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BRUNO FANTONI - ROBERTO FANTONI La colonizzazione tardomedioevale delle valli Sermenza ed Egua (Alta Valsesia) Estratto da periodico de Valle ficida - Anno VI a. 1/1995, SOGIETA VALSESIANA DI CULTURA BRUNO FANTONI - ROBERTO FANTONI LA COLONIZZAZIONE TARDOMEDIOEVALE DELLE VALLI SERMENZA ED EGUA (ALTA VALSESIA) Introduzione Le recenti segnalazioni di alcuni documenti riguardanti le valli Egua e Sermenza giacenti presso l’Archivio di Stato di Vercelli, sezione di Varal- lo (ASVa), el’ Archivio Storico Diocesiano di Novara (ASDN), eseguite ri- spettivamente da Longo (1987) e da Balosso (1991), hanno aperto Ia ricer- ca sulla dinamica del popolamento tardomedioevale di queste valli, sinora limitata alla conoscenza di soli tre documenti, pubblicati da Mor (1933) e Rizzi (1983 e 1991).° La ricerca delle fonti documentarie compiuta in diversi archivi ha con- sentito la scoperta di un patrimonio estremamente ricco. Il Fondo d’Adda (FdA), conservato presso |’ Archivio di Stato di Ver- celli, sezione di Varallo, contiene numerose pergamene del ’400 ed una lun- ga serie storica di atti riguardanti i beni dell’asse Bertaglia-Scarognini- d’Adda; i documenti originali sono compendiati da regesti secenteschi e set- tecenteschi e da coeve note d’archivio. Il Fondo Notarile Valsesiano (FNV), recentemente acquisito dallo stesso archivio, offre una serie storica di documenti incredibilmente ampia per tipologia ed a copertura territoriale e temporale pressoché totale a partire da inizio 500. Presso lo stesso Archivio sono stati inoltre ritrovati alcuni documenti quattrocenteschi presso fondi minori (Carcoforo, Ospedale della SS. Tri- nita di Varallo). L’ Archivio Storico Diocesano di Novara ospita importanti documenti inerenti le valli in oggetto in tre sezioni: la busta Alpi Valsesia del Fondo Pergamene contiene atti d’inizio ’400 di valore assoluto per la comprensio- ne del processo di colonizzazione della montagna in eta medioevale; la se- zione dei Verbali di visita pastorale ospita copie d’importanti documenti del ’400; il fondo Boccioleto una raccolta di materiali vari, tra cui una per- gamena del ’300. 19 Gli archivi storici delle parrocchie di Boccioleto ¢ Fervento (ASPB ¢ ASP), recentemente riordinati, ospitano atti tipologicamente diversificati e temporalmente estesi a partire dall’inizio del 7400. I documenti esaminati offrono dati essenziali sulla dinamica del popo- lamento in queste valli, consentendo l’analisi spaziale e temporale dei flus- si migratori nelle valli del Sesia. Alcuni atti risultano inoltre emblematici per la comprensione delle cause che hanno favorito la colonizzazione della montagna in eta medioevale. Una parte dei documenti consultati é riportata in un’appendice docu- mentaria in coda al lavoro. Per il ’400 il regesto & esteso a tutti gli arti ine- renti Vintera Val Sermenza e la Val d’Egua; per il '500 il regesto é limitato alle valli sopra Rimasco e, ove i dati erano estremamente ridondanti (FNV, ASVa; ASPB), si é operata una drastica selezione dei documenti, privile- giando una differenziazione per tipologia e per rappresentativita territoria- le e famigliare. oe Il periodo trattato nel lavoro termina a fine ’500, quando l’espansione verso lalto termina e, forse per cause climatiche, inizia un periodo di con- trazione della crescita demografica. Da questo momento le regole antropi- che cambiano e il carattere saliente diviene I’emigrazione, che, con ’'ab- bandono degli insediamenti alti, origina un flusso di verso opposto a quel- lo tardomedioevale Gli insediamenti permanenti nel Duecento nelle valli del Sesia 11 giuramento di cittadinanza vercellese prestato dai capifamiglia val- sesiani nel 1217 consente una ricostruzione approssimativamente del limite tra aree a insediamenti permanenti ed aree occupate da alpeggi. Pur con le incertezze ed indeterminazioni dovute alla non obbligatoria coniugazio- ne del nome a una localita, alla omonimia di toponimi ed alla stessa varia- bilita temporale dei toponimi, P’elenco dei firmatari offre utili indicazioni sulla distribuzione degli insediamenti permanenti a monte di Varallo a ini- zio ’200. L’ampiezza del campionamento (612 firmatari) permette il rico- noscimento di una caratteristica generale del popolamento in Valsesia in questo periodo: I’elevata densit& di firmatari nella bassa e media valle ¢ la rarefazione (0 l’assenza) nell’alta valle (fig. 1).! In Val Grande era largamente abitata la bassa ¢ media valle: sono do- cumentati 22 firmatari di Valmaggia (472 m), 3 della Balangera (un tempo Camarolo, 481 m), 2 di Morca (?; $58 m), 2 di Vocca (500 m), I di Isola (524), 4 di Guaifola (552 m), 2 di Balmuccia (560 m), 6 di Scopetta (601 m), 14 di Scopa (662 m), 14 di Scopello (659 m), 4 di Pila (686 m), 3 di Fajlungo (704 m), 1 di Piode (752 m), 2 di Campertogno (827 m) ed 1 di Riva Valdobbia (1112 m). 20 In Valmastallone erano largamente abitate le valli lacerali esposte a sud: 17 firmatari per Cervarolo (708 m), 9 per Sabbia (744 m), 9 per Brugaro (675), 3 per Brugarolo (750 m). Meno fitto sembra il popolamento lungo |’asse val- livo nella media valle, ove sono documentate solo Cravagtiana (615 m), con 4 firmatari, e Nosuggio (655 m), con 3 firmatari. A questi sono da aggiunge- re 3 firmatari che si definiscono genericamente della Val Mastallone. In Val Sermenza il popolamento era ancora minore: sono documenta- ti | firmatario di Cerva (600 m), 5 di Rossa (840 m), forse 4 di Boccioleto (667 m). E inoltre citato un Rex de valle Sermentie.2 Fig. 1 - Distribuzione degli insediamenti permanenti in Valsesia a inizio '200. Un documento che fornisce dati analoghi per la Valle Anzasca é il Con- vocato di Pietrasanta del 22 febbraio 1254 (Rizzi, 1991, p. 43), ove compaio- no i nomi di 170 persone distribuite in degane; dal basso verso l’alto della valle figurano la degana di Dorcala (successivamente distrutta dagli abitanti della Valle Antrona), comprendente Ulino e Castiglione (519 m); la degana di Calasca (605 m), comprendente Antrogna (665 m) e Barrona (688 m); la degana di Anzino (687 m) comprendente Batticcio (589 m) e S, Carlo (664 m); la degana di Bannio (669 m), centro principale della valle, capoluogo del comune e centro della pieve religiosa; la degana di Vanzone (620 m). A mon- te di questa non era attestato nessun insediamento permanente. Valsesia (Val Grande ¢ Val Mastallone) in eta medioevale Gli alpegg Le testate delle valli principali e le alte valle laterali, a monte degli in- sediamenti permanenti, erano utilizzace esclusivamente come alpeggi.? Per molte di queste terre ¢ documentata l'appartenenza a titoli ecclesiastici 0 jaici (fig. 2); la proprieta di questi beni & soggetta a numerose variazioni in seguito a confische, donazioni, permute o fatti non documentati che spes- 50 mascherano riallocazioni di beni seguenti alla riorganizzazione del pote- re temporale a scala regionale con conseguenti alterne fortune dei benefi- ciari locali, laici ed ecclesiastici. Bertaglia-Searognini Yescovo di Novara Carcoforo, Dorea, Cravarota ¢ Varmala, Mud (sino ai 1138), Auria, Rima, Scarpia, z : Trasinera, Gatté, Cascivere, Egua, Ragozzi, Chiesa di 8. Giulio d*Orta Castello, Coste. Rimella, jetro di Castelletto Monastero di S. Graciniano di Arona. Macugnaga, Campello. Biandrate Bors, Mud, Lavazoso Monastero di S. Otro, Mud (dal 1138) Abbazia di S. Nazaro Olen, Stella, Artogna, Sassolenda, Sorbella, ‘Meggiana, Fig. 2- Ubicazione ¢ proprietd degli alpeggi documentati in eta medioevale in Valsesia. wy La progressiva risalita verso l’alto del limite superiore degli insedia- menti permanenti favori la trasformazione delle stazioni inferiori di alpeg- gio in nuovi insediamenti permanenti. Grazie all’ampiezza delle fonti documentarie rinvenute é disponibile in letteratura una dettagliata ricostruzione della nascita e dello sviluppo di due nuove colonie valsesiane: Rimella ed Alagna; la prima fondata da gruppi di coloni vallesani insediatisi con contratto di locazione enfiteutico colletti- vo nel 1255 1257; la seconda popolata ad inizio ’300 da singoli coloni di provenienza anzaschina e gressonarda (Mor, 1933, 1960; Rizzi, 1980, 1981 e segg.; fig. 5). Gli alpeggi Ia colonizzazione nelle valli Sermenza ed Egua Nella seconda meta de! XIV secolo il conflitto tra i Visconti ed il papa- to, rappresentato da Gregorio XI (1370-1378), investi anche la diocesi no- varese € con essa la Valsesia. Il vescovo di Novara Oldrado degli Oldradi, nobile milanese apparte- nente al partito dei Visconti, in carica dal 1357, fu rimosso nel 1374. Nello stesso anno il papa invid in Valsesia il frate Antonio da Raffagni con lin carico di sollevare la popolazione contro i Visconti (Mor, 1933, d. CVII, p. 250), parallelamente a quanto stava facendo in Val d’Ossola Valentino Moriggia, frate minore del convento di Domodossola. Nella vicina Ossola i conflitti tra ghibellini e guelfi arrivarono alla guer- riglia (Bianchetti, 1878). Non é escluso che eventi analoghi non si siano ve- rificati anche in Valsesia, ove esisteva una fazione ghibellina (homines de Varalli et Valle Siccida adhaerentes et seguaces del partito dei Ferrari, ghi- bellini viscontei ossolani; Mor, 1933, d. CXIII). Nel cap. XVI della Con- venzione del 1415 si accenna tra l’altro alla recente presenza in valle di ri- belli vicini che recarono danni alla valle. Per la discussione su chi fossero i rebelles vicini e quelli foerenses si rimanda a Fassola (1672, in Tonetti, 1875-1891) ed agli storici valsesiani dell’800 a partire da Ottone (1833, pp. 159-166; cfr. inoltre Tonella Regis, 1991, p. 30). Con le morti di Gregorio XI e di Galeazzo Visconti, avvenute nel 1378, cessarono le ostilitA tra papato e Visconti e poté iniziare una riorganizza- zione politica del territorio Oldrado, reintegrato nella sua carica nel 1378, ne occupd la posizione sino al 1388. Gian Galeazzo Visconti nel 1383 venne nominato vicario imperiale dal- Vimperatore Venceslao. L’anno seguente ricevette la dedizione dell’Ossola inferiore; nell’ultimo capitolo dell’atto di dedizione gli ossolani chiesero che fossero annulate le condanne e le multe inflitte ai loro alleati in Valsesia (i predetti seguaci del partito dei Ferrari).

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