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COSA C'È DI UNIVERSALE NELLA STORIA?

Author(s): Natalie Zemon Davis and Benedetta Borello


Source: Quaderni storici , DICEMBRE 2006, NUOVA SERIE, Vol. 41, No. 123 (3), Oggetti e
scambi culturali (DICEMBRE 2006), pp. 737-743
Published by: Società editrice Il Mulino S.p.A.

Stable URL: http://www.jstor.com/stable/43779981

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COSA C'È DI UNIVERSALE NELLA STORIA?*

La storia universale {universal history) è stata scritta all'interno di


vari scenari1. Nel X secolo, per esempio, Al-Masudi di Baghdad si
spinse molto oltre il Dar ai-Islam , il territorio islamizzato, e il suo libro
di storia e geografia si soffermò su vari aspetti della superficie terrestre,
dei suoi popoli e del suo passato. «La storia è la registrazione dell'orga-
nizzazione sociale dell'umanità, che è identica alla civiltà del mondo»,
scrisse Ibn Khaldun alla fine del XIV secolo (la fine dell'VIII secolo,
secondo l'Egira). I volumi del suo Libro degli esempi riguardavano il
mondo pre-islamico e le società musulmane dall'Oriente all'Occidente,
con qualche incursione occasionale nell'Europa cristiana, anche se
si occupavano soprattutto dei berberi e degli arabi del Nord Africa.
Ibn Khaldun, ricorreva a due modalità diverse di scrittura. Da un lato
descriveva la relazione dei popoli attraverso le migrazioni, lo scambio
delle idee e delle tecniche, nonché la conquista. Dall'altro, paragonava
le diverse formazioni sociali e le differenti istituzioni, in modo da svi-
luppare una teoria dello stato nella storia e «una scienza della civiltà».
La storia - sosteneva - veniva studiata ansiosamente, in tutto il mondo,
da gente comune e governanti desiderosi di ascoltare i mutamenti avve-
nuti negli affari umani e l'espansione, l'ascesa e il crollo delle dinastie.
Ma la storia veniva anche studiata dagli eruditi per il suo «significato
interno», la «spiegazione delle cause, l'origine delle cose esistenti e la
profonda conoscenza del come e del perché degli eventi»2.
I concreti modi usati da Ibn Khaldun per descrivere le relazioni tra i
popoli e per istituire paragoni, allo scopo di raggiungere «una profonda
conoscenza» ci aiutano a individuare questioni importanti per la scrittu-
ra della storia oggi e, in particolare, per il modo di scrivere dell'Oriente
e dell'Occidente, del Nord e del Sud. La storia universale o globale
{universal/ global history) - si sostiene - non si è veramente confrontata
con le profonde differenze culturali e sociali. E stata inevitabilmente

* Traduzione dall'inglese di Benedetta Borello.

QUADERNI STORICI 123 / a. XLI, n.3, dicembre 2006

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trionfalistica e ha celebrato la vittor


rOccidente e i suoi valori sono sem
modello è stato così forte che cond
che scrivono per mettere in discussi
Dipesh Chakrabarty ha notoriamen
concerne il discorso accademico su
il soggetto teorico sovrano di tutte l
chiamiamo "indiana", "cinese", "k
sono concettualizzate in termini di «
e «non ancora»3.
Allo stesso modo Antonis Liakos ha descritto «le strategie di reazione
al canone della storia [occidentale]» a cui hanno fatto ricorso gli storici
nella Grecia e nella Turchia contemporanee, per far sì che il passato dei
loro paesi si adattasse alla traiettoria europea: hanno escluso un periodo
intermedio, ritenuto inadeguato, oppure lo hanno reinterpretato per
metterne in luce le caratteristiche europee. Con una terza strategia
- messa in atto in alcuni paesi post-coloniali, e in Cina e Giappone
- le differenze dall'Occidente sono state esaltate come «universalità
alternative», segnate da un proprio ritmo temporale. Una tale dinamica
riafferma il canone occidentale guardando al suo opposto4. Chakrabarty
invoca mutamenti di maggiore ampiezza nel pensiero storico: in primo
luogo un'attenuazione del senso dell'anacronismo, che egli considera
«l'inizio della coscienza storica moderna» e la sua sostituzione con la
nozione di «etero-temporalità», cioè di assoluta contemporaneità dei
differenti modi di essere al mondo. In secondo luogo, l'eliminazione
del pensiero lineare e delle teorie degli stadi e la loro sostituzione con la
nozione di possibilità multiple in ogni momento del processo storico.
Nutro grandi speranze per simili mutamenti dello scrivere di sto-
ria, in parte perché alcuni di essi sono già all'opera in vari contesti e
possono persino vantare una tradizione alle loro spalle. Sicuramente
ce ne vogliono più che mai per opporsi alle escatologie lineari ed esclu-
siviste che sono anch'esse presenti nel mondo di oggi. In questa sede,
mi voglio concentrare su tre questioni rilevanti per una buona pratica
storica dotata di coscienza globale.
Prima di tutto è essenziale descrivere e interpretare le relazioni tra i
popoli lungo due assi universali: da una parte l'asse dello scambio che
implica la comunicazione, lo scambio commerciale, il dono e l'alleanza
e, dall'altra, l'asse del potere, relativo al dominio dei popoli e alla resi-
stenza a tale dominio. Certo ci possono essere aspetti coercitivi nello
scambio, e la conquista è una forma di comunicazione; entrambi gli
elementi si riscontrano nella maggior parte delle transazioni, ma bisogna
discernerli. Nel mio caso specifico, l'esigenza di guardare a entrambi

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gli assi è diventata particolarmente evidente quando


lavorare sul matrimonio e la famiglia europea di età
mondo intimo e gerarchico, l'interazione tra dom
sempre molto chiara, che fosse nel momento della r
tratto di matrimonio, nella cerimonia nuziale, nel t
del parto, attorno alla tavola di famiglia, nella fattor
o anche nella redazione del testamento. Quando, p
studiare le relazioni tra gli europei e le popolazion
nada del Seicento, e quelle tra gli europei e gli afric
o, adesso, quelle tra ebrei e musulmani nell'Africa S
Cinquecento, ero preparata ad aggiungere la diale
di storie, doni, intimità sessuale e guarigioni alla po
e resistenza. Per la regione dei Grandi Langhi, R
tratteggiato il quadro di un terreno intermedio d
scambi diplomatici, commercio e altre forme di tran
americani e gli inglesi che si erano stabiliti nelle terr
Homi Bhaba ha configurato le relazioni culturali tra
lonizzatori in termini di «ibridazione», piuttosto ch
za» e «alterità», e ha caratterizzato la diceria sulle ca
avvelenate e sulla circolazione dei chapatis , all'ep
indiana del 1857 come

la grande paura diffusa [. . .] equivoca che circola selvaggia


le parti. Si divulga al di là della conoscenza di bipolarism
diventa un nuovo spazio ibrido di differenza culturale nel
relazioni di potere coloniali5.

Nel 2001, nelle pagine della «Indian Social and E


Review», Shantanú Phukan ha messo in dubbio l'a
linguismo» del periodo Moghul e «la facile equazi
letterarie e comunità religiose» e ha descritto autori
XVIII secolo, leggevano e scrivevano tanto in persian
«Dove - si è chiesto - fissiamo l'identità [...] di u
che compie un pellegrinaggio alla tomba di un sa
un sofisticato racconto in hindi orientale e a sua vo
ottimo persiano, per il diletto dei suoi colleghi mus
persiano e urdu?».
L'ambiente degli scrittori dell'epoca Moghul era mu
era una Babele, aveva la sua forma e i suoi limiti. Tu
al secondo punto a proposito della pratica storica
interpretativo dello storico e la portata della sua co
bandonare gli schemi rigidamente evoluzionistici, c

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modello occidentale di modernizzaz


alcun modello o su nessun ritmo. A
di Ibn Khaldun, la ricerca di «sig
e del perché degli eventi». È nato c
alternativi» o, per quelli che aman
di traiettorie diverse, a medio o lu
nomica e culturale. Ne ho sentito
Congress of Historical Sciences del
ha dimostrato che nelle società che
collegate via mare dall'oceano Pacif
procedette nella direzione della cen
entità politiche sovrane, fondate s
feudo-vassallatico, cementato da
alternativo e praticato6.
Che costi ha preferire i sentieri m
Può significare rinunciare a una
per tutta la storia, ma ci lascia un
sequenze di breve e medio periodo,
essi sempre da ripensare attravers
con una scelta di narrazioni lettera
sfida di interpretare le società stor
binario di «arretrato/avanzato» o «s
soprassedere sul concetto di «addom
di Jack Goody che sostiene la cont
mentali pre-alfabetizzati e alfabeti
hanno attribuito grande importan
«conservazione della memoria senz
memoria, le cinture di conchiglie
pensare ad Algonchini e Irochesi
fronte a gesuiti simili a dèi con le
immaginare due gruppi di specia
informazioni sulle rispettive tecnich
ad adottare i bastoncini della mem
tavole della memoria che si cono
madri indigene furono altrettanto
a imparare a leggere e a scrivere n
modi di «leggere» e registrare il m
che non possono essere davvero co
plessità di entrambi i casi. Allo stes
tecniche di comunicazione - scritta
- possono essere esaminate in tutta
pregiudizi sul loro grado di semplic

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Cosa c'è di universale nella storia? 74 1

società coesistono varie forme e la loro interazione è


stimola il comportamento culturale più interessante
La possibilità del percorso multiplo si è presentata
noi che hanno studiato la storia delle donne e la stor
soltanto a coloro che rivendicavano modelli non occi
PAfrica, il Medio Oriente e l'Asia, ma anche per que
proprio sull'Europa. Il protestantesimo, che invocava
di uomini e donne ed esaltava il matrimonio, incora
genere più simmetriche del cattolicesimo con le sue s
ne di celibato? O avevano invece, ciascuno dei due, i
scelte di genere, i propri compromessi e le proprie c
regime settecentesco, con il suo ordinamento gerarc
alle donne ricche e aristocratiche vita pubblica e inf
quanto non facesse la cittadinanza contrattuale re
pienamente ai soli uomini? Le donne del tempo sost
be le posizioni e, poco dopo, vi furono avvocate di u
femminile nelle attività caritatevoli e nella scrittur
veniva lasciato agli uomini. Ognuna di queste pos
contemporaneo grado di possibilità, che deve esse
storici: la loro conseguenza di maggior rilievo sulle
consiste proprio nella loro coesistenza quali rivendic
pro o contro differenti modelli di relazione.
Nell'insistere sull'esplorazione del passato tanto
potere quanto su quello dello scambio e sulla sua inte
base di sequenze multiple, piuttosto che di un unico
ho seguito la strategia dell'inclusione, ovvero, ho pen
piti in modo da rendere possibile «una comunità glo
nel XXI secolo7. Avrei potuto dire in un mondo pos
mondo post guerra fredda, ma con il nuovo imperial
damentalismi, i nuovi accesi nazionalismi, le nuove f
e la violenta paranoia, oggi correnti, questi «post» s
gni. In diverse parti del mondo, i governi insistono
inaccettabili per i loro programmi di parte siano eli
testo di storia; estremisti politici o religiosi, in var
chiedono che si ritirino dalla pubblicazione e dalle b
storia, perché contengono evidenze inaccettabili per i
Noi storici possediamo il monopolio dei modi di na
ma abbiamo una responsabilità pesante, quella di difen
che siano stati oggetto di ricerca adeguata, e la lo
credibile. Sostengo questa responsabilità in piena
difficile stabilire la validità delle evidenze, i docume
trasparenti (uno dei miei libri si intitola Fiction in t

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storici plasmano fatti disparati in u


pretazione può essere soggetta a co
mestiere di storici è stato ed è la r
passato, il più completo possibile
intento confrontandoci sulle evi
discutendo le interpretazioni.
Ibn Khaldun scrisse il Muqaddima
esempi perché una giusta compren
correggesse ciò che di «sbagliato, s
della verità» si trovava in libri di s
su una trasmissione attendibile (isn
egli fece appello a lettori di «dot
[perché] guardassero al suo libro
compiacente»9. Il capitale di cono
offrire è modesto.
Fino al XIX secolo i lettori e i crit
all'area di lingua araba. I lettori e i
parlare molte lingue, vengono da m
ferenti. Ci riuniamo per riferirci e
o attraverso i campi e, così facen
conta come evidenza storica e qu
una comunità mondiale. Abbiamo
noi come storici, per le nostre ass
nostra voce collettiva a supporto
rica. «Nessuno può attaccare l'aut
speranze, Ibn Khaldun sei secoli fa
più potente macchina militare d
propria realtà, a prescindere da qu
nostra sfida diventa maggiore. Ma
collaborazione, il nostro potenzia
capacità di dire che cosa hanno fat
del passato sono più grandi che ma

Natalie Zemon Davis

Note al testo

1 Questa relazione è stata presentata alla sessione inaugurale del XX Congresso della Inter-
national Commission of Historical Sciences, tenutasi a Sydney, Australia, il 3 luglio 2005, con la
presidenza del prof. Jürgen Kocka.
2 Ibn Khaldun, The Muqaddimah. An Introduction to History , trad. ing. Franz Rosenthal,
3 voll., Princeton 1967, 1, pp. 6-14.

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Cosa c'è di universale nella stona? 743

3 D. Chakrabakty, Postcoloniality and the Artifice of History: W


in «Representations», 37 (1992), pp. 1-26; Idem, Provincializing Euro
Historical Difference , Princeton 2000.
4 A. Liakos, The 'Canon' of History and the Strategies of Respon
5 R White, The Middle Ground: Indians, Empires and Republics
1650-1815 , Cambridge 1991; H. Bhaba, In a Spirit of Calm Violen
Colonialism. Imperial Histories and Postcolonial Displacements, P
6 T. Hamashita, paper presentato alla sezione Perspectives on Glo
tional Congress of Historical Sciences , Oslo 6-13 agosto 2000.
7 K.D. Erdmann, Toward a Global Community of Historians. T
Congresses and the International Committee of Historical Sciences,
2005.
8 Trad, it., Storie di archivio: racconti di omicidio e domande di
quecento y Torino 1992.
9 Ibn Khaldun, Muqaddimah cit., I, p. 14.
10 Ivi, p. 7.

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