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IL DUECENTO
di Grovawna Frosini
1, IL VOLGARE E LA SUA SCRITTURA
14. Varietd e variazione
1Duecento él “secolo lungo” che vede il primo solido definirsi, in una
molteplicita di generie di tipi, della letteratura nell’area italiana, dagli
esordi con Francesco d’Assisi e la poesia d’amore fino allaffermarsi di Dan-
te, che é poeta duecentesco per formazione linguistica e intellettuale, ol-
tre che come autore del suo primo, grande libro, la Vita nuova, interamen-
te collocato entro il secolo. Il volgare approda dunque con forza e stabilita
non piti soltanto alla scrittura, ma alle forme variegate della scrittura let-
teraria.
Questo proceso di costruzione - che non fu «un'evoluzione, ma una
rivoluzione» (Segre-Marti 1959: vn) - avviene nella penisola italiana con
caratteri peculiar, determinati anzitutto dalla pluralita dello spazio lin-
guistico, non limitato nemmeno alle culture europe, ma disponibile ad
accogliere influenze esterne, come quelle arabe (Folena 1991a:10); soprat-
tutto, perd, la letteratura italoromanza é «organicamente plurilingui-
“4987:23).
La situazione qui descritta é certamente il rflesso sul piano dellespres-
sione letteraria (cioé elaborata, ¢ codificata secondo regole di ritmo e di
forma) delle molteplici presenze della lingua doc (provenzale) ¢
della lingua d’oil (antico-francese) che durante il secolo si avverto-
no nella Penisola (Morlino 2010), atraverso la diffusione ¢ la produzione
39.GIOVANNA FROSINT
della poesia d'amore provenzale (nelle arce del Nord-Est, soprattutyy :
nete) o dei romanzi cavallereschi e dell'epica francese: si tratta di lege,
tura di ampia circolazione e consumo (che giunge fino alla lettura del *
‘cor du Lacda parte di Francesca ¢ Paolo ricordata nel canto v del 2"
Tita delle Kingue “sorelle” del dominio soy
di Dante), prova di una vita f
i anche in una li i produzione in f°"
zo che si esprime poi anche in una linea direta di produzione in
cese antico che comprende il Tresor di Brunetto Latini e il Diviamend
monde (poi italianizzato in Mili di Marco Polo ¢ Rustichello da pi.
Non si tratta del resto solo di lingua letteraria: sul piano della comunic,,
zione orale, e quindi dell’uso naturale della lingua, si dovranno ticordan,
i territori di contatto come il Piemonte, 0 la presenza di lingue qual
greco ¢ Parabo nell'Italia meridionale.
Igallicismi
Tcontatti fra Italia e Varea galloromanza sono stati continu e di grande
importanza nel corso dei secoli. La comune, profonda latinizzazione, |
presenza di analoghe strutture amministrative in epoca medievale, lary
delle istituzioni ecclesiastiche, che sono state anche il tramite di fondamen.
tali innovazioni artistiche (come Parte cisterciense prima e quella gotc,
poi), i percorsi dei pellegrini lungo la via Francigena, lo svolgersi dei tafic
commerciali, la circolazione dei libri, degli intellettuali, delle idee: tutto
contribuito fra Alto c Basso Medioevo a creare una civiltA per tantiaspeti
comune ¢ condivisa. Lo testimonia, a livello linguistico, la presenza divoci
boli relativi ad azioni quotidiane, prestiti galloromanzi assunti presis-
mo (alcuni addiriteura prima del Mille) in area italiana: si tratta di parle
come mangiare, parlare svegliar, bisogno, giorno, ostello, probabilmente da att-
buire al contatto con i pellegrini francesi diretti a Roma, termini «di sade
cdi mercato» (Bezzola 1925: 63; Castellani 2000: 101-6; Cella 2003: 65)
Nel Basso Medioevo, lassunzione di termini dalle lingue galloromaze
si intensifica: dal francese provengono parole come burro, coniglio, gain
sioiello; moltissimi vocabol relativi alla sfera della caccia, della guerra,
|a vita feudale: dama e damigella, freccia e giavellotto, paladino, scudere, rn
vero levriero, gosta, e tanti altri (Cella 2013): 34-35, da Cella 2003); un set”
tea parte ~ fecondissimo —& costituito dai provenzalismii che entranp"
diretto influsso, nella poesia lirica, come si vedra pits avanti (—> pat. 24)
40= a es 1
2.1L DUECENTO
| Nord-Est, soprattutto ye. aesta presenza @ per anche la conseguenza di quella molteplice
francese: si tratta di letters. Quettg volgari italiani, che abbiamo visto definirsi come inarresta-
‘ge fino alla lettura del Ly. et rota evoluzione dai tempi della frammentazione delf'onita
data nel catto ¥ dell Tafa bi anol dllAlto Medioevo, ein qualche modo fssasiintorno al
Jrelle” del dominio roman. bana Pep. part). aia lingistca medievale (per quello che orac
tidi produzione in fran. ile (> fuccentesa) presenta una partizione che posiamo schematica-
tto Latini il Divisament dog incre presentare in questo modo, e che rimane nelle linee general
Polo e Rustichello da Pisa mente file attraversoisceoli, fino a noi:
eon0sti
sul piano della comunica, Heonwolgari settentrionali occupano le aree a nord dela linea La Spe~
gua si dovranno ricordare sicknin (0, meglio, Magra-Rubicone),«dalfarco alpino occidentale
presenza di lingue quali i Fino alla Pianura padana centro-orientale aes eal versante appennic
{Pt sue (Manni-Tomasin 206: 33); si distinguono nei due sottogruppi
iamentali dei volgari gallotalic (che rsentono din sostrato celtico)
‘edei volgari venet avi
oe Volgari centro-meridionali costituiscono Particolata costellazio-
mech ast della linea La Spezia-Rimini raccoglic i volgari della Toscana,
sno stati continui ¢ di grande
ofonlsItnizzazione | evarieta deltalia mediana e delltaia meridionale (continental), a sud
ein epoca medievale, la rete della linea Roma-Ancona, ¢i volgari dell’estrema Italia meridionale (Sici-
nehe il tramite di fondamen- line part estese della Calabria e della Puglia).
ase prima ¢ quella gotica Trolgari delle diverse arce producono differenziate forme leterarie (in
igen losvlgersideitafit | poesia ein pros: prima la poesis,religioss ¢ profana, poi la prosa - come
t Mauviel pe leestutoha | Pein genere nelle lingue romanze), che per tutto il sccolo si conten
dono lo spazio culturale e linguistico, plurale e multiforme, della Peniso-
laerede della grande tradizione della culeura mediano-benedettina, che
nei secoli precedenti aveva prodotto testi venerandi (—> cap.1 par. 2), pren~
i aspett
iguistico,lapresenza divoca- |
loromanzi assunti prestis-
a italiana: si rata di parole |
itis probabilmente diate | deformanell'area umbra una poesia religiosa i livelloalissimo (— part
cdi strada 212), mentre nell'Italia meridionale e in Sicilia si va formando quel re~
‘ella 2003: 6), {gno normanno-svevo che avrebbe prodotto la prima forma di poesia
vi dalle lingue galloromanze | amore organicamente costituita (—> par. 2.3); con la morte degli ultimi
‘come fem coniglc, ore sovrani, Federico II (1250) ¢ suo figlio Manfredi (1266) ¢ la caduta del re-
ila coceia, della guerra, d* no, siandra progressivamente affermando il ruolo autonome e pluri-
tt, paladino, seudire, ronzin,
35, da Cella 2003); tn setto~
enzalismi che entrano, pet
4 pid avanti (> par. 234)
mo delle citta e dei comuni, gia in evidenza ai tempi di Federico Bar-
barossa, specialmente nel centro-nord dell'Italia (e basti pensare al Veneto
o alla Toscana); qui nuove classi politiche e potentati economici del ceto
rn
_ IsGIOVANNA FROSINI
“borghese” (ossia, propriamente, della citta) almenteranno ua Prods,
zione scritta di alto livello e di alta intensita, 5 oo eet 2 istica (Ape,
le 2014) sia nelle scritture di ere protessior Pratico ({,;
notai, dei giudici, dei mercanti; > pat-13)- ‘
Tilo ftrore da tenere sempre ben presente ¢la perenne situaig,
ne di bilinguismo» (D'Agostino 1995: 527) in cui si trova Puomo di cy,
tecnico e professionale) 20 luog
ae a a vero che tutta la storia delPitaliano sisy,
10, in un rapporto che rimane ininterrotto € vitale fin,
in fronte al lat rim
ad ae a vero ancora di pit che questa situazione si avverte con partic,
Iare forza nei primi seco
snente,rispeto allelemento unitario costicuito dalla lingua di cultura (
latino), i volear rappresentano la forza molteplice ¢ innovatrice;
teatinyonia lo stesso fenomeno dei volgarizzamenti, che dal Duecento ps.
sa in forze al secolo successivo (> cap. 4 par. 2a). Le traduzioni hanno in-
serrato confronto dei concetti delle idee, sulla scommessa che si sarebhe
potuto dire in volgare di sf ci che si era pensato scritto in alti idiom
(Serianni 1993: 453; Frosini 2014b).
Forme di scrittura (pensiamo anche soltanto al sistema delle abbrevia-
zioni che vengono trasferite dal latino al volgare, come la p con Pasta te
gliata (p) che vale pe, no per non, a per anima: non uninvenzione dellit-
liano digitale di oggi, ma una consuetudine di sempre); forme material
trasmissione dei testi (codici, tipi di libri) consolidati nella tradizione lati-
Fw cic ee che vedremo piti avanti.
4a2.1L DUECENTO
42. Un caso esemplare di variazione linguistica: Firenze
Proprio il grande sviluppo delle cittd italiane che avviene durante il
Duecento ciaiuta a individuare ¢ comprendere un altro elemento lingwi-
«ico di grande rilievo, ossia il concetto della variazione diacroniica in.
terna: la possibilit (la capacita) che il volgare di una cittd mostra di cam~
biare, di evolvere nel tempo, anche in tn numero non troppo alto di de-
cenni.
Sara Dante, poco di la dallinizio del Trecento, ad affermare con chia-
revza questa idea fondamentale:
ram sialia nostra opera perscrutemur, multo magis discrepare videmur a vetu-
sissimis concivibus nostris quam a coetanis perlonginguis. Quapropter audacter
testamur quod, si vetustissimi Papienses nunc resurgerent, sermone vario vel
aro cum modernis Papiensibus loquerentur (DvE, r nc in Alighieri 2012:
62-65)
‘se esaminiamo con attenzione tutto cid che ci riguarda,infati ci troveremo assai
pit divers dai nostri antichissimi concittadini che dai contemporane, anche i pi
Jontani. Onde oso dire che se ora i veechissimi Pavesi risorgessero, parlerebbero
tina lingua mutata e diversa da quella dei Pavesi di ogg”
¢ parallelamente nel Convivio, con una specificazione temporale ancora
pitistringente:
Onde vedemo nelle cittadi d'talia, se bene volemo aguardare, da cinquanta anni
in qua molti vocabuli essere spenti e nati e variati; onde se picciol tempo cosi
transmuta, molto pit transmuta lo maggiore (Conv, 1 9, in Alighieri 2014: 130),
Questo accade nel corso del Duecento, esi pud osservare specialmente
in Toscana, a regione che raccoglie il primato (culturalee linguistico) del
regno normanno-svevo ¢ lo sviluppa nel quadto di una diversa civil, co-
munale e borghese. Gli important contatti con le arce esterne, attraverso
lavia Francigena (il fascio di vie che conduceva da Canterbury a Roma e
ai porti della Puglia, verso la ‘Terrasanta) ¢ il Mar Tirreno, Pintensa con-
centrazione urbana, eccezionale anche per Italia dellepoca, che pure &
costellata di tante importanti citta, danno impulso a una straordinaria vi-
43mee
GIOVANNA FROSINT
in una documentay
i ‘ duce per noi OB jong
vacita linguistic, che si ta bee aa i
volgare ae ricer e variamente distibuita frai daconsenin
non solo di descrivere i diversi volgari, a pairs jarnbiameny
Essi emergono in maniera pid diretta dai i aes es , Osa,
tutti quei documenti che non hanno 1 Fe ene s Hiferiscon,
alla vita quotidiana elle. attivita professional i (en e ee - fs estudig
tiin grandi raccolte, relative a diverse aree de" Se : Schiaffini 105,
Castellani 1952; 1982; Serianmi 19775 Manni ae nai 2000),
Nel caso di Firenze, in particolare, Alfredo Schiaffini e soprattuy,
Arrigo Castellani hanno potuto rilevare un cambiamento non piccolo, che
Si colloce intorno al 127s: pet tre quart del secolo il fiorentino i presen
nella sua fase “arcaica”, nell'ultimo quarto raggiunge invece una cong
ravione nuova, “antica”, definita poi anche come “classica” o ay.
Fea” che si stbilizza nel period successivo e almeno fino a dopo lapesy,
di meti Trecento. Per esemplificare: Dante si forma nella fase “arcaicy.
Petrarca e Boccaccio scrivono nella fase “antica” del volgare fiorenting, ”
Il fiorentino “arcaico”
Sono tratidel tipo fiorentino arcaico, che tendonoa modificarsic acon.
| dudersi fra gli ultimi anni del Duecento e i primi del Trecento,;
seguenti fenomeniz
~ il dittongo ienelle forme verbaliiea, erano (si riducono ne} Zegey
ener); —P HERR, BNL & oBNAE 7 Vee FON” BAA
"i dittonghi discendent ico (6 riducono poialla prima componente: °®2
‘meita> meta, preite> pret);
= la forma ogne (passa a gn); —>
= il futuro cil condizionale del verbo essere con tema in er: sera sere (ps
sano nel secolo XIV a sard, sari); Pen Wer ner,
~ i futuri e i condizionali della 2* classe in forma intera: aver vere (tn
dono alla sincope: avr, avr);
~ nelle preposizioni articolate, si hail rispetto della cosiddetta legge Ca»
stellani, per cui si trova I scempia davanti a parola cominciante per cons0-
nante o per vocale atona, ! doppia davanti a vocale tonica (jl tipo modem,
con I doppia in ogni posizione, si diffonde a Firenze nelle generazioni matt
dopo il 1280);
442.1L DUECENTO
le desinenze di pers pl. del presente indicatvo escono in mo, «imo
(avemo, sntio:saranno quindisosituite da -iamo per analoga col congiun.
tive)
~ledesinenze di pers. sing. del perfeto ndicativo debolein verbi delle
classi diverse dalla prima, escono in -o,~io (perder, sento:passano poi a~, +)
la desinenza etimologica di 2" pets. sing. del presente indicativo della
1» classe ¢ del presente congiuntivo delle alte clasiesce in ~ (che tende a
scompatite assimilandosi ais ame> tw ami, chet abbie > che tu abbis vd.
Manni 2013: 21-22). 1 |
Vedremo pitt avanti (+ cap. 3 par. 32) come questa evoluzione del fio-
rentino che segna il passaggio fra Duecento e Trecento sia concretamente
ravvisabile anche nella Commedia di Dante; la progressiva stabilizzazione
dei nuovi tratti linguistici configura il fiorentino “classico” del secolo
XIV, fondamento della lingua italiana (non solo scritta, ma anche par-
Jara) I tati del fiorentino aureo, quella che potremmo chiamare la sua
“formula”, sono elencati infra al —> cap. 4 pat-1.2.
‘Come esempio della fase arcaica del fiorentino, prendiamo in esame il
primo testo noto di citta: e non é un caso, in base a quanto si é gid det-
to, che esso sia uno scritto di natura contabile, professionale, un registro di
conti (il pitt antico in assoluto che ci sia pervenuto) di una compagnia di
banchieri, risalente al 1211. Esso @ conservato, solo parzialmente, nel ms.
Fdili 67 della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze: sitratta di
tun testo che nella struttura tecnica appare davvero sintomatico di una
citta e di un ambiente, che si prepara a una grande, progressiva afferma~
zione sociale, economica, culturale, ma che gia mostra qui consapevolez-
zadi sée padronanza dei propri mezzi espressivi (CQ.
[Ca] ‘Frammenti d'un libro di conti di banchieri fiorentini? del 1211
MCCaxi. Aldobra(n)dino Petri (e) Buonessegnia Falkoni no dio(no) da-
re katuno i(n) tuto lib. li p(er) livre diciotto di(m)p(criali) mezani, a
rrascio(ne) di tre(n)ta (e) ci(n) que meno) terza, ke de(m)mo loro
dd a(n)zi k. luglio; (e) dio(no) pagare «per | giugnio» tredici di a(
45GIOVANNA FROSINI
Hib. il mese qua(n)tofosse nostra yi
3 se pitt sta(n)no, a
()
tade.
Te. Alb(er)to Baldovini (e) Quitieri Alb(
(cr)ti di Porte del Duoms,
seyga di Falcone ci devono date csc
“B ibre di imperiali mezani,al prezzo
‘he demmo loro tredicigiotni prima ji,
calende di luglio (13 giorni prima del 1° di luglio); € debbono pagare «per a
giugno» (cancellato) tredici giorni avant Ie calende di luglio; se stanno (cia,
aap, (devono page) a (ltasso 4 dem irs fossa: 4 dena per bg)
ir nontra volonti (di riscuoter il credit). |
almese per quanto tempo sara (
eee ed Alberto di Baldovino e Gutter di Alberto di Porta del Duome
‘t211. Aldobrandino di Pietro Bonin‘
tutto s2 libre per (in pagamento di)
so) tent cng nen a rer20,
ft Castellani (a8: 104-40 testo da Castellani 1982: 23)
Analisi linguistica. Da notare: per la grafia, I'uso del grafema do perl,
consonante velare sorda (Falkon, katuno, ke nella consucts abbreviazione k
per ‘calende’ il primo giorno del mese secondo la denominazione latina), ¢
EET segno «@ pet g di fronte a 1 semiconsonantics (Quitieri, nome formato
dalla radice germanica Wi-); la w palatale ¢ resa con «gniy in Buoneseia
_giugnio (mentre si noti la resa che diverra pitt usuiale di [ palatale con