pat. 1.34). Altrettanto rilevanti le lettere di Guittone WArez20
(i230 ca1294): lo scrittore era originario della citi che ospitava la pid
importante istituzione scolastica della Toscana duecentesca, quello St
“ram (aniversit2) che comprendeva tina sezione di medicina e una di di-
fitto, e che dunque fu il centro di riferimento sia per la cultura scientifi-
casia pet ha giurisprudenza e Peloquenza. A Guittone si devono almeno
Je trentacinque lettere, perlopitt in prosa (solo otto sono interamente in
vyersi), che compaiono nei primi cingue fascicoli della raccolta principale
alui dedicata, il canzoniere Laurenziano Redi 9 [L]:esso apre la sua prima
sezione (£.1") proprio con la rubrica «Qui cominciano le lettere ¢ le [can]
sone | [scripte da fralte Guittone d’Aresso» (Leonardi 2001a; Frosini 2014a;
fed. in Guittone d'Arezzo 1990; si leggono parzialmente anche nel cod.
Riccardiano 2533 [RI). Le lettere guittoniane ~ veri e propri sermoni mo-
rali, che traggono spunto dalle realta quotidiane per proporsi come inse-
gnamento universale ~ sono caratterizzate da un livello linguisticoe stli-
stico estremamente complesso, costruito su un elaborato andamento rit-
mico, ¢ arricchito dal ricorso alle auctoritates ¢ dallimpiego del cursus, in
esse sono applicate le norme dell’ars ditandi, che prevedono una struttura-
zione in cinque parti (salutati, exordium, narrati, petitio, conduso). Si tratta
diun vero esempio di ornatus diffs, al limite dell obscurus (D'Agostino
1998: $71-73; Casapullo 1999: 111-21; Dardano 2015: 32-34).
Laffermazione del volgare nella prosa di intento letterario non breve
né scontata; per tutto il secolo le lingue che in Ttalia hanno una piena ap-
plicazione letteraria sono ~ come gia si& detto ~ il latino e la lingua doit
(Golo marginalmente la lingua d'or): un fatto che la massima parte della
prosa (storica,scientifica, tecnica, enciclopedica ma anche narrativa) ¢ pro-
savolgarizzata. Questo non é affatto privo di rifless sull'assetto lingui-
stico, per esempio nei trapianti lessicali, rilevanti soprattutto per quanto
riguarda il latino, perché molti dei francesismi. non superano la fase pitt
antica della lingua; nelV’indulgenza alle dittologie ealle reduplicazioni dei
termini; nella strutturazione della frase attraverso i segnali discorsivi; nel-
vA)GIOVANNA FROSINI
/a segmentazione del testo, e nella ripetizione di moduli iniziali, sty
queste ultime che hanno lo scopo di facilitare la consultazione delf,
"3; rifles che possono configuratsi anche nei termini di un inflss
roco (Seriannj 2o1a: 13-15; Frosini 2014b; — cap. 4 Pat 2.1, Solo coy,
Processo lento ~tendenziale nel Duecento, pienamenteesploso el,"
Cento ~siafferma la supremazia del volgare, ¢ progressivamente qu,
del volgare toscano, certo legataallespeciiche condizionisocio-poli
ed economiche della regione, alle quali abbiamo pitt volte fatto rf:
mento.
Riassumendo varie osservazioni distribute nei paragrafi che preceg.
no, possiamo infine sottolineare che sié soit distinguere la produzigy
prosastica in volgare secondo tre macro-livelli formali:
1) la prosa d’arte, ossia la prosa dintento letterario, dotata di una com,
plessa struttura del periodo e di una finitura retorica che deriva da mode),
Ii classici e mediolatini;
2) la prosa media, di carattere narrativo: racconti, cronache, scrittur,
di memoria ¢ agiografiche, che si distinguono soprattutto per elemeng
sintattici quali la prevalenza della coordinazione (paratassi) la breviti ds
periodi,le ripetizioni a breve distanza delle stesse parole, una certa solid.
rieta col parlato; si tratta di una nozione definita in modo particolare é,
Maurizio Dardano (vd. Dardano 1992; in ultimo, 2012);
3) la prosa documentaria: statuti, lettere, scritture private, icosiddet
ti testi pratici, che in Toscana costituiscono la gran parte delle scritture
medievali.
Come tutte le sistemazioni, anche questa richiede una certa prudenza
nellevitare le definizioni assolute, ed ammette zone di passaggio sfumato
frale varie categorie (in molti casi, ad esempio, nella prosa media siriscon-
tra una consapevole tensione verso la letterariet’): emblematico & il cso
appena ricordato delle prose volgarizzate, che devono essere attentamet
te valutate nel graduarsi dei risultai, fino alle punte di eccellenza (come
per Brunetto Latini o Bono Giamboni, autori anche di opere in proprio}
Lesempio di prosa duecentesca che ora leggeremo @ tratto dal Novellino
{CQ}, mentre si rimanda all’Aulaweb per un esempio di prosa filosofict
(+ Aulaweb@Il Duecento_testo3)
Be
cr
.
762. IL DUECENTO.
[Ga] Un gionane principe scopre la bellezza delle donne
‘Amo Re nacque tno fighiuolo, Li savi strol
logi providd
c ero ches
sese ani che non vedesse lo sole, che perder loading ina
Relo ece guardare et pasatolix. ann sil fece mostrare lomen he ck,
elo, o mare, loro et Fargento et le bestie ct gientes nf
mostrar belle femine. Lo giovanodimandochieneerinete eee
chierano dimoni. Allotta lo giovano disse: «Li dimont mi sae
tutte laltre cose. Et lo Re disse: «Ben si puo vedere ch
bellezze di feminay [Ps].
piacciono sopra
istrana cosa hé
E questa la redazione del ms. Panciatichiano 32 (sezione io
teca Nazionale Centrale di Firenze (intitolato a di enn aes
iene) edita in Il Novellino 2001: 193-94 [19] (sav), ma qui trascritta diretta-
mente dal manoscritto, cc. 187-197, dove & accompagnata dalla seguente nota
a margine, di mano pit tarda, ma comungue trecentesca: Come la vaghé]za
delle fem|iJne & piacievofle] piti che cosa del mondo.
Icodice viene collocato dai paleografi tra fine Duecento-primo Trecento,
al pit entroil secondo quarto del Trecento, dunque non lontano dalla reda,
zione del Novellino, che generalmente si ipotizea nei decenni 1280-1300; la
redazione testimoniata da P1 & di origine toscano-occidentale, copiata da un
amanuense fiorentino (Frosini 2006: 9-26; Dardano 2015: 45-5).
Questa che segue @ invece la redazione “vulgata”, testimoniata da un
pid tardo manoscritto (4523), il Vaticano latino 3214 (V) ¢ dalla stampa curata
da Carlo Gualteruzzi nel 1525, pubblicata in ultimo in Il Novellino 2001: 33-34
(20v), da cui si riprende (le parti fra parentesi quadre sono integrazioni del-
Teditore):
A.uno re nacque uno figliuolo. I savi strologi providero che selli non
stesse anni diece che non vedesse il sole, [che perderebbe lo vedere]. Al-
lora fl re] il fece notricare ¢ guardare in tenebrose spelonche. Dopo il
tempo detto lo fece trarre fuori, ¢ innanzi lui fece mettere molte belle
givie e di molto belle donzelle, tutte cose nominando per nome. E detto-
lile donzelle essere dimoni, ¢ poi li domandaro qual d'esse li fosse pit
graziosa; rispuose: - I domoni -. Allora lo re di cid si maraviglid molto,
dicendo: ~ Che cosa tirannia é bellore di donna! [V]tivo. Molteplict motivi narrativi culturali, letterari g jy,
Pimpin ae ta di novel della nos
Gert, ce non mance), conemporanch Pe compen a
Tapa dc person analisi ches
diverse sensibilita— dime cen il Novel ee debitore ng;
Bo sae oi bce ena dlle ope hte ne
seni a ce nek
olatine i
Ein ; sso attraverso mediazi0N! P lurime ¢ in parti.
eel em ame -garizamsent, che giv all fine del Due
ai ean ard poimon- Eq
cent arevano messoa dios diculé possibile individu: orn
il caso del racconto che iat , a Storia ae Fone
i a mec
90 del de dfsione nell Europe mediewe
inn testo di grande difloions atraverso il volgarizzamento italiano
i conosci 3
ee al 89 del iltes TH 4 Milano: il gorane
principe che non conosce lla del mondo, ma che subito si fa conquistare
M llabellezza delle donne, mostra Tinvincibile forza dellamore; il tema giun-
gera fino ‘allintroduzione della rv giornata del Decameron, in cui l'autore, per
difendersi dall'accusa di ‘eccessivo amore VeTSO Je donne, rivendica la digniti
del proprio pensiero € della propria opera (Frosini 2006: 2735; 2o1ta).
ualche nota soprattutto di tipo sintati-
co (per eu si rimanda a Tesi 2007: 50-55; Serianni 2012 23-5; Dardano 202:
G3), itratta, come si vee, i una novella di dimensioni contenute, in culo
Satappo narativo &ridoto ale ince essenzial. La cratteristics fondamen-
ile ela brevita delle frasi, soprattutto in Pt, la redazione pit ana ip
prtica, i c® solo un periodo pit ampio («Onde lo Re belle femnine»),ma
riche quello fondato su una struttura prevalentemente paratattica la
breviti dei periodi, generalmente fra loro coordinati (vd. qui le sequenze
eAllotta ... Et...» Ps eE dettoli... rispuose ... Allora ...» V),non& frutto di
imperiia tecnica, ma corrisponde a un ben preciso ideale retorico ed espres
sivo, quello della brevitas che ha model ne! latino dei Vangel ¢ nella tradi-
rn etoletoas questa scelta sintattica ~ propria anche degli exemplae dei
peste ingle propria del parle (panne 25 ars)
tga orienta pure endenzaall nipetzione delle sess parole 8
.,non priva di efficacia mnemonica: enon vedesse ... lo ve'
gl ulti
frances, de
Pdi exempla della p
Lalingua. Riserviamo a questi test
B2.1L DUECENTO
renjamostare .. Mostrar, elo glovano... lo govanos (%)
nidiripresa sintattica che possiamo osservare: nella redaz.
the dichiarativo: sproviddero che ... che perderebe»; in V on escmpio inte
ressante di paraipotassi: «E dettoli... e poi i domandaros, costruzione assai
divs nella prosa media; al suo interno, deta rege un connec latineg-
gant, Tacesatvo infnito (le doze esee dino) Nella fae an
‘Hentica nelle due redazioni — ; 7
plemento (a 0 2), collocato nomeno, detto topica-
lczasong € proprio ¢ distintivo delfitaliano antico (in italiane mete si
secoreebbe a una dislocazione: a un eh nace fil), ed se Yordine
asuale della frase (soggetto-verbo-oggetto);e vd. anche, in V, tute cose nomi-
sand pr nome. Nella redaz. Pt la manecata concordanza fa verho, sing. e sog-
goto pl. (pasa fx ann) rimanda a una casisica diffusa nellit antes peril
Tesco, si notera appena la forma aggettivale tcinnia‘tirannica, che pare un
Japas (cf. GDLI, sv. trannio),
Per un’analisi ulteriore di questo confronto fra testi letterari vd. + Aula-
web@ll Trecento_testo4.
.Vatii fenome-
Prlaripresacon
799