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SEINE SPEC EL ROMA UICISING E DELCTOEALIS AIG capiato24 Schelling e la filosofia dell'‘Assoluto | 4A La natura dev’essere lo spirito visibile, lo spirito la natura invisibile. Qui, dunque, nellassoluta identita dello spirito in noi e della natura fuori di noi, si deve risolvere il problema di come sia possibile una natura fuori di noi. (lee per una filosofia della natura, “Introduzione”) 1 Lavitae le opere 1 La formazione ¢ V'insegnamento a Jena Friedrich Wilhelm Joseph Schelling nasce a Leonberg, vicino a Stoccarda, nel 175, da una famiglia molto colta. Data la sua precocissima attitudine agli studi, viene ammesso al seminario teologico di Tubinga a soli quin- dici anni, tre anni prima di raggiungere Veta minima prevista. Qui divide la stanza con Hegel e Hélderlin, pit anziani di lui di cinque anni Laureatosi in teologia, svolge l'attivita di precettore privato fra Lipsia e Stoccarda, dedicandosi contemporaneamente allo studio della matematica, delle scienze naturali e della filosofia, In questa fase, Schelling rimane par- ticolarmente affascinato sia dal pensiero di Spinoza sia, soprattutto, da quello di Fichte, al quale nel 1798 subentra nella docenza presso Universita di Jena, quando Fichte rassegna le sue dimissioni a causa della polemica sull’ateismo (} p. 635): Tcinque anni trascorsi a Jena (dal 1798 al 1803) costituiscono per Schelling un periodo intellettualmente assai fecondo, durante il quale rinsalda la propria amicizia e collabor- zione con Hegel, suo ex compagno di studi, ed entra in contatto con Goethe, Schiller i fratelli Schlegel e i circoli romantici. Al 1803 risale il suo matrimonio con Caroline Michaelis, gia moglie del maggiore dei fratelli Schlegel (Wilhelm August). Schelling La flosofia dell Asso \ ‘igolamento intellettuale e gli ultimi anni nel 1803, in seguito ad alcuni contrasti con Friedrich Schlegel e con Fichte, Schelling la- cia Jena per Wiirzburg, dove insegna fino al 1806, quando abbandona la docenza uni- sesitaria per svolgere il ruolo di segretario presso Accademia delle Scienze di Monaco. L/anno successivo si consuma la sua rottura con Hegel, scatenata dal fatto che questi, olla prefazione della sua Fenomenologia dello Spiito (ison, loha criticato aspramente La grattura con il vecchio amico e collega segna anche I'inizio dellisolamento di Schelling, costretto ad assistere, sempre pil ai margini della scena filosofica, al crescere della fama diesel Apartire dal 1809 Schelling inizia un lungo pellegrinaggio tra le cattedre universita- rie tedesche, che lo conduce a Erlangen (1820-1827), a Monaco (1827-1840) e infine a Berlino (1841-1847), proprio sulla cattedra che era stata di Hegel. Qui tenta di suscitare e guidare una reazione alla filosofia del suo predecessore, senza riscuotere per® il suc- cesso sperato, Nel 1847, lasciato l’insegnamento e ritiratosi a vita privata, si reca per Mo- tividi salute a Bad Ragaz, in Svizzera, dove muore nel 1854. 1 Le opere Lapubblicazione delle opere di Schelling si concentra tra il 1794 e il 1809. Questo & anche il periodo in cui prende forma il suo pensiero, allinterno del quale i crtici sono soliti in- dividuare diverse fasi. Sebbene queste ultime non siano momenti tra loro slegati, ma tappe di uno sviluppo coerente della riflessione schellinghiana, la loro distinzione @ or- mai diventata canonica; la riportiamo pertanto di seguito: 1. filosofia dell‘infinito (1795-1796), segnata dagli scritti Sulla possibilita di una for- ma della filosofia in generale (1794), SulTo come principio della filosofia (1795) e dalle Lettere filosofiche sul dogmatismo e il criticismo (1795); 2, filosofia della natura (1796-1799), esposta nei saggi Idee per una filosofia della na- tura (1797), Lanima del mondo (1798) e Primo abbozz0 di un sistema della filosofia della natura (1799); 3, filosofia dello Spirito, o idealismo trascendentale (1800), presentata nel Sistema delV’idealismo trascendentale (1800); 4. filosofia dell’identita (1801-1804), a cui corrispondono I’Esposizione del mio siste- ma filosofico (1801), Bruno o sul principio divino e naturale delle cose (1802) e Filosofia ereligione (1804); ilosofia della liberta (1804-1809), a cui sono dedicate le Ricerche filosofiche sull's- senza della liberta umana (1809). Trail 1809 e il 1854, anno della sua morte, Schelling pubblica poco o nulla. Questo lingo periodo di silenzio editoriale corrisponde tuttavia a un‘ulteriore fase, quella della filoso- fia positiva (1809-1854), testimoniata da un’ampia serie di inediti, costituiti perlopit dalla redazione scritta delle lezioni universitarie. Sono da ricordare, in particolare, le le- ioni tenute a Jena sulla Filosofia dellarte (1802-1803), e quelle tenute a Monaco (1827- 1841) e a Berlino (1841-1847), che confluiranno nei tomi sulla Filosofia della mitologia e sulla Filosofia della rivelazione, pubblicati postumi. Tra gli inediti & degno di nota anche il saggio Le ett del mondo, un‘opera incompiuta in cui Schelling pone le basi per sistematiz- are la fase tarda della sua filosofia. capital 24 659 FARE pei CAPIRE *Evidenzia nel testo le figure che hanno’ influenzato il pensiero di Schelling e annota a margine i caratteri di tale influenza, 660 serio S FARE pol CAPIRE + Costruisei una tabella mettendo in corrispondenza i tre concetti fondamentali della riflessione di Schelling (ssoluto, arte, Dio) con loro caratteri general ‘VETA DEL ROMANTiCisimo E DELL IDERLISmO 2 Il sistema dell’idealismo trascendentale 1 I capisaldi della riflessione di Schelling Insieme con Fichte e con Hegel, Schelling é uno dei grandi interpreti delI'idealismo tede. 800; a lui si deve unvoriginale reinterpretazione della nozione di “Assoluto”. Pur prenden. do avvio dal pensiero fichteano, la riflessione di Schelling approda a un esito del tutto ‘nuovo, e articolato in un sistema complesso, appoggiato tuttavia su alcuni capisaldi sem. pre ben riconoscibili, e che pud essere utile elencare fin dora: 1. innanzitutto idea che a fondamento della realta vi sia un unico, infinito principio, TAssoluto, e che I'uomo, in quanto essere razionale finito che ne fa parte, sia in grado di comprenderlo. Come vedremo, Assoluto di Schelling @ Yevoluzione dell'unico e infinito principio fichteano; tuttavia, mentre Fichte lo identifica con Vattivita libera e spontanea dello, finendo cosi per “chiuderlo” nella sfera della soggettivita, Schelling sostiene che esso si manifesta non soltanto nella forma sog- gettiva dello Spirito, ma anche in quella oggettiva della Natura. Spirito e Natura costituiscono dungue le due facce apparentemente opposte, ma in realta comple- mentari, di un‘unica realta; 2, dall'idea di “Assoluto” appena chiarita deriva la rivalutazione non soltanto della Natura, in quanto “Iuogo” di manifestazione dellinfinito al pari dello Spirito, ma = coerentemente con la mentalita romantica dellepoca ~ anche dellarte, quale «or- gano della filosofia» che riesce a intuire tale infinito nelle variegate manifestazioni del reale, e soprattutto del mondo naturale; 3. infine, V'identificazione (che negli anni della maturita viene dichiarata esplicita- mente) dell/Assoluto con Dio, concepito perd non come Vente assolutamente ne- cessario che non conosce alcun mutamento, bensi come un principio dinamico, soggetto al divenire, che trova piena attuazione soltanto attraverso un percorso di progressiva manifestazione e realizzazione nella storia dell’umanita. A PARTIRE DA FICHTE, OLTRE FICHTE 1 Leredita fichteana Nelle sue prime opere (SullTo come principio della filosofia, Lettere filosofiche sul dogmatismo e il criticismo, Sulla possibilita di una forma della filosofia in generale), Schelling si afferma come uno dei pitt acuti interpreti e continuatori del pensiero di Fichte, nel quale individua la realizzazione sistematica della filosofia trascendentale di Kant, nonché la via per supe- rare il dualismo tra fenomeno e noumeno, e tra soggetto e oggetto, che il filosofo di Kénigsberg aveva lasciato senza una reale e definitiva soluzione. Dell’analisi di Fichte, Schelling condivide dunque la critica mossa alla filosofia kantiana, la quale aveva negato all'uomo la possibilita di una conoscenza completa della realt’, confinando quest‘ultima nell’oscura nozione di una “cosa in sé” inattingibile per il soggetto. Diversamente dal soggetto kantiano, I'lo di Fichte si poneva invece quale principio assoluto e infinito di ogni realta e, in quanto tale, non-limitato da alcunché, Da questo elemento deriva Yespressione “filosofia dell’infinito’, con cui sié soliti riferirsi alla prima fase della flessione di Schelling, ancora molto aderente al fichtismo. Schelling e la fitosofa dell ssotuto ltre alla concezione dell'lo come infinito, Schelling accoglie da Fichte anche Vattri- ne a tale To di urvattivita libera e spontanea, in forza della quale esso @ in grado jnultaneamente di conoscere e costruire sé stesso come realta effettiva. In questo senso, jo Schelling, Fichte aveva perfettamente colto che Assoluto é Spirito, soggetto gonsapevole di sé che si muove in modo incondizionato e autonomo. 1 Il superamento di Fichte una prima entusiastica adesione al fichtismo, ben presto Schelling se ne discosta radicalmente, affermando che l’Assoluto non pud essere identificato soltanto con I'Io, con il soggetto. Cid che la filosofia di Fichte non riesce a spiegare, secondo Schel- jing, @ in che modo I’To assoluto si trovi a un certo punto a “urtare” contro il non-Io, cio® contro qualcosa di radicalmente altro rispetto a sé stesso. Come pus, si chiede Schelling, un soggetto assoluto come quello fichtiano, la cui attivita non pud conoscere alcun tipo dilimitazione, scontrarsi improvvisamente con un ostacolo come il non-Io? Nel tentativo di rispondere a questa domanda, Schelling si rende conto che, se si ridu- cela realta al solo Spirito, inteso nel senso fichteano di “soggetto”, non si riesce a render conto della Natura (Voggetto); e, daltra parte, se si riduce la realta alla sola Natura — come ayeva fatto Spinoza, per il quale esisteva un‘unica Sostanza retta da leggi necessarie ¢ immutabili -, non si riesce a spiegare da dove nascano I'lo e la sua attivita conoscitiva. Schelling opta allora per una terza via, diversa sia da quella di Fichte sia da quella di Spinoza: poiché, nella prospettiva idealistica, la realta coincide con VAssoluto (inteso come principio unico del tutto), e poiché di tale realta sono parti integranti sia lo Spirito sia la Natura, allora Assoluto non pud che essere concepito come unita viva e originaria di Spirito e Natura. T soggetto che conosce (lo Spirito) e Yoggetto conosciuto (la Natura) sono due poli ugual- mente imprescindibili, che non é possibile appiattire l'uno sulfaltro: sono gli aspetti tra loro irriducibili di un’unica realta. Il modo in cui si conosce FAssoluto coincide con la struttura dellAssoluto stesso. Rispetto all’idealismo di Fichte, la differenza si é ormai fatta netta: la Natura non @ il mero «teatro dellazione morale» dell’To, né un semplice risultato dellattivita produttiva del soggetto, ma @ una realta effettiva, vivente, degna di essere considerata come manifesta- zione dell’Assoluto al pari dello Spirito: il principio vitale e spontaneo che anima Vattivita dell"lo in quanto Spirito e soggetto, @ lo stesso che anima il non-Io in quanto Natura e oggetto. Sulla base di questo assunto fondamentale, si comprende il senso delle due tappe successive della riflessione di Schelling: nella filosofia della Natura egli cerchera di mostrare che la Natura non & che Spirito visibile, e reciprocamente nella filosofia dello Spirito cerchera di mostrare che lo Spirito , a sua volta, Natura invisibile. La filosofia della Natura e la filosofia dello Spirito non sono pertanto da concepire come due linee di pensiero che non si incontrano mai, senza alcun rapporto I'una con Valtra. Esse risultano invece profondamente intrecciate, poiché l’Assoluto di Schelling @ 'unita dinamica e in- dissolubile di Spirito e Natura, di soggetto e oggetto, non il risultato della loro somma formale e vuota. Spirito e Natura sono due aspetti di un unico principio, due germogli di una stessa radice e, in quanto tali, siimplicano a vicenda: I'uno non é concepibile senza altro. Come lo Spirito non & concepibile come pura autoposizione intellettuale, cost la natura non ® comprensibile come mero insieme di fenomeni legati da leggi necessarie e Meccaniche, capital 24 661 FARE pel CAPIRE + Evidenzia con colori diversi le due direzioni della filosofia individuate da Schelling e annota a margine illore obiettivo. 662 series {LETH DEL ROMANTICISM E DELLIDERLISIO LASSOLUTO IN FICHTE E IN SCHELLING >testo lp. 674 realta spirituale, carattrizata da ‘uvativt libra espontanea > ‘ura soggettivita di cui ta realta naturale (oggetto) non é che una differeziavione interna, prodotta dallo stesso lo LA FILOSOFIA DELLA NATURA 1 La natura come organismo Abbiamo visto che il nuovo concetto di “Assoluto” teorizzato da Schelling implica una riva- Tutazione del mondo naturale. E proprio perla grande attenzione rivolta alla natura (alfog- getto) e al suo ruolo nella definizione delYAssoluto, il pensiero schellinghiano @ stato carat- terizzato anche come “idealismo oggettioo’, contrapposto all’“idealismo soggettivo” di Fichte, In linea con le tendenze anti-meccanicistiche tipiche del Romanticismo tedesco del tardo Settecento, Schelling prende le distanze dal modello newtoniano e interpreta la natura come un organismo fatto di materia viva, come un infinito e brulicante insieme di forme viventi in con- ‘tinuo mutamento, organizzate secondo una finalita interna allo stesso organismo. La filosofia, della natura di Schelling é dunque definibile, da una parte, come una visione organicistica, in cui ogni elemento del sistema ha senso soltanto se si considera la sua relazione con le alte parti e con il tutto, e dallaltra come una visione finalistica dai forti tratti immanentistici. Cid significa non soltanto che la natura ha un fine ultimo ben lungi dalVessere un mec- canismo freddo, che agisce in virtii di movimenti regolati dalla sola categoria della cau- salit& necessaria -, ma che tale fine proviene dalla natura stessa, per risolversi al suo in- terno. In altre parole, la natura ha in sé il principio del proprio mutamento, nel senso che 8 un «organismo che organizza sé stesso», e non una sorta di opera d'arte, il cui senso complessivo risieda nella mente dell‘artista 1 La natura come entita spirituale Ul finalismo attribuito da Schelling al mondo naturale non & dunque dovuto a un principio trascendente che imprime al mondo un senso dalfesterno (quale sarebbe Dic), bensi a una energia impalpabile e diffusa in ogni cosa, che Schelling definisce con Yespressione ne0- platonica Sitimnia@EIRAGHS. Questa é una forza intelligente, che agisce cio’ secondo un‘idea di finalita —al contrario della necessita meccanica, che opera invece secondo un determinism? cieco — ed @ proprio in questa intelligenza della natura che Schelling rintraccia la radice CO” mune che vivifica sia la realta spirituale sia quella naturale. Entrambi questi “volti” dellAsso- Schelling ¢ la flosofia dell Assoluto to scellinghiano sono infatti caratterizzati da urvintlligenza viva e progettuale, che si esplca per) in due modi differenti: mentre Fattivita dello Spiito & urvattvita conscia, quella natura ¢ inconscia. Compito della flosofia della Natura @ pertanto quello di dissolvere tapparente opposizione tra realta spirituale e realta naturale, riconducendo Tinconsapevole qperre della secondia alla piena consapevolezza della prima. In questo senso Schelling descri- ve la Natura come un’sodissea dello Spirito», un “viaggio” che esso compie in cerca di sé .gesso, inconsapevole di trovarsi proprio Ii, nascosto nella «nebbia» del mondo sensibile 1 Le della natura ‘Allidea della natura come organismo dinamico e vivificato da un fine interno, Schelling xviene a partire non soltanto dalla propria concezione dell‘Assoluto, ma anche da una fonda reinterpretazione della Critica del Giudizio, nella quale Kant aveva osservato come la categoria della causalita fosse insufficiente per una piena comprensione dei feno- meni naturali, e in particolare di quelli biologici: per questo il filosofo di Kénigsberg aveva introdotto la possibilita di considerare la natura anche secondo I'idea della finalita, isando perd che tale prospettiva non poteva aspirare a un autentico valore conosciti- yo, ma soltanto a un uso analogico e regolativo. Come molti pensatori a lui contemporanei tra cui Goethe, Schiller e Hélderlin -, Schelling porta invece le riflessioni di Kant alle estreme conseguenze, attribuendo alla categoria della finalita un pieno valore conosciti- vo e trasformando di conseguenza la natura in un unico organismo universale anima- toda un progetto intelligente immanente, seppure inconscio. [Bina tet mond] concetto di origine platonica, _concezione della natura come un grande orga centrale nel neoplatonismo e ripreso dala filesofia smo vivente, dotato di un principio inconscio di ela natura rinascimentale, per transitare nel energia intelligenza ('«animao), che fa del mondo pensiero romantico tedesco: corrisponde a una naturale una totalita finalisticamente strutturata. FEE ee La Natura come odissea dello Spirito 66 Cid che chiamiamo Natura é un poema che giace nascosto in una segreta, meravigliosa scrittura. Se pero 'enigma potesse svelarsi, vi potremmo_ riconoscere Vodissea dello Spirito che, mirabilmente ingannato, rifugge sé stesso nell’atto di cercarsi; giacché attraverso il mondo sensibile, al pari del significato attraverso le parole, traluce stentatamente, come in una diafana nebbia, quel paese della fantasia a cui aneliamo. 99 (Sistema dell'idealismo trascendentale) Come l'Odissea di Omero é il bellissimo e appassionante racconto del viaggio compiuto da Ulisse per rientrare in patria, cosi la Natura appare a chi é in grado di decifrarne |a esegreta, meravigliosa scrittura» come il viaggio compiuto dallo Spirito in cerca di sé stesso. La Natura, per Schelling, non & che Spirito «mirabilmente ingannato»: uno Spirito che si cerca nel mondo sensibile, senza accorgersi che esso stesso @ quel mondo sensibile, Tn tal modo lo Spirito si cerca e insieme si nasconde a sé stesso, in un gioco di rimandi tra e infinito a cui non pud sottrars,e che anzi costitusce la sua natura pid profonda, capitol 24 663 Ma non é soltanto la riflessione sullopera di Kant a ispirare Schelling, il quale clay, ra la propria concezione del mondo naturale negli stessi anni in cui scienze come la me, dicina, la fisiologia e la biologia conoscono un momento di significativo sviluppo, Proprig a questo periodo risalgono inoltre gli studi sullelettricita e sul magnetismo, che aq aj, cuni pensatori appaiono come esempi di un vitalismo di fondo, rintracciabile in tute gj enti naturali, compresi quelli inorganici ( p. 618) E sono proprio gli studi sull’lettricita e sul magnetismo ~ che si sviluppano a partire dalla presenza di due poli opposti -a indurre Schelling, come altri pensatori del¥epoca, a concepire la natura come una realta costituita da forze contrapposte, da polarita in perenne lotta tra loro. Si tratta, per Schelling, della forza di attrazione e di quella gj repulsione, le quali nel loro scontro raggiungono diversi livelli di equilibrio, corrispon. denti a diversi livelli di manifestazioni natural, o POKER: 1. a prima potenza é costituita dal mondo inorganic, in cui i princi di attrazione e repulsione raggiungono un sostanziale equilibrio, dando forma a entita in sé statiche, oggetto di studio della fisica; 2. la seconda potenza & costituita dai fenomeni chimici, che Schelling interpreta Pee pe cre come una serie di continue rotture dell’equilibrio tra le opposte forze di attrazione + Individua un e repulsione, e come i successivi riassestamenti, seppure momentanei, di quello ognuna delle ve stesso equilibrio. II tipico fenomeno collocato da Schelling a questo livello del mon. epotenzen do naturale @ quello della luce; ee la terza potenza & costituita dal mondo organico, in cui Schelling vede una lotta provendo's tra forze contrapposte che non si assesta mai. E questo Yambito della vita, intesa spiegare 'ente 0 come forza propulsiva che perennemente anima gli esseri viventi dall'interno, e cal eee che si manifesta in tre tipi fondamentali di attivita: la sensibilita (capacita di perce- Gatratonese pire stimoli dal¥esterno), Viritabilita (capacita di reagire agli stimoli)e la forza ge- «repulsione», nerativa (che presiede alla riproduzione e quindi alla conservazione della specie). 1 La Natura come «preistoria dello Spitito» Poiché per Schelling la Natura non @ che Spirito inconscio, le tre potenze possono essere viste come le tappe di un percorso che ha come punto d'arrivo 'emergere dello Spirit in tutta la sua consapevolezza. Totalmente inconscio nella potenza inorganica, lo Spirito attraversa gradi di coscienza sempre pitt elevati, fino a diventare Spirito autocosciente, in un processo in cui al progressivo emergere della coscienza corrisponde una progressi- vva smaterializzazione. In questo senso la natura in quanto Spirito invisibile, “nascosto” nella materialita ~ & definita da Schelling come «preistoria dello Spirito», poiché le sue diverse manifestazioni non sono altro che tentativi di portare alla luce V'intelligenza la- tente e inconscia che la pervade, e che la unisce intimamente al mondo spirituale: &f ia cosiddetta natura morta é soprattutto un‘intelligenza immatura; percid nei suoi feno- ‘meni gia traluce, ancora allo stato inconscio, il carattere intelligente. (Gistema delidealismo trascendentale, “Introduzione") een a SSICO GEgRERBET in Schelling i lveli crescenti di svi- {a natura, grazie al gioco delle forze contrapPe- lupo, equilibrio e consapevolezza linorganicoo _ste di attrazione e repulsione. meceanico, chimicoe organicalin cu si articola Schelling ela floofia deltAssolute captelo24 665 Ma qual @ il momento in cui lo § sando consapevole di sé to nell'uomo, luni fe acteaion aptea eer etacdoato di agione, «pete cpa jidare consapevoli. I i - teh 3 Fuomo stesso: ;pevoli. In questo senso, il fine della natura schel tito riesce fi . Tale cone nn ese Finalmente a emergere del tutto, diven- ipevolezza, secondo Schelling, pud realizzarsi com- ura attinge il suo pit ; eon Yalta cai ns ae fine, che & quello di divenire interamente oggetto a sé sl a riflessione, che non é alt i aa pp op che tel chinlatin tagione tro se non I'uomo, o, pi gener (ibidem) —_—__ FARE perCAPIRE * Sottolinea nel testo la risposta alla d in che sen: fferma che Ee lanaturaela Preston dele sooee che senso Schelling affer — re TACONCEZIONE SCHELLINGHIANA iaaPPa DELLA NATURA CONCETTUALE ___ @ una [_reattavivente Gerarchia di | cio’ ‘un grande una totalita ‘mondo fenomeni mondo organismo spirituale dotata inorganico chimici organico finalisticamente || di intelligenza, strutturato seppure inconscia | iL cui fine ultimo @ 1 Tuome Uf FLOSOFIA DELLO SPIRITO Nel progetto di Schelling, la filosofia della Natura deve essere integrata con la filosofia dello Spirito. Infatti, se la prima ha trovato ’elemento soggettivo della realta (lo Spirito) nel suo elemento oggettivo (la Natura), alla seconda spetta 'operazione inversa, cioé di tinvenire Velemento oggettivo in quello soggettivo: se prima si & descritto il modo in cui la Natura diventa progressivamente Spirito o intelligenza, si tratta ora di descrivere il modo in cui lo Spirito o intelligenza si fa Natura. In termini kantiani, cid corrisponde al tentativo di mostrare che le leggi del soggetto sono le stesse che regolano loggetto, ¢ in questo senso Schelling parla di come emerge dal titolo del’opera in cui @ sviluppata questa parte del suo pensiero: il Sistema dell‘idealismo trascendentale (1800). 666 serine S| vETA DEL ROE IUVciSMO E DELL IDEALISM © Le due attivita dello Spirito principio su cui si fonda tutta la struttura dellidealismo trascendentale di Schelling concetto di “autocoscienza’, intesa come il momento in cui lo Spirito diventa pienamen, te consapevole di sé stesso. Lo Spirito autocosciente @ il principio primo, assoluto e incon. dizionato di tutto cid che esiste; ed 2 attivita libera e spontanea di “autoposizione”, |; di cui la filosofia indipendente, ma idealistica consente di prendere coscienza: una sintesi dinamica perché le due attivita sono fruto dell sua perennemente in movimento e I'una é il complemento dell‘altra (il soggetto produce in- cheloponee pei consciamente Voggetto esattamente nel momento in cui lo supera, ricomprendendolo ~ losupera questa volta consciamente ~ all‘interno della propria attivita); assoluta perché entrambe tiducendolo a sé Ie attivita della coscienza scaturiscono da un atto originario di intuizione iif@éttuall, grazie al quale lo Spirito conosce (0, meglio, intuisce) e al tempo stesso produce (costruisce) sé stesso: attivitd conoscitiva e realt conosciuta, Spirito e Natura, sono dunque aspetti dell'unico originario Assoluto. FARE pei CAPIRE Evidenzia con color diversi le definizioni del attvitateoretica e del attivta pratica 1 Dalla filosofia teoretica alla filosofia pratica Schelling illustra in molti modi la sintesi e la reciproca implicazione tra attivita reale € ideale, ovvero fra Yattivita teoretica e quella pratica dello Spirito. In particolare, nella se- zione del Sistema dedicata alla filosofia teoretica egli distingue tre fasi attraversate dal soggetto conoscente, attraverso le quali esso giunge alla piena autoconsapevolezza, ov- vero all’intuizione intellettuale sopra citata. Schelling le chiama epoch® dell'Io: a as essico eee diato con cui lo Spirito, nel suo progressive conoscer- filosofico il progetto complessivo della filosofia di si, costruisce sé stesso, in una perenne e dinamice Scheling,che deve mostrar le condizion secondo snes ra atv conoscvae reat conosi cui Spiritoe Natura sono due volt complementar integratidellAssoluto, vero ~ in altt Iona). SRBGBHE in Schelling, le fasi attraverso cui lo che il soggettoe 'oggetto sono riconducibilalluni- Spite, oo, giunge alla piena consapevolezza i 18 alle stesse regole di sviluppo delliAssolut. 6, ricomponendo i dualismi e attuando la piena pe Unificazione di soggetto e oggetto, attivita teore- (GiidigiiesntelLeAAGANR) (2110 originario © imme-ticae attivita pratica, inconscio e coscienza. Schelling ¢ la filosofia dell Assoluto 1. la prima va dalla sensazione (passiva) del Ioggetto come esterno all’intuizione fattiva) di sé come soggetto senziente Besta come estern 2. la seconda va dall’intuizione alla riflessione del 1 soggetto su sé stesso, ovvero alfautoconsapevolezza di essere la fonte di tutt: " ‘a la realta; Ia terza va dalla riflessione alla volonta, in cui il soge fa completa astrazione dalle condizioni materiali, e si etto, ormai autoconsapevole, si coglie come liberta attraverso la volonta si consuma, per Schelling, il passaggio dallo Spirito come soggetto conoscente allo Spirito come soggetto agente, e quindi dalla filosofia teoretica a quella praca, che, come vedremo, comprende la morale, il diritto ela storia, 1 | tve momenti dell’ambito pratico: morale, diritto e storia Lautoposizione dello Spirito come volonta si realizza, secondo Schelling, attraverso una pluralita di soggetti (i singoli esseri umani) liberamente agenti, e lincontro fra le libere yolonta dei singoli implica la necesita di armonizzarle tra loro: a questa esigenza risponde ildiritto. Per Schelling, infatti, se la morale @ Yambito della liberta e della spontaneita, in cui ogni soggetto & libero di agire come ritiene meglio, il diritto é ambito in cui la liberta é limitata dalle leggi, che armonizzano la liberta di ognuno con quella di tutti gli altri. Nella sfera pratica, si ritrova dunque una dinamica dialettica tra liberta e necessita analoga a quella che caratterizzava il piano teoretico (dove liberta e necessita corrispon- devano al livello conscio e inconscio dell attivita del soggetto). Tale opposizione dialettica secondo Schelling, si ricompone nella sfera della &&GiHia, che rappresenta appunto il luogo della sintesi tra la liberta e la necessita, le quali nel processo storico coesistono in un‘unita diordine superiore, senza pid alcuna contraddizione. Nella storia, infatti, gli uomini sono liberi sul piano delV’agire individuale, ma su quello de! risultato finale ¢ complessivo del Joro operare sono soggetti a una necesita che travalica il loro orizzonte particolare. Ad esempio, i popolani insorti a Parigi il 14 luglio 1789 rivendicarono liberamente i propri diritti contro Yoppressione della monarchia francese; ma non potevano certo essere con. sapevoli del fatto che questo loro gesto deliberato avrebbe avuto come conseguenza ult mala tirannia del periodo del Terrore. Come nell’ambito teoretico la Natura é la contro. parte inconscia dellattivita conscia dello Spirito, cosi in quello pratico le azioni libere e coscienti degli uomini concorrono a realizzare inconsapevolmente un progetto che le so- vrasta. In questo senso, per Schelling, la storia @ «rivelazione dell’Assoluto». capitol 24 667 lessica filesofico storia in Schelling, dialettica tra a liberta degli individui (che perseguono i loro scopil e lanecessita dell ordine storico, che, al dla delle intenzioni dei singoli, realizza il disegno superiore di una provvider >Paul Hips ache iguistatori della 1789, 1839, oli su tela, Parigi, Musée du Petit Palais, TC) |@ S| ETA DEL Romanticism E DELL IOEALISMO anne MPFR Ua Fitosora scveL nena DELL SPIRITO [se smaro ouxssowro ] 1 attivita libera e spontanea T che si distingue in | vita re: attivita ideale | rr nella quale nella quale 1 1 nelt'infinito porre sé stesso, nell'infinito porre sé stesso, lo Spirito pone anche il proprio lo Spirito procede costantemente ‘oggetto o limite, che gli appare oltre ogni limite, riconoscendosi esterno e indipendente infinito e illimitabile cche si pongono tra loro in una 1 ‘sintesi dinamica T articolata in un —_ +, percorso verso ppercorso Cautoconsapevolezza dello Spirito dirivelazione dell’Assoluto T t sensazione - intuizione = Fiflessione - volonta morale - dirtto - storia 1 L’atte e la sua funzione Sia nella filosofia teoretica sia in quella pratica, Schelling muove da una sostanziale distin- zione e opposizione tra Spirito e Natura, soggetto e oggetto, conscio e inconscio, liberta e necessita, per arrivare a mostrare (con due percorsi inversi) la possibilita della loro ricom- posizione in un‘unica realta. Esiste perd un ambito in cui, secondo Schelling, @ possibile cogliere intuitivamente l‘Assoluto come saldatura indissolubile di tutti questi aspetti: si tratta dell’ambito dell #88. Non a caso, la filosofia di Schelling & stata definita anche come “jdealismo estetico”, proprio in virti del rilevante ruolo assegnato a tale attivita umana. Lattivita estetica rende universalmente e immediatamente accessibile cid che la tiflessione teoretica pud soltanto mostrare in forma indiretta, e che nella storia si intravede come tappa finale, ancora da realizzare. Da questo punto di vista, Schelling accoglie Vides ANNAN NNNANEKALNRAHNNGAMNLAneNNNaMN NRA [BEB in Scheling, (atvits che coglieed esprime necessita. £ il supremo strumento conascitv9 in mado immediatoe ntuitivo (units originaria tra dela realta, e quindi superiore alla stess@ 030 Natura e Spirito, inconscio e coscienza, libertae fia, che si avvale ancora di passaggi logici Schelling e La filosofia doll’Assoluto capitals 24 669 ca dellarte come st romani ana funzione eee strumento («organo») di conoscenza della realta, asse gnandile una © un valore ancora superioti a quelli della filosofia LLarte® peril filosofo quanto via dl pi & di pit alto, poiché essa gl apre quasi i santuario dove in eterna ¢ ofiginaria unione arde com poiché essa gli apre quasi il santuarlo di a eeiiat In una Fiamma quello che nella natura e nella storia ‘ (Sistema dell idewliame truscendentale) Ma come é possibile che Yarte svolga questo ruolo? NelVopera darte il principio assoluto ¢ infinito della realta trova forma e concretizzazione in una forma finita: in questo senso Schelling caratterizza Vartista come “messaggero” dell’Assoluto e cartefic ” dellave rita, Inol tre, Fopera darte @ in grado di esprimere al massimo grado loriginaria coappartenenza di Natura e Spirito, perché é il risultato di due attivita apparentemente opposte ma che trovano entrambe dimora nella genialita delVartista: esse sono l'ispirazione inconscia ¢ Vesecuzio- ne conscia. Lartista schellinghiano incarna da questo punto di vista la figura romantica del genid, che ® spinto a realizzare la propria opera da una forza indetinibile, travolgente e incon: sapevole —lispirazione ~, alla quale deve seguire un momento consapevole, riflessivo e insie me tecnico, in cui cid che Vispirazione ha suggerito viene rielaborato e concretizzato, Descrivendo lattivita artistica come incontro dialettico fra il momento inconscio e spon taneo dell ispirazione e quello conscio e meditato deltesecuzione, Schelling ripropone quella che ritiene essere la dinamica dellattivita dell’Assoluto sul piano ‘cosmico, che si esplica sapevole della Natura e nella sua conoscenza da parte dello Spirito. nella produzione incon Com possa esprimere un contenuto infinito come /Assoluto? Secondo Schelling, |i dellopera vengono continuamente superati dalle infinite interpretazioni che si possono EH dare di essa. Pensate alle innumerevoli letture e analisi di opere come Romeo ¢ Giulietta, la per ui Scheling Gioconda o la Quinta Sinfonia di Beethoven: il contenuto assoluto delVarte sta proprio nel individua nellarte fatto che Fopera pud avere infiniti significat,alcuni concepiti consapevolmente dall artista Reupremo (Ghakespeare, Leonardo e Beethoven), altri emersi in seguito, senza che artista avesse in- bale dell’Assoluto. ® possibile, perd, che una forma finita — quale necessariamente @ un’opera d'arte~ Fae poh CAPIRE limiti materia~ as tenzione di esprimerli. sca ta fy cos Calva cosmicadelAssolute, Per quanto f- 1eBSIED coe topore darte esprime Assolutoin virw deve Htosofica infinite interpretazioni che se ne possono dare. nid} secondo la terminologia romar guradell’artista, capace di unire ispirazione incon~ scia e azione cosciente e intenzionale, imitando > Cesare Macca dipinge a Cloonda ited oo su tela Siena, Palazzo Chigi alla Postierla, =

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