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vicenzaabc mese

Quarantamila copie. A ne aprile in tutte le case dei vicentini

vicenzaabc
venerd 29 aprile 2005, numero 17, anno IV
LA CITT A CHIARE LETTERE

1 euro

vicenzaabc mese
Quarantamila copie. A ne aprile in tutte le case dei vicentini

sette

Settimanale di informazione, cultura, politica, associazionismo, spettacolo. Editore: VicenzaAbc Societ Cooperativa, Corte dei Molini 7, 36100 Vicenza. Partita Iva 03017440243. Telefono 0444.305523. Fax 0444.314669. email: info@vicenzaabc.it. Redazione: Corte dei Molini 7, Vicenza. Telefono 0444.504012. Fax 0444.314669. email: redazione@vicenzaabc.it. Sito internet: www.vicenzaabc.it Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale D.l. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza. .

Aboliamo la parola straniero


Non servono leggi repressive come la BossiFini La soluzione una civilt aperta ai cambiamenti
Marina Cenzon
Limmigrazione enormemente cresciuta negli ultimi 1015 anni. Basta percorrere la provincia in un qualsiasi giorno, anche lavorativo, per rendersi conto che Vicenza veramente una societ multietnica. La nostra, a differenza delle immigrazioni di stati europei a noi connanti, stata unimmigrazione rapidissima, che ha trovato la popolazione italiana e lanostra classe politica impreparati ad accettare i mutamenti sociali, economici, culturali ad essa connessi. E allora abbiamo reagito in modo diverso e opposto: in modo caritatevole, utilitarista, oppure rigido e chiuso. Abbiamo riconosciuto nello straniero, volta a volta, il povero da aiutare, laltro da cui difendersi, oppure la risorsa (il lavoro, le braccia) da utilizzare sosteneva Ilvo Diamanti alcuni giorni fa su la Repubblica. I numeri degli immigrati parlano da soli: non si pu far nta atteggiamento praticato da molti per lungo tempo che siano invisibili, buoni solo per lavorare o per procurarci ricchezza, svolgendo lavori che noi non accettiamo pi. Il numero di stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno, residenti e con famiglia, di studenti inseriti da anni nelle scuole della provincia indica in modo chiaro che la prospettiva dellimmigrazione a Vicenza non di breve durata, ma bens destinata a durare e crescere. E se la crisi del Nordest investe anche e soprattutto loro, il fenomeno troppo consistente perch non si elaborino politiche adatte a gestire i cambiamenti che il loro inserimento provoca nella societ. Non possiamo non essere nettamente contrari a provvedimenti solo repressivi, quale lordinanza che vieta i bivacchi in Campo Marzo o a una legge quale la BossiFini che considera gli stranieri soltanto forza lavoro temporanea, da espellere quando non ci sono pi utili per produrre ricchezza. E a un decreto che revoca il permesso di soggiorno ai loro gli che hanno studiato in Italia e preso un diploma, se non hanno un lavoro. Il problema che si pone quello della loro integrazione nella nostra societ. Le esperienze degli stati europei in cui limmigrazione si manifestata da maggior tempo si rivelano soluzioni parziali e solo in una certa misura possono essere prese di esempio. La tendenza della Francia alla completa inclusione dei cittadini stranieri nel tessuto sociale e la sua forte affermazione dello stato laico mostra tutti i suoi limiti di fronte ai numerosi episodi di antisemitismo, violenza ed

Diamogli una lezione


Crescono gli alunni stranieri alle elementari e medie Come trasformare il fenomeno in unopportunit
Fanno scalpore le notizie dei genitori che scelgono di mandare i gli alle scuole private perch esasperati dallalto numero di bambini e ragazzi che arrivano dallestero. Ma le loro motivazioni (Rallentano il programma) non reggono: insegnanti, presidi ed esperti spiegano perch pi culture in unaula sono un vantaggio per i nostri studenti
emarginazione di immigrati. La scelta opposta di Inghilterra e Germania di mantenere comunit totalmente separate offre poche possibilit di integrazione reale e alla lunga fa emergere tutte le difficolt della convivenza. Lideaguida per una convivenza civile dobbiamo cercarla nella Costituzione Europea: Lunione si fonda sui valori della dignit umana, della libert, delluguaglianza, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti ad una minoranza. Allimmigrato quindi va riconosciuto il rispetto dei diritti umani fondamentali sancito dalle convenzioni internazionali. E tuttavia, poich lo straniero si inserisce allinterno di una comunit che ha elaborato norme e regole sociali di convivenza, fondate anche su tradizioni storicoculturali, risulta essenziale che egli conosca tali regole democratiche anche attraverso unadeguata informazione e le rispetti. Tutto questo pu realizzarsi soltanto se ogni cittadino accetta ed elabora una cultura dellaccoglienza delle diversit etiche, culturali e religiose. La logica conseguenza la concessione del diritto di voto nelle elezioni amministrative per i cittadini stranieri che risiedano da tempo in un determinato territorio. Se da un lato lesercizio di tale diritto la forma principe di partecipazione democratica, dallaltro esso consentir ai cittadini stranieri di sentirsi maggiormente inseriti nella comunit e di far sentire la loro voce, e a noi di comprendere maggiormente i loro problemi. Per mettere in atto politiche che possano dare risposte concrete a tali questioni. Certo difficile fare previsioni sulle trasformazioni a cui ci condurr lincontro tra le diverse civilt della societ multietnica. Una mera conservazione delle tradizioni, impermeabile ad altri apporti culturali, semplicemente antistorica. Una civilt chiusa in se stessa destinata allestinzione, o ad essere sopraffatta da unaltra pi aperta e perci pi forte. Potremo parlare di progresso e di maggiore ricchezza invece solo se sostenuti da un forte senso di uguaglianza, di accoglienza reciproca, di rispetto dellaltro. Solo questo eviter che lincontro di civilt diventi scontro.

RIEVOLUZIONI

La vera Liberazione del 25 aprile


Fischiando (e litigando) la sinistra ha dimostrato di avere unanima. E dignit
In attesa che Hllweck ci mandi lex assessore Baldinato come oratore per la festa delle donne, smettiamola un po di sentirci in colpa e teniamoci stretti i lati positivi di questo 25 aprile. In questi giorni c chi si sbrodolato nel coprire la sinistra di accuse: Indegna gazzarra, Contestazione premeditata e antidemocratica, neanche avessero lanciato molotov sul palco. Nel nome del buonismo che, chiss perch, deve essere esclusivo impegno della sinistra, pochi hanno evidenziato gli altri lati della questione. A cominciare dal fatto che la gura peggiore lha fatta ancora una volta Hllweck. Qualcuno dovrebbe spiegare a questuomo che non un cittadino qualunque, libero di andarsene al mare come tutti noi il 25 aprile. infatti il sindaco di una citt, due volte medaglia doro, come tale chiamato a onorare le ricorrenze, a cominciare proprio da questa. Su cui, gli piaccia o meno, si basa la democrazia che gli permette di governare. Per un presenzialista come lui, sempre in prima la fossanche per inaugurare un cestino dei riuti, lassenza sul palco del 25 aprile dieci volte pi indegna dei (liberissimi) schi del pubblico. Comunque Hllweck in buona compagnia: a Verona e Padova nessun esponente del centrodestra si presentato alla cerimonia. Ma l almeno non sono al potere, e al mare possono andarci con meno rimorsi. E come la mettiamo con la scelta di inviare al suo posto un personaggio come Sante Sarracco? Questi sar pure un eccellente rappresentante del consiglio comunale, ma nel caso specico soprattutto un ex missino che ha dichiarato a Radio Capital Non mi sento di condannare la Repubblica Sociale. Vederlo sul palco a parlare di Resistenza anzi a non parlare, giacch non lha mai nominata democraticamente corretto come far presentare a Calderoli la festa dellunit tra i popoli. Impossibile a questo punto non pensare male: la scelta di Hllweck di spedire Sarracco stata premeditata. Una provocazione bella e buona, ideata proprio nella speranza di una contestazione. E a proposito di premeditazione, il Comune (e i critici buonisti) ci spieghino com potuto accadere che lunico oratore di sinistra, Silvio Lanaro, non sia stato riconosciuto e non abbia potuto parlare. Se lItalia la Repubblica delle banane, questo il comune dei cachi. La sinistra che si accusa a vicenda alzi la testa e pensi positivo. Stabilito che sarebbe stata pi efficace una contestazione ironica e signorile (Tutti in silenzio rigoroso durante il discorso di Sarracco, e alla ne, un gelido silenzio al posto dellapplauso), teniamoci stretti i schi, anche organizzati via email, di chi ha voluto urlare il suo dissenso e pure le proteste di chi avrebbe voluto manifestarlo in modo diverso. Entrambi gli atteggiamenti dimostrano che a Vicenza non tutti sono ancora disposti a mandare gi qualsiasi cosa ci venga propinata da questi arroganti che stanno al potere. Matteo Rinaldi

Grandi ritorni: il dottor Stranamonti


(E poi si chiedono perch ci inquietiamo)

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San Bortolo. 1 San Bortolo. 2

cosa succede in citt


La provocazione Il caso Circoscrizione 7

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Economia
ACQUE MOSSE IN LAGUNA

Rotunno Trapianti 25 aprile di poltrone e le vergogne unopera record dellospedale da 2 soldi


Otto cambi in 2 anni Cos non si lavora
Otto dirigenti in due anni: due direttori generali, tre direttori sanitari e tre direttori medici. Non proprio dei semplici funzionari, ma il cervello dellospedale. Tutti cambiati in poco tempo. Insomma dopo la sostituzione non certo indolore di due anni e mezzo fa tra i direttori generali Petrella e Alessandri, lospedale di Vicenza ha vissuto una serie di sostituzioni a raffica con tanto di strane dimissioni, magari smentite dagli stessi interessati. Situazioni imbarazzanti, che hanno creato uno stato di paralisi fra i reparti.

La sinistra e il suicidio elettorale


Ecco le verre cause della scontta
Nellaccettare lonere di analizzare quanto successo in Circoscrizione 7 nellambito del Centrosinistra vorrei evitare la ricostruzione con il noi avevamo detto e il loro avevano detto, ma andare al sodo della questione. A mio parere si sono scontrate due ipotesi sul modo di intendere la politica in una piccola zona urbana che ha le caratteristiche di un piccolo paese di provincia. Cominciamo dal punto di vista che poi il mio della Lista Impegno per la 7, convinta che in un piccolo territorio sia importante unire tutti quelli che intendono impegnarsi per risolvere i problemi anche se ci signica sacricare la visibilit dei simboli e delle identit della politica ufficiale. Un secondo punto di vista, del tutto legittimo ma a mio parere sbagliato, quello secondo il quale occorre dare riferimenti certi ai cittadini proponendo simboli ed indentit di partito. Il tutto era nato dalla constatazione che in zona era alto il rischio dellapatia e del non voto, vista la deludente esperienza del centrodestra che non solo riuscito in pochi anni a cambiare 4 presidenti di circoscrizione, ma aveva fatto di tutto per morticare la partecipazione delle persone nella soluzione dei problemi. Lultima elezone aveva visto il centrosinistra perdere, anche se per pochi voti: per questo un gruppo di cittadini della Circoscrizione 7 ha pensato (ingenuamente) di offrire un valore aggiunto, fatto da una lista valida di persone impegnate nel quartiere che si erano ritrovate attorno a una gura da loro espressa di presidente. Questa lista si collocava chiaramente nel centrosinistra e aveva al suo interno persone con precedenti esperienze amministrative e politiche. Altre, la maggioranza, non avevano nessuna esperienza o appartenenza politica, ma una forte carica di autonomia rispetto ai partiti tradizionali. Era chiaro che i partiti avrebbero dovuto assumere questo gruppo nella sua complessit, sfruttando l'entusiasmo per arrivare a determinare un unico gruppo fatto di rappresentanti dei partiti e rappresentanti della lista del quartiere in grado di essere una novit nello schieramento politico cittadino e soprattutto un riferimento positivo verso quellarea di disimpegnati ed apatici, largamente presente nella nostra zona. Un gruppo che, come le cifre hanno dimostrato, avrebbe largamente vinto, ma non solo; secondo punto importante, avrebbe avuto in s persone motivate e capaci anche di amministrare, a differenza di quello che era riuscito fare il centrodestra. Questa discussione non c stata, sostituita prima da una defatigante discussione sulla necessit di visibilit dei partiti che davano vita alla Federazione dellUlivo (Ds e Margherita) e successivamente sul come scegliere il candidato presidente (a quello della lista del quartiere si opponeva un candidato, guarda caso, espresso dalla Margherita). In questa discussione sono emerse ipotesi: dalle elezioni primarie all'idea di un sondaggio telefonico in zona che avevano il sapore di un tentativo di favorire il candidato della Margherita. inutile rivangare piccoli sotterfugi ed anche scorrettezze da vecchia politica avvenute durante la discussione. Questo modo di agire ha irrigidito i componenti della lista di quartiere nella difesa della loro specicit ed esperienza, ma anche alcuni partiti si sono dissociati: vedi Pdci e Rc. Altri partiti, non avendo nessuna presenza in zona, si sono del tutto estraniati, tanto vero che non sono mai stati presenti alla discussione. A pochi giorni dalla presentazione delle liste, al nostro gruppo si poneva lalternativa: ritirarsi, favorendo apatia e non voto, o presentare la lista per sottrarre voti se possibile al centrodestra ed anche per vericare il grado di radicamento delle nostre idee in zona. Abbiamo fatto questa seconda scelta anche per marcare l inizio di un percorso di innovazione della politica, che ci auguriamo trovi ascolto e sensibilit maggiori da parte dei partiti cittadini la prossima occasione. Non si trattato quindi di personalismi o volont di occupare poltrone tra laltro molto scomode ma di tentare di applicare un ragionamento alla politica cittadina: come rendere aggregante e vincente il centrosinistra, avendo il coraggio di favorire la partecipazione, limpegno e lentusiamo dei cittadini. A ben guardare questo coraggio quello che manca al centrosinistra vicentino. Mario Falisi

La lettera: Mobbing su chi ha denunciato


Ho apprezzato il taglio dellarticolo di Alessandro Mognon pubblicato sul numero 15 di Vicenza Abc riguardante il caso del dottor Rotunno. Non si entrati nel merito dellaccusa, a sostenere la quale provvedono gli atti giudiziari n qui eseguiti cui ci atteniamo con rispetto, della quale tanto si parlato e scritto; si voluto sottolineare, invece, principalmente lo sconcertante, per certi versi inquietante, comportamento tenuto dalle istituzioni (cittadine, ospedaliere, scientiche), nei cinque anni intercorsi tra laccusa ed il primo pronunciamento del giudice, nei confronti di un medico accusato di abusi personali importanti perpetrati durante la sua attivit istituzionale . Quanto riportato nellarticolo non pu essere interpretato solo come indifferenza o imparziale garantismo. Bastava forse un po di prudenza e si sarebbero evitati tanti imbarazzi dopo la sentenza di condanna del giudice. Ancora oggi spero che questo collega possa portare nel processo di appello prove che lo scagionino da questa brutta accusa; al tempo stesso, e ancor di pi, mi stanno per a cuore la trasparenza dellistituzione pubblica e la richiesta di giustizia delle donne che hanno dichiarato di aver subito della violenza, che devono essere protette in quanto parte debole del contendere. E tempo che certi fondamentali principi civili, etici e deontologici (cito anchio le parole usate dalla dottoressa Guglielmi, presidente del Comitato pari opportunit dellULSS 6 che si pronunciata in tal senso) rientrino a pieno diritto nei nostri Servizi sanitari, affrontando le situazioni devianti con ragionevolezza ed equit perch solo cos i nostri progressi tecnologici saranno supportati da un uguale progresso sul piano morale. Le amministrazioni pubbliche devono dare dei segnali netti che valorizzino i comportamenti rispettosi delletica e prendano le distanze da chi li disattende.

Versione anti buonista di una storia sbagliata


Il 25 aprile a Vicenza sessantanni dopo: il teatro dellassurdo. Personaggi: Hllweck sindaco della citt; Sarracco presidente del consiglio comunale; Trupia deputato ds; Alifuoco consigliere ds; Cengarle, ex deportato e anticomunista; Lanaro storico; il giovane Balzi, segretario cittadino Ds; la stampa. Atto primo e primo colpo di scena Il sindaco della citt Enrico Hllweck, con gesto beffardo incarica ad oratore ufficiale della manifestazione che celebra la giornata della liberazione dalla tirannide nazifascista e che fonda la stessa Repubblica italiana, il consigliere Sarracco esponente di spicco di una corrente di An che si vanta di non aver mai rinnegato la nazifascista repubblica di Sal e che ogni anno commemora con altri camerati in camicia nera la data di nascita del fascismo italiano. Come ovvia reazione unesponente dellopposizione, lonorevole Lalla Trupia indignata dichiara alla stampa che lei su quel palco non ci salir e sembra con questo indicare che tutta lopposizione la seguir. Ma non ha fatto i conti con lopposizione dellopposizione. A ogni modo escono i manifesti rievocativi che su sfondo ambiguo (la citt bombardata dagli alleati liberatori) annunciano il programma della manifestazione dove si legge che oltre a Sarracco parler anche il docente Silvio Lanaro, noto storico di sinistra. Atto secondo e secondo colpo di scena La piazza dei Signori dove ha luogo la rappresentazione appare pavesata e transennata con molti picchetti di militari, vigili carabinieri e polizia che la fan sembrare pi adatta a celebrare la festa delle forze armate che non quella della Liberazione. Gli inni e la retorica patriottarda si sprecano con rievocazioni che partono dal 1848 passano per il 1918 per approdare inne al fatidico 1945 e alla blasfema orazione del consigliere Sarracco che con faccia di bronzo invoca l'unit della nazione: applausi dal palco, bordate di schi dalla piazza cos suddivisa: nel loggione sotto la basilica una folta delegazione di diessini, in platea ben sorvegliati dal servizio d'ordine disobbedienti e comunisti italiani pi qualche rifondarolo. Sul palco si notano il consigliere Alifuoco e lo storico Silvio Lanaro, incaricato come abbiamo letto di tenere il controcanto al lo repubblichino Sarracco. Ma qui avviene il secondo colpo di scena; Sarracco ha appena terminato di declamare il nuovo pensiero su cui si fonda la seconda Repubblica di Berlusconi ovvero: Scurdammoce o'passato e volemose tuti ben che sul palco come al gioco delle tre carte sparisce Lanaro e compare Onorio Cengarle presentato al microfono come ex deportato, ma pi conosciuto come ex senatore democristiano e rappresentante di spicco della Cisl vicentina anni '50, tenacemente anticomunista e clericale, che giusto al Giornale di Vicenza lo stesso giorno dichiara ha di aver temuto di pi i soldati dellarmata rossa che liberavano Berlino ubriachi di vodka che non gli stessi aguzzini tedeschi dei campi di concentramento... Insomma il piatto servito proprio indigesto e alla povera piazza fradicia di pioggia e di revisionismo della peggior lega non rimane che schiare. Ma non basta: a commentare l'assurda rappresentazione anzi l'indegna gazzarra ci pensa personalmente la stampa che girando al solito la frittata rimprovera la Trupia e i suoi di non essere stati zitti ad ascoltare! Epilogo Sgomberata la scena in piazza rimangono alcuni attori e diverse comparse a discutere e sproloquiare: Sarracco carte alla mano tenta di comunicare quello che dal palco non ha potuto, ovvero che resistenza e partigiani almeno una volta li ha nominati; il giovane Balzi isolato dai suoi come un appestato rivendica irritato che anche l'Anpi la pensa come lui, altri mormorano che tutto nasce da una trama del consigliere Alifuoco che spalleggiato dalla stampa vorrebbe rifare a Vicenza quello che il losofo Cacciari ha fatto a Venezia: essere eletto a sindaco anche con i voti del centrodestra. Gianni Marchesini

Il dilemma di Galan: pochi posti e tanti amici da sistemare


Carraro: facciano come in Piemonte dove hanno aperto allopposizione Ma il governatore non ci sta: meglio il metodo Cencelli
Passate le elezioni del 3 e 4 aprile sulla politica regionale calato il silenzio tanto pi che lattenzione dei mezzi di informazione stata distratta dalle scintille sprigionate dalle sciabolate tra Casson e Cacciari nella contesa per la carica di sindaco di Venezia. Anche se in sordina, procede per il lavoro di Giancarlo Galan per mettere a posto i tasselli del puzzle della Giunta di palazzo Balbi e del resto dellorganigramma del potere regionale: Presidenze del Consiglio e delle commissioni di palazzo FerroFini. Massimo Carraro, candidato scontto alla Presidenza regionale, ha gi fatto sapere che in Consiglio regionale, dove sieder come leader dellopposizione, considererebbe un bellesempio di cultura di governo da parte del centrodestra se allopposizione venisse affidato qualche incarico istituzionale per esercitare funzioni di controllo:Presidenza dellassemblea e, soprattutto, di alcune delle commissioni. Cosa peraltro gi avvenuta in Piemonte dove la minoranza del centrodestra pu contare, in Consiglio, su signicativi posti di rilievo istituzionale. Fiato sprecato, ovviamente. Galan infatti troppo occupato a placare i tanti appetiti dei suoi famelici amici di partito e degli alleati per poter prendere in considerazione un bel gesto di fair play. La poltrona pi alta di palazzo FerroFini, molto ambita, contesa tra Forza Italia e la Lega Nord. Entrambi trevigiani gli aspiranti a fare il Presidente: Fabio Gava, assessore alla sanit uscente, in caso di presidenza azzurra oppure Franco Manzato, nella precedente legislatura capogruppo, se il posto verr assegnato alla Lega. Per le presidenze di commissione nessuna notizia a parte lautocandidatura al vertice della commissione agricoltura autoproclamata da Clodovaldo Ruffato, il pi votato dei forzisti padovani. Per quanto riguarda la Giunta il discorso pi complesso. Ai consueti problemi di bilanciamento degli equilibri tra i partiti (il famoso manuale Cencelli) si aggiunge un problema tutto interno a Forza Italia: recuperare i trombati eccellenti (per Vicenza Nadia Qualarsa). Lunico modo convincere chi sar designato a fare lassessore a dare le dimissioni dalla carica di consigliere regionale. Tanto per fare un esempio, il bassanese Raffaele Grazia potrebbe essere costretto a questa scelta se volesse tornare a fare lassessore alla formazione. C per un problema: fare lassessore senza essere pi consigliere signica essere totalmente nelle mani di Galan, licenziabile in qualsiasi momento. E poich Grazia non sta nella parrocchia del presidente, bens in quella dellex(?) coordinatore Carollo, non difficile immaginare il dilemma. Senza contare che ci sono motivazioni pi nobili a sconsigliare le dimissioni dal Consiglio. La passata legislatura ha dimostrato che la squadra di assessori regionali non consiglieri ha per cinque anni apertamente snobbato i rapporti con lassemblea, venendo meno ad una delle regole fondamentali della democrazia: il confronto dialettico e il controllo reciproco tra esecutivo e legislativo. Il centrosinistra dal canto suo non ha ancora scelto come presentarsi a palazzo FerroFini: con un unico gruppo Uniti nellUlivo oppure ciascuno per conto proprio: Ds, Margherita, Sdi eccetera. Una scelta politica, ma non solo. Tanti gruppi diversi rastrellano pi fondi, pi personale, pi uffici. Insomma da farci un pensierino.

Bye bye Vicenza, scuola orafa Usa emigra a Firenze


Il Gemological Institute Citt con pi cultura
S, una frase fatta abusata e anche irritante. Ma se a Vicenza piove sul bagnato vuol dire che piove sul bagnato. Non bastava infatti la crisi delle esportazioni, le liti ai vertici della Fiera e le minacce della neonata megastruttura eristica di Milano che potrebbe inglobarsi tutto. L'oreceria berica adesso si prende un altro schiaffo: il Gemological Institute of America fa bye bye a Vicenza e trasloca a Firenze. Non un dramma, per carit, ma un segno dei tempi. Un brutto segno anche a leggere i motivi della fuga: Il trasferimento spiegano i responsabili del pi importante istituto di gemmologia del mondo vuole offrire una serie di vantaggi agli studenti, come maggior spazio per le classi, vicinanza a un'oreceria di importanza nazionale e designer professionisti e possibilit di accordi con i produttori. Basta rileggere queste parole in chiave vicentina per tirare le somme: qui c' poco spazio, l'industria locale del settore non pi leader in Italia e il design innovativo non nasce qui.

Dimissioni a go go
Proviamo a ricostruire. A gennaio del 2003, dopo lesautorazione di Antonio Petrella, il direttore sanitario dellUlss Vittorio Selle mentre il direttore medico Paolo Spolaore. Due ruoli importanti: il primo coordina le politiche sanitarie e i rapporti con Comuni, distretti sanitari e stabilimenti ospedalieri: il direttore medico gestisce fra laltro posti letto, reparti, tecnologie, personale. Dopo pochi mesi i due direttori se ne vanno. Forse Antonio Alessandri vuole lavorare con persone di sua ducia: il nuovo direttore sanitario diventa cos Michele Farina, mentre il responsabile medico Livio Dalla Barba. Ma la situazione non migliora e improvvisamente Farina presenta le dimissioni.

PREZIOSI ADDIO. Senza creativit n prestigio Vicenza diventata fuori moda per il mondo delloro

POSTI PRECARI. I dirigenti del San Bortolo sono al centro di un vorticoso giro di sostituzioni

Per la versione ufficiale lo stesso dirigente medico a dimettersi, ma dopo qualche giorno, in unintervista, Farina dice di essere stato indotto (da Alessandri) a lasciare lincarico. Per Germano Raniero del sindacato di base (Rdb Cub) Farina aveva tentato un vero e proprio golpe nei confronti di Alessandri, indice di una guerra intestina allospedale. Per tutto il 2004 il San Bortolo ha navigato a vista per i contrasti tra Farina e il direttore generale, con i primari pronti a schierarsi per luno o per laltro.

CASO SPINOSO. Luca Rotunno stato condannato dal giudice. Ma hanno pagato caro anche gli innocenti

Come con le gurine


Al posto di Farina intanto subentra Eugenio Fantuz. La stessa cosa succeder a Dalla Barba, che come in un gioco di incastri viene sostituito da Edoardo Vanzetto, proveniente dalla struttura di Sandrigo. Ancora Raniero: Cos si crea troppa incertezza. Il dirigente che assume lincarico, soprattutto se proviene da altre esperienze, perde un sacco di tempo per conoscere i meccanismi di una struttura importante come lospedale di Vicenza. Risultato: mancanza di continuit, troppa autonomia ai primari e scarso coordinamento fra le varie strutture. Non dimentichiamoci che il bilancio dellUlss di 1000 miliardi di vecchie lire lanno dice Raniero Tre volte superiore a quello del Comune di Vicenza. Federico Formisano

Inne vorrei ricordare, a corollario di quanto descritto dal giornalista, che negli ambienti ospedalieri, medici e non medici, vi stato nei fatti, e in parte vi ancora , uno strisciante atteggiamento quasi di condanna nei confronti di chi ha avuto lingrato compito e, diciamolo, il coraggio morale di far arrivare la denuncia delle prime donne sul caso allamministrazione ULSS e di conseguenza alla Giustizia. Alla dottoressa Franca Ardi andrebbe tributato quantomeno il riconoscimento di aver portato avanti la causa delle donne che si sentivano offese; invece nei fatti stata allontanata dal posto dove lavorava ( o messa nelle condizioni di doversene allontanare) e relegata in periferia con scarsa visibilit e contatti pochi, subendo un processo non lontano dal mobbing, del quale chi sapeva porta delle responsabilit, per non essere intervenuto, per aver taciuto o lasciato fare. Lei ha almeno avuto il coraggio di fare il suo dovere (altro non poteva e non doveva fare del resto come cittadina, come medico e come donna): per una causa affine, risulta che un altro collega, il nostro Sindaco, inquisito per non aver ritenuto di dovere informare chi di competenza dei fatti di cui era venuto a conoscenza. Daniele Bernardini Direttore del servizio di endoscopia digestiva dellUlss 6

Non c' paragone con quello che offre Firenze, insomma. E non solo nell'oreceria: la nuova sede del Gia sar vicina alla Galleria degli Uffizi, nel cuore della citt, su due piani e grandi spazi. Firenze oggi un moderno centro internazionale di arte e cultura, oltre che una citt cosmopolita ha detto il vicepresidente del Gia Brooke Ellis L'industria dell'oro e dei preziosi qui ha radici solide e questo aggiunge valore alla preparazione degli studenti che avranno enormi guadagni da questa combinazione di aspetti accademici, professionali e internazionali. Di nuovo la possibile traduzione: Vicenza una citt marginale, con poche o scarse opportunit culturali e poco appetibile anche dal punto di vista degli accordi con il comparto industriale. Per questo molto meglio Firenze. Cos continua il periodo horribilis dell'oreceria berica. A partire dal 2003, l'anno del crollo (22% circa) delle esportazioni orafe. Crollo preceduto da un biennio di altre essioni (5,6% nel 2001 e 6,7% nel 2002). In pratica un terzo in meno di esportazioni rispetto al 2000 (5,7 miliardi di euro). Motivi: da un lato la crisi economica internazionale con lItalia che non cresce, dall'altro gli Stati Uniti e i paesi emergenti che invece sono in piena espansione. Poi, come si diceva, lo spettro della Fiera di Milano, un gigante che ha gi fatto capire che non le dispiacerebbe per nulla ospitare le ere dell'oro. Questo per non sarebbe solo uno schiaffo: sarebbe un pugno da ko.

BUONANOTTE
Sul Corriere del Veneto Giorgio Carollo ostenta soddisfazione per le nomine dei 72 sottosegretari del Berlusconi bis: Forte della conferma dei quattro veneti di Forza Italia, pi Tremonti e Scajola, il primo di origine veneta, il secondo amico di lunga data. Qualcuno gli spieghi che sospeso da coordinatore regionale di Forza Italia dopo le elezioni lunico trombato lui.

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il caso del giorno

Tre chili in tre giorni al fast food


Pranzo e cena al Mc Donalds della citt sulla scia del lm Super size me. Ecco i risultati
Super Size Me alla vicentina. Sulle orme del celebre documentario sulla cattiva alimentazione rmato da Morgan Spurlock, che ha mangiato per un intero mese esclusivamente nei ristoranti della catena McDonalds, anche noi abbiamo voluto provare a sdare il buon senso alimentare. Se il lm ha divertito l'America (ma anche lEuropa) e ci ha aperto gli occhi su quanto male mangiamo senza saperlo, il nostro obiettivo era analogo. La diffrenza che abbiamo dedicato all'esperimento tre giorni soltanto. Ma tre giorni di fuoco, anzi di grasso, credeteci. Con un risultato che fa paura. Ecco tutta la storia. Primo giorno: marted 19 aprile. Ore 12,00 circa. Entro alla farmacia Valeri in Corso Palladio e faccio il test del peso. Al camice bianco che mi accoglie dico che un normale controllo di routine. Vestito, la lancetta della bilancia segna poco pi di 80 chili. Ore 12,30. Sono mesi che non vengo a ingozzarmi in un ristorante sfornahamburger. Ogni tanto bevo un bicchiere di cola (aumento di peso previsto: due etti). A pochi metri, laria sa gi di fritto. Spero che dentro si respiri anche ossigeno. Varcata la soglia, la speranza svanisce: c odore di carne, di grasso, di bibite gasate e di patatine, fa caldo, chiacchiericcio assordante e strepiti di bambini, trilli di telefonini ovunque. Non esagero: mi sento soffocare. Ma sono goloso, orgogliosamente carnivoro e indifferente a ogni moralismo vegetariano alla Umberto Veronesi e ai suoi richiami alla quotidiana espiazione mediante cicoria e pesce crudo. Mi piacciono gli hamburger, che non sono altro che due strati di pane con una fetta di carne di manzo e una salsa di condimento. Sul tabellone con i vari nomi inglesi dei cibi (il cui fornitore italiano, lemiliana ditta Cremonini) indico al cassierefactotum quello con la pancetta, assieme a una porzione media di patate fritte, un bicchiere di cola, una bustina di ketchup e una di maionese: con meno di 7 euro me la cavo. Esco inebriato dalla poca spesa e dalla tanta saziet. Sembrerebbe un affare, no? Ore 20,15. A cena scelgo di ripetermi e opto sempre per uno dei men prestabiliti. Questa volta il panino infarcito con tanto formaggio e insalata, e invece della cola prendo unaranciata. La sera il fastfood semideserto, i pochi avventori sono coppiette, uomini solitari, extracomunitari, amiche chiacchierone e qualche famigliola. Ne approtto per scambiare qualche parola con una madre che ha fatto felici i suoi gli con un pacco colorato da aprire come una scatola natalizia. E un formatoregalo per i pi piccoli che sfrutta una vecchia ma sempre efficace arma di marketing: i giocattoli. Lei porta qui i due ragazzi prima pimpanti, e ora un po tramortiti come me. Terzo giorno: gioved 21 aprile. Ore 12,30. Sinceramente, al terzo giorno consecutivo ne ho gi abbastanza di carne. Proviamo allora le insalate. Hanno perno la caprese, cos come prescrive la losoa think globally, act locally dei fastfood internazionali: ovvero alcuni prodotti devono adattarsi o rifarsi a piatti tradizionali di ciascun paese. Patito degli intrugli, mi incuriosisce linsalata mista con un condimento allaceto balsamico. Le altre salads sono col pollo alla piastra o impanato, col formaggio o con la pancetta. Mi riuto di assaggiare i gelati: sanno di chimico, non riesco proprio a mangiarli, soprattutto se penso a quelli artigianali che posso gustare a due passi da l Ore 20,00. Lultima cena. Chiedo di parlare col responsabile del ristorante, senza svelare il motivo della mia presenza (che cominciava a inquietare gli inservienti, che si sono visti arrivare al bancone per tre giorni di la un sempre pi grasso cronista in incognito). E un giovane alto e biondo, in camicia e cravatta cos come impone la semplicistica estetica del Mcjob (i lavori a basso grado di qualicazione, secondo i sociologi). Mi promette di arrivare fra un minuto, e invece passer mezzora e io me ne sar gi andato, con la pancia immancabilmente piena. Volevo chiedergli ogni quanto tempo il procedimento unico che rende le patatine sempre leggere e croccanti prevede di cambiare lolio, se effettivamente tengono chiusi nelle confezioni i panini cotti per al massimo 10 minuti, se linsalata fresca di giornata, se i dolci sono surgelati da unera glaciale oppure no. Gli avrei chiesto se lui, proprio lui, mangerebbe ogni giorno nel posto in cui lavora. Secondo voi? Quarto giorno: venerd 22 aprile Ore 12,20. Rifaccio il test del peso. La bilancia non mente, e lo scontrino della farmacia Valeri ne limplacabile testimone: da 80,450 a 83,700 kg. Sono aumentato di 3 chili e 3 etti in 3 giorni! Nei dpliants che si trovano in un angolino del fastfood, lobesit viene esorcizzata mostrando tabelle nutrizionali, sottolineando maniacalmente la catena di controlli e passaggi dal macello al panino, e facendo pure i salutisti dando consigli per una buona alimentazione. Io per in tre giorni sono ingrassato 3 chili. Certo, non sono tre chili di solo grasso: a forza di cibi salatissimi e bibitoni c da considerare anche una discreta ritenzione idrica. Gi alla met del secondo giorno ero entrato in uno stato di sonnolenza semiperenne, e nella sera del terzo mi sono venuti dei sospetti dolori allo stomaco. Ora sono a dieta.

Il nostro inviato tra mamme con gli al seguito, immigrati a caccia di prezzi imbattibili e tantissimi giovani. Ecco, senza strafare, come si trasformato
Alessio Mannino suoi due bambini due volte alla settimana: Quando non ho il tempo di fare la spesa o non mi va di cucinare. Secondo giorno: mercoled 20 aprile. Ore 13,10. A ora di pranzo una bolgia: si riversano studenti chiassosi alluscita dalla scuola, le solite famiglie pigre, qualche impiegato che mentre si abbuffa consulta pratiche, extracomunitari, assidui frequentatori per i prezzi a buon mercato. Oggi cambio e prendo crocchette di pollo con ketchup, e uno striminzito toast col prosciutto, tutto innaffiato dalla solita cola frizzante. Pranzo acco, non sento quella pesantezza soporifera che solo laccoppiata hamburger/patatine ti d. Ore 19,50. Questa seconda sera voglio strafare: panino con ben due fette di carne ricoperte di una succulenta salsa chiara e imbottita di cetrioli e insalata. Pi solito contorno di patate intinte nellolio fritto e bevanda gasata. Pi micropanino con letto di merluzzo surgelato e una salsa ancora pi goduriosa. Eh s: la salse sono il miglior ritrovato dei fastfood. Impossibile resistere loro. Dopo questo delirio calorico, le palpebre si fanno pesanti, la gambe stanche, insomma schiaccerei volentieri un pisolino. Noto questo rimbambimento postprandiale anche nei miei vicini di tavolo,

INGRASSATO E TESTATO. Il nostro inviato sotto controllo, pressione compresa, alla farmacia Valeri prima dellesperimento. Una dieta a base di panini e patatine ha lasciato il segno: pi di un chilo al giorno

CONDITO A PUNTINO. A sinistra: anche le insalate possono diventare bombe caloriche grazie alle irresistibili salse. A destra: i gadget sono uno dei perni dellazienda. Palloncini e bandierine celebrano il marchio

CHE MANGIO OGGI? Gi dopo pochi pasti consecutivi si avverte una sorta di dipendenza sica. Nutrirsi in questo modo una volta ogni tanto piacevole e divertente. Ma a farlo regolarmente si mettono su chili a velocit record

Pellicola a taglie forti


Il lm. Montaggio casareccio, abbuffate, vomito. Ed subito cult
1994, vigilia del 50 anniversario della McDonalds, la catena mondiale di fastfood nata nellIllinois, negli Usa, nel 1955. Morgan Spurlock, 34 anni, un americano qualunque. Armato di telecamera e di ammirevole spirito di sacricio, ha girato un lmato sulla sua esperienza di cliente sso dei ristoranti con M gialla. Per un mese ha mangiato per tre volte al giorno hamburger e patatine, scegliendo anche il formato gigante (supersize) che costa solo qualche centesimo in pi. Sdando la contrariet della danzata vegetariana e dei dottori che lo mettono in guardia dalla sua corsa allingrassamento, Spurlock alla ne del mese ha aumentato notevolmente il suo peso, ha la pressione sballata, soffre dinsonnia, suda facilmente, ha problemi dimpotenza (come ammette seccata la danzata) ed visibilmente spossato. Verso la ne della sua avventura anche la sola vista degli hamburger lo faceva vomitare sotto lo sguardo impietoso della telecamera. Super Size Me, candidato allOscar, premio del pubblico al Sundance Festival del 2004, miglior performance commerciale per un documentario dopo Fahrenheit 9/11, una di quelle opere coraggiose che andrebbero fatte vedere nelle scuole. Attenzione, per. Il lm non ha la regia ne di Corporation (il documentario sulle multinazionali di Jennifer Abbott e Mark Achbar) n la rubiconda allegria dei lavori di Michael Moore. E anche se in Europa stato presentato come una lotta contro una delle multinazionali pi potenti del mondo, lintezione del regista era quella di portare sul banco degli imputati la mentalit alimentare made in Usa dominata dalleccesso. Questo non toglie valore al lm che, anzi, ha avuto pi ripercussioni di Fahrenheit 9/11. Il documentario di Moore voleva convincere gli americani a non votare Bush nelle vicine elezioni. Conosciamo il risultato. Invece dopo il lm di Spurlock la McDonalds ha ritirato dal commercio il formato supersize e ha cambiato il men includendo pi frutta
IMPARI LOTTA. Il protagonista del lm a tu per tu con la multinazionale

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e verdura. Che ne ha fatto Morgan Spurlock? Dopo il lm ha impiegato 5 mesi per perdere gli 11 chili guadagnati. E la danzata lo ha lasciato denitivamente. i.t. & a.m.

Questo numero stato chiuso mercoled 27 aprile a mezzogiorno

la nostra

Stranieri a scuola,
Secondo lAssociazione genitori i troppi studenti arabi, cinesi e dellest europeo negli istituti pubblici rallentano le lezioni. Un atteggiamento contestato da chi fra i banchi ci lavora, come presidi e insegnanti. Che negano ritardi e parlano invece di arricchimento culturale. E della necessit di aprirsi ad un mondo senza pi conni
In fuga dalla scuola pubblica. Cos il Corriere del Veneto sintetizzava, solo pochi giorni fa, la presa di posizione dellAssociazione genitori vicentina rispetto alla sempre pi consistente presenza di alunni stranieri negli istituti statali. Una situazione che comporterebbe gravi ritardi e carenze nellattuazione dei programmi scolastici, evidentemente pensati per allievi pienamente (o quasi) in possesso della lingua italiana. Di qui la decisione di qualche genitore di iscrivere il proprio glio alla scuola privata. Un segnale di cui tener conto, visto che Vicenza si colloca al secondo posto in Veneto (dopo Treviso) come numero di studenti stranieri. Con un indice di crescita del 33 per cento dal 2003 ad oggi. Numeri importanti, destinati ad aumentare ancora. Ma soprattutto, numeri che impongono di affrontare la questione in maniera efficace e scevra da qualsiasi atteggiamento demagogico. Tenendo conto delle esigenze di tutti: dalle ansie di genitori impauriti, ai diritti di giovani oggi stranieri ma in futuro cittadini italiani. O comunque vicini alla nostra cultura e al nostro mondo. Ecco che, in questo caso, fare qualcosa di sinistra signica probabilmente continuare a lavorare per una scuola pubblica forte e capace di rielabolare in positivo (come ha sempre fatto) i mutamenti del tempo. Contro una tendenza fortemente presente in alcuni strati della societ italiana, a privatizzarla, rendendola dlite. A danno va da s di tutti noi. Italiani presenti e futuri. Cos sulla questione abbiamo pensato di sentire alcune opinioni di chi nella scuola ci vive e lavora. Come un insegnante, Piero Morpurgo, e due presidi di scuola media superiore: Zeila Biondi dellistituto Rossi e Giorgio Cor del liceo classico Pigafetta. E unintervista allo storico dellemigrazione Emilio Franzina. Per scoprire che dagli stranieri non c da aver paura. Piuttosto molto da imparare. d.l.

C chi porta i gli alle private: Tropp

Genitori assenti, tutta colpa vostra Spegnete la tv e fate leggere i ragazzi


Ho letto con un crescente dolore l'intervento dell'Associazione Genitori che prospetta una 'fuga dalle scuole' per l' incredibile (non adeguatamente documentata) invasione di studenti stranieri. E mentre percorrevo quelle righe rammentavo il tunisino che parlava cinque lingue e che ha aiutato tutti noi insegnanti a comprendere gli altri e la sua religione. Le parole che sottintendevano paura non consideravano la prodigiosa ragazza marocchina ora dirigente di un reparto industriale. L'intervento, che tradisce egoismo, nulla dice dei genitori di questi ragazzi stranieri che lavorano a ritmi massacranti. Ai genitori sospettosi interessa solo il fatuo benessere dei loro glioli. Non sanno che Lidia proveniente da un paese in guerra ha vinto a Bassano il premio don Milani. Questi signori si beano dei prodigi che fanno i loro piccoli con telefonini e playstation mentre un ragazzo croato studia anche quando suona la campanella, anche quando c' ricreazione. Si protesta contro gli stranieri e a casa si parla dialetto e non si compra un libro e tantomeno un giornale: i quotidiani servono solo per reclamare i nostri egoismi; tuttavia ai glioli bene insegnare che comperare un libro costa troppo. Cambiate tattica signori dell'Age. Nelle scuole del Veneto si promuove l'accoglienza e l'istruzione di tutti. Accettatelo. E' un obbligo di legge, giusto, un atto di carit cristiana. A tutti viene prospettato un percorso individuale: le norme sull'autonomia questo prescrivono e i programmi vanno modulati sui singoli allievi. Chi oggi allarma famiglie e ragazzi per l'invasione degli stranieri purtroppo tace sul bullismo a cui sono educati i nostri piccoli concittadini, tace sulle famiglie assenti a casa, tace sui genitori incapaci di andare in gita con i loro bambini, tace su padri e madri che non sanno spiegare ai loro glioli che lavoro fanno. Convincetevi signori dell'Age: i Vostri gli non imparano a scrivere perch in molte famiglie si odia la dura fatica dello studio. Gli stranieri non c'entrano. E' colpa Vostra. Ho conosciuto allievi, anche maggiorenni, che non ricordano il compleanno del loro pap; ho sentito ragazzi che a pranzo e a cena mangiano da soli dinanzi al televisore. E tutti questi non sono cittadini stranieri (extracomunitari come con disprezzo oggi vengono chiamati). Il disagio nella scuola oggi non viene dall'inserimento di ragazzi di paesi lontani. Sono testimone di violenze anche gravi tra ragazzi di ogni colore. In questo gli studenti stranieri imparano presto: se pestano al grido di 'glio di puttana' qualcuno avr insegnato loro questa pratica. Immagino che questi ragazzi non arrivino sapendo solo gridare 'porco maiale'. Certo ci sono ragazzi stranieri davvero difficili cos come ci sono giovani italiani educati, n da piccoli, alla violenza. Il bullismo dilaga nelle scuole elementari e sembra che la responsabilit debba ricadere sugli stranieri. Ahim come genitore per esperienza personale ammetto l'impossibilit di circoscrivere la violenza tra i banchi, violenza esercitata troppo spesso da ragazzi che stranieri non sono. Troppo comodo riversare la colpa sugli altri. Sono un genitore e sono insegnante, sono un 'montessoriano' e un 'milaniano' convinto e pertanto invito i signori dell'Age a rileggersi le pagine di don Lorenzo Milani e in particolare quella lettera dei suoi ragazzi che rimproverano quei genitori tutti preoccupati dalla necessit del 'farsi strada' dei loro glioli. Allora era il lontano 1963 quei giovani scoprirono che 'il sapere si usa al servizio del prossimo' e che a scuola 'ci si schiera sempre dalla parte dei pi deboli: africani, asiatici, meridionali, italiani, operai, contadini, montanari'. ... 'perch al mondo non ci siamo soltanto noi'. Volete il meglio per i Vostri gli? Cominciate Voi stessi a studiare e a insegnare l'amore per lo studio e per gli altri. Volete che i Vostri bimbi imparino di pi? Riempite le case di libri e leggete le Lettere di don Lorenzo Milani. E allora capirete. Piero Morpurgo

I numeri
6
Vicenza la sesta provincia in Italia per numero di immigrati (60 mila). Al primo posto Roma con 600 mila stranieri, seguono Milano (280 mila), Torino e Brescia (100 mila), Firenze (60 mila). I numeri salgono notevolmente vericando la percentuale allinterno dei singoli plessi scolastici. Qualche esempio:

34,1% 30,2% 27,4% 26%

61,6%

Scuola dellinfanzia, Istituto comprensivo di Vicenza 1 Scuola dellinfanzia direzione didattica di Schio A Secondaria di 1 grado Istituto comprensivo Montecchio 2 Secondaria di 1 grado Istituto comprensivo di Altissimo

incremento in percentuale dal 2000 al 2003

13 mila

I minori stranieri a Vicenza Fonte: prefettura Vicenza, Migrest

214 mila 283 mila

sono 213.798 gli stranieri in Veneto (+60 mila in un anno) Fonte: dossier Caritas 2004 il numero di alunni stranieri pari al 3,5% della popolazione scolastica totale nel 20032004. Alunni stranieri nelle scuole del vicentino anno 2004/2005: 14,0% Scuola dellinfanzia 11,2% Primaria 9,9% Secondaria 1 grado 4,1% Secondaria 2 grado

13,3% 9,2%

Ipssct A. da Schio Vicenza Ipsia Da Vinci Noventa

Ex Jugoslavia, Marocco, Albania

Paesi maggiormente rappresentati Fonte: Miur Direzione scolastica regionale

Sono Eddie, sogno la laur


Lo storico Emilio Franzina: Chi ora viene in Italia
nostri migranti di ne 800 e inizio 900 molti non partivano affatto da situazioni di povert e indigenza. Erano moltissimi, ad esempio, i valdagnesi operai della Marzotto che stavano bene qui, ma che negli Usa potevano prendere anche 10 volte il loro stipendio. Un altro esempio quello di Antonio Tomba, che proveniva da unimportante famiglia valdagnese, al tempo alla pari dei Marzotto, e che poi diventato il re del vino in Argentina. Insomma non tutti se ne andavano con le pezze al culo, per usare termini cari ad alcuni nostri politici; molti lo facevano per una precisa scelta economica o per intraprendenza. E anche nel caso di Eddie sarebbe lintraprendenza il motore principale della volont di emigrare: una scelta pi che una necessit. Esatto. E questo ci offre lo spunto per sottolineare come gli immigrati non sono tutti uguali. Noi invece ne abbiamo una visione indifferenziata, come avveniva ai nostri migranti che, indipendentemente da dove venivano, erano tutti etichettati Napoli. Insomma, ci vuole dire che lintraprendenza, il coraggio sono caratteristiche proprie dei migranti, o almeno di una loro parte. Certo, ed la stessa intraprendenza che spiega molti fenomeni, non sempre positivi, che oggi avvengono in Italia. Nella piccola edilizia, per esempio, sono molti gli imprenditori immigrati che chiamano a lavorare altri immigrati. E, proprio come succedeva a suo tempo agli italiani, spesso si crea una rete di relazioni anche ambigua, per cui ad esempio i principali sfruttatori degli immigrati sono quelli arrivati qualche anno prima. Questi ultimi che sono maggiormente inseriti e possiedono uno dei fattori fondamentali dintegrazione, la lingua locale diventano un sostegno per molti aspetti, dal lavoro alla casa. In questo modo, molto spesso la dipendenza si trasforma in sfruttamento. Quindi la lingua come fattore fondamentale di integrazione. Alle volte basta un niente per cambiare una condizione umana e una certa padronanza linguistica pu fare la differenza. Perch limmigrato a domanda pu abbozzare invece di rispondere. Sia chiaro, anche i nostri giovani hanno le loro difficolt: i miei studenti sono ormai praticamente analfabeti. Ma alle domande in qualche modo riescono a rispondere. Ed per questi motivi che il capomastro di cui sopra, che ha gi una certa padronanza linguistica, diventa un tramite fondamentale. A proposito, come possibile valutare lo stato attuale dellintegrazione degli immigrati nelle comunit del Vicentino? Eddie dice che in Nuova Zelanda e in Olanda la societ pi aperta, multietnica e il talento di molti immigrati pi valorizzato. In Italia gli immigrati faticano a farsi conoscere per quello che sono. E questo un problema nella vita di tutti i giorni. Nessuno pu negare che la diversit crea sconcerto, anche se, a dire il vero, dovrebbe crearne meno a loro, agli immigrati: il famoso uomo nero delle favole lui, non siamo noi. Comunque a seconda dei numeri che va giudicato il fenomeno. Come indicato dagli studiosi ma evidente anche secondo il buon senso esiste una soglia di tolleranza che si pu situare attorno al 10% del rapporto fra popolazione immigrata e quella locale. Ma evidente che nel processo di integrazione rientrano anche altri fattori, non solamente quelli quantitativi, quali la predispo-

Eddie ha 28 anni, ghanese, voleva laurearsi in economia in Nuova Zelanda ha girato mezza Europa e adesso fa loperaio conciario a Valdagno. Antonio Tomba era un valdagnese di famiglia ricca che emigr in Argentina e divent il re del vino. Due periodi diversi, due storie molto diverse ma un punto in comune: sono storie di emigranti. Due storie di cui si parlato a Valdagno nel febbraio scorso durante la conferenza iniziale del progetto Gatto Nero Gatto Bianco, organizzato dal gruppo 451. Ospiti della serata il professor Emilio Franzina, studioso di storia delle

migrazioni allUniversit di Verona ed Edmondu Bonsu Osei, detto Eddie, immigrato ghanese 28enne, che ha portato la sua esperienza di migrante e la sua vita di immigrato. Prof. Franzina, innanzitutto cosa ne pensa della storia di Eddie, dei suoi viaggi, delle sue esperienze? Lesperienza di Eddie sicuramente interessante, ma, da studioso, devo dire che non certo rappresentativa di tutti gli immigrati che sono qui da noi. Lui probabilmente era fra quelli che gi in Ghana stavano meglio di altri. E, contrariamente a quanto si pensa comunemente, anche fra i

inchiesta

risorsa non problema


I presidi: libri troppo eurocentrici e il ministero in grave ritardo
Arrivano da quasi cinquanta paesi diversi e fanno di Vicenza la sesta provincia italiana per numero di immigrati. Nel 2003 ultimo dato disponibile la Prefettura vicentina ha rilasciato 57.791 permessi di soggiorno, di cui 55.623 ad extracomunitari. Numeri importanti, che tuttavia raccontano solo in minima parte vicende e persone, gruppi sociali e culture tra loro diversissime. Che solo la nostra tendenza a semplicare riduce a mero dato burocratico. Limiti propri dei numeri, si dir. Ma basta considerare i 13.037 minorenni stranieri che abitano la nostra provincia per comprendere come molta parte dellimmigrazione in Italia abbia ormai raggiunto la fase due. Quando cio ad un immigrato, giunto nel nostro paese inizialmente solo, si aggiunge il resto della famiglia. Una condizione che cambia radicalmente la prospettiva della loro presenza in Italia. Che da temporanea, diventa permanente. Un mutamento che coinvolge profondamente le nostre scuole: al loro arrivo i gli degli stranieri nella stragrande maggioranza dei casi non hanno alcuna conoscenza della lingua italiana. Ne abbiamo parlato con due presidi: Zeila Biondi dellIstituto tecnico Rossi e Giorgio Cor del Liceo classico Pigafetta. Preside Biondi, ci sono problemi nei rapporti personali degli studenti, dovuti a culture e religioni diverse? Problemi di questo tipo esistono a livello generale per tutti i ragazzi. Anche tra i nostri alunni locali. Pensi che gira ancora il termine terrone. Il nostro obiettivo primario rimane quello dellaccettazione da parte di tutti gli studenti, del rispetto reciproco. Ma diciamolo: non ancora una realt. Certamente gli stranieri sono una ricchezza. Ma anche ed innegabile una complicazione. Uno dei lati positivi della loro presenza si pu vedere nel fatto che ci fanno riettere sui contenuti delle nostre discipline e sul modo di insegnarle, legati come siamo ancora ad una visione eurocentrica. Non si tratta solamente di acquistare libri ad hoc per le nostre biblioteche scolastiche, ma di attivare iniziative dalla periferia perch nella periferia che questa realt evi-

pi immigrati, non imparano. Ma un errore

Zeila Biondi del Rossi: Diversicare le lezioni Cor del Pigafetta: Studiare larabo e il cinese
dente. Va detto inoltre che quando parliamo di stranieri rimaniamo sempre sul generico, perch ci sono ragazzi che provengono da diversi paesi del mondo, dal Nordafrica e dalle zone balcaniche come dal Sudest asiatico. Come si riette poi questa situazione cos poliedrica al momento della valutazione? E una questione che mi sta molto a cuore perch i docenti delle scuole superiori sono preoccupati di svolgere un determinato programma e, nello stesso tempo, di essere equi nel processo di valutazione. Gli studenti stranieri rischiano di essere penalizzati ed per questo che sostengo la necessit di costruire per loro dei percorsi con tempi diversi, dove il punto di arrivo certamente il conseguimento del diploma statale ma con una operativit che tenga conto della situazione scolastica di questi ragazzi. Questo processo non potrebbe essere causa di un certo rallentamento nel lavoro e nella programmazione didattica rivolti alle classi nella loro interezza? Anche se non lo vedo cos automatico, un rallentamento potrebbe esserci, ma nel caso che ci si ostini a fare lora di lezione in maniera tradizionale, senza utilizzare quelle strategie che permettano di diversicare linsegnamento e dunque lapprendimento dei contenuti. Nel nostro istituto, ad esempio, abbiamo molte ore di compresenza e di laboratorio durante le quali sono in attivit due insegnanti per ogni classe e questo consente di organizzare gruppi di studio e di livello o quantaltro. Se ci costringono a rivedere la didattica in senso pi individualizzato e pi diversicato dentro la classe, tutto questo ben venga; se allora non c lo studente straniero che ti pu porre il problema del possibile rallentamento, esistono comunque livelli diversi di studenti. Allinterno di una classe, lo studente straniero come quello portatore di handicap (si cerchi di comprendere labbinamento) pongono dei problemi di didattica che possono essere utili a tutta la classe. Preside Cor, quanti stranieri ci sono nel suo istituto, il Pigafetta? Non molti a dire il vero: approssimativamente si tratta di una decina di allievi. Ragazzi gi in possesso di una buona conoscenza della lingua italiana? I nostri ragazzi sono in Italia da alcuni anni e arrivano dalla scuola dell'obbligo. Insomma, la lingua la sanno. Qualche anno fa invece, erano iscritti alcuni alunni provenienti da paesi dell'Est europeo privi di conoscenza della nostra lingua. In questo periodo, per affrontare certe situazioni qualora si ripresentino, in atto una convenzione con il centro di Via Bellini che si occupa di prima alfabetizzazione nella lingua per questo tipo di studenti. Qualche problema nell'integrazione tra ragazzi di culture diverse? Non mi pare. Come dicevo: i nostri allievi stranieri sono ragazzi e ragazze che studiano con protto la cultura occidentale, appartengono a famiglie gi da tempo inserite nel nostro contesto sociale per motivi di lavoro. Non esiste una situazione di disagio su cui intervenire in maniera specica rispetto a quelle che si possono vericare con studenti italiani. I nostri testi, soprattutto di discipline umanistiche ed artistiche, sono ancora legati ad una cultura italocentrica o eurocentrica. Non sarebbe meglio adeguarli alla nuova realt della scuola? Osservando l'ultima bozza di riforma della scuola secondaria sembra che l'unica cultura che debba essere studiata sia sempre e solo quella occidentale. Certo i nostri ragazzi devono avere bene chiara la loro identit. Ma in un mondo globale, non globalizzato, un confronto serio con l'Oriente, l'Europa e il mondo necessario. Nel nostro liceo abbiamo una sperimentazione linguistica. Quest'anno abbiamo proposto ai nostri studenti di valutare l'opportunit di studiare l'arabo o il cinese, ma la bozza della riforma Moratti fa riferimento solamente a lingue della comunit europea. Ci troviamo di fronte ad una grave miopia, la struttura amministrativa del ministero in ritardo rispetto alla societ e alle istanze che provengono dalle scuole. L'innovazione non appartiene al centro, ma nasce in periferia, su basi reali e concrete. Antonio Mancini

Davanti al couscous siamo tutti uguali


Gli arabi? Mangiano, bevono, si divertono, fanno sesso e, naturalmente, cucinano. Esattamente come noi. Nel fornire una motivazione alla scelta di scrivere di cucina araba, lantropologa tunisina Lilia Zaouali, nel corso di un affollatissimo primo incontro sul tema Xenos: lo straniero I veli e le paure tenutosi in Saletta Lampertico il 5 aprile scorso con i contributi introduttivi di Antonio Di Lorenzo del Giornale di Vicenza e dellarabista Elisabetta Bartuli, ha candidamente detto, in ottimo italiano, che era stufa di sentire associazioni stereotipate sullIslam tipo guerra, velo, integralismo. E cucinano, esattamente come noi vicentini, mescolando con perizia ingredienti, ma soprattutto inussi culturali: spezie che, nel Medioevo come oggi, giungevano nel Medio dallEstremo Oriente, e insieme abitudini, modalit, innovazioni, pentole e quantaltro. Che poi a loro volta provvedevano a diffondere, e non sempre per via di guerre sante: Di Lorenzo ha ricordato lambrosia arabica, il caff, trionfalmente sbarcato nella Venezia settecentesca da navi mercantili e trasformatosi in breve tempo aggiungo io: nemesi storica? proprio nellicona dellefficientismo borghese, tanto che negli Usa il suo consumo non solo tollerato, ma incentivato in tutti i luoghi di lavoro. S, proprio quel caff che nei paesi arabi aveva dovuto inizialmente superare i veti religiosi degli ulema e ci era riuscito a poco a poco nella prassi popolare, no ad essere tranquillamente accettato. Il cibo e la cultura non solo materiale che gli sottesa come specchio di tolleranza, insomma. Il pranzo sapientemente cucinato come luogo deputato allincontro, alla curiosit, allapertura verso laltro, il diverso, lo xenos, appunto. Di cui abbiamo ancora tanta, troppa paura. E proprio sulle ragioni di questa paura, sugli alibi razionali che lOccidente escogita pi o meno legittimamente per difendersene, sui riessi condizionati che ne derivano, sulle pulsioni emotive che la alimentano, sui modi inne per gestire questa paura, si sono interrogati con lucidit, chiarezza e impatto da grandi comunicatori i tre relatori che il 6 aprile il Liceo Pigafetta (e in particolare i suoi docenti Renata Battaglin, Piergiorgio Casara e Chiara Simonato) ha convocato a Palazzo Bonin Longare, sede dellAssociazione Industriali. A dimostrazione che la scuola, se vuole e quando vuole, sa farsi e bene promotrice di cultura, in questo caso giche delle razze e spostiamo piuttosto laccento sulle contaminazioni, sullarricchimento identitario e culturale dei meticciati (tutti parenti, tutti differenti). No, se trasformiamo la paura del fuori, del selvaggio, delloscuro nelle sue rappresentazioni simboliche allinterno della citt: i palazzi del potere politico, religioso, economico, commerciale, dove si celebrano i riti adatti ad ogni tempo, dallesorcizzazione del crimine tramite le pene capitali pubblicamente comminate, nel Medioevo come nella Cina attuale, alla presunta scontta del tab della morte nei miti e riti di quellicona globale della modernit che sono i centri commerciali, dove lo stordirci di merci, luci, rumori, colori ci d lillusione di un surplus di vita. No, inne, se superiamo quel differenzialismo etnico che oggi, formidabile succedaneo del vecchio obsoleto razzismo per la nuova destra sdoganata, e asettica risposta alla paura, affermando luguale dignit di tutte le etnie (le piccole patrie) e avallando per ciascuna lautoaffermazione escludente del diverso, di fatto assorbe, assolutizza e vanica il potenziale arricchente delle differenze. E questo superamento compito della politica, che deve vigilare affinch i conni non si chiudano e neppure si aboliscano in unomologante globalizzazione, ma si aprano alla curiosit, alla contaminazione, alla commisurazione delle differenze che, organizzate in sistemi, interagiscono, si modicano ininterrottamente e, soprattutto, intaccano pi o meno lentamente i nostri consolidati modelli di pensiero. Cambiano la nostra identit rendendoci pi essibili e completi. Chiss, forse a prezzo di disorientamento, di cedimento, di sofferenza viene in mente la durissima parabola politica e morale della straniera Nicole Kidman riutata, accolta e di nuovo riutata ed espulsa dalla piccola comunit nel lm Dogville di Lars Von Trier , ma verr un giorno in cui la categoria losoca e letteraria dello xenos perder di senso e di spessore. Dovrebbero rietterci gli studenti, che hanno assistito al convegno numerosi, ma svogliati e tiepidi, temo soprattutto attratti dalla prospettiva di scansare le interrogazioni del giorno dopo. E sul fatto che tematiche come questa non suscitino pi di tanto passione nei giovani invitati al dibattito. Qui centra (anche) la scuola. Mara Seveglievich

La cucina insegna Viva differenze e contaminazioni


con la collaborazione della Casa di cultura popolare della Societ generale di mutuo soccorso e la sponsorizzazione di alcune aziende private. Molto meglio del Comune, e senza elitarismi: il pubblico era eterogeneamente suddiviso fra insegnanti, genitori e studenti, solo appena intimiditi, forse, dalle blasonate referenze, anche bibliograche, dei relatori. Che hanno affrontato i temi intriganti dellequivoco della razza (il genetista e versatile scrittore di romanzi Guido Barbujani dellUniversit di Ferrara, con elegante incisivit), della paura nella citt (lantropologo Luigi Aleri dellUniversit di Urbino, con retorica efficacia), della metamorfosi della paura, energia che, trasformata e politicamente gestita, acquista senso (il losofo della politica e critico cinematograco Roberto Escobar, con piglio da brillante comunicatore), seguendo, senza volerlo, un lo rosso comune: quello della politica come catalizzatore nale della paura biologica, individuale e sociale del diverso, dello straniero, del fuori su cui modelliamo i conni a difesa e garanzia della nostra identit. Minacciata dallo straniero? No, se consideriamo linutilit sociale e politica del concetto stesso di basi biolo-

rea e lavoro in conceria


sizione culturale del paese ospitante e, come si diceva prima, la facilit di scambio linguistico. Gli studi che lhanno resa nota al grande pubblico, relativi alla storia dei migranti veneti dei secoli scorsi, possono in qualche modo aiutarci a comprendere il fenomeno attuale e, addirittura, a facilitare il processo dintegrazione? Tra la storia dellimmigrazione italiana (che arriva no agli anni 70) e quella di oggi esistono inniti punti di contatto, ma bisogna starci attenti. Perch possano risultare utili, questi confronti vanno storicizzati per bene, contestualizzati. Ma il fatto di aver gi vissuto nelle storie dei nostri antenati, le stesse vicende che vivono oggi gli attuali immigrati, non ci dovrebbe facilitare la comprensione del problema? Noi non abbiamo dei doveri particolari solo perch siamo stati protagonisti della nostra emigrazione. Certo, dovremmo essere liberi da pregiudizi e preconcetti e quindi in grado di leggere meglio il fenomeno. Ma questo non sempre succede. Anzi, spesso sono i nostri vecchi emigranti quelli pi critici verso il fenomeno. Si sentono frasi del tipo: Eh, a noi s che ci facevano penare. In effetti, vero che le condizioni erano dure. Un esempio quello delle visite mediche collettive, che, con vere e proprie ispezioni corporali, pi che qualcosa di necessario erano, a mio parere, un rito di passaggio. Ma non bisogna esagerare. Molto spesso limmigrazione dei nostri antenati considerata pi nostrana che nostra, esattamente come quei prodotti alimentari nostrani appunto che sarebbero sempre migliori di altri solo perch prodotti da noi. Tanto pi che oggi gli immigrati sono molto pi scolarizzati di un tempo, e, in alcuni casi, anche di noi (ad esempio, sulle lingue internazionali). E da questo possono nascere dei fenomeni di intolleranza particolari, come quelli verso limmigrato che usa il telefonino o che venuto qua in aereo (segni di benessere). Ma, dico io, come vuoi che venga dal Ghana, in bici? Ma allora un confronto corretto fra i due fenomeni migratori, in che modo ci pu essere utile? Innanzitutto facendoci comprendere le specicit dellimmigrazione attuale, che sono tante. Ad esempio, lesperienza di Eddie ci racconta di migranti che hanno le idee molto pi chiare, rispetto ai nostri antenati, relativamente al mondo occidentale e al paese in cui vanno ad emigrare. Grazie alla globalizzazione e allavvento della societ dellinformazione, sono sottoposti a quella che gli studiosi chiamano socializzazione preventiva, cio partono dal loro paese carichi di notizie, aspettative e conoscenze ben precise sul paese che meta del loro viaggio. Questo non avveniva certo 100 anni fa, quando i migranti delle nostre terre passavano dai monti di Recoaro ai coccodrilli del Texas senza alcun tipo di preavviso o aspettativa! Ma di peculiarit ce ne sono molte altre, come ad esempio il fenomeno delle badanti (ma solo uno dei tanti), che tipico solo di una societ come la nostra, con le caratteristiche demograche che la contraddistinguono. A proposito di demograa, lintegrazione dovrebbe essere favorita anche dalleffettivo bisogno di immigrati che il sistema ha. Certo, basti considerare che se oggi si fermasse limmigrazione attuale, lItalia subirebbe contemporaneamente il regresso demograco e il blocco produttivo, facendo rapidamente regredire il sistema. E a questo va somma-

ha spesso pi cultura di noi e dei nostri nonni

to anche un fenomeno poco noto che, nelle polemiche innite sulla presenza degli immigrati in Italia, pu sembrare paradossale. Oggi infatti lemigrazione italiana non nita, ma solo enormemente diminuita rispetto ai primi anni del secolo. Anzi, negli ultimi anni quel piccolo numero sta crescendo e molto spesso sono i nostri gli che, dopo aver studiato, vanno a lavorare allestero, dove hanno pi possibilit di successo. Esattamente come facevano un tempo i loro nonni e bisnonni. Michele Cocco

Gatto Nero, Gatto Bianco un progetto del gruppo valdagnese 451 (www.451net.org) che racconta la realt della popolazione immigrata di Valdagno. Il progetto nanziato dal Progetto giovent dellUnione europea e patrocinato dal Comune di Valdagno e dalla Fondazione Palazzo Festari. Fra le attivit cineforum, mostra di fotograe, un video sulla vita delle comunit immigrate valdagnesi e una festa multietnica in centro storico con tutte le comunit di immigrati che vi risiedono.

spunti e appunti

vicenzaabc
TACCUINO DI SOPRAVVIVENZA CITTADINA
Cose da fare e cose da evitare nella settimana che ci aspetta

Luomo dal cuore di pietra


RITRATTI Giovanni Morbin sperimenta le pi ardite forme darte VICENTINI Per esempio facendosi cementare ai muri delle case
Erica Freato Ha vissuto per sette giorni con la mano sinistra imprigionata in un mappamondo di gesso. Ha mangiato la lattuga che per qualche settimana aveva irrigato con acqua mista al proprio sangue. Si fatto murare il braccio in una vecchia casa per congiungere il corpo con quelledicio. Non un pazzo, solo ibrido. O almeno cos dice lui, Giovanni Morbin, valdagnese quasi cinquantenne, di professione artista. Uno abituato a sconvolgere labituale punto di vista con le sue estrose performances denominate appunto Ibridazioni. Spiega Morbin: Le mie invenzioni artistiche intendono porre il problema della comunicazione in modo radicale. Allargandone il concetto dagli esseri umani a tutti gli esseri animati, e perno a quelli inanimati. Nella prima azione che chiamai Bodybuilding (a Lubiana, nel 1997) il mio interlocutore era una vecchia casa. Congiungendo il mio corpo con quelledicio facendomi murare parte del braccio in una parete per otto ore, le ho dato unappendice senziente. Oppure, se si capovolge il punto di vista, mi sono dotato di un nuovo e massiccio corpo inorganico. La seconda "Ibridazione" avveniva invece con un vegetale, uno dei pi comuni sulle nostre tavole. E forse, proprio per questo, prescelto dallartista che, alla presenza di pochi testimoni, mangiava della lattuga che nelle settimane precedenti aveva irrigato con acqua mista a gocce del proprio sangue. Per riportare gravit. Le domande, a s precisava a questo punto, sorgoil proprio uido no spontanee nella vitale. Trasformente della vostra cromato per dalla nista: Perch rivoluziopotenza vegetatinare cos il suo quotiva del suolo. Un diano? Che cosa voleva azzardo, una comunicare? E sopratboutade intellettutto, come ha fatto a tuale? Macch: vivere con un pallone tutte le opere del di gesso appeso al genio vicentino, corpo per una settimasiano esse azioni na intera? Mi sono oggetti o fotograorganizzato. Ho cercae, mirano ad to di arrangiarmi nei una modicaziopiccoli gesti quotidiani, ne del comportaanche se ovviamente mento e della non ho potuto guidare! percezione, proDovevo andare a Milaprie o dello spetno alla Fondazione tatore. Partendo Manzoni (un altro arti ovvio da sugsta indimenticabile: era gestioni storiche e quello che aveva inscaculturali non protolato i propri escrepriamente note ai menti nella famosa pi. Il globo di Merda di artista. FUSIONI. Lutima performance di Morbin: una settimana con la gesso che mi ha ndr) e sono stato mano inglobata in una sfera di gesso. Ma ha anche mangiato insarecentemente costretto ad andarci in lata condita col sangue. Cerco nuovi rapporti con la materia imprigionato la treno. Ma era cos che mano sinistra doveva andare, era cos vuole ricordare limpresa spazia- navicella e and perduta. Le che doveva fuoriuscire il parale del 18 marzo 1965, quando uniche foto che ritraggono la dosso: la mano lo strumento dalla stazione di lancio Baiko- prima passeggiata nello spazio dellartista. Bene. Io ho capovolnur, lUnione Sovietica lanci la furono rubate allo schermo tele- to lottica usuale e, non usando navicella spaziale Voskhod 2. A visivo. Nel 40 anniversario del- la mano, ho fatto qualcosa!. bordo cerano il Colonnello limpresa, ho voluto ricordarla Qualcosa? Addirittura unopera Pavel Belyayev e il Sottotenente con questa performance: perci darte. Seguita da reporter e da Colonnello Aleksey Leonov. per una settimana sono rimasto fotogra non professionisti che, Questultimo, lo stesso giorno con la mano sinistra inglobata informati degli orari e dei luoghi del lancio, fu il primo uomo a in una sfera di gesso, orbitando dellimpresa quotidiana di Morsvolgere unattivit extraveico- forzatamente intorno a questa bin, hanno documentato lespelare nello spazio. Il cosmonauta specie di replica della Terra. Le rienza dellartista con scatti e Leonov passeggi nel vuoto per mie attivit ordinarie vestirmi, video, poi messi in una galleria circa 12 minuti per poi rientrare, mangiare, lavarmi, eccetera virtuale (in Internet) come se non senza difficolt, nell'abita- sono state rese difficili o impos- fossero dati relativi ad una miscolo. Della sua performance sibili da questa condizione, sione spaziale. Invece, era solo non esistono foto originali per- come lo sono, effettivamente, una missione impossibile. ch la camera si stacc dalla per un astronauta in assenza di

DAL PAPA ALLA BOTTIGLIA


SETTE GIORNI SOTTO SPIRITO
Ernesto Pirroni
Avevamo chiesto un segno, Egli ce ne ha dati due. La battaglia contro il relativismo culturista e salutista resta di minoranza, ma con un alleato in pi e un nemico in meno. Prima lelezione di Ratzinger al soglio ponticio: la vigna del Signore immagine che spalanca orizzonti messianici e salvici, di un Dio misericordioso e generoso, che dona alluomo il mistero senza ne della vite e di vini gioiosamente vitali. E non sottovalutiamo: un Papa bavarese. Da quelle parti non sono noti per lastemia radicale. Poi, la caduta nellignominia dellormai ex ministro della Salute Pubblica, quel Sirchia Girolamo, come quellaltro Girolamo, il Savonarola: confronto impari per carisma, non per pericolosit. Dopo le sigarette, puntava a svuotarci gli arsenali alcolici e a entrarci in camera da letto: tracotanza talebana, ne paga il o. A cascata, in una meravigliosa primavera dello spirito, i segni si moltiplicano anche a Vicenza. C unintera settimana per prenotare la partenza, venerd 5 maggio, per il viaggio Chianti: tra vigneti e cantine. Fine settimana con approfondimenti enogastronomici, culturali, ricreativi e ludici nel cuore della Toscana, nel morbido paesaggio della Val dElsa percorso da vigneti, olivi e lari di cipressi. Il cuore si commuove, il numero di telefono per iscriversi 0444.303001. Venerd 29 alle 23 il Lynx Club di via Quadri propone Alternative nation party, musica alternativa (a cosa?), ingresso con tessera Arci. Il che non impedisce di presenziare, ore 21, alla Societ Alpinisti Vicentini, alla proiezione di diapositive 50 anni di alpinismo. Un altro segno del destino sabato 30, alle 17, nella Sala degli Stucchi di Palazzo Trissino: se persino gli austeri Pomeriggi musicali si lanciano in un programma dal titolo Bacco, Tabacco e Venere, davvero il vento sta cambiando. Con gli allievi del conservatorio Pedrollo, ingresso libero. Domenica 1 maggio, tripudio di salutismo. Gita in bici con partenza ore 7 e pranzo al sacco (tel. 0444.323428); Camminata paesaggistica con partenza alle ore 9 e spuntino in agriturismo (tel. 339.8688783); e Trasimeninbici, giornata lungo il lago, preiscrizione obbligatoria (tel. 0444.526021). Luned 2 maggio, al Sert di contr mure S. Domenico, alle 20, prima di cinque serate: Corso per smettere di fumare. Costo 36,15 (sic!) euro. Danaro altrimenti investibile in dieci pacchetti. Certamente meno deprimente lincontro Sovana: le necropoli rupestri, chiesa di S. Caterina, ore 21, per il ciclo I grandi monumenti funerari. Ingresso libero. Gioved 5 maggio, dalle ore 20, Ernesto Pirroni incontra avvenenti fanciulle, et 1838 anni. Presso la sua dimora. Inviare curriculum e foto allindirizzo email qui sotto. Astenersi astemie radicali, perditempo benvenute. Ingresso su prenotazione. Scrivi allautore a: ernestopirroni@yahoo.it

Associazioni didee

MULTIVISIONI

di Giuliano Cor

Etico, bio, multiculturale: le nuove frontiere del turismo


Provate ad immaginare di visitare lOutback australiano in una 4x4, insieme a due tedeschi, un francese e uno svizzero. Oppure di viaggiare per due settimane negli Stati Uniti in un furgocino munito di tende e approvigionamenti. E immaginate che questa avventura sia completamente organizzata da un ufficio di Vicenza, per la precisione lufficio del Centro Turistico Giovanile e Studentesco (contrada del Quartiere, 24; tel: 0444323864). Questo possibile poich il Cts e lunica agenzia di viaggi Italiana che, insieme a dei tour operator allestero come Trek America e Lets Trek Australia, organizza viaggi avventura per gruppi internazionali. Aperto a studenti e non, lorganizzazione attrae soprattutto viaggiatori tra i 20 e i 35 anni. Le destinazioni predilette sono il Mar Rosso, il Messico, Cuba e in modo crescente la Tailandia e lAustralia. Il vantaggio principale che lufficio si incarica di trovare le tariffe pi convenienti e di effettuare le prenotazioni, mentre il viaggiatore si d da fare a sognare la sua vacanza e preparare le valigie. A parte i viaggi avventura, il Cts organizza direttamente vacanze sia in Italia che allestero. Viaggi studio, Vacanze Natura, Trekking sono alcune delle proposte che si possono trovare nelle guide Cts. I corsi di lingua sono organizzati per ragazzi dagli 8 anni in su. Per i pi piccoli garantita la presenza di un accompagnatore permanente nel paese straniero. Per i maggiorenni possibile condividere un appartamento con studenti di varie nazionalit. In quanto alle vacanze Natura, sono parte integrale dello spirito dellorganizzazione. Nello statuto del Cts sottolineata limportanza del rispetto per lambiente e la cultura delle zone visitate. Le Vacanze Natura ricadono nellambito dellecoturismo. Consistono nellunione di vacanza e volontariato per programmi come lavvistamento di delni o il controllo dei siti di nidicazione delle tartarughe nelle isole del mediterraneo. Lorganizzazione offre inoltre weekend di trekking nei parchi con guide esperte, come la Pasqua coi lupi nei parchi dellAbruzzo. Un elemento centrale nellattivit del Cts la sensibilizzazione al turismo reponsabile. A questo scopo sono stati creati dei dpliant informativi che incoraggiano i viaggiatori al rispetto, la prima cosa da portare con s. Inoltre, un paio danni fa, lassociazione ha girato uno spot che mostrava un masai che riportava una bottiglia di plastica vuota ad una turista milanese, poich laveva dimenticata in Africa. Se da un lato il Cts incoraggia il turista a comportarsi con rispetto, dallaltro gli offre una serie di agevolazioni. Per prenotare tramite lufficio necessario pagare una quota associativa. Come risultato il socio gode di sconti in alcuni cinema, videostore e biblioteche. Insieme alla tessera Cts si riceve (a scelta) la Isic card, ovvero lunica carta per studenti riconosciuta in tutto il mondo, o la Carta Giovani Europea. Avendo viaggiato in Australia lestate scorsa, ho apprezzato il valore della Isic card, che mi e servita da chiave magica. Lho usata per entrare in tutti gli ostelli e per poter fare kayak coi delni. In pratica per usurfruire del Cts basta conoscere un sito internet, un indirizzo, informarsi sulla destinazione e pensare al tipo di vacanza che si vuole fare. Una volta fatta una vacanza con questa organizzazione si rimane fedeli. La mia esca stata una vacanza studio a Nizza con tanto di compagna di stanza da San Francisco e concerto jazz tra gli ulivi. Per ora sfoglio i cataloghi che mi hanno dato, ma entro lestate prossima una vacanza con le tartarughe me la farei volentieri. Laura Stratta

Bergman, Mann, Levinson: buoni motivi per scegliere il canale di Fede

Tre volte caduti nella quarta Rete


in tiv
mercoled 4 Luovo del serpente, Rete4, 02,25 (RftUsa, 1977, di I. Bergman, con D. Carradine) A Berlino, nei primi Anni Venti. Una disperata Sodoma e Gomorra, immiserita dalla scontta e dallinazione, dove con ogni mezzo alcol, droga, sesso sfrenato le persone cercano di esorcizzare la vergogna del passato e langoscia del futuro, tra i primi fermenti immondi di antisemitismo e nazismo. Come, osservando in trasparenza luovo del serpente, si pu vedere il mostro che ne uscir, cos, osservando questa societ, possibile scorgere lorrore che essa sta per partorire. Assolutissimamente imperdibile. venerd 6 Lultimo dei mohicani, Rete4, 21,00 (USA, 1992, di M. Mann, con D. DayLewis) Nelle guerra che, nella seconda met del Settecento, oppose Inglesi e Francesi nellAmerica del Nord, vennero coinvolte anche le locali trib indiane, con esiti per loro tragici. Dal bellissimo romanzo di J. Fenimore Cooper (1826) un lm solenne e sontuoso, nostalgico e puro. Assolutamente mirabile il senso musicale di Mann, che orchestra le due imboscate come due coreograe. Rigorosi e commoventi i contenuti antropologici e, per le femminucce, Daniel DayLewis mai cos bello. Sesso e potere, Rete4, 23,20 (Usa, 1997, di B. Levinson, con D. Hoffman e R. De Niro) Per nascondere uno scandaletto sessuale, un Presidente Usa (dj vu?!) si inventa una guerra inesistente, fabbricata solo dalla televisione, per distrarre lattenzione degli elettori a pochi giorni dalle elezioni. Questa lAmerica, potremmo dire malignamente. E ci andrebbe anche bene, se non ci fosse chi, per gli interessi personali suoi e della sua banda, una guerra assassina lha scatenata davvero.

su satellite
domenica 1 Non ti muovere, Sky, 15,00 (Italia/Spagna/Gb, 1946, di e con S. Castellitto) E difficile non avercela col cinema italiano vedendo cose come questa, una soap melensa ed insopportabile, esagerata e retorica, in cui un medico, meditando al capezzale della glia rievoca la propria passione per una barbona sottoproletaria. Un prodotto popolare, infarcito di musica pop ruffiana e tonitruante. Castellitto (che Dio gli perdoni il suo recente Maigret in tv) una delle sciagure del cinema italiano. luned 2 21 grammi, Sky, 18,30 (Usa, 2003, di A.G. Inrritu, con S. Penn, B. Del Toro, N. Watts) Tre persone, cui destini sono legati da un incidente stradale. Ognuno dei tre, per mezzo degli altri e con gli altri, segue un suo percorso di ricerca del senso dellesistenza, che non per tutti trover una conclusione positiva. Film di grandissima eleganza, di profondissimo dolore esistenziale e di intensa riessione losoca. Strepitosi tutti gli interpreti, raffinatissimi il montaggio e la fotograa sporca, che par voglia farci avvertire la fragilit di quelle esistenze. Semplicemente stupendo. marted 3 Il cacciatore, Studio Universal, 21,05 (Usa, 1978, di M. Cimino, con R. De Niro e C. Walken) Pochi lm ho amato con tutto il mio cuore come questo. Nonostante sia basato su un assunto sostanzialmente reaganiano ('Siamo un Grande Paese, abbiamo sbagliato, ma comunque ci rimboccheremo le maniche e ce la faremo, Dio salvi l'America), tuttavia come forse nessun altro lm di guerra Il Cacciatore ci racconta della distruzione dell'anima che la barbarie della guerra opera non solo nelle vittime, ma anche nei persecutori. Tragico canto antimilitarista, poema dolente sull'amicizia, per me uno dei pi bei lm del Novecento. Assolutissimamente imperdibile.

INCUBI IN INCUBAZIONE. Terribile e bellissimo, Luovo del serpente di Bergman ci mostra una societ malata che sta per partorire il pi grande male del Novecento

al cinema
Non desiderare la donna daltri (S. Bier, Danimarca, 2004) Michael, militare di carriera, viene catturato in Afghanistan. Costretto a compiere unatroce violenza su un altro prigioniero, pena la sua stessa vita, torna in patria distrutto, incapace di normali rapporti umani. Purtroppo, al di l della vicenda personale di Michael e della sua famiglia, il lm non dice assolutamente nientaltro, chiuso com in una visione troppo intimistica. Lo stile narrativo insistentemente insegue i particolari, li enfatizza, ne riempie lo schermo con primi piani soffocanti, che forse, nellintenzione della regista, dovevano conferire profondit alla vicende, e che invece accentuano ancor di pi il loro carattere individuale e personale. Stupida traduzione del titolo, che vorrebbe suggerire qualche storia sporcaccioncella, a fronte delloriginale e misurato Fratelli.

in edicola
Cyrano de Bergerac (JP. Rappeneau, Francia, 1990) In edicola in questi giorni (Film da Oscar), quella che forse la pi intensa interpretazione del grande Depardieu (affiancato da una dolcissima Rossana e da un nobile De Guiche) e certo la miglior versione lmata mai realizzata del capolavoro immortale di E. Rostand. Linguisticamente corretta per lottima traduzione del testo originale e per le scene lunico Oscar che ebbe fu per i costumi di F. Squarciapino servite da una fotograa che denire magica davvero poco (guardate, durante lassedio, la selva di lance, evidentemente ispirata a Paolo Uccello). Cyrano lo stereotipo sublime delleroe perdente, scontto dalla volgarit e dalla bassezza umana, la cui scontta ha tuttavia unincomparabile nobilt e bellezza. Non vergognatevi, se durante la visione vi verranno le lacrime agli occhi.

speakers corner
1 maggio al femminile

Donna e lavoro, la rivalsa delleterna essibile


Un tempo era un disvalore, oggi un vantaggio. Ma a che prezzo
Elastiche, per necessit o virt, le donne lo sono sempre state. Per grande capacit di adattamento, o eclettismo innato. Il lavoro delle donne da sempre ha queste caratteristiche: intermittente, aleatorio, in altri termini precario.
Parlare di lavoro a partire dallessere donne signica centrarsi sulla dimensione della soggettivit, dare spazio alla dimensione individuale. Una soggettivit che, spesso, tra le donne assume la forma di racconti nel tono della condenza tra amiche. La scelta femminile del lavoro retribuito diviene parte del progetto di vita e comportamento comune, trasversale alle diverse appartenenze socioculturali, indicativo dellevoluzione del mercato del lavoro e della sua articolazione. Per le giovani donne, in particolare, parlare di lavoro signica confrontare esperienze molto incerte. Mi racconta Chiara (la chiameremo cos, ha 26 anni e una laurea): Questo un lavoro? Non ne so gli orari, i tempi e le modalit dei pagamenti..., i gesti sono visti solo da me, il lavoro si svolge, talvolta, alla presenza di nessun altro, in un luogo che non una fabbrica, non un ufficio, ma che un bar, una casa, unauto. Nellera del lavoro essibile la fabbrica e lufficio si sono dissolti. Abbiamo perso la presenza dei colleghi, delle compagne di scrivania a cui chiedere un consiglio, con cui bere un caff. Flessibili, per necessit o virt, le donne lo sono sempre state. Per grande capacit di adattamento, o eclettismo innato. Il lavoro delle donne da sempre ha queste caratteristiche: intermittente, aleatorio, in altri termini essibile. Per femminilizzazione del lavoro non sempre si intende la diffusione di modalit di cura e di relazione, ma al contrario informalit, deregolamentazione, incertezza. Il lavoro povero genera, a sua volta, condizioni di svantaggio aggiuntive. Le giovani lavoratrici, oltre a essere presenti nelle professioni a cui corrispondono bassi livelli retributivi, sono anche maggiormente esposte a rapporti di collaborazioni pi volatili rispetto agli uomini, che produrranno, nel tempo, verosimilmente anche rendimenti pensionistici molto poveri. Il lavoro povero, inoltre, mette in moto un devastante meccanismo di autoriproduzione: chi non ha un reddito sufficiente non in grado, spesso, di formarsi e cambiare conseguentemente la propria condizione nel mercato del lavoro, se non ha una rete parentale di sostegno. Chiara e le altre giovani donne con cui discuto di lavoro hanno la percezione netta di pagare un costo elevato in termini di progetto di vita. La loro realt lavorativa caratterizzata da periodi di sottoccupazione e periodi di sovraoccupazione. Sono costrette ad accettare pluricommittenze al ne di ridurre il rischio di sottoccupazione e per aumentare il reddito. Tutto questo si traduce in rinuncia di progettualit sia in termini di uscita dalla famiglia di origine che in termini di scelta di diventare madri. Sono insoddisfatte, vivono con disagio leventualit di cambiare continuamente posto di lavoro. Risulta estremamente rilevante la presenza di una rete familiare per sostenerle e assisterle (ad esempio nellavallare richieste di mutui o di affitti, per la cura dei gli). La presenza della famiglia di origine rende la posizione pi sostenibile, ma evidente che esistono disuguaglianze e differenze di opportunit dovute alle differenti provenienze socioeconomiche amplicate da una limitata rete di protezione sociale pubblica. Il tempo inuenza in modo rilevante la partecipazione e la qualit della presenza delle donne nel mercato del lavoro. Infatti, la necessit di conciliare tempi e carichi di lavoro familiare con quelli professionali rimane ancora oggi, principalmente, a carico delle donne. Anzi, si pu sostenere che, in conseguenza del progressivo invecchiamento della popolazione, si pensi alla presenza di un genitore o di un parente anziano in famiglia, il problema della gestione del proprio tempo di vita sia ulteriormente acuito. La realt evidenzia che, accanto alla doppia presenza nel lavoro di cura e per il mercato, le donne pi giovani scelgono la presenza alternata in base allet dei gli o al proprio ciclo di vita, rinviano la scelta di maternit o sperimentano la multipresenza in pi lavori essibili contemporaneamente pur di non uscire dal mercato. Si adeguano i progetti con la realt delle opportunit di lavoro e ci si accontenta di lavori meno remuneranti e meno coerenti con i percorsi di studio e di formazione. Vale la pena di capire meglio, comprendere la rilevanza dei cambiamenti che porta con s la essibilit nelle soggettivit di ciascuna e di molte. Da pi parti si sottolinea come stia avvenendo una sorta di mutamento antropologico. La precariet delle vite, la frammentazione dello spazio e del tempo porta a stili di vita non ancora chiaramente visibili, ma fortemente presenti nellidentit delle giovani donne. Un esempio: in un saggio di circa venti anni fa Carmen Leccardi descrivendo alcuni esiti di ricerca sulla costruzione del progetto di vita, evidenziava come le ragazze avessero una percezione del tempo futuro collocata su un orizzonte a breve (un anno, sei mesi); non spingevano lo sguardo pi in l per immaginare quale vita futura costruire. Diverso il comportamento dei loro coetanei maschi: orizzonti ampi e lontani, spazio per immaginare esperienze di vario tipo, di studio, di lavori vari, lo scorrere di una carriera, la costruzione di una famiglia e poi Per il mercato del lavoro questa differenza veniva valutata come un disvalore che penalizzava le ragazze. Orizzonti brevi, progetti limitati, ambizioni ridotte, vite connate in dimensioanche attraverso il lavoro non hanno lo stesso signicato che avevano per le ragazze di venti anni fa. Identit e reddito si separano no a divaricarsi e molte riescono a sopportare lavori in cui poco si riconoscono. Decidono di abbassare ogni identicazione e attesa di soddisfazione, per non mollare, per tutelarsi Lo sviluppo di aspirazioni, di costruzione di identit vengono collocate in una dimensione pi personale, delegandole ad una socialit giocata esternamente allambito lavorativo, in una dimensione che contemporaneamente soggettiva e condivisa nel mondo degli affetti (famiglia, amici, partner). Chiara mi fa riettere: sono una donna adulta, appartenente alla generazione delle madri di queste ragazze, faccio parte delle lavoratici cosiddette della doppia presenza che con fatica quotidiana vivono la loro identit sul piano del lavoro di cura, ma anche sul piano del lavoro come spazio di assunzione di ruolo pubblico, esterno, di realizzazione soggettiva. Anche per me il tempo esplode, non si tratta pi di doppia presenza, ma di multi presenze, frammenti, movimenti di avvicinamentoallontanamento che chiedono sempre maggiori energie emotive e cognitive. C anche un tempo senza denaro, della gratuit che sta scomparendo..e mi manca. C una crisi del tempo come misura del valore (non pi il tempo la categoria che misura il valore). Non so pi qual il tempo di lavoro. Chiara mi dice: Qual e quale sar il contenuto del mio lavoro non chiaro e quindi non so quanto tempo lavorare: il tempo mi angoscia, ormai scontato che i cellulari devono essere accesi sempre, se lo spegni viene considerata una sorta di scorrettezza professionale. A Chiara cerco di spiegare che il lavoro ancora fonda lidentit e d accesso alla cittadinanza. Il tempo di lavoro loccupazione di spazio mentale e sico determinato da altri, circoscritto, ma non solo. anche creativit, passione, scambio. Chiara mi risponde: La duttilit, la sensibilit femminile si irreggimentano nella essibilit, labilit nelle relazioni diventa abilit nello sfruttamento altrui e proprio, la fantasia, detta creativit, rende produttivi i mercati, ma dove vivi? Che dire? Rispondo: Credo che prima di tutto sia possibile prender la parola. Come gi in altri periodi della storia una strategia per resistere a cambiamenti non scelti, raccontare, descrivere, mettere altre/i a parte di una vicenda, di unesperienza, dare la propria interpretazione di quel che si vive. Si pu. Per capire, per resistere ad una essibilit che ci rende duttili senza che siamo protagoniste. Voglio ancora crederci. Buona festa del lavoro a tutte. Francesca Lazzari

Ancora sul voto Analisi. Perch anche il Veneto va verso laddio a Berlusconi

Vinceremo nel 2010


Ma tempo di dare allUlivo unimpronta pi moderna e meno legata ai partiti tradizionali
Sui risultati delle regionali molto stato detto e scritto. Vorrei anch'io aggiungere le mie considerazioni dal punto di vista di chi ha solo distribuito materiale elettorale senza essere entrato nel merito della campagna. Il risultato stato, in quasi tutto il paese, superiore ad ogni aspettativa con l'esclusione del lombardoveneto che, pur rimasto alla destra, ha sensibilmente migliorato le nostre posizioni. La nostra regione sempre stata un po lenta nel reagire agli stimoli; ricordo che il 68, a Vicenza e nelle altre citt venete, si fece sentire verso il 74/75. Ho quindi fondate speranze che il post Berlusconi ma anche il post Lega, verso il 2010/2015 si realizzi anche da noi. A dire il vero, un segnale, in anticipo sulla tabella di marcia, c' stato proprio a Vicenza; il candidato Carraro ha, pur di poco, superato il riconfermato Galan. Alle prossime comunali potrebbe essere che....ma non approfondiamo. Non mi pare che i risultati possano essere equiparati in tutte le regioni ma una costante sicuramente la protesta antiberlusconi. Ora viene per la parte pi difficile: dare concretezza e articolare bene la Federazione allargandola stabilmente a tutte quelle rappresentanze di comitati ed associazioni che sono un termometro , unitamente ai partiti, delle istanze degli elettori. All'interno poi della Fed alcune cose andranno registrate. Non infatti possibile che un candidato come Claudio Rizzato, premiato da 10150 preferenze ( ripetto alle 4600 con le quali venne eletto la prima volta) non abbia avuto un posto in Regione. Il pi che raddoppio dei consensi st a signicare che il lavoro degli ultimi 5 anni stato apprezzato e riconosciuto, ma i meccanismi elettorali hanno le loro ragioni che la ragione non sempre comprende. Non voglio qui esprimere alcun giudizio essendo le varie ragioni assai diverse e anche perch a queste cose son morto e sotterrato. Il fatto che se le omogeneit tra i soggetti della Fed fossero pi accentuate il futuro vedr anche questo, eleggere un candidato di un qualunque partito o della societ civile, non farebbe alcuna differenza in quanto rappresenterebbe tutta la coalizione; ora per le appartenenze sono ancora troppo caratterizzate e la cosa non agevole. Ho ducia che con il tempo e con gli aggiustamenti, sicuramente necessari, le cose si sistemeranno. Mi spiace che l'onorevole Trupia abbia espresso un giudizio negativo sui risultati degli "Uniti nell'Ulivo": Anche se alle regionali vi stato un piccolo calo rispetto alle europee, si tratta di dati non omogenei e comunque non agevolmente comparabili. Il segretario Fassino, leale e forte supporter di questa Federazione, all'ultimo congresso ha ottenuto, anche su questo progetto, l'80% dei consensi, e l'iniziativa andrebbe sostenuta. Su base quasi nazionale la Federazione ha ottenuto circa il 34% dei consensi rispetto al 31,1 delle europee. Nemmeno questi sono dati omogenei ma qualche cosa vogliono pur dire. Anche il disappunto di Daniela Sbrollini comprensibile ma non del tutto giusticato dato che le numerose preferenze al candidato Ds sono una bella realt. Forse gli accordi, prima della campagna elettorale, non erano cos granitici come avrebbero dovuto. Qualche giorno fa, su un quotidiano nazionale, apparsa una notizia che ha molto rincuorato noi riformisti. A ne dicembre scorso Prodi, quando la sua idea di una lista unitaria della Federazione dell'Ulivo sembrava oramai caduta, se ne era tornato sconsolato a Bologna. Ora questo progetto non lo mette pi in discussione nessuno ( tranne qualche irriducibile), perch stato un successo per tutti i partecipanti. Adesso, dice Prodi, bisogna attuare quanto deciso: nei prossimi giorni verr messo in atto lo statuto della Federazione e si incomincer a lavorare , in modo sempre pi coordinato, a livello regionale e nazionale. Ogni progetto, anche il pi attraente, se non supportato da strutture organizzative, fa poca strada. I cittadini per l'Ulivo stanno attendendo di conoscere le disponibilit dei vari segretari della Federazione e dei rappresentanti delle varie associazioni, per il primo incontro provinciale sulla costituzione del nucleo previsto dallo statuto nazionale. Ci sono entusiasmo e buone prospettive. Ci auguriamo che tutti, da subito, vogliano prepararsi a quegli appuntamenti che, viste le arie che tirano, potrebbero anche essere anticipati. Adriano Verlato

n i ristrette. Oggi servono capacit di immaginare e di progettare essibili, gli orizzonti di tempo sono per tutti pi brevi, dai mercati azionari in poi. Cos quello che era un disvalore muta di segno e acquista rilevanza, considerata una qualit della postmodernit. Oggi la societ chiede e premia quelladattabilit, quella disponibilit a costruire identit e progetti a breve scadenza. Ma le giovani donne riconoscono questa come unabilit? Se questo un valore per il mercato essibile, cosa diventa la essibilit nelle vite individuali? E vissuta come un disagio o come una opportunit ? Mi racconta Chiara: Il modo di lavorare non ben denito ( cambio spesso ambiente, mansioni, progetti) mi fa sentire pi sola, mi riesce difficile affezionarmi alle persone, ai luoghi, alle comunit, anche a unimpresa . Mi rende insicura. Vivo un malessere professionale, personale e familiare, un sentimento di assenza che riguarda tutti gli aspetti della mia vita, ho sperimentato per la prima volta un senso di isolamento. Come Chiara molte altre ragazze mi parlano della difficolt di ritrovarsi sole e del percepirsi isolate: Ci omologhiamo nel linguaggio e nei prodotti al modello prevalente invece di differenziarci. Siamo intrappolate in una sorta di individualismo esistenziale invece di dar corso alla creazione di legami duciari, diamo spazio, anche inconsapevolmente, alla cautela, alla diffidenza. E ancora: Messe in competizione dal mercato, siamo in concorrenza con i compagni/e di lavoro, impossibile instaurare legami fatti di ducia e solidariet, rischiamo ogni giorno di essere sempre pi ciniche e opportuniste; abbiamo imparato, anche senza averlo scelto, a trattenere il desiderio di creare alleanze nei luoghi del lavoro essibile. Le giovani segnalano con forza come la precariet di lavoro non debba coinvolgere la loro vita, la loro esistenza: il lavoro fornisce un reddito, scarso perch precario, mentre lidentit si costruisce altrove, al di fuori del lavoro. Ruolo professionale, vocazioni e identit non si sovrappongano, frasi come mi realizzo nel mio lavoro, il mio progetto di vita passa

Palliativi ecologici

Vicenza, datti una scossa


2 bus elettrici sono lunica risposta del Comune allo smog. Ecco da dove cominciare
Evviva i minibus a impatto ambientale zero. Ma sono una goccia nel mare del malessere cittadino. Tanto pi se vengono impiegati nel posto sbagliato.
Vicenza ha accolto con soddisfazione i due nuovi bus ecologici a trazione elettrica che collegano i parcheggi esterni con il centro. Questo, anche se insufficiente va nella direzione giusta. Certo ci sono voluti anni di proteste dei cittadini ed indici di inquinamento allarmanti per far decidere lAim e lAmministrazione a fare questo acquisto. Ma i percorsi cui sono destinati attualmente non sono quelli pi logici e utili alla nostra inquinatissima citt. Eppure il nostro Gruppo Consiliare in Circoscrizione aveva ricevuto precise promesse in questo senso, rafforzate anche dalle recenti dichiarazioni dellAssessore alla Mobilit Cicero alla stampa. Gi nellottobre scorso il presidente della Circoscrizione 1 di Vicenza (Centro storico )e la maggioranza di centrodestra avevano approvato un progetto di riduzione del transito dei Bus in centro: progetto ampiamente pubblicizzato perch avrebbe ridotto al minimo i problemi di impatto ambientale derivanti dal passaggio dei mezzi di trasporto pubblico piu inquinanti e ingombranti. Ma anche questo progetto, fortemente criticato dalle opposizioni in quanto rappresentava un mero palliativo ad una situazione insostenibile, rimasto no ad oggi lettera morta. Per tali motivi chiediamo allAmministrazione e allAim che i due Bus ecologici vengano immediatamente adibiti al servizio nelle linee che attraversano il centro storico della citt. Inoltre vogliamo sapere quando verranno acquistati gli altri mezzi promessi affinch venga attivata al pi presto la tanto attesa linea circolare interna alle mura antiche. Siamo convinti che per liberare il centro storico dalla morsa delle auto occorra attivare al pi presto le famose telecamere piazzate negli ingressi della Zona a Traffico Limitato, la cui messa in funzione ormai diventata una telenovela. Lassessore Cicero infatti, ancora nel settembre dellanno scorso, assicurava che dopo tre anni di attesa il sistema di controllo di ingresso nella zone a traffico limitato mediante telecamere, sarebbe stato omologato e messo in funzione entro ne 2004. Purtroppo anche questa promessa stata disattesa e dobbiamo perno registrare linspiegabile sparizione di alcune telecamere. Cogliamo loccasione per lamentare come consiglieri della Circoscrizione 1 linsensatezza dei blocchi stradali delle auto limitati alla sola zona centrale, che penalizzano gli abitanti del centro intrappolati nella zona rossa, mentre tutto il resto della citt circola vorticosamente. Si adottino misure strutturali come la circolare elettrica e si mettano in funzione le telecamere: ne beneceranno i polmoni dei residenti del centro sollevati anche dalla frustrazione di essere gli unici a pagare con i blocchi stradali. Maurizio Cucchiara

a ruota libera
GENERATION

vicenzaabc
CULTURE CLUB
la cultura che funziona

colonna under 18

Casin Royale

Che noia James Joyce molto meglio i ragazzi dello zoo


Cosa leggono i ragazzi oggi? Tra i best seller vanno forte le riscoperte
Quel ramo del lago di Como o Nel mezzo di cammin di nostra vita? Sono gli incipit pi famosi dItalia, che tutti, costretti a imparare a memoria in giovent, trentanni dopo propinano a noi gli e nipoti. Che ahim, lo sappiamo meglio di loro. Perch contrariamente ai clich che ci vogliono appassionati solo di cellulari, noi giovani leggiamo. E molto anche. Abbiamo stilato, con un piccolo sondaggio al liceo Pigafetta, una classica dei libri preferiti di questo periodo. Al primo posto c' Il codice da Vinci di Dan Brown. In molti lhanno letto solo per curiosit, spinti dalle critiche osannanti. Ma parecchi, notando le incongruenze, ne sono rimasti delusi. Secondo posto al best seller Il nome della Rosa, di Umberto Eco. Le parti pi entusiasmanti sono le disquisizioni losoche del monaco Guglielmo da Baskerville sullimportanza che hanno per Aristotele le risate. Non c invece nulla da ridere se si legge Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, che conquista il terzo posto. Il libro, alla 25ma edizione, racconta la storia di droga della quattordicenne berlinese Christiane, sempre attuale nonostante risalga a 30 anni fa. Al quarto posto, il libercolo Tre metri sopra il cielo, che deve la sua fama e le sue vendite allaltrettanto insignicante lm da cui stato tratto. Un libro tratto da un lm; proprio vero che il mondo gira al contrario. Trama asttica e personaggi macchiettistici, ma appassiona limprobabile storia damore tra i due protagonisti. Quinto posto a pari merito tra i fantasy Il signore degli anelli e Harry Potter. I lm hanno invogliato anche chi non aveva letto i libri: Il signore degli anelli conta pi di mille pagine. Ed ecco i 3 libri che invece ci fanno leggere e che dovremmo riutarci di: 1) Orgoglio e pregiudizio, delirante romanzo maschilista di Jane Austen che sottintende, per le donne, il principio sposarsi o farsi suora. Barocco e inequivocabilmente ottocentesco. 2) I gialli di Agata Christie. Ma chi ci crede, che un signore impomatato riesca a risolvere i casi usando solo le sue celluline grigie? 3) LUlisse di James Joice; libro senza punteggiatura: lautore segue il libero corso dei suoi pensieri, e li riporta senza punti n virgole che potrebbero interrompere il usso. Idea bellissima, ma lettura impossibile: ci si arena dopo poche pagine. Giulia Turra

Pubblico e passaparola premiano il festival dei corti

Vicenza nel caos: tutti contro tutti nellincubo della C


Matteo Rinaldi Era il 25 novembre 2004 quando il neo presidente Sergio Cassingena annunciava trionfante di aver rilevato il Vicenza dagli inglesi. Sono passati solo cinque mesi, ma se il boss del gruppo Sisa supermercati potesse tornare indietro lo farebbe di corsa. Le cosce dei calciatori, ahilui, sono pi complicate da gestire delle cosce di pollo e tacchino. In caso di crisi non si possono neppure mettere nellangolo delle offerte speciali per tenere a galla i conti. Con il calcio si affonda. E il primo ad andare sotto, come nelle navi di un tempo, chi sta al timone. Che Cassingena non avrebbe avuto vita facile lo sapeva lui per primo. Perch dietro alle dichiarazioni ufficiali a motivare il suo acquisto ("Compro il Vicenza per passione, sono da sempre legato a questi colori") il neo presidente ha ragionato da imprenditore. Un imprenditore oggi compra una squadra di calcio essenzialmente per due ragioni. La prima: ottenere visibilit. La seconda: guadagnare. La prima strada la pi lunga e tortuosa, ma anche la pi ricca di soddisfazioni. Si acquista una squadra di calcio anche lavorando in perdita, usandola come un chiavistello per per entrare un po alla volta nelle stanze del potere. Antichi presidenti percorrevano questa strada alla grande. Ricordate tal Costantino Rozzi da Ascoli, di professione costruttore? Perdeva pure qualche lira con il calcio, ma ne guadagnava a palate costruendo stadi. C chi, negli ultimi anni, andato oltre e ha usato la presidenza di una squadra per buttarsi in politica. Non serve far nomi. La seconda strada, quella che porta al guadagno, la pi difficile ma anche lunica che pu aver davvero spinto il nostro Cassingena: trasformare il Vicenza in un affare, seguendo le orme dei tanti che hanno preso in mano realt di provincia e sono riusciti a valorizzare qualche buon giocatore per poi venderlo a peso doro. O a portare lintera societ in serie A e buttarsi cos nelloasi milionaria offerta da Sky e dalle tiv digitali. Invece, cinque mesi dopo i sogni di gloria, Cassingena si trova a fare i conti con tuttaltra realt. La serie A? Lasciamo perdere: il futuro del Vicenza fa paura. Quasi quanto i suoi bilanci.

Da 100 spettatori della prima serata ai 400 dellultima Lassessore: E ora anche nelle scuole
Il festival cinematograco Trs Courts a Vicenza per un ne settimana ha trasformato la citt nella capitale italiana dei cortometraggi. Successo crescente nellarco delle tre giornate di incontri e proiezioni, segno di un passaparola decisamente positivo: dal centinaio di spettatori della prima serata allArlecchino ai 250 di sabato e agli oltre 400 di domenica sera. Un segnale da interpretare per lAmministrazione cittadina, spesso accusata, anche da questo giornale, di fare pochissimo sul versante delle proposte culturali. Ne parliamo con lassessore ai Giovani Arrigo Abalti, sponsor delliniziativa. Non mi aspettavo questo successo, non n dalla prima edizione almeno. Anche se le iniziative legate al cinema di solito funzionano. unoperazione costruita bene, nata dal basso e poi tutelata dallalto. E poi c lappeal dellinternazionalit. Si trattato di una scommessa, quella di riuscire a inserire Vicenza in un circuito internazionale di cos grande rilievo: una scommessa vinta per togliere Vicenza da un certo suo isolamento. Molti dei commenti raccolti tra il pubblico vanno nella stessa direzione: Di solito a Vicenza non c molto da fare, stata una sorpresa. Questo evidenzia un limite della programmazione culturale, che non riesce a intercettare gli interessi di molti giovani. Io per primo sono convinto che si faccia ancora poco. Ma anche vero che le risorse sono limitate, in particolare per un assessorato come il mio. Cerchiamo di promuovere una rete in cui lamministrazione una voce, ma non lunica: i soggetti sono tanti, da quelli pubblici a quelli privati. Ma non facile mettersi tutti intorno a un tavolo, senza protagonismi ed egoismi. Serve pi umilt da parte di tutti i soggetti impegnati nella cultura. Un atteggiamento che ci consentirebbe di dare di pi alla citt. Visto il successo di questo progetto, penso alla possibilit di allargarlo alle scuole: sarebbe interessante varare un progetto sperimentale di formazione sui nuovi mondi del video. Un tema che coinvolgerebbe i giovani. Ernesto Pirroni

Lallenatore Bellotto voluto da Gasparin cacciato sul campo dal presidente. E dietro langolo il terrore di una retrocessione. Che signica perdere milioni di euro con giocatori dagli ingaggi stellari

Miliardi in fumo nel terrore della C


A due mesi dal termine lincubo della serie C attanaglia il neo presidente. La C non fa paura solo dal punto di vista sportivo. Il dramma, per chi in questa squadra ha investito, di ritrovarsi a dover spendere milioni di tasca propria a fondo perduto. Se non addirittura a rischiare il fallimento. La serie B infatti, tuttaltro che un brutto posto dove vivere per una squadra di calcio di provincia. Solo da Sky il Vicenza mette in tasca circa 500 mila euro lanno, un miliardo di vecchie lire. Quanto basta per pagare il contratto a un fuoriclasse come Stefan Schwoch. In caso di retrocessione invece, da Sky il Vicenza non vedrebbe pi un euro. Poi ci sono gli incassi allo stadio e gli sponsor, che tra B e C segnano una bella differenza. Ma sono quisquilie rispetto al vero affare che rappresenta la B in questi anni. A dare ato alle squadre professioniste infatti, soprattutto la Lega calcio. Quella potente (e per nulla

trasparente) associazione tra milionari capitanata da Adriano Galliani che gestisce cifre miliardarie e distribuisce le briciole alle piccole societ. Poca cosa rispetto agli incassi delle grandi, ma pur sempre or di milioni. La serie A gira infatti alla B circa 100 milioni di euro 200 miliardi di vecchie lire che le 22 di B si dividono secondo logica. Posto che i club pi seguiti, come Genoa o Torino, prendono qualcosa di pi, il Vicenza incassa almeno una decina di miliardi ogni anno. Soldi cui dire addio in caso di retrocessione.

un po la testa nelle ultime settimane: dalla cacciata di Viscidi a quella di Bellotto, la gloriosa societ di via Schio ha messo in la una guraccia dopo laltra. Con punte di vera e propria isteria. Come in occasione dellultima partita di Bellotto, VicenzaPerugia. Che ha visto una litigata in panchina tra lallenatore e il presidente, deciso a mettere il naso in una sostituzione. Se fai entrare Gonzales considerati esonerato raccontano abbia detto Cassingena al roccioso mister. Il quale, a muso duro, non ha ceduto. Risultato: esonerato poche ore dopo. Ma allora perch lo avevano preso? Come volevasi dimostrare: pura isteria.

Il presidente nel pallone


Tutto nasce dalla confusione totale in cui vive oggi il Vicenza. Che a settembre aveva una propriet inglese, un general manager romano (Sagramola) e un allenatore bassanese (Viscidi). A ottobre laddio del manager romano e larrivo di Gasparin. Che non ha mai amato Viscidi. A novembre larrivo del nuovo presidente. Che invece ha sempre amato Gasparin, ma con il quale i rapporti si sono deteriorati a partire dal mercato di gennaio. Gasparin voleva un acquisto, Cassingena ha detto no. Gasparin ha poi spinto per esonerare Viscidi, preferendogli un allenatore di polso come Bellotto. Il presidente ha resistito tre settimane. Poi, scavalcando il ruolo, ha fatto il presidente padrone decidendo di testa sua. E adesso? In attesa di vedere cosa succeder, meglio affidarsi allunica certezza indiscussa del mondo del calcio: il fondoschiena. Di cui oggi il Vicenza ha assoluto bisogno. Cassingena e Gasparin ne meriterebbero a pacchi, visto limpegno e la passione che ci mettono. Poi, a salvezza raggiunta, la resa dei conti per capire se questa squadra avr anche un futuro.

Le spese pazze di Sagramola


A mettere nei guai il Vicenza Calcio in caso di caduta in C sono soprattutto i vecchi contratti rmati dall ex direttore generale Rinaldo Sagramola: detto del miliardo di lire lanno per Schwoch (che resta comunque lunico fuoriclasse del Vicenza), bisogna mettere in conto una cifra simile per Margiotta (spesso in panchina), i 600 milioni per Cristallini, un contrattone per Guastalvino (altro panchinaro) e cos via per quasi tutti i giocatori storici della rosa. Adesso le cose sono cambiate (molti giocatori non arrivano a 100 mila euro lanno) ma in caso di retrocessione i contratti andrebbero pagati no in fondo. Con quali fondi, non si sa. Forse anche per questo la dirigenza del Vicenza sembra aver perso

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