strinse a fatali scontri e inevitabili
Lo strumento 1500 fin quasi alla fine del 1700. polemiche con i più popolari chi
La chitarra del Rinascimento è Tale sistema, pratico e ingegnoso, tarristi. Ciò nonostante ad alcuni
uno strumento che si differenzia riproduceva specularmente, con un vihuelisti non dispiacque far convi
dalla chitarra moderna per le sue insieme di linee orizzontali, le cor vere pacificamente nelle proprie
dimensioni ridotte, per il manico de dello strumento su cui erano opere, accanto al loro nobile stru
più corto che termina con un “ric scritti i numeri (intavolature italia mento, anche la “vihuela de qua-
cio” simile a quello del violino ge ne e spagnole) o le lettere (intavo tro ordenes que dizen guitarra”
neralmente ornato da una scultura lature francesi) indicanti i tasti da (Fuenllana). Il centro più propizio
di testa umana o d’animale. Verso premere con le dita della mano si alla chitarra fu la splendida Sivi
la metà del secolo XIV, quando nistra al di sopra dei quali erano glia, ricca di commercio ed arte,
era generalmente suonata con un posti i segni delle figure musicali dove fiorì una interessantissima
plettro anziché con le dita, tre (simili a quelli della moderna nota scuola di polifonisti e dove furono
delle sue quattro corde furono rad zione) che stabilivano la durata dei pubblicati i libri di Alonso de Mu-
doppiate per accrescerne la sonori suoni. darra (Tres Libros de musica...,
tà. Le corde doppie furono dette 1546) e di Miguel de Fuenllana
“cori”. La sua accordatura risulta La letteratura (...Orphenica lyra... 1554). Il libro
essere simile a quella delle prime Pur nella modesta quantità del suo di Mudarra contiene, oltre alle
quattro corde della chitarra moder repertorio la chitarra del Rinasci musiche per vihuela, 4 fantasie, 1
na; ma sovente il terzo coro aveva mento rispecchia fedelmente i ca pavana e 1 romanesca per chitarra;
un raddoppio all’ottava inferiore. ratteri principali della musica stru quello di Fuenllana 6 fantasie e 3
Di questo tipo di chitarra non ci è mentale. Nel naturale processo di trascrizioni da musiche vocali poli
pervenuto nessun esemplare ma ne foniche.
possediamo una ricca documenta semplificazione delle ormai troppo Nel 1584, terminando i lavori ini
zione iconografica nelle sculture, complicate polifonie fiamminghe il ziati una ventina di anni prima del
nelle pitture, negli affreschi, non contrappunto è ridotto alla massi grandioso palazzo dell’Escorial, Fi
ché nelle stampe dei trattati musi ma semplicità e l’incipiente senso lippo II, sovrano accentratore di
cali. Le fonti storico-letterarie, tonale si prefigura nell’accordo che ogni potere, dopo aver sempre più
inoltre, testimoniano la sua presen sostiene una ben evidenziata linea esautorato la Nobiltà, il Clero e le
za presso tutte lé culture europee e melodica. Questo connubio di ar “Cortes”, stabilì a Madrid la nuova
la varietà delle denominazioni monia-contrappunto è contraddi capitale. Impoverendosi il mecena
(quinterna, guyterne, guitarra, chi stinto da quel senso arcaico che tismo delle corti principesche
tara, ecc.) che lo strumento ebbe oggi torna di moda e ancora ci af scomparve di conseguenza la figura
presso le varie aree culturali delle fascina. del musicista cortigiano. È facile in
nascenti lingue neolatine. Dopo questo sconvolgimento politico
l’invenzione della stampa musicale La Spagna sociale coinvolgere le sorti della vi
anche la musica per chitarra ebbe Con la progressiva spagnolizzazio- huela cui vennero a mancare le
gli onori del torchio grazie ai mu ne del fiammingo imperatore Carlo fonti della sua linfa vitale e quelle
V la musica rinascimentale spag
sicisti spagnoli, italiani e soprattut della chitarra che, per contro, negli
to francesi. nola mise sempre più in luce i suoi ultimi decenni del secolo XVI non
caratteri più singolari ed autentici. ebbe difficoltà a diffondersi negli
Interpreti ed artefici della magnifi strati più popolari e borghesi. In
Le intavolature ca fioritura strumentale spagnola fatti, come vedremo in particolare
L’intavolatura è il sistema col qua furono, come sappiamo, i famosi per il 1600, furono principalmente
le furono scritte le musiche per suonatori di “vihuela”. Il loro stru uomini di culto o d'armi che si de-
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stigio alle carriere religiose e mili
tari. La mancanza di una specifica
“professionalità” da parte dei cul I )• — f
tori della chitarra fu tra le cause
della decadenza artistica del nostro I Eli Miri: N Z Z G — z- MZZZZZÌ
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li li li
strumento nella prima parte del se
colo XVII.
L’Italia
Nel 1500 la chitarra non ha, in m :: N m M m z: M im i N m r
Italia, una vera e propria storia. ----r i ----T - i^ ~ — rA------T * ? * “ ——TJ——r©i"i“ --- r-Ì-H1- — <?*•?-
Pur essendo coltivata in molti am
bienti musicali essa riceve scarsa Alfabeto per chitarra
attenzione dai musicisti essendo Intavolatura italiana per chitarra a 5 cori
incontrastata ancora fegemonia e
l’autorità del liuto. Benché latente sente a Milano nel 1546 e di due e allievo del famoso liutista Fran
la tradizione chitarristica italiana lettere della marchesa Isabella d’E- cesco da Milano. Della collezione
era ben radicata e poteva vantare ste, moglie di Francesco II Gonza di 10 volumi intitolata “Intabola-
antiche origini. Le cronache e i do ga, scritte in data 22/6/1493, che tura de lauto” (editore Scotto, Ve
cumenti parlano di un famoso e ri dimostrano come la chitarra fosse nezia, 1546-49) curò i volumi 4°,
chiesto chitarrista Rodrigo vissuto presente anche a Venezia e a Fi 5°, 6“ (1546), e 9“, 10° (1549) che
alla corte napoletana di Alfonso V renze oltre che a Mantova. Le uni comprendono anche sue composi
d’Aragona detto “il Magnanimo” che musiche italiane per chitarra a zioni. Alla fine del 10° libro si tro
(re di Nap>oli dal 1442 al 1458), di 4 cori sono di Melchiorre de Bar- vano le composizioni (fantasie)
un chitarrista Stefano Tedesco pre- beriis, detto il “divino padovano” scritte per la “chitarra da sette cor
13
de” che in realtà era una chitarra a
4 cori, 3 doppi e un cantino sem
plice. Scipione Cerreto nel suo
trattato “Della prattica musica...”
(Napoli, 1601) ci informa su que
sta chitarra a sette corde detta
“Bordelletto alla Taliana”.
La Francia
La Francia rinascimentale diede il
maggior contributo alla letteratura
chitarristica del suo tempo. Alli
gnante non solo nella tradizione
popolare ma anche nella cultura
poetico musicale fin dai tempi dei
Trovatori medievali, la chitarra,
sotto la spinta delle nuove correnti
umanistico-naturalistiche, fu lo
strumento simbolo dell’amor pro
fano, che ben si addiceva ad essere
suonato dalle graziose mani fem
minili. Anche i poeti della “Plèia
de” volendo imitare gli antichi
poeti greci lo assunsero come la
reincarnazione degli antichi stru
menti dell’età classica; Jean-
Antoine de Bai'f, fondatore nel
1570 dell’Accademia di poesia e di
musica, fu rinomato a Parigi anche
come chitarrista e il suo amico
Pierre de Ronsard, uno dei più
grandi poeti francesi, che ricevette
in gioventù una completa educa
zione musicale imparando a suo
nare il liuto e la chitarra, sovente
nelle sue poesie rivela l’amore per
il suo strumento prediletto {Ma
guiterre, je te chante...). Due case
editrici si contesero il primato per
le più belle opere chitarristiche: Le
Roy & Ballard e Granjon & Fe-
zandat.
Adrian Le Roy è il chitarrista più Chitarra rinascimentale a 4 cori
importante di questo periodo. Fu
al servizio del barone di Dampier- do “Briefve et facile instruction...” il 1584.
re e del visconte di Tours (1545). (1551) andato perduto. L’editore
Sposò la figlia di un editore parigi Phalèse, pubblicò a Louvain nel
no e si associò con il cugino Ro 1570 “Selectissimci in guiterna lu- La chitarra barocca
bert Ballard fondando la casa edi denda carmina”. Quest’opera inco
trice “Le Roy & Ballard” di cui as mincia con un trattato in lingua la Lo strumento
sunse la direzione artistica (1551). tina che potrebbe essere quello Verso la fine del 1500 la chitarra si
Ottimo suonatore di liuto e poeta perduto di Le Roy. Tre libri furo arricchisce di una quinta corda o
fu in rapporto con i maggiori poeti no editi tra il 1552 e il 1553 (edi meglio, di un quinto coro e au
e musicisti del suo tempo. Le sue tore Fezandat e Granjon & Fezan- menta un poco le dimensioni della
opere, non tutte pervenuteci, furo dat). Ne è autore Guillaume Mor- cassa armonica che acquista un’e
no stampate dalla sua casa editrice. laye. Questo liutista e chitarrista legantissima forma stretta ed allun
I suoi cinque libri per chitarra (che viveva a Parigi nel 1541 dando le gata non essendo ancora partico
comprendono anche composizioni zioni di viola e di liuto. In seguito larmente pronunciate le curve del
per canto e chitarra) comparvero fu commerciante di strumenti e tra la caratteristica sua forma a 8. Il
tra il 1551 e il 1554. 11 quarto li il 1548 e il 1553 si diede anche manico termina con un cavigliere
bro, del 1553, contiene le opere di alla tratta dei negri nel Senegai e piatto (paletta) che porta i piroli di
Gregor Brayssing, liutista e chitar nelle Antille. È ricordato, in un’o legno. Degna figlia del suo tempo
rista tedesco che abbandonò la de sul liuto del 1560, dal poeta J. la chitarra barocca, che possiamo
Germania dopo la battaglia di Grévin'. Un quarto libro degli edi vedere in numerosi esemplari pres
Mulhberg (1547) e si rifugiò a Pa tori Granjon & Fezandat, del so le maggiori collezioni pubbliche
rigi dove era ancora vivo nel 1560. 1551, è del compositore Simon e private di strumenti musicali, è
Le Roy è autore anche di un meto- Gorlier che fu a Lione tra il 1554 e riccamente decorata con fregi e in-
14
tarsi di legni diversi, abbellita di coro raddoppiati all’ottava superio
materiali preziosi come madreper re:
la, avorio, ecc. che ne fanno un
prodotto artigianale di grande raffi
natezza. Diffusasi rapidamente in
tutto il mondo e particolarmente
in Europa, mentre in Spagna assur
geva a strumento nazionale, essa fu
appunto chiamata “chitarra spag accordature, ma i loro esperimenti
nola”, termine col quale la si vole non riuscirono ad intaccare rim
va anche distinguere dalla ormai pianto originale. Alcune varianti
desueta chitarra “latina” a quattro allo schema classico si notano, co
cori. Due chitarristi (Gaspar Sanz e munque, in G. Sanz la cui chitarra
Doizi de Velasco) e un poeta (Lope è accordata:
de Vega) attribuirono con certezza
a Vicente Espinel l’invenzione del
la quinta corda. Ma la loro affer
mazione è categoricamente smenti
ta dal trattato “...declaraction de
instrumentos musicales...” di Juan
Bermudo. In questo trattato, pub preferenza, su una chitarra accor
blicato a Ossuna nel 1555 (e Vi data:
cente Espinel era nato nel 1551 o
1554), Juan Bermudo scrive: “Ab
biamo visto in Spagna chitarre di
cinque ordine”. Espinel rimane co
munque una delle personalità più maggiore, ecc. Dopo aver mandato
importanti che contribuirono alla Queste ed altre varianti, nonché i
diffusione della chitarra spagnola. raddoppi all’ottava, se da un lato a memoria una pagina di accordi
Scrittore e musicista, figlio di nobi non costituivano un problema perì ed essere diventato nel 1600, come
li decaduti, intraprese la carriera chi era abituato a leggere i numeri oggi, “chitarrista in 24 ore” lo stu
delle armi. Spirito irrequieto e in o le lettere dell’intavolatura, dal dente poteva affrontare la lettura
stancabile viaggiatore, fu amico di l’altro lato procurano qualche grat dell’intavolatura per “chitarriglia”
Cervantes e maestro di Lope de tacapo a chi, oggi, trascrive l’inta che era un tipo di intavolatura
Vega. A Milano egli si esibiva volatura in notazione moderna. Il :portato al massimo grado della
come cantante e chitarrista presso chitarrista che vuole riproporre le semplicità ed era il minimo indi
la casa dell’organista Bernardo Cla- musiche del 1600 deve forzata- spensabile per chi voleva superare
vijo, giunto in Italia al seguito del mente “ricostruirle” e adattarle di poco la tecnica dell’orecchiante.
Duca d’Alba. alle sei corde semplici dell’attuale Tale intavolatura era costituita da
Ciò accadeva, presumibilmente, chitarra o usare una chitarra ba una sola linea orizzontale su cui
prima dell’anno 1588, anno in cui rocca: non necessariamente auten erano poste le lettere dell’Alfabeto;
Clavijo si trasferì a Palermo. Tor tica, ma una di quelle che i liutai piccoli tratti verticali indicavano la
nato in patria, Espinel si stabilì a moderni costruiscono secondo le direzione dell’arpeggio (in su o in
Madrid dove visse gli ultimi anni misure dei modelli antichi, e simil giù).
della sua vita. È autore del roman mente accordata. Qualche chitarri
zo picaresco e autobiografico sta impiega volentieri questo stru La letteratura
“Vida del escudero Marcos de mento sotto l’impulso di un rinno Quando la nuova struttura a cin
Obregon” (1618). vato amore, da parte di un certo que cori divenne un fatto acquisito
Molto diffusa nel 1600 fu la chitar pubblico, per l’originale sonorità nella pratica esecutiva, la chitarra
ra battente (in francese à la capu degli strumenti antichi. rivelò un prepotente compiacimen
ane) le cui corde di metallo, inve to della propria natura accordale
ce che di budello, si agganciavano Le intavolature abbandonando completamente il
sull’orlo inferiore della cassa anzi Anche con l’aggiunta della quinta contrappunto e proiettandosi verso
ché sul ponticello. La sua partico corda, e quindi di un rigo nell'inta il nuovo genere della monodia ac
larità più evidente è il fondo: non volatura, le caratteristiche dell’in compagnata. Le musiche del primo
piatto ma molto ricurvo. “Per le tavolatura rimangono inalterate. quarto del secolo XVII sono esclu
sue caratteristiche potrebbe essere Ma, mentre quelle italiane e spa sivamente da suonare con le “bot
una discendente della chitarra mo gnole si avvalgono sovente della te”cioè con la tecnica del “ra
resca utilizzata nel Medioevo” “nuova invenzione” dc\VAlfabeto, sgueado” (accordi ribattuti). Ma le
(Charnassé); vale a dire uno stru introdotta da Gerolamo Montesar prime fissità di schemi e ingenuità
mento di derivazione araba. Fu do nel 1606, quelle francesi, forse armoniche sono presto superate
molto in uso nell’Italia meridionale per una tardiva adozione del basso grazie alla fantasia inventiva e a
e insulare come strumento popola continuo, non ne fanno uso. L’Al più profondi radicamenti nel co
re in accompagnamento al canto o fabeto era, ancora una volta, un si stume musicale oltre che nella
per le musiche di danza. stema pratico per memorizzare gli moda sociale, “la chitarra antica,
La chitarra a cinque cori era gene accordi. Ogni lettera indicava un sebbene con sole cinque corde e
ralmente accordata con il 4° e 5° accordo: A=sol maggiore, B=do forse anzi per questo, presenta una
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grande varietà di effetti nel ritmo, pre più il piacere di ascoltare la probabilmente, nasce Robert De
nella melodia e negli accordi.” chitarra che non quello di suonar Visée. Nel ’61, dopo aver chiamato
(Chilesotti). Poco dopo, il nascente la. Se è vero che Luigi XIV non a Parigi il celebre Francesco Caval
individualismo della musica baroc brillò per eccessiva cultura è pur li, Mazarino muore e Luigi XIV
ca si afferma e si esprime con il vero che, nel ramo della musica, assume i pieni poteri. All’epoca
successo dei primi virtuosi: Corbet- bisogna riconoscergli un preciso della rappresentazione deWErcole
ta, Granata, De Visée, ecc. le cui gusto e un proficuo intervento. amante di Cavalli (1662) compare
innovazioni artistiche sanciscono Educato dai genitori nell’arte della sulle scene del chitarrismo francese
che “la chitarra, rimpiazzando il musica e della danza non ignorò i Angelo Michele Bartolotti, bolog
liuto dopo la metà del secolo progressi della musica contempora nese, coetaneo di Corbetta. Le sue
XVII, segnò un progresso per l’arte nea, studiò la chitarra con De Vi esibizioni non dovettero certo di
musicale e che la sua storia è per sée e il clavicembalo con Richard spiacere al Sovrano che lo nominò
lo meno altrettanto interessante di e non fu avaro di ricompense con nel ’64 “musicista del cabinet du
quella d’ogni altro stromento” tutti i musicisti che lo servirono. roy”. Bartolotti, che era stato al
(Chilesotti). Dicono fosse dotato di buon orec servizio del principe di Condé
chio e di senso ritmico. Presiedeva (1660), era ancora presente a Parigi
La Francia personalmente ai concorsi banditi nel ’69 quando pubblicò, presso
Nella Francia degli anni che passa per ricoprire le varie cariche; non l’editore Ballard, un libro per tior
no sotto i regni di Luigi XIII, Luigi ascoltava mai due volte la stessa ba. Un libro di “Pièces de guitarre
XIV e Luigi XV la musica francese musica e per questa ragione la fu à battre et à pincer” pubblicato a
ebbe un pieno sviluppo ed un co cina musicale di corte era sempre Parigi, nel 1663, è attribuito al
stante rinnovamento. La musica al lavoro. musicista François Martin, “ordi
strumentale si avvale del dolce Nella storia della musica il suo naire de la musique” del duca Ga
suono del liuto per quasi tutto il nome rimane strettamente legato a stone d’Orleans e maestro di canto
secolo XVII, ma il liuto dovrà la quello di Giovan Battista Lulli, a Parigi. Nel frattempo Francesco
sciare il passo al clavicembalo di l’artefice della prima vera e pro Corbetta era stato inviato alla corte
Chambonnièrs, di d’Anglebert e di pria “opera francese”. di Carlo II, re d’Inghilterra, dove
Couperin , e all’organo di Titelou- La cronologia della chitarra in fu nominato “gentiluomo di came
ze, di Roberday, di Marchand e di Francia, e più precisamente a Pari ra della regina”. Anche a Londra
Clérambault. L’opera dei liutisti gi, corre su date quasi sempre mol Corbetta, che godette di gran fama
Dufaut, Vincent, Vignon, Gaultier, to precise. e fu lautamente ricompensato per
Gallot, Perrine, Milleran e Mouton Nel 1622 si stabilisce a Parigi il le sue virtù di musicista, riuscì a
è fortemente contrastata anche dai chitarrista spagnolo Luis de Brice- creare attorno al suo strumento l’a
chitarristi, già presenti fin dai pri ño, maestro di chitarra di Luigi lone pittoresco delle “guitarreries”
mi anni del secolo e le cui schiere XIII che lo aveva già conosciuto avendo per allievi, tra gli altri, il
si andranno sempre più infoltendo nel 1615 all’epoca delle sue nozze duca di York e il duca di Mon-
sotto il regno di Luigi XIV a cui, con Anna D’Austria. Per l’occasio mouth.
come sappiamo, piaceva suonare la ne il musicista spagnolo aveva Tornò a Parigi nel 1669. Nel 1671
chitarra. composto una canzone. Nel 1626 pubblicò “La guitarre Royalle”
Poiché ogni più minuta abitudine l’editore Ballard pubblica il libro (Parigi, editore Bonneuil) dedicata
del “re Sole” diventava presto un di Briceño “Metodo muy facilissi al re Carlo II d’Inghilterra e nel
fenomeno comune, cioè una moda mo...” dedicato a Madame Chales. 1674 “La guitarre Royalle” dedi
tra i cortigiani, è comprensibile Il metodo godette di grande fama cata a Luigi XIV, re di Francia.
come questi ultimi si mettessero di tanto che era ancora ripubblicato Dopo un secondo viaggio in In
buon grado a suonare la chitarra nel 1736. Il 1638 è l’anno di nasci ghilterra nel 1674, Corbetta tornò
per compiacere il loro re e ben ta di Luigi XIV. Nel 1641 il chi ancora a Parigi e ivi morì nel
presto si formassero a corte varie tarrista Henri Grenérin è nominato 1681. Il Mercure de France com
“guitarreries”. Queste “manie chi- “musico del re”. Gli anni che se memorò la sua scomparsa con un
tarristiche” che si ripeterono qual guono sono densi di avvenimenti epitaffio del suo allievo Medard.
che anno dopo presso la corte lon politici: nel ’42 muore il cardinale Sull’esempio di Corbetta, che di
dinese di Carlo II furono spunto di Richelieu. Nel ’43 muore Luigi rettamente o indirettamente fu
curiosi o piccanti aneddoti narrati XIII e il cardinale Mazarino è maestro ai chitarristi che lo segui
nelle “Memorie” di Madame de chiamato alla Reggenza dello Sta rono e che non poterono ignorare
Motteville e di Antoine Hamilton. to. Nel 1650 un altro chitarrista il suo modo di suonare e di com
Sappiamo così che Luigi XIV, du spagnolo, Bernard Jourdan (dii La porre, si formarono i chitarristi La
rante la reggenza di Mazarino, Salle) è nominato “maestro di chi Grange, Medardi, Grenérin e, più
spesso annoiato dai discorsi del tarra del re”. Il 1656 vede Farrivo importante di tutti, Robert De Vi
Consiglio, si ritirava alla chetichel di Francesco Corbetta, inviato a sée, senza contare François Cam-
la “nel gabinetto del bagno” a suo Parigi, pare, per espresso desiderio pion che sarà attivo molto più tar
nare la chitarra con qualche genti di Mazarino. Il che non sarebbe di. Nel 1671, contemporaneamente
luomo di corte. Alla morte del car per nulla strano, essendosi sempre alla “Guitarre Royalle” è pubbli
dinal Mazarino, nel 1661, il re as adoperato il cardinal Mazarino per cata l’intavolatura di Carré de La
sunse i pieni poteri e si adoperò, italianizzare il gusto dei francesi Grange, dedicata alla principessa
con piena coscienza di monarca, chiamando sovente, a corte, artisti palatina Carlotta Elisabetta di Ba
ad estendere sempre di più i “rag italiani. Louis Anne, figlio di Ber viera, seconda moglie di Filippo II
gi” della sua potenza. È quindi nard Jourdan de La Salle, nasce a d’Orleans, fratello di Luigi XIV.
probabile che si sia riservato sem Parigi nel 1659 e un anno dopo, Il libro “Pièces de guitarre” di
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Rémy Medard compare nel 1676 e professione, essi potevano scambia nano a parlare solo degli aspetti
quello del vecchio Grenérin “Livre re la loro carica con un’altra. Il re più negativi del secolo XVII, come
de guitarre...” lo segue nel 1680. aveva il diritto, quando la carica se tutto ciò che accade non sia sta
Nella dedica l’autore fa esplicito era scoperta, di assegnarla ai più to altro che manierismo, monaca
riferimento al “divertissement” degni aspiranti o in regalo come ri zioni e superstizione, altri, giusta
chitarristico del principe de Conti conoscimento dei loro grandi meri mente, ne mettono in luce gli
(dedicatario del libro), del Monarca ti o ad un prezzo ridotto. Quindi aspetti più positivi tra i quali, non
e del Delfino. Appunto nel 1680 De Visée per essere nominato ultimo, la propagazione di una
Robert de Visée è incaricato di “maestro del re” dovette attendere cultura a carattere popolare tra i
“divertir” il Delfino e di suonare l’estinzione dei Jourdan de La Sal ceti meno abbienti. Fenomeno,
la chitarra quando Luigi XIV è a le. Nel 1705, François Campion, questo, da non sottovalutare nem
letto. Jourdan de la Salle preoccu suonatore di chitarra all’Accade meno ai fini della particolare storia
pato, forse, di veder minacciato il mia reale, pubblica “Nouvelles dé chitarristica che registra in questo
suo prestigio da quello nascente couvertes sur la guitare...” (op. I) secolo un gran numero di compo
del più giovane De Visée, rafforza Nel 1703 era entrato a far parte sizioni vocali con accompagna
la sua posizione sociale ottenendo dell’orchestra dell’Opera da cui si mento di chitarriglia che, come
la cittadinanza francese (1681). licenziò nel 1719. Proprio in que sappiamo, era un termine desig
Nel 1682 De Visée pubblica il suo st’anno muore Louis Anne Jour nante un’intavolatura e un modo
primo libro di musiche per chitar dan de La Salle e Robert de Visée, di suonare decisamente popolare.
ra. In questi anni, terminati i lavo che nel 1708 era stato nominato Tale prolifica produzione pur non
ri dello sfarzoso palazzo di Versail “cantore della camera” e che nel contribuendo alla “maggior gloria
les, il Re vi si trasferisce e rara 1716 si firmava “ordinario della della chitarra” rimane, comunque,
mente farà ritorno a Parigi anche musica da camera del re”, è final a testimonianza di una larga attrat
se solo ventitré chilometri separa mente nominato “maestro di chi tiva e di un diffuso costume musi
no le due località. tarra del re”. Pur dovendo essere cale, oltre che un’importante fonte
Il secondo “Livre de pièces pour soddisfatto della nuova nomina, al per l’indagine sulle arie di danza
guitare” di De Visée è pubblicato grande chitarrista dispiacque certo più famose del secolo XVII (ciac
nel 1686. Nello stesso anno, a Ro di essere “maestro” solo di nome e cona, passacaglia, follia, ecc..). Pa
uen, nasce François Campion. non di fatto di un re che non c’era ragonando poi la quantità di opere
Dopo la morte di G.B. Lulli (1687) più. Luigi XIV, infatti, preceduto scritte per la “chitarra spagnola”
compaiono, nel 1689, il terzo libro da figli e nipoti, era morto quattro in Italia con quelle scritte in Spag
di De Visée (citato dal Fétis questo anni prima, nel 1715. Ora sul tro na (molto poche al confronto) non
libro è di dubbia esistenza) e i no stava un Luigi XV di nove si può fare a meno di concludere
“Nouveaux principes pour la guita anni, pronipote di Luigi XIV, ma che la chitarra spagnola fu uno
re” di Nicolas Derosier. Del chitar le redini della politica erano tenute strumento tipicamente italiano,
rista francese Derosier sappiamo dal reggente Filippo d’Orleans che tanto più che gli stessi chitarristi
che visse in Olanda dove pubblicò si era impadronito del potere con spagnoli subirono la preponderan
“Douze ouvertures pour la guitare, tro le precise disposizioni testa za di quelli italiani e non vicever
op. 5” (L’Aia, 1688) e “Lei princi mentarie di Luigi XIV. Se durante sa. I centri artistici che videro la
pes de la guitare” (Amsterdam, gli ultimi anni di regno di Luigi chitarra tra i protagonisti della loro
s.a.), ma fu attivo anche a Parigi XIV l’atmosfera di corte era diven attività musicale sono molti, ma su
dove, oltre al già citato libro pub tata moralistica, religiosa e anche tutti emerge Bologna.
blicò ancora “Les principes de la bigottesca sotto l’influsso della mo
guitare” (probabilmente la stessa glie morganatica Madame de Bologna
opera pubblicata ad Amsterdam) Maintenon, ora, sotto Filippo A Bologna, dove i teatri lirici sono
nel 1696 e nel 1699. Intanto De d’Orléans, la corte si riempie di li già attivi dal 1608 e dove fiorisco
Visée continua ad accumulare pre bertini, gaudenti di ogni genere, no le Accademie dei Floridi, dei
stigio e cariche: nel 1694 è nomi giocatori che spendono capitali sui Filomusi e dei Filaschisi (fuse poi
nato “membro del complesso da tavoli da gioco mentre le casse del nell’Accademia dei Filarmonici nel
camera reale”. Nel 1695 muore lo Stato sono vuote imprimendo 1666), la musica strumentale è
Bernard Jourdan de La Salle, dopo così alla loro epoca il marchio del quanto mai viva e ricca di nuove
ben quarantacinque anni di onora vizio e della decadenza. Deluso e esperienze. La chitarra, ormai pie
to servizio in qualità di “maestro amareggiato De Visée lasciò, poco namente affermata nei confronti
di chitarra del re”. Gli succede dopo averla ottenuta, la sua carica del liuto, usufruirà dei benefici in
nella carica il figlio Louis Anne. Ci al figlio François nel 1720 e dopo flussi della vitalità musicale bolog
si può chiedere, a questo punto, tale data non si sente più parlare nese trovando sbocco in una pro
come mai un titolo così ambito di lui. La scomparsa del più presti duzione prettamente strumentale
come quello di “maestro di chitar gioso dei chitarristi francesi è ac ed originalissima che la distinguerà
ra del re” non sia stato conferito al compagnata da quella di un altro dal resto della produzione contem
ben più meritevole De Visée. Le grandissimo artista: Antoine Wat- poranea degli altri centri italiani
solite ingiustizie? No. Abbiamo la teau, che aveva fatto della chitarra destinata prevalentemente alla chi
risposta nelle precise norme che una affascinante protagonista di tarriglia o alla composizione voca
regolavano la vita musicale del molti suoi dipinti. le con accompagnamento di chitar
regno. ra.
Le cariche acquisite erano trasmes L’Italia Tra il 1607 e il 1608 è presente a
se di diritto agli eredi. Nel caso gli Se nell’ambito della storiografia so Bologna Gerolamo Montesardo,
eredi non esercitassero la stessa dale-artistica alcuni critici si osti l’inventore de\VAlfabeto per chitar-
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ra. Anche se non ci è dato di sa blicata una intavolatura del bolog (da gamba) e chitarra. Nel periodo
perlo con esattezza ci è, però, logi nese Agostino Trombetti, ricordato in cui fu attivo Granata furono
co supporre una sua influenza tra i dalle cronache anche come cantan pubblicati parecchi altri libri. Uno
chitarristi bolognesi. Nel 1627 ap te. Dal 1646 al 1684 dominò la fi attribuito a Carlo Calvi nel 1646 e
pare “Fior novello” opera del na gura di Giovan Battista Granata. uno dal titolo “Armoniosi Concen
poletano Fabrizio Costanzo. Tra Torinese di origine egli si impose ti...” nel 1650 di Domenico Pelle
gli anni ’35-’50 (le date sono molto all’attenzione dei suoi contempora grini. Quest’ultimo, comprendente
approssimative) è attivo il tiorbista nei sia per la levatura della sua 38 pezzi e dedicato al cardinale
e chitarrista Michelangelo Barto- musica sia per la sua cospicua pro Fabrizio Savelli, è tra i più impor
lotti che fu attivo anche in Fran duzione che comprende: Capricci tanti del periodo. Ricordato anche
cia. Nel 1639 Corbetta pubblica il armonici (1646); Nuove suonate per una cantata “Amor tiranno”
suo libro per chitarra “Degli scher op. II (s.a.); Nuova scielta di Ca del 1649, Pellegrini fu autore che
zi armonici” lasciando così la pri pricci armonici op. II (1651); Soavi godette di grande stima e fece parte
ma testimonianza di sé anche se concenti op. IV (1659); Nuovi ca dell’Accademia dei Filomusi. Del
non la più geniale. È probabile che pricci armonici op. V (1674); Nuo 1670 è un’altra intavolatura di
Corbetta, prima di passare al servi vi soavi concenti op. VI (1680); Ar Francesco Coriandoli. Il didatta e
zio del duca di Mantova, abbia moniosi toni op. VII (1684). Le sue compositore Francesco Asioli, ca
esercitato la sua professione a Bo opere V, VI e VII contengono mu postipite di una famiglia di musici
logna. Nello stesso anno era pub siche da camera per violino, viola sti, attivo a Parma come insegnan
te di chitarra al “Collegio dei No
Chitarra Battente bili”, pubblicò “Primi scherzi per
chitarra” nel 1674 e “Concerti ar
monici” op. 3 nel 1676. Il secolo si
chiude con il bergamasco Ludovico
Roncalli, conte e musico dilettan
te. A Bergamo l’editore Casetti
pubblicò, nel 1692, i suoi “Capric
ci armonici” opera prima.
Per levatura e magnificenza l’opera
di Roncalli è concordemente rite
nuta la più interessante del ’600
italiano. Benché la sua città fosse
geograficamente più vicina a Mila
no e politicamente sotto Venezia
egli fu probabilmente attivo a Bo
logna e, comunque, della scuola
bolognese può essere considerato il
più illustre epigono.
Venezia
Come abbiamo già detto, nelle al
tre capitali musicali l’importanza
della chitarra è di gran lunga infe
riore rispetto a Bologna. A Venezia
abbondano le pubblicazioni per
voce e chitarriglia contenenti l’im
mancabile “alfabeto per la chitarra
spagnola”. Gli autori: Bernardino
Borlasca (1611; 1631), Giovanni
Stefani (1618), Flaminio Corradi
(1618), Andrea Falconieri (1619),
Orazio Tarditi (1628; 1646; 1649),
Filippo Vitali (1622), Eleuterio
Guazzi (1622; 1623; 1624; 1628;
1630; 1635), Giovanni Pietro Berti
(1624), Guglielmo Miniscalchi
(1627; 1630), Domenico Obizzi
(1627), Lazzaro Valvasensi (1634),
Biagio Marini (1635; 1655), Marti
no Pesenti (1636); Stefano Landi
(1637), Pietro Andrea Ziani (1641),
Carlo Milanuzzi (1622; 1623;
1624; 1628; 1630; 1635).
Da segnalare anche le “Suonate
nuove” di Giovanni Bottazzari
(1663) e altri chitarristi che stam
parono le musiche nelle città che
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furono sotto l’influenza di Venezia: una lettera del 28-12-1610). Nel edito anche il “Primo libro per la
Remigio Romano (Vicenza, 1624) 1637 Giovanbattista Abatessa di chitarra spagnola” di A.M. Barto-
e Stefano Pesori (Verona, 1630; Bitonto (Bari) pubblicò “Cespuglio lotti.
1648). Il chitarrista veneto più im di varii fiori”. Antonio Carbonchi,
portante è Giovanni Paolo Foscari- estroso musicista (aveva ideato un Milano
ni. Nato probabilmente a Verona sistema di dodici modi diversi di Le opere chitarristiche sono conte
fece parte col nome di “Furioso” accordatura per ottenere particolari nute nella prima metà del secolo.
dell’Accademia dei Caliginosi, fon effetti) fu tra i primi ad armonizza Dopo un’intavolatura del 1612 di
data nel 1624 ad Ancona, città in re variamente la stessa melodia. Fu Benedetto Sanseverino, compaiono
cui risiedette. Come sostiene Emi insignito dell’Ordine di Toscana tra il 1620 e il 1626, i 4 libri di
lio Pujol egli fu il primo ad alter per l’eroismo dimostrato nella chitarriglia del chitarrista editore
nare l’uso dell’arpeggio (cioè delle guerra contro i Turchi. I suoi tre Giovanni Ambrosio Colonna detto
“botte”) con l’uso del pizzicato libri di chitarra furono pubblicati “lo stampadorino”; i suoi 4 libri
(cioè “nota per nota”). Tale inno tra il 1639 e il 1643. Nel 1640 era furono ristampati in volume unico
vazione, propiziata dalla conoscen
za del liuto, strumento col quale si
dice il Foscarini si guadagnasse da
vivere, costituisce il primo passo
verso l’indipendenza espressiva e la
dignità artistica della chitarra. I
“Quattro libri della chitarra spag
nola” di Foscarini furono pubbli
cati nel 1630 circa.
Firenze
Prete e musicista, Gerolamo Mon
tesardo seppe unire queste due pre
rogative al fine didattico che si era
proposto pubblicando a Firenze,
nel 1606, “Nuova invenzione d’in
tavolatura per sonare i balletti so
pra la chitarra spagnuola, senza
numeri e note”. Nei secoli passati
le sorti dell’educazione popolare
erano affidate, quando lo erano, al
clero. Da buon prete e buon didat
ta, Gerolamo Montesardo seppe
cogliere il momento opportuno (a
Firenze stavano maturando i primi
frutti della monodia accompagna
ta) per dare alle stampe un’opera
divulgativa e di facile apprendi
mento. Il suo intuito di musicista
gli permise di semplificare genial
mente il concetto che voleva tra
smettere. E ci riuscì cosi bene che
il suo “Alfabeto” fu usato da tutti i
chitarristi per quasi due secoli.
Con pochi simboli (lettere dell’al
fabeto) e pochi segni (intavolatura
di chitarriglia) egli fu in grado di
dare una sicura codificazione an
che al modo di suonare del più mi
sero dilettante. Se il suo “metodo”
non fu musicalmente un’opera dot
ta ed elevata, fu indubbiamente
un’opera di successo per il modo
in cui fu concepita. Nel 1621 Raf
faello Rontani pubblicò: “Le varie
musiche a 1, 2 e 3 voci... con l’alfa
beto per la chitarra spagnola”, mu
siche presumibilmente cantate an
che dalla chitarrista Cecchina
(Francesca Caccini, figlia di Giu
lio) che Monteverdi aveva sentito
“ben cantare et sonare di leutto
chitarronato et clavicembano” (da Chitarra barocca a 5 cori
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nel 1637. Nel 1635 G. Abatessa spagnoli e francesi. 11 melodramma bia visto la luce nel 1586 come al
aveva pubblicato “Musica intavo farà la sua apparizione dopo il cuni credono” (Charnassé). Juan
lata per chitarra spagnola”. Nel 1650 e solo verso la fine del secolo Carlos Amat fu medico condotto
1653 apparve il “Maestro di chi le numerose scuole di musica da nonché segretario e alcade del suo
tarra" di Giulio Banfi, generale di ranno i loro fecondi frutti per cui villaggio nativo Montserrat (Bar
artiglieria morto in Spagna. Nel Napoli non avrà più bisogno di cellona). Lasciò vari scritti scienti
1637 un “ Trattenimento virtuoso” maestri stranieri. Non ci stupirà fici.
di G.B. Sfondrino e nel 1643 “ Va quindi veder pubblicato a Napoli, Dozini de Velasco,,dopo la perma
ni capricci” di Francesco Corbetta. nel 1640, il “Nuovo modo de cifra nenza a Napoli, fece ritorno in pa
Roma para tañer la guitarra” di Doizi de tria e fu assunto al servizio del re
Velasco, chitarrista spagnolo, al Filippo IV, verso il 1650. José Ma
Anche a Roma, come a Venezia, servizio del viceré di Napoli, duca rin, che abbiamo già citato come
riscontriamo numerose raccolte di di Medina de las Torres. Il 1650 compositore di zarzuelas, era cori
Arie, Villanelle, Cantate e Arietto, registra la presenza e il successo sta nel convento dell’Incarnazione
con “l’alfabeto per la chitarra”. del chitarrista romano Lelio Coli di Madrid nel 1644. Imprigionato
Ciò è dovuto al fatto che la chitar sta. Tra i personaggi più originali e nel ’56 per furti e atti di violenza,
ra accompagnò sempre volentieri il poliedrici: Salvator Rosa, pittore e in seguito, cambiò vita e prese gli
cammino dell’arte vocale che in poeta che non mancò di cimentarsi ordini religiosi. A lui dobbiamo
questo secolo rifulse specialmente anche con la chitarra e con la mu “50 tonos y passacalles” per voce e
a Roma e a Venezia. Per queste sica. chitarra. Con Gaspar Sanz l’arte
raccolte citiamo l’autore e l’anno chitarristica spagnola raggiunge il
di pubblicazione: Andrea Falconie La Spagna suo apice. Nella sua opera, pubbli
ri (1616), Filippo Vitali (1620), La Controriforma spagnola, in di cata a Saragozza nel 1674 (e ri
Gregorio Veneri (1621), Giuseppe fesa di una esaltazione dei princìpi stampata nel 1697) col titolo “In
Giamberti (1623), Francesco Severi morali e religiosi, sbarrò il passo a strucción de musica sobre la gui
(1626), Giovanni Battista Fasolo tutte le influenze straniere e profa tarra española” egli si dice arago
(1627; 1628), Domenico Crivellati ne e quindi al melodramma italia nese, nativo di Calanda, Bacceliere
(1628), Pietro Paolo Sabbatini no (che spesso si avvaleva di storie in Teologia (titolo conseguito all’u
(1641; 1650; 1652) Giovanbattista mitologiche) e alla musica stru niversità di Salamanca) e allievo di
Abatessa (1652). Dedicate alla sola mentale la cui evoluzione era lega Cristoforo Caresana a Napoli. Pro
chitarra sono le opere di Pietro ta a quella del melodramma. No fondo conoscitore defl'arte chitarri
Millioni, amico e collaboratore del nostante l’arte spagnola fosse più stica e della musica dei suoi con
chitarrista bolognese Ludovico da rivolta alla letteratura e alla pittura temporanei, troviamo nel suo libro
Monte. Essi inventarono un nuovo che non alla musica, nella seconda un vero e proprio trattato per lo
alfabeto e una nuova accordatura metà del ’600 la “zarzuela” trova strumento unito a un gran numero
della chitarra di cui erano virtuosi. compositori come Juan Hidalgo, di arie e danze (specialmente spag
Le loro opere furono stampate nel Sebastián Durón e José Marin e la nole) adattate alla chitarra con effi
1627 e nel 1637. Più tardi abbia chitarra i suoi degni rappresentanti cace senso coloristico. Altrettanto
mo le opere di Tommaso Marchet che furono gli unici strumentisti importanti per la conoscenza delle
ti (1660) e di Giampiero Ricci oltre agli organisti. danze spagnole del secolo XVII,
(1677). Tra gli artisti che popola Abbiamo notizia di un Eugenio de oltre che per la conoscenza degli
rono la vita musicale romana ri He redi a', musico di camera del re abbellimenti, le opere "Luz y norte
cordiamo Giovanni Zamboni, ora Filippo III nei primi anni del seco musical” (Madrid, 1677) di Lucas
fo e apprezzato musicista, virtuoso lo (1609) e abilissimo suonatore di de Ribayaz, sacerdote e poi cano
di chitarra oltre che di numerosi chitarra. Era amico dello scrittore nico della chiesa di Villafranca del
altri strumenti e Lelio Colista. Co- A.J. de Salas Barbadillo. Bierzo (León), città in cui studiò la
lista, nato e morto a Roma Mentre Luis de Briceño se ne an musica, e “Poema harmónico”
(1629-1680), fu in un primo tempo dava in Francia alla corte di Luigi (Madrid, 1694) di un altro sacerdo
al servizio di papa Alessandro VII XIII in Spagna diventava famoso te, Francisco Guerau che fu alla
(1656) come scudiere e dal 1659 fu Juan Carlos Amat (1572-1642), au cappella reale, sotto Filippo IV e
“custode delle pitture” della Cap tore del libro “Guitarra española poi sotto Carlo II, dal 1659 al
pella Sistina, incarico che tenne de cinco órdenes” (Lérida, 1627), 1694. La tradizione spagnola trovò
fino alla morte. Dopo essere stato un libro fortunatissimo che si ri ancora un degno erede in Santiago
a Parigi fu attivo a Roma come stampava ancora nel 1758 e che De Murcia, maestro di chitarra di
liutista e maestro di cappella. Ha contiene un “alfabeto” sul tipo di Maria Luisa Gabriella di Sardegna
lasciato alcuni pezzi per chitarra quello di Montesardo del 1606. (sposa di Filippo V di Spagna dal
(manoscritti). Dalle “dedicatorie” delle edizioni 1701 al 1714), autore di “Resumen
del 1627 e del 1639 si deduce che de acompañar la parte con la gui
Napoli la prima edizione di “Guitarra tarra”, stampato nel 1714 e “Pas
Proveniente da Fano è a Napoli, española...” dovrebbe risalire ài sacalles y obras de guitarra”, ma
nel 1612, G. Montesardo che nello 1586 o 1596 il che darebbe ad noscritto del 1732.
stesso anno pubblica “/ lieti giorni Amat la priorità nell’invenzione
di Napoli", musiche vocali con ac dell’alfabeto, ma di sue opere ante L’Inghilterra e la Scozia
compagnamento di chitarra. Nella cedenti al 1627 non c’è traccia al Già presente al tempo di Enrico
Napoli della prima metà del secolo cuna ed “è poco verosimile che il Vili, nella cui collezione di stru
sono sovente presenti maestri e trattato di Juan Carlos Amat... menti figuravano ben 21 chitarre,
musicisti stranieri, in particolare Guitarra española y vandola... ab il nostro strumento si mantenne
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vivo anche sotto i regni di Elisa- Kremberg, di Varsavia, studiò al graduali, dovute a fattori diversi e
betta I (1558-1603) e di Anna l’università di Lipsia. Musicista non si verificarono tutte contem
Stuart (1702-1714) della quale si alla corte di Halle nel 1677 era a poraneamente. La miglior tecnica
diceva avesse molto gusto per la Stoccolma nell’anno seguente, nel ottenuta nella costruzione delle
musica e suonasse bene la chitarra. 1679 nuovamente ad Halle e poi a corde, meglio calibrate e più resi
Celebre e tragica è la storia di Da Varsavia nel 1689. Fu poi ad Am stenti, favorì l’uso della corda sem
vide Rizzio, suonatore di arpa e di burgo dal 1693 al 1695 e nel 1708 plice e di conseguenza una tecnica
chitarra. Dopo un periodo trascor si recò in Inghilterra. A Dresda strumentale più agile e di effetto
so al servizio di Casa Savoia fu pubblicò, nel 1689, “Musicalische più gradevole all’udito, specie nel
condotto in Scozia (1561) alla cor Gemüths-Ergôtzung...”. l’esecuzione della melodia che ri
te di Maria Stuarda che lo assunse Il sassone David Funk, virtuoso sultava più “cantabile”.
come “valet de chambre” e quindi come i suoi contemporanei di mol L’aggiunta della sesta corda è argo
segretario (1564). Si dice fosse ti strumenti e, naturalmente, anche mento aneddotico quanto quello
brutto e gobbo, ma grazie alla sua di chitarra, fu molto celebre anche per la quinta corda qualora si vo
arte seppe conquistare i favori del come poeta. Morì verso il 1690 in glia trovare il suo preciso invento
la regina ed esercitare su di essa circostanze misteriose, fuggendo da re che non esiste. Chitarre a sei
una certa influenza. Il fatto, però, una scuola femminile dove inseg corde (doppie) furono costruite già
creò invidie e malumori e la gelo nava. Ricordiamo ancora le edizio nella seconda metà del 1600, ma
sia di Enrico Darnley, consorte ni di un libro di Corbetta (Bruxel troviamo la musica per chitarra a
della regina, che organizzò una les, 1648) dal titolo “ Fan/ scherzi sei corde (semplici) scritta soltanto
congiura sfociata con l’assassinio di di sonate” e i già citati libri di De- verso la fine del 1700.
Davide Rizzio (1566). rosier (vedi capitolo sulla Francia) Tra le cause della decadenza della
Dell'attività di Corbetta al tempo pubblicati a L’Aia (1688) e ad chitarra ci fu la sua particolare
del re Carlo II abbiamo già parlato Amsterdam. Notevole la “Recueil scrittura, cioè l’intavolatura. In
nel capitolo riguardante la Francia. des pièces de guitare” (manoscritto Francia questa scrittura era diven
Il diarista e cultore di musica Sa del 1729) di François Le Cocq, tata (massimamente per il liuto) di
muel Pepys (1632-1703) riferisce musicista della cappella reale di difficile lettura per eccessivi segni
di aver udito suonare un chitarrista Bruxelles. tecnico-espressivi, tanto che nel
francese a Westminster nel 1660. linguaggio comune “donner de la
Si tratta probabilmente proprio di Tra barocco e romanticismo tablature” voleva dire risolvere un
Corbetta giunto a Londra col nome rompicapo.
ormai francese Corbette. All’epoca L’esigenza di ammodernare la
di Corbetta era presente a Londra La spiegata vocalità del melodram scrittura della chitarra fu avvertita,
l’italiano Nicola Matteis. In alcune ma sostenuta da un impegnato vir fra i primi, dai fratelli napoletani
edizioni di sue musiche egli si dice tuosismo e il nuovo affermarsi del Giacomo e Bernardo Merchi, attivi
“napolitano”. Lasciò la città natale la scuola violinistica e delle conse a Parigi dal 1753 (Ariettes et Vau-
verso il 1670 e, dopo essere stato guenti nuove forme strumentali devilles... en musique et Tablature,
in Germania, arrivò a Londra nel sembrano lasciare poca vita, men 1760 e Le guide del écoliers de
1672. Fu virtuoso di violino e di tre ci addentriamo nel primo terzo guitare, 1761) e dal francese Mi
chitarra, compositore e insegnante. del secolo XVIII, all’ormai stanca chel Corrette, musicista e didatta
Pubblicò nel 1680 “ The false Con- chitarra barocca. I caratteri distin molto famoso ai suoi tempi {Le
sonances of music” di cui curò an tivi della nuova musica non pote dons d ’Apollon, 1762-63).
che un’edizione in lingua italiana. vano trovare più nulla di originale Il loro esempio non ebbe immedia
sulle fragili corde doppie della chi ti sostenitori ma si impose lenta
La Germania e i Paesi bassi tarra che aveva esaurito la propria mente. I fermenti innovativi trova
In queste regioni, come in Inghil carica vitale e stava passando di rono un fertile campo nella secon
terra, la chitarra ha solo sporadi moda. Già erano stati segni di ago da metà del secolo XVIII in Fran
che occasioni di manifestarsi essen nia le ultime composizioni per essa cia, quando i rinnovati ideali clas
do preferito l’uso del liuto. scritte rimaste manoscritte (e non sici spinsero gli artisti a creare un
L’olandese Costantijn Huygens, diffuse se pur limitatamente dalla revival dell’arte del temDO di Luigi
poeta e diplomatico, ricevette dal stampa) di François Campion, XIV.
padre le prime nozioni di musica. François Le Cocq e Santiago De Proliferarono dapprima le “raccol
Sapeva suonare molti strumenti tra Murcia. te” di romances, chansons, airs,
cui la chitarra. Durante i suoi fre Ma un amore ultracentenario per ecc. e poi, dopo la Rivoluzione
quenti viaggi in Germania, Italia e uno strumento così attraente non (1789), inni e canzoni popolari,
Francia collezionò strumenti e mu poteva morire senza la speranza di composizioni che, in genere, erano
siche. Fu in relazione con molti una ritrovata passione. È proprio pubblicate sui vari “Journal de
musicisti famosi. Tra le sue com durante il ’700 che si verificano tre guitarre”.
posizioni, rimaste manoscritte, al fondamentali varianti rispetto alla Intanto l’espansione della classe
cune sono dedicate alla chitarra. Il chitarra barocca: 1) sostituzione borghese aveva dato un più vasto
liutista Laurent Saint-Luc, nativo delle corde doppie in corde sempli pubblico e una più ampia schiera
di Bruxelles, fu acclamato per le ci, 2) aggiunta della sesta corda di appassionati alla chitarra e Pari
sue esecuzioni alla chitarra durante (Mi basso) e definitiva affermazio gi, postrivoluzionaria e napoleoni
i festeggiamenti -per le nozze di ne della moderna accordatura, 3) ca, si preparava, con Vienna, a di
Dorotea Sofia di Brandeburgo con scrittura musicale moderna e non ventare uno dei salotti musicali
il principe Federico di Assia- più in intavolatura. più prestigiosi per i virtuosi chitar
Kassel (Berlino, 1700). Jakob Le conquiste furono, ovviamente, risti romantici..
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Bruno Tonazzi
LA CHITARRA
NELL’OTTOCENTO
VOttocento non è solamente il secolo del grande sinfonismo
e del pianoforte. La chitarra vi ha conosciuto grandi successi ed
ha ispirato un vastissimo repertorio che aspetta ancora di essere
esplorato in massima parte.
Nell’arco di tempo che abbraccia i esempio di questa sorta di steno
primi cinquant'anni deH’Ottocento grafia musicale, proponiamo l’inci
la letteratura chitarristica è in pie pit di un Minuetto di Paganini. La
na fioritura e lo strumento, che prima versione è originale, l’altra,
gode di larga popolarità, può van più aderente alle reali possibilità
tare virtuosi di alto prestigio. polifoniche dello strumento, realiz
Gli editori musicali, tra cui gli au za quelli che a nostro avviso dove
stro-tedeschi e i francesi sono i più vano essere gli intendimenti del
attivi, stampano una considerevole l’autore.
quantità di composizioni per e con
chitarra per soddisfare le richieste
dei professionisti e dei numerosis
simi dilettanti. Purtroppo, però, la
vasta produzione, ove si eccettui lo
scarso numero di riedizioni moder
ne, è in massima parte inesplorata
e aspira tuttora ad una definitiva
collocazione critico-storica nel
l’ambito dell’Ottocento strumenta
le.
Agli inizi dell’Ottocento la chitarra
si presenta nel suo assetto definiti
vo. Essendo venuto a cessare il se
colare impiego delle corde appaia L’adozione delle sei corde semplici Nell’edizione dei Principi per la
te, i cosiddetti “cori” od “ordini”, imponeva alla tecnica chitarristica chitarra a sei corde (Napoli, 1804),
essa è finalmente armata con sei dei congrui aggiornamenti che va per l’esecuzione degli arpeggi Mo
corde semplici. Al traguardo si era lorizzassero l’arricchita potenziali retti continua a prescrivere l’im
giunti dopo una graduale trasfor tà dello strumento. Bisogna quindi piego del pollice, indice e medio
mazione dello strumento verifica creare una nuova scuola che, ferma della destra. In seguito, con la pub
tasi nella seconda metà del Sette restando la priorità delle finalità blicazione del Metodo per la chi
cento, quando cioè si era sentita la estetiche, si basasse su principi di tarra a sei corde (Napoli, senza
necessità di adeguare le possibilità versi ma allo stesso tempo raziona data), si hanno nuove formule d’ar
espressive alle nuove esigenze del li e funzionali. Gli apporti più de peggio che prevedono anche l’in
l’estetica classica. Contemporanea cisivi in tal senso, come è stato do tervento dell’anulare destro, il che,
mente si andava manifestando la cumentato da Lranco Poselli, van senza dubbio, costituisce una delle
tendenza ad abbandonare l’anacro no attribuiti all’italiano Lederico più decisive innovazioni della tec
nistico sistema grafico dell’intavo Moretti il quale pubblicò a Napoli, nica chitarristica.
latura per adottare la notazione probabilmente già nel 1792, i Ma coi suoi metodi, Moretti ha
mensúrale, ossia la scrittura musi Principi per la Chitarra che costi pure contribuito alla divulgazione
cale corrente. tuiscono il primo balzo verso una dell’uso di tutte le dita della mano
In alcune tra le prime opere a tecnica evoluta. Trapiantatosi in sinistra, pollice compreso. Tale
stampa, ma anche in molti mano Spagna nel 1799, dà alle stampe a espediente però, eccettuando la
scritti stilati nel primo Ottocento, Madrid i Principios para tocar la scuola spagnola e i non numerosi
la grafia chitarristica non tenne guitarra de seis ordenes, ossia per suoi discepoli non iberici, caratte
sempre conto delle rispettive dura chitarra con sei ordini di corde ac rizzerà la tecnica chitarristica del
te di ciascuno dei suoni simultanei coppiate (sembra che in Spagna l’Europa ottocentesca sopravviven
nei testi a più parti. Ciò, ovvia prima del 1800 si usassero le corde do, sia pure con sempre minor dif
mente, sollevava, e solleva tuttora, doppie piuttosto che quelle sempli fusione, anche nei primi decenni
problemi di interpretazione. Quale ci). del Novecento, specie in Italia e I
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nei paesi di lingua tedesca. me per chitarra unita ad altri stru tevole favore soprattutto negli am
Nell’Ottocento due erano le scuole menti, si poteva far ricorso al ca bienti aristocratici. Dato che il
chitarristiche più importanti: quel potasto meccanico applicandolo al suonarla comportava sostanzial
la italiana che appunto prevedeva 3° tasto, oppure si imbracciava la mente gli stessi problemi esecutivi
l’uso del pollice della mano sini “chitarra terzina” che normalmen della chitarra, nei titoli delle com
stra, e quella spagnola che invece te era più piccola delle chitarre posizioni si possono trovare le di
lo escludeva. Indubbiamente l’im normali del tempo, oppure (nessu citure “per chitarra o lira” oppure
postazione spagnola è più raziona no può escluderlo) una di dimen “pour guitarre ou lyre”, ecc. La
le, tant’è vero che, sia pure in tem sioni consuete ma munita di corde sua forma di “stile impero” rispec-
pi lunghi, ha avuto il sopravvento più sottili (corde adatte a converti chiavva all’incirca quella àell’anti-
su quella italiana, ma non per que re in terzina una normale chitarra ca lira greca, prolungandosi la sua
sto si può ignorare che in qualche moderna vengono fabbricate dalla cassa ai lati del manico e rastre
raro caso l’impiego del pollice con Wisonia Seitenfabrik, Fr. Wiede mandosi nell’arcuarsi. Rispetto alla
sentiva la realizzazione di accordi mann Sòhne, Monaco). Sia la ter chitarra, aveva di solito il manico
e di altre particolarità sonore altri zina che la chitarra con capotasto più lungo e il suo formato era un
menti impossibili, anche con la più meccanico venivano accordate un tantino ingombrante.
avanzata tecnica di oggigiorno. Ec tono e mezzo sopra per rendere A partire dalla seconda metà del
cone una dimostrazione: si tratta più incisive le loro voci nel dialogo Settecento in Italia l’interesse per il
dell’incipit del Preludio N. 2 di con gli altri strumenti. Nella scrit melodramma è in piena espansione
Anton Diabelli scelto dai VII Pré- tura, però, non si teneva conto del mentre, collateralmente, si accen
ludes progressives pour la Guitarre le altezze reali dei loro suoni, in tua sempre più l’indifferenza per i
op. 103, che però costituisce il ti fatti, si segnavano le altezze del valori della musica strumentale. I
pico caso limite. l’accordatura corrente, e ciò per lati negativi del fenomeno si riper
cuotono sull’editoria musicale che
entra in crisi. Ma le conseguenze
più gravi investono i compositori
strumentali i cui esponenti sono
costretti ad espatriare in cerca di
lavoro e di editori. Nell’Ottocento,
coll’accrescersi dell’interesse per il
melodramma, la non abbondante
produzione strumentale, pur estra
nea al rinnovamento musicale au
stro-tedesco, e pur ancorata all’im
Si noti che nell’accordo (ma anche agevolare la lettura dell’esecutore. perante gusto operistico, si distin
nell’arpeggio), dei due La sotto il Pertanto, se una composizione era gue tuttavia per le peculiarità di
rigo, uno viene formato dal pollice in fa maggiore, la parte della terzi certe sue poetiche. Comunque, la
sinistro e l’altro è dato dalla 5a cor na (e quella per chitarra con capo collettività va a teatro per assapo
da a vuoto. tasto) veniva scritta un tono e mez rare il virtuosismo canoro e le sug
Ma questo, come altri casi analo zo sotto, ossia in re maggiore, ma gestioni dell’azione scenica, e,
ghi, possono essere risolti e resi la tonalità effettiva era di fa mag quando sul proscenio o sul podio
eseguibili con leggeri ritocchi che giore. di una qualsiasi sala si presenta un
comunque non alterano la sostanza Sono reperibili in edizioni moder concertista, pretende da lui musica
musicale. Tuttavia, a nostro avvi ne lavori in cui una o due terzine di facile ascolto e l’acrobatismo
so, l’eventuale impiego del pollice suonano con la chitarra comune, strumentale che dia spettacolo (ma
sinistro potrebbe ancora rivelarsi per terzina ed altri strumenti e, tra proprio perché adora la spettacola
utile in ipotizzabili situazioni ecce l’altro, anche il Terzo Concerto rità, la folla suole manifestare il
zionali in cui però il suo interven per terzina e orchestra di Mauro plauso o il dissenso con smodato
to non pregiudicasse la scorrevo Giuliani. clamore). La serata però dev’essere
lezza deìl’esecuzone. L’usarlo, tra Va infine ricordato che la comune anche varia. Ecco perché allo stru
l’altro, non sarebbe certamente chitarra veniva denominata anche mentista si alternano altri esecuto
un’eresia. chitarra francese. ri, tra cui di solito vi è almeno un
Nel primo Ottocento la chitarra si Nell’Ottocento si inventarono non cantante (all’estero si fa altrettanto.
presentava con dimensioni varie, pochi tipi di chitarre anomale: con In Italia lo spettacolo viene detto
in ogni caso inferiori alle attuali, due o tre manici (ad esempio l’ar- “accademia vocale e strumentale”
per cui la lunghezza delle corde vi polira aveva 3 manici ed era mon o semplicemente accademia”).
branti, come assodato da Thomas tata con 21 corde), con diversi bas Sui primi dell’Ottocento, proprio
Heck, poteva variare da 55 a 62 si aggiunti, ecc. Poiché però di “in quando si registra la rinascita della
centimetri. Ne consegue che, ri ventori” ce n’erano fin troppi, tut chitarra, i rappresentanti più in vi
spetto alle tastiere moderne, quelle te quelle pseudochitarre ebbero sta dello strumento, anch’essi nel
antiche avevano i tasti meno di vita effimera, anche se concertisti vortice della crisi, per sopravvivere
stanziati l’uno dall’altro: di qui al famosi se ne servirono occasional sono costretti ad operare all’estero
cuni allungamenti, un po’ forzati, mente per impressionare il pubbli dove, oltre ad esercitare l’attività di
imposti alle dita dell’esecutore co. Costituì invece un’eccezione, concertisti, hanno modo di pubbli
odierno che si accosta al repertorio specie tra l’ultimo Settecento e il care la maggior parte dei propri la
ottocentesco. primo Ottocento, la chitarra-lira, vori, che oggi i musicologi conside
Nelle esecuzioni di musica d’insie Lyragitarre (ted.), che incontrò no- rano documenti essenziali per for-
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mare un quadro, organico ed obiet presentazioni. Sarà invece oppor pubblicò più di 100 opere, colle
tivo, dell’Ottocento strumentale tuno ricordare che, a partire alme zionò successi quale interprete e
italiano. no dal 1803, oltre all’//armonie virtuoso, anche unendosi a stru
La scuola chitarristica italiana, appliquée à la guitarre (1825) e a mentisti prestigiosi come i pianisti
specie nella prima metà dell’Otto lavori per chitarra sola, di Carulli Moscheles e Hummel, il violinista
cento, esercitò un’influenza di re si stamparono moltissime musiche Mayseder, il violoncellista Joseph
spiro europeo. Nel presentarne per 2 chitarre (ne segnaliamo la Merk (cui Chopin dedicò Ylntro-
succintamente i protagonisti, ma Serenata op. 96 e i Tre Duetti op. duction et polonaise brillante per
anche i principali comprimari, sarà 285), lavori per flauto e chitarra (è violoncello e pianoforte op. 3). E
bene cominciare con Federico Mo degna di nota Pop. 191), molti la anzi noto che i concerti che egli
retti del quale ci siamo già occupa vori per violino e chitarra; Trii per diede con quegli artisti sono rima
ti. Tra le sue musiche a noi note, flauto, violino e chitarra e Concerti sti famosi negli annali della storio
ci sembra che l’Ouverture pour la per chitarra e orchestra (tra cui ri grafia musicale. Seppe guadagnarsi
Guitarre seule possa offrire un’idea cordiamo le opp. 8 e 140). la stima di Beethoven e nel 1813
abbastanza indicativa su Moretti Sulla vita di Mauro Giuliani (Bi- ebbe l’onore di far parte (evidente
compositore. Qui, con una scrittu sceglie 27-VII-l 781 - Napoli mente quale cellista) di un’orche
ra chitarristica evoluta, egli si at 8-V-1829) si hanno scarse notizie. stra formata dai più noti musicisti
tiene alla forma-sonata, mentre Dai Cenni biografici intorno a operanti a Vienna (Salieri, Spohr,
dalla sua tecnica avanzata scaturi Mauro Giuliani, stesi nel 1836 da Mayseder, ecc.) che con la loro si
scono interessanti effetti strumen Filippo Isnardi, riportiamo solo le gnificativa partecipazione vollero
tali che ben si sposano all’enfasi e notizie più o meno attendibili: a tributare un omaggio all’arte di
alla scorrevole discorsività che im 16 anni Giuliani compone una Beethoven eseguendo sotto la sua
prontano la musica italiana del Messa, a 18, desideroso d’istruirsi, direzione la VII Sinfonia.
tempo. Si sa che Moretti ha scritto risolve di viaggiare; a Vienna si Sembra che Giuliani si sia stabilito
Doce Canciones (12 canzoni) per perfeziona nel contrappunto, nel a Roma dal 1820 al 1823, dove
voce e chitarra, Tarantella Lucia violoncello e soprattutto nella chi suona il 19-V-1920; nel 1821, se
na (manoscritto), Gran Duo con tarra alla quale si dà interamente; condo G.C. Conestabile, biografo
certami pour deux Lyres ou 2 Cui Maria Luisa duchessa di Parma lo paganiniano, ha contatti con Paga-
tares. Come attestato da Josef nomina suo virtuoso di camera e nini e Rossini; il 4-1V-1823 dà un
Zuth, il nostro non va però confu Cavaliere del Giglio. concerto con un flautista austriaco.
so col conte Luigi Moretti, buon Grazie alle ricerche del dr. Tho Si hanno infine notizie di sue acca
compositore vivente nel sec. XIX mas Heck, si sa che, dalla nascita demie date a Napoli nel novembre
che pubblicò lavori per chitarra e al 1806, Giuliani sarebbe vissuto del 1823, nel maggio del 1825 (as
musiche per chitarra e archi (il in Italia, che si stabili a Vienna dal sieme ad un poeta estemporaneo),
Gran Quintetto op. 16 è invece per 1806 al ’19, che tornò nel T9 in nell’autunno del 1826, presente il
chit., 2 viol., corno e Ve.). Italia dove avrebbe trascorso tutto re Francesco I, nella residenza rea
Ferdinando Carulli (Napoli il resto della sua vita. Pertanto la le di Portici, e, sempre a Napoli il
10-11-1770 - Parigi 17-11-1841) ini sua attività artistica si sarebbe 6-II-1828 con la figlia Emilia (che,
zia lo studio del violoncello che svolta in tre diversi periodi. Finora nata a Vienna nel 1813, seguirà le
però abbandona per dedicare il non si era reperito alcun documen orme del padre, e altrettanto farà il
proprio talento alla chitarra. Dà to relativo al primo periodo. For figlio Michele).
concerti in patria e nel 1808 si tra tunatamente però, consultando le Lo stile che informa la sua produ
pianta a Parigi. Qui, finché vivrà, annate de “L’Osservatore triestino” zione è di marca italiana, ma non
opererà quale concertista, compo di quel tempo, abbiamo trovato per questo estraneo agli influssi
sitore e ricercato insegnante. Nel l’annuncio di una “Accademia della scuola viennese, come, per
’31, come documentato da Arturo istrumentale” che egli doveva tene citare un solo esempio, appare evi
Codignola, studioso paganiniano, re il 7-IX-1803 nella “Sala pubbli dente dall’Adagio della Sonata op.
avrà contatti con Paganini. ca” (cioè il Ridotto dell’attuale 15 in cui è ravvisabile l’atmosfera
Epigono della scuola napoletana, il Teatro Comunale di Trieste). Tra raccolta dei movimenti lenti del
suo stile è classico e nel suo chitar- l’altro si informava che “Mauro primo Beethoven. Nella struttura
rismo ricco di risorse tutto scorre Giuliano napolitano Professore di zione di certi lavori per chitarra
con naturalezza: l’elegante cantabi- Chitarra francese, Violoncello e (opere 15, 61, 150), ma anche di
lità, le espressioni gravi e pompose Chitarra francese con Arpa a 30 molta musica d’insieme, egli si at
(ben tinteggiate con sapienza ar corde [...] desidera di dare un’Ac tiene alla forma-sonata, ma nello
monica) e il virtuosismo brillante. cademia divisa in due Atti. Nel sviluppo non segue gli esempi di
Nei momenti meno felici il suo primo, dopo la Sinfonia, rappre ampia elaborazione tematica offerti
comporre può però scadere nell’ar senterà un Concerto di Chitarra dai maestri austro-tedeschi. Forse
tigianale accademismo settecente francese con Arpa, ed altro di Vio Giuliani non sarà stato il primo a
sco. Tra i suoi più interessanti la loncello. Nel secondo, dopo la Sin comporre per chitarra e orchestra,
vori reperibili in edizione moder fonia, rappresenterà un Concerto ma è comunque indubbio che i
na, segnaliamo: Variazioni “Sul dì Chitarra francese con molte va suoi tre Concerti (opere 30, 36,
margine d ’un rio” op. 142 e Sei riazioni”. Non seguì alcuna critica. 70), autentici capolavori, surclas
Andanti op. 320 per chitarra, e il Il periodo viennese, ricco di soddi sano tutti gli altri Concerti del re
Concerto per flauto, chitarra e or sfazioni artistiche ed economiche pertorio chitarristico dell’Ottocento
chestra. Il suo famoso Metodo, tut per Giuliani, è invece documenta europeo (recentemente, per merito
tora usato, ebbe numerose edizioni bile, anno per anno, dal 1807 al di Ruggero Chiesa, sono stati pub
in varie lingue e non ha bisogno di 1819. In quella capitale il maestro blicati nella loro integrità). Va
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inoltre rilevato che, se il virtuosi segnalate le seguenti opere: Varia
smo brillante di Giuliani ha potuto zioni su “Nel cor più non mi sen
servire da modello per i molti suoi to’’ da La Molinara di Paisielto
imitatori, non altrettanto si può op. 16, Fantasia op. 19, 36 Ca
dire della sua scrittura chitarristica pricci op. 20 (didatticamente vali
che reca in sé soluzioni strumentali di), Pot-pourri brillant op. 31, Pot-
concepibili soltanto da una mente pourri en Caprice op. 32, Introdu
geniale. zione, Tema e Variazioni e Finale
Oltre a molti lavori senza numero op. 64, tutte per chitarra sola.
d’opus, quelli numerati sono 151. Virtuoso di grande levatura, Mat
Ne elenchiamo solo i più impor teo Carcassi (Firenze 1792 - Parigi
tanti: CHITARRA SOLA: Varia 16-1-1853) diede concerti a Londra
zioni opere 2,4 (sulla Molinara), 7, e in varie città della Germania. A
20, 35, 38, 45 (Follia di Spagna), Parigi, però, la sua fama aumentò
62, 104, 105, 107 (tema di Hän decisamente essendosi rivelato su
del), 141 (La riccioletta)-, Dodici periore al suo rivale Candii. Una
Monferrine op. 12; Dodici Scozzesi sua prima tournée artistica a Parigi
op. 33; Preludi op. 83; Grande è documentata già nel 1820. Altri
Ouverture op. 61; Giulianate op. successivi viaggi sono da segnalare
148; Rossiniane opere 119-124. in Italia (1836) e in seguito un po’
DUE CHITARRE: Variazioni con in ogni parte d’Europa. Usò anche
certanti opere 35, 130. VIOLINO l’accordatura in mi maggiore, per
E CHITARRA: Duo concertante esempio nell’op. 16. Oltre a musi
op. 25, Duetto op. 54 bis (inedito e che facili, evidentemente destinate
mai citato). FLAUTO O VIOLI ai suoi allievi (opere 3, 10, 11, 14,
NO E CHITARRA: Grand Duo 58), ha composto Fantasie d’opera
concertante op. 85; Serenata op. (opere 33, 40, 48, 49, 73) e Varia
127. ALTRE FORMAZIONI DA zioni su temi allora in voga (opere
CAMERA: Serenata op. 19 (violi 6, 7, 9, 15, 17, 24, 41, 44), ma si
no, cello e chitarra); Gran Quintet tratta di lavori che oggi non inte
to. Variazioni [sulla Molinara\ e ressano. Ha un certo pregio il Me
Polonese op. 65 per chitarra e todo op. 59, ma i suoi 25 Studi
quartetto d’archi. CHITARRA E melodici e progressivi op. 60, au
PIANO: 2 Rondò op. 68; Grand tentico capolavoro di tecnica ap
Pot-pourri national op. 93 (compo plicata, sono indispensabili per la
sto con Hummel). VOCI E CHI formazione di ogni chitarrista.
TARRA: opere 13, 22 (piano o Nato a Livorno nel 1767, Filippo
chitarra), 27 (cembalo o chitarra), Gragnani, secondo il Bone, avreb
39 (piano o chitarra), 89 Sei Lieder be studiato “armonia e contrap
(testi di Gòthe, Schiller e altri), 95 punto con A. Luchesi”. Allievo e
(testi di Metastasio per piano o amico di Candii, avrebbe dato dei
chitarra). Sono tuttora validi il Me concerti in Italia e fuori. Si stabilì
todo op. 1 e quantomeno gli Studi a Parigi pubblicando parecchi la
opere 48 e 100. vori, la maggior parte dei quali
Luigi Rinaldo Legnani (Ferrara Chitarra del liutaio Grobert che Paganini comprende musica d’insieme. La
7-XI-1790 - Ravenna 5-VII-1877) donò a Berlioz sua Sinfonia per chitarra sola (non
con la propria famiglia si stabilisce reperibile in edizione moderna) si
a Ravenna dove studia violino, sica per loro reciproco diletto” in presenta con una grafia sommaria
chitarra e canto. Qui, nel 1807, de riunioni intime a Torino. ed è di scarso interesse musicale.
butta come tenore lirico, attività Con il 1850 lo troviamo intento al Sono invece tuttora apprezzate le
questa che poi egli svolgerà paral l’attività di costruttore di chitarre e Tre Sonate per violino e chitarra,
lelamente a quella di chitarrista violini. non prive di un certo pregio, ma si
virtuoso che inizierà, come si cre Uomo del suo tempo, nelle sue tratta di lavori con altra destina
de, alla Scala di Milano nel 1816. composizioni riversa il gusto melo- zione elaborati da Heinrich Albert.
Vi ritornerà famoso nel marzo del drammatico e virtuosistico in cui Francesco Molino (Firenze 1775 -
1819. Nello stesso anno si presenta non sono estranee le sue lunghe Parigi 1847), chitarrista e violini
pure a Vienna con successo strepi esperienze di tenore lirico, ma non sta, fu attivo a Torino, operò a
toso, anche quale cantante da ca meno significativa è la cantabilità lungo in Spagna e, verso il 1820, si
mera. Negli anni successivi la sua del suo periodare. Riguardo alla trapiantò a Parigi facendosi molto
arte trionferà in Austria, Svizzera, tecnica, questa raggiunge livelli di apprezzare quale concertista e in
Germania e, sembra, anche in ardito virtuosismo già dall’opera 1, segnante di chitarra. Fra i suoi la
Spagna. dall’emblematico titolo Terremoto vori, oltre al Metodo completo
Contrariamente a quanto si è scrit con variazioni. Tra la sua vasta para [...] guitarra (dal cui titolo si
to, egli non si esibì mai in pubbli produzione, che raggiunge il nu apprende che era stato professore
co con Paganini. Invece, Legnani, mero d’opus 250 (ma attualmente di violino e chitarra, e maestro di
Paganini e Mercadante, secondo se ne conosce meno della metà) Cappella del re di Sardegna) ricor
Geraldine de Courcy, fecero “mu- per la loro levatura artistica vanno diamo: le opere 1, 6, 11-13, 15, 28,
25
43; Studi opere 5 e 35, 12 Valzer cello e chitarra); Sonatina op. 21 e che sono di buono stile romantico,
op. 9, Tre temi variati op. 18 e Sonata op. 35 per due chitarre. ma alle volte viziate dall’imperante
Variazioni op. 31 per solo chitarra; Il grande virtuoso e buon letterato, moda salottiera. Decisamente note
Duo opere 36, 44 e 46 per chitarra Marco Aurelio Zani de Ferranti voli per nobiltà espressiva vanno
e piano; Sonate opere 2, 3, 7, 10, (Bologna 6-VI-1800 - Pisa senz’altro considerate Rêverie op.
22 e 29 per violino e chitarra; Not 28-XI-1878), che Paganini definì 19 e Introduction et Caprice op. 23
turni opere 37 e 38 per violino, “superiore a tutte le celebrità che (ambedue in edizione moderna).
flauto e chitarra; 3 Trii op. 4 per io ho sentito in Europa”, da ragaz Sono comunque interessanti diversi
violino o flauto, viola e chitarra e zo frequentò il liceo di Bologna suoi Studi, Fête villageoise op. 20 e
Trio op. 45 (idem); il Grande Con studiando allo stesso tempo il vio le Arie variate opere 21 e 22.
certo op. 56. Alcune sue composi lino che, già nel 1818, abbandonò Nicolò Paganini (Genova
zioni per chitarra sono di notevole per dedicarsi alla chitarra. Nel 27-X-1782 - Nizza 27-V-1840), il
interesse armonico specie per l’e 1820, tecnicamente ancora imma più geniale violinista di ogni tem
strosità delle modulazioni. turo, diede dei concerti a Parigi po, suonò la chitarra fin da ragaz
Antonio Nava (Milano 1775 ca. - con esito deludente. In seguito lo zo ma mai in pubblico.
1828 ca.) come cantante e chitarri troviamo a Pietroburgo al servizio La maggior parte della sua produ
sta girò l’Italia settentrionale, andò del principe Narischkin quale bi zione è tuttora inedita, pertanto
a Parigi e Londra dove per qualche bliotecario prima e poi quale se dei circa 145 pezzi per chitarra ri
tempo insegnò canto e chitarra. Le gretario. Dal 1824 si impone per le sultano pubblicati solo una trenti
Stagioni dell’Anno in quattro sona sue grandi doti di strumentista ad na. Tra la musica d’insieme con
te per chitarra, con le quali la Casa Amburgo, Parigi, Bruxelles, Lon chitarra reperibile in edizioni a
Ricordi iniziò l’attività editoriale, dra e, nel 1827, si stabilisce a Bru stampa, segnaliamo i lavori che ci
sono cosa modesta, come del resto xelles come maestro di chitarra. sembrano più rilevanti: Sonata
sono modesti gli altri suoi lavori Sul suo virtuosismo e sulle sue Concertata per violino e chitarra;
che si conoscono. eminenti doti interpretative che Grande Sonata a Chitarra Sola
L’italiano Paul (evidentemente hanno dell’inaudito, Berlioz espri con accompagnamento di violino;
Paolo) Sandrini (Gorizia 1782 - merà il proprio entusiasmo nel Serenata per due violini e chitarra;
Dresda 15-XI-1813), oboista a Pra “Journal des Débats”. Col famoso Terzetto Concertante per viola,
ga nel 1808 e poi presso la cappel Sivori, allievo di Paganini, compie chitarra e violoncello; Quartetto n.
la dell’elettore di Sassonia, come una tournée in America. Nel 1846 7 per violino, viola, violoncello e
attesta il Mendel, pubblicò: Varia avrà la cattedra di lingua italiana chitarra.
zioni e 12 Ländler per chitarra; al conservatorio di Bruxelles. Gli La profonda conoscenza che Paga-
Duo op. 12 e Sonata concertante verrà conferito pure il titolo di chi nini aveva della chitarra è ovvia
op. 15 per 2 chitarre; Variazioni tarrista di corte del re del Belgio. mente più palese nei suoi pezzi so
op. 16 per flauto e chitarra; 6 Ca Rientrerà in Italia nel 1855. Com listici. Da questi emergono il gusto
vatine op. 13 e 6 Ariette italiane pose Fantasie (opere 1, 4, 5, 7, 10) per le contrapposizioni timbriche,
op. 14 per voce e chitarra. e, tra l’altro, 6 Nocturnes op. 3, il la naturale propensione per il vir
Come molti suoi colleghi, Luigi Nocturne op. 9, ecc. La sua, co tuosismo brillante, la cantabilità
Castelacci (anche Castellacci, Pisa munque, è una musica che stupi tenera ed espressiva, ossia le pecu
1797 - Parigi 1845) si trasferì a Pa sce con l’eloquio virtuosistico, ma liarità del suo comporre, che sor
rigi, mecca dei chitarristi e dei mu non è tale da trasmettere autenti prendono per estro ed originalità
sicisti in genere. Qui si dedicò al che emozioni estetiche. anche in chiave chitarristica.
l’insegnamento e alla composizio Di padre italiano e di madre tede Il famoso violinista e compositore
ne, però assentandovisi per far sca, Giulio Regondi (Lione 1822 Alessandro Rolla (Pavia
fronte ai suoi impegni di virtuoso ca. - Londra 6-V-1872) a soli 9 23- IV-1753 - Milano 14-IX-1841),
di chitarra percorrendo la Germa anni iniziò la sua splendida carrie che diede qualche lezione a Paga-
nia, la Svizzera ed esibendosi an ra suonando, secondo il Bone, in nini, ha scritto anche per chitarra.
che a Londra. Lasciò una cinquan tutte le corti europee, eccettuata Gli si devono, oltre a 5 Romanze
tina di opere, ma i suoi lavori più Madrid. Nel 1831 si fissò a Londra per voce e chitarra, Valzer per
significativi sono quelli voce e chi dopo aver mietuto successi in altre flauto, violino e chitarra; Tre Duo
tarra. città inglesi. Ebbe accoglienze en per violino e chitarra; Tre Duettini
Paolo Bevilaqua (? - Vienna tusiastiche in tournées in Germa per chitarra e violino.
22-1-1849), flautista e chitarrista nia e Austria (1841) e in un pro Anche l’acclamato sopranista e
italiano, cantò come tenore nella lungato giro artistico nel continen compositore Girolamo Crescentini
cappella dei principi Esterhazy. te (1846), dopo il quale si esibì in (Urbania 2-II-1762 - Napoli
Sue composizioni per chitarra sola Inghilterra (in questo periodo suo 24- IV-1846) ha dedicato il suo ta
e in unione al flauto, clarinetto e nò anche la concertina, strumento lento creativo al nostro strumento
fagotto, e con violino e cello, si simile alla fisarmonica ma di for unendolo alla voce in 12 Ariette.
collocano nel periodo 1807-1827. ma esagonale, allora in voga in Più che per i loro apporti alla let
Dal 1827 in poi non compare il Gran Bretagna). teratura chitarristica, vanno men
nome di Bevilaqua. È però indi Virtuoso eccezionale e interprete zionati come ricercati chitarristi
spensabile distinguerlo da Matteo di altissima levatura, la sua arte in quantomeno il romano Giuseppe
Bevilaqua (Bevilacqua), autore tra contrò l’assenso incondizionato dei Boccomini, Pietro Pettoletti, ope
l’altro di Variazioni per flauto e più autorevoli periodici musicali rante in Germania, Pasquale Gal-
chitarra, opere 11, 19, 62, 63; Va del tempo. Il titanismo chitarristi- liani, attivo in Russia, il fiorentino
riazioni per pianoforte e chitarra co di Regondi si rispecchia nelle Luigi Picchianti e la piemontese
°P- 14; Quartetto (violino, flauto, sue non numerose composizioni I Nina Morra.
26
esito diversi suoi balletti tra cui
Cendrillon. Nel 1823 tiene alcuni
concerti a Varsavia e si trasferisce
in Russia rimanendovi fino al
1826. Anche qui è molto stimato
come compositore di balletti. Al
meno nel 1827 lo ritroviamo a Pa
rigi dove trascorrerà il resto della
sua vita. In questo ultimo periodo
si dedica quasi esclusivamente alla
chitarra, anche se compone alcuni
balletti scarsamente apprezzati. Fra
il 1830 e il 1832 dà molti concerti.
Suona in duo con Aguado nel
1835 e questa fu forse la sua ulti
ma apparizione in pubblico.
La produzione per chitarra di Sor
comprende 63 numeri d’opus.
Sono fondamentali per la forma
zione strumentale e musicale dei
chitarristi gli Studi opp. 6, 29, 31,
35, 60. Per la loro levatura artisti
ca segnaliamo: Sonata op. 15;
J Grande Sonata op. 22, Seconda
Grande Sonata op. 25; le Variazio
ni opp. 9 (su un tema di Mozart),
"Scala obliqua, e contraria per chitarra"
Autografo di Nicolò Paganini 26, 28; la serie di Valzer opp. 17,
18, 57; le Fantasie opp. 7, 10, 12,
Alla rinascita della chitarristica 12, 13 e 14; Tres Rondòs brillantes 16; Deux Thèmes Variés et Douze
spagnola ottocentesca ha fattiva op. 2; Colección de Valsesi Varia Menuets op. 11. Per due chitarre:
mente contribuito, con i suoi Me zioni, Danze. Divertimento op. 38; Les Deux
todi e con le sue composizioni, Fe 11 catalano Fernando Sor (Barcello Amis op. 41 (dedicata ad Aguado).
derico Moretti che Sor, non a caso, na batt. 14-11-1778 - Parigi Il Méthode, più che una guida gra
considerò “la fiaccola che doveva 10-VII-1839), compositore di ope duale per l’allievo, è un trattato
servire ad illuminare il' cammino re e balletti di gusto italianizzante, che sviscera la problematica chitar
fuorviato dei chitarristi”. Il rinno deve la propria fama soprattutto ristica prospettandone le soluzioni.
vamento, come dimostrato da alla sua produzione chitarristica e Le sue composizioni ci rivelano un
Franco Poselli, non va perciò attri alla sua carriera di chitarrista e musicista colto e sensibile il cui
buito a quel Miguel Garcia (alias cantante da camera. stile classico rispecchia l’influsso di
Padre Basilio) che certi storici Nel celebre monastero di Monser- Haydn e Boccherini. Se le sue tre
troppo scarsamente documentati rat riceve un’educazione generale e Sonate costituiscono altrettanti
hanno ritenuto di poter esaltare. un’ottima preparazione musicale; esempi di equilibrio formale e di
A Dionisio Aguado (Madrid si dedica anche alla chitarra le cui nobile inventiva, dai suoi Minuetti
8-IV-1784 - 29-X1I-1849) va il reali possibilità espressive gli ven possono emergere il gusto per la
merito di aver sviluppato con ra gono però rivelate dalle opere di preziosità e la spontaneità espressi
zionale sistematicità i contributi di Moretti. Lasciato il monastero, fre va. Volendogli però muovere un
Moretti. Però, come del resto tutti quenta una scuola militare negli appunto, si può osservare che alle
gli spagnoli, egli bandisce l’uso del anni 1796-1800 circa, ma non tra volte, evidentemente per acconten
pollice della mano sinistra. Codifi scura la composizione, infatti, già tare l’occhio del musicista, la sua
ca la propria profonda conoscenza nel 1797 a Madrid viene rappre scrittura può scostarsi dall’ambito
dello strumento specialmente nel sentata con successo la sua prima delle possibilità strumentali. Sor,
suo famoso Metodo che ancora opera II Telemaco che gli procura tuttavia, resta uno dei massimi chi
oggi si continua a ristampare per notorietà. Come musicista, a Ma tarristi compositori.
ché gli Esercizi, le Lezioni e gli drid è al servizio della duchessa Di Fernando Ferandiere, la cui
Studi contenutivi sono didattica- d’Alba, poi ricopre incarichi am opera è tutta legata al Settecento,
mente indispensabili. Per qualche ministrativi. Con l’invasione dell’e non ci occupiamo, anche perché il
anno soggiorna a Parigi dove con sercito napoleonico (1808) subito suo contributo alla rinascita della
la sua arte di concertista ottiene si arruola per combattere i france chitarra in Spagna è pressoché nul
grandi successi (suona con la chi si, ma ben presto collabora con lo.
tarra appoggiata su un trepiede da loro seguendoli (1813) quando ab Vicente Martin y Soler (Valencia
lui ideato, ma l’innovazione non bandoneranno la Spagna. Negli 2-V-1754 - Pietroburgo 11-11
avrà seguito). Rientra in patria anni 1813-1815 dimora a Parigi. 1806), ai suoi tempi fu fortuna
dopo il 1838 e si dedica solo all’in Tra il 1815 e il 1823 trascorre un tissimo e famosissimo composito
segnamento. - periodo fortunato a Londra. Qui re di opere, ma oggi la sua vasta
Ha lasciato, tra l’altro, queste com ottiene grandi successi come chi produzione è totalmente dimenti
posizioni strumentalmente valide: tarrista e cantante, dà lezioni di cata. Lo ricordiamo perché pubbli
Menuets opere 1, 3, 4, 7, 8, 9, 11, canto e fa rappresentare con buon cò 3 Duetti per due chitarre. Non
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tarrista flamenco, e della stessa 1885) che a Parigi studiò violino
matrice sono le danze da lui com col famoso Rodolphe Kreutzer,
poste. Gli va però riconosciuto il chitarra con Candii e composizio
merito di aver stimolato Antonio ne col Fétis: i maestri li sapeva
Torres (lo Stradivari della chitarra) scegliere! Compose buoni lavori fra
ad innovare la tecnica costruttiva i quali meritano di venire segnala
dello strumento, e segnatamente la ti: i Duetti opp. 1, 2, 4 (per violino
strutturazione delle catene fissate e chitarra); i Duetti op. 35 (per 2
sotto il piano armonico. chitarre); le Danze op. 23. per chi
Massimo rappresentante del chitar- tarra.
rismo francese, Napoléon Coste Simon Molitor (Neckarsulm, Wür
(località della Franca Contea ttemberg 3-XI-1766 - Vienna
28-VI-1806 - Parigi 17-11-1883) 21-11-1848), pur coadiuvato da
ebbe fama di eccellente esecutore. Diabelli, Wolf e Matiegka, va con
Iniziato lo studio dello strumento siderato il principale artefice del
con sua madre, lei stessa chitarri florido chitarrismo viennese che, si
sta, a 18 anni insegna chitarra a badi bene, non aveva tradizioni
Yalencienne. Qui nel 1828 suona proprie. Il culmine dello spendore
in duo con Pitaliano Luigi Sagrini. sarà poi raggiunto con l’apporto
Stabilitosi nel 1830 a Parigi, com determinante dell’arte di Giuliani
pleta i suoi studi musicali e nel che farà della capitale asburgica il
1838 si esibisce assieme a Sor. È centro chitarristico più importante
costretto a rinunciare al concerti d’Europa. Al Molitor si devono
smo a causa di un incidente occor anche un manuale per lo studio
sogli nel 1863. dello strumento (Vienna 1799) e
Adeguando la scuola di Sor alle l’adozione di una scrittura efficace,
proprie esigenze di virtuoso ro realizzazioni queste che lo colloca
mantico, si espresse con una scrit no accanto agli innovatori della
tura densa, ricca di combinazioni chitarristica ottocentesca. Compo
timbriche e tuttavia di trasparente sitore colto, ha però lasciato lavori
efficacia, come ce lo confermano i musicalmente modesti. Ricordiamo
suoi utilissimi Studi op. 38, ma an le Sonate per chitarra opp. 7, 11,
che diversi altri lavori (che sono 12; Sonate per violino e chitarra
una cinquantina in tutto) tra i qua opp. 3 e 5. È interessante il Trio
li citiamo: la trilogia Le passage op. 6 per violino o flauto, viola e
des Alpes opp. 27, 28, 40; Grand chitarra.
Sérénade op. 30; Le Départ, fanta Anton Diabelli (Salisburgo 5-IX-
sie dramatique op. 31. Usò una 1781 - Vienna 7 - IV-1858), al
chitarra con 7 corde avendovi ag lievo di Michael Haydn, a Vien
giunto un RE basso. na si dedicò al pianoforte, alla chi
Tra i francesi meno importanti tarra e all’editoria musicale. Fu
meritano di essere ricordati almeno amico di Giuliani. Tra gli oltre
i musicisti che qui elenchiamo. 200 numeri d'opus, la sua produ
Antoine Lemoine (Parigi 3-XI- zione comprende numerose com-
1763 - aprile 1817), violista e no posizioni, in parte interessanti, per
to editore, si dedicò alla chitarra chitarra e per formazioni strumen
per la quale compilò un primo tali includenti la chitarra e spesso
Metodo (1790 circa) per uno stru la terzina.
mento a 5 corde (la cui seconda Chitarra: Sonate, Studi, Valzer,
edizione prevedeva pure l’uso di 6 Rondò, Preludi e Variazioni opp.
Un inconsueto modello di chitarra del X1X° corde) e alcuni lavori che incontra 29, 39, 57, 63, 96, 100, 103, 127; 2
sec. rono successi effimeri. Menzionia Fughe op. 46. Musica d’insieme:
mo poi Antoine Meissonnier nato Grandi Serenate opp. 36, 65, 95,
sappiamo però se uscirono nel Set a Marsiglia nel 1783 e suo fratello 105, per violino, viola e chitarra;
te o nelPOttocento. Joseph, nato nella stessa città nel Serenate per flauto e chitarra opp.
11 nome di Antonio Cano (Lorca 1790, che furono ambedue editori 67, 99, 108; Gran Trio op. 62 per
18-XII-1811 - Madrid 21-X-1897) di musica a Parigi. Antoine, che 3 chitarre; Sonate per chitarra e
è più che altro legato alla sua im aveva studiato la chitarra a Napoli pianoforte opp. 64, 68, 69, 70, 71,
portante attività didattica. Nel con Interlandi, la insegnò poi al 97, 102, 141; Divertimento op. 56
1847 ebbe contatti con Aguado a fratello Jopseph. Stimati strumenti idem.
Madrid. Oltre ad un Metodo, pub sti, i due pubblicarono diverse pa Johann Kaspar Mertz (Bratislava
blicò 24 ejercicios (esercizi) e Fan gine pregevoli per chitarra sola, 17-VIII-l806 - Vienna 14-X-1856)
tasie tratte da motivi operistici. anche associandola ad altri stru fu uno dei più famosi chitarristi
Di Julian Arcas (Almeira 25 - X- menti. Citiamo infine il più dotato del primo Ottocento. Dopo il 1842
1832 - Antequara 16-11-1882) non tra quelli ora ricordati, ossia, il visse a Vienna. Le sue composizio
ci si dovrebbe qui occupare dato colto musicista Victor Magnien ni per chitarra sola, con pianoforte
che, pur molto famoso, fu un chi (Epinal 19-XI-1804 - Lilla giugno o altri complessi, venivano eseguite
28
da lui stesso nelle sue molte tour- viola costituiscono il Trio op. 25
nées europee. Va però osservato che finora non è mai stato citato.
che si trattava in maggior parte di A Matiegka si devono inoltre: Duo
trascrizioni di motivi allora celebri op. 19 e 3 Duo op. 22 per chitarra
che, come quasi tutta la sua opera, e violino; per chitarra sola: 3 Sona
possono interessare più che altro te senza numero d’opus; Variazioni
dal lato virtuosistico. Difficilmente opp. 2, 5, 6, 7, 8, 10, 28, 29; 12
possono incontrare il favore dei Pièces faciles op. 3; Fantasie op. 4;
chitarristi di oggi le sue Fantasie 24 Pièces progressives. Alcuni tra
sulla Norma, II Pirata, Lucìa, ecc., questi ultimi lavori sono scritti con
o altri suoi lavori per chitarra. intenti didattico-ricreativi.
Semmai possono interessare alcune L’austriaco Ignaz Pleyel (Rupper-
pagine dei Duo per chitarra e ter tstahl 18-VI-1747 - Parigi
zina opp. 51 e 89. Con lui inizia la 14-XI-1831) ebbe la sua formazio
fase crepuscolare della chitarristica ne musicale a Vienna studiando
viennese. col boemo Wanhall e con Haydn.
Compositore prolifico, Leonhard Fu in Italia, poi maestro di cappel
de Cali (1768 ca. - Vienna la a Strasburgo. Passò quindi a
19-11-1815) fu molto apprezzato a Londra, stabilendosi infine a Pari
Vienna, specie quale autore di pia gi. Molto attivo in vari settori mu
cevoli e gustose musiche per com sicali, dedicò la sua attenzione an
plessi cameristici con chitarra. Tra che alla chitarra componendo 6
queste ricordiamo almeno i Quar Sonatine per chitarra e violino;
tetti e Quintetti per chitarra e ar Minuetti e Rondò per chitarra e
chi opp. 3, 57, 121 e 130, e la no violino; 6 Lieder con accompagna
tevole Serenade per chitarra, flauto mento chitarristico. Fernando Sor
e viola op. 14. In genere i suoi la dedicò a lui la Fantasia op. 7. La chitarra di Johann Padowetz
vori sono di facile esecuzione. Il polacco Johann Nepomuk Bo-
Wenzeslaus Matiegka (Chotzen browitz (Cracovia 12-V-1805 -?) l’unico jugoslavo che nell’Ottocen
batt. 6-VII-l 773 - Vienna visse saltuariamente anche a Lipsia to si dedicò professionalmente alla
19-1-1830) si trasferì dalla nativa (ancora intorno al 1805) e a Vien chitarra. Studia il violino, e da au
Boemia a Vienna dopo aver com na. Sarebbe stato allievo di Giulia todidatta, anche la chitarra e la
piuto gli studi musicali con l’abate ni. Dal 1833 troviamo spesso nella composizione. A partire dal 1829
Gelinek e di diritto all’Università rivista “Allgemeine Musikalische fino al 1837 si esibisce con succes
di Praga. Nella capitale austriaca Zeitung” annunci di sue opere per so in Austria, Germania, Inghilter
insegnò pianoforte e chitarra e fu chitarra sola (invece le opp. 11 e ra e Polonia. Rientrato nella sua
anche maestro di cappella in due 24 sono costituite da Danze per città natale, allora in territorio un
chiese. La sua produzione, quasi flauto e chitarra); l’insieme di que gherese, continua, sempre come
tutta per chitarra sola o unita ad ste composizioni arriva al numero chitarrista sempre a suonare in
uno o due altri strumenti, riflette il d’opus 50. Nel 1834 pubblica una pubblico.
gusto della scuola viennese, anche rielaborazione del Metodo di Ca Particolare curioso: a Vienna pub
se con risultati più o meno felici. ndii con testi in francese e tedesco. blicò un proprio Metodo per chi
Però le sue composizioni più riu Ha pubblicato anche un proprio tarra a 10 corde; lo strumento, da
scite vanno senz’altro poste accan metodo a Varsavia. lui ideato, aveva due manici di cui
to alle migliori opere della lettera L’altro polacco Felix Horetzky il secondo, non tastato, sosteneva 4
tura chitarristica dell’Ottocento. Ci (Horyzsow Rusky 1-1-1796 - bordoni (RE, DO, SI, LA) che po
riferiamo ad esempio al Trio op. Edimburgo 6-X-1891) non fu allie tevano venire alzati di mezzo tono
26 per chitarra, flauto e viola, in vo di Giuliani come molte volte si premendo un apposito pulsante.
cui certe pagine sembrano scritte è scritto. Virtuoso della chitarra, La sua produzione, che si rifà allo
da Haydn, e ai 12 Minuetti brillan compì viaggi artistici in Germania stile di Giuliani, è ben lontana dai
ti op. 15 per chitarra, dove la fre ed in altri paesi, e per qualche risultati artistici raggiunti dal suo
sca estrosità delle idee è spesso im tempo soggiornò a Vienna. Spirito famoso collega italiano.
preziosita con interessanti procedi irrequieto, lo troviamo a Dublino, Johann Nepomuk Hummel (Brati
menti modulatori. Glasgow, Londra ed Edimburgo slava 14- XI - 1778 - Weimar
È noto che Schubert ha trasforma sempre impegnato nella sua attivi 17 -X - 1837), allievo di Mozart,
to in Quartetto il Trio op. 21 (per tà di concertista ma anche di mae Haydn e Salieri, va collocato nella
chitarra, flauto e viola) aggiungen stro di chitarra e di compositore. rosa dei grandi pianisti che opera
dovi il violoncello. Sembra che, a Parigi nel 1836, si rono a Vienna.
Anche il Trio op. 18 è per chitar fosse perfezionato con Sor. Compositore fecondo in tutti i
ra, flauto e viola, mentre altri 3 La sua abilità di strumentista si ri campi, dal teatro, alla musica sa
Trii, uno col numero d’opus 24 e flette nei suoi lavori che per so cra, a quella cameristica, ha lascia
due non numerati, riuniscono la stanza musicale, ben si adattano al to anche un buon numero di pagi
chitarra, il violino e la viola. 11 gusto dei chitarristi poco esigenti. ne per chitarra. Tre Grandi Sere
kzakan (specie di flauto dolce in Ci asteniamo di citare sue compo nate per pianoforte, chitarra, violi
nestato ad un bastone di passeggio, sizioni. no, flaùto o clarinetto, violoncello
a quel tempo abbastanza in voga) Il croato Johann Padowetz (Vara- o fagotto, opp. 62, 63 e 66, com
oppure il flauto traverso, chitarra e zdin 17-VII-1800 - 4-XI-1873) fu poste per i concerti che egli teneva
29
assieme a Giuliani e al violinista Canzonette op. 29; 6 Lieder op. pubblicate dai redattori... dello
Mayseder. In collaborazione con 42; Canti popolari opp. 54 e 64; stesso periodico.
Giuliani ha scritto il Grand Po ecc. Lasciò anche un Divertimento Verso la metà del secolo XIX è or
tpourri per chitarra e pianoforte assai facile per chitarra e pianofor mai evidente che i chitarristi com
op. 93. Gli si devono inoltre: 6 te op. 38. positori europei, quasi estranei al
Valzer per pianoforte e chitarra Heinrich Marschner (Zittau 16 - l’estetica romantica, sono incapaci
op. 91, musiche per voce e chitarra V ili- 1795 - Hannover 14 - XII - di assicurare l’avvenire del loro
ed altro. 1861) fu un grande pianista pri strumento. Si profila così una fase
Franz Schubert (Lichtenthal, Vien ma di diventare collaboratore di di decadenza della chitarra.
na 31 - 1 - 1797 - Vienna 19 - XI - Weber a Dresda e suo continuatore
1828 ), visse a Vienna in pover ideale nella creazione operistica.
tà quasi interamente la sua bre Compositore romantico, amò i sog
ve esistenza. La sua attività di getti fantastici e preparò quel cli
compositore ha del miracoloso e ma estetico che è il presupposto
comprende tutti i generi. Un posto dell’opera di Wagner. Alla compo
particolare occupano le centinaia sizione chitarristica si dedicò negli
di Lieder che egli compose provan anni 1808-1814, prima cioè di
do sulla chitarra e trasferendo poi consacrarsi al teatro.
sulla carta in scrittura pianistica. Si Ricordiamo: 12 Bagatelle per chi
sa, anzi, che diverse.di queste pagi tarra sola op. 4; 12 Canti per voce
ne, lui vivo, vennero pubblicate in e chitarra op. 5, ed alcune liriche
due diverse edizioni, una con ac di Goethe con accompagnamento
compagnamento di chitarra e l’al di chitarra.
tra di pianoforte. E, sia pure in po La Gran Bretagna non diede chi
chi casi, la versione con pianoforte tarristi importanti, ma gli editori
venne preceduta da quella con chi inglesi stamparono molta musica
tarra. Tuttavia l’elenco delle sue per lo strumento quasi tutta com
opere veramente autentiche per lo posta da autori continentali. A
strumento si riduce alla sola Kan Londra, inoltre, dal 1833 al ’36
tate zur Namensfeier des Vaters uscì il periodico bimestrale “The
per due tenori, basso e chitarra Giulianiad” che però ebbe princi
(1813). palmente lo scopo di incrementare
Citiamo infine la Sonata per arpeg- la diffusione delle composizioni
gione e pianoforte del 1824, ricor
dando che l’arpeggione o “chitarra
d’amore” si suonava con l’arco.
Per questo motivo la Sonata è en
trata nel repertorio dei violoncelli
sti, ma venne trascritta anche per
viola o chitarra.
Cari Maria von Weber (Eutin, Lu-
becca 18-X I- 1786 - Londra 5-
VI- 1826), figlio di un Kapellmei
ster e impresario teatrale, visse nel
teatro e per il teatro. Fra uno spo
stamento e l’altro studiò composi
zione, canto e chitarra. Nel maneg
giare quest’ultima acquistò una
tale padronanza, da usarla non
solo per accompagnarsi nel canto,
ma da farne anche materia d’inseg
namento. Intorno al 1811 e negli
anni seguenti compose diversi Lie
der con accompagnamento di chi
tarra.
Dopo il 1817, anno in cui venne
chiamàto a dirigere il teatro di
Dresda, tutte le energie di Weber
furono impegnate nella nuova atti
vità: il Freischütz, infatti, è del
1819. Ma della chitarra Weber si
ricordò ancora impiegandola per
effetti particolari nell’opera Donna
Diana (1821) e ndV Oberon (1826).
L’elenco delle sue composizioni
con chitarra comprende: 5 Lieder
op. 13; 5 Lieder tedeschi op. 25; 3
30
Angelo Gilardino___________________________
LA RINASCITA DELIA
c h it a r r a : m it o ,r e a l t à ,
PROSPETTIVE
Attraverso la crisi del sinfonismo romantico e la
sperimentazione primo novecentesca, la chitarra ha riacquistato
un posto nel panorama compositivo internazionale, sia pure con
molte difficoltà. Quale sarà il suo futuro?
La storia della chitarra è ancora da
scrivere: gli storiografi sono stati fi
nora pochi e sopraffatti dagli agio-
grafi e dai cultori del mito e dell’a
neddotica, che hanno distorto
completamente la prospettiva sto
rica generale, falsandone le linee,
ingigantendo figure insignificanti o
mediocri e ignorando valori reali;
tuttavia, negli ultimi anni, qualco
sa si è mosso, e ha dovuto registra
re qualche fiero colpo l’area finora
battuta dai fantasiosi inventori del
le tournées del duo Paganini-
Legnani, del ritorno a Vienna di
Mauro Giuliani dopo il 1829 e
delle sue rivalità concertistiche a
Londra con Fernando Sor.
Peraltro, i testi che si potrebbero
citare in una bibliografia sulla sto
ria della chitarra sono a tuttoggi
ben pochi: due tesi di laurea dovu
te a studiosi americani (Richard
Pinnel su Corbetta e Thomas Heck
su Giuliani); un libro dell’inglese
Brian Jeffery su Sor; il manuale di
Bruno Tonazzi sulle intavolature;
la sua monografia su Miguel Llo-
bet; il libro di Giuseppe Radole
sulla storia del liuto, della vihuela
e della chitarra, sommario ma cor
retto e completo; e infine, se fosse
ro disponibili, un paio di tesi di
laurea di studiosi italiani, le quali
però non sono pubblicate. A ciò
vanno aggiunti numerosi articoli e
saggi su argomenti specifici pubbli
cati in alcune riviste come “Guitar
Review” e, ad un livello musicolo
gicamente più qualificato, “Il Fro-
nimo”. Nella congerie di libercoli,
dizionari e giornali sulla chitarra
pubblicati un po’ dovunque dall’i
nizio del secolo ad oggi, nonché
nelle voci riferite alla chitarra dalle Fernando Sor
31
varie enciclopedie di musica, è
dato soprattutto di rintracciare una
serie di storielle e di luoghi comu
ni tramandati di testo in testo. Non
mancano (ad esempio nel “Diccio
nario” di Domingo Prat, pubblica
to in Argentina nel 1934) tentativi
anche interessanti di istituire un
metodo critico, ma si tratta di labi
li intuizioni, .sommerse da un ocea
no di favole; alcune pubblicazioni
di questo genere possono sopravvi
vere come patetica e spesso comica
testimonianza di uno specialissimo
tipo di dilettantismo musicale, ge
neratosi tra i “cultori” di chitarra
nei primi quarant’anni del secolo,
con tenaci sopravvivenze anche nel
presente.
Il quadro che affiora dall’insieme
delle “narrazioni” sulla chitarra è
all’incirca questo: la chitarra era
uno strumento con un passato del
quale si sapeva poco, anche se si
sapeva che era un passato nobile;
venne l’Ottocento, un secolo d'oro,
spezzato in due tronconi; dappri
ma si vide l’avvento di Giuliani,
Sor e altri grandi virtuosi (tra cui il
duo Paganini-Legnani); poi tutto
piombò nel buio; a risollevare le
sorti della chitarra, verso la fine
del secolo, ci fu un apostolo, Tàr-
rega, che fondò la chitarra moder
na; poi venne un genio, Segovia,
che la impose a tutto il mondo,
riabilitandola, sicché oggi la chitar Francesco Tàrrega
ra, grazie a Segovia, è tornata nelle
sale da concerto e nei conservatori preziosissime fattezze e dall’incer poi a Vienna la qualità concertante
e il suonarla non è più una vergog ta, capricciosa accordatura, e, negli della chitarra come strumento me-
na. Questa singolare impostazione ultimi vent’anni del secolo, defini lodico-armonico e virtuosistico,
della storiografia chitarristica è sce morfologia ed accordatura della mentre Sor, nel suo variato sog
adottata, per quanto ciò possa sem chitarra a sei corde semplici, sulla giorno parigino, londinese e russo,
brare incredibile, anche da musico quale voleranno le invenzioni mu affiancherà - senza opporre - alla
logi di una certa notorietà ed im sicali ed i virtuosismi di Mauro concezione italiana della chitarra
pera comunque nelle enciclopedie Giuliani. La storiografia non ci ha una sua visione più conscia dell’e
e nei dizionari della musica, con ancora detto se dobbiamo conside redità della polifonia e del con
tutto un antefatto paleochitarristi- rare Giuliani l’erede di una tradi trappunto (pur rimanendo fonda
co, secondo il quale la chitarra sa zione o se (con il solo antefatto del mentalmente un compositore di
rebbe stata introdotta in Europa Moretti) dobbiamo invece vedere Studi e di Variazioni).
dai Mori, attraverso la Spagna, op in lui il padre della chitarra - quel
pure rappresenterebbe un’evoluzio la oggi volgarmente chiamata Abbiamo altre volte affermato e ri
ne della famiglia degli strumenti a “classica”, e considerare la chitarra badiamo la nostra convinzione se
pizzico impiegati nella musica dei barocca come un “hortus conclu- condo cui, se rinascita della chitar
Greci; sperare di sradicare tali con sus” perito con tutte le robaccole ra non ci fu prima di Segovia, ciò
getture dalla mente dei chitarristi è di Versailles sulle soglie della Ri non è da attribuire all’assenza di
impresa davvero difficile. voluzione. Istintivamente, noi pro virtuosi di grande prestigio, ma
Il primo punto da sciogliere con pendiamo per questa seconda tesi, alla situazione musicale nel suo
un’indagine seria sta nella relazio e vediamo la nascita della chitarra complesso. Infatti, la qualificazione
ne tra chitarra a cinque corde dop moderna sul finire del Settecento, musicale dello strumento non di
pie - la chitarra “barocca” di Cor- in Italia ed in Spagna congiunta- pendeva solo da una presa d’atto
betta, de Visée e Sanz - e chitarra mente, nella codificazione (anche dei suoi valori da parte del mondo
a sei corde semplici. La seconda se artisticamente insignificante) da musicale nei suoi vari strati (musi
metà del Settecento, secolo chitar tane da Lederico Moretti con il suo cisti, critici, musicologi, pubblico
risti«) buio quant’altri mai, liquida emblematico pendolarismo tra Ita “colto”): Giuliani ebbe riconosci
la fragile chitarra seicentesca, dalle lia e Spagna. Giuliani consacrerà menti per sé e per il suo strumen-
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to, non meno di quanti ne ebbero virtuosistico, didattico e propagan esclusivamente in Spagna (senza
pianisti e violinisti suoi insigni distico: ma la sua natura sonora però assurgere ai livelli di prestigio
contemporanei; ebbe Beethoven tra (non per mancanza di demiurghi) di un Pablo de Sarasate, per inten
i suoi attenti ascoltatori, strumenti non si ambientò nel clima musica derci). Mentre Giuliani suonava
sti del calibro di Hummel e May- le dell’epoca al di là dell’occasione. per l’élite musicale del suo tempo,
seder tra i suoi “partners” nell’ese Ciò non toglie che in quel mezzo Tàrrega percorse la sua parabola
cuzione di musiche da camera in secolo rappresenti oggi un’area di artistica chiuso entro i confini geo
cui la chitarra giocava un ruolo al grande ricchezza che attende di es grafici e culturali di una terra ma
tamente virtuosistico; ma ciò non sere esplorata: oltre all’immenso lata di provincialismo che gli ta
10 pose nelle condizioni di un Se corpus di musiche per sola chitarra gliava spietatamente i rapporti con
govia, anche se la stima di cui fu dovute ai grandi virtuosi- l’Europa: dov’è dunque il suo apo
circondato non fu da meno. Che compositori, esiste un rispettabile stolato, e dove la sua profezia?
cosa mancò, e perché la fioritura patrimonio di musica da camera in Come compositore, Tàrrega ha la-
doveva tardare ancora un secolo? cui la chitarra è individuata e im ' sciato una limitata quantità di pez
Mancò la letteratura: i composito piegata nel pieno delle sue facoltà zi brevi per chitarra sola, tutti me
ri, pur informati e spesso ammirati sonore: ma - strano a dirsi, in pie lodicamente facili e armonicamen
(Schubert, Berlioz, ecc.) delle qua na “rinascita” - solo una piccola te corretti, e senz’altro provveduti
lità della chitarra, non si sentirono parte di tale giacimento è stata uti di una loro espressività, ma, nel
mai coinvolti e stimolati a com lizzata dai virtuosi contemporanei, loro ingenuo decadentismo e nel
porre per lo strumento pagine che i quali insistono invece a proporre sentimentalismo manierato da cui
potessero costituire quel fondo, trascrizioni dal clavicembalo. sono pervasi, ben lontani dalla va
quella riserva artistica che, proprio rietà e dalla solidità concettuale e
in quella stessa epoca, andava in L’equivoco che nega a Giuliani il formale, nonché dalla qualità mu
vece potentemente accumulandosi credito di aver avuto nella sua arte sicale, degli Studi, delle Variazioni
a favore del pianoforte. L’apertura il potenziale di rivelare la chitarra e delle Sonate di Sor e di Giuliani.
storica sul Romanticismo (anche se al mondo musicale fa invece, ino Invece che profezie di rinascita,
c’è chi sostiene che la chitarra è pinatamente, di Francisco Tàrrega noi ritroviamo nell’opera di Tàrre
uno strumento romantico) induce - oltre mezzo secolo più tardi - un ga, rispetto ai maestri della prima
va i compositori a ricercare e a “apostolo” e un “profeta”. Sarà. metà dell’Ottocento, preoccupanti
plasmare le grandi sonorità dell’or L’analisi dell’apporto dato da Tàr segni di decadenza e concordiamo
chestra o a sfruttare le qualità or rega alla storia della chitarra indu con quanto scriveva il Prat nel suo,
chestrali e virtuosistiche del piano ce invece a considerarlo un artista pur contorto, “Diccionario”. Cre
forte, creando grandi spazi e volu del tutto secondario. Come esecu diamo di non dover nemmeno di
mi sonori: che altro poteva rappre tore, sappiamo che egli contribuì a scutere delle trascrizioni che Tàr
sentare la chitarra, in tale situazio stabilizzare le innovazioni ed i rega macchinosamente strappò a
ne, se non un affetto privato? Ber progressi realizzati dal liutaio An pagine pianistiche (dimostrando di
lioz, sappiamo, con la chitarra ci tonio Torres, adottando le sue non aver capito niente di Chopin e
campava (dando lezioni sulla cui nuove chitarre, di sonorità più am di Schumann) o addirittura orche
qualità non saremmo disposti a pia e flessibile di quelle suonate da strali (Wagner!), se non per un giu
giurare): ma, venuto il momento di Giuliani e da Sor; e possiamo cer dizio conclusivo, che ci fa apparire
comporre, chiamava a raccolta or tamente fargli credito di essere sta Tàrrega come un sognatore inge
chestre e cori e l’intimità sonora to un ottimo tecnico, nonché un nuo, musicalmente dotato ma i-
della chitarra risultava estranea ai interprete di rango (a tale ricono gnorante, che non si cura di studia
suoi fini espressivi. Schumann, scimento ci inducono, più che le re le opere dei maèstri della prima
Chopin e Liszt erano tutti presi deliranti testimonianze dei suoi fa metà del secolo e ad esse sostitui
dall’esaltazione del pianoforte, nel natici allievi, i suoi titoli extrachi- sce la trovata della trascrizione, ri
le sue qualità virtuosistiche e poe tarristici, cioè la sua buona prepa dicolizzando la chitarra e privan
tiche, e avevano innanzi a loro razione musicale generale e la sua dola di quelle essenziali caratteri
oceani di pianismo sui quali scio cultura pianistica - dunque il fatto stiche di brillantezza fonica che
gliere le vele della loro immagina di essere stato qualcosa di più di erano state, anche se non sorrette
zione: come sarebbe stato possibile un semplice chitarrista); ma non dal genio creatore, la grande con
indurli a fermarsi nello studio di c’è prova che i suoi concerti abbia quista dell’arte di Giuliani e di
tecnicismi delicati e complessi no avuto un’eco paragonabile a Sor.
come quelli della chitarra, quando quella dei concerti di Giuliani:
11 risultato sonoro sarebbe stato per Tàrrega uscì dalla Spagna rarissi Segni di apertura e, insieme, di ir
loro quantitativamente troppo pic mamente e per troppo breve tem rimediabile chiusura culturale, si
colo? Non è che la chitarra fosse po; la nebbia di Londra lo spaven ritrovano contradditoriamente ne
ignorata: a Vienna, a Parigi, a tò e, rientrando in patria, seguitò a gli artisti della “lost generation”
Londra, a Pietroburgo, parecchi darvi concerti suonando la sinfonia che congiunte Tàrrega a Segovia.
virtuosi l’avevano pienamente rive dei “Vespri” di Verdi, qualche tra Essi sono tre: il catalano Miguel
lata; non è che si aspettasse l’uomo scrizione dai classici del pianoforte Llobet, il paraguayano Agustin
del destino: Giuliani l’avrebbe cer e del violino, le sue modeste com Barrios, detto Mangoré, e l’italiano
tamente potuta incarnare, quella posizioni e orrende “jotas”. Fu un Luigi Mozzani. Tutti e tre hanno
parte. Il mezzo secolo d’oro fu in concertista tra il provinciale ed il qualcosa e mancano di qualcosa.
realtà foriero di una nascita parzia nazionale, che oltretutto suonava Llobet è il più vicino al nocciolo
le: la chitarra nacque dal punto di per un pubblico poco preparato, e della questione: egli capisce che
vista organologico, tecnico- la sua influenza si esercitò quasi non è tanto un problema di perso
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ne, quanto un problema di situa Augustin Barrios è invece il colo successi superiori ad ogni aspetto,
zione artistica e culturale e, fug nizzato che assimila la cultura dei si fa intimidire da quella dell’allora
gendo dalla Spagna, propone ai pa colonizzatori con prodigiosa facili imperante Llobet, verso la cui este
rigini colti e smaliziati la voce del tà mimetica, tenta l’inserimento tica Mozzani si inchina: è una ri
la chitarra. Non importa se non è nel mondo musicale europeo e, nuncia all’originalità ed all’autono
Giuliani, la novità fa colpo e De avendo trovato scarsa risposta, ri mia, una resa culturale che Mozza
bussy si sente attratto e pungolato. torna nel suo mondo “guarany” ni paga con una precoce rinuncia
È avvenuto, nel frattempo, il ricor per sprofondarvi definitivamente. al concertismo e con una conse
so storico: la grande sinfonia ro Ben prima di Segovia, ed in modo guente, poco plausibile dedizione
mantica è morta strozzata nelle assai più rigoroso ed originale, egli all’arte della liuteria (alibi che ma
spire del gigantismo mahleriano, a presenta Bach con la chitarra, ese schera il fallimento artistico).
Vienna e a Parigi (per vie e con guendo una Suite per liuto com Si delinea in questo quadro, che da
scopi affatto differenti) si ricercano pleta; ha ottima tecnica, conosce un lato offre disponibilità e anzi
le piccole sonorità e si valorizzano bene l’armonia e la forma musicale reclama la presenza di un artista in
i timbri. La chitarra ha dunque ri (le sue composizioni, per quanto grado di cogliere e di decifrare il
trovato il suo ambiente fonico na frettolose ed arruffate, lo dimostra segno dei tempi e dall’altro squali
turale e può affondarvi (ma non no), è animato da un fervore misti fica tentativi come quelli dei tre
più in una situazione “alla moda” co. Ma, forse mal consigliato forse chitarristi della "lost generation”,
come a Versailles, bensì in una lasciato troppo a sé stesso, circon lo spazio nel quale si inserirà, con
prospettiva culturale e musicale da i suoi concerti di tutta una mi gesto autorevole e anzi solenne, la
autentica) le proprie radici. Ci tologia etnico-culturale, presentan figura di Andrés Segovia. La rina
vuole naturalmente il chitarrista dosi come erede del grande capo scita della chitarra è stata prepara
pronto di mente oltre che di dita, Mangoré (si dice che indossasse co ta dalla storia, non inventata da
la personalità artistica, culturale e, stumi adornati da piume colorate). lui, ma certamente egli ne diviene
diciamolo pure - nel senso miglio Insomma, in Europa (a Bruxelles l’interprete più qualificato, il pro
re del termine - imprenditoriale, ed in Germania) Mangoré non la tagonista epico. La sua carriera è
che sappia cogliere il momento fa spunta, e fugge alle sue Americhe, un esempio di lungimiranza ideali
vorevole e concluda quella transa per reimmergersi nell’equivoco dei stica e di senso pratico. Egli capi
zione, quell’aggancio tra chitarra e concerti-spettacolo, delle composi sce che, prima dell’Ottocento, la
compositori che, sempre latente o zioni ballabili, e così via: nella sua chitarra ha si un passato ricco e
sfiorato nel corso della storia, è personalità, enormemente dotata suggestivo, ma difficile da connet
adesso possibile quanto mai. Llo sul piano artistico, gioca un com tere con il presente; la differenza
bet arriva a un soffio dalla verità: plesso di inferiorità culturale che morfologica, estetica e di accorda
non è per caso che va a Parigi, cer non avrebbe razionalmente motivo tura tra le chitarre antiche e la chi
ca e trova contatti con i musicisti, di esistere, ma che gli brucia l’“a- tarra a sei corde, rende impossibile
si prende la responsabilità di suo nimus vincendi” nel momento del l’adozione tout court del repertorio
nare in centri musicali prestigiosi l’impatto con l’Europa. chitarristico rinascimentale e ba
(mentre Tàrrega era rimasto a cul rocco i cui testi, oltretutto, giaccio
lare i suoi sogni nella .provincia Luigi Mozzani è una figura curiosa no prigionieri dei crittogrammi
spagnola); ma, al momento di con ed interessante; nel suo bagaglio, dell’intavolatura, a scioglierli dai
cludere, gli manca il coraggio e, oltre ad una corretta formazione quali occorrono specializzazioni
quando Debussy si offre di scrivere musicale, c’è il retaggio della scuo musicologiche incompatibili con la
per chitarra, egli si spaventa e si la italiana del primo Ottocento - la carriera concertistica; egli figura
tira indietro. Per fare che cosa, cui presenza, se pur diluita, non quindi un passato della chitarra
poi? Per andare a dar concerti in s’è mai persa del tutto, almeno in che ben poco attinge alla chitarra
Argentina, invitatovi da chitarristi Italia; questa scuola ha basi tecni antica (non più di qualche pagina
per un pubblico di chitarristi. Prat, che assai più definite e solide di sparsa di de Visée, Roncalli, Sanz
dopo avergli procurato il contratto quella cosiddetta di Tàrrega (la e Santiago de Murcia, adattati, più
per la prima tournée, gli dà sulla quale, come giustamente osserva il che trascritti, per la chitarra mo
voce (nel suo “Diccionario”) per Prat, non è mai esistita, o, se è esi derna con procedimenti tutt’altro
essersi lasciato lusingare dalla pro stita, nessuno sa come fosse, dal che rigorosi), e ricorre invece al re
spettiva del guadagno e per tale de momento che ciascun allievo di pertorio del liuto, della vihuela,
bolezza lo condanna: davvero ge Tàrrega aveva un proprio modo di del violino, del violoncello e del
neroso, da parte di un ex-allievo suonare, di tenere lo strumento, di clavicembalo con trascrizioni che,
(Prat aveva conosciuto Tàrrega, e usare o meno le unghie, di muove se non possono rispettare l’oggetti-
ne aveva capito i limiti, ed aveva re le dita, ecc.), per esempio esalta vità dei testi presi a prestito, certa
studiato con Llobet!). Bruno To- l’articolazione e la nitidezza degli mente ne danno visioni seducenti,
nazzi, nella sua breve monografia arpeggi, e Mozzani dimostra - nei riscattando l’approssimazione e la
su Llobet, ci restituisce un’immagi suoi esercizi di tecnica - di averne mancanza di attendibilità con la
ne più corretta dell’artista, dà mag assorbito e trattenuto molti inseg persuasiva bellezza del suono; egli
gior credito morale all’uomo e pro namenti; ma i vari elementi che capisce che l’Ottocento è una mi
spetta - anche se in termini diversi dovrebbero fare di lui un artista niera e, pur senza immergervisi, ne
dai nostri - la contraddizione che nuovo e completo, al passo con i estrae quelle poche composizioni
porta Llobet a cercare l’oc’casione tempi, per qualche misteriosa ra che, nei suoi programmi da con
d’oro per poi lasciarsela scappare, gione non si connettono in un’uni certo, rappresenteranno l'epoca tra
quando essa si presenta. tà organica e la sua attività concer Haydn e Schubert: segnatamente,
tistica, per quanto confortata da si occuperà di Sor, la cui inclina- I
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zione a trattare la chitarra in modo appoggiato a quei compositori che, poraneamente alle esecuzioni sego-
autenticamente musicale consente per estrazione culturale e definizio viane, anche quelle di Llobet e Pu-
la creazione di sonorità piene e ne stilistica, sentiva più affini al jol) l'immortale “Homenaje” com
profonde quali quelle che Segovia suo temperamento. Si è quindi at posto da Manuel de Falla “pour le
predilige (mentre si terrà lontano tenuto principalmente all’area del tombeau de Debussy”; indi, senza
dagli autori italiani, le cui musiche la “hispanidad”, occupandosi di preoccuparci di stabilire una gra
richiedono un’impostazione stru quegli artisti e di quelle musiche, duatoria di merito, ma con la cer
mentale affatto diversa da quella più o meno marchiate di naziona tezza di indicare opere non cadu
che Segovia adopera); approfondi lismo e più o meno imparentate che, possiamo nominare la produ
sce il filone della trascrizione dagli con il folclore, che presentavano zione chitarristica tutta (se pur li
autori pianistici spagnoli (Albeniz caratteristiche “di colore” atte ad mitata) di Joaquin Turina (“Sevil-
e Granados soprattutto), i quali in essere rivelate dalla sua arte di in lana”, “Fandanguillo”, “Ràfaga”,
qualche modo hanno sempre colti terprete. Non ci si poteva attende “Hommage à Tàrrega”, “Sonata”),
vato, nelle loro pagine più brevi, re, da lui, un accostamento ai mae la “Suite Compostelana” di Federi
un gusto chitarristico latente. Tutte stri della scuola di Vienna, a Hin- co Mompou e la “Fantasia-
cose che oggi dimostrano chiara demith o a Stravinski e, anche se Sonata” di Joan Manen; questi
mente di aver fatto il loro tempo non abbiamo certezza che ciò cor sono senza dubbio i testi più validi
ma che, negli anni tra il 1920 ed il risponda a verità, possiamo ritene tra i molti prodotti dagli autori
1940, hanno avuto un’importanza re verosimile quanto si afferma, spagnoli. Sempre nell’area del re
ed un significato indiscutibili in circa il trentennale silenzio da lui pertorio battezzato da Segovia, si
quello che si potrebbe chiamare il stesso sui “Quatre pièces brèves” debbono annoverare le opere del
processo di canonizzazione di Se affidatigli da Frank Martin, com compositore italiano Mario Castel-
govia. Ma la sua grande intuizione posti nei primi anni ’30 e poi rive nuovo-Tedesco e del polacco
è stata quella che gli ha concesso lati dalle esecuzioni di Julián francese Alexandre Tansman. Ca-
di capire la disponibilità e di cap Bream e di Alvaro Company solo stelnuovo-Tedesco ha composto
tare l’interesse di numerosi compo agli inizi degli anni ’60. certamente troppa musica per e
sitori ad occuparsi di quello stru Ad ogni modo, la rinascita della con chitarra ma, nella vastità della
mento, rimasto sempre ai margini chitarra, al di là di ogni mito e di sua produzione, il “Concerto op.
della vita musicale. Segovia ha fat ogni supposizione leggendaria, si 99” per chitarra e orchestra, il
to circolare fin dagli anni ’20 il suo prepara nella storia della musica, e “Quintetto” per chitarra e archi e
invito a scrivere per chitarra, non precisamente nella decadenza del alcuni lavori per chitarra sola (so
solo senza prevenire i compositori sinfonismo, tra la fine dell’Otto prattutto la “Sonata” in quattro
sui problemi specifici posti dalla cento e l’inizio del Novecento; ha tempi, composta come un “Omag
scrittura chitarristica (problemi che le sue matrici nell’impressionismo gio a Boccherini”), rappresentano
Berlioz agita come spauracchio nel francese, nello studio dei timbri in un contributo fondamentale alla
suo trattato di strumentazione e ventato dalla scuola di Vienna e i letteratura per chitarra di impronta
che ancora un Dallapiccola consi suoi supporti culturali nella na neoclassica e conservatrice. Tan
derava scoraggianti), ma esortando scente scienza musicologica (che sman va ricordato soprattutto per
li addirittura a non occuparsene: le riscopre le antiche intavolature) al la bellissima “Cavatina” in cinque
nuove musiche avrebbero poi rice l’inizio del secolo; si preannuncia movimenti e, nell’ambito delle po
vuto l’abilitazione di una sua lettu in modo parziale con la figura di sitive reazioni parigine all’arte di
ra che, con i necessari interventi, Llobet; si incarna pienamente nella Segovia, vanno citate le pagine di
avrebbe corretto gli errori tecnici, figura di Segovia e, nell’opera di Albert Roussel (“Segovia”) e
realizzato le soluzioni più soddisfa questi, si appoggia ancora ad ope Gustave Samazeuilh (“Serenade”).
centi, conferito -insomma concre razioni non impeccabili, anche se Segovia non ha avuto parte di sti
tezza a quelle che, senza la “revi realisticamente giustificate, come molo diretto sulla musica per chi
sione” segoviana, avrebbero qual la trascrizione, la supplenza chitar tarra di Heitor Villa-Lobos, ma ne
che volta potuto rimanere soltanto ristica nei confronti del liuto e del è certo divenuto un araldo devotis
proposte di composizione chitarri la vihuela, la manipolazione di te simo. Il torrenziale compositore
stica. A partire dal 1925 almeno, sti originali. Ma soprattutto la ri brasiliano comprese la natura più
Segovia è veramente divenuto il nascita si identifica con il nuovo intima e segreta dello strumento
profeta della chitarra: ma per far repertorio originale per chitarra (che in qualche modo maneggiava)
ciò gli è occorso ben altro che che, dagli anni ’20 alla fine degli e la celebrò nella sua produzione
comporre pagine come il “Capric anni ’50, è quasi esclusivamente chitarristica, che ha sollevato un
cio arabo” (massima testimonianza legato alla figura di Segovia, suo entusiasmo senza pari in tre o
dell’arte di Tàrrega): ha dovuto in promotore ed interprete. quattro generazioni di chitarristi.
vece aprire il varco ad una lettera La “Suite Populaire Brésilienne”, i
tura chitarristica disinteressata, au Il repertorio segoviano è oggi stori “Douze Etudes”, i “Cinq Prélude-
tenticamente musicale, non pura cizzato e, nell’insieme della lettera s” ed il “Choro n. 1” accompagne
mente virtuosistica, e dovuta a tura chitarristica del nostro secolo, ranno senza dubbio il destino della
compositori che trattavano la chi costituisce una tappa fondamenta chitarra nel prossimo e nel lontano
tarra senza i pregiudizi e le super le. Se ne può già tentare un bilan futuro. Meno geniale, ma non
stizioni dello strumentista compo cio, selezionando i titoli di quelle meno ispirata e assai più copiosa,
sitore. opere che certamente sopravvivo fu la produzione di Manuel Ponce,
no. Al primo posto sta senza dub messicano, anch’egli, come Villa-
Naturalmente, in quest’opera di bio (anche se il brano non fu com Lobos, “padre della patria” in sen
possente promozione, Segovia si è posto per Segovia ed ebbe, contem so musicale. Gli dobbiamo un bel
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“Concierto del Sur” per chitarra e grande liutista elisabettiano John stretto ai soli titoli, di quanto il re
orchestra - immortalato da una su Dowland), ma anche alle recenti pertorio chitarristico ha accumula
perba esecuzione discografica di “Five bagatelles” di William Wal- to nel periodo post-segoviano e
Segovia - e molti lavori per chitar ton, alla “Sonatina” ed al “Con breamiano, fino ai giorni nostri. Ci
ra sola, tra cui ben cinque Sonate; certino” di Fennox Berkeley, alla limitiamo a ricordare le cose che
la prima, molto folclorica, intitola composizione dodecafonica intito noi riteniamo più importanti. Già
ta “Sonata mexicana”; una “Sona lata “Five” di Humphrey Searle, al detto della Spagna (la quale, a par
tina meridional” non indegna di “Concerto” ed agli “Impromptus” te il repertorio di Segovia e Pisola
Ravel; una bellissima “Sonata III”; di Richard Rodney Bennett, ed an ta “Fantasia” dell’esule Roberto
e due Sonate scritte per rifare lo cora a brani di altri autori britan Gerhard non ha dato alcunché di
stile ed il gusto di Sor (“Sonata nici, come Malcolm Arnold, Peter notevole), fanno spicco in Francia
clásica”) e di Schubert (“Sonata ro Racine Fricker, Tom Eastwood, le musiche, se pur brevi, di Darius
mantica”: tentativo pericoloso, ma Thomas Wilson, Reginald Smith Milhaud, Francis Poulenc, André
riuscito in modo non del tutto im Brindle (generosissimo nei confron Jolivet e Henri Sauguet; in Svizze
meritevole di un affettuoso parago ti della chitarra), ecc. Nel clima di ra, quelle di Hans Haug e Pierre
ne con il suo grande modello). Se interesse suscitato in Inghilterra da Wissmer; in Austria, le “Sechs
govia ha suonato, inciso e pubbli Bream (e poi anche da John Wil Musiken” di H.E. Apostel - unica
cato anche musiche di altri autori liams) nei confronti della chitarra composizione per chitarra sola del
contemporanei spagnoli, ma ci prendeva forma, verso la fine degli la scuola di Schoenberg; in Olanda,
sembra che i vari Torroba e Rodri anni ’50, l’originale e prezioso i “ 12 Preludes” di Henk Badings;
go non escano dalla mediocrità na contributo del compositore Ste in Ungheria, i “Six pièces brèves”
zionalistica, resa spesso accettabile phen Dodgson, il quale ha poi di Ferenc Farkas; in Italia, dopo i
dall’arte del loro maggior interpre composto, non soltanto due bellis contributi “segoviani” di Castel-
te. simi Concerti per chitarra e orche- nuovo-Tedesco, inizia una ricchis
tra, un “Duo concertante” per chi sima fioritura che annovera, tra
Dopo essersi guadagnato tanto me tarra e clavicembalo, due Partite l’altro, i pezzi di Goffredo Petrassi
rito di fronte alla storia, Segovia si ed una “Fantasy-Divisions” per (“Suoni notturni” e “Nunc”) e si
è anche impegnato nella fondazio chitarra sola, ma si è interessato ai sviluppa poi, attraverso gli apporti
ne di un dopo-Segovia, assecon problemi tecnici della chitarra in di molti, notissimi autori, fino a
dando la carriera di alcuni suoi al specifico rapporto con l’esecuzione Franco Donatoni (“Algo”). Ancora
lievi. Ma, nei confronti delle musi della musica moderna, idealizzan assenti dalla scena i russi, si regi
che scritte dopo il suo impulso, o do tale problematica in una raccol stra un’ondata di autori giapponesi
comunque al di fuori della sua ta di “Studies for guitar” di straor che si fanno plagiare da modelli
estetica, egli ha mostrato indiffe dinario valore musicale e pedago europei, senza alcuna caratteristica
renza o aperta ostilità, conferman gico i quali si collocano, per im originale. Scarso il contributo degli
do la sua natura di artista istintivo portanza e utilità, accanto agli Stu autori nordamericani e, per quanto
e geniale, ma incapace di evoluzio di di Villa-Fobos. ciò possa sembrare strano, data
ne. E certo la chitarra, acquisita al l’affinità tra chitarra e cultura lati
mondo musicale dalla storia trami F’arte di Bream è stata preziosa no-americana, poco rilevante an
te l’arte di Segovia,, non poteva ri anche per la diffusione dei “Drei che il panorama nell’America del
manere confinata nell’ambito di un Tentos”, squisita composizione per Sud, che, a parte Villa-Fobos, fa
repertorio settoriale, legato ad una chitarra del noto musicista tedesco notare soltanto i nomi di Alberto
sola estetica: senza subbio, possia Hans Werner Henze, il quale, Ginastera e Carlos Guastavino in
mo oggi affermare che la musica dopo aver affidato alla chitarra Argentina, M. Camargo Guarnieri
per chitarra post-segoviana ha su compiti di grande rilievo e respon e Radames Gnattali in Brasile,
perato, in quantità e qualità, quella sabilità nella sua musica da came Guido Santórsola in Uruguay.
del repertorio segoviano. ra, ha recentemente affidato a
Il primo e più importante passo Bream la prima esecuzione di una A questo punto si impone a nostro
nella direzione dello svincolo dal nuova, vastissima composizione giudizio un discorso che liberi il
limite di cultura e di linguaggio per chitarra sola in cui i temi, ispi campo dal luogo comune più re
proprio dell’arte segoviana è stato rati a personaggi shakespeariani, si cente e pericoloso, quello die vuo
compiuto dal chitarrista inglese Ju avvicendano in una costruzione le la chitarra ormai acquisita defi
lián Bream. Alla sua mediazione si musicale di una complessità inau nitivamente alla vita musicale nel
deve l’acquisto di una qualificatis dita per lo strumento (“Royal le sue espressioni correnti, valide e
sima rappresentanza del mondo Winter Music”). significative. Fa rinascita c’è stata,
musicale anglo-sassone e tedesco Mentre si concretava l’apporto di l’autenticazione dello strumento,
alla causa della chitarra. Innanzi Bream, sull’onda emotiva e cultu attraverso la creazione di un reper
tutto, Bream si è fatto carico della rale sollevata dalla sempre più va torio moderno, pure. Ma tutto ciò
rivelazione dei “Quatre pièces brè- sta (e caotica) propaganda attorno non costituisce una garanzia suffi
ves” di Frank Martin, composizio allo strumento, molti altri compo ciente per il futuro della chitarra e
ne di fondamentale importanza per sitori di varie nazionalità dedicava non esclude affatto che, esaurito
la chitarra; ma ha soprattutto otte no qualche momento creativo alla l’interesse dell’incontro, il mondo
nuto dai compositori del suo paese chitarra, consolidandone cosi la musicale (larga parte del quale
opere che qualcuno ha già definito posizione (ma, come vedremo, fino continua a guardare la chitarra con
“capolavori”. Ci riferiamo soprat ad un certo punto, e con garanzie sospetto) faccia ripiombare lo stru
tutto al “Nocturnal” di Benjamin limitate). Esorbita dai limiti di mento in una crisi che potrebbe ri
Britten (variazioni su un tema del questo scritto un elenco, anche ri sultare insuperabile. Affermare che
36
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HEITOR VILLA-LOBOS, Bachianas B ra Concerto op. 99, Concerto n. 2 op. 160, S;
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Flauto e chitarra Sur, SOU.
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MARIO CASTELNUOVO-TEDESCO, So (Ruggero Chiesa)
natina op. 205, ME.
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per flauto, viola e chit., EZ. HEU Heugel, Paris
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per flauto, violino e chit., EZ. L Leuckart, München
ANTON DIABELLI, Serenata concertante MAB Musica Antiqua Bohémica, Praga
op. 105 per flauto, viola e chit., ESZ. ME Max Eschig, Paris
FRANCESCO GEMINIANI, S ei sonate per OUP Oxford University Press
chit., cello e cembalo, ESZ. RA Ricordi Americana, Buenos Aires
MAURO GIULIANI, Serenata op. 19 per S Schott, Mainz
violino, cello e chit.; ESZ. SL Simrock, London
JOSEPH KREUTZER, Trio op. 16 per SOU Southern Music, New York
flauto, clarinetto e chit., EZ. TE Tecla Editions, London
JOSEPH KÜFFNER, Serenade op. 21 per UME Union Musical Española, Madrid
clarinetto, viola e chit., L. Z Zanibon, Padova
42
Dischi stelnuovo - Tedesco - Turina - Ponce -
Ohana - Polene - Roussel - Monpou
ANDRÉS SEGOVIA
Decca Sdì 710145. M exicana Segovia. Mu ALDO MINELLA
siche di Ponce - Torina - Sor - Paganini Omniamusic OLC 19007 Folia de España
Brunswick AXTL 1092 Segovia, the Q uin Musiche di Ponce - Torroba - Brouwer -
tetto Chigiano. Castelnuovo - Tedesco Albeniz
Quintetto op. 143 e musiche di Haug - Llo-
bet - Scriabin - Villa Lobos OSCAR CACERES
Decca DL 7190093 Catelnuovo - Tedesco ERATO voi. 13 Musiche di Brouwer
Platero a nd I Ponce Sonata Rom antica
Brunswick AXTL 1088 Ponce Concierto del ALBERTO PONCE
Sur Rodrigo Fantasia para un gentilhom bre
MCA MAP/S Segovia España Musica di Arion ARN 30 s 150 Musiche di Martin -
Rodrigo - Granados - Albeniz - Villa Lo Dodgson - Ohana - Bruower - Sojo - Turi
bos - Crespo - Torroba - Turina na
Columbia 33QCX 127 Castelnuovo - Tede Arion ARN 402 musiche di Ponce - Villa
sco Concerto in re per chitarra e orchestra e Lobos - Rodrigo - De Falla - Turina -
musiche di Ponce - Torroba - Turina Ruiz Pipò - Ohana - Brouwer
MCA MACS 1353 E l fabuloso Segovia D.G.G. 25530 307 Musiche di Bussotti -
Tansman Suite in m odo polonico Mompou Ohana - Mestres -Quedreny - Arrigo -
Suite com postelana Brouwer - Halffter - Bianco
JOHN WILLIAMS KONRAD RAGOSSNIG
CBS 76662 J. Williams plays music of ARCHIV 2533 365 L a G uitare R oyale Mu
Agustin Barrios siche di Corbetta - De Murcia - Roncalli -
CBS 76730 Musiche di Ponce Logy - Sanz - Visée
CBS 79203 Musiche di Bach Vox Musicalis 35050 Musiche di Fasch -
CBS 72678 Haydn Quartetto op. 2 n. 2 Pa Krebs - Vivalvi
ganini Trio in re m aggiore
CBS 72439 Rodrigo Concierto de A ranjuez ANGELO GILARDINO
Castelnuovo - Tedesco Concerto in re Rusty Records RRCL 606616 L a chitarra
CBS 72348 Musiche di Paganini - Grana nel secolo X X Musiche di Rosetta - Chailly
dos - Villa Lobos - De Falla - Dodgson - - Maghini - Bettinelli - Mosso
Castelnuovo - Tedesco Konrad Ragossnig, chitarra - Peter - Lukas
CBS 76634 Castelnuovo - Tedesco Concer Graf, flauto
to op. 99 Dodgson Concerto n. 2 Arnold Claves LP 30-408 Musiche di Giuliani -
Serenata Carulli - Ibert - Ravel - Burkhard
WGS 8137 Venti studi di Sor
Columbia M 31963 Concerti per chitarra e SERGIO E EDUARDO ABREU
orchestra di Previn e Ponce
Columbia M 32232 Musiche per due chitar
JULIAN BREAM re e orchestra di Castelnuovo - Tedesco -
RCA LSC 2718 M usiche per voce e chitarra Santorsola
Peter Pears e Julian Bream JULIAN BREAM E JOHN WILLIAMS
RCA LSC 2964 20th C entury G uitar Musi
che di Britten - Henze - Martin - Brindle - RCA ARL 1-0456 Together again Musiche
Villa Lobos di Carulli - Granados - Albeniz - Giuliani
RCA ARL 1-0049 Bennet G uitar Concerto RCA LSC - 3257 Julian and John Musiche
Rawshorne E legy Walton Five Bagatelles di Lawes - Carulli - Sor - Albeniz - Grana
Berkeley Them e and variations dos - De Falla - Ravel
RCA LSC 2487 Concerti di Giuliani e
Arnold TRIO CHITARRISTI«) ITALIANO
RCA ARL 1-0711 Giuliani L e Rossiniane RCA RL 31277 Musiche di Diabelli -
op. 121 e op. 119 Sor Sonata in do 25 Gragnani - Hindemith - De Falla - Albeniz
RCA RL 12499 Villa Lobos D odici Studi - Prosperi - Smith Brindle
Suite popolare brasiliana
RCA SB 6852 (LSC 3231) Villa Lobos
Concerto per chitarra e orchestra C inque (Roberto De Barp)
preludi
RCA LSC 3027 Musiche di Boccherini -
Haydn
NARCISO YEPES
D.G.G. 2530 069 Boccherini Q uintetti n. 4
-9-7
D.G.G. 139364 Sor Ventiquattro Studi
D.G.G. 2530585 Musiche di Ruiz Pipò -
Ohana
ALIRIO DIAZ
EMI ASDQ 5344 Rodrigo Concierto de
A ranjuez Giuliani Concerto op. 30
OSCAR GHIGLIA
EMI C053 - 12199 L a chitaR R A E L A
Spagna Musica di Sanz - Mudarra - De
Narvaez - Guerau - Milan - Torroba - Al
beniz - Granados
ANGEL S 36849 The Spanish Guitar o f “Settembre Musica” 1978
O scar Ghiglia Musiche di Rodrigo - Ca-
43
44
PUNTI DI VISEA
SULLA CHITARRA
Abbiamo chiesto ad alcuni musici Non avevo mai scritto, prima, per Anche in musica, si dicono parole
sti, compositori, interpreti, critici e questo strumento (solo) e l'ho parole parole, spesso addirittura
musicologi, tutti non chitarristi, di fatto dopo anni di titubanza. Ora fonemi, ma in sostanza è sempre
darci un parere sulla chitarra. Ci che l’ho sentito non mi dispiace più difficile che qualcuno dica
sembra interessante riportare, inte d'averlo scritto: ho aggiunto un'e qualcosa. Anche perché molti si
gralmente o parzialmente, le loro sperienza alla mia vita di compo domandano che cosa si può dire
risposte, che aiuteranno a com sitore. ormai con un pianoforte; sembra
prendere con maggior obiettività Ma vorrei rispondere a due do proprio che tutto sia stato detto: i
quale collocazione possa avere mande che mi pongo: perché ho "cioè", gli "a monte", le "verifi
questo strumento nella vita musi aspettato tanto a scrivere questo che situazionali" e tutte le altre
cale d'oggi. lavoro? e perché oggi la chitarra espressioni tanto in uso (e abuso)
è ritornata trionfalmente nel con oggi, sono il corrispettivo dell'im-
sesso degli strumenti musicali, possibilità di scrivere una scala,
Franco Donatoni mentre fino a qualche anno fa era un arpeggio per pianoforte. E al
guardata come una rarità e anche lora, in questa generale difficoltà
Avere scritto due pezzi per chi con qualche sospetto? e non volontà di comunicare, uno
tarra sola non significa certamen Forse, rispondendo alla seconda si prende la chitarra e si racconta
te avere qualcosa da dire intorno domanda, rispondo automatica- una storia che può essere nuova:
alla chitarra; significa, tutt'al più, mente alla prima: tralascio le ri nuova perché dimenticata (tutta
avere la possibilità di testimonia sposte più ovvie (e spesso banali) la musica riportata alla luce in
re la granitica resistenza, l'asperi per andare un poco più lontano. questi anni), nuova perché suona
tà impervia che lo strumento op La chitarra rappresenta un ritorno nuova.
pone aN'ideazione quando l'idea e per ciò stesso entra nella no Può darsi che anche in musica si
tore non sia provvisto di una fi stra civiltà (si fa per dire!) di oggi, abbia, un giorno più o meno lon
siologia chitarristica che lo assi genericamente miscredente e tano, un riflusso: c'era una volta
sta sin dalla punta delle falangi. tendente chiaramente ai "ritorni", la musica per pochi, oggi si tende
Non si tratta di frustrazione, ma alla ricerca di sicurezze: dall'erbo alla musica per tutti. Il sogno ro
di inadeguatezza: il pensiero chie risteria alla così detta musica ba mantico della musica per le folle,
de alle dita il consenso, ma spes rocca (che barocca non è, ma che si sta inverando oggi (cosa ci sia,
so le dita ostacolano il pensiero. definisco così per brevità), dalla quale struttura psico-culturale
Non che si voglia chiedere al chi marce più o meno lunghe al ballo supporti ciò, non è il caso di ana
tarrista d'esser compositore, si liscio e così via. Si ritorna così lizzare qui; non era nemmeno fa
vorrebbe invece che il composito alla chitarra perché il suo suono è cile capire il perché di quei "pi-
re chitarristico fosse chitarrista: qualcosa di non sofisticato, per pers", sferisteri, coreostadi o
proprio per non esser costretto ché è uno strumento più naturale come altro si chiamassero, in cui
ad adorare la digitalità ma, piut (certo più degli strumenti elettro turbe di giovani ballavano senza
tosto, utilizzarla in amicizia col nici, ma anche dello stesso violi sosta al suono assordante e allu
pensiero. Non posso dire che no che sembra - ho detto sembra cinante di "orchestre" elettroni
questo avvenga facilmente, basti - aver esaurito le sue possibilità che o elettronificate); non è
che la simpatia desti, se non una tecniche ed espressive). È forse escluso che il riflusso riporti alla
improbabile amicizia improvvisa così anche per il flauto che pure musica fatta da sé. Certo, perché
ta, la propensione a rendere ar ha avuto una rinascita clamorosa. no, il fatelo da voi in musica è la
rendevole l'ideazione e disponibi Si ritorna alla chitarra perché con cosa più soddisfaciente che ci sia
le il pensiero a modalità di com essa ci si può rincantucciare e anche se riesce a suonare soltan
portamento inusitate. Se pensare stare soli; io credo che il proble to Per Elisa, anche se si riesce a
una pratica dalla quale si è esclu ma dell'Incomunicabilità non sia pizzicare una sola corda e lasciar
si può essere scoraggiante, ancor un problema passivo: io non pos la vibrare. La chitarra offre questa
più lo sarebbe escludere la possi so comunicare perché non so, introversione, questa introspezio
bilità di praticare un pensiero mai non m i riesce di comunicare, ma ne. Può essere l'inizio d'un riflus
prima d'ora pensato. Anche la attivo: non voglio comunicare per so (non s'illuda il lettore profano:
chitarra può servire a questo: es ché mi sono annoiato di comuni pizzicare una corda è facile; suo
sere lo strumento di un esercizio. care, perché comunicare è azione nare la chitarra è difficile).
per pochi, tutto il resto son paro Insomma, la chitarra, il suo suc
le, parole, parole e basta. Si gira cesso, può spiegarsi in tanti
Riccardo Malipiero intorno agli stessi argomenti, modi, non necessariamente bana
sempre, e non se ne esce fin tan li.
Ho ascoltato per la prima volta, to che qualcuno non ha veramen Innegabilmente, per me, è stata
pochi giorni or sono, una mia te qualcosa da comunicare. Ma è un'esperienza nuova: non mi
composizione per chitarra sola. raro. sono posto problemiestetici o
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che altro. Ho scritto un pezzo per L'occasione mi fornisce ora di continue rettifiche di accordatura,
chitarra invece che per pianofor avanzare un'ipotesi di migliora si ha spesso l'ingenua impressio
te. Voglio dire, in modo diverso. mento: i Maestri liutai potrebbero ne di veder riscoprire la musica:
Sembra un discorso ovvio. Non lo preparare una tastiera senza le dalla suggestione armonica di un
è poi molto: perché ho usato la barrette di posizione al fine di corpo posto in vibrazione all'imi
chitarra nel modo più convenzio rendere muta l'intavolatura delle tazione spontanea del linguaggio,
nale. Credo ancora nella possibili altezze, e ampliare così notevol alla liberazione del canto.
tà di comunicare, per cui ho ten mente le possibilità tecniche di Se le riflessioni dei teoreti non ci
tato un discorso con uno stru articolazione e di interpretazione fanno rinsavire, possiamo seguire
mento a corde pizzicate e niente delle chitarre? lo sviluppo dello strumento primi
più. Certo che così, quel discorso tivo e dell'arte dei suoni con l'ag
potrà interessare solo dieci per Bruno Bettinelli giunta di una seconda, di una ter
sone, magari meno. Fors'anche za corda che soddisfino esigenze
un solo viandante, non necessa L'interesse che molti compositori espressive e certa insopprimibile
riamente in sandali e jeans sdru- contemporanei manifestano per ansia virtuosistica, dettata da ur
sciti; un viandante dello spirito, la chitarra ha ormai raggiunto un genze d'imitazione ed emulazio
un viandante della vita insomma, livello veramente notevole. Quasi ne. Il numero delle corde, a chi si
magari anche in abito scuro, o tutti scrivono per questo nobilis appaga della meta di strimpella-
nudo, che si rifugi in un angolo, simo strumento che offre molte tore e modesto accompagnatore,
un momento, a suonare quel mio risorse d'ogni genere a chi desi può risultare imbarazzante, ma
pezzo. deri farlo uscire da certi limiti ste quando si ha l'entusiasmo per
Che nasce, curiosamente, ma reotipi entro i quali era stato da andare oltre può essere ulteriore
senza malizia, sullo spunto della tempo ingiustamente relegato. stimolo alla fantasia, che arricchi
tradizionale Follia (preferirei scri Fino a ieri, infatti, la chitarra era sce il linguaggio musicale con al
vere folia, con una elle sola, come sinonimo quasi esclusivo di "co tre voci, con altre armonie.
in origine era, ma avendo usato lore locale" iberico o, per esten La conquista totale^ di uno stru
in altra occasione questo termine, sione, sud americano. Se si ec mento, nelle fasi cine si possono
rabbrividisco ogni volta che lo cettua la letteratura di derivazio intuire, intravedere, aggiunge alla
sento pronunciare con l'accento ne liutistica, o quella del '700 e storia della musica almeno qual
sulla o, come se derivasse da fo- del primo '800, culminata con che modestissimo contributo per
Hum e non dal portoghese che Paganini e pochi altri, la musica quel che riguarda la tecnica e lo
forse indicava una danza sempli per questo strumento era ormai stile del suonare, l'accrescimento
cemente stravagante, non mat quasi sempre costretta nell'ambi di un repertorio di composizioni
ta...!); ma che, magari inconscia to di una accesa espressione a create, scoperte, reinventate,
mente, invece, da parte mia, dato tinte forti o languide, tipicamente adattate.
il frequente ripetersi dello spunto "mediterranee". Si era in tal Non saprei dire se la prima melo
melodico (magari distorto) e rit modo creato una sorta di sche dia strappata al cantino sia un
mico, quindi come un ragiona matismo, non privo di valori au motivo originale o canzonettisti-
mento a mordicoda, sia stato un tentici e spesso assai piacevoli, co, popolare o classico. La men
manifestarsi tranquillo di follia ma ormai in via di deterioramen talità attuale, insita come falsa
dentrofuoritempo? • to per eccesso di formule sconta coscienza anche nei principianti,
Ho divagato dal tema. te. tende alla delimitazione di tipi e
Chissà... Il compositore d'oggi, di conse generi musicali, creando esigenze
guenza, ricerca ulteriori possibili che finiscono con l'imporre carat
Fernando Grillo tà tecniche e timbriche intese ad teristiche precise agli strumenti:
estendere sempre più il raggio abbiamo così la chitarra classica,
Quando iniziai a concepire un'o d'azione di risorse adatte alle la chitarra jazz, la chitarra folk, ta
pera per chitarra nacque in me nuove esigenze del linguaggio at cendo di quelle elettrificate ed
una perplessità al riguardo del tuale. Tale ricerca, tuttora in fase elettroniche, in un'infinità di mo
temperamento dello strumento, e di continuo sviluppo, sta dimo delli che rispondono per lo più a
risolsi quindi di utilizzare l'ambito strandosi sempre più fruttuosa e mere esigenze di mercato. Co
sonoro degli armonici naturali ricca di risultati sorprendenti. munque è vero che quando oggi
procurando una diversa accorda La chitarra, dunque, è diventata si parla di chitarra si può guarda
tura, la qual cosa mi ha permesso prezioso ausilio per il musicista re, volendo, ad una realtà abba
di donare una varietà timbrica, e che intenda trattarla come stru stanza vasta, che comprende Se
con un assai soddisfacente risul mento solista o incluso in quei govia e Yepes, i Genesis e gli
tato, al corpo sonoro dello stru gruppi misti che vanno animando ELP, Giovanna Marini e Otello
mento. sempre più vigorosamente l'atti Profazio, Leadbelly e Woody
L'attacco del suono principale del vità concertistica da camera in Guthrie, fino a scomodare suona
Pizzicato acquista inoltre un rilie tutto il mondo. tori e virtuosi di veri e presunti
vo tutto diverso in virtù della mi strumenti affini, quali il banjo, il
gliore tenuta del suono nel tem Giovanni Arledler charango, il sytar.
po. È nata così "Das Mädchen L'esperienza personale poi, pur
und der Zauber" (La Fanciulla e Osservando l'inesperto impugna orientandosi attraverso precise
l'Incanto) che vuole essere un re maldestramente, ma con circo motivazioni culturali e di gusto, si
omaggio a questo strumento, de spezione, una chitarra, tentare la accresce maggiormente in am
licato e incantevole. melodia sulla corda acuta tra bienti e situazioni (liturghiche
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comprese) dove spesso ciò che comune luogo sognato dove, al tenendo la chitarra uno strumen
più conta è il segnale d'inizio, il meno temporalmente, tutte que to in ogni caso polifonico. Tra
sostegno di un canto che magari ste apocalittiche "molte voci" sa questi Alirio Diaz, il quale, quan
avrebbe un effetto migliore affi ranno non un dialogo di sordi, ma do diteggiò la mia Sonata per chi
dato alle sole voci, la scansione una polifonia organica? tarra, mi fece sapere attraverso
ritmica di una danza, il grido di A mio giudizio, questo "desidera- l'editore, delicatamente, che,
protesta, il baccano incondiziona tum" deve ancora nascere, però, escluso il Notturno assai denso di
to. se nel passato esiste un nome armonie, sarebbe stato bene che
Non credo di dover deprecare lo che si deve salvare dall'incendio, "arricchissi" gli altri tempi. Cosa
scadimento di un nobile strumen esso è quello di Fernando Sor (o che non riuscii a fare, nonostante
to o lamentare il contributo paga Sors, così come in ambo i modi l'autorità dell'interprete, e se cito
to dalla chitarra per quella sua egli lo scriveva). La chitarra di questo fatto personale è proprio
estrema disponibilità ad animare Sor si trova equidistante nella perché così si viene a profilare, a
lo spazio sonoro che si illustrava tradizione strumentale così come conclusione del breve intervento,
all'inizio. Piaccia o meno, è anche egli la ricevette; dall'inevitabile ciò che in sede espressiva, specie
questo grosso ruolo sociale e so eredità popolare, da lui soavizzata nel caso di strumenti solistici
cializzante che spinge qualche a causa della sua origine catalana (chitarra compresa), io temo più
ascoltatore in più nei concerti - in Catalogna la chitarra non è di tutto, ossia il pericolo del truc
"dotti", salvo rare eccezioni ab protagonista fra il popolo, ma è co apocrifo e della supremazia
bastanza disertati dal vasto pub inclusa tra questo e le classi tecnologica.
blico. "colte" (insopportabile terminolo
La complessa realtà attuale pesa gia) poiché qui non esiste la di Francesco Pennisi
a volte in modo paralizzante su vergenza o antagonismo di lin Il mio è un interesse precisamen
interpreti, compositori, critici e guaggio presente nelle altre re te rivolto al timbro e al suono
musicologi, ma la soluzione non gioni di Spagna dall'idioma che, rivelato, rapidamente svani
sta in impossibili sintesi di pen musicale presente nel suo tempo; sce: "toccato appena e spento,
siero e di creazione quanto in un dalla ricerca specificamente stru nel torpore ch'esala". Ritrovo
'etica riappropriazione di compiti, mentale, tanto tipica della sua quindi insieme, in questo interes
che consente la fiducia e la con epoca... Mi piacerebbe poter dire se, gli strumenti a pizzico. Del
vinzione nell'operare, quale che che qualcuno di noi è stato oggi suono di questi strumenti (e in
sia il valore e la portata delle pro capace di ripetere questa impre questo caso particolarmente della
poste avanzate. sa. In attesa di tale giorno dicia chitarra) forse mi attrae anche la
mo con Cervantes: "Pazienza e esilità, il suo esigere un silenzio di
Luis de Pablo fai passare il tempo". fondo, una rispettosa attenzione.
E difficile per un compositore Potrei anche dire che, come nel
spagnolo parlare con tranquillità
Luciano Chailly
mondo visivo da qualche tempo
della chitarra: è uno strumento Da parte mia non occorrono mol la mia predilezione si è spostata
troppo contraddittorio. In vaste te parole, perché ho dato prova ai colori freddi, così la "freddez
zone del paese rappresenta per coi fatti di amare la chitarra. za" dei timbri mi attrae sempre
eccellenza il veicolo popolare del Come autore, avendo composto più. Se sento l'arpa "calda" e il
la musica, e ciò significa che il lavori per chitarra ed avendola in clavicembalo decisamente "fred
suo uso ed abuso ha una serie di clusa in composizioni liriche e do", mi pare che il timbro della
connotazioni inevitabili. Attraver sinfoniche, e come operatore cul chitarra si riveli in una "escursio
so questa strada, ad esempio, la turale, avendo organizzato all'An- ne termica" ampia, ambigua e
chitarra è entrata nella canzone gelicum nel 1975 un ciclo per quindi accattivante o respingente:
di protesta. D'altro canto, esiste tale strumento, in una panorami questo certamente contribuisce
la tradizione colta, con i santi pa ca temporale ed etnica che ne ad affascinarmi.
troni della vihuela in qualità di metteva in vista tutte le possibili
celestiali avvocati... Si aggiunga a tà espressive mercè l'interpreta Carlo Prosperi
ciò la chitarra centroeuropea da zione di chitarristi quali Chiesa, Penso che la chitarra sia lo stru
salon, che ha prodotto la inspera Ghiglia, Ponce, Oltremari, G¡lardi mento "nuovo" e più d'ogni altro
ta resurrezione viennese al princi no, Minella, Sicca, Saldarelli, il "rivelato" dalla cultura musicale
pio del secolo, con le sue conse duo Ako Ito - Dorigny, il trio chi- del nostro tempo.
guenze, e si avrà un'idea dei po tarristico italiano, ecc. E vero che il novecento ha ripro
teri di assimilazione e digestione Se debbo aggiungere, come au posto all'attenzione altri pregevo
necessari per ottenere qualcosa tore, una parola sul mio "modo" lissimi strumenti come il clavi
di equilibrato attraverso simili dif od il mio indirizzo di impiego di cembalo e l'organo, ha introdotto
ferenti linguaggi: una chitarra tale strumento dirò che prediligo l'uso del vibrafono e della marim
acrobata capace di passare dalla l'omofonia sulla polifonia, i suoni ba, ha sviluppato il timbro della
"soléa" a Luis Milan, dalla "cue- distesi e puliti nello spazio, filifor percussione e via dicendo. Ma in
ca" a Gustav Mahler, da Gaspar mi, piuttosto che le grandi archi questi casi si è trattato: o di recu
Sanz alle alchimie weberniane, tetture polivoche, quali invece perare una letteratura solistica
da Heitor Villa Lobos a un famo corrisposero allo spirito del ba prestigiosa trascurata dal secolo
so sonetto di Petrarca e a un non rocco. precedente, oppure d'inserire inu
meno famoso testo di René So che ci sono chitarristi che non sati timbri e colori nel tessuto or
Char... Si potrà provare questo sono d'accordo su tale punto, ri chestrale.
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Per la chitarra è diverso. Questo suono vivo e palpitante di un glo piuttosto sostenuto e austero, a differenza
strumento finora usato, almeno rioso strumento vecchio di secoli della “canzone per suonare”, e fu prevalen
da noi in Italia, come sottofondo le mitiche vie di un paradiso per temente politematico, anche se non sono
rari esempi di ricercare monotematico. Nel
al folklore, rappresenta l'autentica duto". sec. XVII la forma del ricercare confluì in
scoperta del secolo, assumendo quella della fuga.
un proprio ruolo da protagonista
Grlossarietto
e inserendosi con precisa perso R ubato - Stile di esecuzione (indispensabile
in alcuni brani) in cui l’interprete, grazie a
nalità nel mondo del concertismo. lievi accelerando e ritardando, cerca di rag
Sulla nascita della chitarra in Ita giungere la perfezione espressiva di una fra
lia non va taciuto il merito dei se melodica. Il rubato non soggiace ad alcu
maestri Alvaro Company e Rug a cura di Bruno Cerchio na regola, ma dipende esclusivamente dal
l’intuito musicale e dal gusto personale.
gero Chiesa che furono i primi
fondatori delle scuole di Firenze e Sem itono - Il più piccolo intervallo musica
di Milano e i primi ricercatori del C antino - La corda più sottile e di suono le in uso nella musica occidentale.
repertorio appropriato, Company più acuto negli strumenti ad arco e in quelli Urtext - Testo originale manoscritto di una
quali animatore e suggeritore del della famiglia delle chitarre e dei liuti. È
detta pure “prima corda”. composizione.
la moderna letteratura. Chiesa Sono dette “edizioni urtext” quelle che si
come accurato revisore di musi C rom atism o - Uso reiterato in un brano basano sul manoscritto più attendibile e ri
che del passato. musicale delPintervallo di semitono. Nel sultano quindi le più esatte filologicamente.
Ritengo la chitarra, col suo tim l’arco della storia della musica l’impiego
sempre più frequente e disinvolto del cro Z arzuela - Genere del teatro musicale spa
bro tenero e splendente, con la matismo è uno dei principali indizi riguar gnolo, affine al Singspiel tedesco e all’opéra
sua duttilità armonica e polifoni danti l’evoluzione del linguaggio musicale. - comique francese, in cui recitato e cantato
ca, uno strumento "intimista" per si alternano variamente. Creata nel sec.
XVII da Calderon de la Barca in collabora
eccellenza, ancora ormeggiato al Jota - Danza popolare aragonese in 3/8 o
3/4, assai diffusa in Spagna, nelle Baleari e zione col compositore Juan Hidalgo, la zar
gusto del "privato" e al senso in nelle Canarie sotto forme diverse. La jota, zuela (di solito in due atti) mantenne per ol
teriore dell'espressione. che sembra risalga alla fine del ’500, è ac tre un secolo carattere solenne, divenendo
compagnata da strumenti caratteristici (chi solo in seguito popolaresca. Dopo un perio
tarre, nacchere, tamburelli baschi, cimbali e do di crisi verso la fine del ’700, la zarzuela
simili); ha carattere vivace e brioso e si bal riconquistò i favori del pubblico raggiungen
Francesco Bussi
la in coppia frontalmente, senza toccarsi. Si do il massimo splendore verso la metà del-
compone generalmente di tre parti: un’in l’800, quando nacque il tipo della “zarzuela
"Non mi sono mai occupato a troduzione strumentale, una strofa cantata grande” in tre atti e a soggetto generalmente
drammatico. Verso la fine del sec. XIX si
fondo di chitarra e di chitarristica. da una sola voce e un ritornello. sviluppò il genere chico, zarzuela in un atto
Ma da quando mi è dato di cap M onodia - Nell’antichità e nel Medioevo si con soggetto comico.
tare in qualità di ascoltatore ani intendeva con questo termine il canto a una
mato da un sincero interesse, mi voce e senza accompagnamento (in contrap
pare che la chitarra sia oggi, se posizione a polifonia, canto a più voci). In
seguito, dal secolo XVI in poi si indicava
non la protagonista assoluta cer con questa parola il canto a una voce con
to una delle maggiori interpreti accompagnamento strumentale. Questo par
dell'anima musicale, soprattutto, ticolare stile monodico sta alla base degli
giovanile. Lo dicono - oltre allo eventi che portarono alla nascita dell’opera.
stuolo di dilettanti più o meno N otazione M ensurale - Sistema di notazio
provveduti, oltre alla penetrazione ne musicale nato alla fine del sec. XII che,
'mondana'', non so fino a che con l’applicazione dei metri della poesia
punto accettabile, dello strumen classica alla notazione del canto gregoriano,
permise la creazione di un sistema ritmico
to entro i sacri recinti - la mas indipendente da ogni testo letterario, ma ba
siccia presenza di alunni di chi sato invece su schemi precostituiti (detti
tarra nei nostri conservatori, tale modi ritmici).
da muovere seria concorrenza O rnam ento (o abbellimento) - Suono o
alla legione degli aspiranti piani gruppo di suoni introdotti nel disegno di
sti, e il numero crescente di con una linea melodica a scopo espressivo od
certisti generalmente validi e ag ornamentale. Gli ornamenti (che ebbero la
guerriti; lo confermano e convali loro maggior fioritura nei sec. XVII e XVII-
I) sono indicati con segni convenzionali po
dano l'affinarsi della precettistica sti tra le note; poiché, trascorrendo da un
e lo scrupolo filologico nel riesu tempo all’altro, da un luogo all’altro e da
mare l'antico repertorio strumen un autore all’altro, questi segni hanno subi
tale. to variazioni di significato, l’esatta interpre
tazione degli ornamenti è uno dei compiti
Chitarra, certo, purché non si tra principali della filologia musicale.
scenda sull'onda facile e catti
vante della moda; chitarra come Ricercare - Termine usato in Italia dalla
testimonianza di una rinsaldata fine del sec. XV per indicare le elaborazioni
o improvvisazioni contrappuntistiche dei
coscienza culturale, come espres liutisti sopra melodie scelte da mottetti vo
sione di felice reviviscenza neou cali. Il termine indica sia la “ricerca” delle
manistica, come ritorno all'antico possibilità timbrico - foniche dello strumen
- quell'attuale ritorno all'antico to, sia la “ricerca” più propriamente musi
cale condotta sulle idee musicali prescelte.
che ha avuto l'alfiere nel clavi Il ricercare (ben presto trapassato anche al
cembalo - e insieme, in ultima l’organo dove raggiunse le massime vette
analisi, anelito a rintracciare nel con l’arte di Frescobaldi) ebbe un carattere
Le musiche per vihuela, liuto, vihuela chitarra barocca
chitarra barocca e chitarra Milan Fantasia de Consonancias y Redo-
bles Mudarra Fantasia que contrahaze
Calvi, Roncalli, Visée, Sanz (riferimenti
musicali del seminario dedicato alla
(soli e con voce o altri stru la harpa en la manera de Ludovico chitarra barocca, chitarrista Massimo
menti) eseguite nel “ Settem (duo Paolo Cherici - Massimo Lonardi) Lonardi)
Calvi Aria di Fiorenza Visée Suite IX
bre Musica” 1979. due vihuele (chitarrista Massimo Lonardi)
Ortiz Recercada segunda
(duo Paolo Cherici - Massimo Lonardi) chitarra barocca e altri strumenti
Dieupart Suite in sol maggiore
liuto (chitarrista Massimo Lonardi, flautista
Spinacino Ricercare Borrono Pavana chia Ezequiel Recondo, violista Alberto Rasi)
mata la Milanese, Salterello della preditta
Canova Fantasia VI, Fantasia XII Négri chitarra
Bianco Fiore Bach Suite BWV 1006a in mi maggiore
(duo Paolo Cherici - Massimo Lonardi) Sor Cinque pezzi De Falla Omaggio a
Ballard Entrée de luths (I e II), Courante Debussy Donatoni « Algo » due pezzi per
Kapsberger Toccata I, Gagliarda 6, chitarra Bracali « Viajes » Rodrigo Invo
Toccata 3, Corrente 12, Gagliarda 12 cazione e danza
(liutista Anthony Bailes) (chitarrista Oscar Ghiglia)
Frescobaldi Toccata Giuliani (brani di riferimento del semi
(liutista Massimo Lonardi) nario a lui dedicato, chitarrista Vladimir
Mikulka)
Kellner Fantasia in do, Fantasia in la Rosetta, Viozzi, Chiereghin, Sacchetti,
maggiore J. S. Bach Suite in do maggiore Mosso, Malipiero (riferimenti musicali del
BWV 1007 Weiss Tre pièces Weichen- seminario dedicato alla chitarra nel ’900,
berger Preludio e Fantasia J. S. Bach chitarrista Angelo Gilardino)
Suite in do maggiore
(liutista Nigel North) tre chitarre
De Cali Trio op. 26 Hindemith Rondò
due liuti Haydn Trio in sol maggiore Prosperi
Dalza Piva Canova Spagna, Canone, Stellae inerrantes Gragnani Trio op. 12
Ricercare concertato sulla XII fantasia (chitarristi Alfonso Borghese, Roberto
di Francesco Milanese Anonimo sec. XVI Frosali, Vincenzo Saldarelli)
Saltarello Virtuoso Fiorentino Contrap
punto Primo, Contrappunto secondo Ano chitarra e altri strumenti
nimo Elisabettiano Greensleeves Anonimo Paganini Terzetto concertante per chitarra
Elisabettiano Drewrie’s Accordes Dowland violino e violoncello Giuliani Serenata
My Lord Willoughby’s Welcome Home Ro op. 19 per chitarra violino e violoncello
binson A piaine song, A toy for two (chitarrista Giancarlo Rado)
lûtes, Twenty ways upon thè bells Castelnuovo-Tedesco Quintetto per chitarra
(duo Paolo Cherici - Massimo Lonardi) e quartetto d’archi op. 143 Boccherini
liuto e altri strumenti Quintetto quarto in re maggiore per chi
Calvi Tordiglione, Canario tarra e quartetto d’archi
(liutista Paolo Cherici, chitarrista Massimo (chitarrista Stefano Grondona)
Lonardi) chitarra e orchestra
Van Eyck Amarilli mia bella Giuliani Concerto in la maggiore per
(liutista Massimo Lonardi, flautista chitarra e orchestra op. 30 Candii Con
Ezequiel Recondo) certo in sol maggiore per flauto chitarra e
Castello Sonata seconda Ortiz Recercadas orchestra
segunda e cuarta (chitarrista Vladimir Mikulka, flautista
(liutista Massimo Lonardi, violista Alberto Claudio Montafia)
Rasi, clavicembalista Patrizia Marisaldi)
liuto e voce
Guédron, Bataille, Courville, François le
Fegueux, Moulinié, Sigismondo d’india,
Gagliano, Caccini, Saracini
(liutista Anthony Bailes, tenore Nigel
Rogers)
Dowland, Johnson, Anonimo Elisabettiano,
Lawes, Radesca di Foggia, Peri, Monte
verdi, Falconieri, Sigismondo d’india, Bar-
barino, Grandi, Merula
(liutista Anthony Rooley, soprano Emma
Kirkby, basso continuo David Thomas)
I
Liuto e chitarra
Musica, architettura e spettacolo
a Torino dal 1562 al 1714
Il flauto dolce nel revival
del barocco musicale
;
C'è musica e musica:
intorno a Luciano Berio
e alla musica contemporanea