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Esercitazione Storia Moderna 49-65 GORLA
Esercitazione Storia Moderna 49-65 GORLA
Monroe (Westmoreland 1758 – New York 1831) è stato il quinto presidente degli
Stati Uniti d’America. E’ ricordato per aver preso parte alle battaglie di Trenton e
Monmouth, dove ottiene il grado di Tenente Colonnello per il valore dimostrato. Le
eroiche gesta gli valgono la stima di Thomas Jefferson, Governatore della Virginia
che lo introduce nella vita amministrativa e politica. Il suo nome si lega a quella
Dottrina (Monroe, appunto) che diviene caposaldo della politica estera americana e
che parte dal presupposto dell’esclusione di ulteriori processi di colonizzazione
europea sul suolo americano, America Latina inclusa.
Nella Dichiarazione unanime dei tredici Stati Uniti d’America si sanciscono dei diritti
inalienabili come la vita, la libertà e la ricerca della felicità, che devono essere lo
scopo di ogni Governo. Ogni qualvolta un governo tenda alla negazione di questi
diritti, il popolo ha il pieno diritto di “modificarlo o distruggerlo”, creando un nuovo
governo che sia idoneo “al raggiungimento della sicurezza e della felicità”. Le
colonie hanno ripetutamente subito “offese ed usurpazioni”, frutto dell’instaurazione
della Tirannide e, nonostante abbiano fatto appello alla loro “magnanimità” e al loro
“senso di giustizia”, questi appelli sono rimasti inascoltati. Viene, pertanto, dichiarata
dai rappresentanti degli Stati Uniti riuniti nel Congresso, la libertà e l’indipendenza
delle colonie.
Gli Stati Generali, nel Regno di Francia, sono un’assemblea generale dei
rappresentanti dei tre ordini dello stato: clero, nobiltà e terzo stato. La prima
convocazione risale al 1302 quando l’allora sovrano Filippo il bello la riunì presso
Notre Dame a Parigi. I rappresentanti venivano prima designati dagli elettori locali, i
quali elaboravano i Cahiers de doleances (quaderni che raccoglievano le lamentele,
per ciascun ordine, da presentare al Re). Durante la convocazione, i tre ordini si
riunivano separatamente per produrre un testo unico basato su quelli provinciali e per
nominare un deputato che avrebbe parlato a nome di ogni ordine. L’ultima
convocazione risale al 1789, anno in cui gli stati generale divenivano assemblea
nazionale costituente.
Il comitato di salute pubblica era un comitato di sorveglianza, nato nel periodo della
Rivoluzione Francese, col proposito di sorvegliare il potere esecutivo. Venne istituito
dalla Convenzione Nazionale nel 1793 e divenne l’organo supremo della Francia
giacobina. Era composto inizialmente di 9 membri, quindi di 12 e in seguito di 14
membri divisi prima in 4 poi in 5 sezioni. Tra le sue prerogative rientravano
provvedimenti di difesa generale e la sospensione delle decisioni dell’Esecutivo.
Le due figure che ebbero un ruolo preminente in seno al comitato furono Danton e
Robespierre, al punto che alla morte di quest’ultimo si avviò a un inesorabile declino.
- A. Mathiez, La reazione termidoriana
Nel periodo precedente il 9 termidoro 1794, il potere aveva subito una progressiva
concentrazione in virtù di un accentramento operato dal Comitato di pubblica salute
che aveva ridotto drasticamente il ruolo della Convenzione nazionale. Il Comitato,
sotto il pressing effettuato dai club, aveva esercitato una politica basata
sull’integralismo democratico. Tale politica si concretizzò fissando d’autorità il
prezzo delle merci, moltiplicando l’indennità ai parenti dei soldati, elargendo sussidi
agli indigenti e sovvenzionando indirettamente artigiani e operai. Il protagonista di
queste riforme radicali fu Robespierre, anche se la sua intransigenza determinò la
rottura coi colleghi di governo e la conseguente condanna a morte.
Suvarov (1729-1800) è stato un principe e militare russo che aveva combattuto nella
guerra dei sette anni. Fu anche generale e si distinse sia nel conflitto russo-polacco
(1768-72) che nella guerra contro i Turchi (1773-74). Fu inoltre Governatore della
Crimea nel 1786 e si distinse come uno dei protagonisti nella guerra russo-ottomana
(1787-1791). Ma è principalmente ricordato quando, richiamato in servizio nel 1799,
ricevette il comando delle operazioni dell’armata russo-austriaca da contrapporre
all’offensiva napoleonica. Suvarov riportò una serie di successi nelle battaglie di
Cassano, Trebbia e Novi Ligure, fu invece sconfitto dalle truppe di Massena presso
Zurigo nel 1799. Morì pochi mesi dopo aver fatto rientro in patria nel 1800.
Quando Napoleone divenne generale di brigata non aveva molta esperienza sul
campo oltre a quella maturata a Tolone e nella Costa Ligure nel 1794. Ma ciò che
contribuì in maniera determinante al suo successo fu la capacità innata di imporre ai
propri uomini la propria volontà, capacità frutto di ineguagliabile carisma che gli
permise di creare legami profondi coi propri uomini al punto da indurli a dare la vita
per il proprio leader al grido di: “Vive Bonaparte!”. Nell’arco di pochi anni il suo
nome divenne leggenda, conosciuto anche come “gatto con gli stivali”, il “grande
fustigatore delle monarchie” era eguagliato, nella stima popolare, solo da un altro
generale francese, Moreau.
Nel brano viene riportato un ricordo di Napoleone sulla campagna d’Egitto del 1803.
Il condottiero francese descrive l’esperienza egiziana come il periodo più bello della
propria esistenza in cui si era liberato “dai freni di una civilizzazione occidentale
scomoda”. In questo periodo, i sogni di Bonaparte lo conducono sulla “via dell’Asia,
in groppa ad un elefante con un turbante in testa e in mano un nuovo Corano”. Anche
nei suoi sogni, l’Inghilterra è motivo di preoccupazione: Napoleone sogna di
sconfiggerla nelle Indie.
LEZ. 58 – La Battaglia di Marengo
La Pace di Amiens fu conclusa nel marzo del 1802 e sancì, insieme al Trattato di
Luneville del 1801, lo scioglimento della seconda coalizione. Venne firmata nella
stessa cittadina da Francia, Inghilterra, Spagna e Repubblica Batava. Inoltre,
l’Inghilterra si impegnava a restituire le colonie sottratte alla Francia e ai suoi alleati
oltre all’isola di Malta all’Ordine dei Cavalieri di San Giovanni. La Francia avrebbe
garantito l’evacuazione dal Portogallo, dal Regno di Napoli e dallo Stato Pontificio.
L’impero Ottomano poté ripristinare il controllo sull’Egitto, le isole Ionie finirono
sotto il protettorato russo e la colonia olandese di Capo di Buona Speranza veniva
aperta a tutte le potenze. Il trattato sancì contestualmente il trionfo napoleonico e
l’incompetenza di Addington e dei suoi delegati britannici.
Il nuovo regime di Napoleone cercò si mascherare la presa del potere con l’apparente
legalità costituzionale, anche se risultava cruciale il conseguimento di un voto di
maggioranza favorevole sia dai Cinquecento che dagli Anziani. In particolare, nei
Cinquecento la corrente giacobina costituiva la spina nel fianco del futuro imperatore.
Bonaparte prese di petto la situazione, fece ingresso nel Palazzo e tenne un discorso a
entrambe le assemblee rendendo chiare le proprie intenzioni. La tensione si acuì
quando i Cinquecento, al grido di “fuorilegge!”, brandirono i pugnali. L’esitazione
del Consiglio e la prevaricazione di Napoleone determinarono gli esiti: dal dicembre
del 1799 il potere esecutivo venne assunto interamente da Bonaparte, primo console,
che poteva contare sul pieno sostegno dell’esercito.
LEZ. 61 – Austerlitz
Austerlitz è una cittadina della Moravia resa celebre da una delle più leggendarie battaglie
della storia moderna. E’ con tutta probabilità la battaglia più veloce e decisiva tra le quelle
napoleoniche. La battaglia campale ebbe luogo il 2 dicembre 1805, giorno in cui le forze
della coalizione persero circa 30.000 uomini. A fare la differenza fu la strategia di
Napoleone di attirare le truppe austrorusse presso Austerlitz fingendo una ritirata.
Nonostante la superiorità numerica dell’esercito della III coalizione (circa 85400 uomini
contro 73000 francesi), russi e austriaci pagarono a caro prezzo l’organizzazione
macchinosa, una struttura di comando dispersiva e la barriera linguistica che non
permetteva una comunicazione efficace.
- D.G. Chandler, Austerlitz 1805. La battaglia dei tre imperatori
LEZ. 63
Le imprese di Napoleone del 1806, rientrano a pieno diritto tra le più grandi della
storia militare. La strategia del condottiero corso: avanzata preventiva in Sassonia
unita all’abilità nella gestione del “battaglione quadrato”, la volontà di giungere alla
battaglia campale, decisiva per le sorti della campagna, erano i punti cardine del
Blitzkrieg napoleonico (guerra lampo). A questo si somma l’inseguimento del nemico
in fuga, quell’esercito prussiano sfiancato nel morale. Sono gli stessi soldati a esaltare
questo nuovo modo di interpretare il conflitto quando affermarono che “l’imperatore
aveva scoperto un modo nuovo di fare la guerra, usando le nostre gambe invece delle
nostre braccia”. La strategia napoleonica basata sulla superiorità psicologica è una
caratteristica riscontrabile nell’epoca contemporanea, si pensi alla Prima Guerra del
Golfo. Napoleone inaugura una nuova era militare che avrebbe contraddistinto anche
l’epoca contemporanea.
LEZ. 64 – TILSIT