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Langle, A. (1992). Quale cultura? Domanda di educazione e cultura nel mondo degli adulti. In Provincia Autonoma di Bolzano Assessorato alla Cultura e Istruzione in Lingua Italiana (Ed.), LEducazione degli adulti nelle comunité rurali. Operatori culturali nei paesi dell’arco alpino. Stella di renon/Alto adige 1992. Atti del congresso (pp. 62-65). Bolzano: Assessorato alla 4 il Cultura e Istruzione in Lingua Italiana. 62 IV Relazioni Quale cultura? Domanda di educazione e cultura nel mondo degli adulti Alfried Léingle E’ possibile al giomo d’oggi “fare cultura”? A mio parere la questione dovrebbe essere posta in questi termini: “Cosa é ancora possibile fare nel campo dell’edu- cazione degli adulti?”. Operiamo gia in questo settore, abbiamo istituzioni e ide- ali, la gente tuttavia non partecipa alle iniziative: cié ci rende frustrat. In questa si- tuazione, quindi, non si tratta fanto della “fatfibilita della cultura”, quanto piutiosto. della possibilita di operare ancora nel campo dell’educazione. Probabilmente vi aspettate delle precise indicazioni, anzi che io vi indichi qual & la richiesta di cul tura. Per questo dovrei fare un’analisi di mercato e indicare i! prodotto adatto. Ma quest/immagine di educazione é ormai superata: non é pid possibile comprare con- tenuti educativi all'ingrosso, per poi venderli al dettaglio. Un’educazione intesa in questo senso non tiene conto delle nostre reali esigenze. Il mercato, invece, @ inva- so da offerte di contenuto, presentate in. modo accattivante dai mezzi di comuni- cazione. Vogliamo ripetere anche nell’educazione degli adulti gli stessi errori del nostro tempo? Perché preoccuparsi di trasmetiere i capisaldi culturali del passato, quando sarebbe meglio creare degli adeguati approcci alla vita? Guardiamoci dall'istituzionalizzare nei centri di,cultura la nevrosi del nostro tempo. Sono infatti fermamente convinto che l'astensione dai programmi educativi contenga una sana reazione. Che cosa non ha funzionato? | tempi degli ideali educativi che si richia- mano alla tradizione e alla ripetizione degli ideali e delle bellezze classiche sono passat. II greco non si studia pit, e il latino a malapena. Al loro posto si richiedo- no Topolino, Asterix, audiovisivi e computer: I'uomo colto non pué far altro che con- statare la mancanza di cultura. Secondo un‘immagine tradizionale, la nostra epo- co, nella migliore delle ipotesi, potrebbe essere definita come la “cultura della mancanza di cultura”. Ma io mi chiedo, se in questa mancanza di cultura non vi sia forse il germe di una nuova cultura. Cosa cerca oggi l'essere umano? Se l’educazione & "out", che cosa & "in"? A mio parere I'individuo cerca scambio, divertimento ed incontri. Un tempo la cultura ave- va il compito di mantenere e promuovere la crescita spirituale e intellettuale, Al tem po dei Romani tale concetto veniva sottolineato con Iespressione “colere cultus”: si tratiava di curare la crescita e il mantenimento di quanto era necessario alla vita. “Colere” significa perd anche rispetto per cid che si fa e culto di quanto che ne con- Segue. Oggi abbiamo bisogno appunto della “coltura” dell’anima e dello spirito II nutrimento spirituale, necessario alla vita, é rappresentato oggi dai valori: Tovcul tura 6 intesa quindi come tutela dei valori.. Ma quali sono questi valori? Che cosa si pué trovare dal punto di vista analiticoesistenziale, al di lé di questi “bisogni” evi- denti di valori vitali? 1. Al posto dell’educazione gli individui esigono scambi. Questa la prima fon- damentale motivazione esistenziale dell'vomo: lesistenza esige spazio. Spazio per se stessi, per i propri pensieri e sentiment, per le preoccupazioni e le gicie, per lo scambio di esperienze, per esprimere il proprio punto di vista. Ognuno di noi sottostéall’ordine di prendere possesso del proprio pezzo di ter- ra, di ararlo e coltivarlo. Vivere significa quindi anche conquistare realmente il proprio spazio e mantenerlo. Quanto spazio, ad esempio, ci prendiamo per i nostri doveri, quanto ne concediamo alle nostre ansie? Prima di tutto, quindi, F'uomo ha bisogno di spazio per vivere e per confrontarsi. 2. uomo perd vuole di pid: vuole vivere bene nel proprio spazio, renderlo con- fortevole e sentire profondamente i valori ad esso inerenti. Wuole gioire e gode- re di questi valori intrattenendosi con loro. Intrattenimento significa quindi co- noscere e vivere il valore dell’esistenza e il valore di cid che intrattiene. Da questa condizione nascono le relazioni, la stima, laffetto. Ognuno di noi vuole amare ed essere amato. Qui si realizza la seconda fon- damentale motivazione esistenziale, vale a dire l'esperienza del valore Nell’amore viviamo il valore dell’altro, nell’essere amati il nostro valore. 3. Accanto allo spazio e all’esperienza del valore, |’analisi esistenziale conosce una terza motivazione fondamentale: il riconoscimento della persona nella pro- pria unicita e inconfondibilita. Cid si verifica nel vero incontro, allorché la par. ficolarita di ogni persona pud manifestarsi e trovare conferma nel reciproco conoscimento. Il riconoscimento di una persona significa rispettarne la dignité, che si esprime in cié che un individuo fa e produce. Nel rispetto per I'altro l’individuo impara a rispettare se stesso e a giudicarsi in modo critico. Mai come oggi é stato difficile incontrarsi, 4. Moltissime persone soffrono di un senso di inutiité. Esso & il segno di un’atro- fia esistenziale, strettamente legata alla frustrazione di una delle tre motivazio- ni esistenziali. Curare questi tre valori di base significa creare cultura: in questo modo, infatti, si prepara il terreno per vivere in modo sensato e costruttivo. Le tre motivazioni esistenziali creano quindi lo spazio culturale della persona: la conquista del proprio spazio vitale, insieme alla stima e al riconoscimento per s6. per gli altri portano al senso dell’esistenza. Come é possibile individuare i bisogni e i desideri? Cultura dell’interiorita: la nostra é I'epoca dell’esteriorizzazione e del manege- ment. La capacité di provare e di sentire é andata persa. Il cambiamento continuo rende sordi e sovraeccitati. Per owiare a questa situazione é necessaria una cultu- ra interiore, una cultura'del cuore. Ma dove é possibile apprenderla? La psicotera- pia ci pud aivtare, pud insegnarci a vivere con noi stessi In origine la cultura era intesa come cura di cid che vive e culto della vita. Suo compito era occuparsi dello sviluppo nell’ambito della realta. Ancor ogi essa do- viebbe apportenere a quel Ivogo, al terreno del quotidiano. E’ deplorevole veder- la confinuamente relegata nelle sale da concerto e nei musei, vista l'associazio- 63 ne fatale che di solito si fa di arte e cultura. La cultura come arte significherebbe per noi vivere, per gran parte del tempo, in un vuoto culturcle. Infatti, chi nasce ar- tista? Chi pud occuparsi normalmente di arte? La vera cultura non ha niente a che fare con l'arte: essa deve essere intesa, piuttosto, come la tutela di un valore. Al posto della coltura di un fempo, oggi ci sono i valor, il cui contenuto soddisfa il no stro spirito. Cultura significa quindi mantenere viva la consapevolezza che la vi- ta riguarda a noi stessi, non i nostri genitori, o insegnanti o preti o filosofi, che tuk talpid, potrebbero raccontarci come hanno vissuto. Quindi: ” Va" incontro a tuto cid che fi interessa, é la tua vita! Rispondi a modo tuo, la tua risposta non é ancora stata data, nessuno potrd mai darla al tuo posto. Non temere di sbagliare. E’ peg- gio non aver vissuto per paura di sbagliare, che vivere sbagliando, Prendi solo ome indicazione cid che ti dicono gli altri, cid che ti trosmette la tradizione. Il mes- saggio esistenziale é: esponiti alla vita, cammina con lei fin quando puci, non manere per paura in porto con i moli e i fari della tradizione.” Spostamento della cultura La cultura esistenziale si sgancia dalle concezioni culturali tradizionali: essa si al tontong da un concetto di natura negativo, dallo storicismo e dall’idealismo di va- lore. ‘Oggi il culto della natura non rientra pid nell’ambito della cultura. La dicotomia tra spirito e natura é artificial e appartiene ai relitti manicheisti della storia. Il proble- ma non é. vedere se siamo guidati da un istinto o da un’idea, ma vedere se tro- viamo buono cié che ci spinge ad agire. L’uomo esistenziale fa attenzione a ci che gli interessa e, se pud dare il proprio assenso, a cid che fa 0 che ha intenzio- ne di fare. Guardiamoci dall’accecare le nostre esperienze e percezioni del valo- te, maledicendo cié che é istintivo, oppure elevando cid che é spirituale. In questo modo, creeremmo delle trincee culturali, limitando noi stessi La cultura esistenziale mostra due aspetti: una base interiore e un campo d’azione esteriore, Essa é in primo lvogo cultura dell’interiorifé e cultura del cuore. Nell’epo- ca dell‘individuo emancipato, la cultura é espressione dei propri sentimenti e un fi- ducioso rapporto con loro. Ogni tentative di manipolare i sentimenti & una bar- barie. L'apertura nei confronti di cid che atrae e la capacita di fidorsi dei propri sentimenti necessitano di cura ed esercizio, appunto di cultura. Infatti il rapporto con loro 8 complesso, per nulla scontato. Farsi foccare senza essere sopraftati,ri- scaldarsi con valori vissuti senza bruciarsi, é arte di vita. Ma tutti gli esercizi, tutta- via, non possono impedirci di rimanere esposti ai nostri valori personal. | valori colgono, ancor prima che noi li cogliamo. Serve quindi la coltura dell'interiorité e dello scmbio, per non perdersi nella propria interiorité e per non diventare vitime di reazioni negative. Il secondo aspetto della cultura esistenziale riguarde l’attento cogliere e vivere i va- lori percepiti e sentiti, la cura di quelle esperienze vissute, delle atfivité e degli ot teggiamenti nei confronti della vita che riteniamo giusti e validi La cultura esistenziale, quindi, sta al di 1G della discussione sulla “fattibilité”. L'in- teresse per i valori, la disponibilité a esporsi e « confrontarsi con loro, sono facol- 18 che sotfastanno alla nostra decisione e che quindi possono essere esercitate © apprese. Cid che invece ci interessa, cid che ci coglie e ci toca, cid che ci si mo- slra_come essenziale e prezioso per la vita, si sottrae all‘intervento della nostra vo- lonta. La cultura esistenziale ha la sua sede nello scambio polare tra volere e lasciare, tra subire e agire. Essa gravite attorno al valore della vite. Ancora una volta I'vomo viene posto al centro, come del resto nel Rinascimento. La differenza tra il Rinasci- mento e la nostra epoca, tava, sta nel fatto che il Rinoscimento aveva due punti focali: da una parte la persona, dallalira i valori nel mondo. Dall/azione recipro- ca dei due punt focali di questa ellissi si sviluppa l'esistenza del singolo. Essa co- slituisce la base e la garanzia per la crescita e il fiorire di una cultura valida nella famiglia, al lavoro, a scuola, in chiesa, nelle isfituzioni e nazioni, per la cultura di una comunita.

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