You are on page 1of 20
reverendo, come mai oggi le 2 venuto in mente di farmi accom. pagnare a casa, con le candele accese, da due chierichetti in abi: to da chiesa?... Lei vuol farmi burlare da tutta la gente: diranno che mi sono impazzital Il parroco, con tutta calma, rispose: Signora, io non ho man: dato i chierichetti ad accompagnar lei, li ho mandati ad accom- pagnare Gesii Sacramentato, che sta dentro il suo petto. Ella sa bene che ogni volta che il SS. Sacramento si porta fuori della chiesa, dev'essere accompagnato con almeno duc candele ac cese... Gest rimane realmente presente, nel petto di chi si co munica, finch? ostia non si discioglie, e cio per circa un quarto dora. Dunque quando ella é uscita dalla chiesa, nel suo petto ‘era ancora presente Gesi.. Or io non potevo permettere che Gesit Sacramentato fosse portato fuori di chiesa in tal modo: era ne cessario accompagnarlo con due candele accese, com’é prescritto, La signora comprese la severa lezione: abbassd la testa ritornd in chiesa a fare il ringraziamento, E da quel giorno in poi, ogni volta che faceva la Comunione, si tratteneva una mez- Zora a fare il ringraziamento. sono alcuni fanciulli, che si meriterebbero la lezione che fu data a quella signora, Vanno a ricevere Gesii nella S. Comu: nione distrattamente, senza fare né preparazione, né ringrazia- mento; 0 tutto al pitt leggono, in fretta in fretta, le preghiere del librettino (che certe volte sono brevissime) € poi escono su: bito dalla chiesa... Non pensano che Gesii 2 ancora vivo e vero dentro al loro petto, e percid mancano di riverenza verso si gran. de Sacramento. Gesti rimane presente, nel petto di chi si comu nica per circa un quarto d’ora; dunque dopo la S. Comunione bisogna intrattenersi a pregare almeno per un quarto d’ora. E un tempo breve, ma & tempo preziosissimo. Se in quel breve tempo si sta attenti e raccolti, se si prega devotamente, Gesit comunica all’anima i tesori della sua grazia. E V'anima s'in- namora di Gesit e acquista molta forza per vincere i suoi difetti € per praticare le pitt belle virti E cid che si dice det ringraziamento si deve dire anche della preparazione. Prima di accostarsi alla balaustra per ricevere Gesit a bisogna fare una buona preparazione, 0 leggendo in un libretto Preghiere adatte, oppure recitando altre preghiere a memoria e pensando al grande atto che si sta per compiere Chi trascura la preparazione e il ringraziamento, si priva dei i preziosi, che Gesit gli vorrebbe fare; e poi manca di rive- renza verso il SS. Sacramento. 22 - La Confessione. Delle tre cose necessarie per fare una buona Comunione, la pit) importante & « Essere én grazia di Dio». Chi ® privo della grazia di Dio, perché si sente reo di peccato mortale, @ necessario che si confessi bene prima di andare a ricevere la S. Comunione; altrimenti quella Comunione sarebbe un peccato gravissimo di sacrilegio. Se un tale prendesse un’ostia consacrata, ¢ la gettasse in ter- ra, in mezzo al fango, ¢ la calpestasse, cerfamente commetterebbe un gravissimo peccato; ma chi riceve Gest nella S. Comunione avendo anima macchiata di peccato mortale, fa molto peggio di chi getta Gesir nel fango, perche il peccato @ mille volte peg- giore del fango! Percid chi fa una Comunione sacrilega riceve Gesit, ma non riceve la sua grazia, anzi si rende meritevole di eterna dannazione. Dunque & importantissimo conoscere come si fa una buona Confessione per riacquistare fa grazia di Dio, quando sventura- tamente sia stata perduta col peccato mortale, La Contessione, 0 Penitenza, @ uno dei sette Sacramenti isti- tuiti da Gest Cristo, e serve ad ottenere il perdoro dei peccati commessi dopo il battesimo. Gesit disse agli Apostoli: A coloro ai quali voi perdonercte i peccati, io li perdonerd, e a coloro ai quali voi non li perdone- rete, io non li perdonerd. E. cid che disse agli Apostoli, Gesit in- tendeva dirlo a tutti i sacerdoti Dunque chi confessa i suoi peccati al sacerdote ¢ riceve da lui assoluzione, viene perdonato da Dio. Cosi ha detto Gesii. endo in un libretto jere a memoria e ere. mento, si priva dei poi manca di rive 1ona Comunione, Chi & privo della rtale, @ necessario la S. Comunione; ito gravissimo di ‘Ia gettasse in ter te commetterebbe lla S. Comunione 1 molto peggio di + mille volte peg- ¢ sacrilega riceve ide meritevole di e si fa una buona quando sventura Sacrament isti doro dei peccati i voi perdonerete oi non li perdone- \postoli, Gesit in- rrdote e riceve da | ha detto Gesii WH #8 disse: Amico, come sei entrato qui senza la veste x Ma per ottenere questo perdono non basta inginocchiarsi davanti al sacerdote ¢ narrare i propri peccati; & necessario confessarsi con le dovate disposizioni. Per fare una buona Confessione si richiedono cinque cose: 1. Pesame di coscienza ~ 2. il dolore dei peccati - 3. i propor nimento - 4, la confessione ~ 5. la soddisfazione 0 penitenza. 1. - FAR UESAME DI COSCIENZA significa ricordarsi di tutti i peccati_commessi dopo I'ultima confessione benfatta. Questo esa- me bisogna farlo prima di appressarsi al confessore. Ci sono certi fanciulli che vanno a confessarsi senza aver prima pensato ai pec- cati commessi; quando singinocchiano davanti al Confessore non sanno che cosa dire, e non si ricordano di nessun peccato, perch non hanno fatto l'esame di coscienza. 2. ~ IL DOLORE Det PECCATI ® necessario per ottenere da Dio il perdono. Certamente il Signore non pud perdonare colui che non sente alcun dispiacere di averlo offeso. 3. ~ Ik PROPONIMENTO & anche necessario. Bisogna promet- tere a Dio di non commettere pitt peccati. Certamente il Signore non pud perdonare colui che, mentre si confessa, non ha nes- suna volonti di emendarsi, ed & disposto a commettere di nuovo, sbadatamente, gli stessi peccati di cui chiede perdono a Dio. 4. - LA CONrESSIONE & 'accusa dei propri peccati, che si fa al confessore per ottenere il perdono. L’accusa dev'essere com: pleta. Bisogna confessarsi di tutti i peceati mortali commessi. Chi face, per vergogna, anche un solo peccato mortale, non fa una buona confessione, ma commette un sacrilegio, se disgrazia- tamente un cristiano commette un fallo cosi grave, gli rimane una sola via per ripararvi: pentirsi del sacrilegio, domandarne per- dono a Dio e ripetere tutta la confessione gia fatta (nella quale non ottenne perdono di nessun peccato); € nella nuova confes- sione deve dire: Ho commesso un sacrilegio tacendo nelfaltra confessione il tale peccato. E se, per somma sventura, quel pec- cato fosse stato taciuto in parecchie confessioni consecutive, bi- sognerebbe ripetere tutte quelle confessioni, perché sarebbero state tutte sacrileghe, Chi poi si azzardasse di andare alla Comunione dopo aver fatto una Confessione sacrilega, commetterebbe un altro gravis- simo sacrilegio, perché 'anima non @ in grazia di Dio. Perd chi tace un peccato in Confessione, non per vergogna, ma soltanto per dimenticanza, non commette sacrilegio nella Con- fessione, e neppure nella Comunione. Se poi del peccato dimen- ticato si ricorda dopo che si & confessato, se ne deve accusare nella successiva confessione. 5. ~ La SODDISTAZIONE O PENITENZA & un‘opera buona (che ‘ordinariamente consiste in brevi preghiere) imposta dal Confessore. Chi si confessa bene, con tutte le dovute disposizioni, ottiene il perdono da Dio e gode grande pace; chi si confessa male di venta schiavo del demonio ed @ tormentato da continuo rimorso igura pag. 47). 23 - L’esame di coscienza. Noi sentiamo molto spesso, in fondo all’anima, una voce mi- steriosa, che ci dice: Questo @ bene, questo # male; questo devi fare; questo devi lasclare. E la voce della nostra cosclenza, che si potrebbe quasi chiamare l'eco della voce di Dio. Quando ubbidiamo a questa voce sentiamo gioia e pace; in- vece quando disubbidiamo a questa voce sentiamo agitazione € rimorso; ci sembra che una mano misteriosa scriva a caratteri i, nell’anima nostra, tutte le azioni colpevoli, che abbiamo compiuto... € il rimorso dei nostri peccati ci fa perdere la pace! Per cancellare i peccati impressi nell’anima e per far tacere a voce del rimorso, & necessario fare una buona Confessione. Soltanto il sacerdote, per mezzo dell’assoluzione sacramentale, pud cancellare i peccati € ridonarci la pace. Ma il sacerdote non pud leggere cid che & scritto nel fondo della nostra coscienza; & necessario che glielo diciamo noi... Per- cid, prima di andare a confessarci, dobbiamo fare esame di co- scienza, leggendo nell’anima nostra tutto cid che vi ha scritto quella mano misteriosa. Dopo questo esame potremo inginoc- omunione dopo aver bbe un altro gravis. tzia di Dio. 4 non per vergogna, sacrilegio nella Con- i del peceato dimen- ne deve accusare in’opera buona (che ‘osta dal Confessore. scriva a caratteri ‘oli, che abbiamo Perdere la pace! seritto nel fondo iciamo noi... Per- re Vesame di co- Ne vi ha scritto yotremo inginoc- 5 chiarci davanti al Confessore, e dire sinceramente cid che ab- amo letto nella nostra coscienza. Il Confessore pronunciera so- pra di noi la formula dell'assoluzione, e, in un istante, tutto sara cancellato!. Nell'esame di coscienza non possiamo lasciar da parte nessun peceato: dobbiamo essere molto sinceri, pensando che a Dio nulla si pud nascondere, perch Dio sa tutto, vede tutto, conosce an- che i nostri pensieri; e, dopo morte, Dio ci dovra gi E perché lesame di coscienza riesca completo e sincero, @ assolutamente necessario chiedere aiuto a Dio con la preghiera. Bisogna chiedere a Dio la luce per leggere bene nell'anima no- stra, per ricordarci di tutti i peccati commessi (figura pag. 49). Ogni peceato & sempre una disubbedienza alla legge di Dio © della Chiesa, o una trascuratezza nei doveri del proprio stato. Percid, per fare un esame di coscienza completo, bisognerebbe pensare a ciascun Comandamento di Dio, a ciascun Precetto della Chiesa, a ciascun obbligo del proprio stato, ed esaminare quante mancanze sono state commesse in ciascun punto. ‘Ma poich? siffatto esame sarebbe per i fanciulli troppo lungo € difficile, in molti libretti da Messa, unitamente alle preghiere per prepararsi alla Confessione, si trovano alcune brevi e som- marie indicazioni, che servono a ricordarsi dei peccati commessi. | punti principali, sui quali un fanciullo deve esaminarsi, pos- sono essere riassunti cos = Se ha fatto bene le confessioni passate, con dolore ¢ con proposito, e senza tacere, per vergogna, peccati gravi ~ se ha fat- t0 la penitenza, che gli impose il confessore nell ultima confessione. = Se ha detto le sue orazioni 1a mattina e ta sera ~ se ha ascoltato devotamente € con compostezza a Santa Messa tutte le Jeste ~ se ha detto parole cattive ¢ senza rispetto contro Dio ed i Santi ~ se ha detto imprecazioni - se ha lavorato nei giorni festivi. = Se ha mancato di rispetto 0 di obbedienza verso i genitori, superiori, 0 maestri, - se ha studiato - se ha lavorato con dili- genza, oppure & stato pigro e poltrone - se si é adirato od ha Uitigato con compagni, con fratelli o sorelle ~ se ha perdonato e 4 se stia in pace con tutti - se ha detto male degli altri - se ha dato cattivo esempio - se ha insegnato ad altri cose cattive 0 li ‘ha spinti a fare del male. Se ha fatto discorsi che non si devono fare - se ha fatto ‘mai azioni sconvenienti da solo 0 con altri ~ se & stato insieme coi compagni cattivi ~ se ha letto libri cattivi - se ha cantato can- zonacce ~ se ha visto cose sconvenienti al teatro o al cinemato- grafo ~ se ha fatto peccati di gola. = Se ha preso niente di nascosto a casa ~ se fuori di casa ‘ha preso niente che non fosse roba sua - se ha restituito cid che ha preso ~ se ha detio bugie ~ se ha avuto invidia det bene al- trui ~ se ha osservato esattamente le astinenze dalla carne pre- scritte dalla chiesa, = Se é stato superbo, avaro, pigro, vanitoso. 24 «1 quattro quadri per prepararsi alla Confessione. Un ricco signore fece costruire una bella casa per sua abi- tazione, e sulle pareti di un’ampia sala fece dipingere quattro quadri, che sarebbero stati bene in una chiesa: un quadro rappre- sentava la Creazione, un altro rappresentava l'Inferne, il terzo rap- presentava il Paradiso, e il quarto rappresentava Gesit Crocefisso. Quel ricco signore era un ottimo eristiano: si confessava re- golarmente una volta alla settimana, e, prima di andare in chiesa, si raccoglieva in quella sala a fare la preparazione per confes- sarsi (figura pag. 51). Volgeva dapprima lo sguardo al quadro della Creazione pensava: Iddio ha creato tutte le cose, ha creato anche me... Egli ¢ infinitamente grande, & Sapienza, Potenza, Bellezza infinita... lo, peccando, mi son ribellato ad un Dio cosi grande, cosi sapiente, €osi potente, cosi bello!.. Io, che sono una ereatura cosi piccola € cosi misera, mi sono ribellato ad un Dio cost grande! Quale audace insubordinazione @ stata la mia! - Signore, mi pento dei miei peccati... Vi prometto di non piit peccare. degli altri - se ha altri cose cattive 0 Ii 10 fare ~ se ha fatto Se 2 stato insieme = se ha cantato can- atro 0 al cinemato- = Se fuori di casa ha restituito cid che invidia del bene at- se dalla carne pre- Pararsi alla asa per sua abi- dipingere quattro un quadro rappre- ferno, il terzo rap. Gesit Crocefisso. cconfessava re- dare in chiesa, fione per contes. ‘lla Creazione e anche me... Egii tura cosi piccola 1 grande! Quale tre, mi pento dei e Poi volgeva lo sguardo al secondo quadro, che rappresen: tava l'inferno, e pensava: Con i miei peccati mi sono meritato Inferno, ossia una prigione di fuoco, nella quale dovrei rimanere eternamente, in compagnia dei demoni, se la misericordia di Dio non venisse in mio soccorso... - Signore, mi pento dei miei pec- cati, perch® con essi ho meritato UInferno! Vi prometto di non iit peccare. Poi si volgeva verso il quadro che rappresentava il Paradiso; guardava tutta quella festa di angeli, la SS. Trinita, Gesit, Mi € pensava: Con i miei peccati ho perduto quella ineffabile feli cit! Le porte del Paradiso sono chiuse per me, ed io non posso entrare nella celeste Patria per contemplare le infinite bellezze di Dio, in compagnia di Maria SS., degli angeli e dei Santi... - Si gnore, mi pento dei miei peccati perché con essi ko perduto il Pa- radiso... Vi prometto di non piie peccare. Finalmente si volgeva verso il quadro che rappresentava Gesit Crocefisso: contemplava le piaghe nelle mani, nei piedi e nel costato di Gesi'; guardava il Sangue, che grondava da ogni fe- rita... Gli occhi_ gli si riempivano di lagrime, cadeva in ginocchio, ed esclamava: Signor mio Gesii Cristo, voi siete morto sulla croce per me, avete dato tutto il vostro Sangue per la mia sal- vezza, mi avete amato tanto, siete stato per me un Padre amo- rosissimo... ed io invece sono stato un figlio ingrato! Ho amareg- giato con tanti peccati il vostro cuore di padre! O Signore, vi amo con tutto it cuore, e percid mi pento dei miei peccati e vi prometto di non pit peccare. Dopo questa magnifica preparazione, quel ricco signore si recava in chiesa, e si confessava. Egli certamente otteneva il per- dono di Dio e Pabbondanza della sua grazia. Per fare una buona Confessione & necessario prepararsi bene, procurando di avere in cuore i sentimenti, che aveva quel ricco signore; & necessario rappresentarsi alla mente i quadri, che quel ricco signore fece dipingere nella sua sala. Dobbiamo pensare alla infinita maesta di Dio, che abbiamo offeso; all'Inferno che abbiamo meritato, al Paradiso che abbiamo perduto; alla ineffa- bile bonta di Gest, che @ morto in croce per iscontare i nostri peccati. E con tali pensieri dobbiamo eccitare nel nostro cuore ii dolore dei peceati e il proposito di non pid: peccare. Senza dolore € senza proposito non si pud ottenere da Dio il perdono. Il dolore poi pud essere di due specie: imperfetto e perfetto. Chi si pente dei peccati soltanto per paura di andare all'in- ferno e per il dispiacere di aver perduto il Paradiso, ha nel cuore un dolore imperfetto. Tuttavia se si confessa bene, ottiene da Dio il perdono; ma senza confessione non pud essere perdonato. Invece chi si pente dei peccati perché ama il Signore e sen- te dolore di avergli recato dispiacere, ha nel cuore un dolore per- fetto. Se si trovasse nella impossibilita di confessarsi, il Signore Jo perdonerebbe anche senza confessione; quando poi, col do. lore perfetto nel cuore, fa anche una buona Confessione, oltre il perdono ottiene anche un aumento di grazia. Percid quando si fa la preparazione per confessarsi & ottima cosa eccitare nel proprio cuore non solo if dolore imperfetto, ma anche il dolore perfetto 25 - Una bilancia misteriosa. Immaginiamo una grande bilancia, sulla quale si possano pe- sare i nosiri peccati. Mettiamo sopra un piatto di questa bilancia una diecina di peccati mortal': il piatto si abbassa immediata mente, come se fosse stato caricato di un peso di mille quintali Poi mettiamo sull’altro piatto la recita di dieci Pater, Ave, Gloria... Oh! prodigio! It piatto carico di peccati si solleva, © Valtro si abbassa; poi ambedue i piatti oscillano dolcemente, € si fermano in perfetto equilibrio!... (figura pag. 53). Un tale equilibrio sembra impossibile. Dieci peccati mortali significano gravissima insubordinazione ¢ ingratitudine verso Dio: signifieano condanna ad una pena eterna... Tutto questo viene equilibrato da dieci Pater, Ave, Gloria, 0 da altre poche preghiere, che si recitano in cinque minuti, senza nessuna fatica? Com’e possibile tal cosa? Dopo che il peccatore si & confessato dei suoi peccati, an. — i How cuore eevmte, Senza Il perdono. MO © per fetto. Mndare all'in- hel cuore Hliene da Dio Perdonato unore e sen- N dolore per- il Signore Nol, col do- One, oltre il Wii é ottima ur fetto, ma Wesano pe- 4 bilancia nmediata: quintal ler, Ave, iolleva, & mente, e i mortali 180 Dio: lo viene leghiere, Come \e preghtere tralasciate.... bestemmie recazwon...... profanazione del. ta... insubordnanione... ozv0. rd. deta... odivo.....soanndal.....des - corre cattivi.... rapprereitazona tmmo- — Oe ee Ceti. unterpercnse appropriasone indebitg, che se sono molti ¢ gravi dei tuoi peccati reciterai La recita di poche preghiere certamente non @ adeguata pe- nifenza per tanti peccati. Si dovrebbe imporre al peccatore di giuni e discipline rigorose, e preghiere per mesi e per anni in- teri! Tutto questo non sarebbe penitenza sufficiente neppure per un solo peccato mortale. Se vogliamo trovar la soluzione di questo mistero, solleviamo lo sguardo al monte Calvario. Gesit, sulla croce, ha fallo la pe- nitenza per noi! Egli ha ristabilito equilibrio della bilancia. I nostri peccati, pesantissimi, traggono I'anima nostra in basso, molto in basso, fino agli abissi infernali... E Gesti ha detto: Met- tete da parte vostra una piccolissima penitenza, il resto che manca a ristabilir Vequilibrio, a risollevar anima vostra appesantita dai eccati... questo resto lo metto io... E su quel piatto della bilancia, ove sta la nostra piccolissima Penitenza, Gesit mette i suoi meriti, il suo Sangue prezioso ¢ la sua morte in croce. Tutto cid & piit che sufficiente per ristabi- lire Vequilibrio. Quanto & buono Gesit! Egli ha sofferto per noi, egli ha fatto penitenza per noi!... Ma noi, considerando si grande bonta, dob- biamo dimostrare a Gesit tutta la nostra gratitudine e il nostro amore, e dobbiamo eseguire con premura la penitenza impostaci dal Confessore. Sia pur piccolissima, serve a dimostrare a Dio la nostra buona volonta di far penitenza dei nostri peccati. * Quando ci confessiamo bene, il Signore ci perdona le no- stre colpe, anche se sono gravissime, ¢ ci condona la pena eterna che avevamo meritato. Perd ci rimane da scontare una certa pena temporanea, 0 in questo mondo, e nel Purgatorio. Or con la pe- nitenza imposta dal Confessore si sconta, almeno in parte, la pena temporanea, meritata col peccato. La soddisfazione o penitenza sacramentale, che impone il confessore, ordinariamente consiste in preghiere da recitarsi; ma talvolta consiste anche in alte opere buone, come digiuni, ele- mosine, ecc. Se il Confessore non ne assegna il tempo, si deve procurar di eseguirla al pitt presto; e Pobbligo di eseguirla ri- il Confessore gli mane sempre, anche se, per dimenticanza o per negligenza si la- sciasse trascorrere molto tempo. Finalmente, compiuta la confessione e fatta la penitenza, non bisogna dimenticare un altro grave dovere. Ringraziare di tutto cuore il Signore per il perdono ottenuto, La grazia é cosi grande che sarebbe grave mancanza non dire a Dio neppure una parola di ringraziamento! 26 - Chi commette peccato crocefigge Gesu. ‘Se vogliamo comprendere tutta la bruttezza ¢ la gravita del peccato, dobbiamo pensare a cid che avvenne quando Gesi, por- tando la croce, arrivd sulla vetta del monte Calvaric La croce, tolta dalle spalle di Gesit, fu messa in terra; e Ges, senza neppur attendere Vordine dei carnefici, si distese subito sulla croce. Allargd le braccia, distese i piedi... e i carnefici, con vigorosi colpi di martello, trapassarono con chiodi le mai piedi di Gest, ¢ lo confissero sulla croce (figura pag. 55). Se qualcuno di noi, in quell’ora tremenda, si fosse trovato sul monte Calvario, e uno dei carnefici ci avesse messo in mano i chiodi e il martello, e ci avesse detto: Con questi chiodi con- figgi Gest sulla croce... Certamente nessuno di noi avrebbe avuto il coraggio di poggiare la punta di un chiodo nella mano di Gesit € poi percuotere il chiodo col martello... Eppure, se durante la nostra vita abbiamo commesso anche tun solo peccato mortale, noi abbiamo messo in croce Gesit. Dice Vapostolo S. Paolo che chi commette peccato «crocefigge nuo- vamente Gesit Cristo nel proprio cuore. Infatti @ proprio cosi! Gesit & morto sulla croce per iscon- fare i peccati di tutti gli uomini: se nessuno avesse commesso mai peccati, non sarebbe stato necessario che Gesit morisse in croce; € si pud dire veramente che i peccati di tutto il mondo sono i chiodi, con cui fu crocefisso Gesi Gesit 2 Dio, € percid conosce lavvenire. Nel momento in cui fu crocefisso sul monte Calvario, egli aveva presenti al suo 0 signore fece dipingere quattro quadri, per far bene la sua preparazione alla Confessione (pag. 46). 51 pensiero i peccati, che si sarebbero commessi sino alla fine del mondo; € per i peccati di tutti i secoli egli soffri volenti con amore infinito, gli strazi della crocefissione ¢ la morte di croce. Alla mente di Gesti erano presenti, in quel giorno, anche i peccati nostri. Tutte le nostre disubbidienze alla legge di Dio e della Chiesa sono chiodi, che crocefissero Gesi; tutti i nostri pec- cati di superbia, di avarizia, di lussuria, d’ira, di gola, d'invidi daccidia, sono chiodi, che crocefissero Gest... pud dire veramente, come diceva S. Paolo, che chi pecca crocefigge Gesit nel proprio cuore. Quale mostruosa ingratitudine % mai il peccato! Crocefiggere un Padre cosi buono, cosi santo, cost amabile, qual’e Gesi!.. Il peccato & anche un atto d’insubordinazione a Dio: pec- care significa ribellarsi a un Dio di infinita grandezza ¢ maesta, rifiutandosi di ubbidire alla sua legge. Il peccato mortale'® una disubbidienza alla legge di Dio in cosa grave, fatta con piena avvertenza e deliberato consenso. Il peceato veniale & una disubbidienza alla legge di Di cosa leggera. {Il peccato mortale da morte all'anima, privandola della gra- zia di Dio, € rendendola meritevole della pena eterna; il peccato veniale raffredda anima nell'amore di Dio, la dispone al pec- cato mortale e la rende meritevole di pena temporanea. Fuggiamo dunque il peccato, come fuggiremmo alla vista di tun serpe velenoso. Qualunque disgrazia ci possa accadere su que- sta terra, non sara mai tanto grave quanto quella di macchiarci di peceato. Un fanciulio, che si prepara alla Prima Comunione, deve te- nersi lontano dal peccato con ogni maggior premura. Deve pen- sare: Gesii scendera dal Cielo per me, verra dentro al mio petto con tanto amore... € io sard tanto ingrato da crocefiggerlo nel mio cuore, commettendo peccati? E il proposito di tenersi lontano dal peceato non deve du- rare soltanto per il tempo della preparazione alla Prima Comu- nione; ma deve durare per tutta vita. in 2 27 - Iddio comanda, e noi dobbiamo ubbidire. Nei tempi antichi, molfi anni prima che Gesit venisse al mondo, il popolo del Signore ebbe a soffrire una lunga e dolo- rosa schiaviti: in mezzo agli Egiziani. Ma poi il Signore diede ordine a Mose di liberare il popolo da si dura schiaviti e di con: durlo nella Terra Promessa. ‘Mentre tutto il popolo, guidato da Mosé, faceva il lungo viaggio atiraverso il deserto, il Signore volle dare agli uomi suoi dieci Comandamenti. Mosé per ordine di Dio, sali sul monte Sinai, e vi si trat tenne per quaranta giorni, In quei giorni Dio parlo a Mos? e gli spiegd tutti i Comandamenti; poi scolpi i Comandamenti su due tavole di pietra e consegnd a Most le due tavole, perché le por- tasse al popolo e spiegasse i Comandamenti (figura pag. 57). Mentre Dio parlava a Mosé, la cima del monte era circon data da fitte nut vedevano lampi e si udivano tuoni, Intanto gli Ebrei, che erano accampati alle falde del monte, commisero un gravissimo peccato. Invece di adorare il vero Dio € di prepararsi a ricevere la sua santa Legge, collocarono sopra un piedistallo un vitello doro ¢ lo adorarono come fosse stato Dio. ‘Mose, quando scese dal monte, aveva il volto splendente di luce, perch? aveva parlato col Signore, e due raggi di luce si ve- devano sul suo capo, Egli portava sulle spalle le due tavole dei Comandamenti, che gli aveva dato il Signore; ma quando vide che il popolo adorava il vitello d’oro, pensd che quel popolo non era degno di ricevere i Comandamenti di Dio, e spezzo le due tavole dei Comandamenti; poi rivolse a tutti un severissimo rimprovero, Allora tutti domandarono perdono al Signore e distrussero il vitello d'oro, ¢ Most sali di nuovo sul monte a pregare il Si- gnore che perdonasse al popolo € gli desse le due tavole dei ‘Comandamenti. Il Signore scolpi di nuovo i dieci Comandamenti su due ta- vole di pietra che consegnd a Mosé, perch ne desse lettura al popolo. E poi gli ordind che costruisse un’arca di legno prezioso La penifenza sacramentale @ lieve, percha Gesi ha scontato i nostri peccati morendo in Croce (pas. 48) Ticoperta di lamine d’oro, per custodire le due tavole dei Co- mandamenti. |! popolo ascoltd, con grande riverenza, la lettura dei Coman- damenti di Dio € la spiegazione che ne fece Most; poi le duc {avole furono riposte dentro Varca santa costruita da Mos, ¢ tutti Promisero di ubbidire ai Comandamenti di Dio. ‘Veramente il popolo ebreo dimenticd la promessa fatla; molte volte disubbidi ai Comandamenti di Dio, e percid spesso fu ca. stigato dal Signore, Noi perd non dobbiamo imitare la infedelta del popolo Ebreo. Quando Dio parla e da i suoi ordini, dobbiamo ascoltarlo con Somma riverenza. Dio & onnipotente, @ sapientissimo, ® giu stissimo; Dio @ il padrone di tutto il mondo e di tutti gli uomini, Quando egli da i suoi comandi dev'essere ubbidito da tutti, E poi Dio sara un giorno anche il giudice di tutti gli uom dard un castigo eterno a tutti coloro che non avranno ubbi. ai suoi Comandamenti, dara un premio eterno a tutti coloro che avranno ubbidito ai suoi Comandamenti, Sempre, in tutti i giorni della vita, si deve ubbidire ai Co- mandamenti di Dio; ma che si dovra dire dei giorni in cui fanciullo si prepara alla Prima Comunione? Come si pud pre. Parare un fanciullo a ricevere nel suo petto il Figliolo di Dio, facendo continue disubbidienze ai suoi santi Comandamenti? 28 - L’Arca Santa e i dieci Comandamenti. Il Signore ordind a Mosé di ripdrre le due tavole dei Co- mandamenti dentro un’arca preziosissima. Gli disse cos: Farai un'arca di legno di setim, che abbia due cubiti ¢ mezzo (poco pit di wn metro) di lunghezza, un cu. tito ¢ mezzo di larghezza, parimenti un cubito e mezzo di altezza; ¢ la vestirai di lamine d oro purissimo di dentro ¢ di fuort; ¢ farai al disopra una corona d’oro, che giri intorno... E nelVarca riporrat la Legge. Farat anche il propiziatorio (it co. Perchio) di oro purissimo; farai anche due cherubini d’oro lave. 3 rath al martelto, un cherubino da un lato € uno dall altro. Essi copriranno uno ¢ Valtro tato del propiziatorio, stendendo le sii (figura pag. 59). Mose fabbricd I'Arca Santa secondo tutte le prescrizioni ri Seville da Dio, € ripose le due tavole della Legge dentro tArca Santa; poi collocd area nel Iuogo pitt sacro del tabernacolo, plane (ea cveva comandato il Signore. Quando si doveva viag, Siare i Sacerdoti soltanto potevano portare I'Arca Santa, e ness altro doveva toccarla, 1 Signore volle che Arca Santa fosse rivestita di oro pu- rissimo, dentro e fuori, per far comprendere la preziositt ¢ 1a grande importanza dei dieci Comandamen {I cuore di un fanciullo, che si prepara alla Prima Comuc ine, deve essere come una piccola Arca Santa: deve custodire i dieci Comandamenti di Dio conoscendone bene il significato, Per poterli osservare esattamente. Tutti i fanciulli imparano a me. moria i dieci Comandamenti di Dio, ma spesso avviene che eset “non comprendono il significato delle parole e non sanno che cova evono fare per osservarli esattamente. Facciamo dunque adesso una breve spiegazione di ciascun Comandamento. = lO SoNo i. SioNoRE Dio Tuo: 1 - NON AVRAI ALTRO Dio FUORI CHE ME - Le prime parole significano che Dio & 'Essere Supremo, nostro padrone assoluto, e percid ha il diritto di co. mandarci e noi abbiamo il dovere di ubbidire. 1! Comandamento ~ ci ordina di essere rel. Siosh clot di credere in Dio, di amario, adorarlo e servilo, perché call unico vero Dio, Creatore e signore del cielo e della terme Percid commette peccato chi non rende a Dio Vonore che li & dovuto, chi erede alle superstizioni, chi trascura distruire seite uEione, chi dubita delle veritarivelate da Dio e insegnate dalla Chiesa, chi non recita le preghiere mattina ¢ sera, cht nes Prende parte alle sacte Funzioni o vi assiste dissipato e irriverente, 2 ~ NON NOMINARE iL NOME DI DIO INVANO ~ Questo Co, magdamento proibisce non solo la bestemmia, che & orrbile pee. calo; ma proibisce altrest di nominare il nome di Dio senza ne. Sessitt. Quando si dice, per esempio: « Dio mio che noia!s «Cees Chi Maria, che-caldo!» ed altre simili espressioni, che non sono una vera invocazione, ma semplici esclamazioni, si nomina senza ne- Cessiti, ¢ cio’ invano, senza rispetto, il nome di Dio, della Ma. donna e dei Santi La bestemmia & peccato mortale; nominare senza necessita il nome di Dio, della Madonna, dei Santi, @ peccato veniale. 3 ~ RICORDAT! DI SANTIFICARE LE FESTE - Questo Comanda- mento ordina di onorare Dio, nei giorni di festa, con atti di culto, Principalmente coll'assistere alla santa Messa; ¢ proibisce tutti { lavori manuali, che sono propri degli artigiani e degli operai. i si deve provvedere al bene spirituale dell'anima, igione, compiendo qualche opera buona, e i santi Sacramenti. 4 ~ ONORA IL PADRE E LA MADRE - Questo Comandamento ordina di amare, rispettare ¢ ub genitori e i superiori. | genitori rappresentano Dio, e chi disubbidisce e manes di ri. spetto ai genitori, in qualche modo disubbidisce e manca di rispetto a Dio stesso. 5 ~ NON AMMAzzaRE - Questo Comandamento non soltanto isce di uecidere gli altri e di uccidere se stessi, ma proibi sce altresi di recare danno agi altri in qualsiasi modo, ‘sia al corpo, sia all’anima, Si reca danno gravissimo all'anima special- mente quando si da scandalo, ¢ ciot quando s‘insegna il male € si spinge altri a commettere peccati, Col quinto Comandamento Iddio non solo ci proibisce di far del male agli altri, ma ci comanda di amare il prossimo come noi stessi, per amor di Dio; ci comanda di perdonare le offese ¢ di far del bene a chi ci fa del male. E chi non perdona agli altri non pud ricevere da Dio il perdono dei suoi peccati. © - NON COMMETTERE ATTI IMPURI - Questo Comandamento proibisce tutti quegli atti sconvenienti e vergognosi, che offen. dono la bella virti della modestia 0 compostezza. Quando siamo soli e nessuno ci vede, dobbiamo pensare che c't sempre Dio che ci vede. Gli atti impuri sono peccati gravi. E peccato anche fare di- scorsi di cose sozze; guardare figure, spettacoli, cinematograti, che rappresentano cose sconvenienti; leggere libri cattivi. E ne- cessario star lontani dai compagni cattivi, perch questi sono il Pericolo pit grave per la bella virtii della modestin, 7 ~ Non RupaRe - Questo Comandamento proibisce non solo di appropriarsi nascostamente roba degli altri, ma proibisce altres) di recar danno al prossimo in qualsiasi modo. Chi ha tubsto non ud ottenere da Dio il perdono se non restituisce eid che ha rubato, Anche i fanciulli che prendono in casa, di nascosto dei loro Senitori, frutta, dolei, ¢ talvolta anche danaro, commettono pec. cato, ¢ intanto contraggono la pessima abitudine di rubare, e, quando saranno adult, sapranno rubare anche fuori di casai 8 ~ Non ike FAtsA TESTIMONIANZA - Questo Comandamento Proibisce di dire bugie e d'ingannare il prossimo in qualsiasi modo, La bugia & sempre peccato, anche se non porta alcuna conseguenza 0 danno al prossimo. Se poi 2 causa di grave danno, allora & peccato grave, 9 ~ NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI - Questo Coman- Gamento significa che gli sposi devono amarsi scambievolmente, € non devono aver affetti disordinati verso altre persone. E cio Per conservare la bella virtii della purezza, che viene comandata nel sesto Comandamento, 10 ~ NOW DESIDERARE LA ROBA D'ALTRI - Questo Comanda- mento significa che non si deve avere un desiderio sfrenato di ricchezze e di agiatezze. Ciascuno deve contentarsi della sua con. dizione. Tuttavia non & proibito un giusto e moderato desiderio di migliorare la propria condizione, 29 - I Precetti della chiesa, ‘Ges, prima di salire al Cielo, disse ai suoi Apostoli: «Come it Padre mio ha mandato me, cosi io mando voi. E stato dato @ me ogni potere in Cielo ed in terra ; andate, dunque, insegnate @ tutte le nazioni.. Quello che voi legherete sulla terra, sard le. gato nel Cielo, quello che vot sctoglierete sulla terra, sard sclolto nel Cielo >. Sul Sul monte Sinai, E a S. Pietro diede autorita suprema anche sopra gli al Apostoli dicendogli: « Ti dard le chiavi del regno dei Cieli.. Pa- sci i miei agnelli (cioe i fedeli); pasci le mie pecorelle (cio? Vescovi)» (figura pag. 61). Con queste parole Gesii intendeva dare a S. Pietro ¢ agli altri Apostoli l'autorita di governare la Chiesa, ossia la societa di tutti i fedeli cristiani, e di promulgare opportune leggi per il bene delle anime. Ma la Chiesa Cattolica doveva esistere sulla terra non sol tanto finch® vivevano gli Apostoli, ma anche dopo la loro morte, € deve esistere sino alla fine del mondo. E Gesit voleva istruire € salvare non soltanto i fedeli, che vivevano al tempo degli Apo- stoli, ma anche tutti gli altri, che vivranno sino alla fine del mondo. Percid quando Gesit diede a $, Pietro e agli altri Aposto- Hi la facolta di governare la Chiesa e di promulgare leggi, in- tendeva darla non ad essi soltanto, ma anche a tutti i loro suc- cessori, e cio® a tutti i Vescovi e a tutti i Papi. Dunque la Chiesa ha l'autorita di promulgare leggi per il bene spirituale dei fedeli. Ma se la Chiesa ha icevuto da Gest Cristo stesso I'auto- rita , i fedeli hanno il dovere di obbedire ai Precetti della Chiesa, come hanno il dovere di obbedire ai Co- mandamenti di Dio. Disse Gest agli Apostoli: «Chi ascolta vot ascolta me, chi disprezza voi disprezza me». Dunque chi disub- bidisce alla Chiesa, disubbidisce a Dio stesso. La Chiesa, per fa fedeli 'osservanza dei Comanda- menti di Dio ¢ la pratica della vita cristiana, ha promulgato cin- que leggi, 0 precetti. 1 ~ UDIR LA MESSA LA DOMENICA E LE ALTRE FESTE COMAN- Dare - Tutti i fedeli cristiani sono strettamente obbligati di an- dare a Messa nei giorni festivi; e chi non va a Messa in tali giorni commette peccato grave. La Messa dev’essere ascoltata tutta intiera; e chi ne tralascia qualche parte importante non soddisfa al precetto della Chiesa. Dev'essere poi ascoltata devotamente, recitando qualche pre~ ghiera e pensando a Gesi, che rinnova sull’altare il sacri Calvario. Dalla Messa festiva sono dispensati gli ammalati; coloro che abitano in campagna a una distanza di oltre tre 0 quattro chilo- metri dalla chiesa; i militari che non hanno il permesso dalla caserma; coloro che si trovano in viaggio dalle prime ore del mattino fino oltre il mezzodi dei giorni festivi; le mamme, che hanno bambini piccini © non possono affidarli ad altri; co- loro che assistono qualche ammalato e non possono abbandonarlo neppure per breve tempi Queste, ed altre simili ragioni, dispensano dall'andare a Mes- sa nei festivi; ma in tali casi bisogna ricordarsi di san. tificare la festa, almeno con alcune preghiere, che possono reci tarsi in casa o in viaggio. 2 ~ NON MANGIAR CARNE IL. VENERDI E GLI ALTRI GIORN! PROF BITI E DIGIUNARE NEI GIORNI PRESCRITTI = Col mangiar di magro € col digiunare si scontano i peccati, si mortifica la gola, si vin- cono le cattive inclinazioni, e si ottengono molte grazie da Dio. Alastinenza dalle cari sono obbligati tutti cristiani, che hanno raggiunto l'eta di sette anni. Al digiuno sono obbligati ani che hanno raggiunto l'eta di anni 21 fino al cominciare del ses- santesimo anno di eta. Chi non ubbidisce a questo precetto commette peccato grave; ma chi, per malattia o per altra grave ragione, non pud fare asti- nenza e digiuni, non commette peccato; tuttavia in questi ca ® bene sottoporre al giudizio del parroco le giuste ragioni per ottenere la dispensa. 3 - CONFESSARSI ALMENO UNA VOLTA ALL’ANNO E COMUNE CARSI_ ALMENO A PAsQUA - L’obbligo di confessarsi incomincia quando si ha l'uso di ragione, € ciot allt di circa sei anni; e chi lascia trascorrere pid di un anno senza confessarsi almeno una volta, commette peccato grave, perché disubbidisce al pre- cetto della Chiesa. La Comunione poi si deve fare almeno una volta all'anno, nel tempo pasquale. Non & necessario farla proprio nel giorno di Pasqua; di regola si pud fare da otto giorni prima di Pasqua jo del Le: Pen S ANE ee PAA NIE Lo fino ad otto giorni dopo Pasqua, ma poi i Vescovi concedono ordinariamente un tempo molto pitt lungo, che dura circa due mesi. Chi non fa la Comunione, almeno una volta, in questo pe. riodo di tempo, commette peccato grave. 4 ~ SOVVENIRE ALLE NECESSITA DELLA CHIESA CONTRIBUENDO SECONDO LE LEGGI E LE USANZE ~ Per il culto del Signore sono necessarie tante cose: gli arredi sacri, le candele, Volio per le lampade, vino e ostie per la Messa € molte allre cose, per le quali & necessario spender danaro. Poi anche il sacerdote deve prov- vedere al suo onesto sostentamento, perché egli trascorre le sue giomate nel battezzare, confessare, predicare, fare il Catechismo, assistere gl'infermi, insomma nel procurare il bene spirituale dei fedeli; e quindi non pud esercitare un mestiere o una profes- sione per guadagnarsi di che vivere. Dunque & necessario che i fedeli contribuiscano con le loro offerte alle spese per il culto e per Vonesto sostentamento del sacerdote. La Chiesa non stabilisce una quota fissa, ma prescri ve che tali offerte si facciano secondo le leggi e le usanze di ciascun paese. 5 - NON CELEBRAR LE NOZZE NEI TEMPI PRoIBITt ~ I tempi proibiti sono: dalla prima domenica dell’Avvento fino al giorno di Natale, ¢ dal primo giorno di Quaresima (Ceneri) fino al giorno di Pasqua, In questi tempi & proibito di celebrar le nozze solennemente, € ciot con feste clamorose, con sontuosi banchetti, con musi. che, ecc. Tutto questo non si addice al santo raccoglimento ed allo spitito di penitenza dell’Avvento e della Quaresima. In forma semplice € senza esteriorita clamorose, si possono celebrare le nozze anche nei tempi proibiti,e, se vi sia una giusta tagione, il Vescovo pud permettere che, durante la santa Messa, si dia agli sposi anche la solenne benedizione, che, di regola, in quei tempi sarebbe proibita. Con questi cinque brevi precetti la Chiesa, come una ma- dre amorosa, insegna ai suoi figli in qual modo devono dimo- strare a Dio il loro rispetto € il loro amore, e che cosa debbono fare per camminare piti sicuramente sulla via del Cielo. 30 = 1 vizi capitali. Coloro che trascurano di osservare i Comandamenti di Dio © i precetti della Chiesa, commettono spesso azioni cattive ed il- lecite, € ben presto diventano viziosi. Mille cattive inclinazioni si sviluppano nel loro cuore e contraggono labitudine di commet- tere il male. | fanciulli, che si preparano alla Prima Comunione, trovan- dosi ancora all’alba della vita, sono ben in tempo ad impedire che si formi nel loro cuore Pabitudine a commettere il male. A tale scopo & necessario che essi sentano profondamente il sacro im- prescindibile dovere di ubbidire a Dio e alla Chiesa, anche se cid costi sacrificio; e poi abbiano un profondo orrore di quei vizi, che sono Ia inevitabile conseguenza della insubordinazione alla legge di Dio e della Chiesa, 1 vizi, che possono guastare il cuore dell'uomo, sono molt ma ordinariamente se ne enumerano sette, che si chiamano vizi capitali, perche da essi hanno origine tutti gli altri vizi e peccati, | vizi capitali si possono assomigliare ad un dragone con sette teste, che trascina gli uomini alla perdizione eterna. Un uomo i0s0, avendo contratto 'abitudine ad operare il male, 2 come incatenato dai suoi stessi vizi... Se noi potessimo vedere cogii occhi del corpo, la tristissima condizione spirituale di tanti viziosi, saremmo spettatori di scene Ci sembrerebbe di vedere i viziosi come incate- nati sopra un carro tenebroso, trascinato da un dragone a sette teste verso un abisso di fuoco; e nelle ruote ¢ nei fianchi del carro potremmo leggere i nomi dei sette |. Cid significa che i viziosi sono trascinati dai loro stessi vizi verso I'inferno (figura pag. 63). | vizi capitali sono sette: Gola, Invidia, Accidia. 1 ~ Surexsia - Stima di se e amore disordinato della pro- Pria eccellenza, Da essa nascono: 'ambizione, la vanagloria, la disobbedienza, V'ostinazione. Superbia, Avarizia, Lussuria, Ira, di governare la Chiesa (pas. 58).

You might also like